[WM1:] Come preannunciato nello scorso speciale dedicato al libro, il tour di Un viaggio che non promettiamo breve finirà a marzo anziché a giugno, per causa di forze minori. A malincuore, ho dovuto disdire tutti gli impegni fuori Bologna-e-dintorni da aprile all’estate inoltrata.
Quasi tutti: l’8 aprile sarò al Festival del giornalismo di Perugia, a parlare di nuove frontiere del reportage narrativo con Zerocalcare e Leonardo Bianchi… e ho mantenuto due eventi di quelli che mi mozzerei il dito medio della mano destra piuttosto che non esserci: la prima festa di Alpinismo Molotov (Avigliana, Valsusa, primo weekend di giugno, dettagli a seguire) e la seconda edizione del festival Alta Felicità (Venaus, Valsusa, dal 27 al 30 luglio).
Nel frattempo, però, il tour continua. Colgo dunque l’occasione del doppio impegno romano del 3 marzo – h.18 a Casetta Rossa, quartiere Garbatella; h. 21 al Teatro del Lido di Ostia, via delle sirene 22 – per dire qualche parola in più sul reading/concerto che sto portando in giro insieme a Luca Casarotti, avvocato e pianista, nonché “lettore di prova” e consulente legale durante la stesura di Un viaggio che non promettiamo breve.
Cinque volte Turi Vaccaro sarà eseguito ancora due volte: una, appunto, la sera del 3 marzo a Ostia; l’altra il 10 marzo a Pavia.
Il concerto per voce e tastiere consiste in un’unica lunga suite, suddivisa in cinque movimenti; questi ultimi corrispondono ad altrettanti passaggi del libro che vedono protagonista Turi Vaccaro, il quale appare per la prima volta a pagina 159 e viene introdotto così:
«Quand’era arrivato alla Maddalena il 25 maggio, Turi Vaccaro aveva deciso di digiunare e stare in silenzio per sette giorni. Rinuncia al cibo e rinuncia alla parola, a parte gli interventi in assemblea. Una pratica di purificazione.
Turi era siciliano, originario di Marianopoli, provincia di Caltanissetta. Si era trasferito a Torino da ragazzo ed era stato operaio Fiat. Aveva cinquantasei anni, lunghi capelli e barba selvatica. Girava scalzo e sovente a torso nudo. Viveva tra Italia e Olanda, dove aveva una figlia ventenne di nome Annekie.
Turi aveva preso parte alla lotta per l’obiezione di coscienza, alla mobilitazione contro gli euromissili a Comiso, alle battaglie antinucleari, a tutte le più importanti campagne nonviolente degli ultimi trent’anni. Purché vi fosse azione diretta. Perch. Turi era un uomo da azione diretta. Anzi, da gesto profetico, testimonianza concreta e viva, fatta col corpo e affrontandone le conseguenze.»
La musica di Cinque volte Turi Vaccaro si basa sul concetto di «improvvisazione formale» o «composizione istantanea», due espressioni all’apparenza quasi antifrastiche che in pratica vogliono dire questo: nulla di ciò che Luca suona è preparato, non c’è una sola nota scritta; ma l’ambizione è di dare alle melodie, alle armonie, ai rumori e ai ritmi improvvisati di volta in volta una disciplina e uno sviluppo che li avvicinino ad un’idea compositiva, senza rinunciare alla spontaneità e ai rischi dell’esecuzione estemporanea.
#WM1ViaggioNoTav p.608. Qui si svolge la scena conclusiva di #5VolteTuriVaccaro @Wu_Ming_Foundt @lucacasarotti pic.twitter.com/cfLO9EOgY4
— filo sottile (@fil0s0ttile) 26 gennaio 2017
Ogni esecuzione è perciò – sottilmente o marcatamente – diversa dalla precedente. Qui sotto potete ascoltare la più recente, andata in scena il 12 gennaio scorso al centro sociale SOS Fornace di Rho.
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N.B. A Pavia, e soltanto in quell’occasione, il concerto terminerà con una cover della canzone di Marco Mengoni L’essenziale, con i versi “curvati” dall’Entità (cfr. UVCNPB, pag. 489).
[…] A Casapound di Ostia non piace che Wu Ming 1 presenti il suo ultimo libro al Teatro del Lido. Si tratta della serata di venerdì 3 marzo (i dettagli sono qui). […]
Visto l’interessamento di casapound per la presentazione di Un viaggio che non promettiamo breve al Teatro del Lido di Ostia, abbiamo deciso che anche domani l’esecuzione di 5 volte Turi Vaccaro terminerà con un bis (o – come dicono i frequentatori dei concerti di musica classica – un encore). In questa occasione però non sarà l’Entità a parlare, impadronendosi dei versi di Marco Mengoni. Evocheremo invece un noto episodio di antifascismo spontaneo… E di più non vi diciamo. :)))