La svolta della Bolognina 2.0 | Il PD realizza il programma di Salvini.

Il volto di Virginio Merola sovrapposto a quello del sindaco-Sauron, sul murale “Occupy Mordor” di Blu.

E’ ufficiale: il sindaco PD di Bologna ha riesumato in cantina una vecchia musicassetta ed è diventato leghista con l’ipnosi. A certificare l’efficacia della cura ci sono le sue dichiarazioni degli ultimi giorni. In un’intervista a La Repubblica di sabato 4 febbraio ha annunciato che sfratterà il centro sociale XM24 dalla sua storica sede nel quartiere Bolognina e chiederà al ministro Minniti di piazzare al suo posto una caserma dei Carabinieri, perché «può essere utile a rassicurare i cittadini». Quanto al «putiferio politico» che la sua scelta potrebbe scatenare, ha ribattuto che «i dibattiti vengono dopo, possono anche essere interessanti, ma non hanno la precedenza» (con buona pace della tanto invocata «partecipazione»). Infine, ribadendo che il futuro di XM24 resta lo sfratto, ha aggiunto: «basta con l’assistenzialismo in cambio di niente», a riprova che l’ipnosi ha davvero funzionato.

Alcune coordinate per chi ci legge da fuori Bologna:

– XM24 è alla Bolognina dal 2002, quand’era sindaco Giorgio Guazzaloca, sostenuto da una coalizione di centrodestra. La circostanza è ricordata anche nella cronologia della città curata dalla Biblioteca comunale Sala Borsa.

– XM24 utilizza una porzione del fabbricato d’accesso al vecchio Mercato ortofrutticolo. L’edificio era abbandonato dal 1994, quando il mercato si trasferì al CAAB (l’area che ospiterà il FICO di Oscar Natale Farinetti).

– Dodici anni fa, insieme ad altre realtà del territorio, XM24 ottenne dal Comune di mettere in discussione il progetto urbanistico per l’area dell’ex-Mercato, presentato in origine dalla giunta Guazzaloca. Nacque così «Laboratorio Mercato», un percorso partecipativo di due anni, con l’obiettivo di approvare un nuovo progetto. L’esperienza aveva però un piccolo handicap: le volumetrie già approvate non si potevano modificare.

– Nel 2007 partirono i lavori destinati alla «riqualificazione dell’area» (30 ettari complessivi). Virginio Merola, attuale sindaco, era allora l’assessore all’urbanistica della giunta Cofferati. Dieci anni dopo, i cantieri sono ancora aperti. Gli unici edifici realizzati ospitano appartamenti da 4mila euro al metro quadro. Le ditte coinvolte sono quasi tutte fallite (Cir, Cesi, Valdadige, Coop Costruzioni). Di conseguenza non hanno pagato gli oneri di urbanizzazione, per fare strade e arredi pubblici, e il Comune ci ha dovuto mettere una toppa con 3 milioni di euro. Dei 300 alloggi di edilizia sociale non si hanno notizie. Idem per il parco, la scuola, il poliambulatorio. Lo studentato dell’Università si erge tra scheletri di palazzi e fanghiglia. Un lotto è stato messo sotto sequestro nell’ambito di un’inchiesta sullo smaltimento illecito di rifiuti.

– Nella primavera del 2013, Blu realizza il murale «Occupy Mordor» su un’ala del centro sociale. Si evita così che il Comune la abbatta per far posto a una rotonda. Non si evita, purtroppo, che la rotonda venga intitolata all’ambientalista Alex Langer: come dare il nome del Mahatma Gandhi a un nuovo modello di carrarmato.

Rotonda Alex Langer

– Nella notte dell’11 marzo 2016, gli attivisti di XM24 cancellano il murale insieme a Blu, per protestare contro la mostra “rubagraffiti” organizzata da Fabio Roversi Monaco.

La storia recente di XM24 – e il suo futuro – sono soltanto un tassello nel mosaico di incubi urbanistici che il Comune di Bologna ha in mente per i prossimi anni.

«La “rigenerazione” rappresenta il core business degli anni futuri. Il bene durevole per eccellenza, che non a caso definiamo e distinguiamo come immobile, entra nel gioco dello spreco consumistico e diventa labile, deperibile, riproducibile. […] La dinamica è lineare: riconverto zone centrali demolendo e ricostruendo, in più costruisco in periferia su terreni vergini sotto l’ombrello dell’interesse pubblico, accorcio in questo modo il ciclo di vita dei manufatti e introduco l’idea della loro precarietà così mi garantisco un mercato imperituro. Un dispositivo perfetto.» (Paola Bonora, geografa, al convegno Fino alla fine del suolo, Bologna, 3 febbraio 2017)

Se si tiene conto delle dimensioni contenute della città, l’elenco fa davvero impressione:

Passante di Bologna, ora alle prese con la Valutazione di impatto ambientale.

People Mover – il nuovo treno su monorotaia sopraelevata che collegherà aeroporto Marconi e stazione, risultato che si poteva ottenere con una piccola aggiunta ai binari già esistenti.

Zona Lazzaretto, un’area di 80 ettari, con un piano risalente al 2000, che secondo gli eufemismi del comune «ha subito alcune modifiche […] a causa della particolare congiuntura economica degli ultimi anni». In realtà i cantieri sono rimasti bloccati e il progetto è stato ridisegnato dopo che l’Università ha deciso di non costruire tutti gli edifici a suo carico.

– In via Larga, periferia Est, «il polo commerciale più grande d’Italia , o forse d’Europa», come l’ha definito il Corriere di Bologna.

– Poco lontano da via Larga, cementificazione in zona Scandellara, imperniata su un altro, ennesimo centro commerciale.

– Nuovo stadio comunale, con relativa operazione immobiliare, portata avanti in tandem dal presidente del Bologna FC, Joey Saputo, e da Maccaferri Corporate, gigante locale dell’edilizia. La possibilità di costruire nelle aree militari Staveco e Prati di Caprara sarebbe il compenso del Comune per l’investimento nel restyling del Dall’Ara. Da notare che è dal 1994 – col sindaco Vitali – che si discute di trasformare i Prati di Caprara in un grande giardino pubblico.

Caserma Sani e Caserma Masini, entrambe di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti. Per la prima è stato pubblicato a dicembre un bando di concorso internazionale. La seconda – in pieno centro storico – è occupata dal Centro Sociale Làbas.

FICO – Eataly World

– Bolognina – Navile. Oltre allo sfratto di XM24, un altro annuncio recente riguarda il palazzo ex-Telecom, situato nella stessa via, di fronte alla nuova sede del Comune. L’immobile era stato occupato da 280 sfrattati, nell’autunno 2014, dopo 12 anni di inutilizzo. Sgomberato 10 mesi più tardi, è stato venduto a The Student Hotel, azienda olandese di alberghi per studenti con la grana. Sul sito della società si legge che «negli ultimi dieci anni le strade del quartiere Navile si sono vivacizzate con nuovi bar, eventi e iniziative culturali, dando vita a un rione multiculturale, popolato da studenti, giovani professionisti e creativi». Secondo l’architetto Matteo Fantoni, responsabile del progetto, l’edificio ex-Telecom ha un grande potenziale per stimolare un «upgrade» dell’intero rione. Insomma, si sente più puzza di gentrificazione in via Fioravanti, che lezzo di letame in una stalla sporca.

– Nel frattempo in città continuano gli sfratti. L’inchiesta «Le altre case di Bologna»ne ha contati 1081 nel 2015 (3 al giorno, uno ogni 369 famiglie residenti).

Sulle dichiarazioni di Merola e su questi temi, ci ha intervistati Pierpaolo Velonà, per il Corriere di Bologna di sabato 4 febbraio. Riproduciamo il testo qui sotto, con qualche nota esplicativa.

«Emergenza degrado costruita ad hoc. E’ in atto un progetto di gentrificazione»
Wu Ming 2: i Dem inseguono Salvini, ci opporremo con tutti i mezzi necessari»

«Il sindaco Merola vuole realizzare il programma di Salvini. Una caserma al posto dell’XM24, sembra uno slogan della Lega». Giovanni Cattabriga, 43 anni, bolognese, alias Wu Ming 2, è membro del collettivo di scrittori che in cinese significa “senza nome”. Su Giap, il loro blog, i Wu Ming hanno speso parole di fuoco sui progetti dell’amministrazione destinati a cambiare il volto di Bologna (da Fico al Passante di Mezzo).

Il Comune ha annunciato lo sfratto del centro sociale e al suo posto potrebbe andarci una caserma dei carabinieri. Che cosa ne pensa?
«Non mi stupisce. Nel suo continuo tentativo di inseguire la destra, il PD è diventato una forza di destra»

A dicembre, però, i residenti hanno raccolto 300 firme per chiedere la revoca della convenzione all’XM24…
«L’emergenza è stata costruita ad hoc [1]. Certo, singoli episodi possono accadere e sbagli possono essercene da parte di tutti…»

Parla da residente?
«No, io vivo al Pratello, ma Wu Ming 1 vive alla Bolognina ed è testimone diretto di come il tema del degrado sia stato usato in maniera strumentale. Dopo il mercato, anche piazza VIII Agosto è sporca, ma là si mandano i camion di Hera perché si ritiene che la Piazzola sia un valore aggiunto»

E allora perché il comune non rinnova la convenzione?
«C’è un progetto: la Bolognina è un quartiere vicino alla stazione, dove ancora si riesce a trovare una casa a prezzi accessibili, è un quartiere multietnico, popolare. Vogliono alzare il valore degli immobili e l’XM è di troppo. Insomma, è in atto un tentativo di gentrificazione da manuale»

In Comune la chiamano riqualificazione…
«Ho sentito dire che il quartiere potrebbe ospitare una Casa della Letteratura. Usano la cultura come foglia di fico, a cui far seguire le ruspe, è un atteggiamento sistemico sulla città

Che comprende anche il Passante?
«Certo. Il Passante è un progetto sulle spalle della periferia, usano come pretesto il traffico, ma chi ci guadagna non saranno i cittadini.»

Perché, secondo lei, l’XM merita di restare dov’è?
«Perché in 15 anni ha un bilancio di attività lungo 40 pagine, non ci sono solo le serate; ci sono i dibattiti, gli spazi dati alle associazioni, la sala prove, la scuola di italiano per stranieri, il mercato contadino. La cultura non si fa solo negli spazi delle coop»

Due anni fa Atlantide, ora l’XM. La stagione dei centri sociali è al tramonto?
«L’XM aveva una convenzione ma il Comune ha deciso di non rinnovarla. C’è stato un cambio di atteggiamento che fa pensare al bisogno di inseguire la Lega e il consigliere Manes Bernardini, ma la mappa dei centri sociali non è così risicata, citerei l’esperienza di Làbas» [2]

Il centro sociale diventerà un fronte di conflitto tra i movimenti e l’amministrazione?
«Sarà peggio di Atlantide. Immagino che il Comune offrirà un capannone in periferia ma l’XM rifiuterà»

Cosa farà Wu Ming?
«Ci occuperemo di quello che sta accadendo. Saranno anni cruciali, dallo Stadio al Passante. E quando la decisione del Comune sull’XM24 diventerà operativa ci attiveremo, non solo per iscritto, ma con tutti i mezzi necessari»

A integrazione di quanto scritto, ci teniamo ad aggiungere che:

1) Il presidente del quartiere Navile, Daniele Ara, ha dichiarato a La Repubblica che le firme raccolte sarebbero «più di 500». Al Carlino, ha precisato che «quelle firme sono reali e non frutto di operazioni politiche». Claudio Mazzanti, capogruppo PD in consiglio comunale ed ex-presidente di quartiere, ci ha tenuto a specificare che «hanno firmato anche cittadini in buona fede e non di destra». Perché tante excusationes?

Crediamo che chiunque sia un minimo dotato nelle pubbliche relazioni sarebbe in grado di raccogliere altrettanti consensi, in una qualunque altra strada popolosa, contro un qualsiasi locale che proponga serate e musica nel fine settimana. Come mai per Merola quelle 500 firme contano tanto, mentre ha ignorato senza problemi quelle contro il Passante di Bologna, o i 50.517 cittadini che hanno votato contro il finanziamento comunale alle scuole materne paritarie? Forse c’entra il fatto che la Bolognina è uno dei 6 quartieri cittadini dove all’ultimo referendum hanno vinto i “No” alla riforma di Renzi? Forse il PD, per recuperare un po’ di elettori che hanno votato “No”, ha deciso di pescarli non alla propria sinistra ma a destra? Ara dice che «c’è stato un cambio di atteggiamento dei cittadini, anche quelli di centrosinistra hanno cominciato a vedere l’XM24 più come un problema». Piuttosto, a giudicare dalle scelte di Merola, sembra essere il PD ad aver «cambiato atteggiamento», proponendo ai suoi «cittadini di centrosinistra» soluzioni degne della destra più becera.

2) Nello scambio venivano citati anche gli altri tre centri sociali storici di Bologna: VAG61 (convenzione scaduta a fine luglio), TPO (in scadenza quest’estate) e Crash (minacciato di sgombero questa primavera).

Ricordiamo che mercoledì 8 febbraio, alle ore 20.30, si terrà all’XM24 un’assemblea pubblica cittadina «contro la repressione, per l’autogestione».

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119 commenti su “La svolta della Bolognina 2.0 | Il PD realizza il programma di Salvini.

  1. Ragazzi, abito alla Bolognina da anni. Il mio retroterra è la Barca, non certo un quartiere per fighetti.
    Questo zona ha bisogno di essere ripulita. Ho più volte scritto e discusso con le cosiddette autorità perchè si muovessero in questo senso. Qualcosa stanno facendo. Ma è ancora molto poco. La gente è stremata e odia il PD in quanto espressione di governo, come non mai.Se andate a vedere il voto sul Referendum costituzionale , vedrete che la Bolognina è l’unico quariere della città in cui hanno prevalso i NO (evviva!).
    Riguardo all’XM24: a mio parere non porta nulla di nulla al quartiere tranne che il mercato contadino. A livello culturale sfiora lo zero. Manifestazioni di notte al grido assolutamente condivisibile di “lavoro-casa-dignità!” mi dovete spiegare come possa scalfire la realtà delle cose. Alternativi di sto cazzo, mezzi tossici e rompicoglioni con il cane al seguito, figure antistotiche, se ne faranno una Ragione. In compenso le telecamere che immortalano sette sfigati che mi spaccano il lunotto della macchina, quello sì che intacca il mio di portafogli.
    Ritengo che questo quartiere soffra di una politica ignobile che ha fatto sì che ci sia una percentuale di negozi gestiti da stranieri, una percentuale di stranieri unica in città, cosicchè possiamo ammirare una quantità di burka allucinante, di delinquenza spiccia che ovviamente non si può nascondere sotto al tappetto. Ma neanche lottare per tenerla tutta per noi. Che lì abitiamo, viviamo e vediamo coi nostri occhi che cloaca a cielo aperto è diventato un quartiere anche bello come potrebbe essere la Bolognina. Se l’XM24 andasse in Castiglione o in Santo Stefano non griderei allo scandalo, ad esempio.
    Non credo si debba gridare allo scandalo se chi ha comprato casa come me (che per inciso finirò di pagarla a 69 anni-sessantanove) la vedrà un pelo rivalutata, ammesso sia vero.
    Con sincero affetto.
    G.Luca

    • Il discorso di @gluca è molto riduttivo, comunque forse può tornare utile per chiarire quanto siano insensati alcuni luoghi comuni.
      Il primo è che se speri che allontanando un centro sociale smettano di spaccarti il lunotto sei molto fuori strada: io vivo a Torino, vicino a dove fino a 3 anni fa circa stava il CSOA Gabrio, che poi si è spostato altrove di sua volontà, e nel mio palazzo a lamentarsi che da allora sono aumentati gli scippi sono le signore che ne dicevano peste e corna e ancora li chiamano “i squatter”. Che poi non ci vuol molto a capire che se vuoi spaccare un lunotto o rubare un portafogli una strada vuota ti fa più comodo di una frequentata.
      Quanto al valore delle case, se pensi che la sua variazione dipenda prinicipalmente da fattori oggettivi sei di parecchio fuori strada. Io sto cercando una casa, e ai miei dubbi sulla valutazione del mio alloggio l’agente immobiliare che l’ha fatta ha risposto spiegandomi che il prezzo dipende al 99% da quante case di quel tipo (che vuol dire sostanzialmente numero di stanze) sono in vendita in quella zona, dove la zona è un’area da almeno 20-30 mila abitanti e distanze oltre il chilometro. Sopra il centro sociale o un chilometro più in là è uguale.

    • Anch’io vivo in Bolognina.

      Anch’io sono un abitante della Bolognina che ha votato NO al referendum.

      Conosco tantissimi abitanti della Bolognina che come me hanno votato NO. Anzi, che abbiano votato SI non ne conosco proprio.
      (A proposito, nel post c’è scritto chiaro e tondo, che alla Bolognina ha vinto il no).

      Ebbene, né io né le persone che conosco la pensiamo come te.

      Molti abitanti della Bolognina non condividono una virgola di quel che scrivi su quali siano i veri nemici del quartiere.

      A certi abitanti del quartiere – aizzati da una campagna-stampa del Carlino che dura incessante da due anni e dipinge la Bolognina come il South Bronx degli anni Settanta – viene indicato UN FALSO NEMICO. Tagliando con l’accetta: il degrado. Che in alcune parti del quartiere c’è, ma non si affronta certo con la gentrification.

      Forse la parola “gentrification” non è chiara, forse non arriva, ma significa che il quartiere è sotto assalto.

      E sia chiaro: non è sotto assalto da parte degli spacciatori, né tanto meno degli immigrati.

      Gli spacciatori? Ci sono in tutti i quartieri di tutte le città. Ci sono anche nei palazzi del potere bolognese. In Bolognina sono in una via precisa, e la militarizzazione non ha fatto loro un baffo. La camionetta dei militari che fa la ronda passa più volte, tutte le notti, accanto al capannello dello spaccio, come se niente fosse. Questo perché la militarizzazione non serve contro la delinquenza, ma ha tutt’altri scopi. Scopi cosmetici e politici.

      Gli immigrati? Sono la vera ricchezza del quartiere. Anche se nessuno lo ammette, è grazie a loro se al Navile si trovano ancora case a prezzi accessibili. Io sono felicissimo di vivere nel quartiere più multietnico della città, mia figlia non fa alcuna distinzione tra amiche “italiane” e “non-italiane”, i cinesi hanno salvato dalla chiusura molti bar e botteghe, i negozi dei bangladesi sono fari nella notte, presidii in zone che altrimenti sarebbero inghiottite dal buio. I gruppi di migranti in giro la sera, le famiglie di migranti nei giardini pubblici hanno rivitalizzato luoghi del quartiere che altrimenti sarebbero deserti. Perché deserti? Perché mentre molti italiani hanno la tendenza a star chiusi in casa a rincoglionirsi davanti ai talk-show che spargono odio contro i migranti, i migranti il quartiere lo vivono davvero. E io, da abitante del quartiere, sono loro grato.

      No, il quartiere non è minacciato da spacciatori e immigrati. Il quartiere è sotto attacco da parte di chi non vuole più un quartiere popolare a due passi dal centro, quindi in una zona molto appetibile per speculazioni. Si è deciso che in questa zona a due passi dal centro, i poveri, i proletari, i ceti meno abbienti sono d’impiccio. Quindi li si esaspera, li si mette gli uni contro gli altri. E mentre una parte di abitanti della Bolognina attacca l’altra parte, la ristrutturazione passa, e piallerà tutto. Anche chi oggi pensa di essere tra i salvati, sarà tra i sommersi. Prima ti spingono a prendertela con gli immigrati, poi fanno fuori anche te. Perché i ceti popolari devono andare a vivere più lontano. Qui si fa il salotto: palazzi faraonici per i dirigenti del Comune, appartamenti per ricchi, alberghi per ricchi.

      (Chiaramente, faranno più che altro un disastro, costruiranno catafalchi che resteranno incompiuti o invenduti/sfitti. Ma intanto avranno distrutto la specificità del quartiere.)

      Il quartiere è sotto attacco da parte dei palazzinari, da parte dei cementificatori, e lungo il suo bordo esterno da parte di “grandi opere” che porteranno sempre più smog e sempre meno vivibilità.

      Lo sai che nelle ultime settimane lo smog a Bologna ha sforato ogni limite e a un certo punto era più avvelenata di Pechino? Viviamo in una camera a gas. È visto come un problema politico grave? No, anzi: si getta più asfalto, si allargano A14 e tangenziale, si continua a investire senza remore sul trasporto privato. Ci fanno morire di cancro, ma almeno crepiamo contenti di odiare gli immigrati e l’XM24.

      Sì, perché non è un problema politico lo smog, non è un problema politico lo stupro continuato del territorio… ma è un problema politico l’XM24. Il cui rapporto col quartiere forse non sarà sempre stato tutto rose e fiori, ma negare che nel quartiere sia inserito a pieno titolo, che sia parte della storia della Bolognina, che molti abitanti partecipino alle sue iniziative, negare tutto questo è disonesto.

      Se passa la gentrification, è una trappola per tutti. XM24 è l’ultimo ostacolo alla gentrification di via Fioravanti. Quella che solo qualche anno fa era una delle vie più vivaci e interessanti di Bologna, oggi è triste e omologata e in preda al DEGRADO.
      Sì, il degrado di una sede del Comune orrenda, magniloquente, costosissima, di retroguardia dal punto di vista dei consumi energetici, con anche problemi di insalubrità.
      Il degrado dell’aver cacciato 82 famiglie con bambini per fare un hotel di catena rivolto a studenti danarosi e fighetti che passano e vanno e a Bologna e al quartiere non lasciano nulla.
      Il degrado di una stazione Alta Velocità che è costata ben 530 milioni e adesso gli stessi vertici delle Ferrovie ammettono che è stato un investimento dissennato, perché la struttura è sottoutilizzata, non appetibile commercialmente, piena di magagne di progettazione. E, aggiungo io, tristissima.

      QUESTO è il degrado. QUESTI sono i problemi. Quando la gentrification spegnerà la vita reale nel quartiere, quando il “decoro” a caro prezzo spazzerà via dalla Bolognina chi non potrà più permettersi di viverci, chissà se i sommersi si pentiranno di avere ascoltato le sirene della finta “emergenza”, di essere caduti nella trappola, di essersi lasciati additare i falsi nemici.

      Per adesso, sembra più importante prendersela con l’XM24.

      • “Quando la gentrification spegnerà la vita reale nel quartiere, quando il “decoro” a caro prezzo spazzerà via dalla Bolognina chi non potrà più permettersi di viverci, chissà se i sommersi si pentiranno di avere ascoltato le sirene della finta “emergenza”, di essere caduti nella trappola, di essersi lasciati additare i falsi nemici.”

        Condivido in toto. Senza dimenticare l’effetto AirBnB che dà una bella spinta alla gentrificazione:

        https://www.theguardian.com/cities/2016/oct/06/the-airbnb-effect-amsterdam-fairbnb-property-prices-communities

        forse non succederà a Bologna, purtroppo non ho gli elementi per saperlo, ma a Parigi c’è gente che è costretta a lasciare la propria casa un giorno alla settimana a degli sconosciuti, pur di potersi permettere di pagare l’affitto o il mutuo:
        (e conosco chi l’ha fatto per Expo o salone del Mobile a Milano…)

        http://www.lemonde.fr/m-moi/article/2015/02/20/proprietaires-les-autres-nomades-d-airbnb_4580832_4497945.html?xtmc=airbnb_paris&xtcr=124

        Le parole di Paola Bonora citate nel post vanno in questa direzione: l’abitare come un bene deperible, da far fruttare sotto tutti i punti di vista. Non ci devono essere ostacoli al profitto.
        La miopia di @gluca, l’errore di focus, mettere nel calderone il tizio che ti spacca il lunotto, la ragazza velata, gli stranieri, i tossici, i centri sociali, i concerti punk, i punkabbestia coi cani che fan la cacca…. un bel minestrone di “degrado” che trasforma in problema tutto quello che non è liofilizzato, premasticato e rivenduto sotto forma di baretti e ristorantini formattati con il marchio “quartiere giovane e dinamico”. A vederci bene, in realtà, trasforma in problema tutto quello che si oppone all’appiattimento al profitto. E non ti guarda negli occhi ma nel portafogli. Questa, come ribadito da Wu Ming 1 qui sopra, è la gentrification. E nulla più. Ora chiederei a @gluca se è davvero cosi’ che vuole il suo quartiere.

        • Francamente è liofilizzato e premasticato pure il fatto che o c’è il degrado come da te descritto, o i baretti fighetti.
          Meno degrado è brutto-brutto? E se apre un bar come in via Serra che facciamo, manifestiamo contro le multinazionali dell’alcool?
          Perdonatemi ma davvero evidentemente faccio fatica a spiegarmi.

          Continuo a non comprendere perchè la Bolognina DEVE essere quello che è adesso senza se e senza ma? Volete che lo dico? Sono contro sta cazzo di gentifricazione! Ma il quartiere così com’è è una cloaca. Se la soluzione non è cacciare il centro sociale va benissimo. SONO D’ACCORDO CON VOI! Come ero contrario all’azione violenta alla Telecom di cui parlate. Ma, per cortesia, fatemi capire se la Bolognina oggi è un bel posto dove vivere, così ampliamo il discorso e tra cinque anni saremo tutti a festeggiare il ventennale dell’XM24. Ossia se “la colpa” non è del centro sociale, nè del burqa, nè delle cacche, nè degli scippi e le violenze, nè dei magrebini.
          Perchè mi pare, lo ripeto, che evidentemente va bene così. E quello che è fuori luogo, anzi “fuori tempo” sono io che nell’interpretazione di questo articolo e dei commenti, non cedo al nuovo, al cambiamento. In altre parole che che non ho capito nulla e sono in balìa di Salvini la Le Pen e miei presunti timori.

          • “Continuo a non comprendere perchè la Bolognina DEVE essere quello che è adesso senza se e senza ma?”
            E io continuo a non comprendere perché tiri in ballo questa cosa che nessuno qui ha detto.

          • @gluca: nessuno qui ha detto che se qualcuno viene scippato oppure delle macchine vengono danneggiate va bene, siamo contenti cosi’. Purtroppo non conosco la Bolognina, non ho mai messo (ahimé) piede a Bologna, ma riconosco la descrizione di fenomeni che ho visto per esempio a Milano (quartiere Isola) o in altre città dove ho vissuto (a Tolosa si promette una nuova stazione del TGV, tanto per fare paragoni).

            Quello che volevo sottolineare è che bisogna capire chi parla di degrado, cosa mette nel calderone, quali sono i suoi obiettivi e qual è la sua visione della città. Dietro alle parole di facciata, qual è l’obiettivo. Al di là delle specificità della Bolognina.

            É ovvio che se uso un’iperbole, un’iperbole resterà, la dicotomia bar fighetto / centro sociale era una figura retorica. Ma il problema della gentrificazione come motore centrifugo delle classi popolari esiste, mi pare che dici di essere d’accordo su questo.
            Volevo sottolineare un problema ulteriore. Quello che dicono i due articoli linkati è che anche le classi più abbienti dovranno fare fronte un giorno ai problemi della gentrificazione, sotto la spinta di una visione dell’abitare che è speculativa. Forse vale la pena rendersene conto adesso, smascherando il discorso del degrado.

      • Anch’io vivo alla Bolognina e anch’io ho votato No al referendum. Sono credenziali sufficienti per intervenire al dibattito e per essere annoverata tra i “molti abitanti della Bolognina”?
        Se così fosse, vorrei anch’io offrire il mio contributo di vita alla Bolognina.
        L’XM 24 non costituisce di per sé il degrado, l’XM 24 è uno dei motivi per cui in molti sdegnano il trasferimento alla Bolognina. Perché? Ditemelo voi che sapete tutto! Io posso rispondere, per me, che l’XM 24 non apporta niente di interessante. Ho partecipato a uno dei loro incontri, piena di aspettative e di entusiasmo, prima che fosse approvato il tristissimo progetto della Trilogia Navile. Mi sono trovata davanti a un gruppetto di cinque o sei ragazzi che non sapevano che cosa dire. Questo è il nostro polo culturale? Penso che si possa fare di meglio. Anzi, ne sono certa.
        Gli extracomunitari sono il nostro arricchimento? E in che modo, di grazia? Lo sono quando, come gli italiani, consolidano la loro cultura, acquisiscono competenze e le mettono al servizio degli altri. Dove accade ciò? Leggo che è un arricchimento il negozio dei pakistani, veri fari illuminanti. Ecco, io conosco bene questi locali, io ho visto ratti alti quanto cocker aggirarsi davanti ai loro esercizi, raspare tra la spazzatura, perennemente dimenticata fuori dai cassonetti e aggirarsi tra i negozi (a proposito, auguro una salute di ferro a tutti coloro che addentano i broccoli del pakistano -novello pizzicagnolo dei nostri tempi – e che rischiano di addentare anche le zampettate dei simpatici animaletti e i loro souvenir). Sarebbe auspicabile un corso accelerato di Raccolta differenziata e di avviamento al Riciclo. Ci pensa l’XM24?
        Il nostro quartiere, polo di cultura, mi par di capire, (vivaddio, non me n’ero accorta!) è così rispettoso delle culture altrui che permette la mortificazione di alcune donne, costrette a nascondere il loro volto dietro a un velo (errata corrige: nascondono corpo e volto sotto un burqa). Donne che impongono il miniburqa alle loro creature. Bimbe di sei anni, vestite come delle suorine. L’XM 24 potrebbe confrontarsi con queste donne e offrire loro gli strumenti culturali e linguistici per affrontare dignitosamente l’unica vita di cui dispongono? Sarebbe encomiabile, non trovi?
        Quanti di questi stranieri parlano la nostra lingua? Quanti di loro sentono vivo il desiderio di integrarsi?
        La prima volta che venni alla Bolognina era per visitare un internet point e alla mia richiesta al titolare di spegnere la sigaretta, mi fu risposto che lì (ora qui) le leggi italiane non avevano valore perché lì (cioè qui) non siamo in Italia, ma in Cina.
        Straniera in terra straniera. Così mi sento, il diverso esiglio, il mio e quello di costoro.
        Vengo da una città che ha già vissuto la ghettizzazione degli extracomunitari e anni dopo tale scelta si è rivelata miope e socialmente dannosa. Perché, chiedo, agli extracomunitari non sono offerti alloggi a Santo Stefano o nel quartiere Saragozza? Non sarebbe politicamente accettabile?
        Perché l’XM 24, dopo aver offerto i suoi servigi di cultura a noi, non si sposta verso altri lidi, garantendo anche ad altri lo stesso privilegio di cui abbiamo goduto per anni?
        Ho letto di una Casa della Letteratura su un quotidiano locale. Ad averne! Invitiamo l’XM 24 a spostarsi e chiediamo al Comune di regalarci questa Casa della Cultura. Chiediamo al Comune di Bologna di distribuire le immigrazioni su tutto il territorio cittadino.
        Saluti

        • L’XM24 è stato anche il motivo per cui diverse persone sono (state?) felici di vivere in Bolognina, cmq.
          Ma a parte questo, mi colpisce che si risponda come automi all’emergenza calata dall’alto. Merola dice che l’XM24 è un problema, e giù a elencare le proprie esperienze negative con XM24 (antistorici, mezzitossici…), però anche quelle *non positive* fanno brodo:
          «Mi sono trovata davanti a un gruppetto di cinque o sei ragazzi che non sapevano che cosa dire»
          «Riguardo all’XM24: a mio parere non porta nulla di nulla al quartiere tranne che il mercato contadino. A livello culturale sfiora lo zero.»
          « Forse si poteva pensare meglio ad un modo per fare dell’XM24 qualcosa di importante per tutti anche i lettori del Carlino.»

          E naturalmente: tutti sono critici da sinistra di Merola, tutti sono antirazzisti DOCG. Eh già. Mai esserlo quando bisogna mettersi di traverso, vero?, mai beccarsi l’inimicizia del capocondominio. Certo, sarà più bello sentirsi aperti al mondo con gli studenti ricchi negli alberghi di catena, almeno fino a quando non sarete voi, il degrado.

          Sugli stereotipi razzisti di cui è pieno il post qui sopra poi vabbè, ci sarebbe da scriverci una tesi.

        • Per quanto riguarda l’XM24, il rapporto delle attività si può leggere qui.

          Dopodiché (anzi, alpostodiché) si può pure negare l’evidenza, parlare di ciò che non si conosce ecc.

          Si può addirittura stabilire un collegamento assurdo tra presenza dell’XM24 e ghettizzazione dei migranti, quando l’XM24 è una delle realtà che più ha combattuto tale ghettizzazione, con la scuola di italiano per migranti, lo sportello medico-giuridico per migranti “Mederì” e altre iniziative.

          Da Xm24 sono partite denunce contro la ghettizzazione che sono arrivate anche in Parlamento, come quella su un bimbo migrante respinto da scuola. Dopo la presa d’iniziativa di XM24, l’Ufficio Scolastico Provinciale ha avviato un protocollo per l’accoglienza scolastica dei bambini “neo-ricongiunti”.

          Già, ma tutto questo non conta. Sono solo fatti, dati di realtà. Molto più consolatorio imbozzolarsi nei propri pregiudizi.

          • Evidentemente mi sono espressa male. Provvedo a correggermi.
            Non ho segnalato un legame tra l’XM 24 e la ghettizzazione.
            Ho segnalato alcune criticità presenti in questo territorio e ho invitato l’XM 24 a fornire il suo prezioso contributo poco più in là, in quartieri che non hanno assaporato la loro attività.
            Non è forse giusto, condividere ricchezza e cultura?
            Perché tanti ricongiungimenti qui e così pochi nel quartiere di Santo Stefano?

            Devo purtroppo constatare che la qualità degli insegnamenti dei volontari di XM24 non è direttamente proporzionale ai risultati ottenuti, dal momento che molti sanno appena comprendere le richieste più banali e le informazioni legate alle prime necessità. E da qui si evince che Lei e io non condividiamo le nostre frequentazioni. Gli extracomunitari con cui mi confronto io sanno appena salutare, quelli di Sua conoscenza conoscono quattro lingue!
            Perbacco, frequentiamo davvero mondi diversi!

            P.S I ratti grandi come cocker sono democratici, vanno dove c’è sporco, altro che pregiudizi….

            • Nel centro di Bologna di centri sociali ce n’erano svariati. Fornivano servizi, facevano cultura. Merola li ha sgomberati. Due nomi su tutti: Bartleby e Atlantide.

              Nel quartiere S. Stefano ce n’è ancora uno, di centro sociale. Si chiama Làbas, ed è minacciato di sgombero perché quell’immobile, la caserma Masini, deve essere venduto dalla Cassa Depositi e Prestiti così qualcuno potrà farci… boh, il solito centro commerciale?

              Quanto alle lingue parlate dai migranti, ogni senegalese che incontra per la strada parla francese, wolof, inglese e italiano. Francese e wolof perfettamente, l’inglese come lingua franca, l’italiano più o meno bene, ma sicuramente meglio di come l’italiano medio parla francese, inglese e wolof.

              Se ha visto topi in un negozio chiami i NAS o l’ufficio igiene. Io, fortunello, vivo in Bolognina da cinque anni, entro frequentemente in negozi di migranti e non mi è ancora capitato di vedere un topo, men che meno grande come un cocker.

      • «Gli immigrati? Sono la vera ricchezza del quartiere….E io, da abitante del quartiere, sono loro grato» scusami se te lo dico così schiettamente ma credo che ragionamenti come questo porteranno tua figlia a farla prima o poi una distinzione fra italiani e non-italiani. Porla in questi termini mi sembra riduttivo verso l’enorme eterogeneità che si cela dietro la parola-valigia “immigrati” e funzionale a contrapporre alla dicotomia cara alle destre xenofobe, autoctoni-buoni VS allogeni-cattivi, un’altra specularmente opposta; credo che i non-luoghi siano vissuti principalmente da immigrati per ragioni pratiche fra cui la precarietà delle condizioni abitative di molti stranieri che sono, dunque, “costretti” a vivere gli spazi esterni. Se avessero una villetta a San Luca girerebbero con il suv pure loro e manderebbero i figli a fare l’Università proprio per evitare che debbano aprire un negozietto di alimentari in periferia. Inoltre, non credo siano solo gli stranieri a tentare di recuperare le attività sull’orlo del fallimento come non credo che solamente gli italiani si rincoglioniscano di fronte alla tv. Ho vissuto in Bolognina per un anno e percepivo un senso di insicurezza anche fra molti stranieri (soprattutto donne) a girare la sera in certi luoghi malfamati frequentati, aimè, da gruppi di soggetti “poco raccomandabili” oltre a percepire una ricchezza più “variegata” di quel che si crede.

        • Al posto de «gli immigrati» metti «la diversità culturale che c’è nel quartiere», e forse la mia figura retorica sarà più chiara e ti sembrerà meno strana. Io poi ho parlato dei parchi, che quando sono vissuti non sono degradati. Solo se non vengono vissuti lo diventano. Quanto al “malfamati”, significa “che hanno cattiva fama”. Non sempre quella cattiva fama è meritata, dipende da chi la alimenta e perché.

  2. Mi pare che il commento di gluca sia un bell’esempio dell’ideologia destra. La zona ha bisogno di essere “ripulita”, una scelta di vocabolario che fa trasparire una visione dei meno abbienti come spazzatura, roba sporca; per i partecipanti dell’XM24 accuse di essere «mezzi tossici», nel pieno dello stereotipo borghese del “ragazzo da centro sociale”; che ci siano tanti stranieri è un problema politico, e i burqa (che sono troppi) vengono accostati nella stessa frase con la criminalità.

    Mi dispiace per il lunotto della macchina e per la casa che non si rivaluta; mi piacerebbe ci fosse verso sentire dispiacere anche per chi una casa non ce l’ha, e magari anche rabbia verso le politiche e i meccanismi economici che generano questo problema. Le persone che manifestano questa rabbia la sentono, secondo me, ma nel commento non c’è spirito di condivisione verso la loro lotta, soltanto fastidio: gratta gratta, nella mentalità di destra lo status quo è dato come irremovibile e non criticabile.

    • Commento Destro. Bene e così pure io sono diventato leghista. Ottimo.
      Per inciso: detesto Merola, il PD e le politiche attuate in città. Tra le qualio quelle che Hanno permesse alla Bolognina di diventare un ghetto. Non condivido il passante nè le politiche sul traffico Smog. Vi ho convinto che non state discutendo con un mostro verde dall’accento bergamasco?
      Sempre per mostrare la patente, sennò verrei attaccato: ho amici tunisini e albanesi che vengono regolarmente a casa mia a guardare il Bologna o a cena.OK? Quanti che mettono questi bei commenti internazionalisti possono dire altrettanto? Tutti? Complimentoni!
      Purtroppo non è un problema di ideologia destra o sinistra. È una questione un pelo più complessa. Che riguarda il rispetto, il convivere tanto per cominciare. Ed è bidirezionale, soprattutto. Ossia tu rispetti me ed io rispetto te.
      Se il problema della Bolognina è l’XM24 che deve rimanere sennò ci manca la cultura, cosa volete che vi dica? Che resti dov’è. Evidentemente questo è il migliore dei mondi possibili. Evviva.
      Anche a me come a WM piace andare nei parchi. Se gli italiani non ci vanno più ci sarà un motivo certamente legato alla fanfara mediatica, ma non solo. Andateci. E guardate.
      Siete sicuri che questo sia arricchimento? O è imbarbarimento? Non saprei. O meglio lo so e credo che sia legato alla necessità che ha il Capitale di abbattere i diritti degli autoctoni importanto masse ignoranti e disposte a lavorare per quattro soldi. Ma tantìè, guai a fare discorsi che difendano gli italiani, sei un fascio antistrorico! Ma ero al G8? Cazzate! Da giovani è più facile fare il comunista…
      L’empatia che è vero che dal mio primo commentocommento non emerge e che invece ho da vendere, la mia storia parla per me (non mi pare il luogo in cui narrarla), lascia spazio alla rabbia. Inascoltata da tutte le parti. Gli ultimi devono stare tutti alla Bolognina? Rispondetemi su questo? Perché la Barca è migliorata e qui non è possibile ripulire? (brutto verbo vero? Bello che il negozio 99 centesimi di via Matteotti sia stato costretto a cedere ai fruttivendoli pakistani che lo pestavano? Please cercate i video in rete…)
      E comunque avrei un sacco di cose da dire. Perché le vivo sulla mia pelle ogni giorno. Ogni giorno. Vi piace il burla? Ac-co-mo-da-te-vi.
      Probabilmente non sono io che mi sono allontanato dalla sinistra (non quella dei partiti); detto questo vi continuerò a leggere con interesse e rispetto. Nonostante non la vediamo più allo stesso modo.
      A iniziare dalla gerentificazione. Che è giusto che voi, da intellettuali evidenziate. Ma che è l’ultimo dei problemi per chi come mia sorella, pensionata, viene scippata una volta al mese.
      Sarebbe un problema se venissero magnati russi o arabi a comprare tutto a quelsiasi prezzo come è capitato a Londra, e allora lo capirei. Ma qui ragazzi, è tutta un’altra storia.
      Con affetto.
      G.Luca

      • «la necessità che ha il Capitale di abbattere i diritti degli autoctoni importanto masse ignoranti e disposte a lavorare per quattro soldi.»

        Riguardo all’ignoranza, i migranti che conosco parlano minimo quattro lingue, e parlano l’italiano meglio di molti bolognesi. Alcuni sono superqualificati rispetto al lavoro che fanno in Italia. Sono laureati, dottorati e quant’altro.

        Riguardo al lavorare per quattro soldi, lo fanno milioni e milioni di precari italiani, anzi, italianissimi. Quanti si ribellano? Quanti lottano?

        Riguardo all’«abbattere i diritti degli autoctoni», io so che, ad esempio, nella logistica le lotte dei lavoratori migranti hanno ottenuto conquiste per tutti, anche per gli “autoctoni”. Perché i piani del capitale, l’ultima volta che ho controllato, si contrastavano lottando insieme contro i padroni, non accettando acriticamente il piano della guerra tra poveri.

        Riguardo agli intellettuali che “non frequentano migranti”: nella scuola e nella classe di mia figlia ci sono bambini pakistani, nordafricani, centrafricani, russi, rumeni, sudamericani. E, come dicevo, a mia figlia di queste differenze non fotte assolutamente nulla. Non si è nemmeno mai posta la questione.

        Sulla gentrification che è un problema “da intellettuali”: la gentrification espelle i ceti popolari da un quartiere. Essere scippati è certamente un’esperienza sgradevole e a volte drammatica. Perdere la casa però è peggio, e in città già adesso – vedi la ricerca linkata nel post – ci sono moooolti più sfrattati che scippati.

        Sul fatto che il problema della Bolognina non è l’XM24: ehi, sei tu ad aver accettato il piano del discorso imposto da Merola. A rifiutarlo, a dire che il problema del quartiere non è il centro sociale, siamo noi.

        Resta comunque da capire che cazzo c’entri l’XM24 con gli stronzi che hanno scippato tua sorella. Mah.

        • Evidentemente mi sono spiegato male: non è che essendo voi WM degli intellettuali (cos’è diventata un’offesa?) fate dei discorsi astratti o che “vivete sulla luna”. Semplicemente date un’orizzonte più ampio alle vostre analisi, com’è giusto che sia. I problemi quotidiani che devono vivere i delle priorità nelle vostre analisi. Tutto qui.
          Sono contrario alla cementifiocazione e trovo la collocazione della caserma più comne una trovata elettorale.
          Ma se l’XM24 (che per inciso ho anche frequentato) va bene e sta lì da 15 anni, allora siamo nel Bengodi, e Bologna è ancora una città accogliente e aperta.. Di Cosa vogliamo lamentarci?
          Il mondo sta cambiando velocissimamente ma evidentemente non ho capito dove sta andando e colgo solo burqa, lavoro sottopagato e delinquenza.

          • Sinceramente, non colgo il nesso logico tra il dire che l’XM24 merita di restare nel posto che tiene aperto e fa vivere da 15 anni e il concludere che siamo nel paese di Bengodi. Anzi, a dipingere la Bolognina futura come un Bengodi è chi vuole gentrificarla e quindi vuole cacciare l’XM24.

          • L’orizzonte dell’analisi potrà pure essere ampio ma riguarda dinamiche molto specifiche. Parliamo di un quartiere di Bologna, poi di una particolare via di quel quartiere, e anche di un particolare edificio di quella via, se vogliamo. E l’orizzonte che dipingiamo è tutto fuorché roseo.
            Se si decide che il modo di attaccare i problemi della Bolognina è togliere di mezzo una realtà autogestita, che nel bene e nel male (e sottolineo anche “nel male”) vive lì da tre lustri, si tratta di una scelta politica ben precisa. Noi affermiamo che tale scelta risponde a esigenze affaristiche ed elettoralistiche. Bisogna “ripulire” il quartiere e gentrificarlo. XM24 è parte del repulisti che si vuole fare. Non c’è alcun bisogno di simpatizzare per XM24, tanto meno per i centri sociali in generale, per rendersi conto che si tratta di un’operazione lercia e spudorata come se ne sono viste poche in città. Sta poi alla coscienza del singolo scegliere se rendersene complice, stare a guardare, o cercare di contrastarla.

  3. Ma se uno si batte per promuovere l’integrazione non sarebbe il caso di provare ad integrarsi meglio anche con il vicinato, che magari in Bolognina non è il solito ceto medio bergamasco con la felpa? Pagare le bolette a fronte di un canone già abbastanza generoso (i giornali parlavano già a novembre di 4000 euro di arretrati, vero o falso?), posticipare la lotta alla lobby dei poteri forti (© Dibba) ragionando sul fatto che l’XM24 stava ancora in piedi anche grazie al valore artistico delle opere di Blu. Cavolo anche qui sopra avete da ridire sul nome dato alla rotonda di fronte… Insomma è scaduta la convenzione. Succede. Bologna non mi sembra ancora Varese. Capisco le buone intenzioni ma i corsi di italiano agli stranieri ormai li fanno ovunque, persino nei centri anziani. Ci sono le Cucine Popolari… Forse si poteva pensare meglio ad un modo per fare dell’XM24 qualcosa di importante per tutti anche i lettori del Carlino.

    • «Pagare le bolette a fronte di un canone già abbastanza generoso (i giornali parlavano già a novembre di 4000 euro di arretrati, vero o falso?»

      Falso. E a smentire questa bufala è stata nientemeno che quell’estremista punkabbestia dell’assessora alla cultura Gambarelli:

      http://www.radiocittafujiko.it/news/tutte-le-bugie-su-xm24

      Anche al netto della bufala, il tuo è un commento del tutto fuori fuoco: si può criticare l’XM24 senza chiudere gli occhi di fronte a un gigantesco attacco speculativo al quartiere.
      Attacco non solo alla Bolognina, ma a tutto il Navile, che è al tempo stesso il quartiere più esteso, popoloso e multietnico della città. Se non è un problema politico questo, arduo capire cosa possa esserlo. Poca roba, consolarsi dicendo che «Bologna non è ancora Varese». Anche perché quella costruzione avverbiale, «non ancora», è una bella “spia”.

      • “Attacco speculativo” mi pare un po’ forte. In Corticella stanno costruendo su suolo privato di una ex fabbricha demolita da tempo. Le case degli anni ’50 di fronte, abitate da anziani, immigrati di prima e seconda generazione spesso proprietari non credo ne avranno un danno, anzi. Dietro all’Xm24 mi pare ci fosse in progetto un contesto misto di edilizia popolare e privata, poi naufragato miseramente. Il punto è, se uno fa una scelta impegnativa come cancellare delle opere che ti salvaguardano…ne è valsa la pena? I motivi saranno mille, ma la prima cosa che ho pensato io a quel punto è stata “ciao ciao XM24”.

        • Mentre tu sei occupato a fare «ciao ciao» e a considerare «un po’ forti» le nostre frasi, sul Navile e sull’intera città si sta per abbattere una tempesta perfetta di ulteriore cementificazione, nuove colate d’asfalto, grandi opere inutili e dannose, alcune a loro volta foriere di ulteriore cementificazione, nuove colate d’asfalto ecc. Il processo è ricorsivo. Nel post qui sopra abbiamo elencato solo alcuni dei tasselli del «mosaico di incubi urbanistici» preparato da PD, LegaCoop, Autostrade, Maccaferri e altri, nel silenzio cimiteriale di una cittadinanza che invece mugugna o sbraita su cose molto, molto meno importanti e impattanti. Noi cerchiamo di fare inchiesta e informazione, altri sono liberi di ignorare questo lavoro, ma in futuro forse avranno a che pentirsene.

          Sulla questione del cancellare l’opera dipinta da Blu: quattro anni fa quell’opera contribuì a riavviare la trattativa col Comune, e per qualche tempo è stata un simbolo e una garanzia. Ma nel periodo 2013-2015 lo scenario era molto diverso. Molti progetti sul quartiere erano bloccati, la stazione AV era ancora in costruzione, la convenzione con XM24 era valida e nella via il centro sociale non era solo, perché c’era l’occupazione dell’ex-Telecom. Non era solo nemmeno nel quartiere, perché era attorniato da altre occupazioni. C’era una situazione di stallo in alto e una situazione di conflittualità sociale in basso. Non era nemmeno ancora partita la violenta campagna securitaria contro la Bolognina. Oggi, fatti un giro in via Fioravanti: è una linea che collega stazione AV – sede kolossal del Comune – cantiere dell’hotel di lusso per studenti – XM24 – Trilogia Navile. Chi è “l’intruso”? XM24 è rimasto l’ultimo ostacolo alla definitiva gentrification della via. Davvero pensi che lo sgomberino perché hanno cancellato i murales?

          • Io penso che in una qualsiasi altra città paragonabile in grandezza a Bologna l’XM24 non sarebbe durato un mese in quella posizione. E credo che la cittadinanza, che dipingi come “sommersa in un silenzio cimiteriale” e che “invece mugugna o sbraita su cose molto, molto meno importanti e impattanti” molto semplicememente non abbia mai avuto troppa simpatia per le occupazioni come quella dell’ex-Telecom o quella di via Irnerio (durata qualcosa come tre anni?). Se alla gentrificazione opponi l’occupazione diffusa chi vince? Così a occhio direi la prima. Poi potremmo aprire un dibattito su cosa sia la “gentrification”, tipo a San Francisco e cosa a Bologna…ma non credo interessi a nessuno.

            • «Poi potremmo aprire un dibattito su cosa sia la “gentrification”, tipo a San Francisco e cosa a Bologna…ma non credo interessi a nessuno.»

              Troppo tardi, già aperto. E mica da oggi.

            • «Io penso che in una qualsiasi altra città paragonabile in grandezza a Bologna l’XM24 non sarebbe durato un mese in quella posizione.»

              So di posti in convenzione che durano anche da più tempo. Anche tu però ammetti che il punto è «in quella posizione». Non se ne devono andare da lì per tutte le motivazioni pretestuose che gonfiano il blah blah blah da settimane. No, se ne devono andare perché fa gola quella posizione. Lo sappiamo tutti e lo sanno tutti. Chi parla d’altro sta ciurlando nel manico.

    • “Cavolo anche qui sopra avete da ridire sul nome dato alla rotonda di fronte…”

      Beh, diciamolo, la rotonda con erba spelacchiata è triste assai e come tributo commemorativo a una figura quale A. Langer, non è proprio il massimo ;-)

      • D’accordo ma cogliere il buono mai? L’avessero intitolata a Gianni Agnelli era meglio? Macchine=Fiat, era più coerente?

        • Senz’altro più coeerente. Quale sia poi il “buono”, resta da capire. Più che un omaggio a Langer, è un oltraggio a quel che pensava e alle sue lotte.

  4. “Ragazzi, abito alla Bolognina da anni. Il mio retroterra è la capitale, non certo un quartiere per fighetti.”
    A gluca, plagiandone l’incipit.

    Piace l’idea di “ripulire”, gluca. Ogni volta che metto piede dentro XM24 lo faccio, entro e fuori. E’ incredibile peraltro come abbiano maggior corso le cattive monete – le bufale, sempre peggio riportate: 4000 euro? – che quelle buone delle molte attività lì svolte. Tanto più che tutti i laboratori sono aperti, l’assemblea di XM24 è aperta, le questioni gestionali sono politicamente collettive. Ovvio: se uno si limita a casa propria, alla propria auto o al più ai “burka”, se uno non vuole lavorare per la comunità, non capirà molto.

    Apprezzabile il ribellismo soffocato nella dizione “cosiddette autorità”. Forse ne cerchi una realmente forte. Forse vorresti essere padrone di te stesso. La gente era stremata anche nel ’77: di fronte ad un’altra recessione sindacato e PCI parlarono di “sacrifici”. Oggi quella retorica, assurta a tecnica globale e detta “austerity”, significa impoverimento per le politiche di guerra (sempre in corso), di grandi opere, di definitive privatizzazioni coniugata all’impossibilità di criticare il capitalista (amministrativo) di turno, perchè “porta investimenti”. Infatti, la Trilogia Navile canta di sorti meravigliose, vero gluca?

    Parlando con qualcuno dei “tossici” di XM24, scopriresti che non è un PD conforme ad ogni altra forza politica il problema. La questione è il fascismo con cui “la gente” affronta ormai senza freno ogni malessere: non è populismo; é proprio fascismo. Invariabilmente riconducendo eventuali “soluzioni finali” ad un discorso che contempla “gli immigrati”.

    Se pensi che (come XM24) non cerchiamo cultura, gluca, hai gli strumenti per criticarci. Entra, diffonditi. Partecipa alle presentazioni di libri, alle pratiche di autogestione, ai concerti, alle cene. DIbatti con noi, contro di noi. Crea spettacoli teatrali, letture. Cucina con noi. Sappi solo che non tolleriamo l’intolleranza. Di errori ne abbiamo fatti; non ultima una mancata voce chiara, un progetto di ampio respiro per il quartiere, che ad esempio opera al meglio nella Scuola di italiano con i migranti (i famosi stranieri; ma a quanto pare a breve utile anche per gli universitari italiani) che vedi ovunque, gluca. Come dire: abbiamo appena quindici anni, stiamo crescendo.

    Poi se un immaginario borghese ne trae conforto, ipotizza che dentro a darti una mano ci sia anche gente che altrove (prima) lavora. Magari “in banca”.
    Pensa, gluca. Parlereste di Autonomia e di valore degli immobili, riparando una bicicletta o impastando la calce.

    O datti all’etnografia, alla storia: scoprirari che, se italico, come noi, sei un figlio bastardo di invasioni e mescolamenti. Eri straniero, gluca. Come loro; no, non quelli nei negozi in Bolognina: ma comei nostri antenati, gli osci, i fenici, i celti, gli etruschi, i latini, gli alamanni, gli arabi..

    A Stay Puft ricordiamo che i lettori del Carlino vedrebbero foibe là dove noi vediamo degli interrati per le prove musicali. Mai voluto spaventare i moderati. Come dire, bias cognitivo…

    Un abbraccio a Varese.

  5. Scippi, risse, lunotti spaccati, facce patibolari agli angoli di strada. Brutte cose, non ci sono dubbi. Mia madre pensionata risiede in Bolognina e solitamente la scippano sull’autobus, non sotto casa. Ma è vero che le auto dei suoi vicini hanno subito danneggiamenti. Com’è vero che la stessa cosa è capitata al mio vicino, qui in centro, ad opera non già di un malintenzionato dalla pelle scura, ma di un bianchissimo ceffo suvmunito tanto scarso a fare manovra quanto rapido e filarsela senza lasciare nemmeno un biglietto di scuse (italiani brava gente). E il ristorante messicano sotto casa mia, gestito da italianissimi figuri, che dopo l’ora di cena attaccano a “pompare” musica fino alle quattro del mattino? Se fossero dei pulciosi punkettoni sarebbe meglio o peggio?

    La tragedia di certi commenti che si leggono qui – e che sono convinto rispecchino il sentire di molte persone abitanti della Bolognina e di Bologna in genere – consiste nell’identificare con l’altro da sé la radice dei guai.
    L’immagine che emerge da quei commenti è quella di una città divisa in due sulla base di un arbitrario criterio di alterità, appunto: ci sono i residenti bolognesi (o bologninesi) e i corpi estranei. Questi corpi estranei sono le persone nate in altri paesi e gli attivisti del centro sociale XM24. Poco importa che quel centro sociale esista da quindici anni. Poco importa che certi stranieri siano residenti nel quartiere da altrettanto tempo, che i loro figli vadano a scuola con i nostri e siano iscritti alle stesse società sportive, e parlino ormai con l’accento bolognese… Sono allogeni. Portatori di spaccio, burqa, e lavoro sottopagato.
    Il mondo cambia, la società si diversifica, diventa più varia, più complessa e certamente anche più difficile e contraddittoria, ma è come se niente accadesse. Ci siamo “noi” bolognesi e italiani che viviamo in un certo modo, e poi ci sono gli altri: gli allogeni e i diversi.
    Sembra incredibile, ma è quello che traspare da questi commenti. E tocca pure sentirsi dare degli intellettuali che vivono sulla luna.

    [Inciso: mi viene da ridere… io sono cresciuto a Corticella, estrema periferia nord di Bologna, ho visto l’inizio di tutto questo. Ancora anni dopo ho fatto il buttafuori nella balera del quartiere, quando il problema erano proprio i desperados magrebini che venivano a molestare le ragazze. E pensa te… la scelta risolutiva fu quella di scegliermi come collega un ragazzo magrebino che facesse da mediatore culturale].

    Quello che invece risulta facilmente comprensibile è come la classe politico-amministrativa di questi anni pretenda e riesca a tenersi a galla inseguendo proprio questa rappresentazione grottesca della società bolognese, italiana, europea, e addirittura a farne volano di buoni affari. Detto questo, il problema non è il pedigree politico personale di chi la pensa in un certo modo, chissenefrega. Il problema è l’idea di città che vogliamo. La vogliamo più sicura per noi e per i nostri figli? E chi potrebbe volere il contrario? Dunque quali sono le politiche che possono andare in questa direzione? Quelle che favoriscono le situazioni e le esperienze di convivenza o quelle che gentrificano i quartieri, fanno fare bei soldini agli speculatori edilizi, e spostano un po’ più in periferia i problemi, via via fino a espellerli, come vorrebbe Salvini?

  6. La gentrification è sempre quella degli altri. Brooklyn, Berlino, San Francisco, o per quelli che preferiscono le storie pese, una favela di Rio. Che lì i poveri sono così poveri, e così lontani, che è bello difenderli. Almeno a parole.

    Quando è sotto casa tua, beh allora non è mica gentrification. E’che c’erano le cacche di cane, è che mi hanno rotto il lunotto della macchina, è che i vicini di sotto, con i loro cibi fritti e speziati, fanno puzzare tutto il vano scale. «Poi potremmo aprire un dibattito su cosa sia la “gentrification”, tipo a San Francisco e cosa a Bologna…ma non credo interessi a nessuno.» (@stay puft)

    Non riconoscerlo come problema prossimo, come problema che ti tocca, che tocca GLuca e StayPuft e quelli che non leggono Giap ma la pensano come loro, consente di consegnarvisi senza pensare; e anzi illudendosi di averne un tornaconto.

    Se si fosse letto il passaggio di Paola Bonora con attenzione, smettendo di pensare un attimo alla cacca sotto le scarpe (quella che si pesta nei quartieri buoni, in effetti, almeno ha il pedigree), si capirebbe che la messa a reddito della città non fa ostaggi ma solo vittime; ed è un vantaggio solo per chi governa cubature e una massa di quattrini di cui le sette generazioni precedenti degli abitanti benpensanti della Bolognina, e le sette future, non hanno visto né vedranno neanche gli zeri dopo la virgola.

    Se si accettasse che quella *é* gentrificazione (o il tentativo della gentrificazione – ma il risultato, a livello di devastazione sociale, è lo stesso), si capirebbe che la privatizzazione dello spazio pubblico, in coppia, come due gendarmi, con la militarizzazione del territorio (e lo sgombero dei non allineati, come XM24), è parte della privatizzazione/eliminazione del welfare; e la privatizzazione/eliminazione del welfare è una tragedia per chi ha un reddito qualsiasi, casa e spese condomiminiali da pagare,e subisce scippi & sfighe varie.

    Quando Merola minaccia “basta con l’assistenzialismo in cambio di niente” sta parlando di voi, non (solo) di XM24. Siete pronti a dargli in cambio le vostre modeste certezze di vita? Perché è per voi che sta suonando la sua triste e poliziesca sirena. Il rullo compressore della valorizzazione capitalistica passa sulla città e sulle nostre vite, e non farà distinzioni di religione o copricapo o abbondanza nell’uso delle spezie.

    Che poi, peraltro, la maggioranza di quelle “masse ignoranti e disposte a lavorare per quattro soldi” (cit., e complimentoni!) sono qui perché quel rullo compressore è già passato sul loro paese, città, quartiere o villaggio. I rohingya, in Myanmar, sono espulsi dal loro paese per una versione della gentrificazione, la valorizzazione turistica voluta dai militari (con il tacito-tacere di Aung San Suu Kyi, alla memoria del cui nobel alla pace potremmo dedicare un piccolo svincolo). Ma voi illudetevi, dai. Via XM, via un po’ di masse ignoranti. Non stupitevi quando non riuscirete più a pagare le spese condominali. No, non faremo la sottoscrizione popolare.

    • “Quando è sotto casa tua, beh allora non è mica gentrification” Guarda che gentrificazione è quando arrivano i colletti bianchi che lavorano a Google e Apple e i prezzi degli affitti salgono talmente tanto che sei costretto a scappare. Quando chiudono le lavanderie a gettoni perchè tanto c’è una app sullo smartphone che ti fa ordinare il ritiro e consegna a casa e allora va bene così. Sto parlando di San Francisco. A Bologna e in Bolognina sta accadendo qualcosa di simile? No. Anzi è pieno di esempi di giovani e immigrati che aprono attività in locali lasciati sfitti da attività precedenti. Quindi non proprio l’arrivo delle multinazionali. Non vorrei che si considerasse come gentrificazione lo sgombero dell’ex-Telecom. Un immobile privato viene venduto ad un altro soggetto privato. La Bolognina arriva fino a via Stalingrado eh…

      In quanto al buttarla sulla solita contrapposizione tra bolognesi contro stranieri non mi pare proprio il caso.

      • “In quanto al buttarla sulla solita contrapposizione tra bolognesi contro stranieri non mi pare proprio il caso.”

        Eppure ne parli proprio in questi termini, sostenendo che l’XM24 non si sarebbe “integrato” abbastanza con il vicinato. E’ la cosa che molti (non tu) rimproverano agli immigrati da altri paesi. Non essersi sufficientemente adeguati al nostro stile di vita.
        Ora, l’integrazione non è una cosa semplice, lo sappiamo, comporta attriti, conflittualità, rogne. Integrazione però non è adeguamento di una delle due parti alle abitudini dell’altra, ma costruzione di un modus vivendi plausibile per entrambi. E questo vale anche per i centri sociali e le esperienze di autogestione. Ci interessano la varietà e la biodiversità, o l’uniformità e il conformismo? Anche questo dovremmo chiederci.

        • Dici “integrazione però non è adeguamento di una delle due parti alle abitudini dell’altra, ma costruzione di un modus vivendi plausibile per entrambi.” Giusto, ma forse dovrebbe valere anche per i rapporti con un’amministrazione comunale che non mi pare storicamente avversa alle realtà come quella dell’XM24. Mentre scriviamo sono diverse le convenzioni in piedi come con il TPO ecc… o no? E magari anche con i vicini esasperati dal casino e impauriti da fatti di cronaca che a Bologna sono rari (tipo l’omicidio del ragazzo fuori dal bar). Tutti legati credo allo spaccio, fra l’altro problemi di convivenza zero.

          • Infatti l’XM24 aveva una convenizone stipulata con l’assessore alla cultura Ronchi per conto dell’amministrazione. Il sindaco era lo stesso. Ma l’assessore era troppo propenso alle convenzioni, infatti è stato silurato dal sindaco proprio perché voleva rinnovare la convenzione a un’altra realtà autogestita (Atlantide). E adesso la convenzione con XM24 è scaduta e, guarda un po’, il sindaco non la vuole rinnovare. Sfrattare le autogestioni pare che sia la nuova linea dell’amministrazione (che del resto non si è nemmeno mai espressa contro gli sgomberi abitativi disposti dalla forza pubblica).

            • Ok, ma siamo sempre nel contesto di una convenzione che non viene rinnovata e quasi sicuramente laxscerà il posto ad un’altra collocazione. Sempre che poi non venga rinnovata. Qui parlate di Salvini, quello che va fuori dai campi rom, di quel partito dell’acqua ossigenata sui treni con le prositute.

              Poi scusami ma sugli sfratti ci sarebbe da aprire un megadibattito perchè come saprai quando la percezione dei proprietari di immobili è che chi non paga l’affitto rimane lì la gente non affitta più e si crea un altro fenomeno mostruoso: la gente non affitta più e prezzi delle locazioni salgono peggio che la gentrificazione.

              • Altra gravissima colpa di Ronchi era avere espresso perplessità su quello che due anni fa era “il grandissimo rilancio di Bologna” a livello intergalattico: il Fico. A dimostrazione che grandi affari Coop e messa a reddito della città strada per strada vanno di pari passo.

                Comunque complimenti per lo spaccare il capello in quattro a @Stay Puft, e per il far finta di non vedere l’emergenza casa, la fine degli spazi liberi e sottratti al “mercato” in città, e per il concludere col parlare di “percezione”, che è la parola preferita della post-verità de noatri.
                Di questo passo riuscirai a dimostrare il https://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_di_Achille_e_la_tartaruga
                Almeno fino a quando qualcuno non si alza dalla sedia e si mette a camminare per la strada, con occhi non foderati dall’ideologia.

                Che gli affitti siano alti perché qualcuno meritoriamente occupa immobili di proprietà di finanziarie dedite alla speculazione o di aziende ex di stato oggi macchine da profitto è davvero una bella barzelletta (domandina: chi credi che gli abbia pagati gli edifici su cui Telecom o CDP fanno affari???? Li hai pagati tu)
                Nessun movimento per il diritto alla casa ha mai occupato l’appartamento che la vecchietta affitta, e che costituisce la sua unica integrazione alla pensione minima. Quelle sono bufale, chi ci crede vive sulla luna, e sul lato oscuro oltretutto.

                • No complimenti a te che fra l’ormai grande classico lebbanche, ipoteri forti, il malaffare (@ Dibba?) e una frecciatina alla post-verità, floppi completamente il mio ragionamento, parlando della vecchietta a cui occupano la casa. Mai detto. D’altra parte se fare un minimo ragionamento è spaccare il capello in quattro chissenefrega delle argomentazioni. Ciao

                  • Il «ciao» passivo-aggressivo su Giap è severamente vietato.

                  • Io fossi in te sarei un po’ più umile nel discutere, dato che in questo spazio hai esordito con una bufala contro XM24 che era già stata smentita da tempo, addirittura dall’assessore alla cultura. L’hai persino riproposta con la cifra gonfiata rispetto alla versione del Carlino. Non mi risulta tu abbia chiesto scusa, tra l’altro. Meno tracotanza, dunque.

                  • @Wu Ming 1 “hai esordito con una bufala contro XM24 che era già stata smentita da tempo, addirittura dall’assessore alla cultura. L’hai persino riproposta con la cifra gonfiata rispetto alla versione del Carlino. ”

                    Per la verità io ho letto l’articolo del carlino reperibile online dal titolo “Bologna, trattativa col centro sociale che non paga le bollette” il cui testo dice “Quattromila euro di debiti e un esposto in Procura.” Per dire che io non ho gonfiato nulla e anzi se rileggi ho chiesto “vero o falso?”

                  • Il tuo primo commento cominciava con una domanda retorica:

                    «Ma se uno si batte per promuovere l’integrazione non sarebbe il caso di provare ad integrarsi meglio anche con il vicinato, che magari in Bolognina non è il solito ceto medio bergamasco con la felpa?»

                    e come primo esempio facevi:
                    «Pagare le bolette [sic] a fronte di un canone già abbastanza generoso».

                    Al che citavi la bufala dei 4000 euro, e solo dopo averla introdotta nel discorso e dato per scontato che l’XM24 non pagasse le bollette, hai aggiunto quel «vero o falso?» che suonava aggressivo e ricattatorio.

                    Prendo atto che già il Carlino aveva sparato quella cifra. Tu l’hai solo usato come fonte. Grande fonte, non c’è che dire.

      • 1) Comodo dire che Gentrificazione è «quando arrivano i colletti bianchi che lavorano a Google e Apple». Un caso specifico e a suo modo “estremo” viene spacciato come il parametro. In realtà, come da dizionario Treccani, è gentrificazione ogni «riqualificazione e rinnovamento di zone o quartieri cittadini, con conseguente aumento del prezzo degli affitti e degli immobili e migrazione degli abitanti originari verso altre zone urbane.»

        2) «A Bologna e in Bolognina sta avvenendo qualcosa di simile? No.» Infatti la gentrification è quel che *attende* la Bolognina. Finora la gentrification del quartiere ha arrancato: è partita arrembante da via Fioravanti usando come “volano” di impressionanti sparate futuribili la stazione AV, con le sue “magnifiche sorti e progressive” (a tutt’oggi irrealizzate e stagnanti), e come teste di ponte la nuova sede del Comune e la Trilogia Navile. La crisi del 2008 e la desolante vicenda della TN hanno rallentato la tendenza per diversi anni. Con lo sgombero dell’ex-Telecom è saltato un primo tappo. Ora si vuole imprimere la spinta decisiva. Il progetto (o meglio, la summa dei progetti) è quello. Nell’avamposto di via Fioravanti si gioca quella partita, che però non è limitata a quell’area. Ci sono progetti e “poli” di sviluppo per tutto il Navile. L’interminabile campagna d’allarme su quant’è pericoloso il quartiere è al 100% funzionale a questo. E la gentrification si denuncia *prima che avvenga*; dopo è solo lagnanza sterile, pianto sul latte versato, sulla casa persa, sulla diversità culturale piallata.

        • !) Beh in USA il dibattito è molto acceso perchè non è visto come un caso estremo, ma come l’oscuro presagio del futuro di tutte le grandi metropoli.

          2) Qui siamo nel campo delle previsioni. Io credo che in Bolognina il fenomeno sarà più alla Williamsburg a Brooklyn. Stanno tirando giù le vecchie fabbriche per tirare su case e magari servizi. Certo se poi i progetti di edilizia mista popolare/privata naufragano non è il massimo.

          • È un caso a suo modo “estremo” perché le sedi di Apple e Google non si insediano dappertutto, e l’arrivo di Apple e Google non è precondizione unica della gentrificazione. La gentrificazione avviene in tanti modi. Il risultato però è sempre lo stesso.
            Quanto alle vecchie fabbriche, la tendenza è farne i soliti centri commerciali. Che poi rimangono semivuoti, perché ce n’è uno ogni cento metri.

  7. Ricapitolando: l’empatia non ce l’ha solo chi non la rivolge verso i centri sociali o i migranti. Che mi sfascino pure il vetri, vecchio piccolo borghese del cazzo che il mondo deve andare avanti.
    tanto il futuro seppur con qualche leggerissima contraddizione sarà radioso (solo se resta il centro sociale, s’intende).
    Io sono l’unico ad aprire casa a “stranieri” ( i figli che frequentano alunni stranieri è un’ovvietà, io parlavo di voi scrittori) ma sono un “Destro”. Porto esempi da me visto come il burqa e un esercente picchiato e costretto ad andare via (freguncazzo dai commenti) ma evidentemente sono miope e guardo il il dito senza cogliere la luna. Chiedo se la Bolognina è bella così com’è, ma non si riesce a rispondere a una così semplice domanda.

    Grazie di avermi dedicato il vostro tempo.

    • «Grazie di avermi dedicato il vostro tempo.»

      Figurati, no problem. Come vedi, lo facciamo anche quando non serve assolutamente a nulla.

      • P.S. Per la cronaca, “noi scrittori” non solo frequentiamo quotidianamente persone di tutte le nazionalità, ma con gli “stranieri” ci scriviamo libri, ci facciamo laboratori, ci facciamo inchieste insieme.

      • Se è una battuta non mi è piaciuta.
        Credo che sia più ricco è interessante un blog in cui si esprimono rispettandosi pareri diversi e alla fine ognuno resta della propria idea, che una caserma in cui tutti vi dicono quanto siete bravi, colti, aperti e fighi, no?

        • Se tu avessi preso minimamente in considerazione i pareri diversi, sì. Invece hai mostrato completa autoreferenzialità, incapacità di recepire istanze e punti di vista altrui, e una chiara tendenza a “buttarla in vacca” attribuendo ripetutamente agli interlocutori cose mai dette da nessuno.

          • Resta il fatto che si può non essere d’accordo senza prendermi per il culo, suvvia siete pur sempre i padroni di casa….
            Però sì, non avete mai detto che il burqa è una merda ad esempio. Nè che la Bolognina è una cloaca.
            Ma solo perché ero andato fuori tema.

            • Ma noi siamo quelli che gli piace il burqa o quelli della malvagia teoria del ggender? Non lo abbiamo ancora capito.

              E tutto ‘sto femminismo di maschi solidali come mai non viene mai fuori quando ci sono lotte di donne occidentali? Ah, no, quelle le paga Soros.

              Bologna ha appena ospitato l’assemblea nazionale di “Non una di meno”, non mi risulta che i condannatori di burqa abbiano espresso apprezzamenti. Ah, no, quelle sono “cagne”.

              Per la cronaca, a essere andati in Rojava a combattere contro l’ISIS e Al Qaeda, al fianco di YPG e YPJ, sono compagni nostri. Stando ai loro racconti, amici di Manes Bernardini laggiù non ne hanno visti.

              Infine, mi sa che la Bolognina è una cloaca soprattutto dove ospita razzisti.

    • E soprattutto non abbiamo mai detto, né in questa discussione né altrove, che la Bolognina va bene così com’è. Criticare la cura cementizia e gentrificante proposta dall’amministrazione non significa idealizzare quello che c’è.

  8. «P.S. Per la cronaca, “noi scrittori” non solo frequentiamo quotidianamente persone di tutte le nazionalità, ma con gli “stranieri” ci scriviamo libri, ci facciamo laboratori, ci facciamo inchieste insieme.».
    Che bravi che siete voi scrittori!

    Una domanda. Dal momento che immagino che vi apriate a queste collaborazioni tanto con gli italiani quanto con gli stranieri (altrimenti sareste razzisti al contrario), chiedo: a quali scuole avete presentato i vostri laboratori e con quali avete infine collaborato? Sono presenti scuole multietniche del quartiere? Se sì, è possibile sapere quali?
    Grazie.

    • «Dal momento che immagino che vi apriate a queste collaborazioni tanto con gli italiani quanto con gli stranieri (altrimenti sareste razzisti al contrario)»

      Una richiesta fatta in modo così poco serio, tirando anche in ballo il concetto razzista di «razzismo al contrario», non va nemmeno presa in considerazione. Soprattutto se i commenti precedenti di chi la fa sono una collezione di non-fatti e odio per le diversità. Mi limito a questa dritta: siamo in attività come Wu Ming dal 2000, basta usare Google.

  9. Sono piuttosto critico nei confronti dell’XM24, forse avrò avuto sfortuna io a capitare durante gli eventi “sbagliati” ma non mi sembra di aver notato questo laboratorio politico in continuo fermento di cui parlate, men che meno la partecipazione da parte del quartiere, anzi, quando abitavo in Bolognina sentivo solo parole dure (spesso fuoriluogo) da parte dei residenti. Sono stato a due serate tekno e lo spettacolo cui ho assistito era piuttosto desolante: ragazzi e ragazze annichiliti dall’abuso di sostanze e animati da quell’invidualismo feroce che uccide ogni possibile empatia e ogni tentativo di avere un incontro con qualcuno che non si trasformi in uno scontro fra cani incazzosi. Quello che ho visto erano ragazzi, molto probabilmente della classe media/medio-alta, italiani perlopiù (a dire il vero la maggior parte dei “trasgressivi” conosciuti, che osannano quel tipo di serate, non si discostano molto dallo stereotipo dello studente “figlio di papà” del nord-Italia che va a far “balotta tra i marcioni”)che si divertivano disintegrandosi neuroni fino a rimanere incoscienti. Un luogo che si vuole inclusivo e tenta di combattere le ramificazioni del potere capitalistico dovrebbe ergersi con forza contro queste forme di annichilimento e di auto-distruzione, perché dunque organizza queste serate? Forse anche nel caso che sto per proporvi è un problema di casistica ma io di soggetti emarginati che frequentano l’XM ne ho visti ben pochi. Pochissimi non-europei (se non ricordo male quasi nessuno) molti studenti con una solida famiglia alle spalle, molti infatuati dalle tendenze che arrivano dal lato “capital-progressista” del mondo (vegani, animalisti…). Quando penso alla partecipazione e ad attività dal basso mi immagino membri di differenti etnie/religioni/classi sociali (soprattutto soggetti emarginati che ricercano l’inclusione) incontrarsi per condividere esperienze e saperi; sinceramente ho visto poco e nulla di tutto ciò. Se mi suggerite di riprovarci posso pensarci, magari consigliatemi eventi a cui partecipare perché non ho molta voglia di riprovare andando alla cieca.

    Inoltre: XM, in qualità di CSOA, non dovrebbe essere uno spazio che si sviluppa a partire da un sentimento anti-sistemico e avverso nei confronti del potere costituito? già il fatto che occupi stabili puntualmente reclamati dai possessori e ripresi con la forza dal potere pubblico dovrebbe essere un indicatore di ciò. Perchè dunque una convenzione con il Comune di Bologna?

    Scusatemi per l’abuso di virgolette alte, ci sto lavorando su…

    • Qui nessuno fa l’apologia di niente ma cerca di stare ai fatti e alle attività concretamente svolte e riscontrabili. Esempi ne abbiamo fatti. Tu dalla sensazione di due serate inferisci l’attività di quindici anni? E se invece capitavi nel giorno del mercato contadino? O durante l’assemblea cittadina sul Passante di Bologna? Non hai visto non-europei, dici. E se capitavi nei giorni di apertura dello sportello per migranti o nelle sere della scuola di italiano?

      Le convenzioni sono conquiste del movimento delle occupazioni. Sono rapporti di conflitto e dialogo con le amministrazioni. Conflitto dialogico, dialogo conflittuale. Grazie alle convenzioni si è data stabilità e lunga gittata ai progetti, altrimenti condannati a star sotto le spade di Damocle della prefettura e della questura. Il dibattito sulle convenzioni a Bologna si è fatto negli anni ’90, e da allora ci sono stati CSOA e CSA, posti occupati, posti in convenzione e soprattutto percorsi misti, perché le convenzioni scadevano, venivano rinegoziate, si facevano campagne politiche per il rinnovo. In alcune fasi un CSA diventava occupato, o un CSOA imponeva una convenzione. Quella stagione forse si avvia alla fine, dato che il Comune non tollera nemmeno più le convenzioni. Cosa accadrà, lo vedremo.

      • Probabilmente mi sono espresso male, sono capitato in più occasioni (una volta, anni fa, anche in occasione del mercato contadino) ma mi hanno lasciato perplesso quelle due serate tekno a cui ho preso parte, ci manca che giudico una realtà così complessa basandomi solamente su due serate. Proverò a informarmi meglio e a presenziare di più, ma resta il mio dubbio intorno a quel tipo di eventi che lo stesso XM24 promuove. Per quanto riguarda gli eventi che menzioni tu (sportello per i migranti e scuola di italiano) mi sembra ovvio che vi siano non-europei (meglio: non-italiani) essendo rivolto a loro, li vedo come dei “servizi” rivolti a certi soggetti non come attività cui partecipano attivamente ma ammetto anche di non conoscerli e potrei sbagliarmi alla grande(ad oggi li ho solamente sentiti nominare), dovrò andarci qualche volta e poi saprò dare un giudizio. Grazie per le delucidazioni intorno al tema delle convenzioni. Buona serata!

    • Il fatto che un centro sociale occupato avesse accettato il piano della convenzione con il comune dovrebbe essere visto come un gesto di propensione al dialogo, appunto, con l’amministrazione. All’epoca, ad alcuni compagni e compagne dell’XM24 che stavano discutendo dell’opportunità della convenzione, io dissi una cosa soltanto: la convenzione può andare bene, ma non mette al riparo da niente. Perché le amministrazioni cambiano e anche quando restano le stesse possono cambiare idea (ne abbiamo appena avuto la prova). Ciò che segna il destino di una situazione autogestita – dissi – sono i rapporti di forza, la costruzione di comunità, la capacità comunicativa, la progettualità. L’XM24 è stato carente e/o maldestro in questo? Può darsi. Se questo è vero vorrà dire che non troverà molta gente disposta a prendere le sue difese contro l’attacco del comune e soccomberà al destino che Merola e Ara hanno in serbo per quella realtà.

      In questo senso i commentatori che sono venuti a spiegarci quanto poco noi “scrittori” conosciamo la realtà della Bolognina, nonostante uno di noi ci viva e un altro la frequenti per motivi famigliari, possono dormire sonni tranquilli.
      Dato che l’amministrazione intende ripulire il quartiere, sfrattare quei fancazzisti drogati figli di papà dell’XM24, costruire edifici nuovi che riqualificheranno la zona… non avete di che preoccuparvi. Le vostre ragioni sono ben rappresentate. Dunque non c’è nulla da temere. Se non vi piace trovarvi d’accordo con Merola (e con Lisei e Bignami che lo applaudono, piacevolmente stupiti dalle sue proposte), questo è un problema vostro.
      Noi altri scrittori ci batteremo perché il futuro della Bolognina e di Bologna sia diverso. Ma si sa che noi scrittori non contiamo un cazzo, soprattutto quelli che invece di frequentare i talk show televisivi frequentano certi postacci pulciosi… quindi, ancora una volta, non c’è di che preoccuparsi.
      Nondimeno è importante avere fatto questa discussione, perché resterà qui archiviata per anni. E quando, come dice Wolf Bukowski, toccherà a voi – perché dopo i punk e gli immigrati toccherà a voi – potrete venire qui su Giap a rileggerla, se ne avrete voglia.

    • Ma @Hong Xiuquan o altri, credete che Merola intimi lo sfratto a XM24 perché non ha fatto bene il suo lavoro di centro sociale?
      Perché visto che portate sistematicamente la discussione su questo pare che sia così.
      Un fantasma meritocratico vi possiede? La vivacità culturale di una città è un mix complesso, non dipende da quanto sono fighi gli intellettuali o bravi quelli dei centri sociali.
      Un’università come quella di oggi uccide la vitalità studentesca, per dire, e gli sgomberi bastonano quel poco che ne rimane.
      La gentrificazione mette a reddito la creatività diffusa, e facendolo la distrugge. Sono processi visti e stravisti, ma “quelli di XM non facevano granché”.
      A parte il mercatino, sottolineano alcuni – mettendosi nella coda del “dividi et impera” tra Centro sociale e mercato iniziato per tempo da Ara e Merola.
      In un mondo semplificato i centri sociali vengono sgomberati se non hanno un buon ranking nella classifica dei CS(O)A, e (continuando su quella linea) gli studenti non sono più quelli del ’77 perché i giovani non sono più quelli di una volta, “non hanno più gli ideali” eccetera.
      La capacità di articolare fedelmente il discorso del potere cittadino certo non manca; manca invece quella di guardare fuori dalla cornice

  10. Trovo, comunque, positivo che ad animare il dibattito ci siano persone come Stay puft, Angelina, Gluco ed altri. Rappresentano uno stato d’animo diffuso e, a volte, largamente condiviso, fino a formare un gruppo compatto/ maggioranza. Io non voglio convincere nessuno del valore e dell’ importanza culturale relativa di un luogo come XM e neppure difendere ad oltranza il valore specifico della diversità culturale che ci circonda, in cui siamo immersi e in cui navighiamo ogni giorno come condottieri solitari, senza davvero entrare in relazione con gli altri. Quasi non solo fossero presenze estranee ma anche, spesso, una indistinta impalpabile nebulosa. Vorrei però esprimere il mio punto di vista su questo schema di città che mi rifiuta, a cui non appartengo e che cerca di distruggere e pianificare la mia esistenza. E di questo, ovviamente, non attribuisco la colpa ai migranti che popolano la città e che considero, anzi, come potenziali alleati in una lotta di resistenza a questo pervasivo modello di cementificazione. Una simbiotica convivenza col mio cane, lavoro permettendo, mi ha costretto, anche mio malgrado, a ripensare le mie condizioni di vita, in termini di spazio, di tempo e di qualità della vita. Sono stata costretta a rendermi conto della totale assoluta mancanza di aree verdi all’ interno della città, che non siano un pisciatoio d’emergenza o un consolatorio e decorativo quadretto di verde da appuntare al bavero di una città in declino. Io sento l’ esigenza di evadere dal teorema vivi/ lavora/produci/ consuma/ crepa attorno a cui stanno da anni costruendo un’ architettura perfetta. I centri sociali, con tutte le loro contraddizioni interne ed esterne, sono ancora luoghi rifugio da questo tipo di mentalità. Puoi entrare senza essere costretto a consumare! Hai diritto di cittadinanza per il fatto di esistere e non perché produci. Ma davvero anche Gluco, Angelina, Stay puft ed altri non vogliono sottrarsi a questa matematica equazione che ci vuole vittime dell’ ingranaggio anziché protagonisti di una stagione di cambiamento?

  11. La convergenza di #Merola su #Salvini in due titoli, a dieci mesi di distanza l’uno dall’altro.

    MAGGIO 2016

    Salvini in Bolognina: «Serve l’elmetto», Merola: «Non conosce la città»
    Il leader leghista in mattinata al mercato di via Albani dove ha parlato di sicurezza, poi alla facoltà di Ingegneria, dove ha incontrato il Rettore dell’Alma Mater e dove si sono consumati gli scontri tra forze dell’ordine e contestatori. Merola ha chiesto scusa ai bolognesi «per i disagi causati dalla cinquantesima venuta di Salvini in città».

    FEBBRAIO 2017

    Caserma all’XM24, Salvini applaude: «Abbiamo contagiato Merola»
    Il leader del Carroccio esulta: questo è il frutto delle mie visite in città, sarò presente all’inaugurazione.

  12. E aggiungo anche che il paradigma vivi/ lavora/ produci / consuma e crepa comprende anche ” non rompere le balle”. Il diritto di critica non è ammesso, i rompicoglioni devono essere asfaltati col resto del paesaggio e, che piaccia o no, XM costituisce un baluardo di resistenza, anche solo per la posizione geografica che occupa, che dev’essere spianato. Ovviamente l’operazione di appiattimento comincia prima di quella delle ruspe. Il terreno è già stato preparato.

    • Concordo. Il diritto di critica non è tollerato.

      Al di là di tutto ci tengo a sottolineare che non voglio una caserma alla Bolognina, tantomeno al posto dell’XM24.
      E che molti qui, me compreso, generalizzando abbiamo detto delle fesserie. Un esempio: i migranti colti (mai visti) Vs. quelli analfabeti. Ovvio che esistono entrambi. Come ci saranno stati dibattiti
      vuoti di contenuti all’XM24 e altri molto interessanti.
      Certamente la maggioranza degli abitanti del posto è favorevole alla chiusura del centro sociale, voi ovviamente direte di no. Ammesso naturalmente che la maggioranza conti qualcosa e che sia nel giusto perché guarda h24 Studio Aperto.
      Infine mi spiace davvero deludervi ma non sono un razzista. Non ho alcun interesse ad ingraziarmi il vostro parere, ma la
      mia vita, il mio quotidiano ribalterebbero in un nanasecondo questa vostra teoria. Che lo dica io fa ridere, che lo dica chiunque mi conosca forse qualcosa significherà. Perché se è vero che il mondo cambia rapidissimamente e esalta contraddizioni, beh eccone una che vi sta parlando. Occhio però, è più complessa del solito e meno ignorante di quanto non sia emerso.
      Con rinnovata stima.

      • Ancora una volta usi come argomento la tua vita. La tua vita qui è un non-argomento, è irrilevante, perché nessuno può conoscerla né è tenuto a conoscerla, visto che non sei un personaggio pubblico sottoposto a pubblico scrutinio, o comunque non ti presenti qui come tale. Tu qui sei un insieme di argomentazioni siglate “gluca”. A essere prese in esame nella loro fondatezza e coerenza, o infondatezza e incoerenza, sono quelle argomentazioni. Questo si è fatto. Meno lagne, meno “voi non sapete chi sono io”. No, non lo sappiamo, né ce ne importa. Se capirai questo, magari supererai questo vittimismo.

        • Noi altri scrittori ci batteremo perché il futuro della Bolognina e di Bologna sia diverso. Ma si sa che noi scrittori non contiamo un cazzo, soprattutto quelli che invece di frequentare i talk show televisivi frequentano certi postacci pulciosi…

          Qui di vittimismo nessuna traccia invece.

          • Il tono del mio commento, come avrai notato, era ironico. Ad ogni modo assolutamente nessun vittimismo, te lo garantisco. Si fanno delle scelte, cioè si sceglie una parte. Se ne assumono le conseguenze. La cosa importante è seguitare a dire le cose e dirle per tempo, non dopo (ché sono buoni tutti). Viceversa sì, che davvero staremmo qui a non fare un cazzo.

      • Tra l’altro, qua nessuno ha mai pensato nemmeno lontanamente di schivare le contraddizioni. Si è detto che la convivenza e l’integrazione tra diversi è faccenda complessa e anche rognosa, che ci raggiunge non solo fin sotto casa nostra ma anche fin dentro i nostri tic mentali. La questione infatti riguarda l’essere di destra o di sinistra solo nella misura in cui tocca la percezione e rappresentazione che ognun@ ha di sé.
        Scorrendo questo blog si nota che il numero di commenti negli ultimi post si aggira tra zero e due… Eccetto il post sul femminicidio (83) e questo sulla Bolognina (70), dove si registrano discussioni durate giorni. Perché mai?
        Perché sono argomenti che toccano la percezione che abbiamo di noi stessi, appunto. Il primo post chiama in causa il maschilismo latente in ogni individuo maschio italico, e il secondo chiama in causa il razzista latente in ogni maschio e femmina italici. In entrambi i casi, alcuni nostri lettori si sono risentiti, ovvero si sono sentiti chiamati in causa e hanno avvertito il bisogno di venire a ribattere con una certa veemenza.
        Ci sono argomenti che portano la palla nella nostra metà campo, che trasversalizzano la percezione politica di noi stessi, che non ci fanno più sentire del tutto dalla parte giusta, e allora si reagisce per difendersi, iscrivendosi a Giap e venendo a commentare come non si era mai fatto prima. E viene fuori quello che si pensa davvero.
        E’ un dato molto interessante. E sotto questo aspetto Giap, nel suo piccolo, è un osservatorio anche più utile di un qualunque social network, dove ci si scambiano solo stoccate, frecciate e insulti. Perché qui si è costretti ad articolare un discorso. A dirla bene, insomma.

  13. Un’altra piccola cosa, visto che è stato tirato fuori dal cappello magico l’argomento CONVENZIONI: per chiunque non ne fosse al corrente, siamo in un momento storico in cui le possibilità di sopravvivenza di un’ occupazione che non venga, in qualche modo, “riconosciuta” a livello istituzionale sono nulle o impossibili. All’eroico gesto di occupazione di uno spazio abbandonato DEVE, necessariamente, seguire una “mediazione” istituzionale, pena la sopravvivenza stessa dell’occupazione. Come ricordava Wu Ming 4, l’accordo istituzionale, sostanzialmente, non garantisce nulla se non una forma di benevola tolleranza padronale alle riottose infantili rivendicazioni di un gruppetto di estremisti, il messaggio è: sei li perché te lo concedo e non perchè tu ne abbia diritto e quando mi sarò stancato di te dovrai sloggiare. Succede sempre così e per riuscire a garantirsi un minimo di sopravvivenza è necessario accettare un dialogo tra soggetti che, però, non sono alla pari. La situazione bolognese è poi ancora più complessa e la questione che pone Wu Ming 1 sull’ incapacità bolognese di costruire un fronte di lotta duro, come quello NO TAV, contro le pressioni di un potere cementizio arrogante e prepotente sono l’argomento principale su cui interrogarsi a fondo. Visto che sotto la spinta di queste pressioni Bologna soffoca e muore. E come dice W.Bukowski, un’ università come questa uccide la vitalità studentesca e, per me, anche qualunque gioioso inno alla rivolta. Gli studenti non si sentono accolti da questa città che vivono solo come luogo di transito in cui non si radicherebbero mai definitivamente. Anche questo probabilmente non contribuisce alla costruzione di un fronte alternativo.
    Comunque Gluca, hai notato, cosi per curiosità, che la maggior parte delle persone che hanno esposto un argomento simile al tuo ha esordito, nell’ intervento successivo dopo essere stati attaccati, dicendo: ” forse mi sono spiegato male…” come se ci fosse un’ incomprensione… No, stiamo usando proprio argomenti differenti e tu, giustamente, sei molto preoccupato di non essere frainteso. Allora, forse, la prossima volta è meglio stare molto molto attenti all’uso di alcune espressioni e alcuni argomenti.

  14. […] cose le dice da più tempo”. Wu Ming 1, ai nostri microfoni, spiega così il senso dell’articolo apparso su Giap e intitolato “La svolta della Bolognina 2.0 – Il PD realizza il…, con cui il collettivo di scrittori prende posizione nella vicenda che coinvolge Xm24, il centro […]

  15. @Wu Ming. Saint-Just, sii magnanimo, devo proprio dirglielo dopo la lettura di questa discussione: Wu Ming, avete una pazienza sovrumana!!! Meno male che siete in tre.

    Una delle cose che ho più ammirato in Giap, dopo un primo choc per essere piombata nel bel mezzo di una polemica accesissima al momento del mio approdo qui, è la vostra disponibilità a far parlare veramente chiunque tenti minimamente di argomentare. Anche a prezzo di un notevole sbattimento, per dirla senza eufemismi.
    Mi sembra prezioso.

    • Mi affaccio per la prima volta a questo blog.
      Hai ragione Dea, sono davvero magnanimi i tenutari di questo sito ed i loro partecipanti: ad un utente che ha voluto esprimere pareri dissonanti da quelli qui presenti si è preso in ordine sparso del: razzista (immancabile), destro (idem), miope, e quello a cui rispondiamo nonostante non serva a nulla, quindi un idiota. IL malcapitato leghista da strapazzo ha alzato la posta offendendo a sua volta? No, ha tenuto a precisare la sua opinabile posizione argomentando e difendendosi anche sul personale. Sai com’è se offendono le tue idee poi la pellaccia ci dembula attaccata Ma no! é un frignone che avrebbe dovuto parlare dei massimi sistemi. O meglio ancora come fai tu, cara Dea, avrebbe dovuto plaudire.
      Ognuno risponde al proprio elettorato esattamente come la Le Pen, Berlusconi e Renzi. Qui i Wu Ming dichiarano il proprio interesse per i migranti e i centri sociali. Scelta legittima. Ma il meccanismo non cambia.
      effettivamente sarà interessante rileggere questa discussione, ma senza spettare anni. Così ognuno potrà valutare chi è l’intollerante.
      Ah dimenticavo: complimenti ai compagni che sono andati a combattere l’Isis mentre i WuMing studiano su che posizione prendere sul burqa…tra l’altro ottimo accostamento.

      • Certo che questa discussione resta qui. Con tutti gli interventi di tutti i partecipanti che hanno potuto esprimere le proprie opinioni senza che nessuno glielo impedisse. E se sono opinioni razziste, come tali vengono riconosciute. Perché non dovrebbe essere così? Qual è il problema? Tu stessa scrivi qui paragonandoci a Le Pen, Berlusconi e Renzi. Si chiama dibattere. E lo si fa assumendosi la responsabilità di ciò che si sostiene. Per iscritto, appunto, perché scripta manent. Noi lo facciamo da vent’anni. Pensa te. E senza frignare.

      • Ci rendiamo conto quanto possa dare fastidio una discussione portata avanti:
        – contro-argomentando;
        – segnalando contraddizioni e fallacie logiche;
        – cercando di tenere ancorato il confronto ai fatti e a una lettura complessiva delle tendenze in città;
        – citando fonti in modo che quanto detto sia sempre riscontrabile e verificabile;
        – pretendendo che anche gli altri facciano lo stesso, citando le fonti di quanto asseriscono.

        Ci rendiamo conto che un simile metodo, che per noi è la pietra angolare di ogni confronto e di tutto il nostro lavoro da vent’anni, possa irritare chi è uso semplicemente a “dire la sua”, senza preoccuparsi se questa “sua” sia o meno fondata e argomentata. Viviamo in un’epoca di scambi sbraitati, di sfoghi effimeri sui social, di memi che propagano bufale, di totale disabitudine alla citazione e verifica di fonti.

        Quel che hanno in serbo per il quartiere e la città amministrazione, palazzinari e Autostrade abbiamo cercato di spiegarlo, con link a inchieste, dati, pareri di esperti e studiosi.
        Alla luce di questo, abbiamo detto, gli immigrati e il centro sociale non sono i veri nemici di chi vive nel quartiere. Sono diversivi.
        Dopodiché, ciascuno/a fa la propria scelta di campo.

        Presto o tardi il potere a cui state spianando la strada con la vostra ottusità, dopo avere fatto sloggiare migranti e “devianti”, vorrà fare sloggiare voi. In un quartiere gentrificato sarete voi, il “degrado”. Chi avrà mantenuto un minimo di lucidità e onestà intellettuale, lo capirà e si pentirà di avere accettato la guerra tra poveri. Ma temo sarà una minoranza. Tutti gli altri, mugugneranno contro il destino cinico e baro, sfogandosi su Facebook (o quel che l’avrà sostituito) per il peggioramento della propria vita, senza ricordare che qualcuno li aveva avvertiti.

        • P.S. «Magnanimo» Dea del sicomoro non l’ha detto a noi, ma a Saint-Just, il moderatore-fantasma di questo blog.

        • “Ci rendiamo conto che un simile metodo (…) possa irritare chi è uso semplicemente a “dire la sua”, senza preoccuparsi se questa “sua” sia o meno fondata e argomentata.”

          Dai Wu Ming 1, anche un po’ di meno.
          Ognuno “dice la sua”, certo in modo più o meno plausibile, però sono tutti punti di vista, il tuo compreso. Tu stesso più sopra dici che la gentrificazione è il futuro che *attende* la Bolognina, fai una previsione. E si sa che con le previsioni a volte ci si prende, a volte no.

          “Mettere in conto” a Merola la foto incredibile di Bignami che fatto incontestabile è. Bignami non c’entra nulla, ha sentito parlare di XM24 ed è subito intervento per ribadire che è una tematica loro. Piuttosto chiedetevi come mai ogni volta che parlano i centri sociali rispondono i Bignami e i Salvini e viceversa. Chiedetevi se la strategia (non vostra) di andare fuori dal campo rom e prendere a sassate l’auto di Salvini facendola diventare una notizia da prima pagina (non ce lo siamo più tolti di torno) sia efficace, e a chi serva. Mi fermo ché sono quasi OT.

          • Ma Bignami e Salvini non hanno risposto ai centri sociali, ma al sindaco Merola. Per applaudirlo e per compiacersi di averlo positivamente contagiato. E il punto è che hanno ragione: perché chiudere un centro sociale per farci una caserma dei Carabinieri è un’idea delle loro. Se Merola decide di inseguirli a destra, di farsi “contagiare”, appunto, la sua è una scelta politica che lo manda a braccetto con Bignami e Salvini. Finora io gli applausi li ho sentiti da loro. E belli forti. Se tu o altri vi volete aggiungere, prego. Ma fatevi pure due conti.

            • Ma sono politici navigati, si sono affrettati a ricordare che sono temi loro, parlanoall’elettorato mica a Merola, che giustamente non ha raccolto. Salvini ha detto chiusura, quando sappiamo tutti che l’XM24 non chiuderà con Merola, al massimo troverà altra collocazione. E poi guarda caso tira fuori le sue visite in città e che sarà presente all’eventuale inaugurazione… tanto per ricollegarsi alla storia del campo rom e a quanto “incassa” politicamente ogni volta che si ripetono i tafferugli.

              Ma se su Merola ti trovi d’accordo con Salvini, non ti suona male?

              • Mi suona peggio che Merola si trovi d’accordo con Salvini, dato che è lui a governare la città in cui vivo.

          • Lo vediamo anche in questi giorni: a «dare visibilità» a Salvini non è chi lo contesta, ma chi gli fa da spalla. Nella vicenda XM24, Merola sta a Salvini come Mario Castellani stava a Totò. È quello che gli porge la battuta e gli consente di brillare.
            Castellani però era un bravo attore.

            • E’ un’immagine efficace ma non ha chiaramente alcun appiglio con la realtà. Salvini commenta una faccenda locale come commenta sullo stipendio di Carlo Conti. E’ bravissimo a spararle facili e pronte da mangiare subito. Attenti piuttosto a non fare i Mario Castellani involontari al prossimo giro di Salvini in città.

              • Mah, io ricordo la grande manifestazione anti-Salvini bloccata dalle forze dell’ordine su Ponte Stalingrado come l’unica prova di dignità data da Bologna nel giorno in cui la destra razzista ha occupato Piazza Maggiore e fatto i saluti romani davanti al sacrario. Merola quel giorno era fuori città, se ben ricordo. Mentre la Bologna “rispettabile” si è fatta ritrovare senza anticorpi, quella “cattiva” ha omaggiato la tradizione partigiana e antifascista.

                Ma soprattutto, noi quel giorno (e in quelli successivi) a Salvini rompemmo diverse uova nel paniere, con questo:
                http://www.wumingfoundation.com/giap/2015/11/i-quattro-gatti-di-salvini-a-bologna-e-i-numeri-del-flop-di-liberiamoci-metro-quadro-per-metro-quadro/
                Il nostro debunking fu ripreso anche in tv.

                Scrivo questo in una pausa dell’assemblea cittadina all’XM24. Ci saranno come minimo 600 persone. Sono già più di quelle che hanno firmato la petizione di Ara e Mazzanti. E sono più attive, presenti, consapevoli. Firmare in calce a un foglio stampato, in fondo, è un impegno da poco.

                  • Comunque il free climbing sugli specchi davvero non ha limiti quando la realtà da negare è talmente evidente da risultare chiassosa.
                    A dare il gancio a Salvini sarebbero i centri sociali e gli antifascisti che lo contestano e non un sindaco che lo insegue a destra nell’idea di chiudere i centri sociali per sostituirli con caserme dei Carabinieri. Ma mi faccia il piacere… per continuare a citare Totò.
                    Tra l’altro se il Sindaco e il suo partito fossero minimamente intelligenti (e ogni bolognese sa che non lo sono, perfino e anzi soprattutto quelli che li hanno votati) si renderebbero conto di quanto ottuso è l’inseguimento a destra delle posizioni e delle idee dei leghisti. Nel tentativo di raggranellare qualche voto sulla percezione di insicurezza delle persone renderanno sempre più flebile il ricatto morale verso chi ha votato Merola al secondo turno perché *tutti ma non i leghisti*. Un suicidio.

                • Ma infatti il punto è proprio questo, che erano quattro gatti. Era una gita fuori porta, dopo la manifestazione erano tutti a mangiare nei ristoranti, si lamentavano che il Genus Bononiae (lo so, lo so) fosse chiuso. Legittimarne quasi il ruolo dando a questa roba dignità politica (“la destra razzista occupa Piazza Maggiore”) mi sembra un errore storico dei centri sociali. E Salvini mi pare apprezzi, tra l’altro.

                  • @Wu Ming 4
                    Ahah, si certo free climbing, il tuo ragionamento allora è base jumping di altissima qualità.

                    Merola che per raggranellare qualche voto parla della caserma (una merolata, certo)? Ma se è appena stato rieletto. Poi che un certo tipo di movimentismo finisca spesso per legittimare involontariamente certe posizioni imbarazzanti ma quasi inesistenti mi pare un dato ormai assodato. Poi, uno trova il proprio ruolo, la propria legittimazione nell’antagonismo a certi soggetti già sconfitti dalla storia è un altro discorso, chi sono io per impedirglielo.

                    • Il grande ritorno del vinile ci consente di usare la metafora del «disco rotto».

                      E la nostra proverbiale pazienza non ci impedisce di dirti che hai stancato, su. Quello che dovevi dire lo hai detto già molte volte. Ora potresti anche toglierti dai maroni. Il “laissez faire” che applichi nei confronti dei fascisti, perché non lo applichi anche a noi? Lasciaci fare, e tu fai altro.

                  • Che erano quattro gatti abbiamo cominciato a dirlo noi. In quelle ore tutti i media compatti, intenti a fare la diretta dalla piazza, ripetevano senza filtro la cifra dei «centomila» urlata dal palco. E la diretta acritica era solo il culmine di un’attenzione morbosa che durava da settimane, a sua volta parte di un ampio investimento mediatico/politico su Salvini come «altra polarità» rispetto a Renzi. Quella che abbiamo chiamato «la dialettica dei due mattei». Salvini era in TV quasi 24 h su 24, e la sua «calata» su Bologna era stata presentata da tutti i mezzi di informazione come un evento epocale, e come tale era trasmessa in tempo reale.

                    Si fa in fretta a dimenticare, quando fa comodo. Il clima era quello, l’operazione era vasta e schiacciasassi. Dire che a «legittimarla» fu chi la denunciò a nome della parte migliore della città, mentre il sindaco si era imboscato, è una fesseria e un trucchetto da due soldi. È stato anche grazie alla visione comparata della folla su Ponte Stalingrado e di quella in Piazza Maggiore che si sono colte le vere dimensioni di quest’ultima. Senza la voce dissonante e i numeri di chi contestava, non sarebbe stato cagato nemmeno il debunking, che ha in parte sgonfiato l’impatto. Fosse stato per il vostro “laissez faire”, la racconterebbero ancora come l’epocale adunata dei centomila.

                  • Sempre perché si fa in fretta a dimenticare vorrei ricordare che i quattro gatti in gita fuori porta non fecero tour museali ma passarono la giornata a fare saluti fascisti al sacrario dei partigiani in Piazza Maggiore protetti dalle forze dell’ordine. Quelli che invece denunciavano questo sfregio manifestando sul ponte di via Stalingrado presero manganellate per ore. Tra questi moltissimi “figli di papà” che oggi tentano di difendere l’XM24.

                  • Adesso tocca pure sentire che il razzismo e la xenofobia sono “posizioni imbarazzanti ma quasi inesistenti… già sconfitte dalla storia”. Cazzo, ma dare un’occhiata in giro per l’Occidente, no? Sta succedendo qualcosina… Le Pen, Farage, Trump… non pervenuti?
                    Buon sonno, eh.

                  • @Wu Ming 1
                    Infatti la mia l’avevo detta, ero ai saluti. Rimane interessante notare come in uno scambio di idee garbato sulla possibile chiusura di un centro sociale alla fine arrivi un quasi “levati dai maroni”.

                  • Col tuo tono finto-garbato hai ripetuto più volte che bisogna lasciar agire i fascisti indisturbati ché tanto «non sta succedendo niente» (cit.), al contempo dando la colpa del fascismo a chi il fascismo lo combatte.
                    Confermo, lèvati dai maroni.

                  • Tutto questo, faccio notare, senza mai uno straccio di argomento che non fosse “impressionistico” e reggesse al minimo fact-checking.

          • No, non tutti i “punti di vista” si equivalgono, non è vero che “ognuno dice la sua”. Alcune opinioni sono argomentate in modo logico, basate su fatti verificabili ed espresse sulla base di una rielaborazione critica di fonti disponibili a tutt*. Altre sono impressionistiche, basate su percezioni amplificate dai discorsi più mainstream e vicini a chi detiene il potere economico e amministrativo, e fanno leva su una ristrettissima gamma di emozioni ben codificate.
            Il metodo è importante, e Wu Ming in questi anni sta cercando di portare avanti un modo di ragionare e di argomentare rigoroso e, sì, democratico. Anche se non sei d’accordo con quello che dicono, secondo me dovresti ringraziarli per il lavoro sul metodo che fanno.

            P.S.: ho vissuto in una zona iper-gentrificata di una grande città del nordest degli Stati Uniti e, pur avendo uno stipendio che in Italia sarebbe stato da benestante, non avrei potuto pagare l’affitto. Infatti, l’ultimo anno ho fatto cat-sitting per una persona che andava via e aveva una casa di proprietà. Adesso vivo in Bolognina e sono un po’ confuso quando mi parlano di degrado.

      • Claudiaoo, tu senz’altro conosci la differenza tra insulto e critica. Puoi quindi saltare questo paragrafo, che scrivo solo per eventuali lettori terzi. Per farla breve, è questa:
        Insulto = “Secondo me *tu* sei una testa di cavolo”
        Critica = “Secondo me *la tua opinione* è sbagliata, per il motivo X”

        Ti scrivo perché quello che, come riporti, avrebbe “dato di destro” in questa discussione sarei io. In realtà non ho dato di destro a nessuno, bensì, come avrai senz’altro notato leggendo, ho sostenuto, argomentando, che il ragionamento della persona in questione era di destra (“questo tuo discorso è di destra” ≠ “sei di destra): era una critica, e tutti gli esempi che tu riporti qui sopra sono critiche; queste sono sempre legittime in una discussione, sono la discussione stessa. Hai la libertà di sostenere che tanti burqa in giro sono un problema, così come ce l’ho io di argomentare che un ragionamento simile è razzista; se poi ti infastidisce che qualcuno confuti le tue opinioni, problemi tuoi.

        • Nessuno ha negato che il burqa segnali un problema, ovvero sia al tempo stesso una prassi e un simbolo di segregazione femminile. Lo sanno tutti, è stato detto millemila volte.

          Quel che si è fatto notare è che l’XM24 coi burqa non c’entra proprio un cazzo, come non c’entra un cazzo con gli scippi e quant’altro.

          Non solo: troviamo molto sospetto e pochissimo credibile un certo modo di parlare di burqa, senza alcun collegamento con percorsi reali di liberazione femminile.

          Tant’è che, di solito, a tirare fuori il burqa anche quando non c’entra sono esponenti del leghismo, dell’estrema destra, di quel becerume che sui social attacca sempre qualunque iniziativa e discorso femminista, oggi in nome di Trump, domani in nome di qualche altro maschio alpha.

          Troviamo ancor meno credibile l’uso ricattatorio dello pseudoargomento “burqa” contro un mondo, quello dei centri sociali, che è l’unico ad avere espresso una solidarietà *concreta* ai più efficaci nemici del terrorismo islamista, cioè i rivoluzionari del Rojava.

          Dai centri sociali italiani non solo sono partite carovane di solidarietà e aiuti umanitari, ma sono partite persone che in Siria sono andate a *combattere* contro l’ISIS.

          Questi sono fatti. E i fatti danno fastidio a chi pensa sia solo questione di “dire la sua”.

          • Hai ragione, ho scelto un esempio sbagliato e ho semplificato troppo. Condivido quello che scrivi, il mio era un ragionamento molto più “piccolo”: che fare la vittima (“mi insultate”) quando si viene criticati non attacca.

  16. @staypuft, anche se non voglio alimentare ulteriori inutili polemiche. Che non esista la tangibile possibilità del ritorno di una pericolosissima ideologia fascista mi sembra quantomeno ” superficiale”. Bologna è l’ unica città in cui la LEGA, e dico la Lega!, è riuscita ad arrivare al ballottaggio col centrosinistra! Una circostanza quantomeno inquietante laddove il movimento ” 5 palle” è riuscito con nebulosi discorsi sulla fine delle ideologie, di destra e sinistra, a scalare i vertici di una politica del tutto inadeguata al suo ruolo. Eppure qui la Lega è perfino arrivata al ballottaggio, pescando nel torbido di un movimento 5 palle già sconfitto dalle sue buffonate. E perché la Lega è risultata ” credibile” proprio a Bologna? Forse perché è una città così esasperata dal falso problema degli studenti, dei migranti, dei tossici e non da tutto ciò che in realtà dovrebbe veramente preoccuparla?!!!: un asfittico mercato del lavoro, una crisi che massacra i più deboli ( in una regione che propaganda il welfare come ” ragione” sociale!). Salvini ha fatto da testa d’ariete dello scontento e la Bergonzoni la faccia pulita e la facciata ” ordinata” della protesta leghista. Comunque ha vinto il Pd, perché gli emiliani sono irreggimentati in questa forte disciplina di partito che gli consente di candidare perfino Topolino! Tanto mica devono render conto di nulla agli elettori! E invece di cercare consenso e partecipazione, inseguono la destra sul suo terreno. Ma qualcuno ancora, per fortuna!, ci fa caso. Eh si! Perché le differenze tra destra e sinistra ESISTONO. E questo Pd non perde occasione per ricordarci che non sa proprio cosa sia la sinistra. Forse tu una risposta come ” levati dai Maroni” a un certo punto dovevi aspettartela. Altrove sarebbe arrivata molto prima.

  17. maroni, con la “m” piccola, ovviamente. Ma al mio telefono non andava bene, voleva scrivere per forza Maroni! Potenza occulta della Lega!

  18. Una cosa che esula leggermente dall’argomento principale dell’articolo.
    Potete fare un resoconto sullo scempio che sta avvenendo a Bologna in queste ore?

    La celere all’interno delle biblioteche bolognesi, con cariche e manganellate è qualcosa di veramente osceno…

  19. […] ci spostiamo agli spazi sociali e culturali autogestiti, la vicenda dell’XM24 – vedi qui e qui – suona la campana d’allarme per le esperienze rimaste in […]

  20. Parola agli interessati:

    “Here people are anti-fascist, anti-capitalist and anti-racist. They make no money. Here you can learn about other cultures.”

    “This school is like a home to me. All the others asked me for documents, but here I didn’t need any,” says Youssef, from Morocco.

    “When I was looking for a school to learn Italian, I came here,” adds Alejandro, who arrived from Mexico. “I’ve learned a lot here. The teachers make an effort to give us everything so that we can learn to speak Italian.”

    http://www.portraitsfromitaly.com/2017/02/08/secret-italian-school-for-migrants/

  21. […] costruisco in periferia su terreni vergini sotto l’ombrello dell’interesse pubblico”, come dice Paola Bonora. Il governo cittadino, assunte le esigenze di valorizzazione del capitale come sola […]

  22. […] di Bologna, giunti a questo punto, ci sembra avere qualche interessante assonanza con quella di XM24 alla Bolognina. Prima mossa, spararla grossa:  “Una caserma al posto del centro sociale! […]

  23. […] Quel dipinto era stato realizzato per impedire che si abbattesse un pezzo del centro sociale per fare posto a una rotatoria. La soluzione in realtà si rivelò semplice: bastò costruire la rotatoria dieci metri più in là. Ma adesso che il murale “d’autore” è sparito sembrano sparite anche le remore di Ara e del sindaco Merola, che hanno deciso di non rinnovare la convenzione a XM24 e ingiungono lo sgombero entro giugno, applauditi da tutta la destra cittadina. Questo atteggiamento – così come le parole di Roversi Monaco e la sua mostra – rivela un’idea dell’opera d’arte come feticcio, qualcosa che ha valore in termini di prestigio e di mercato, e che in quanto tale va salvata dal deperimento. Tolta l’opera si può togliere anche il centro sociale, perché cosa mai può importare delle persone e delle attività che lo animano? Meglio farci qualsiasi altra cosa (una caserma dei carabinieri, una casa delle associazioni, o perché no, una rotatoria più grande…). […]

  24. […] resiste, e per questo rovina la messinscena della «rigenerazione». Apertamente schierato con gli esclusi dal banchetto della città del cibo, del turismo e […]

  25. […] di “riqualifcazione urbana” a Bologna, con grande interesse per quanto avviene in Bolognina e intorno all’ex mercato di via Fioravanti, ma anche sul processo partecipativo attivato sul […]

  26. […] «La “rigenerazione” rappresenta il core business degli anni futuri. Il bene durevole per eccellenza, che non a caso definiamo e distinguiamo come immobile, entra nel gioco dello spreco consumistico e diventa labile, deperibile, riproducibile. […] La dinamica è lineare: riconverto zone centrali demolendo e ricostruendo, in più costruisco in periferia su terreni vergini sotto l’ombrello dell’interesse pubblico, accorcio in questo modo il ciclo di vita dei manufatti e introduco l’idea della loro precarietà così mi garantisco un mercato imperituro. Un dispositivo perfetto.» (Paola Bonora, geografa, al convegno Fino alla fine del suolo, Bologna, 3 febbraio 2017) (Da qua) […]

  27. […] Merola si riversano fatalmente sugli spazi di Xm24: prima quella di farci una caserma, poi una casa della letteratura, poi un progetto segreto scritto forse con l’inchiostro […]

  28. […] ■ Abbiamo pubblicamente vituperato l’ipotesi di insediare, al posto del centro sociale, una caserma dei CC o una «casa della letteratura» [cliccando il primo dei due link, potete leggere una cronologia […]

  29. […] XM24, inanellando risibili progetti per giustificare lo sfratto dallo stabile di via Fioravanti. La variabilità di questi progetti lasciava trapelare l’inconfessabile evidenza: XM24 era un freno alla gentrificazione, […]