A proposito di dialoghi con Wu Ming 2: a brevissimo, sul nuovo sito di Dinamo (www.dinamopress.com) una lunga e densa chiacchierata su Affile, la memoria coloniale e la maledizione dei cantastorie…
Spiccano passaggi come: “Dov’è l’integrazione se gli africani si frequentano solo fra loro e i cinesi e gli albanesi fanno altrettanto? La massima interazione della comunità cinese con quella italiana e’ costituita dal rilevare a suon di denaro contante le nostre attività, ma figuriamoci se qualche cinese viene a spendere una lira sul corso il sabato. Ne avete mai visto qualcuno? La comunità cinese e’ chiusa in se stessa, e se ne guarda bene dall’integrarsi con quella che la ospita. Se ne guarda bene anche dal far imparare l’italiano ai propri figli, che magari sono nati qui e vorrebbero veramente integrarsi.”
Comunque già che ci siamo evidenziamo anche questa perla:
“Vogliamo farne una questione “culturale” dicendo che magari i Senegalesi hanno altre abitudini e che per loro vivere in tanti tutti insieme è non solo normale, ma segno di accoglienza e solidarietà reciproca. Benissimo, ma qui siamo in Italia, ci sono delle leggi e c’è uno Stato, anche se non sembra, e c’è un minimo di metri quadri per persona fissato per legge. Ne vogliamo parlare?”
Il passaggio che citi non è il più grave. Ripete luoghi comuni. Come tutti i luoghi comuni di questo tipo, si basa su un fondo di verità che però viene generalizzato indebitamente e quindi diventa razzista, però diciamo che è roba già sentita. Il passaggio sui senegalesi mi sembra introdurre un elemento più pernicioso:
“Vogliamo farne una questione ‘culturale’ dicendo che magari i Senegalesi hanno altre abitudini e che per loro vivere in tanti tutti insieme è non solo normale, ma segno di accoglienza e solidarietà reciproca? Benissimo, ma qui siamo in Italia, ci sono delle leggi e c’è uno Stato, anche se non sembra, e c’è un minimo di metri quadri per persona fissato per legge.”
E’ il procedimento tipico dei grillini quando parlano di immigrazione: si finge di denunciare la situazione per il bene dei migranti stessi (affollamento, condizioni igieniche etc.), mentre in realtà si sta facendo del bieco etnocentrismo, sorreggendolo sulla solita stampella legalitaria: “anche se il vostro vivere tutti insieme fosse espressione di concordia, accoglienza e solidarietà, qui siamo in Italia, abbiamo le nostre leggi, lo decidiamo noi in quali forme potete praticare o non praticare la solidarietà tra di voi. Qui si fa come diciamo noi italiani. La vostra concordia, cari i miei negri, è illegale! “.
Il razzismo grillino è particolarmente insidioso perché attacca l’antirazzismo alle spalle sfruttandone gli argomenti. Credo che sia questo il motivo per cui è talvolta difficile distinguerli. La retorica razzista del brano riportato non si fonda su una differenziazione biologica, ma sull’incompatibilità delle culture. Da questo punto di vista, il discorso grillino sembra affermare le differenze, ma solo per farle giocare attraverso dei confini precisi (la legalità). Come nota Wu Ming 1, il legalismo non è però meno essenzialista del biologismo perché si pone esso stesso a fondamento della segregazione sociale. Il legalismo diviene quindi una vera e propria teoria della segregazione e, in seconda battuta, della gerarchizzazione. Pur non ponendo la superiorità di una razza sull’altra, il discorso grillino determina una gerarchia razziale a posteriori basata sulle performance (più o meno legalitarie) di una cultura.
Questo attacco alle spalle lo devi combattere con le sue stesse armi ovvero in una società civile e basata su una cultura solidale ed egualitaria le leggi non possono impedire comportamenti che non recano danno e che non limitano la libertà di nessuno. Dobbiamo cambiare le nostre leggi quando sono sbagliate.
È riuscito ad infilare il problema dei rifugiati politici che non ricevono alcuna assistenza da noi e finiscono a vivere “sotto i ponti” in un discorso razzista, di chiusura, non dissimile da quelli di Alba Dorata quando dice di voler minare il confine greco. E poi tutta quella manfrina “l’africano è innocuo ma 650.000 rumeni sono un problema” è detta talmente bene, è narrata talmente bene che io sinceramente non riesco a smontare questa narrazione. Come si risponde correttamente ad un discorso del genere?
Nessuno ha in tasca la formula per combattere le forme del razzismo contemporaneo. Penso però che un primo passo sia prestare attenzione alla specificità dei fenomeni. L’ideologia grillina è particolarmente insidiosa perché da una parte lavora in linea di continuità con quelle lotte di liberazione che promuovono una politica della differenza e combattono la logica della binarietà, mentre dall’altra essa supporta le strategie di potere in atto, fornendogli un (in)volontario sostegno. Le differenze, nella logica grillina, non sono libere di circolare, ma immesse in frames che offrono caratteri formali comuni. Il richiamo ossessivo alla Legge è uno di quei caratteri formali che costringe la molteplicità e la differenza in un ordine rigido. La legge funziona cioè come un nucleo d’esclusione.
[…] Cultura di destra, neofascismi e populismi digitali. Giuliano Santoro e Wu Ming 2, live […]
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A proposito di dialoghi con Wu Ming 2: a brevissimo, sul nuovo sito di Dinamo (www.dinamopress.com) una lunga e densa chiacchierata su Affile, la memoria coloniale e la maledizione dei cantastorie…
A proposito di populismi digitali, questo l’ho trovato oggi in homepage sul sito di Obey:
http://youtu.be/CGECjjoJ3KE
“The American government is supposed to represent PEOPLE not lobbyists, big money and special interests.”
mi ricorda qualcuno… ;-)
Ecco qua un comunicato del m5s di pontedera e valdera sull’irruzione dei fascisti in occasione della cerimonia di consegna delle cittadinanze onorarie a bimbi nati in Italia da genitori stranieri (http://www.arci.it/speciale/comunicati_stampa/irruzione_fascista_a_pontedera_forza_nuova_incompatibile_con_la_democrazia/index.html)
Spiccano passaggi come:
“Dov’è l’integrazione se gli africani si frequentano solo fra loro e i cinesi e gli albanesi fanno altrettanto? La massima interazione della comunità cinese con quella italiana e’ costituita dal rilevare a suon di denaro contante le nostre attività, ma figuriamoci se qualche cinese viene a spendere una lira sul corso il sabato. Ne avete mai visto qualcuno? La comunità cinese e’ chiusa in se stessa, e se ne guarda bene dall’integrarsi con quella che la ospita. Se ne guarda bene anche dal far imparare l’italiano ai propri figli, che magari sono nati qui e vorrebbero veramente integrarsi.”
http://www.valdera5stelle.it/2073/perche-il-m5s-non-aderisce-alla-manifestazione-di-domenica-1811.html#more-2073
:)
Si era appena linkato questo comunicato in fondo all’ articolo “Un grillo qualunque”, quando si dice mente collettiva eh… :D
http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=10112&cpage=1#comment-15268
Comunque già che ci siamo evidenziamo anche questa perla:
“Vogliamo farne una questione “culturale” dicendo che magari i Senegalesi hanno altre abitudini e che per loro vivere in tanti tutti insieme è non solo normale, ma segno di accoglienza e solidarietà reciproca.
Benissimo, ma qui siamo in Italia, ci sono delle leggi e c’è uno Stato, anche se non sembra, e c’è un minimo di metri quadri per persona fissato per legge. Ne vogliamo parlare?”
Si, parliamone.
Ci siamo incrociati :-)
Il passaggio che citi non è il più grave. Ripete luoghi comuni. Come tutti i luoghi comuni di questo tipo, si basa su un fondo di verità che però viene generalizzato indebitamente e quindi diventa razzista, però diciamo che è roba già sentita. Il passaggio sui senegalesi mi sembra introdurre un elemento più pernicioso:
“Vogliamo farne una questione ‘culturale’ dicendo che magari i Senegalesi hanno altre abitudini e che per loro vivere in tanti tutti insieme è non solo normale, ma segno di accoglienza e solidarietà reciproca?
Benissimo, ma qui siamo in Italia, ci sono delle leggi e c’è uno Stato, anche se non sembra, e c’è un minimo di metri quadri per persona fissato per legge.”
E’ il procedimento tipico dei grillini quando parlano di immigrazione: si finge di denunciare la situazione per il bene dei migranti stessi (affollamento, condizioni igieniche etc.), mentre in realtà si sta facendo del bieco etnocentrismo, sorreggendolo sulla solita stampella legalitaria: “anche se il vostro vivere tutti insieme fosse espressione di concordia, accoglienza e solidarietà, qui siamo in Italia, abbiamo le nostre leggi, lo decidiamo noi in quali forme potete praticare o non praticare la solidarietà tra di voi. Qui si fa come diciamo noi italiani. La vostra concordia, cari i miei negri, è illegale! “.
Il razzismo grillino è particolarmente insidioso perché attacca l’antirazzismo alle spalle sfruttandone gli argomenti. Credo che sia questo il motivo per cui è talvolta difficile distinguerli. La retorica razzista del brano riportato non si fonda su una differenziazione biologica, ma sull’incompatibilità delle culture. Da questo punto di vista, il discorso grillino sembra affermare le differenze, ma solo per farle giocare attraverso dei confini precisi (la legalità). Come nota Wu Ming 1, il legalismo non è però meno essenzialista del biologismo perché si pone esso stesso a fondamento della segregazione sociale. Il legalismo diviene quindi una vera e propria teoria della segregazione e, in seconda battuta, della gerarchizzazione. Pur non ponendo la superiorità di una razza sull’altra, il discorso grillino determina una gerarchia razziale a posteriori basata sulle performance (più o meno legalitarie) di una cultura.
Questo attacco alle spalle lo devi combattere con le sue stesse armi ovvero in una società civile e basata su una cultura solidale ed egualitaria le leggi non possono impedire comportamenti che non recano danno e che non limitano la libertà di nessuno. Dobbiamo cambiare le nostre leggi quando sono sbagliate.
“l’incompatibilità delle culture” aka il “multiculturalismo” da limitare e combattere.
Come per quelli che vanno da Magdi Allam a Breivik
“E’ il procedimento tipico dei grillini quando parlano di immigrazione: si finge […]”
Il guaio è che sono dannatamente bravi ad usare quel procedimento. Sentite qui , da 2:05:00 in poi:
http://www.watershed.ustream.tv/recorded/27881750
È riuscito ad infilare il problema dei rifugiati politici che non ricevono alcuna assistenza da noi e finiscono a vivere “sotto i ponti” in un discorso razzista, di chiusura, non dissimile da quelli di Alba Dorata quando dice di voler minare il confine greco. E poi tutta quella manfrina “l’africano è innocuo ma 650.000 rumeni sono un problema” è detta talmente bene, è narrata talmente bene che io sinceramente non riesco a smontare questa narrazione. Come si risponde correttamente ad un discorso del genere?
Il grassetto doveva includere solo “narrata”, non capisco perché me lo abbia applicato fino alla fine.
Abbiamo corretto. Quando apri un comando html come “b” per grassetto o “i” per corsivo, poi per chiuderlo devi farlo precedere dallo slash: /b o /i.
Nessuno ha in tasca la formula per combattere le forme del razzismo contemporaneo. Penso però che un primo passo sia prestare attenzione alla specificità dei fenomeni. L’ideologia grillina è particolarmente insidiosa perché da una parte lavora in linea di continuità con quelle lotte di liberazione che promuovono una politica della differenza e combattono la logica della binarietà, mentre dall’altra essa supporta le strategie di potere in atto, fornendogli un (in)volontario sostegno. Le differenze, nella logica grillina, non sono libere di circolare, ma immesse in frames che offrono caratteri formali comuni. Il richiamo ossessivo alla Legge è uno di quei caratteri formali che costringe la molteplicità e la differenza in un ordine rigido. La legge funziona cioè come un nucleo d’esclusione.
Questo commento doveva essere indirizzato all’interno del thread di Theo e invece l’ho piazzato alla cazzo. Mi spiace.
A proposito del come e del perché il #M5S ha intercettato voti di destra [Pingback manuale] – Dite la vostra.
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