Chi ci segue su Twitter avrà visto che, da qualche settimana, almeno una volta al giorno, cinguettiamo a proposito di Wu Ming Lab.
Ma poiché Twitter è uno strumento dispersivo, e 140 caratteri son pochi per spiegare un progetto, è venuto il momento di dedicare alla questione qualche riga in più.
Fin dalla sua nascita, tra le ragioni sociali della Wu Ming Foundation, c’è il “raccontare storie con ogni mezzo necessario”, coinvolgendo nel processo una vasta comunità, poiché raccontare, per noi, è un verbo che si coniuga al plurale.
Per questo, la nostra attività di cantastorie non è mai stata soltanto quella di produrre racconti: li abbiamo sempre anche smontati e rimontati in pubblico, criticati, messi in discussione, trasformati e accresciuti con il contributo di chi desiderava commentare, scrivere, rielaborare. E l’abbiamo fatto con tutte le storie che ci sembravano interessanti, non solo con quelle che sceglievamo di maneggiare per i nostri romanzi.
Questo blog è diventato così anche un laboratorio di analisi delle “tossine narrative”, nel tentativo di costruire racconti alternativi ai miti tecnicizzati del potere.
Col tempo, questa caratteristica è diventata sempre più evidente, e abbiamo cominciato a ricevere inviti e proposte per tradurre in conferenze, workshop, seminari e corsi questa nostra attività “collaterale” – che in realtà è il cuore stesso di tutto il nostro lavoro.
A chiamarci per questo genere di interventi, il più delle volte, non sono soggetti strettamente interessati alla letteratura o alla scrittura, quanto piuttosto agli aspetti narrativi che si incontrano nelle più diverse discipline – dal fumetto alla pubblicità, dal cinema alla ricerca storica – con un occhio particolare per l’attivismo sociale e politico.
In altre parole: non abbiamo mai tenuto corsi di scrittura creativa e non intendiamo tenerne in futuro. Quel che vogliamo fare, invece, è creare un luogo di formazione e discussione, dove la nostra “didattica di strada” trovi anche una casa, un riparo per l’inverno e la pioggia, un posto da dove ripartire. Non per interrompere il girovagare di questi anni, ma per dargli un approdo e una rampa di lancio.
Wu Ming Lab vorrebbe essere questo: una stanza dove incontrarsi e confrontarsi, dove covogliare la nostra esperienza di narratori e docenti (alla NABA di Milano, alla Scuola Internazionale di Comics, all’Università di Urbino…), dove continuare il lavoro intorno alle narrazioni che già portiamo avanti su Giap – con la differenza che in una stanza ci si può vedere, ascoltare, respirare.
E per sottolineare da subito che il Wu Ming Lab è un posto dove si impara insieme, abbiamo scelto di non metterlo in piedi da soli, ma di chiedere aiuto al Laboratorio 41 di Daniele Bergonzi (vi ricordate la Compagnia Fantasma?). Una collaborazione che nasce da una forte sintonia sugli intenti di entrambi i progetti, ben al di là del semplice affitto della suddetta stanza e di un insostituibile aiuto in segreteria.
Questo spirito conviviale, significa anche che le iniziative del Wu Ming Lab non si limiteranno a corsi e seminari tenuti dai membri della Foundation, ma – come si suol dire – si avvarranno anche di altre proposte.
Intanto, il 14 dicembre, dalle 14.30 alle 18.30, saremo al Laboratorio 41 (in via Castglione, 41 a Bologna) per presentare con una “lezione zero” i tre per/corsi che partiranno a febbraio: Cantarchivio (a cura di WM2), Futbologia (a cura di WM3) e Sentieri della Terra di Mezzo (a cura di WM4).
Tutte le informazioni dettagliate sui singoli corsi, le date, i costi, i contatti e le prenotazioni, le trovate qui.
considerando che sto facendo carte false per riuscire ad ottenere il libro “Sentieri della Terra di Mezzo”, sto seriamente prendendo in considerazione l’ipotesi di venire a seguire il corso/seminario/incontro (o comunque lo si voglia definire). Il problema è che vivo a Vienna, cercherò di trovare un modo (economico) per venire.
Altrimenti saranno disponibili (anche a pagamento) delle registrazioni o riassunti degli incontri?
Il titolo è “Difendere la Terra di Mezzo”. Non credo tu abbia bisogno di fare carte false, a breve potrai acquistarlo direttamente dal sito dell’editore.
Al momento non so dirti se è prevista una registrazione degli incontri di marzo. Non si tratterà di conferenze, ma di un percorso di lettura e di un’attività laboratoriale di interazione con la storia narrata, verosimilmente fatto a gruppi. Al momento non saprei darti maggiori informazioni, perché il laboratorio è ancora in via di costruzione, ma sul sito del Laboratorio 41 troverai poi tutte le info del caso.
Sicuramente mi sarà più facile acquistarlo se non sbaglio il titolo :( (mea culpa)
Per le informazioni, manderò una mail e vedrò che mi dicono (anche per chiedere più informazioni riguarda al progetto in sè, che trovo comunque interessante a prescindere dal tema)
Io la butto lì… che ne direste di prendere in considerazione la partecipazione ai seminari in telepresenza…?!
Eh?! Eh?!
(facendo wink-wink con le sopracciglia)
Felice di leggere *Wu Ming 3* tra i relatori, però così, l’attesa per il prossimo romanzo corale si carica di ulteriori aspettative..
scusate, mi è partito un “pubblica il commento” per sbaglio.
In ogni caso: il messaggio che volevo lasciare è quello, per quanto la forma lasci molto a desiderare :(
Wu Ming 3 non partecipa alla stesura dell’Armata dei Sonnambuli, però è uno dei 5 fondatori della Wu Ming Foundation, e la Wu Ming Foundation ha ormai svariate attività che non sono per forza la scrittura, quindi…
Ok, però le due cose non sono collegate. Il romanzo che esce a marzo è stato scritto da WM1, WM2, WM4 e WM5.
Luca ha continuato a essere “Wu Ming 3” anche dopo il 2008, quando ha lasciato la band, perché… semel Wu Ming semper Wu Ming :-)
Nella nuova fase che inizia, con la Wu Ming Foundation che non include più solo la band di scrittori, ma è una costellazione di cui fanno parte progetti musicali (Wu Ming Contingent e altri), laboratoriali (Wu Ming Lab) etc., direi che anche il problema della “strana” collocazione di WM3 è superato in avanti. Todos Wu Ming, come ai vecchi tempi.
Basterebbe questo fatto (il ritorno dagli spogliatoi di Wu Ming 3) per stabilire che l’evoluzione di Wu Ming in Wu Ming Foundation è una grossa figata. Grande attenzione a questo processo perché in tanti siamo convinti che stiate facendo qualcosa di molto coraggioso; la norma in una situazione come la vostra sarebbe l’arroccamento e invece vi siete messi in gioco aprendo uno spazio collettivo di resistenza e di controffensiva. Questa roba va sostenuta in ogni modo.
Chissà quando la brutta e burocratica voce “Wu Ming” su Wikipedia – che (lista di titoli a parte) fotografa, e solo parzialmente, la situazione al 2008/2009 – registrerà tutti questi cambiamenti. Forse nel 2035 :-)
Per Wikipedia non esiste nemmeno questo blog, per dire.
Di certo non ci mettiamo ad aggiornarla noialtri…
Aggiungo che il “mettersi in gioco” riguarda anche la forma stessa del Wu Ming Lab. Per il momento, siamo partiti con 4 laboratori/seminari strutturati in maniera abbastanza tradizionale. Per sondare il terreno, valutare cosa interessa e cosa no. In futuro, potrebbero nascere per/corsi più atipici: che so, un gruppo di ricerca sulle “narrazioni tossiche”, dove analizzare e catalogare le diverse tossine in circolo nel corpo socio-narrativo… Un gruppo dove il “docente” è più un coordinatore e poi si legge, si studia, si ricerca insieme. A me uno sviluppo del genere interessa assai . Però un passo alla volta: prima costruiamo la pista, poi facciamo atterrare i sogni.
L’intervista di Wu Ming 2 a Radio Città del Capo sul Lab. http://radio.rcdc.it/archives/scrittore-laboratorio-wu-ming-128423/
[…] con il solo collettivo Wu Ming ma raccoglie più insiemi che si intersecano: Wu Ming Contingent, Wu Ming Lab etc. Stiamo cambiando, andiamo oltre l’essere-scrittori. Soggetti narratori […]
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