[Proponiamo in un unico post di Giap le audio-novità degli ultimi due-tre mesi, finora sparse tra blog e audioteca/podcast. Per scaricare un file, clicca sulla freccia verticale a destra del mini-player. Ricordiamo che il feed di Radio Giap Rebelde è qui. Ci arrivi anche da iTunes. Buoni ascolti! *]
Intervista a Wu Ming 1: come funziona Giap? Chi è un giapster?
Intervista a Wu Ming 1: come funziona Giap? Chi è un giapster?
Giuseppe «Nexus» Gatti intervista Wu Ming 1 su: comunicazione e velocità; saper rallentare il flusso per produrre senso e sabotare l’«andazzo» che costringe tutta la realtà in un metadiscorso; il funzionamento di Giap; come intendiamo i commenti al blog; come opera la comunità dei giapsters, e ancora: la transmedialità, la rete, il nostro uso di Twitter, la nostra poetica del non apparire in foto e video, le resistenze al capitalismo, la «mediazione al rialzo», non c’è «dentro»/«fuori» ecc.
Registrata la sera del 6 giugno 2014 alla Festa di Letteraria, Communia Occupato, San Lorenzo, Roma. Durata: 25’54”
Nomi tossici, Grande guerra e nuovi fascismi – Wu Ming 1
Wu Ming 1 – Nomi tossici, Grande guerra e nuovi fascismi
Intervento al convegno «Di cos’è il nome un nome? La toponomastica a Ronchi e nella “Venezia Giulia” tra imposizione e mistificazione”, Ronchi dei Legionari dei Partigiani (GO), 14/06/2014.
Sguardi obliqui per disintossicare – L’estremo Nord-Est come osservatorio privilegiato – Continuità tra Grande guerra e fascismo – Nel resto d’Italia, una sorta di schizofrenia nel pensare alla Grande guerra – Il cliché «grandi soldati, piccoli generali» – Sanitarizzazione ed estetizzazione della morte: Redipuglia e il Milite ignoto – La Grande guerra come viatico per riabilitare il fascismo: il caso Graziani/Affile – Le piazze e vie intitolate a Cadorna – Tecnocrazia UE e nuovi fascismi: l’incudine e il martello – Cambiare i nomi, sì, ma farlo bene, perché non sia un lavarsi la coscienza «all’italiana» – Ronchi dei Partigiani si sta muovendo bene – Cadorna e il rischio di «eccezionalismo» – La specificità della Grande guerra e della sua odonomastica – I nomi vanno tolti per ricordarli – Gli italiani brava gente: è sempre colpa di qualcun altro. Durata: 31’06”
Wu Ming 2 – Intervista a Radio Rumore (Reggio Emilia) su L’Armata dei Sonnambuli
Wu Ming 2 – Intervista a Radio Rumore (Reggio Emilia) su L’Armata dei Sonnambuli
In data 20 giugno, poco dopo la miseranda sconfitta dell’Italia contro il Costarica, Wu Ming 2 ha presentato L’Armata dei Sonnambuli presso il Teatro Artigiano di Massenzatico in una serata organizzata dal Centro Studi Cucine del Popolo. Al termine, lo ha intervistato Francesco Benati di Radio Rumore. Durata: 10’06”
Vivere senza slot. Wu Ming 1 presenta il libro a Bologna
Vivere senza slot. WM1 presenta il libro a Bologna
WM1 presenta il libro del collettivo Senza Slot a Modo Infoshop, Bologna, 12 aprile 2014. Nell’audio completo (ascoltabile qui) intervengono Mauro Vanetti, Pietro Pace, Luca Casarotti, Alessandro Villari, Paola Alessia Schintu e Ludovica Cassetta. Durata: 10’42”
«Bono Vox ci è sempre stato sul cazzo». Wu Ming 1 e Alberto Prunetti parlano di «The Frontman» di Harry Browne
«Bono Vox ci è sempre stato sul cazzo». WM1 e Alberto Prunetti parlano di The Frontman di Harry Browne
WM1 e Alberto Prunetti, curatori dell’edizione italiana del libro, presentano The Frontman (Alegre 2014), controinchiesta di Harry Browne su Bono Vox e sul «filantrocapitalismo».
Flatlandia, trasmissione di Radio Onda d’Urto, Brescia, 31 marzo 2014. Durata: 27’43”
Wu Ming Contingent Unplugged in Bologna
Wu Ming Contingent Unplugged in Bologna
Presentazione sui generis de L’Armata dei Sonnambuli alla biblioteca «Casa di Khaoula» di Bologna, 11 giugno 2014. C’era anche il Wu Ming Contingent in versione «unplugged» (Cesare Ferioli al cajon, Yu Guerra alla chitarra acustica, Wu Ming 5 e Riccardo Pedrini alla chitarra elettrica, Wu Ming 2 alla voce), che non solo ha presentato l’album Bioscop, ma ha eseguito letture musicali de L’Armata. Vi mettiamo a disposizione sia l’audio completo (sopra, durata 2h24’15”) sia gli mp3 separati delle diverse canzoni e letture (clicca qui per scaricare la cartella zippata).
Wu Ming 1 presenta le «Novelle crudeli» di Francesco Cusa
Wu Ming 1 presenta le Novelle crudeli di Francesco Cusa
Modo Infoshop, Bologna, 26 giugno 2014. WM1 e Francesco Cusa parlano della raccolta Novelle crudeli (Eris, 2013) e leggono svariate pagine. Durata: 54’05”
Cusa è nato a Catania nel 1966. È batterista e compositore jazz di fama internazionale. Attivo nell’ambito dell’interdisciplinarietà artistica, ha realizzato numerosi lavori di creazione di musiche per film, spettacoli teatrali e letterari, danza e arti visive, collaborando con noti ballerini, poeti e visual performers. Alterna la carriera da musicista a quella di scrittore e critico cinematografico. Collabora con le riviste Lapis e Cultura commestibile su cui cura la rubrica «Il cattivissimo». Collabora con Wu Ming da dieci anni, ha partecipato ai mondi transmediali di New Thing, Manituana, Altai e L’Armata dei Sonnambuli. Trovate (quasi) tutto qui.
L’Armata dei Sonnambuli a Flatlandia, Radio Onda d’Urto
L’Armata dei Sonnambuli a Flatlandia, Radio Onda d’Urto
Wu Ming 1 e Wu Ming 2 presentano L’Armata dei Sonnambuli alla trasmissione Flatlandia di Radio Onda d’Urto, Brescia, 28 aprile 2014. Durata: 38’50”
Serata dedicata a L’Armata dei Sonnambuli al Vag61, Bologna
Serata dedicata a L’Armata dei Sonnambuli al Vag61, Bologna – con «pillola» di magnetismo rivoluzionario a cura di Mariano Tomatis
Il collettivo Wu Ming al completo presenta L’Armata dei Sonnambuli al Vag61 di Bologna, in dialogo con Girolamo De Michele. Con intervento magico di Mariano Tomatis, promotore e organizzatore dei laboratori di magnetismo rivoluzionario. Durata: 1h46’23”
Mario Galzigna: appunti per il prossimo trentennio. Su Wu Ming e L’Armata dei Sonnambuli
Mario Galzigna: appunti per il prossimo trentennio. Su Wu Ming e L’Armata dei Sonnambuli
Intervento alla libreria laformadelibro, Padova, 30 maggio 2014. Durata: 10’30”. Docente di storia della scienza e di epistemologia clinica all’Università Ca’ Foscari di Venezia, Galzigna è autore di numerosi saggi, l’ultimo dei quali è Rivolte del pensiero. Dopo Foucault, per riaprire il tempo (Bollati Boringhieri, 2013). Ha tradotto e curato le edizioni italiane degli ultimi corsi di Michel Foucault al College de France, Il governo di sé e degli altri e Il coraggio della verità, entrambi pubblicati da Feltrinelli. Sempre per Feltrinelli, ha curato la raccolta di saggi Foucault oggi. Memorabile la sua conferenza-maratona-performance al vecchio Bartleby di Bologna, Cosa fa un filosofo nella casa dei pazzi?, 28 ottobre 2011.
* Forse, mentre stai leggendo e/o ascoltando, sta succedendo questo.
Per uno studio critico dell’intervista a WM1 presso @CommuniaRoma
http://www.youtube.com/watch?v=7xD2vZAhfFw
Qui trovate l’audio+powerpoint (in inglese) di un breve studio sul lavoro transmediale dei Wu Ming, attraverso la teoria di Henry Jenkins e la “narratologia cognitiva” di David Herman. Si accenna anche a Giap come sistema di intelligenza distribuita e autogestita, lanciando un ponte fra strada e web attraverso l’analisi della strategia del “book bloc” e la produzione di “artefatti cognitivi” da parte dei lettori in riferimento a Point Lenana e L’Armata dei Sonnambuli.
Grazie ancora a Wu Ming 1 per la disponibilità, e a tutto il collettivo Wu Ming per la diffusione online.
Hasta,
N.
Volevo solo segnalare che il link per scaricare l’intervista di Nexus non funziona (The file /opt/petra/data/VirtualDomains/wumingfoundation.com/www/docs/suoni/WM1_Come_funziona_Giap_%2520RM06062014.mp3 doesn’t exist)
Sistemato, grazie, adesso funziona anche il download di «Come funziona Giap? Chi è un giapster?».
Non commento spesso quanto scrivete (o “parlate”), ma devo dire che leggo o ascolto sempre con molto interesse: questo caso, ovviamente, non fa eccezione. Devo rivolgervi due domande:
1. ascoltando i vari file, non ho potuto fare a meno di accorgermi che è Wu Ming 1 il più “rappresentato”: è un caso, oppure è il vostro, come dire, “responsabile presentazioni”? Non lo dico in senso polemico, è solo per capire qualcosa di più rispetto a come si organizza un collettivo di scrittori;
2. voi insistete tantissimo sul concetto di transmedialità. Quello che volevo sapere è: cosa distingue la transmedialità dalla multimedialità? Usate un’altra parola semplicemente perché la seconda è fin troppo consumata dall’abuso che se ne fa (non mi stupirei se esistessero “narrazioni tossiche” anche riguardo ad essa), o c’è uno scarto di significato?
Vi ringrazio.
P.S.: il professor Galzigna è molto simpatico :-)
È un caso, dovuto all’accumularsi di registrazioni di eventi dove c’ero io. In altri post preponderava la voce di altri WM. Le pubbliche “prese di parola” (presentazioni di libri nostri e altrui, conferenze, convegni, interviste, reading) sono divise tra di noi piuttosto equamente per quanto riguarda la quantità, dopodiché ognuno di noi ha tematiche specifiche che segue con più costanza e più da vicino, ad es. la poetica di Tolkien è pane di WM4, di paesaggio/territorio/montagna se ne occupano WM2 e – da meno tempo – il sottoscritto (ciascuno col suo approccio), di sottoculture giovanili urbane e tribù musicali è più facile sentir parlare WM5, di confine orientale e revisionismi storiografici mi occupo più spesso io, riflessioni tra narratologia e scienze dell’educazione arriveranno più spesso da WM2, and so on.
Si dice “transmediale” una narrazione, un’opera d’arte, anche un discorso che prosegue e si articola attraverso diversi media, diversi linguaggi, diverse piattaforme, traendo vantaggio dalle specificità di ciascun ambito. Il mondo di un romanzo che viene esteso dai lettori tramite disegni, spin-off, giochi di ruolo, manufatti ecc. è un esempio di transmedialità.
Per avere transmedialità non basta, ad esempio, trarre un film da un romanzo o viceversa, cioè narrare in due modi diversi la stessa fabula: bisogna avere una narrazione che parte dal romanzo e prosegue nel film o viceversa.
“Multimediale” invece è una parola ormai obsoleta, risalente a una fase della cultura di massa in cui la separatezza dei media era la norma e la loro compresenza l’eccezione. Si chiamava, per esempio, “multimediale” una serata dove si leggevano testi, si suonava, si proiettavano film. Adesso la compresenza dei media è la norma, tutto quanto è “multimediale”, qualunque pagina web è multimediale (il post qui sopra ha immagini, testo, suoni), qualunque operazione fatta col tuo smartphone è multimediale (interfaccia grafica, comunicazione a voce, comunicazione scritta, musica, informazioni, mappe…) e quindi il termine è diventato pleonastico.
[…] le comunità giapster, le mailing list e i gruppi di lavoro nati da discussioni svoltesi qui sopra (se ne parla qui, e intanto continuano a formarsene, il primissimo fu il gruppo di “lettori volontari” […]