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Insomma, pare che l’Italia voglia tornare su uno dei suoi luoghi del delitto, cioè in Iraq, a bombardare come ai tempi di Cocciolone, ad annichilire questo e quello come ai tempi di Nassiryah, e magari a far vedere come muore un italiano, come ai tempi dei contractors. Del resto, quando si ottengono buoni risultati, perseverare è doveroso.
Intanto, le grandi potenze fanno a gara a chi bombarda più civili in Medio Oriente. Tutto per combattere l’ISIS, si dice. Cioè un nemico-golem creato dagli interventi militari precedenti… con più di un aiutino da parte della Turchia di Erdogan. Quella Turchia che è un paese Nato e da mesi – mentre la Nato dice di combattere l’ISIS – reprime e bombarda i curdi, cioè gli unici ad avere sconfitto l’ISIS sul campo. Aria viziata a circolazione forzata.
E la Russia che forse metterà i boots on the ground. L’ultima volta che la Russia ha pestato quei boots fuoricasa è stata in Afghanistan, dove ha strascicato per anni una guerra condotta in modo disastroso, durante la quale si sono formati i Bin Laden, gli al-Zawahiri, i mullah Omar. Più di recente, il terrorismo islamico non è calato ma cresciuto anche per colpa di Putin, per quello che ha combinato e tuttora combina in Cecenia. Con l’ISIS in Siria pare ci siano 2500 ceceni. Insomma, scusateci se, per questi e per molti altri motivi, la favoletta di Putin salvatore del mondo non ce la beviamo.
Tutti i padroni del pianeta dicono di voler combattere l’ISIS (chiagni), tutti usano l’ISIS per portare avanti i loro interessi (fotti).
Non c’è da dubitare che, per l’ennesima volta, anche l’Italia farà del proprio peggio.
Nel post «L’uccisione di Omar al-Mukhtar» abbiamo esaminato un pezzo di “curriculum” italiano nel mondo arabo e alcune prodezze dell’aviazione militare italiana.
Nel post «L’uomo dell’Etiopia» abbiamo ricordato altre azioni eroiche dell’aviazione militare italiana, stavolta in Africa orientale. Roba di quando bombardavamo gli ospedali.
Se pensate che siano storie vecchie e superate, iprite passata sotto i ponti, beh, sappiate che di consimili prodezze i nostri governanti – e pure certi media che un gonzo definirebbe “insospettabili” – vanno fieri ancora oggi, e le pongono a modello per il domani. Non si contano i solenni encomii e le onorificenze. Voi la comprereste una memoria usata da una così?
Ora cambiamo angolatura, raccontando di un italiano che combatté contro l’imperialismo del suo Paese. Uno che ci riscatta almeno un poco, noi italiani che troviamo ancora orrida una certa Italia. Il terzo video della serata «Resistenze in Cirenaica» del 27 settembre scorso è infatti dedicato a Ilio Barontini (Livorno 1890 – Scandicci 1951).
Ecco la line-up del reading/concerto:
Wu Ming 1, voce recitante;
Fabio Tricomi, oud e chitarra;
Camilla Serpieri, canto e tastiera Korg;
Claudia Finetti, canto.
Il testo si intitola «Paulus» – nome in codice di Barontini in Etiopia – ed è ispirato al libro di Fabio Baldassarri Ilio Barontini. Fuoriuscito, internazionalista e partigiano, Robin Edizioni, Torino 2010.
Le canzoni eseguite da Fabio, Camilla e Claudia sono Puente de los Franceses e La complainte du partisan.
Qui una galleria di fotografie della giornata, scattate da Michele Lapini.
Un bellissimo resoconto della giornata si trova sul sito di Bolognina Basement: «Trekking urbano per un mito dinamico. Storie di (r)esistenze nella Cirenaica bolognese».
Di molti degli episodi linkati sopra – delle nefandezze dell’imperialismo italiano, dell’iniziativa «Resistenze in Cirenaica» e di come le istituzioni italiane stiano celebrando acriticamente la mattanza della prima guerra mondiale – si è parlato a Verona il 19 settembre, alla presentazione di Cent’anni a Nordest nel cortile della libreria Gulliver. A dialogare con Wu Ming 1 c’erano il giornalista Beppe Muraro e Massimo Natale, docente del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università degli Studi di Verona. Introduce e chiude l’incontro Luigi Licci.
Proponiamo qui l’audio della serata, al culmine della quale, come nel libro, si è fatto un elogio della diserzione.
Cent’anni a Nordest a Verona, 19 settembre 2015
CENT’ANNI A NORDEST A VERONA, 19 SETTEMBRE 2015 – Durata: 1h 40′
Il file è scaricabile anche in una cartella zippata e dal podcast Radio Giap Rebelde (anche su iTunes).
[…] un primo inquadramento della figura di Barontini, internazionalista e antifascista par excellence, rimandiamo al testo Paulus contenuto in questo libro. Per un approfondimento, c’è la biografia scritta da Fabio Baldassarri Ilio Barontini. […]
[…] con via Paolo Fabbri. «Picchetto d’onore» con restauro del murale. Wu Ming 1 leggerà il suo racconto Paulus dedicato a Barontini, con l’accompagnamento musicale del Bhutan Clan. Saranno disponibili […]
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[…] in là, ci sarà il restauro murales dedicati al ferroviere anarchico che dà il nome al giardino e al comandante partigiano che dà il nome alla via. I murales sono stati più volte deturpati da un “ignoto” […]