Giovedì 29 aprile arriva nelle librerie Il sentiero degli dei, ultimo lavoro di Wu Ming 2 e seconda uscita per la collana A passo d’uomo della casa editrice Ediciclo.
Per spiegare meglio di cosa si tratta, ecco le due pagine che aprono il volume.
Nota dell’Autore
(alla maniera di Paco Ignacio Taibo II)
Una buona parte di questo libro consiste nella descrizione del cammino che va da Bologna a Firenze, da Piazza Maggiore a Piazza della Signoria, conosciuto con il nome di Via degli Dei. Tappa per tappa, il lettore può seguire il percorso e il camminatore arrivare a destinazione. C’è pure una scelta di foto scattate lungo il tragitto e una guida pratica per chi vorrà cimentarsi.
Mancano però le mappe topografiche al 25000 e il tono dei vari paragrafi è narrativo, partigiano e sentimentale. Sarebbe dunque difficile sostenere che questa è una guida per escursionisti.
Una buona parte di questo libro ha per protagonista un personaggio fittizio, con i suoi pensieri e le sue motivazioni. Alcune avventure che gli accadono sono frutto di invenzione, altre – le più numerose – si basano su fatti realmente accaduti. Tuttavia la trama del libro è il semplice susseguirsi dei passi e il protagonista è una mano tesa al lettore, per invitarlo a camminare. Sarebbe dunque molto difficile sostenere che questo è romanzo. Di certo, non è letteratura.
Cinque parti di questo libro sono racconti brevi (i “notturni”) che si possono leggere anche in maniera autonoma, e forse altre sezioni del testo hanno la stessa caratteristica.
Tuttavia, sarebbe difficile sostenere che questa è una raccolta di novelle.
Una buona parte di questo libro si basa sulle esperienze dell’autore lungo la Via degli Dei, che egli ha percorso in due occasioni: dal 25 al 29 settembre 2002 e dal 1 al 5 ottobre 2009.
Il cammino qui narrato, però, non corrisponde al resoconto di quelle giornate e molti argomenti contribuiscono a portarlo fuori strada. Sarebbe dunque difficile sostenere che questo è un diario di bordo.
Una buona parte di questo libro denuncia le “emergenze ambientali” che affliggono l’Appennino tra Bologna e Firenze, in particolare quelle legate ai lavori per il Treno ad Alta Velocità. In fondo al volume vengono citate tutte le fonti dei dati e delle affermazioni riportate.
Tuttavia, per quanto documentato, l’autore non è né un tecnico né un giornalista. Sarebbe dunque difficile affermare che questo è un saggio, un reportage o un’inchiesta.
Le cinque (o più) tappe della Via degli Dei attraversano due Regioni, due Province e quattordici comuni.
Se non vi piace attraversare i confini, camminare sui crinali e stare nei margini, temo che questo libro non faccia per voi.
In caso contrario, potreste provare a leggerlo, e trovarci dentro una guida per escursionisti, una raccolta di novelle, un diario di bordo, un saggio, un reportage, un inchiesta e chissà cos’altro.
Questa introduzione del libro è pura perfidia :-))
Ricordo questo sentiero, la flaminia militare, scoperta dopo aver letto Guerra agli Umani, credo. Entrai in contatto con Manaresi, mi sono procurato le poche guide che esistono (della Tamari Montagna mi pare) ed ho organizzato meticolasamente il percorso.
Non sono mai partito. Sarà la volta buona? Vediamo che effetto mi fa il libro/non libro.
@paola: La perfidia dell’introduzione è direttamente proporzionale alla perfidia di alcuni nostri lettori, pronti a bacchettarci perché la fascetta di Altai non era abbastanza chiara e poteva far pensare che il romanzo fosse l’epilogo di Q. Così ho voluto dire fin da subito cos’è questo libro e cosa non è. Nasce come “guida narrativa” di un sentiero che amo molto e poi cerca di forzare i suoi stessi limiti, di essere una guida ma non solo, insomma un oggetto narrativo non identificato. Se poi il risultato ha un senso, o se invece sono soltanto due colpi al cerchio, due alla botte e uno per terra, dovranno giudicarlo i lettori, ma almeno potranno farlo senza aspettative sbagliate.
@milton: *Guerra agli umani* fu scritto proprio in seguito alla mia prima camminata sulla Via degli Dei. La guida della Tamari resta indispensabile, anche se nella nuova edizione ci sono le mappe al 50.000, strette strette, molto meno utili del precedente pieghevole, allegato alla guida, con le cartine al 25.000 belle spaziose.
Domenico Manaresi, l’ideatore del sentiero, se non sbaglio è morto tre anni fa. Spero che da qualche parte, lungo il percorso, mettano qualcosa per ricordarlo.
L’introduzione è talmente perfida che sembra marketing… Scherzi a parte, prenderò il libro perché da qualche anno, per vacanza, frequentiamo l’appennino tra Bologna e Firenze e non è detto che prima o poi non si faccia questo viaggio. Coi pargoli al seguito, sia chiaro! :-)
Appunto. Perfido e azzeccato ‘marketing’, perchè mette insieme quanto di meglio un appassionato di storia, geografia, letteratura, sogni, ambiente, attualità – e pure curioso – potrebbe desiderare. Guarda che queste due pagine sono già una guida, una mappa, un modo di guardare. Bellissimo leggerle. Grazie dell’anticipo.
Qui si potrebbe aprire un bel dibattito su cos’è marketing e cosa no… Anche il fatto di raccontare una storia nel miglior modo che si conosce, e di stamparla su qualche centinaio di pagine, comprese dentro una bella copertina, potrebbe essere considerata un’operazione di marketing per vendere un oggetto chiamato libro. E in generale, cercare di far bene il proprio mestiere cos’è, se non marketing di sé stessi?
Scherzi a parte, io ‘ste due pagine le ho scritte davvero come avvertimento e bonaria presa in giro per chi si accosta ai libri con le idee troppo chiare. Poi se funziona anche per incuriosire, non può che farmi piacere. Nei prossimi giorni le curiosità non mancheranno. Promesso.
Beh, secondo me qualunque appassionato fa allegramente marketing della cosa che lo appassiona, da sempre. Almeno se gli piace comunicare e condividere. Forse un artista intuisce ancora meglio quello che è nell’aria, coglie l’occasione e porge il risultato al pubblico, ai lettori, ecc. Anticipa insomma, e indica nuovi percorsi.
Nel caso di queste 2 pagine penso che dentro già ci sia un approccio che fa ‘camminare’ il lettore su idee da sviluppare… valide, qualunque cosa sia scritta nel resto del libro, e per qualunque altro luogo ;-)
http://kaizenology.wordpress.com/2010/05/01/2713/
[…] racconti notturni scandiscono il cammino lungo Il sentiero degli dei. Prendono corpo al buio, tra una tappa e l’altra, mentre il protagonista cerca di dormire. […]
[…] di servizio: sul camminare, e non solo, Il sentiero degli dei. Seconda comunicazione di servizio: Elizabeth Strout sullo Storytelling. Terza comunicazione di […]
Quando lo troveremo scaricabile sul sito?
Tra quattro-cinque mesi, come è stato per tutti i nostri libri dal 2000 a oggi.
Ma sarà già ottobre! Maledizione!
I primi giorni di ottobre sono un periodo stupendo, per fare la Via degli Dei :-)
Le due volte che l’ho fatta io, la Via degli Dei, si era sempre a cavallo tra settembre e ottobre. Nel 2002 ho preso acqua in testa 24 ore su 24 per i primi due giorni. Nel 2009 è andata molto meglio, mai una goccia, e venti gradi di temperatura media, ideale per camminare.
Comunque ho preparato anche un file per Google Earth con tutto il percorso tracciato e lo metterò presto on line. I segnavia del CAI, lungo il sentiero, sono sempre piuttosto evidenti. Chi ha un minimo di esperienza può fare il percorso anche senza guida scritta, raccogliendo informazioni on-line, ad esempio partendo da qui: http://www.volipindarici.it/appunti/bo_trekking/index.htm
(La sezione “Annotazioni di revisione del viaggio” è il testo di una lettera che scrissi al webmaster dopo la prima traversata, nel settembre 2002)
Ho finito il libro, e ti ringrazio per averlo scritto.
I ‘notturni’ sono molto belli, molto.
Le due pagine dell’introduzione mica te le dicono le emozioni che offre il libro… :-))
Mi associo ai ringraziamenti. Oltre a motivarmi ancor di più ad intraprendere la via, ha suscitato impressioni molto vivide. Incredibile quante cose si possano ignorare di ciò che ci circonda.
Grazie davvero
:-)
Beh, grazie a voi di averlo letto, nonostante il silenzio stampa che ancora circonda il libro… Per quanto mi riguarda, se quelle pagine mettono voglia di partire e di osservare meglio anche il paesaggio più banale, allora è valsa la pena scrivere e camminare sulla Via degli Dei.
Beh, sì, ‘mettono voglia di partire e di osservare meglio il paesaggio’. Lo sai che da noi il paesaggio non è affatto un concetto così chiaro… ci sono i luoghi noti, la viabilità storica, le leggende, un sacco di informazioni se vuoi, ma non sempre riescono a produrre una idea di cosa sia il paesaggio nel suo insieme.
I dati spiegati nel libro sono un buon compendio proprio di quanto serve a formarsi un concetto di paesaggio. Quindi credo che tu abbia fatto una cosa molto molto utile per creare un tipo di sensibilità, e quindi consapevolezza, ecc. – anche per gli ‘addetti ai lavori’. Tutto serve, e più che mai uno scrittore…
[…] Per quel che ci riguarda, noi finora abbiamo confinato la narrazione diretta del presente in alcuni racconti come “Momodou” che racconta l’uccisione a sangue freddo di un migrante da parte di carabinieri o “American Parmigiano” che racconta la disillusione, la “fuga dei cervelli“, Oppure in alcuni libri solisti, come quelli di Wu Ming 2. […]
Grazie per la bella serata di San Lazzaro, dolce e suggestiva. Tornando a casa, ripensando alle varie cose esternate (tra cui lo splendido intervento dell’ecowarrior di Loiano :-) ) mi sono tornate in mente voci riguardo alle zone tra Budrio e Medicina in cui doveva sorgere il nuovo stadio. Saltato il progetto sembra che stiano ragionando su come reinvestirlo: discarica, spazio Nato o centrale nucleare, le opzioni giuntemi alle orecchie. Vedrò se riesco a trovar qualcosa, se interessa la linko. Saranno anche voci di paese, ma non si sa mai.
CamminiamoLo…!
Da tempo, come appassionato camminatore nella natura (avrei detto di trekking ;-) ), avevo in mente di fare un percorso lungo abbastanza per staccare dai ritmi e dai modi di vita artificiosi che ci imponiamo, volenti o meno, nel partecipare a vario titolo al delirio contemporaneo (e poco collettivo, almeno in senso consapevole…) in corso.
Il libro e questo forum potrebbe essere (come dice Milton) lo stimolo e l’occasione giusta…!
La mia idea più immediata sarebbe quella di formare un gruppo, o più di uno (per eventuali affinità… Comodi o Selvatici, Senza Tempo o con i Giorni Contati, Estivi o Autunnali) che vuole cimentarsi, confrontarsi e condividere oltre che l’intellettualità del cammino anche la vera e propria fisicità del camminare lungo il Sentiero degli Dei… Gambe, fiato, sudore, panorami, profumi e incontri compresi? :-)
E’ vero, come ho letto, che un corso di lingua all’estero in compagnia di altri italiani non serve a nulla (e posso confermare che da soli, invece, è molto più efficace) ma ci sarà pure una formula per avvicinare esperienza individuale e condivisione senza che l’una arrechi danno all’altra…
Chiedo l’aiuto di chi legge (e soprattutto di chi scrive…!) per realizzare questo tentativo (gruppo, staffetta, processione… boh) che ci faccia avvicinare e magari attraversare le nostre colonne d’ercole (fatte di abitudini fisiche e culturali) e vedere cosa c’è al di la… che ci faccia provare esperienze ed incontri di mondi per noi nuovi.
Che ne dite?
@manihiki: L’idea mi pare molto bella, e se questo spazio può servirti, usalo pure per farla decollare e raccogliere adesioni.
Un buon modo per conciliare il cammino solitario e la condivisione di gruppo, è quello di partire scaglionati, magari dopo il pranzo, e di ritrovarsi tutti soltanto la sera, a raccontarsi quel che si è vissuto. Se poi c’è la possibilità di fare percorsi alternativi, ancora meglio.
Io ci sto!!!
Come far recepire la mia adesione?