[Domani sera (sabato 26 febbraio) alle 21, al CSA Leoncavallo di Milano (via Watteau 7), concerto + reading per presentare l’album Altai, possibile colonna sonora del nostro romanzo, realizzata dal duo Skinshout! (Francesco Cusa alla batteria e Gaia Mattiuzzi alla voce), con la collaborazione del vulcanico polistrumentista Xabier Iriondo.
L’etichetta è Improvvisatore Involontario, che ovviamente è ben più di una label discografica indipendente: è un collettivo espanso, un network di musicisti e sobillatori, una fucina di accadimenti sonori della cui importanza e radicalità ci si può render conto visitando il sito ufficiale. Alla serata interverrà Wu Ming 1, che oltre a recitare brani da Altai, leggerà frammenti arroventati di Anatra all’arancia meccanica.
A proposito di AaAM (ma non solo), segnaliamo un’intervista a Wu Ming 4 uscita oggi su Il Riformista. La linkiamo noi, così almeno la legge qualcuno.
Tornando ad Altai, constatiamo che finora è il nostro romanzo che ha ispirato più progetti musicali (e, di conseguenza, tournées): c’è Altai Lyric Suite della Compagnia lirica di Milano + Fabrizio Pagella feat. Wu Ming 1; c’è il reading/concerto di Wu Ming 2 con la Contradamerla (presto proporremo lacerti sonori anche di quello); c’è il reading di Wu Ming 1 con la Maxmaber Orkestar; e ora c’è quest’album oltranzista.
Di seguito, le note di copertina di Altai (scritte da noi), il primo brano dell’album (Fuga da Venezia) e i link a nostre precedenti collaborazioni con Francesco Cusa.]
.
Sì, è davvero un «urlo della pelle» quello del duo Skinshout, qui in combutta con Xabier Iriondo e i suoi strumenti inauditi (come il Mahai Metak, subdolo bouzouki dell’inferno). E come suol dirsi, tutto torna: il nostro Altai è infatti un romanzo di grida ed epidermidi urlanti, di scuoiamenti, di uscite di serpenti dalla propria pelle. Questa possibile colonna sonora del libro rende udibile lo skin shout del protagonista, Manuel Cardoso, durante la sua muta, la sua uscita dalla crisalide europea. Metamorfosi che, da bruco, lo trasforma in… un altro bruco. Dalle foci del Po verso oriente, la fuga non è un volo di farfalla, ma uno strisciare ventre a terra. Solo a Costantinopoli si guadagnerà l’ammissione ai vertebrati, nella classe degli uccelli, famiglia dei falconidi. E scoprirà che non basta.
Settembre 1569, fuga da Venezia. Rumore di passi, sospiri, vocalizzi reali e immaginati. Manuel si aggira per le calli all’imbrunire, braccato dagli sgherri che egli stesso comandava fino a poche ore prima. Una gondola lo porta via, le voci si allontanano nella bruma insieme a San Marco. Sfilano i palazzi, seminascosti dalla tenebra. Più che distinguerli con nettezza, ne avvertiamo la mole. La memoria riempie i vuoti dove gli occhi non colgono. Dissolvimento, dissolvenza.
Attraverso i Balcani, ancora in fuga, sempre tra acque e terra. Sul fiume Axios attraverso la Macedonia, fino all’Estuario che sbocca nell’Egeo. Stavolta Manuel non è solo, invano chiede dove lo stiano portando. La voce è remota: è l’eco dell’inseguimento veneziano rimasta nelle orecchie? Oppure è ciò che attende più avanti? L’acqua intorno a noi è quella del Golfo Termaico. Benvenuti a Salonicco.
Il mercato: richiami di venditrici, «Berendjenas! Guevos! Poyo! Sevoya!» Musichette giungono dal fondo della piazza, si insinuano curiose tra le bancarelle, fanno da bordone ai rumori di mille mestieri, stappare di contenitori, cigolii di arnesi di legno.
Costantinopoli, dicembre 1569. Entriamo dal mare, la giornata è fredda e turbinosa. Il ritmo è quello di un avvicinamento, come un «Bydlo» di Mussorgsky dall’incedere estenuato. Puzzo di morte, escrementi, urina: il nostro arrivo è salutato come si conviene. L’ultima notte di sonno risale a chissà quando.
I venti che sferzano Istanbul, agguato di tre flagellatori. Sentiamo gli schiocchi dei loro scudisci e, per la prima volta, quelle che udiamo sono parole, passiamo in rassegna interi mondi: italiani a crocchi, veneti e genovesi, olandesi rubizzi, francesi, moscoviti foderati di pelliccia…
Altai. La title-track raduna tutti i significati del nome: la catena degli Altai, i «monti d’oro». I popoli altaici e le loro lingue. Il luogo di origine del falco altaicus. Siamo sospesi in volo, a testa in giù e circondati d’azzurro, nell’istante di stallo che precede la picchiata. Le voci giungono da sotto, dalla pelle del pianeta, e il rumore del mondo è soltanto un brusìo… Poi inizia la picchiata.
Pezzi di Famagosta ci vengono incontro. L’arrivo in una città agonizzante, spezzata da un anno di assedio, è accolto da rottami, assi annerite, botti sfondate. Una veste femminile galleggia sulle onde, insieme a uno stendardo sfilacciato e crivellato di colpi.
Una scena vastissima, immane. I cannoni battono la città, incessanti, simili a giganteschi fabbri ferrai, nudi e sudati, come sulla moneta da cinquanta lire. Un mare di bandiere garrisce nel vento e la musica di guerra suona, monotona e stridente.
Lepanto, o meglio: Isole Echinadi. Suona il bouzouki dell’Ade, le flotte sono ancora lontane ma la tragedia è imminente. Vedi? Laggiù ci sono tutti i migliori capitani. C’è Ucciali, il calabrese. C’è Caracoggia, c’è il comandante Scirocco. C’è il figlio del Muezzin, il coraggio non gli manca di certo. E ci sarà anche Mimi Reis, all’anima di chi v’ha mmuerte.
L’ultima traccia è post-orgasmica: sul mare di sborra di guerra si macerano, frolli, i resti dello scontro. Et stetit mare a fervore suo, sazio del sacrificio di migliaia. Ottobre 1571.
In diversi dialetti dell’Italia settentrionale «al tai» significa «il taglio». Taglio netto (illusorio, vagheggiato, vaneggiato) col passato, con la madre, con le radici, e poi nell’altra direzione: con l’occidente, con l’Europa. Questa musica riproduce il «taglio», lo rappresenta acusticamente. E’ una musica di cesura, coupure, contrasto netto, la voce è una lama che opera tagli in più direzioni, fende i suoni da est e da ovest. La voce è il conflitto. La voce è un’impotenza che cerca un impossibile, un punto fermo su cui insistere. Ma non lo trova. L’urlo della pelle di Manuel è tutto in queste tracce. E non c’è consolazione. Cusa, Mattiuzzi e Iriondo non portano pace: portano una spada.
E un bouzouki.
Skinshout! feat. Xabier Iriondo, Altai | [mp3_embed playlst=”http://www.wumingfoundation.com/suoni/Skinshout_Altai_01_Fuga_da_Venezia.mp3″] |
.
Due note sull’intervista: 1) Le domande sono state editate *dopo* averle proposte, così alcuni riferimenti di WM4 non si riferiscono più a nulla. 2) il titolo riporta tra virgolette un’espressione mai pronunciata (o scritta): “la gang sessuale che ci governa”. Machevvelodicoaffa’?
In particolare: la domanda su Santachiara è stata cambiata, e si capisce leggendo la risposta. C’era un paragone tra S. e Mino Raiola che poi è stato rimosso (probabilmente xché insensato), ma nella risposta c’è ancora il riferimento al calcio :-/
Sembra un “editing” più dovuto a fretta-e-furia che a malafede. E comunque l’intervista, alla fin fine, è buona.
Ne approfitto per fare un’altra precisazione: è un falso il video in cui noi WM, a detta di alcuni commentatori, staremmo scavando “fosse comuni” per i nostri nemici.
Quel filmato è vecchissimo, risale al novembre 1996, siamo in un prato di Bologna e stiamo seppellendo un criceto:
http://www.lutherblissett.net/archive/177_it.html
P.S. Quello finito nel fosso con l’auto era il compagno Alberto Rizzi, poeta anarchico, body-artista e film-maker, ideatore della celebre beffa a “Chi l’ha visto?”.
Rizzi compare, con il nome adeguatamente storpiato, in tutti i nostri libri. In Q è “Adalberto Rizzi” (meglio noto come “Frate Pioppo”, in 54 è “Carlo Alberto Rizzi” (poeta triestino) etc. etc. E’ anche l’eroe di “American Parmigiano”.
Compare qui (sempre in auto, ma probabilmente non la stessa del ’96) al minuto 1:04 di questo video da egli stesso diretto:
http://www.youtube.com/watch?v=e8TNVwVr_SI
ma l’intervista non era poi cosi’ male: solo in certi punti non si capiva proprio…
ci vediamo stasera.
e’ proprio di cattivo gusto farsi firmare Altai?
=)
Altai, ma anche AaAM :-)
Noi firmiamo i libri coi caratteri cinesi.
Ma anni fa, lo ammettiamo, ci capitò di firmare alcune copie coi nomi della “banda dei Ferdi” (dal racconto Tomahawk: Ferdi L. Punyatt, Ferdi Bouquin e Ferdi Graugne.
(in bolognese sono tre espressioni alquanto volgari)
aaam non ce l’ho ancora che amazon e’ lenta, ma canard a l’orange mechanique e pantegane e sangue furono i miei libri preferiti della pre-adolescenza.
oltre che a livello intellettuale/concettuale avevo bisogno di un approccio senza eufemismi anche a livello narrativo.
“I bei tempi non ci sono mai stati Pietro, giocavamo al gatto e al topo per conto terzi, convinti che gli anni migliori dovessero ancora venire.”
ai miei occhi, sublime.
comunque gli ideogrammi cinesi vanno benissimo, tanto la firma e’ solo una scusa per importunare i “tuoi” narratori.
=)
a stasera//
ale
@Wu Ming 1
ok i primi due nomi in bolognesi, ma il terzo non lo capisco proprio… :-(
Ho il medesimo problema manifestato da JGrady…
“Va a fèr di graugne” significa la stessa cosa delle altre due espressioni. Credo che la traduzione letterale sia “va a fare dei grugni”. Io però non sono di origini bolognesi quindi non so risalire all’immagine figurata, se non a intuito…
In bolognese “al groggn” è il grugno, il muso, la faccia. “Fèr di groggn” può significare “fare delle boccacce”, ma anche “fare sesso orale”. “Va’ a fèr di groggn” oggi è sentita come espressione volgare, in riferimento al secondo significato, ma per i nostri vecchi voleva dire più semplicemente “vai al diavolo”.
Grazie per la parentesi esegetica!
Ma se uno non si fosse potuto recare a Milano per mille motivi, ci saranno mica dei link/dei modi per sentire il tutto? Io ho cercato un po’, ma magari mi son perso qualcosa.
Beh, fate sapere che ero proprio curioso.
@ Giorgio
purtroppo il Leoncavallo, ieri sera, non era attrezzato per registrare il concerto. Francesco Cusa ha registrato con la sua videocamerina, ma bisogna sentire com’è l’audio, perché un conto è registrare dal mixer, un conto è la registrazione “ambientale” (soprattutto in un ambiente non nato come sala concerti, ma come fabbrica). Mi sa che dovrai affidarti alle “recensioni” dei giapster che erano presenti (e ce n’erano svariati), li invito a raccontare la serata dal loro punto di vista. A me l’interazione voci + musica è parsa sortire un effetto molto potente. L’improvvisazione radicale si è incanalata in maniera naturale in un racconto acustico coerente e d’impatto. Ma io ero sul palco, completamente immerso nel flusso. A giudicare dagli applausi e dalle congratulazioni raccolte dopo, mi sembra che il pubblico fosse d’accordo, ma mi piacerebbe sentire pareri articolati.
Unico neo (a parte forse l’acustica della sala, ma per quella si può fare poco, non è colpa di nessuno): l’andazzo centrosocialista per quel che riguarda gli orari. Il concerto era annunciato per le 21, ed è iniziato che era quasi mezzanotte :-/
@ Giorgio:
“ma magari mi son perso qualcosa.”
Decisamente ti sei perso una bella occasione per sentire una “possibile” voce di Wu Ming.=)
Noi si era in prima fila, quindi ottima acustica e “immersione nel flusso”: l’immaginazione galoppava grazie-e-sulle note e sugli stridii dell’inferno.
L’atmosfera era molto evocativa: il ragazzo di fianco disse:#Mai viaggiato cosi’ tanto dal Fischio del treno# ed effettivamente era molto istintuale partire in un altra dimensione ed errare: dalle vette degli Altai in picchiata, fin giu’, al puzzo salmastre del lutto dei Piombi; forse il fatto che non c’era un unico canto, una voce prima da sentire, seguire e con la quale identificarsi permetteva di spaziare alla ricerca della migliore ambientazione della narrazione.
Ho provato sollievo nel sentire gli eco, le allitterazioni del testo e le altre figure retoriche dalla bocca degli autori, come se si fosse finalmente palesato il disegno della traccia di un trama sottile.
Poi vedere WM1 che ciondola la testa mentre il climax vocale della bella Skinshout! raggiunge l’apice, non ha prezzo. XD
Ma alla fine, magari, ti e’ andata bene: hai pur sempre evitato di emozionarti terribilmente insieme ad altre persone che condividono le tue passioni.
A te le considerazioni =)
p.s.
firmano DAVVERO in cinese [s.p.q.w.m.]
WM1 è stato bello vedersi ieri sera.
Il concerto m’è piaciuto molto, come appunto ti ho detto, con quel linguaggio da tecnico musicale che mi contraddistingue, appena terminato il tutto: “Minchia, tosti questi!”
@ Bhudjo,
il mio “mi son perso qualcosa” era riferito alla ricerca su google, non all’evento in sé! Che mi sia andata bene a non emozionarmi, non sono proprio sicuro. :/
Il fatto che firmino in cinese è stato abbastanza divertente scoprirlo con la presentazione di Altai a Torino: una ragazza si è lamentata che avevano “scarabocchiato” il libro..
@ WM1,
A questo punto, leggerò le recensioni dei vari giapster. Peccato però, sarebbe stato un pezzo da novanta nell’audioteca (a fianco alla lezione su trecento, uno dei dieci brani più ascoltati di itunes)!
Ma adesso basta fare il groupie, che poi mi sento di non essere andato al concerto di Britney Spears. ;)
Vado a leggere il libro nuovo, che poi vi dico.
Non ci vado spesso al leoncavallo, quando ci vado è sempre bello in primo luogo per il contesto :-)
Veniamo al reading. Non conoscevo gli Skinshout! e nemmeno avevo mai visto all’opera Xabier Iriondo a produrre suoni e contesto. Indubbiamente meritano attenzione – su questo l’ora “tarda” d’inizio, visto anche la tipologia dello spettacolo, non ha aiutato – e si sono adattati bene a produrre un sottofondo discreto alla voce narrante di WM1, per poi riempire con i suoni gli spazi fra le letture con immagini sonore suggerite dalla lettura e accompagnare poi a un nuovo “quadro”. Quella di WM1 è stata una vera e propria interpretazione – anche musicale – delle parti di Altai lette per l’occasione, che a sua volta ha giocato con la sonorizzazione prodotta dai musici. Nascosto in seconda fila, schermato dal leggio, WM1 lo si vedeva tenere il tempo della lettura con i piedi e, soprattutto, enfatizzare alcuni passaggi con la gestualità della mano. Essendoci molto lavoro d’improvvisazione c’è da dire che tutti – compreso WM1 – hanno fatto la propria parte in questo, con evidente soddisfazione reciproca che si leggeva sui volti di chi occupava il palco.
La mia parte preferita del reading la parte su Costantinopoli… per attimi ero lì a guardare davanti a me i colori del Corno d’oro ;-)
Molto divertente la lettura finale – da AaAM, Canard à l’orange mécanique – con i paperi della saga disneylandiana pronti a far rivoluzione. Dietro di me, seduto, c’era uno spettatore che si è letteralmente sganasciato durante questa lettura :-)
Bella serata. Grazie e a tutti.
p.s. ma è previsto un tour (anche mini) di presentazioni di AaAM?
mia prima volta al mitico leoncavallo, devo ammettere che il pre concerto era un po’ troppo sperimentale ed i miei amici mi volevano pestare… dopo il reading e’ stato bellissimo con suoni e voci che evocavano perfettamente le terre e i personaggi narrati da Altai. la fuga da venezia e il pezzo su salonicco i miei preferiti. la potenza dei suoni uniti alla voce narrante mi fa’ pensare che l’aggiunta dell’elemento visivo sarebbe veramente esplosivo e ne farebbe un film grandioso.
Emozionante!
Se Wu Ming 1 non avesse detto che avrebbero improvvisato non me ne sarei accorto. Sembrava che “suonassero” insieme da tempo e avessero provato e riprovato per ottenere quell’effetto.
La lettura del brano da Canard à l’orange mécanique è stata impareggiabile, mi sono “letteralmente sganasciato” (@mr mills, non so se ero io quello dietro di te :-D )
A quando un reading di Canard à l’orange mécanique assieme alla Banda Bassotti che, “coincidenze?”, contemporaneamente suonava a pochi chilometri… :-D
Il reading è stato ottimo, persino dal banchetto cd dove l’acustica (e la visuale, ovviamente) perdevano parecchio.
In effetti, il pre concerto è stato un po’ spiazzante, forse più per la durata che per la sonorità. Quello che mi ha veramente colpito è stata la voce di Gaia Mattiuzzi, straordinaria!
Nota alla nota di Wm1: è vero, l’andazzo del leo è sempre lo stesso, mai visto nulla iniziare prima di mezzanotte. Gli abituè sono vaccinati, per gli altri è snervante. Forse 54 era iniziato in orario, probabilmente per una curiosa scissione di vedute fra spettacolo teatrale e concerto. Sabato, non sapendo come interpretare il tutto, hanno optato per il concerto…ci vorrebbe un altro BSE
il video con estratti sarà a breve disponibile…
Diamo il benvenuto su Giap al più grande batterista della Trinacria :-)
@ mr mills
sulla questione delle presentazioni (di AaAM ma non solo), il collettivo si esprimerà a breve. Pazientate.
@ Giorgio1983
per curiosità, da dove trai il dato relativo ad iTunes?
@ Punco
in effetti si potrebbe chiedere alla Banda Bassotti (visto che è esplicitamente citata nel racconto) di scrivere un pezzo ispirato a “Canard à l’orange mécanique” :-)
@ Clettox
grazie a te e al compagno G.M. venuto da Torino per l’abnegazione militante con cui avete accettato di stare al banchetto :-)
Ehi, chi era al Leoncavallo e ha comprato il cd, potrebbe lasciare commenti anche su quello.
grande bros! ma..della Trinacria è riduttivo! hehehe
Allora benvenuto al più grande filosofo musicale del Mezzogiorno :-)
Io, del resto, tra quelli nati nel 1970, sono il più grande scrittore di romanzi storici del Basso Ferrarese.
io sono il più basso tra i ferraresi…cmq bella esperienza al Leoncavallo! Il vostro e nostro Wu Ming 1 è un vero mattatore dl palcoscenico! altro che storie! ha l’estensione di uno Ian Gillan castrato da Terry Gilliam!
Ma scendo anche in basso, tipo Arnoldo Foà o Nando Gazzolo.
@Wu Ming1: con che coraggio ti/vi avremmo lasciato il banchetto sguarnito dopo averti visto con quel piattino miserrimo in mano, come cena:-)
risotto e tortino al ciccolato! un menu corroborante e salutare…amidi a manetta! glucosio a palla. Cazzo manco Mennea per i cento metri!
In effetti… Il leon-cavallo è un ibrido tra un animale carnivoro e uno vegetariano, ma il secondo non sembra aver voce in capitolo :-P
Segnalo che sul canale YouTube di Cusa c’è ormai una rilevante teca di esibizioni dal vivo, degli Skinshout! e non solo.
Qui:
http://www.youtube.com/user/fracusa#p/u/24/MT5cW40RHnw
una sequenza per voce sola di Gaia Mattiuzzi, dal vivo all’Istituto di cultura italiana di Copenaghen.
Nella colonna a destra, concerti in Italia e all’estero, assoli di batteria, jam-sessionz etc.
@ wm1,
Misunderstood. traggo i dati dal mio itunes, dal quale risulta che /io/ ho ascoltato la lezione su 300 un sacco di volte. E pure le moltitudini. Ero molto autoreferenziale. Per la cronaca, siete inseriti fra Caribou e Officine Marcuse.
Ah, ecco! Sembrava strano. E infatti era strano.
Belli i nick della banda del Ferdi: avevo giusto bisogno di una pass, dovendomi iscrivere al sito del ministero dell’Istruzione :-P
@ wm1,
ok, siete pop.. ma non esageriamo! :)
Ma un disco sarà previsto oppure no?
Ieri ho ritrovato 54 degli Yo Yo Mundi, spero abbiate/abbiano avuto una idea simile.. E’ proprio bello!
Giorgio, il disco gli Skinshout! lo hanno già fatto, eravamo al Leoncavallo proprio per presentarlo. L’album è la colonna sonora *pura*, senza il reading, che era un evento estemporaneo. Se l’audio del file di Cusa è di qualità accettabile, metteremo on line quello, per chi non c’era.
Io intendevo con il reading… Sai, per ascoltarsi Altai in bici. :)
A proposito di ascolti in bici, lo sapevi che Q è disponibile in audiolibro gratuito?
http://www.liberliber.it/audioteca/l/luther_blissett/index.htm
@wm1,
sto leggendo il tuo “New Thing” e mi piacerebbe sapere se esiste, secondo te, qualche libro che mi potrebbe supportare nell’ascolto del jazz. Non una cosa da professoroni insomma, tipo “Storia del jazz”.
Grazie,
perlomeno per aver scritto il libro.
@Wu Ming 1
Mi sa che all’ufficio copyright della Bizney rosicherebbero un bel po’ (se non l’hanno già fatto dopo quella citazione esplicita e incontestabile) ;-)
@clettox
Grazie ancora per il manifesto!
Te l’ho già detto che SPACCA? :-D
@ lulumassa
un po’ datato, ma sempre molto utile come lettura introduttiva e panoramica:
Arrigo Polillo, Jazz (Oscar Mondadori)
Anche qui:
http://www.libreriauniversitaria.it/BIT/8804427337/ASI/300131
@wm1,
ho visto che ce l’hanno anche in biblioteca.
grazie davvero.
@Punco: grazie a te! Erano gli ultimi rimasti ed è stata bello farli coincidere con il reading (per la cronaca: l’idea è stata di WM1).
Nel caso qualcuno fosse interessato a stamparselo in proprio, il file (formato di stampa 50×70 cm) si trova qui: http://www.box313.net/Q/index.htm cliccando su “il poster”. Per rispettare la dicitura finale, si consiglia su carta riciclata;-)
@Wu Ming 1: non sapevo dell’audiolibro, di Q. Dovrò scaricarmelo!
vorrei regalare q e altai in spagnolo, esistono ? se si dove li trovo ?
muchas gracias
Q sì, e lo trovi in tutte le librerie on line che vendono libri in spagnolo.
Altai no, non è ancora stato tradotto.
Siamo allo Spa Leoncavallo, con noi Foggia, compagno dal trascorso nel medesimo centro sociale, prima di passare al Bulk, con Claudietto, suppongo, che ci aspetta fuori dalla cancellata d’ingresso. “Ragazzi, senza prenotazione stasera non so se cenate”, mavalà, sbotta Foggia, sta a vedere che adesso ci rimbalzano dalla cucina del Leonka? Invece no. Ci imbuchiamo, la Terra Trema. Al tavolo numero tre: la compa e me (i più ggiovani), Foggia e Claudietto, Mr Puntozip (http://www.ecn.org/zip/start.htm) e Mario Golgonooza (http://www.ecn.org/golgonooza/history.htm). E giù di cataratto, vino siculo bianco e nero, pignatello e montepulciano a bagnare i ricordi e gli sguardi dei Novanta. E non c’era solo il risotto e il tortino, WM1 e Francesco dimenticano (perché vegetariani) la casola all’oca (meccanica :-), che forse sì ha compromesso la mia acustica, perché devo ammetterlo, sarà l’orario, l’oca, l’inadeguatezza della stanza e una vaga stanchezza da alcol, dalle parti del banchetto, dove si stazionava con i “precettati alla militanza”, le parole mi sono arrivate male e la musica troppo distorta, difficile. Foggia ha il rientro, tiene famiglia. Ce ne andiamo nel bel mezzo della performance con il manifesto di Altai. I padri saranno pure morti, ma in giro ci sono ancora fratelli maggiori che hanno belle storie da raccontare.
Cusa sta “salvando il salvabile” delle riprese di sabato e ha montato una sintesi/showcase del concerto, lunga 14 minuti. Adesso è su YouTube:
http://www.youtube.com/watch?v=IFvsSI5GwsY
L’audio, vi avviso subito, è di cattiva qualità. Dal rimbombo della sala si salvano solo le frequenze alte, quindi Xabier e, soprattutto, Gaia risaltano e fanno un’ottima figura, mentre batteria e recitato formano un marasma che spacca anche un po’ i maroni. Si distingue qualcosa giusto ascoltando con gli auricolari. Ma anche solo per voce e bouzouki infernale, vale la pena.
@ wm1,
figata. La sto scaricando. Fra il resto, il mio Q è stato prestato e mai più restituito. Porca vacca.
@Lulumassa @WM1,
esiste ma è introvabile un testo di Eric Hobsbawn, pubblicato da Editori Riuniti prima nel 1963 con il titolo di Il mondo del jazz e poi nel 1982 con il titolo Storia sociale del jazz. Una bella rarità!
comunque caro Wu Ming 1 sto concerto-reading è stato proprio una figata, e lei è una rockstar! Smetta subito di scrivere, o novello Johnny Rotten!
No, compagno Frank. L’hai visto com’è oggi Johnny Rotten? E’ praticamente rotten, e non ha molti più anni di noi. Le rockstar invecchiano male. Gli scrittori, se si tengono curati, invecchiano bene. Come i jazzisti non tossici :-)
hehehe, come darti torto?
@Wu Ming 1 & Frank: non tutte le rockstar sono così conciate, guardate Iggy o Mick Jagger -che non erano messi bene già in partenza…anzi, sono quasi migliorati!
@Rui: proprio una bella serata!