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Bolzano

Affinità e divergenze tra Brennero e noi. A proposito di una serie TV ambientata a Bolzano/Bozen

Il pallido riflesso di Bolzano nella fiction Rai Brennero

di Jadel Andreetto *

Tutto inizia con un messaggio del mio socio Guglielmo con un link a un articolo dell’ANSA dedicato a una nuova fiction Rai:

«”Brennero, Radonicich e Martari a caccia del serial killer a Bolzano. Su Rai 1 dal 16 settembre la serie TV tra mistero e thriller”… Ti ricorda qualcosa?»

Nel giro di qualche ora cominciano ad arrivare altri messaggi. Il giorno seguente, le notifiche aumentano: ricevo un paio di telefonate e alcune e-mail da persone che non sentivo da tempo. C’è chi mi fa la stessa domanda di Guglielmo, chi si complimenta, chi, un po’ seccato, mi dice che avrei potuto avvertirlo e chi, semplicemente, mi rimanda lo stesso link seguito da una parola e tre punti esclamativi: plagio!!!

Nessuno ha ancora visto la serie, ma tutti hanno già fatto due più due, ottenendo cinque: o l’abbiamo scritta noi, o ci hanno copiato. Prosegui la lettura ›

Morte di un giallista bolzanino: un mystery editoriale in una provincia estrema e incompresa

Sul sito della RAI dell’Alto Adige sono disponibilile prime due puntate tutte le quattro puntate del podcast – per la precisione, un radiosceneggiato – Morte di un giallista bolzanino.

[Aggiornamento 06/03/2023: da oggi Morte di un giallista bolzanino è anche su RaiPlaySound.]

La storia raccontata è quella dello scrittore Marco Felder, ed è al tempo stesso un dietro-le-quinte e un ponte gettato tra i romanzi della coppia Andreetto-Pispisa Tutta quella brava gente e La parola amore uccide*, entrambi editi da Rizzoli, oltre a contenere riferimenti che saranno compresi appieno leggendo il nostro UFO 78, che uscirà a ottobre per i tipi di Einaudi. Prosegui la lettura ›

La leggenda dell’«architettura fascista»: un dibattito distorto su memoria e spazio urbano

Paolo Mieli[Apprendiamo che ieri sera è andata in onda su Rai 3 una puntata de La grande storia dedicata all’«architettura fascista», introdotta e commentata dal solito Paolo Mieli. Da ormai vent’anni costui è il testimonial n. 1 e il primo officiante di ogni rituale basato sul cliché «il fascismo ha fatto anche cose buone».
A detta di chi l’ha visionato, il programma ha riproposto in modo acritico e sciatto molti dei luoghi comuni e dei veri e propri sfondoni che ammorbano il dibattito su retaggi e relitti del ventennio. In pratica, per l’ennesima volta, si sono dati al regime meriti – reali e presunti – che non ebbe.
Il provincialismo italiano è tra i fattori che hanno impedito una chiara messa in prospettiva dell’esperienza fascista. Al pari di quella sul “miracoloso” welfare state fascista, riguardo al quale circolano bufale impressionanti, la leggenda di un’«architettura fascista» diversa da quella che si sviluppò nello stesso periodo nel resto d’Europa (e non solo) continua ad autoalimentarsi. Stavolta, è stata riproposta coi soldi dei contribuenti.
Nel novembre scorso Wu Ming 1 ha dedicato a tale leggenda un capitolo della sua inchiesta Predappio Toxic Waste Blues. Lo riproponiamo, da solo, per chi non lo avesse ancora letto.]

Aprile 2015. La statua di Cecil Rhodes mentre viene rimossa dall’Università di Città del Capo.

Le polemiche sull’architettura e i monumenti del ventennio sono sempre più frequenti e ravvicinate. Tali “sfoghi” sono certamente sintomi della cattiva coscienza — e cattiva memoria —  nazionale, ma sono anche parte di un processo di ridefinizione post-novecentesca e post-coloniale della memoria che sta investendo tutto l’occidente.

In Sudafrica e nel Regno Unito, ad esempio, c’è stata la campagna Rhodes Must Fall per la rimozione dei monumenti al colonizzatore razzista Cecil Rhodes.

Negli USA si rimuovono dagli spazi pubblici i monumenti «confederati», cioè commemorativi della causa sudista nella guerra civile americana. Monumenti spesso nemmeno d’epoca, ma eretti nel ventesimo secolo e alcuni addirittura nel ventunesimo, dunque meramente revanscisti, apologie della schiavitù e simboli del perdurante razzismo contro i neri. Come tali, vengono difesi manu militari da neonazisti e suprematisti bianchi di varie tendenze. Gli scontri di Charlottesville, Virginia, dell’11 agosto 2017, culminati nell’assassinio della manifestante antirazzista Heather D. Heyer, furono scatenati dall’estrema destra per impedire la rimozione di una statua del generale Robert E. Lee. Prosegui la lettura ›

#Predappio Toxic Waste Blues. Terza e ultima puntata

Dettaglio dalle tavole del progetto museografico per l’ex-Casa del Fascio di Predappio: l’«installazione morfica».

Note su Predappio, il progetto di museo nell’ex-Casa del Fascio, i monumenti, la violenza neofascista, la Legge Fiano e altro

di Wu Ming 1

[Se non hai letto le prime due puntate, sono qui: 1 – 2]

INDICE DELLA TERZA PUNTATA

6. Il metodo e il (de)merito

7. Generatore automatico di clichés «post-antifascisti»
  • 7a. Genesi della submacchina
  • 7b. «Il fascismo è finito settant’anni fa»
  • 7c. «Troppo a lungo si è taciuto di…»
  • 7d. «Il fascismo ha fatto anche cose buone»
  • – Le politiche sociali
  • – «Non c’era criminalità»
  • – «Le cose funzionavano»
  • – La bonifica dell’Agro Pontino
  • – Guarda che bella la Casa del Fascio
8. Architettura e monumenti del regime: un dibattito falsato

9. Un progetto museografico ambiguo e sciatto
  • 9a. L’importanza di tenere il culo in strada
  • 9b. Il mostro della lacuna nera
  • 9c. Se c’è qualcosa che non c’entra è la Germania

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Ancora sull’uso politico delle querele: il caso «Periferia Degrado Ruspa» #Bolzano

La locandina che Filippo Maturi, consigliere comunale leghista a Bolzano, ha trovato diffamatoria. Maturi, famoso per le battaglie contro i profughi ed il WiFi pubblico, ha sporto denuncia per diffamazione riconoscendosi nella locandina. Maturi aveva difeso il responsabile locale di casapound da una denuncia simile da parte del Sindaco, rappresentato in un volantino come un ubriacone. In quell'occasione si erano sprecati i riferimenti alla libertà di espressione e satira.

La locandina che Filippo Maturi, consigliere comunale leghista a Bolzano, ha trovato diffamatoria. Una curiosità: da praticante avvocato, Maturi – famoso in città per eroiche battaglie contro i profughi e il wi-fi pubblico – difese Andrea Bonazza, leader locale di Casapound, da una querela molto simile sporta dall’allora sindaco Luigi Spagnolli, rappresentato in un volantino come un ubriacone. Era il 2015. In quell’occasione si sprecarono i riferimenti alla libertà di espressione e di satira. Bonazza usò addirittura lo slogan (invero pleonastico) «#JeSuisBonazza».

[Riceviamo e volentieri pubblichiamo quest’addendum al post del marzo scorso Periferia, degrado, RUSPA! La serata di #Bolzano che non è piaciuta a Lega, Casapound… e altri. Da parte nostra, massima solidarietà a Dada Rose, Inchiostro Lisergico e tutte le compagne e i compagni di Bolzano. WM]

di Dada Rose

A Marzo scorso abbiamo organizzato la conferenza «Periferia, degrado, RUSPA!»: tre scrittori [Giuliano Santoro, Valerio Renzi e Wolf Bukowski, introdotti da Flavio Pintarelli] hanno provato a decostruire la retorica del «degrado» e descrivere la sua funzione nei processi di gentrificazione. Il fenomeno è globale e come sappiamo ha finito per coinvolgere anche la nostra città, per questo abbiamo pensato di invitare tre autori di spicco che fossero in grado di analizzarlo nei suoi diversi aspetti, senza la necessità di entrare nello specifico della realtà bolzanina. Prosegui la lettura ›

Periferia, degrado, RUSPA! La serata di #Bolzano che non è piaciuta a Lega, Casapound… e altri

Da sinistra: Flavio Pintarelli, Giuliano Santoro, Valerio Renzi e Wolf Bukowski. Immagine tratta da Salto.bz , testata on-line sudtirolese bilingue.

Da sinistra: Flavio Pintarelli, Giuliano Santoro, Valerio Renzi e Wolf Bukowski. Immagine tratta da Salto.bz, testata on-line sudtirolese bilingue.

A cura dell’Accademia della Ruspa.

Il 9 marzo, nella pienissima aula magna di un liceo bolzanino, tre autori Alegre (e giapsters) – Giuliano Santoro, Valerio Renzi e Wolf Bukowski – hanno parlato di «Periferia, Degrado, RUSPA!». Erano coordinati da Flavio Pintarelli, blogger (e giapster); la serata era promossa dall’associazione Dada Rose.

È stata l’occasione, come sentirete dire a Flavio nella registrazione, di posare uno sguardo esterno sull’ombelico Bolzano. Un ombelico di cui su queste pagine si è parlato più volte e in cui si annidano, quale lanugine: Prosegui la lettura ›

L’ultima notte del Ventre della Bestia Tour: #100anniaNordest a #Trento (Audio, foto e link)

4 novembre 2015, CSA Bruno di Trento gremito per Cent'anni a Nordest

Trento, 4 novembre 2015. La sala del CSA Bruno gremita durante la presentazione di «Cent’anni a Nordest». Clicca per vedere altre foto.

Il 4 novembre è la festa delle Forze Armate e della vittoria italiana nella prima guerra mondiale; celebrarla a Trento, città conquistata – anzi, redenta! – non ha prezzo; il centro sociale autogestito «Bruno» di Trento l’ha celebrata con l’ultima serata del Ventre della Bestia Tour.

Per diversi mesi, Wu Ming 1 ha presentato Cent’anni a Nordest nei luoghi del libro. Nel ventre della bestia, appunto. Il giro è iniziato a Trieste ed è finito a Trento, non a caso…

Al CSA Bruno, in una sala affollatissima, a dialogare con WM1 c’erano Tommaso Baldo e lo storico Quinto Antonelli. In questo post proponiamo la registrazione della serata, divisa in capitoli e con sommario degli interventi. Si può ascoltare in streaming da questa pagina (utile per seguire il sommario) o scaricare in una cartella zippata (235 mega). Nei prossimi giorni sarà scaricabile da Radio Giap Rebelde, anche tramite iTunes.

Approfittiamo del post per linkare alcune interviste e recensioni di Cent’anni a Nordest apparse negli ultimi tempi. Buon ascolto e buona lettura. Ora il testimone passa a L’invisibile ovunque. Conto alla rovescia per il 24 novembre. Prosegui la lettura ›