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Elmore Leonard

Tishomingo Blues
Einaudi Stile Libero BIG, giugno 2003, pagg.308, 14 euro
Traduzione di Wu Ming 1

Perché Elmore Leonard

"Stavo per suicidarmi, poi ho letto che Elmore Leonard aveva scritto un nuovo libro."
Aforisma anonimo, metà anni Novanta



Dutch

Da mezzo secolo Elmore Leonard -"decano del crime novel" oltreché uno dei migliori scrittori di dialoghi mai vissuti -ci delizia con una produzione paragonabile solo alla Comédie humaine di Balzac, esplorando il sottomondo criminale americano in un corpus di più di cinquanta romanzi tra western e romanzo criminale, leggibili ognuno per conto proprio ma anche come un unico colossale romanzo, grazie alla sottilissima eppure solida impalcatura di echi, rimandi, coincidenze, link nascosti che teletrasportano il lettore dentro altri libri... Il personaggio di un aneddoto raccontato in un romanzo diventa il protagonista di un libro di dieci o vent'anni dopo; una storia (The Switch) può avere il proprio sequel  - non dichiarato - a quindici romanzi di distanza (Rum Punch); si scopre quasi per caso che il villain di un romanzo del '91 (Maximum Bob) è fratello del villain morto in un romanzo dell'80 (Gold Coast); un misterioso riciclatore di denaro residente alle Bahamas (Mr. Walker) viene nominato in diversi romanzi consecutivi etc. etc. Elmore Leonard non è Oliver Stone, non gliene frega niente di sottolineare, di produrre ridondanza. Anzi, sceglie l'understatement, gioca la partita sulla base del principio: "se non te ne accorgi, pazienza; se te ne accorgi, ti godrai di più il libro, e resterai in attesa del prossimo link".

Elmore Leonard è un attentissimo osservatore della società che lo circonda e del suo paesaggio mediatico. A quasi ottant'anni d'età continua a inserire nei suoi romanzi (praticamente in tempo reale) i cambiamenti dovuti all'arrivo delle nuove mafie, gli scandali politici, il gossip più aggiornato, la più recente ondata di revival culturale, i vecchi e nuovi luoghi comuni dei reazionari a stelle e strisce, la demenza dell'imperialismo, le pagine nere della guerra contro Cuba, dell'invasione di Santo Domingo e Grenada, dell'appoggio ai contras nicaraguensi... Tutto ciò rende ogni suo libro inconfondibilmente contemporaneo, eppure mai datato, anche leggendolo a quindici o vent'anni dalla prima edizione.

Elmore Leonard è stimato e riverito nel suo paese, dai suoi romanzi e racconti sono stati tratti film come Quel treno per Yuma con Glenn Ford, Hombre con Paul Newman, 52 gioca o muori con Roy Scheider, Get Shorty con John Travolta e Gene Hackman, Jackie Brown con Pam Grier e Samuel L. Jackson, Out of Sight con George Clooney e Jennifer Lopez e tanti altri.

Purtroppo, Leonard è poco e male conosciuto in Italia, dove pure è tradotto e pubblicato da una trentina d'anni. Scarsa cura nelle edizioni, tempi impossibili imposti ai traduttori, nessun rispetto della continuity delle storie, brutti titoli (Be Cool diventa "Chili con Linda", Pagan Babies diventa "Che razza di coppia"...), tutto questo ha dilaniato alcuni tra i romanzi più veloci, sfrenati e divertenti della letteratura di genere nordamericana [*]. E' tempo di ridare a Elmore quel che è di Elmore, o almeno provarci.
 


Tishomingo Blues

"Elmore Leonard è stato il primo autore di romanzi che mi abbia davvero parlato"
Quentin Tarantino, The Guardian, 5 gennaio 1998


Elmore Leonard resta senz'altro il miglior "dialoghista" in circolazione (lo riconosce anche Stephen King, nel suo manuale/autobiografia intellettuale On Writing).
Proprio i dialoghi sono il suo "marchio di fabbrica": spezzati, veloci, iper-realistici, con tanto di sintassi ellittica e resa fonetica dei diversi accenti e dialetti. Ha ragione Tarantino, i libri di Leonard parlano: se li leggi con la finestra aperta sembrano una conversazione che sale dalla strada. E' questa caratteristica a imprimere ai suoi romanzi una velocità impressionante, e a complicare la vita dei traduttori. Anche perché, in ogni sua opera, Leonard (la cui curiosità intellettuale non sembra conoscere pause né cali) si diverte a esplorare sempre nuove sottoculture, e quindi sempre nuovi gerghi.
In Tishomingo Blues si tratta essenzialmente del gergo dei tuffatori acrobatici itineranti e di quello dei cosiddetti "reenactors", fanatici della guerra di secessione, che ne ricostruiscono le battaglie travestiti da Unionisti e Confederati.
Dennis Lenahan, tuffatore dalla piattaforma, arriva nella cittadina di Tunica, Mississippi ("la capitale dei casinò del Sud"), e si ritrova coinvolto in una vicenda intricatissima, tra reenactors, ex-giocatori di baseball, narcotrafficanti locali, truffatori e crimine organizzato di Detroit, sullo sfondo della cultura razzista e nostalgica del Sud, a poche miglia dal famoso "incrocio" in cui nacque il blues moderno, col leggendario patto tra il Diavolo e il chitarrista Robert Johnson (più volte evocato nel romanzo, e con lui altri bluesmen come Charley Patton, Son House, Elmore James...).

Da anni sono appassionato di Leonard. Approcciandomi al lavoro di traduzione, ho cercato di "sentire" il broken Italian di tutti i giorni salire dalla strada.
Qualcuno avrà forse da ridire, ma la lingua non vive nei salotti, non è un cane da grembo, è un cane randagio e rognoso, è quel "cane venuto dall'inferno" (Hell Hound On My Trail) dal quale Robert Johnson diceva di essere seguito.

(*) Mi sembra sia riuscita a impedire un'eccessiva decelerazione Ombretta Giumelli, che ha tradotto Gold Coast per Il Giallo Mondadori (Costa Dorata, "Il Giallo Mondadori" n.2307, 18 aprile 1993). Il romanzo è senz'altro godibile anche in traduzione.

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