Ci uniamo come meglio possiamo al coro di aneddoti e ricordi, al lutto collettivo che da stamane la sinistra perugina – in tutte le sue correnti e gradazioni – sta cercando di elaborare. Piangiamo, insieme a chiunque lo abbia conosciuto, l’improvvisa morte di Paolo Vinti, “leggendario compagno”, poeta di strada e performer, rivoluzionario, chiosatore dei classici del marxismo, tenace sostenitore dell’ipotesi comunista (“ipotesi” era forse la sua parola preferita).
Paolo era una presenza ineludibile in Corso Vannucci, a Perugia, ed era stato tra gli anfitrioni di ogni nostra presentazione nel capoluogo umbro.
Lo avevamo conosciuto nel marzo 2001, quando presentammo Asce di guerra all’Università di Perugia (evento su cui certa stampa di destra cercò di montare uno scandalo). A un certo punto, tra i banchi di quell’aula ad anfiteatro, si alzò un signore in giacca e cravatta (anzi, cravatte: due, non annodate, pendenti ai lati del collo). Occhialuto, di mezza età, un volto e un corpo che dovevano averne viste e vissute di cotte e di crude. Con possente voce baritonale, costui si lanciò in qualcosa che non era una domanda, non era un intervento, non era alcunché di prevedibile: era (lo avremmo scoperto di lì a poco) una delle sue proverbiali “declamazioni”. L’incipit lo ricordiamo ancora, faceva così:
«Con emozione, sì, con emozione altissima saluto i leggendari compagni di Wu Ming. L’ipotesi è: la letteratura, la memoria storica, il conflitto…»
Nel linguaggio di Paolo, la “declamazione” era una sorta di comizio poetico fatto di anafore, ripetizioni cicliche, digressioni solo apparenti, in versi liberi che frullavano tutti i linguaggi della storia della sinistra e dei movimenti. Gli elementi subito riconoscibili erano: una riproposizione sul filo della parodia della “lingua di legno” terzinternazionalista; certe formule “gruppettare” anni ’70; pezzi di terminologia di Louis Althusser (che Paolo doveva conoscere bene); infine, frammenti di utopie hippie screziate di fantascienza.
Vinti & Prinz, “L’ipotesi è sempre la rivoluzione” | [mp3_embed playlst=”http://www.wumingfoundation.com/suoni/Vinti-Prince_Cosmo_Rosso_9_La_Ipotesi_e_sempre_la_rivoluzione.mp3″] |
La cosa peculiare è che, ovunque le improvvisasse, le declamazioni non erano mai fuori tema. C’era nel declamare, nel versificare di Paolo Vinti una puntualità, un’esattezza, una precisione non tanto dei concetti (per quanto alcune sue formulazioni dell’ipotesi comunista avessero poco da invidiare ad Alain Badiou) quanto delle immagini: Paolo trovava sempre l’immagine più sorprendente, quella che ti riconciliava con tutta la tua (e la sua, e la nostra) storia, offrendone una visione olistica: il bello e il brutto, gli sbagli e le conquiste, le meraviglie e l’orrore, la libertà e il Terrore e di nuovo la libertà. Una delle sue strategie retoriche preferite consisteva nell’affastellare nomi di paesi, di partiti, di gruppi guerriglieri, di rivoluzionari e filosofi, componendo l’affresco di un “super-fronte popolare” che comprendeva tutti, ma proprio tutti: stalinisti e trotzkisti, anarchici e socialdemocratici, maoisti e preti operai… Da Romano Prodi a Pol Pot. L’effetto era irresistibile. Seriamente esilarante.
Non sono poche le testimonianze del declamare di Paolo. C’è addirittura un intero “documentario”, Film astratto rosso, realizzato nel 2007 dal Collettivo Ipanema, liberamente scaricabile in rete [link in calce a questo post].
Nel 2006 il musicista e DJ perugino Gianluca Prinz coinvolse Paolo in un progetto di cui rendemmo conto con entusiasmo: Prinz compose basi musicali per alcune bellissime declamazioni. Ne nacque un primo album intitolato Cosmo rosso (2007), seguito da un secondo intitolato Celeste impero (2009).
Tanto nel “film astratto” quanto nei due album, Paolo si sdoppia e accanto a lui c’è un alter ego dal nome anglicizzante, Paul Beathens.
Qualche giorno fa un ictus, poi, stamattina, l’sms di Luca, che per primo ci invitò a Perugia (e a Poggiodomo, ma quella è un’altra storia) e per primo ci presentò Paolo. E ancora, la mail di Giovanni, un altro amico perugino: «Il dolore della città s’è allargato pian piano… Una pioggia biblica ha pianto per noi per tutto il giorno.»
I siti d’informazione dell’Umbria e i blog della sinistra perugina gridano testimonianze addolorate. Su Facebook, la bacheca di Paolo Vinti (anzi, del “Compagno Paolo Vinti”) è piena di saluti e condoglianze. Davanti alla facoltà di Lettere e Filosofia (occupata dagli studenti contro il DDL Gelmini) c’è uno striscione: «PAOLO, NON PREOCCUPARTI: LA RIVOLUZIONE LA FAREMO». A quest’uomo voleva bene un’intera città, un’intera regione. E tutti, nei loro saluti, lo chiamano “compagno” (parola bellissima, parola da difendere): il Teatro Stabile dell’Umbria, il Kandinsky Pub (dove anche noi siamo stati insieme a Paolo)… Addirittura il presidente dell’ADOC – UIL scrive: «Non siamo sempre stati sulla stessa barricata, ma abbiamo sempre guardato alla stessa primavera». Roba che viene da chiedersi: ma che mondo è, l’Umbria?! E’ in questo stesso sistema solare? Ma sarebbero domande sbagliate. Quella giusta è: che uomo è stato Paolo Vinti?
Bellissima la lettera della presidente della regione, Catiuscia Marini:
«Paolo non è mai stato banale, superficiale. Al contrario il suo è stato un modo di esserci, di partecipare, di contribuire senza mai aver timore di esporsi. Ha sempre voluto esserci con le sue idee, le sue emozioni, le sue riflessioni. Amante dello stare per strada, del suo essere on the road […] Paolo comunicava così con il resto del mondo che lo circondava. Con una forza ed un coraggio davvero invidiabili. Paolo ci mancherà. E ci mancherà tanto. A me mancherà il suo urlarmi ovunque mi incontrasse: “Forza Catiuscia!”. Ora mi permetto di urlargli io: “Forza Paolo”. Non ti dimenticheremo.»
Poi c’è chi propone un “Paolo Vinti Day”, da celebrare tutti gli anni il 28 novembre. Beh, leggendari compagni: noi ci siamo. Veniamo a Perugia quando volete. Con due cravatte al collo e con emozione, sì, con emozione altissima.
***
Scarica Film astratto rosso
(formato AVI, 463 mega, durata: 1:01)
Vinti & Prinz su MySpace
«Quando ascolto Vinti & Prinz, mi viene di urlare. O mi viene di ridere. Mi frugo nella testa, come in una tasca vuota, per controllare se ho perso qualcosa da qualche parte. Qualcuno recensirà difetti tecnici, ma quel qualcuno è un modello difettoso. Contro la tesi assurda della caduta del Muro di Berlino – la solita montatura della multinazionali – Vinti & Prinz sono una coperta calda, in un inverno lungo.» (Massimo Zamboni)
[…] This post was mentioned on Twitter by Collettivo Spam, ji. ji said: RT @Wu_Ming_Foundt Con emozione altissima, Wu Ming saluta Paolo Vinti: Ci uniamo come meglio possiamo al coro di… http://goo.gl/fb/K4rLr […]
Uomo e personaggio incredibile.
Ricordo ancora il primo anno di liceo e le prime manifestazioni con lui sempre presente a ricordarci di essere “compagni” e la mia diffidenza per questo uomo dalle cravatte molteplici, portate in modo improbabile, che si affiancava a noi ragazzetti ancora senza arte né parte che manifestavano più per un senso di ingiustizia generico che per contenuti precisi e definiti.
Ricordo, oltre dieci anni dopo, credo fosse il 2008, il suo discorso davanti al rettorato dopo il corteo degli universitari: “Buon ottobre, buon autunno, buon inizio di millennio” e poi di seguito, il solito “Compagni e compagne”.
C’era sempre, ogni volta che gli studenti, i lavoratori o più genericamente la popolazione civile scendevano in piazza per rivendicare o ribadire diritti mai concessi o in corso di demolizione ed era immancabilmente presente la sua apertura di saluto e appello ai “Compagni”.
Sentirmi definire compagna mi ha sempre infastidito, lo rifiutavo come termine perché mi sembrava volesse opprimermi in schemi e logiche di partito, immergermi in un’ideologia passata di cui non volevo essere giovane avamposto, ma nel termine “compagno” ho poi compreso non esserci solo la storia, ma anche il porti su un piano paritetico e il dirti lavoriamo, insieme, per il futuro.
Le sue declamazioni portavano in egual modo cultura, informazioni, analisi e speranza. Quest’ultima era talmente palese e “incredibile” considerati i tempi da essere Rivoluzionaria. Ora ho sdoganato anche questo termine e sinceramente poterlo usare è anche quello un atto di libertà volto al futuro.
Grazie per il vostro post sebbene viva a Perugia, ho saputo della scomparsa del “Compagno Paolo Vinti” dal vostro blog e me lo avete comunicato in un “gran bel modo”.
Grazie a Paolo e grazie a voi.
Lucia
Le parole di D.Bovi su Umbria24:
“…Umbria24.it chiede con forza al sindaco di Perugia Wladimiro Boccali di dedicarti una piazza del tuo centro storico. Ai nostri lettori invece chiediamo di sottoscrivere questo appello e di spedire un breve messaggio alla mail: unapiazzaperpaolovinti@gmail.com
Noi raccoglieremo poi tutti i messaggi e li recapiteremo direttamente al sindaco.
Ciao Paolo amico mio, buona coniugazione con il cosmo.”
Alla relazionalità di intensità
perché la vita è una
Alla vita intensa perché sia estendibile oltre il suo limite
Alla esistenza alta
perché la si ricordi
Paul Beathens “Un giorno di amore e politica”, 1999
[…] http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=2024 […]
Non possiamo non riprendere da Umbrialeft.it questo bellissimo articolo:
L’ULTIMA QUESTIONE DI PAOLO VINTI
Sembra che il compagno Paolo abbia lasciato con sé un’ultima questione aperta. Ovviamente politica. Perché dopo il clamore della cerimonia funebre di questa mattina, sorge spontanea una domanda. Anzi due. Per quale motivo c’è un pezzo di città che ha voluto rendere omaggio ad un personaggio non istituzionale e non appartenente alle sfere del potere? E ancora. Perché c’è una moltitudine incalcolabile di cittadini a Perugia che di fatto ha dimostrato oggi, nel bagno di folla, di avere ancora bisogno di tutto quello che Paolo riusciva ad infondere in ognuno di noi, cioè sapere, coerenza, confronto e, soprattutto, purezza intesa come la non accettazione del compromesso? L’elemento centrale di questo discorso ruota attorno al fatto che Paolo Vinti è stato un punto di riferimento senza potere e del tutto inedito.
[…prosegue qui…]
[…] ringraziando Wu Ming per questo saluto pieno di tenerezza http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=2024 e per i link che contiene. Infine due frasi copiate dalla sua bacheca su Facebook, dove quasi […]
[…] This post was mentioned on Twitter by ji, Mauro. Mauro said: RT @Wu_Ming_Foundt Emozionante: L'ULTIMA QUESTIONE DI PAOLO VINTI http://bit.ly/ghEtiw Una riflessione dopo il funerale. […]
Giovanni Russo Spena ricorda Paolo Vinti
http://bit.ly/fQefqm
5 e 6 dicembre, a Perugia, due eventi per ricordare Paolo Vinti:
http://bit.ly/hr3HnZ
L’ironia
Amica leggera di tanti momenti
compagna che interviene con dovizia,
consolatrice ed arma che percorri, incrociandola, la nostra vita.
Confluenza di umore e spirito, cascata d’irrealtà,
interprete di materialità e di comportamenti,
sdrammatizzatrice delle relazioni, assecondatrice di sorrisi.
Tu, che scendi dagli stretti sentieri della cerebralità,
e ti innesti nella quotidianeità caratterizzandola.
Tu, che volteggi nell’aria come un profumo, tu
che ti accosti all’esistere con fare sbarazzino.
Tu essere cangiante e mutevole che contrasti il determinato,
che ti insinui nella traiettoria della cadenzialità di ogni
giorno,
che convergi nella noia, nel già detto, nel già fatto.
Scuotendoli.
Tu, proprio tu, che qualche volta ci irriti e ci infastidisci,
tu che puoi essere vuota e nulla, inconsistente e verbosa.
Tu, proprio tu, o ironia che faresti senza un pò di
auot-ironia?.
Paul Beathens
[…] in cinese) la conoscevo per sentito dire da molto tempo, senza mai averne letto nulla. Poi ho letto questo loro articolo in memoria di un personaggio leggendario: Paolo Vinti. Dopo averlo letto e avere apprezzato la loro scrittura mi è venuta su una voglia matta di leggere […]