Scrittori contro il rogo

Su Carmilla, un “proclama” degli Scrittori contro il rogo. Andate a leggerlo di là. Qui riproduciamo solo la premessa:

Il testo che segue è stato redatto da una sorta di “coordinamento” formato da scrittori, critici, blogger, pubblicisti, redazioni di riviste letterarie (on-line e cartacee). Hanno contribuito autori che figurano nella “lista nera” veneta e autori che non vi figurano ma sono solidali coi “proscritti”. E’ un documento liberamente appropriabile e sottoscrivibile da chiunque. Se sei uno scrittore (o qualcosa di simile) e sei contro il rogo, allora sei con gli Scrittori contro il rogo.
Uno scrittore-delegato ha letto in anteprima il testo in quel di Padova il 25 gennaio 2010, all’assemblea cittadina organizzata presso la facoltà di Scienze Politiche, in vista dello sciopero nazionale dei metalmeccanici. Copie del testo appariranno giovedì 27 alle h. 17 di fronte alla biblioteca comunale di Preganziol (TV).
A Preganziol, da diversi giorni (dopo  un servizio del TG3 nazionale) l’amministrazione comunale leghista si sta  difendendo dall’accusa di aver fatto “sparire” dalla biblioteca i libri di Roberto Saviano. Il noto autore campano sarebbe inviso ai ragazzuoli in camicia bru verde a causa del suo monologo televisivo sulla Lega Nord che “interloquisce” con la ‘ndrangheta. Alcuni cittadini hanno organizzato una manifestazione nel giorno e all’ora di cui sopra, e diversi scrittori – “proscritti” e non – convergeranno su Preganziol per dire la loro.
Questa è una storia “laterale” ma significativa, sintomatica. E’ venuta alla luce grazie alla campagna contro le liste di proscrizione della destra veneta. Smuovendo il terreno, si sono trovati cocci di vecchie anfore, che un tempo contenevano pudore e ritegno. Pudore e ritegno che ti facevano pensare due volte, prima di proporre bestialità anti-costituzionali come l’epurazione – ufficiale o “ufficiosa” – delle biblioteche.
La vicenda di Preganziol non ha a che fare direttamente con il caso Battisti: diverso il pretesto, diverso l’autore colpito, diversa la forza politica implicata. Ma l’humus è lo stesso. Il contesto è lo stesso. La logica è la stessa.

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16 commenti su “Scrittori contro il rogo

  1. […] This post was mentioned on Twitter by Marcella Zappaterra and eco.logico, Wu Ming Foundation. Wu Ming Foundation said: Scrittori contro il #rogodilibri: Su Carmilla, un “proclama” degli Scrittori contro il rogo… http://goo.gl/fb/7ZYda […]

  2. scrittori contro il #rogodilibri segnalato su blog rogodilibri http://goo.gl/fBY9P , su gruppo FB http://goo.gl/EWV1G , su gruppo Goodreads http://goo.gl/Uhrlo

    Approfitto per segnalare “Siamo tutti ebrei marocchini terroni contro il #rogodilibri (per gli amici del Gazzettino)” http://goo.gl/V4UOV contro il quotidiano razzista e xenofobo del Triveneto (non sono accuse tirate alla c… leggete e giudicate per cortesia, e magari fatevi sentire nei commenti a quel quotidiano)

  3. Grazie alla segnalazione di jumpinshark. Facciamo sentire la nostra voce anche in territorio nemico, facciamo a pezzi le loro argomentazioni, facciamoli cadere nel dubbio a casa loro (sempre che ciò sia possibile…)

  4. mi sono ricordato di una cosa che forse puo’ essere utile nelle discussioni che tutti ci troviamo ad affrontare in questi giorni. se non sbaglio montanelli e altri a suo tempo chiesero la grazia per priebke, o qualcosa del genere. comunque ci furono alcuni intellettuali che si spesero pubblicamente per chiedere che priebke non venisse incarcerato. ovviamente a nessuno passo’ per la testa di chiedere la rimozione dei libri di montanelli dagli scaffali delle biblioteche.

  5. Scusate, segnalo anche qui l’ultimo post dal sito Lipperatura, tanto per darvi la possibilità di leggere la mozione presentata dai baldi veneti:
    http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2011/01/27/mozione-423/

    Manca Wu Ming, c’è Elia Spallanzani (buonanima!)

  6. Speranzon e Donazzan querelano giornalista di Terra per quanto scritto sul #rogodilibri
    http://www.facebook.com/#!/note.php?note_id=489369017543&id=1047583053

    baci,
    c.

  7. Claudio, noi non siamo su Facebook, ci puoi dare un altro link, oppure: puoi copiare qui le informazioni che ci sono oltre quel muro?
    Questa potrebbe essere solo la prima di una serie di querele, bisogna prepararsi ad affrontare anche queste battaglie. Comunque l’hanno sentita, la mobilitazione. Oh, se l’hanno sentita!

  8. Un primo report, rozzo e scritto con addosso la stanchezza. E’ stata una giornata lunghissima, iniziata la mattina presto con il corteo FIOM a Bologna, e proseguita con un’incursione in Veneto che ha scaldato i cuori.

    Mi è venuta in mente questa crasi: SPERANZIOL
    Cioè: il primo round di questo incontro è iniziato male con Speranzon, ma è finito bene con Preganziol.

    In via Gramsci, di fronte alla biblioteca di Preganziol, c’erano oltre duecento persone. C’erano tutte le testate giornalistiche di quel territorio. C’era un troupe di documentaristi venuti apposta da Torino (!). C’era gente da Treviso, da Mogliano Veneto, da Mestre… C’era “Libera”. C’era Radio Sherwood. C’era una delegazione del movimento universitario di Padova. C’erano studenti medi. C’erano esponenti dell’ANPI. C’era la corrispondente del Pais.
    E il presidio era stato indetto da una sola persona! Un cittadino. Un lettore.
    Poi c’eravamo noi. Io, Stefano Tassinari, Serge Quadruppani, Lello Voce e Alberto Sebastiani.
    Avevamo il volantino, e non c’è stato nemmeno bisogno di distribuirlo: veniva la gente a chiedercelo. Alcuni ce l’hanno quasi strappato dalle mani! C’era voglia di sapere, di informarsi.
    C’era un banchetto per una raccolta firme contro la Donazzan.
    Dopo un loro intervento introduttivo, quelle persone ci hanno dato la parola.

    Io ho dato la news che la Donazzan non avrebbe più inviato la sua lettera, ho spiegato che la signora ha provato a ciurlare nel manico, ha detto che comunque le basta aver sensibilizzato etc. etc. “Tutta fuffa,” ho detto, “la sostanza è che aveva annunciato che avrebbe spedito una lettera, e adesso non la spedisce più”. Ho precisato però che non bisogna abbassare la guardia, che c’è una mozione presentata al consiglio comunale di Venezia… Ho detto che ci riproveranno.
    Poi ho annunciato la mia lettura:
    “Io non sono Nanni Balestrini, ma leggerò due pagine da un libro di Nanni Balestrini, un capolavoro di impegno civile, uno dei capisaldi della letteratura italiana contemporanea. Si intitola Gli invisibili, il suo autore è sulla lista nera, se passassero certe proposte questo libro sparirebbe dagli scaffali del Veneto. Questo brano parla di autolesionismo in carcere”.
    Finita la lettura (un brano durissimo, splatter), mi hanno applaudito con convinzione.

    Poi è intervenuto Stefano Tassinari. Il suo è stato un discorso lungo, articolato. Ha spiegato le ragioni che ci spinsero a firmare l’appello del 2004, ha parlato della “dottrina Mitterrand”, della necessità di una soluzione politica alla ferita degli anni ‘70 etc. ma ha parlato di tutto questo mantenendolo nella cornice della lotta alla censura. Ha detto: “Anche avessimo torto marcio, la nostra è un’opinione, e ogni opinione ha diritto di essere espressa senza che chi la esprime finisca su una lista nera”.
    Un intervento bellissimo.
    Poi Stefano ha letto alcune pagine dal suo romanzo sul G8, I segni sulla pelle.
    L’applauso è stato ancora più convinto.

    Poi è intervenuto Serge. Ha detto: “Dal mio accento potete capire che non sono italiano. Sono uno scrittore francese, e ho l’onore di essere sulla lista nera insieme ai miei colleghi italiani. Non solo: sono anche il loro editore. Sono direttore di una collana che pubblica molti libri italiani, e quasi tutti i nostri titoli sono di autori sulla lista nera”.
    Applauso.

    Lello ha fatto un intervento, duro e diretto, contro le bassezze della stampa locale, ha analizzato titoli subdoli e criminalizzanti, poi ha letto una sua poesia, molto potente. Mi è rimasto impresso un verso: “Chi paga rompe, e i cocci sono nostri”.

    Poi si sono susseguiti interventi di “Libera”, degli studenti, e di un signore anziano, uno dell’ANPI, che ha fatto un discorso bellissimo, partendo da come sono la vita e la politica in quelle zone. Ha indicato noi e ha gridato: “Questi scrittori sono nostri compagni, e noi li dobbiamo difendere!”. Ha concluso dicendo: “Era un motto della guerra partigiana e lo voglio ripetere: se devo cadere, cadrò con le dita negli occhi dell’avversario!”
    C’è stata un’ovazione.

    Siamo stati intervistati da diversi media. Stefano è stato intervistato da Italia 7 Gold, canale televisivo del nord-est. La prima domanda, demenziale, è stata: “Cosa c’entra Saviano con Battisti?”, e Stefano: “No, un momento, ripartiamo daccapo”. Da quel che ho capito (io stavo parlando con l’inviata del Pais), ha ribadito le cose che aveva detto nell’intervento, comprese le motivazioni dell’appello per Battisti, ma sempre “in subordine”, nella cornice della lotta alla censura.

    Molti sono venuti a ringraziarci per la nostra presenza, avevano gli occhi che brillavano, tutti dicevano: “Per un posto come questo, è una cosa senza precedenti”.

    Un bilancio della giornata:
    – a Preganziol abbiamo condiviso un momento importante con una fetta minoritaria ma importante e battagliera della società civile locale;
    – Lucia, la bibliotecaria di Preganziol, non c’era perché non poteva esserci (e non approfondisco), ma ha comunque sentito intorno a sé il calore di una comunità, ha avuto la conferma che non è sola;
    – Il Gazzettino è stato costretto a rettificare le porcherie scritte ieri su Lucia;
    – la Donazzan non spedisce più la lettera;
    – Speranzon presenta in municipio una mozione molto annacquata rispetto ai focosi propositi di dieci giorni fa, in cui non si tirano in ballo biblioteche e scuole;

    Questi sono risultati tangibili, risultati parziali ma importanti di una mobilitazione a cui abbiamo contribuito tutti.

    C’è una nota stonata:
    la Donazzan ha querelato il quotidiano “Terra” per un articolo sul #rogodilibri; è possibile che nei prossimi giorni arrivino altre querele, anche a qualcuno di noi. E’ comunque una ripicca, un gesto di stizza. Conferma che la pressione l’hanno sentita, l’orgoglio è ferito.

    LA LOTTA PAGA.

    E FORSE STAVOLTA I COCCI SARANNO LORO.

  9. Segnalo solo che la mozione di Speranzon non è annacquata. Prima della sezione “impegna il sindaco e la giunta”, nella sezione “ritenuto che” vi è una *chiara rivendicazione dell’esclusione dalle pubbliche biblioteche* delle opere dei firmatari dell’appello: “Nessuno deve impedire il sacrosanto diritto per i cittadini di acquistare e leggere i libri che preferiscono di qualsivoglia autore, tuttavia le biblioteche civiche acquistano i libri con i soldi pubblici, soldi che arrivano anche dalle tasche dei familiari di Antonio Santoro, Pierluigi Torregiani, Lino Sabbadin e Andrea Campagna;” Poi, per onesta dissimulazione…, nella sezione “impegna” non se ne parla, ma è chiaro appunto dalla frase precedente che tra le forme di “boicottaggio civile” è implicitamente presente anche la biblioteca pubblica.

  10. @jumpinshark
    Non voglio cantare vittoria a tutti costi, anche perché sul campo ci sono ancora diversi feriti, eppure credo che anche Speranzon sia stato costretto a una parziale marcia indietro.
    La sua prima proposta di censura l’ha fatta da Assessore alla Cultura della Provincia di Venezia, proponendosi esplicitamente di colpire tutte le biblioteche di quel territorio. Adesso passa alle vie fatto, ma la sua è una mozione, presentata in un consiglio comunale, da una precisa parte politica, dove le biblioteche figurano come bersaglio implicito.
    Mi pare che anche il suo sia un passo indietro significativo.

  11. @WM2
    assolutamente corretto tutto. Il passo indietro c’è, anch’io sono molto contento di come ce la siam giocata, diciamo così. Però, da non-allarmista quale sono, vedo due fatti: 1) ci possono riprovare domani per un qualsiasi altro motivo (dalle coppie di fatto all’eutanasia, dal federalismo alle “calunnie contro il Nord”, ovviamente giocandosela con un po’ più di “finezza”, ovvero rozzezza), perché è stato posto un precedente; 2) nel caso in oggetto appena si quieta la buriana, probabilmente a qualcuno, come dice Camilleri, l’alzata di ingegno gli riviene…

  12. E’ un tema che ricorre spesso di questi tempi: alle volte sembra di poter riconoscere una sorta di giustizia simbolica, a volte ironica, a volte poetica, in opera nelle vicende di cronaca. I firmatari dell’appello del 2004, ad es., si sono trovati di fronte a una esclusione, tema agambeniano per eccellenza. Agamben è come sappiamo uno degli autori sulla lista di proscrizione.
    L’iniziativa dei politicanti veneti è infatti essenzialmente una presa di posizione morale. A pensarci bene, non credo sia essenzialmente un tentativo di stornare l’attenzione dal lupanare di Arcore, anche se ha funzionato così e così l’abbiamo più o meno tutti interpretata.
    Credo che dietro l’azione dei politicanti veneti ci sia un’idea di società ben precisa, e un idea di che cosa sia l’uomo, un’antropologia insomma, che è tecnicamente di stampo nazista.
    Non parlo cioè di croci celtiche al collo, dei CD nazi rock con il contributo della regione veneto, e nemmeno delle così dette “nostalgie” per la RSI (che in realtà sono precise dichiarazioni di appartenenza). Parlo dell’idea di uomo e di mondo che viene fuori nel tentativo della destra populista di rispondere alla domanda: “Come deve essere una società giusta e bene ordinata?”
    In questo caso, secondo la destra populista, una società giusta e bene ordinata deve stigmatizzare non tanto chi la pensa diversamente, ma chi opera in settori che possono “fare pensare”. Se i settori sono percepiti come impopolari e parassitari (i pseudo-intellettuali) ecco che alla dinamica dell’esclusione si affianca potenzialmente quella girardiana dello scandalo, e dei potenziali capri espiatori. La logica interna che muove questa dinamica conduce ne più nè meno che alla persecuzione intellettuale, morale e fisica. Per questa era ed è importante opporsi in tutti i modi ai politicanti veneti.
    Ciò che quella gente auspica è una società in cui ognuno compie il lavoro che gli è stato assegnato come un dovere: un calzolaio fa il calzolaio, lo sbirro lo sbirro, senza mai alzare la testa, e il politicante nutre lo spirito del lavoratore con sempre nuovi deliri simbolici. Questa visione dell’uomo e del mondo io la chiamo nazismo, a sarebbe tale anche a prescindere dalle croci celtiche al collo della Donazzan e del passato politico di persone che, lo ripeto, stanno in ultima analisi conducendo un training da futuri persecutori.
    Credo che quella di chi si è mosso contro questa logica sia una vittoria. Un passaggio tattico importante. La lotta, come sempre, è di lunga durata. Ci sono aree del paese governate da un personale politico che ha più a che fare, nelle istanze e nel passato politico, con il Veneto Fronte Skinhead che con la Repubblica nata dalla Resistenza.
    Questo va detto a chiare lettere.

  13. […] This post was mentioned on Twitter by librisulibri and TaccuinoallIdrogeno, Wu Ming Foundation. Wu Ming Foundation said: Preganziol: due video http://bit.ly/eVMJdI #rogodilibri […]

  14. Scusate, torno solo ora alla tastiera. Questo il messaggio su Facebook di Riccardo Bottazzo, il giornalista di Terra querelato da Donazzan e Speranzon:

    “Se non mi piglio la solita querela non mi par neanche di lavorare con giudizio… stavolta tocca al “brucialibri” Speranzon

    pubblicata da Ri Bot il giorno mercoledì 26 gennaio 2011 alle ore 20.06

    Querelato! Da non credere! I due cari assessorini – Speranzon (quello che vuol de-biblioterare i libri degli autori che gli stan sulle palle) e la Donazzan (quell’altra che svasticava i muri delle scuole vicentine) – mi hanno querelato per diffamazione mezzo stampa soltanto perché su Terra gli ho dato degli ignoranti e dei politici di regime. Regime fascista, trattandosi di loro due (mica glielo avevo consigliato io di iscriversi all’Msi, eh?) E “fasci” – spero che nessuno voglia metterlo in discussione! – vuol dire “carogne”, “servi” e “stupidi”.

    Non è forse la verità? “Puro vangelo” risponderebbe Tex!

    E così, loro rinverdiscono i festosi tempi della santa inquisizione e io devo andare in tribunale a spiegare perché li ho chiamati ignoranti e fascisti!

    Beh, io torno a leggermi Pennac e Cacucci alla facciaccia loro… prima però posto una bella foto per far capire bene come la penso. ”

    La foto non riesco a metterla, diciamo che è una mano. Che dito è alzato lo indovinate voi?
    baci,
    c.

  15. Scrive Wu Ming 5 “L’iniziativa dei politicanti veneti è infatti essenzialmente una presa di posizione morale.”
    Secondo me è moralista, non morale: perché rivolta ad altri, non a sé (e in nome di che cosa, poi!). Tanto per non dar loro una statura che non hanno, non hanno avuto e non avranno.