[…] This post was mentioned on Twitter by redbalbi, Marco, bituur esztreym, t i t a k a, Wu Ming Foundation and others. Wu Ming Foundation said: Se non ora, quando?: Leila Khaled Jiang Qing Comandanta Ramona Anita Garibaldi Iris Versari… http://goo.gl/fb/eRzgE […]
Grande Taslima Nasrin! E anche tutte le altre, ovviamente. Davvero ottime scelte. Io avrei messo anche Malalai Joya (ex deputata del Parlamento afghano e femminista), Sophie Germain e Ipazia (scienziate), Anais Nin (scrittrice), Anna Magnani, Marylin Monroe (attrici) Alexandra Kollontai (rivoluzionaria russa),Sophie Scholl (attivista tedesca anti-nazista), Gerda Taro (fotografa) .Eleonora Pimentel Fonseca (giacobina, esponente della Rivoluzione Napoletana), Emilie du Chatelet (scienziata, scrittrice e compagna di vita di Voltaire, quando morì di parto lui scrisse “non ho perduto un’amante ma la metà di me stesso. Un’anima per la quale la mia sembrava fatta”)…e vabbè..troppe altre ce ne sarebbero..capisco che avete dovuto fare una selezione. Comunque, bravi!
dolores ibarruri (non c’e’ bisogno di presentazioni)
ondina peteani (triestina, partigiana della “brigata proletaria”, sopravvissuta ad auschwitz; secondo qualcuno fu la prima staffetta partigiana in italia)
zivia lubetkin (unica donna tra i leader dell’ insurrezione del ghetto di varsavia nel 1943)
sofia kovalevskaya (grandissima matematica, la prima donna ad ottenere la cattedra in un’ universita’ europea (1889); in seguito in russia la cattedra le fu rifiutata a causa delle sue idee vicine al nihilismo)
lyudmila pavlichenko (tiratrice scelta dell’ esercito sovietico, uccise 309 tedeschi durante la seconda guerra mondiale. woody guthrie le dedico’ una canzone)
In alcuni casi la scelta è anche dovuta alla reperibilità delle foto. Ad esempio, delle leggendarie gappiste romane (Carla Capponi, Lucia Ottobrini, Marisa Musu, Maria Teresa Regard…) non ci sono foto nitide, almeno in Rete.
Grande post. Don’t forget our african sisters! Unite all the struggles. Porto un paio di nomi: Grand Nanny e, piu’ recentemente, le sorelle di Pray the devil back to hell.
non so se c’entra, ma è da un po’ di post che mi giro in testa questa considerazione:
nello scorso millennio (1994) in università avevamo organizzato un seminario autogestito. Esperienza fondamentale, per me. Alla fine abbiamo prodotto un libretto con un po’ di materiali.
Dato che ero quello che smanettava coi computer, l’impaginazione è toccata a me, in prima pagina la foto di uno squat supergraffitato (tacheles, se ben ricordo…) e in quarta di copertina mi è venuto in mente di replicare i credits dei dischi e dei mixtape ragga / hiphop che sentivo in quel momento (e pure ora!), mettendoci i nomi di tutti quelli e di tutto quello che aveva portato lì ognuno di noi:
è stata la cosa più partecipata dell’intero seminario, ore e ore, un elenco interminabile, tutti che volevano dire la loro, una enciclopedia del perchè la nostra vita è così e non come quella di quegli altri, e c’era tutto: alcune di queste compagne, e gruppi musicali, e filosofi e scrittori, i personaggi dei cartoni, i partigiani sconosciuti scritti nella lapide all’angolo di casa, geronimo e le black panthers, i nomi famosi e quelli che poi si sono andati a cercare perchè non li conosceva quasi nessuno, roba di duecento anni prima e roba (in quel momento) contemporanea…
Ecco ogni volta che si parla di simboli, ogni volta che vedo una galleria come quella che avete pubblicato, mi viene in mente questa vecchia esperienza. Ve ne fate qualcosa? La vogliamo ri-disegnare insieme questa mappa? Ma qui, intendo…
p.s. per tutta l’infanzia e l’adolescenza mi hanno chiamato ‘cangaceiro’ (al maschile, vabbè) per il mio carattere. Poi ho scoperto chi erano… oggi non mi lamento!
Che galleria meravigliosa! Piccolo appunto per tuco: a me risulta che la prima donna docente universitaria sia stata Laura Bassi, ma non ho altra fonte che la sua pagina di Wikipedia, quindi non so.
“Quel che conta è che uno vada a cercare la gente. Non importa se si è in città, in campagna o nella capitale. Quel che importa è trovare degli amici che siano anche dei compagni, con cui sia possibile fare qualcosa di buono, che siano anche diversi da te per molti aspetti ma con cui hai profondamente in comune la proiezione verso il futuro. Ovunque trovi un tale tipo di persona, stai benissimo.” JOICE LUSSU (dal libro di Silvia Ballestra “Joice L. una vita contro”)
hai ragione, la kovalevskaya fu la prima nell’ europa del nord (cosi’ c’e’ scritto su wikipedia). anyway, il lavoro della kovalevskaya e’ veramente impressionante, alcuni dei suoi risultati sono tra i capisaldi della matematica moderna.
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approfitto per ricordare ancora il nome di alma vivoda, partigiana triestina caduta in uno scontro a fuoco il 28 giugno del ’43 (da queste parti la resistenza armata comincio’ gia’ prima della caduta del fascismo)
La galleria che abbiamo composto qui vuole essere, per così dire, uno spunto, un’idea, per una narrazione diversa delle donne. Una narrazione molteplice che a noi piace. E’ evidente che potrebbe continuare per un numero indefinito di ritratti, noi ne abbiamo selezionati soltanto alcuni.
Diciamo che il filo conduttore è lo spirito ribelle e che abbiamo scelto figure “popular” ma non esattamente sulla bocca di tutti (tipo Aung San Suu Kyi). Una galleria New Epic, potremmo dire… ;-)
E a proposito di “furto di simboli ed eroi”, il monumento ad Anita Garibaldi, sul Gianicolo di Roma, venne inaugurato da Benito Mussolini:
“Il governo Fascista ha voluto dedicare alla memoria di Anita, la presenza galoppante, nell’atteggiamento di guerriera che insegue il nemico e di madre che protegge il figlio. L’artista insigne, che ha così dato oltre l’effige lo spirito di Anita, che conciliò sempre, durante la rapida avventurosa sua vita, i doveri alti della madre con quelli della combattente intrepida al fianco di Garibaldi.”
(mi pare pure sgrammaticato, ma in Rete l’ho trovato così…)
Ah, Emma Goldman. Segnalo anche la Rafanelli (Tentata appropriazione fascista prima del fascismo, per altro!), e la De Cleyre. Quanto al senso della cosa di domani e delle immagini femminili, ne abbiamo già ampiamente discusso via Twitter, quindi non mi dilungo di nuovo sull’argomento, limitandomi a segnalare questa cosa qui: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2011/02/08/13-febbraio-massa-critica-con-gli-ombrelli-rossi-noi-vogliamo-tutto/ che personalmente, condivido in pieno.
C’ho pensato un attimo è m’è venuta in mente Sylvia Plath. Poi ho pensato meglio è m’è venuta in mente Joy, finita in carcere per essersi ribellata ad una violenza e continua a farlo e continua a pagare il conto, purtroppo. Una lunghissima durissima storia di resistenza.
Dalla biografia di Anthony Valerio su Anita Garibaldi, in via di traduzione: “the *Duce*’s speech was a tour de force of dissimulation: the three sentences actually devoted to Anita in his twenty-minute speech underscored how she had “always reconciled during her swift and adventurous life her high duties as a mother with those of an intrepid fighter at the side of Garibaldi.” The remainder of Mussolini’s talk focused on Garibaldi himself and the way in which the Red Shirts had been precursors of the Fascist Black Shirts.” (Foreword, xv) Tra l’altro, Valerio ricorda anche che “In 1929, while it was still in the planning stage, Mussolini had had to defend the monument to Anita in the wake of remarks by Pope Pius XI that the Lateran Accords between Italy and the Vatican had made the statue “inopportune.” (Note 1, p. 173) Ovviamente, anche queste azioni facevano parte della strategia fascista di mythmaking fai da te, del tentativo di darsi precursori “degni”, in spregio alla storia e alla cultura della penisola, dei suoi uomini e delle sue donne.
Grazie per aver ricordato Emma Goldman che a sua volta si ispirava a Mary Wollstonecraft, madre di Mary Shelley..e così via. Qualcuna proprio domani non sarà in piazza perchè..se non ora quando? Sempre! Con tutte le donne, sante e puttane, italiane e migranti, sempre.
Penso che il titolo del romanzo di Primo Levi sia stato scelto dalle organizzatrici delle manifestazioni di oggi perché è un invito a uscire dai ghetti fisici e mentali (chi c’è ancora) e unirsi, essere per sé e l’una per l’altra. E’ un brano del Talmud (II secolo d.C.): «Se non sono io per me, chi sarà per me? E quand’anche io pensi a me, che cosa sono io? E se non ora, quando?» Primo Levi, scegliendola come titolo, fa risuonare l’ultima domanda retorica in questo senso: quanto ci vuole ancora perché tutti si ribellino? Di fronte all’intollerabilità dell’oltraggio, al superamento di quello che era posto come limite dell’arbitrio e della disumanità, quale pretesto trova ancora chi non si ribella? Mi piace che la frase sia usata da donne, perché c’è un rovesciamento di genere. Il brano è tratto dalle Pirké Avoth, cioè le “Massime dei padri”. Scrivo questo a prescindere da qualunque scelta individuale o di gruppo sulle iniziative di oggi.
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“Credono alcuni poco pratici de l’Historie, che non ci sieno state, ne ci sieno donne nelle scienze e nelle arti perite, e dotte e questo appresso loro pare impossibile.” Lucrezia Marinella, 1600
Occorre porsi a raccontare, (o a farsi raccontare) un’altra storia, che riguarda tutte le manifestazioni dell’umano, e che ha le donne come protagoniste. Sto leggendo “Filosofe della Modernità”, di Sandra Plastina, che è un opera documentata e incisiva. La citazione iniziale è tratta dal libro. Lettura consigliata.
Ciao, complimenti per il post che mi ha permesso (come sempre) di arricchirmi. Anch’io dò un piccolo contributo aggiungendo Vandana Shiva, http://it.wikipedia.org/wiki/Vandana_Shiva
jiang qing mi pare un po’ borderline, non vi pare? voglio dire…diciamo che ha passato un po’ il limite durante la rivoluzione culturale, abolendo pressochè ogni cosa se non la lode sperticata a mao
@clorenzo questo non è il “pantheon delle sante” né una rassegna di agiografie. E’ un tentativo di rappresentare la molteplicità dei modelli femminili. Anche altri personaggi della galleria sono “contraddittori”. Temo che, se ci mettessimo a soppesare errori e colpe di questa e di quella, ci sfuggirebbe il punto della questione. Inoltre, l’inclusione di Jiang Qing è coerente con il discorso che facevamo qui, soprattutto nei commenti: http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=984 Dobbiamo farci carico di *tutto* ciò che è sceso lungo il nostro phylum, senza sfuggire la responsabilità di portarne il fardello.
Le donne inserite nella galleria non sono state scelte in base alla condivisione da parte nostra di ogni loro scelta, ma per il carico di alternativa che le loro scelte rappresentano rispetto ad altri modelli. La riduzione del dibattito in corso al frame imposto dalla destra (e da certi post-sinistri), cioè quello moralizzatrici/libertarie, suore/puttane, fa sparire tutto quello che ci sta in mezzo. In particolare spariscono le donne (“suore” o “puttane” che siano) che in mille modi diversi hanno lottato e lottano per cambiare il mondo. Anche Jiang Qing era un’attricetta che a un certo punto della sua vita scelse di entrare in politica. Ma non proprio come Nicole Minetti…
capisco, e vi ringrazio per la veloce risposta. il mio è stato un commento d’impulso, mi rendo conto ora del discorso che ha portato al vostro ultimo post. ha senso.
[…] Se non ora quando? Posted: febbraio 13, 2011 by sweepsy in dreams, desires, hopes, psychosis and madness Tag:bottoni, non, ora, quando, stanza 0 Amplify’d from http://www.wumingfoundation.com […]
Pochi appunti veloci, di ritorno dalla gigantesca manifestazione sfociata (a fatica!) in Piazza Maggiore, Bologna (non meno di 25.000 persone, variegatissima). Oggi l’ennesima riprova che muoversi ovunque e non solo a Roma, molteplici, ubiqu*, paga di più. C’è stata un’eccedenza di senso, di valore, di partecipazione, anche oltre le parole d’ordine iniziali. Mesi di sedimentazione delle lotte nelle città, sui territori. E i risultati cominciano a vedersi. Vedere donne partire in corteo non autorizzato fottendosene di capetti e burocrati (maschi) non ha prezzo. Dopo #nogelmini, FIOM, donne etc. si fa strada nei cuori l’idea che lottare si può, si deve ed è bello. A forza di vivere piazze piene e vedere lotte che PAGANO (Nordafrica etc) si crea un meme http://bit.ly/gmYcD1 Il parallelo con Tunisia ed Egitto era presente in migliaia di cartelli e striscioni, e slogan. “MO’ SBARAK!” E’ importante ribadirlo, adesso più che mai: TUTTE LE LOTTE IN CORSO SONO LA STESSA LOTTA. Sono lotte per la dignità. Quello è il comune multiplo. Il NO di Pomigliano e Mirafiori, gli studenti, oggi. Il multiplo è l’esaltazione dei propri fattori. Multiplo, non semplicemente “denominatore”, che è un andare al ribasso. Tutto questo, restando ben consci che il post-Berlusconi sarà una fase non meno pericolosa e avvelenata.
Appena tornata anche io dalla manifestazione. Bella la presenza di facce nuove, famiglie e anziani, in una città piccola dove finora a manifestare c’erano sempre stati solo i centri sociali e gli studenti. Meno belli certi interventi pregni di moralismo che sottolineavano la divisione tra “sante” e “puttane”, tra grandi donne e “donne di strada”, donne perbene e donne “permale”, quasi a buttare la colpa sulle “puttane” e a toglierne un po’ da chi le “puttane” le ha sfruttate. (Tra l’altro, volevo citare la bella risposta di sopra di WM4 nell’intervento che ho fatto, ma ho dovuto stringere perchè l’organizzatrice mi ha cazziata causa lunghezza eccessiva). Belli, quasi che mi hanno commossa, gli anziani con cui ho avuto lunghi discorsi, che ci appoggiavano e si preoccupavano per noi e per il nostro futuro.
Non so se servirà a fare in modo che la dignità, non solo delle donne, ma anche dei lavoratori, degli studenti, dei precari, delle persone pensanti in generale d’ora in poi sia difesa sempre e non solo in occasione di fatti eclatanti del genere. Però, sicuramente, è servito e servirà a dare un po’ di speranza in più a chi ha lottato, lotta e continuerà a lottare.
(Quanto al post-Berlusconi, il problema è che il berlusconismo mentale non si laverà via facilmente, secondo me. E temo che ad approfittare del vuoto di potere possa essere la Lega Nord, che resta forte, e di dover iniziare ad imparare ad imitare il dialetto lombardo per portarmi avanti col lavoro)
Posto la mia testimonianza da Cagliari (sotto il palco, quello che è successo sopra è facilmente reperibile). Questa è una foto che ho messo su Twitter: http://img.ly/2ZSf Più di cinquemila persone: cartelli scritti a mano, qualche sciarpa bianca, molti ombrelli rossi. Ci siamo dovuti spostare dalla piazza inizialmente indicata per la manifestazione: non ci saremmo mai stati. Per me che ho partecipato a cortei per il 25 aprile con meno di un decimo della gente, una sorpresa piacevole e quasi inattesa: ha scombinato i piani per Cagliari – Chievo trasformando la giornata in un unico percorso piazza-stadio (non solo per me ovviamente). Che gente c’era? Donne e uomini di tutte le età e provenienza. E bisogna tenere presente che si è manifestato in tutte le città sarde, non solo qua. Di cosa si è parlato? Principalmente del lavoro che non c’è o che sta andando via: amici e amiche precarie con contratti scaduti e difficoltà a vivere una volta pagati affitto e bollette. Poi di elezioni amministrative (manca poco, e il candidato PD ha appena perso le primarie contro SEL, cosa che galvanizza alcuni). E Berlusconi? Di lui si è parlato dal palco, negli striscioni e nei fogli stesi su fili che attraversavano la piazza, nei cartelloni portati da studentesse e donne di ogni età, ma vi posso assicurare che i discorsi in piazza non vertevano tutti sulla sua figura. La differenza tra chi era lì e chi ci governa era netta, e il post-Berlusconi lo immagino proprio così: una piazza che ragiona e si preoccupa e che trova insieme una via d’uscita. Ok sono andato lungo, e sconnesso, ma se non ora quando? :-)
“Dopo #nogelmini, FIOM, donne etc. si fa strada nei cuori l’idea che lottare si può, si deve ed è bello.” Anch’io sono appena tornata dalla manifestazione bolognese e anch’io ho avuto questa sensazione. Ho percepito una gioia sobria, potente, proiettata in avanti, verso un futuro che si sta già immaginando. Una consapevolezza globale dei problemi da affrontare, un punto di vista multiplo, appunto, ma in grado di generare una prospettiva a volo d’uccello.
[…] This post was mentioned on Twitter by Fab, Wu Ming Foundation. Wu Ming Foundation said: Partiamo con le riflessioni, o almeno coi commenti + lunghi di un tweet? http://bit.ly/eBxs63 #senonoraquando […]
Ma secondo me non è assolutamente casuale che il grimaldello della questione politica italiana sia una vicenda legata ai rapporti di forza fra generi sessuali che rispecchia “tradizionali” dinamiche di scalata al potere, traducendo solo la subalternità del genere femminile. Proprio di fare una rivoluzione culturale si tratta, proprio di ribaltare i rapporti di forza, riprendere in mano la propria vita e la propria dignità, come in Egitto, Tunisia ecc… non di fare fronte alle necessità primarie e primitive, non di procurarsi il pane ma sovvertire l’ordine ormai naturale per riprendersi la democrazia e scacciare il tiranno. Anch’io penso che a piccoli passi stia evolvendo la consapevolezza di trovarsi in un in un regime di fatto. Come per gli egiziani e gli algerini. Sebbene in Italia un lunghissimo e subacqueo lavoro di contraffazione dellà realtà sia ormai da considerarsi un fattore intrinseco dello sviluppo “culturale” del Paese e questo rende ogni cosa più difficile, ma mai impossibile.
Lo stesso posso dire della manifestazione di Pisa. Molto bella, variegata, plurale. Lo spazio per tutte e tutti. Anche parole di distinguo, molto sensate. Mai vista Piazza dei Miracoli così piena. E tanta gioia calma dell’essersi ritrovati, una riappropriazione. Coraggio, il cammino è lungo.
Anche a Firenze è andata molto bene. Avevo qualche dubbio a partecipare a un corteo che, per come era stato organizzato nella mia città, mi sapeva un po’ troppo di ennesimo raduno del “ceto medio riflessivo”. Invece mi è sembrata una manifestazione semplice e popolare, con donne e uomini giustamente incazzati ma felici di ritrovarsi insieme come non accadeva da tempo. Mi pare di capire dagli altri commenti qui sopra che anche nelle altre città siano scese in piazza persone di diverse estrazioni sociali, cosa che secondo me è molto importante in manifestazioni che a volte rischiano di tagliare fuori i segmenti sociali meno acculturati. Molto presente anche nel corteo a cui ho partecipato il riferimento a Ben Alì e Mubarak. Forse siamo solo all’inizio, prendiamolo come buon auspicio!
Oggi pomeriggio festa di compleanno di una compagna di classe del pargolo. Per di più in maschera, dato il periodo carnevalesco (adulti esenti). La consorte va in manifestazione per diritto di precedenza e noi altri due raggiungiamo il luogo dei festeggiamenti. Lui vestito da corsaro nero, io in borghese. Lì incontro Emma, madre di due figli, il più grande dei quali va a scuola col mio. Lei non si perde una festa. Sai com’è, svoltano il weekend con i pupi. Anche oggi?, le chiedo. Eh, sì, dice. Il marito voleva andare in manifestazione. Però si è portato il figlio più piccolo. Dopo ci raggiunge… Il tempo trascorre tra patatine, pop corn, pizzette, le tagliatelle di nonna Pina (non la pasta, la canzone). A seguire il coccodrillo come fa, per fare un tavolo, via dei matti, e altri evergreen under six. La festa si tiene in una saletta sottoterra, il telefono non prende, così ogni tanto risalgo in superficie e chiamo la consorte per sapere come va la manifestazione. Abbiamo dovuto quasi sfondare il servizio d’ordine degli uomini, dice. In che senso? Nel senso che non volevano farci andare in Piazza Maggiore perché non c’era l’autorizzazione, ma qui ci sono trentamila persone, come pensavano di farle sfilare per le viuzze del centro? E’ che non pensavano ci fosse tanta gente. Già. Comunque li abbiamo fatti sloggiare. La consorte non è di grossa taglia, ma quando s’incazza non la manda a dire – anzi, come diciamo a Bologna, “non è bionda” (infatti è mora) -, men che meno ai nerboruti funzionari di categoria. Ho visto tuo padre, dice. Mio padre? Sì, se ne stava ai margini del corteo, a fare il finto indifferente, mentre zitto zitto spingeva la gente verso la Piazza insieme ad altri signori della sua età. Ah. I lupi perdono il pelo… Saluto. Scendo di sotto, blocco il corsaro che, scimitarra sguainata e benda sull’occhio, sta inseguendo Spider Man, e gli dico che devo andare un attimo dalla mamma, sarò di ritorno tra una mezz’oretta. Scatto fuori e raggiungo Piazza Maggiore. E’ piena, ma la gente continua ad arrivare da via Ugo Bassi. Sì, le previsioni erano decisamente sbagliate. La cosa che salta agli occhi è la totale assenza di bandiere e stendardi di qualsivoglia organizzazione. Uno scenario decisamente diverso da quello visto in questa stessa piazza poche settimane fa, per la manifestazione della FIOM. L’altra cosa che non si può non notare: un arco generazionale decisamente ampio. Incrocio un tizio con un foglio A4 attaccato sul petto: “MIO NONNO VA IN BOCCIOFILA”. Al volo riesco a incontrare la battagliera consorte, che mi ragguaglia. Poi i soci Wu Ming. Poi qualche vecchio amico e amica che non vedo da tempo (perfino Ciro! Dico, Ciro: l’ultima manifestazione a cui l’ho incontrato è stata… non mi ricordo nemmeno se l’ho mai incontrato a una manifestazione). Poi mia madre e mio padre, l’ultima manifestazione a cui siamo stati tutti è tre insieme… boh, forse ero bambino. Rivedo perfino Mingo, con il figlio sulle spalle, e lui sì che me lo ricordo, dieci anni fa, in via Tolemaide. Presero lui e non me, gli ruppero il naso con i manganelli dentro la camionetta. La mezz’ora è passata abbondantemente, il tempo di raccogliere i racconti del corteo, respirare ancora una boccata di questa vaga aria maghrebina, salutare tutti, e devo tornare sui miei passi, ai doveri paterni. Arrivo nella saletta ipogea appena in tempo per la torta (buona, caloricamente proibitiva, ma buona). Il pargolo si è tolto il costume da pirata e schiuma sudore tipo puledro dopo una corsa, ma almeno ha ceduto le armi per dedicarsi a giochi più politicamente corretti. Dopo un po’ ci raggiunge anche la consorte. Espletate le rituali effusioni con l’ex-corsaro prova a rispondere alla domanda “Dove sei stata?”. Prova. Il pargolo la guarda strano: “Eri andata a manifestare contro il babbo?”. Riprova, sarai senz’altro più fortunata. It’s a long way to Tipperary. Si è fatta una certa. Si torna a casa. Per il momento. Ah, non lo so il coccodrillo come fa a fare un tavolo in via dei matti. Ma intanto ha impugnato gli attrezzi.
[…] This post was mentioned on Twitter by Giulio and Daffy, Wu Ming Foundation. Wu Ming Foundation said: WM4 sulla manifestazione di Bologna http://bit.ly/hojfyl #senonoraquando […]
Inizio salutando tutti. Ringrazio per il bellissimo blog che mi ha offerto innumerevoli spunti di riflessione. Questo è il mio primo post. Ieri ero a Genova alla manifestazione e devo dire che sono stato piacevolmente sorpreso dalla quantità di persone presenti. Una bella giornata.
Tornato a casa scopro dal tg regionale, che dava ampio spazio alla manifestazione, anche la notizia dell’oscuramento da parte della postale del blog savonaeponente.com | dal minuto 5.20 | video | http://bit.ly/ee17lJ
L’articolo in questione è certamente discutibile, si può leggere qui http://bit.ly/g4gYOd, ma la repressione, con l’oscuramento del sito savonaeponente.com mi sembra francamente eccessiva e intimidatoria.
Va aggiunto che Valeria Rossi cura da tempo sul portale indagini riguardo l’ampliamento della centrale a carbone di Vado Ligure consultabili anche http://www.nocarbone.it/ ed è promotrice di molti comitati ed iniziative sul territorio.
Segnalo questa notizia perchè ritengo che con i precedenti sul #rogodilibri sarebbe gravissimo se il tentativo di mettere a tacere delle voci libere si espandesse anche sul web. Ancora un saluto a tutti.
Trovata! “Nè perbene nè permale. Solo per la Bellezza” di Azeb Lucà Trombetta. http://vimeo.com/19908631
E inoltre: In questi giorni mi domando quale sia la soglia di rottura, il livello di disagio oltre il quale un popolo si rovescia in strada e quel che succede, succede. Esistono dei parametri? E se esistono, valgono per l’Italia del 2011 come per l’Egitto o bisogna mettere in conto fattori ambientali, sociologici, culturali? “QUANTI poveri, QUANTO poveri e PER QUANTO tempo”. Questa è una stringa di parametri che mi frullano in testa, totally random. Il disagio reale che vivono quotidianamente nel nostro paese i lavoratori Fiat, gli studenti, i precari (e avanti all’infinito) è forse minore di quello che ha portato alle rivolte in Tunisia ed Egitto?
Beh, al momento di andare in manifestazione mia figlia si accorge di essere senza sciarpa, e qui a Ferrara spioviggina. Le dico di prenderne una mia, la sua mano cade a colpo sicuro su due metri di lana rossa che avevo religiosamente conservato dai tempi del liceo: era la mia sciarpa d’ordinanza, cucita dalla mamma, la portavo fino a maggio. Poi manifestazione, che incredibile ma vero (siamo a Ferrara, mica ad angolo B) riempie la piazza municipale. E poi, in serata, presentazione del libro al Dans la rue, nella storica via Avesella di Bologna. Stasera risento al telefono la figliola, e le dico chela sciarpa può tenerla: ormai sta meglio attorno al suo, di collo.
savonaponente.com SITO WEB SOTTOPOSTO A SEQUESTRO PREVENTIVO. PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI BOLOGNA.
Non solo l’articolo incriminato è stato sequestrato, non solo l’intero sito del giornale ma anche i computer personali, compresi quelli del figlio di Valeria Rossi. Si aggiungano le perquisizioni di casa e delle autovetture, ecc. Per saperne di più: http://www.youtube.com/watch?v=zufM7c2DJoI La linea rogodeilibri è perseguita, si continuano a bruciare saperi scomodi.
Non conoscevo savonaponente.com e me ne dispiaccio particolarmente perché sono di Savona, anche se da qualche anno migrante a Bologna. Casa mia è illuminata dalle luci della centrale termoelettrica a carbone citata da giulio. Quelle altissime ciminiere a strisce orizzontali bianche e rosse per me vogliono dire casa. Sono un punto di riferimento rassicurante allo sguardo del ritorno. Le immagini, i simboli, rassicurano; le polveri sottili, le emissioni irregolari, un po’ meno. Valeria Rossi ha urlato contro l’ampliamento selvaggio della centrale e l’indifferenza di Tirreno Power e istituzioni nei confronti dei cittadini, legittimi fruitori del territorio (http://www.nocarbone.it/2010/12/16/conferenza-servizi-tirreno-power-nulla-di-fatto/) .
L’articolo in questione che ha portato al provvedimento di sequestro del sito è un banale pretesto per spegnere una lotta tra le lotte, una voce tra gli eco assordanti che stanno assordando il potere. Eco che non hanno più centri ma esplodono nel loro essere periferia. La loro forza è straordinaria e per questo i tempi della Controriforma sono maturi. È tempo di agire, partecipare alle lotte, delocalizzarci, conoscere le lotte che interessano il nostro territorio, produrre saperi, movimenti inafferrabili, condividere saperi, impedire che Carafa abbia la meglio un’altra volta.
Aggiungo inoltre che Valeria Rossi si è anche opposta all’intitolazione di un concorso letterario e di una via a Giuseppina Ghersi (ragazza seviziata e uccisa a Savona nel 1945 da individui definiti dal padre ‘partigiani comunisti’) e alla relativa strumentalizzazione attuata dal presidente della Consulta Studentesca di Savona, Michele Laurelli (membro del Direttivo Nazionale di Alternativa Studentesca). Purtroppo non sono riuscito a trovare altrove il suo articolo a riguardo, aspetterò la dissequestrazione del sito per divenirne lettore.
Ringrazio giulio che mi ha dato l’input per perdermi e sbattere il muso contro un’amara realtà savonese che trascuravo o per lo meno avevo sempre sottovalutato:
Anche io sono savonese di origine e sono orgoglioso delle lotte condotte da Valeria Rossi. Ho inviato alcuni tweet con hashtag #oscuramento, ma non hanno avuto molto seguito.
La notizia ha avuto anche risalto internazionale, L’ho appreso grazie a questo tweet:
sunil_abraham: Italian Police Seize Blog Over ‘Kill Berlusconi’ Satire | #Italy #FoEcensorship # http://viigo.im/5Z1I (about 11 hours [la notte del 13/2 circa] ago from ViigoBB, retweeted by anonops_ita and 10 others)
@all: chiedo scusa se il post può sembrare OT, ma reputo sia comune anche alla lotta di “Se non ora, quando?”
Anche a Torino manifestazione straordinaria, per numeri, volti, tipi… Intergenere e intergenerazionale… pazzesco. Fa quasi paura, a ripensarci, la giornata del 13. E’ come un interrogativo in una lingua straniera.
@DeeMo: è appena uscito un bellissimo “pamphlet” di Marco Revelli, “Poveri, Noi” , vero e proprio [i]survey[/i] sulla povertà in Italia. E i dati non sono rassicuranti.
Io avevo le lacrima gli occhi. Mi sentivo a una riunione di famiglia. Le vecchiette che urlano “in galera! in galera!” danno i brividi di contentezza. E poi accorgersi della bellezza vera. Cavoli, che giornata.
Scusa, Giorgio, ai miei occhi le vecchiette che urlano “In galera!” non riassumono affatto lo spirito delle manifestazioni dell’altro giorno, anzi, è un esempio che impoverisce e banalizza, fa pensare che sia il solito, italiotico passaggio dall’Osanna al Crucifige. Come diceva Monicelli: ogni tanto gli italiani decidono di smettere di pensare per vent’anni, si affidano a un Uomo della Provvidenza, poi quando si stancano di lui, lo appendono per i piedi.
Comunque, siamo già oltre, con il PD e la Lega che si fanno gli occhietti dolci. http://bit.ly/fTpEME Il PD è il peggio che c’è, scolo di ogni vergogna. Finché sta in giro, non si combinerà un cazzo. Il mondo esplode, piazze piene ovunque, rabbia sociale, e Bersani si offre di accompagnarci, quietamente, nel IV Reich. E la Lega che per Bersani “non è razzista”, proprio oggi, propone ‘sta roba qui: http://bit.ly/fOqd35 Il post-Berlusconi è iniziato. Distogliamo lo sguardo da Berlusconi, che è già stato mollato dai poteri forti. Il Financial Times lo ha scritto chiaro e tondo: l’UE vuole tagli al welfare vertiginosi e qualcuno che li possa fare. Berlusconi non può più farli. E’ giusto che l’Unto cada, crolli, finisca la sua carriera nell’ignominia e magari in rancoroso esilio, ma se ci fermiamo lì non andiamo da nessuna parte.
Se non stiamo attenti, finiamo come dopo il ’94… Berlusconi dato per spacciato (speriamo comunque questa sia la volta buona), e la sedicente “sinistra” di governo libera di eseguire i diktat dei poteri forti citati da WM1.
All’epoca ci furono fatte passare la riforma Berlinguer, la legge Treu sul lavoro, una bella serie di privatizzazioni selvagge… e chissà quante altre cose dimentico. Ah, giusto: nell’ultima parentesi di governo di centrosinistra, la sottoscrizione del Trattato di Lisbona.
Adesso Bersani strizza l’occhio alla Lega… davvero: “lo scolo di ogni vergogna”.
La polizia italiana è un organo multiforme e labirintico, se è impossibile identificare le responsabilità in piazza dei singoli agenti è altrettanto difficile risalire le responsabilità gerarchiche. E’ avvolta dalla bruma, la polizia italiana. E il suo utilizzo preventivo è un tratto sempre più ricorrente. Si possono ricordare i due agenti DIGOS che sequestrano un foglietto con una frase di Quintiliano (Odiare i mascalzoni è cosa nobile) appeso da due grafici negli studi di Sky in via Salaria durante una visita-intervista del premier, con tanto di perquisizione del server dell’ufficio.
Oppure potrei ricordare la nostra manifestazione a Firenze del 22 dicembre, con tanta rabbia ancora per il 14, un paio d’ore dopo la quale, il mio amico che faceva queste foto alle vetrine “toccate” dal passaggio del corteo (http://i963.photobucket.com/albums/ae114/vbassetti/_DSC1206.jpg) è stato avvicinato da una coppia di persone in borghese che si sono qualificate come agenti e per venti minuti lo hanno interrogato per strada circa le sue preferenze politiche.
«E’ giusto che l’Unto cada, crolli, finisca la sua carriera nell’ignominia e magari in rancoroso esilio, ma se ci fermiamo lì non andiamo da nessuna parte.»
Quoto e sottoscrivo, ma proprio in pieno. (Però, andiamo avanti con un po’ di speranza in più, almeno!)
Socc’ su Giap c’è una piccola colonia di savonesi! Anch’io di quelle parti e trapiantata a Bologna. Anch’io, purtroppo, seguo le vicende della mia zona d’origine molto sporadicamente e ringrazio giulio e Simone per gli stimoli. Un territorio meraviglioso, il nostro, letteralmente devastato dall’industria pesante prima, dalla deindustrializzazione e dall’abusivismo edilizio dopo e, ora, da un tentativo malato di riqualificazione turistica che in realtà è utile soltanto a creare speculazione e ulteriori danni ambientali, e che misteriosamente va a braccetto con l’ampliamento, appunto, della centrale a carbone e del porto di Vado Ligure. Un territorio, per dire, dalle cui spiagge è ancora possibile vedere branchi di delfini a caccia. Giustissimo: se non ora quando?
@Wu Ming 1 Generalmente non faccio l’avvocato difensore, quasi mai. Però trovo leggermente esagerata la critica che rivolgi a Giorgio, non tanto nel suo contenuto ma nella modalità. Mi piace quello che scrivete, molto, però trovo che l’estrema pignoleria che pretende di ridimensionare una spontaneità anche un pò naif, in senso assolutamente positivo, si possa tradurre in una forma di “addomesticamento”, forse non è il termine giusto e posso sforzarmi di trovarne un altro, il tuo mestiere è quello di scrivere e l’attenzione che riservi alle parole è giustamente di quella di una estrema descrittiva precisione, però, secondo me, nell’affermazione di Giorgio non c’era nessun retropensiero. Ciao.
senz’altro in Giorgio non c’era il retropensiero. Solo che l’immagine scelta continua ad apparirmi infelice, a me le vecchiette che gridano “In galera!” mettono sì i brividi, ma non sono brividi di piacere. “In galera!” è la scorciatoia delle scorciatoie, quelle grida mi fanno pensare alla dinamica del capro espiatorio. Una cosa che cerco di evitare come la peste, tanto più in questa fase, è il mero “antiberlusconismo”. E’ giusta la soddisfazione nel veder cadere un simile, raccapricciante, miserando soggetto, ma temo che la sua caduta fornirà l’occasione per un bel lavacro di coscienze, una di quelle belle, rapide, indolori auto-assoluzioni di massa tipiche della storia di questo Paese. Trapassato prossimo: dopo il 25 Aprile, quasi nessuno era stato fascista. Futuro anteriore: dopo la caduta di Silvio, nessuno (a parte qualche die-hard) sarà stato berlusconiano. Caduto lui, risolto il problema. Ma siccome il problema non era lui, bensì il sistema che lo ha prodotto, e siccome il declino del berlusconismo-in-senso-stretto non implica quello del berlusconismo-in-senso-lato, io – nel mio piccolo – tengo ben alta la guardia.
non vorrei sembrare disfattista, ma e’ utile ricordare, che la cura x evitare la crisi dell’ europa decisa qualche mese fa’ e’ quella del rigore fiscale o germanizzazione della finanza pubblica. L’italia negli ultimi 2 anni e’ stata di fatto commissariata ed ha attuato politiche neutre di bilancio x contenere il debito , il problema e’ che nei prossimi anni, secondo i dettami europei, lo dovra’ ridurre, e allora arrivera’ il cetriolo gigante sotto forma di tasse o tagli alla spesa consistenti. Per definizione il governo fascio populista attuale non potra’ farli e come sempre il cetriolo arrivera’ da uno pseudo governo tecnico o di fintasinistra. A quel punto le strade saranno 2 : o taglieranno i fondi allla fabbrica del consenso (prima volta in Italia) o faranno i tagli orizzontali alla tremonti del cazzo, e li bisognera’ tenere la guardia altissima. Purtroppo sono convinto che Berlusca x questo paese e’ entertainment puro, horror x alcuni, commedia x altri e finche’ ci sara’ lui in mezzo ai cog… sara’ difficile vedere una reazione coesa di tutte le forme di protesta.
Condivido, nel mio piccolo, il brivido per la gioia nel sentire ulrare una signora “in galera!”. Estendendola, direi che è sintomatica di come non ci sia altro argomento, in questo momento, ma in generale in questi anni, che riesca a far presa sulla gente quanto la fedina penale. La fedina penale unico elemento di contesa politica: io mi auguro ci si renda tutti conto di quanto sia aberrante questa situazione. Certo, il fatto di avere B. come pres. del cons. ha fatto sì che il tema divenisse centrale, non c’è dubbio. Ma che buona parte della “sinistra”, e del suo elettorato, in nome di ciò abbia abdicato ad una critica strutturale del sistema produttivo, che questo governo sostiene e anche buona parte delle “opposizioni”, è un errore che pagheremo caro, come suggerito da wm1. Perchè abdicando alle ragioni politiche, quelle reali, tutto e il suo contrario possono andar bene, in ogni caso, basta che si mantenga un profilo pubblico moralmente e istituzionalmente corretto. E quindi può essere coerente che ci si allei con Fini, uno che fino a ieri era il capo di un partito fascista, e Casini, che è apertamente espressione di un potere che col governo italiano non dovrebbe avere nulla a che fare. Questo perchè son saltati i parametri politici per cui ad un certo punto si deve dir di no. L’imporatante, è che l’immagine pubblica sia pulita. Quella della Lega, in questo preciso momento, mediaticamente lo è: è una forza di governo, che è lì solo per portare a casa una riforma, dal nome corretto ma dal contenuto raccapricciante nel suo nulla normativo. E guai a guardar appena fuori da Roma, verso nord, dove la Lega esiste per davvero, e propone cose come il licenziamento dei soli lavoratori stranieri al fine di tutelare quelli italiani (Pordenone), o dove richiama delle insegnanti che rinunciando al loro pasto permettevano ad una bambina, straniera, iscritta all’asilo, di avercelo pur non potendoselo permettere (Fossalta di Piave). O a ricordarsi delle “cannonate” verso i barconi di immigrati che osassero avvicinarsi alle coste italiane, della legge bossi-fini, delle Ronde paramilitari etc etc. No, siccome mediaticamente la Lega, al momento, è pulita, allora va bene anche lei. E anzi, “va anche bene che il Governo rimanga nell’ambito del centrodestra” (Bersani, da La Padania di oggi), basta che il pregiudicato vada, appunto, “in galera!”. Accidenti però no che non basta!. Come può bastare?. Lo mandiamo in galera, e il giorno dopo, che si fa?. Tutto indistintamente uguale? Quindi i salari tra i più bassi d’europa, il turboprecariato, l’assenza della tutela per coppie gay-lesbiche, la distruzione della scuola pubblica, va tutto bene?!. Idee queste che stanno nell’anima di quella parte politica. Ci siamo già scordati delle aberrazioni del contratto imposto a Mirafiori?. Noi no, chiaramente, ma il Pd evidentemete sì, o forse la posizione di Renzi e Veltroni (con Marchionne senza se e senza ma) non era poi così minoritaria. E mica solo nel Pd, ovviamente: questo è l’editoriale di Scalfari di domenica
“L’opposizione sta finalmente considerando la necessità di dar vita ad un’alleanza repubblicana. Sembra decisa sull’obiettivo che si propone ma ancora molto incerta sulle modalità, sui tempi, sulla leadership ed anche sui partecipanti. Da Fini a Bersani? Da Casini a Vendola? Anche con Di Pietro? Guidati da chi? Per fare che cosa?
Includendo anche quella parte del Pdl che dovesse eventualmente abbandonare il proprietario di quel partito?”
Resta il tema della leadership. Esprimo su questo punto un parere personale: non credo che il leader d’una alleanza tra la sinistra e il centro-centrodestra possa esser guidata da un esponente politico proveniente da una delle forze alleate.
Ma va aggiunto che anche la scelta del presidente del Consiglio spetta al Capo dello Stato che, in situazioni del genere e con l’aiuto della coalizione vincente può anche scegliere un premier diverso da quello indicato sulle schede come leader della campagna elettorale”
Con tanti bei saluti alla volontà popolare. E questo è l’editoriale del “capo” della forza realmente, poichè mediaticamente, trainante nel Centro- Sinitra. E questo difetto c’è stato, in forma minore, nella manifestazione di Domenica: manifestazione, anzi, manifestazioni bellissime, piene di dignità, ma ancora acerbe nei contenuti politici. Voglio dire, com’è possibile che la Buongiorno, che fino a ieri stava nello stesso partito di Berlusconi, e adesso è in Futuro e Libertà, quindi di fatto ancora da quelle parti, sia stata così tanto richiesta sul palco della manifestazione?. Non che non potesse parlare, anzi, mi ha pure fatto piacere sentire certe cose da una donna di destra, però, per dio, è propria della matrice capitalista una certa visione dell’uomo, maschi e femmine, come merce: che si sia opera*, impiegat*, commess* etc etc… E in una società maschilista, è evidente che la specificità della mercificazione, nel caso delle donne, sia anche e sopratutto quella sessuale. Che poi, parliamoci chiaro, farsi inculare per un posto in televisione, o accettando di non rimanere incinta per tot anni sennò ti licenzio, non è poi troppo diverso. Penso per questo, che ho scritto in maniera confusa, che si debba riflettere, non voi wu ming, ma in generale, se vogliamo davvero una società diversa, o se ci basti sfogarci di tanto ma che in fondo il sistema ci vada bene così, e che non possa esserci alternativa. Il capitalismo, già sconfitto, prima o poi giungerà alla fine della sua agonia: c’è da capire che vogliamo fare dopo.
Condivido in pieno tranne che per una cosa. Non è stata una questione di “fedina penale”(Anzi, magari fosse stata ALMENO una questione di “fedina penale”, ci si sarebbe mossi già da molto e molto tempo). E’ stata (parlo a livello popolare, più che “partitico”) una questione morale e moralistica, secondo me: in un paese come l’Italia, con anni, secoli, di retaggio cattolico/papista alle spalle in una lista di reati pressochè infinita, l’unico che ha in un certo senso “impressionato” l’opinione pubblica è stato lo scandalo sessuale (Quando, secondo me, tutti gli altri sono pure assai più gravi).
Per quanto riguarda la questione “Lega/PD” vengo da una discussione infinita con alcuni membri del PD giovani del mio paese (Si, so che discutere col PD è come sparare sulla croce rossa, ma vabeh, ci si prova): loro giustificano la cosa con “La Lega è l’unico potere forte che è rimasto a destra, quindi, da opposizione, il dialogo politico possiamo farlo solo con la Lega”. Che bah, si commenta da sola.
stiamo molto attenti quando agitiamo l’accusa di “moralismo”, è esattamente il frame che ha cercato (per fortuna invano) di imporre la destra.
Non è uno “scandalo sessuale”: è lotta di classe sotto vesti parzialmente inedite. Abbiamo sentito, per fare un esempio, una ragazzetta siliconata vantarsi di guadagnare in una serata ad Arcore quello che un operaio (povero fesso!) guadagna in sei mesi. Una che si vende al tiranno, che *scavalca i suoi simili* usando il proprio corpo (cosa in sé già discriminante, perché le “brutte” non lo possono fare), una che si vende ai prevaricatori e se ne vanta pure… Bene, costei fa parte dei *nemici di classe*. Non trovo un’espressione più calzante di questa.
[Oggi trovo disturbante il rituale di *rapare a zero le collaborazioniste* come facevano i partigiani: penso che non fosse solo giustizia (simbolica) popolare, che ci fosse anche la riaffermazione di un dominio maschile e patriarcale. Però trovo sensatissimo identificare (e punire in qualche modo, simbolicamente) i collaborazionisti e le collaborazioniste.]
Dall’altro lato: uno che, forte del suo potere e del suo status (e nonostante la flaccidità delle sue natiche), mette su un traffico di carne come quello svelato dal Rubygate, e in una sera regala a quelle che lo sollazzano decine di migliaia di euro… Beh, costui non è un “libertino” e non si sta nemmeno facendo “i fatti suoi”, come dicono i suoi sempre più rauchi difensori. No, quelli sono fatti *nostri*, perché noi contribuenti paghiamo gli agenti che vigilano su quei festini, paghiamo la scorta che scorrazza quelle tizie, paghiamo gli stipendi alle “fighe” che, per iperbolica ricompensa, vengono candidate ed elette a cariche pubbliche. Qui non c’è nessuna “privacy” e nessuno “scandalo sessuale”: il commercio è una dimensione pubblica, e pubbliche sono le risorse sperperate per mantenere attiva quella macchina carburante a Cialis.
Dico solo che, considerando tutto il pregresso del soggetto in questione, trovo quantomai assurdo ed anomalo che si sia arrivati solo adesso a un indignazione popolare non limitata a certi ambienti di “lotta” come era sempre stato finora. Sembra quasi che il clamore del caso recente abbia “formattato” tutto il pregresso, o qualcosa del genere.
(Premesso, ovviamente, che con questo non sto “demonizzando” l’indignazione popolare attuale, anzi, ben venga che è arrivata. Semplicemente, s’è fatta aspettare troppo, secondo me)
[…] This post was mentioned on Twitter by iosonozuth, Fabio Ruggiero, Francesco Pomona, Simon Williams, pacovaron and others. pacovaron said: RT @Wu_Ming_Foundt: Sul perché non è uno "scandalo sessuale" e la "privacy" non c'entra niente http://bit.ly/hC6oeX […]
“Oggi trovo disturbante il rituale di *rapare a zero le collaborazioniste* come facevano i partigiani: penso che non fosse solo giustizia (simbolica) popolare, che ci fosse anche la riaffermazione di un dominio maschile e patriarcale. ” wu ming 1
Ha sempre disturbato (pure prima che vedessi un film come Hiroshima mon amour di Resnais) anche me ‘sta cosa di umiliare chi era stata a letto con l’uomo sbagliato (e non per soldi, credo, almeno non in tutti i casi)..così come mi dispiace per la fine di Claretta Petacci..anche se ovviamente quegli eventi vanno inquadrati nel contesto di una guerra di liberazione civile durissima con gli eccidi nazisti avvenuti con l’attiva complicità dei fascisti italiani; la rabbia e il desiderio di vendetta che si è riservato anche sulle “donne del nemico” (un nemico particolarmente feroce e sanguinario)…non c’è nessun bisogno di spiegarlo a voi, mi rendo conto. Su come punire simbolicamente le odierne “troie di regime”…senza dimenticare le troie maschi perchè per me Minzolini è peggio di qualsiasi “bunga girls”e pure quello lo paghiamo noi..non saprei..con la caduta di Berlusconi spero che perdano ogni loro incarico 8chi ne ha), che non riescano nemmeno a raccattare un’apparizione televisiva, l’oblio penso sia la punizione peggiore per chi cercava (anche) della notorietà…e riguardo a queste ragazze compresa la ragazzetta siliconata o quell’altra che non voleva fare un lavoro da 1000 euro..bè mi auguro che anche grazie all’oblio riescano ad uscire dallo squallore in cui, sia pur di loro volontà si sono cacciate. Che i veri libertini siano altri ovviamente sono totalmente d’accordo, anzi credo che definire Berlusconi in tal modo sia un’offesa per il libertinaggio autentico che, almeno nella mia visione, non prevede denaro.
“che si è riservato” riversato, volevo dire. e volevo scrivere “guerra di liberazione”, il “civile” suona male..volevo cancellarlo, ma mi sono scordato. scusate.
Beh, va detto che non sempre si erano limitate a “stare con l’uomo sbagliato”. Avevano ottenuto privilegi a spese di altri/e. Avevano approfittato del loro nuovo “rango” per avere più cibo in tempi di razionamenti (cioè togliere cibo ad altri). Avevano fatto la bella vita mentre ex-amiche e vicine di casa erano alla fame o finivano chissà dove. Non erano proprio spie, altrimenti – almeno nella maggior parte dei casi – avrebbero avuto in sorte punizioni peggiori di un taglio di capelli, ma insomma… Erano parte integrante di un ambiente dove delatori e manutengoli decidevano delle vite di intere comunità.
io condivido molti dei ragionamenti sul fatto che il problema non e` solo berlusconi e che bisogna ripensare tante cose dell’Italia. Completamente. A me non fanno pero` venire i brividi di paura le vecchine che urlano “in galera in galera”. Perche` non credo che Berlusca sia stato solo un effetto organico di un sistema. Penso che in questi anni abbia contribuito attivamente a fare diventare il sistema sempre peggiore. Di fatto e` un’ anomalia veramente anomala. La societa` e la politica italiana devono migliorare. Ci dobbiamo liberare di lui. Ora credo che la modalita` piu` bella sia che prima la societa` e la politica italiana migliorino e per questo ci si liberi di lui. Ma visto come sono ormai le cose la vedo difficile penso sia molto piu` semplice prima liberarsi di lui (per un qualunque motivo) e poi cercare di costruire una societa` e una politica migliore. Sara` meno bello, ma l’importante e` che funzioni, secondo me
Berlusconi è stato una conseguenza e, al tempo stesso, ha “retroagito” sulle cause, peggiorando e aggravando di parecchio la situazione. Su questo non ho dubbi. Il mio timore è che molti, dopo anni di *personalizzazione* della politica e di occultamento dei dispositivi impersonali di cui è fatto il potere, si accontentino della caduta dell’Unto, quando invece tale caduta potrebbe essere *l’inizio* di una recrudescenza anziché la sua fine. Insomma, niente di meglio di una piccola catarsi prêt-à-porter per non vedere che le cause di ieri – nel frattempo aggravatesi – stanno producendo nuovi effetti (nuovi inciuci, nuovi diversivi, nuove stronzate, usi sempre più vacui e truffaldini dell’espressione “le riforme” etc.)
Il termometro reale della situazione non ce l’abbiamo se misuriamo e soppesiamo con maniacale attenzione ogni parola e da quella tentiamo di estrarre il senso complessivo delle cose che accadono, facendo solo interpretazioni parziali. Al lavoro spesso non mi trovo d’accordo con nessuno, ma per costruire qualcosa non posso vivere nella convinzione di “evangelizzare” i miei colleghi, dico quello che penso ragionando sulle contraddizioni. Non ho bisogno che la pensino esattamente come me per costruire un ponte che ci metta in contatto. Fra i partigiani c’erano le più disparate componenti sociali ben amalgamate fra loro a difesa di un ideale: la libertà. Gli iraniani hanno manifestato la loro solidarietà agli egiziani, anche loro si oppongono ad un regime che li priva realmente della libertà. Le sommosse di questi giorni sono il frutto di una maturazione che ad occhio nudo, forse, non era visibile. Chi l’avrebbe detto che in meno di un mese due capi di governo sarebbero saltati in aria grazie ad un movimento nato ( anzi esploso) nelle piazze? Forse in Italia questa coscienza non è ancora veramente diffusa, radicata e radicalizzata ma io credo questo non si possa misurare dalla superficie delle cose e neppure pesando ogni parola. Piuttosto secondo me è necessario pensare che la possibilità di creare un’alternativa è legata alla capacità di sviluppare un rapporto dialettico con chi la pensa in maniera differente. Il Pd maschera la sua disonestà dietro una sporca rappresentazione del confronto. Questa predisposizione alla trattativa, anzi alla svendita a buon mercato della nostra pelle, non ha nulla a che fare con la democrazia retorica di cui si fanno paladini. Ma queste sono contraddizioni si possono rendere visibili proponendo un’alternativa.
capisco, però le parole non sono neutre né vivono da sole, isolate. Non sono i lemmi di un dizionario. Ogni parola contribuisce a comporre immagini che attivano interi sistemi di riferimento. D’accordo sul non pesarle col bilancino, ma stare attenti ai rischi che implica il loro uso sì, questo io lo trovo necessario.
E’ chiaro che in molti contesti la comunicazione è un “facciamo a capirci” e non si può pretendere precisione, anche perché in molti contesti oltre alla parola c’è il corpo, ci sono le facce, c’è una comunicazione non verbale che sopperisce. Ma non mi sembra un caso che negli ultimi tempi siano usciti svariati libri e pamphlet che denunciano il completo *svuotamento* delle parole tipiche del discorso pubblico italiano (“riforme”, “libertà”, “abbassare i toni”, “moderati”, “rinnovamento” etc.), e che non solo in Italia ci si interroghi sui “frame”, sulle cornici concettuali che attiviamo anche senza volerlo parlando in un certo modo piuttosto che in un altro.
Es. “pressione fiscale” è un’espressione connotata negativamente, eppure la usano anche quelli per cui le tasse non sono un male a prescindere. Perché la usano, se attiva una costellazione di riferimenti negativi, come l’essere schiacciati, il subire pressioni, la costrizione etc.? La usano perché non si rendono conto di cosa stanno dicendo, delle “metafore primarie” a cui ricorrono. Non parlano: sono parlati. E potrei fare decine e decine di esempi, mi basta aprire il giornale in un giorno qualsiasi e ne trovo a palate.
Anche la nostra analisi dei due “elenchi” di Fini e Bersani a Vieni via con me poteva sembrare un maniacale “pesare le parole”, ma io credo tuttora che fosse una cosa indispensabile da fare. Perché con le parole ci prendono per il culo, e quelle parole vanno demistificate.
So che è OT, ma ho un’altra novità fresca dai feudi leghisti del Nordest, che mi sento in dovere di condividere.
La vicenda riguarda la scuola dell’infanzia di un paesino a pochi chilometri da Fossalta di Piave (sono di quelle zone anch’io… e tra l’altro ho scoperto di conoscere di persona l’insegnante da cui è partita la solidarietà alla bambina lasciata senza pranzo).
Con l’approvazione del consiglio di interclasse, le insegnanti di questa scuola avevano esposto uno striscione di protesta nei confronti della riforma Gelmini: “La scuola pubblica è la scuola di tutti, difendiamola”. Il cartellone era stato fatto dai genitori ben due anni fa, ed esprimeva un disagio che, evidentemente, non è affatto gradito dall’amministrazione locale – leghista.
Fatto sta che, da quanto mi viene riportato, stanno arrivando pressioni dalla giunta comunale perché lo striscione sia rimosso. Vengono ovviamente accampati motivi pretestuosi, e manca infatti un ordine scritto che richieda la rimozione del cartello per ragioni legalmente plausibili… in realtà, a quanto pare, il cartello sarebbe stato giudicato “provocatorio” dall’assessore all’istruzione.
Per inciso, anche in quella scuola molti bambini, a seguito degli aumenti dei buoni mensa, non possono usufruire del servizio, e molti di loro sono costretti ad assistere senza mangiare, o devono essere prelevati dai genitori all’ora di pranzo per mangiare a casa.
Per inquadrare il clima che aleggia da quelle parti, potrei riportare altre cose che mi sono state dette, e che rendono ben chiara quale sia la mentalità comune… per intenderci, membri del consiglio d’istituto che, nel pieno disprezzo del loro ruolo istituzionale, sparano a zero sulla Scuola Pubblica, e altri che addirittura propongono, per risolvere il problema dei buoni mensa, soluzioni agghiaccianti come classi separate per i bambini che non usufruiscono del servizio…
Magari cose del genere non “fanno notizia”, però la dicono davvero lunga su quanto il “cavallo” sia in realtà una piovra i cui tentacoli avviluppano ormai ogni aspetto della convivenza civile, e su quanto la partita si giochi a livello “micro”.
@Wu Ming 1 Credo di non essermi espressa compiutamente. Intendo dire che per attuare una sommossa non ci si deve necessariamente trovare d’accordo su ogni singola parola, però ci si può sentire compresi in una visione comune della “vittoria”, perchè ci si immagina solo un futuro a breve termine. Ma per dare un seguito reale ad una rivolta si deve necessariamente condividere un progetto politico fondato anche su un sovvertimento espressivo. A volte, come ora, ma com’è stato anche per la resistenza partigiana, non si riesce ad imprimere nella rivolta quella potenza immaginativa che consente di superare i limiti congeniti di quella particolare condizione. Chissà se ci si può riuscire allenadosi a resistere agli attacchi del sistema col rischio che rimanga la prerogativa di pochi e quindi anche la causa di un possibile fallimento.
Sulle vecchiette che urlano “in galera !”. Quasi sicuramente Giorgio ha fatto riferimento al corteo torinese, al quale ero presente anche io. E ho sentito e visto queste donne anziane urlarlo. Il clima della manifestazione, nonostante slogan e parole ad ampio raggio che andavano da quelli più ironico/garantisti a quelli più retorico/giustizialisti nei confronti di PadreBunga, è stato molto sereno e sorridente. Queste donne anziane hanno ballato assieme a ragazze e ragazzi più giovani, hanno partecipato agli pseudo servizi d’ordine aiutando il corretto scorrere dei manifestanti, hanno cantato inni alla partigianeria e alla liberazione, urlavano “dimissioni dimissioni”. Del loro urlo “in galera!”, sottolineerei soprattutto l’impeto, la gioia liberatrice di ritrovarsi in piazza dopo tanto tempo (per molte di loro), esprimendo, in senso iper-giustizialista, la rabbia e la fine della sopportazione per lo stato di cose. Decontestualizzando quelle parole esse appaiono come la risposta parziale de panza-de popolo ad un problema ben più grosso ed in parte lo sono anche, come giustamente fa notare WM1; ma insomma, all’interno della festosità dell’evento, esse sono andate assieme a parole e gesti che sono benauguranti perchè questo tappo che sta bloccando il nostro paese possa finalmente saltare. E son d’accordo, il post-Padre Bunga è tutto da costruire.
Io non volevo fare un discorso di moderato buon senso sulle affermazioni di Giorgio e neppure penso che contestualizzare in questo caso sia decisivo per esprimere un parere. Mi pongo nell’ottica di chi fa un ragionamento nel lungo periodo sulle reali possibilità che abbiamo di fare una rivolta o una rivoluzione. Ridicolo vero? E quali siano davvero gli elementi decisivi e necessari per una “rivoluzione totale”, perchè spesso alla rivolta non segue la rivoluzione. Siccome, in parte, condivido quanto afferma WM 1, sulla necessità di demistificare le parole, mi domando anche se sia sufficiente, anche se penso sia imprescindibile, e come incidere su un vasto ed eterogeneo corpo sociale. Con quali strumenti? E qual è il terreno più fertile? Tutto qui.
@filo a piombo. Se ti basi sul “vasto ed eterogeneo corpo sociale” lo strumento migliore è la Costituzione Italiana, il terreno più fertile è quello della cittadinanza attiva. Praticamente cito Lorella Zanardo, oggi ospite da Augias.
solo un pensiero di corsa senza volere essere negativo. Anche a parigi c’è stata una mobilitazione il 13, alla quale, essendo in viaggio, non ho potuto partecipare. La comunità italiana è grande qui, ma non immensa, ci si conosce più o meno, magari si studia assieme. Il discorso che io ho ricevuto come più forte, come più presente, era terribilmente naif e superficiale. Non intendo dire che era il maggioritario, ma sicuramente una componente forte. Insomma, l’idea era b. è terribile, questa storia delle minorenni e disgustosa, siamo per l’ennesima volta lo zimbello del mondo intero. Io di base condivido e aspetto per il seguito. Che non c’è. Sembrava quasi un discorso sul pudore che necessitasse di quella catarsi pret-à-porter a cui qualcuno qui accennava. Tentare di introdurre elementi di complessità era impossibile, si domandava l’azione hic et nunc, immediata e redentrice del peccato nazionale. e dopo? silenzio. Per quello è bello scrivere qui. Perchè qui c’è di tutto, ma non il silenzio e l’alzata di spalle.
@WM1 camminare davanti alla fontaine des innocents, à les halles, e vederla nazi-ripulita. Red Warriors.
@Erbamate Ciao Erbamate, cos’è secondo te la cittadinanza attiva? Non ti sembra un pò una parente povera della democrazia partecipativa? E allora perchè non parliamo di democrazia partecipativa, in alternativa? Se si è cittadini attivi si è già sufficientemente permeabili. Forse il problema è quale linguaggio e quale “strategia”utilizzare con chi non la pensa come noi. Gli proponiamo la cittadinanza attiva o un sogno più grande? Io non ho delle risposte, però il punto non è “convincere” chi è già convinto. Eppoi … anche questa forma di inquadramento preventivo in formule e linguaggi predefiniti, come chi usa senza rendersene conto parole come “pressione fiscale”, non è pericolosa? Eppoi la Costituzione può essere un punto di riferimento ma non una “strategia” da attuare, giusto? Cosa ne pensi? Io credo che chi ora, nel mondo si ribella, lo fa intorno ad una parola sola: “libertà”. La questione successiva è: la libertà è compatibile con il capitalismo? E se non lo è come ridiscuto questo sistema? Come faccio a conquistare chi ha subito per anni e anni condizionamenti tali da non riconoscere più un interesse di classe da difendere? Ciao.
Siamo d’accordo che il berlusconismo ha fatto tabula rasa? La cittadinanza attiva o la democrazia partecipata, comunque fare qualcosa per il bene comune può essere un punto di partenza per risollevarsi.
La Costituzione mi sembrava un punto di riferimento fino a quando me l’ha spiegata uno che la amava veramente, ti giuro che vagavo per il mondo pensando: “Dio è morto, Marx è morto ed anch’io non so proprio che cazzo insegnare a mia figlia”. Maurizio Viroli mi ha risolto un problema mica da poco! Quando il Presidente italiano rimanda alle camere certe leggi anti-costituzionali io non ringrazio mica lui, io ringrazio i padri costituenti, sono loro i rivoluzionari, sono loro che ancora nel 2011 mi difendono (un minimo ok) dal fascismo anche se morti e sepolti!!!
Quando ti batti per la difesa del bene comune o per la condivisione del sapere sei anticapitalista, se difendi gli ideali della Costituzione diventi rivoluzionario. Con la differenza che DEVONO capirti tutti, comunque non troverai nessuno che ti categorizza come vittima delle ideologie del passato, estremista di sinistra ecc. ti sembra poco come strategia, vuoi mettere la soddisfazione?
Certo il frame che ti propongo io non è cool, soprattutto se sei giovane, compito dei wu ming è inventare mondi o miti nuovi e siamo tutti qua apposta :-) >la libertà è compatibile con il capitalismo? Non stare neppure a chiedertelo :-) >Come faccio a conquistare chi ha subito per anni e anni condizionamenti tali da non riconoscere più un interesse di classe da difendere? Io inizierei a battermi contro le lotterie e tutti i sistemi che permettono allo 0.01% della popolazione di diventare più ricca senza il necessario lavoro. Questa la trovo una storia veramente tossica, altamente inquinante, però non risolverei ugualmente: se ne fossi capace gli farei vedere un mondo migliore, dove vivere più felici. Esempio tu utilizzi Microsoft windows? Ti spiegherei le meraviglie di Linux (il mondo ideale esiste nell’informatica). Sei un maschilista e non vuoi andare in part-time o in congedo parentale perlomeno al pari di tua moglie? Ti spiegherei che passare più tempo con tua figlia è bellissimo, non c’e’ niente di meglio, niente di più costruttivo, niente di più istruttivo.
“se non ora quando” è stata la manifestazione che più ha fatto male a Berlusconi (non al Berlusconismo lo so), l’ha danneggiato più mia figlia di 6 anni (che ho accompagnato in piazza Saffi a Forlì) di tutti i miei predicozzi o di tutte le manifestazioni precedenti, non hanno potuto inquadrare capelloni, straccioni, bandiere rosse di Che Guevara, non hanno potuto disinformare grazie a disordini o violenze. Questo punto non è stato approfondito abbastanza secondo me. Mi sono sentito in dovere di citarti la Zanardo solo per non andare OT. Ciao
@Erbamate Ieri sera sono stata a sentire Enrico Manera e WM1 che parlavano di Furio Jesi. Ho trovato molto interessante l’argomento: come vengono utilizzati i miti dal potere? Come riappropriarsene? Come creare una resistenza al sistema che non sia anche una sorta di operazione di manipolazione? Io credo che questi siano gli interrogativi che ci interessano e che vadano però tradotti e “semplificati”… Non ho potuto purtroppo seguire il dibattito sull’argomento e credo d’essermi persa qualcosa. Di recente sono stata a vedere l’ultimo film di Albanese, sperando di ridere… Il film era purtroppo una descrizione ultra-cinica della realtà e mi ha posta di fronte ad alcune considerazioni. La maggior parte della persone, al cinema, l’ha considerato realistico. Forse questo è il sintomo di una “deformazione mentale” prodotta dall’incapacità di pensarsi “attivi” e non “passivi”. Il cinismo è una forma di rassegnazione, con una particolare aggravante: il cinico si pretende obiettivo. Di fronte alle critiche il cinismo si trasforma in realismo. Credo che il nostro problema sia quello di trasmettere un sogno, un mito, una prospettiva politica di futuro. La Costituzione è stata il punto d’arrivo di un processo storico di liberazione. Ma siamo così sicuri di volere una repubblica fondata sul lavoro? Siamo così sicuri che non i diritti, alcuni, debbano essere legati alla capacità produttiva di ciascuno in termini di profitto? Senza quindi scalfire le fondamenta del capitalismo? La democrazia partecipativa ancora non esiste o sbaglio? Non si può confondere con la “cittadinaza attiva”. La prima scardina i presupposti di rappresentanza e delega su cui si fonda questo sistema, la seconda è un prodotto di questo sistema che trasmette un’impressione di democrazia ed è perfettamente organica a questo sistema. Ciao. A presto.
@filo a piombo Il dibattito su Furio Jesi mi piacerebbe ascoltarlo con il mio lettore mp3… spero nei wu ming. Guarda che sull’anticapitalismo io ti dò ragione e con immenso piacere, ma non mi sembra un fronte che possa aprire brecce nella maggioranza (perlomeno la maggioranza di persone che sono vicine a me, e io abito in Romagna!) Invece noto con piacere che chi prima mi categorizzava come estremista ora non può dire un cavolo se gli cito la Costituzione per difendere ideali antifascisti (mi diverto non poco sai!) Anzi ti dirò di più: la Costituzione è anticapitalista! Vedi l’art.3. Molti cercano di togliergli quella patina “istituzionale”, vedi il sito costituzioneillustrata.com, Girolamo De Michele nel suo bellissimo “La scuola è di tutti” la riprende in maniera perfetta! Anche wu ming1 non mi ricordo dove nè quando ha detto che tantissimi giovani si stanno riavvicinando all’ANPI.
La Costituzione è un punto di partenza oltre che un punto di arrivo, è l’unico argine che ci protegge dallo schifo, spero tanto che partiti come il PD non si mettano a difenderla troppo, la Costituzione deve difenderla un movimento come quello di “se non ora quando” altrimenti siamo finiti. Aggiungo oltre ai saluti: non ti aspettare da me risposte illuminanti eh :-)
@Erbamate Sono felice che possiamo scambiarci opinioni così, su tutto, e soprattutto sulle cose fondamentali. Scusa le sgrammaticature, mi sarei potuta esprimere meglio ma non avevo tempo, quando ti ho risposto. Comunque credo ci siamo intesi. Ribadisco solo un concetto: io non affido a nessuno il compito di rappresntarmi, neppure a Wu Ming, che è, semplicemente, un importante compagno di viaggio ma che non ha la possibilità, e neppure la volontà, di sostituirsi a qualcuno. Però penso che questo sia un bel laboratorio creativo e che insieme, e grazie agli spunti di riflessione che ci vengono proposti, possiamo costruire qualcosa. Ciao. A presto!!!!
[…] Una rassegna di volti di donne ribelli è stato invece il modo di rendere omaggio alla manifestazione da parte del collettivo tutto maschile di scrittori Wu Ming sul loro blog Giap: da Angela Davis a Sara Parks, da Frida Kahlo a Virginia Woolf, hanno cercato di ricordare le facce di donne che hanno fatto storia, inserendo anche figure non del tutto limpide, come Jiang Qing, ultima moglie di Mao Zedong. […]
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[…] This post was mentioned on Twitter by redbalbi, Marco, bituur esztreym, t i t a k a, Wu Ming Foundation and others. Wu Ming Foundation said: Se non ora, quando?: Leila Khaled Jiang Qing Comandanta Ramona Anita Garibaldi Iris Versari… http://goo.gl/fb/eRzgE […]
Tina ♥
grazie.
Grande Taslima Nasrin! E anche tutte le altre, ovviamente. Davvero ottime scelte.
Io avrei messo anche Malalai Joya (ex deputata del Parlamento afghano e femminista), Sophie Germain e Ipazia (scienziate), Anais Nin (scrittrice), Anna Magnani, Marylin Monroe (attrici) Alexandra Kollontai (rivoluzionaria russa),Sophie Scholl (attivista tedesca anti-nazista), Gerda Taro (fotografa) .Eleonora Pimentel Fonseca (giacobina, esponente della Rivoluzione Napoletana), Emilie du Chatelet (scienziata, scrittrice e compagna di vita di Voltaire, quando morì di parto lui scrisse “non ho perduto un’amante ma la metà di me stesso. Un’anima per la quale la mia sembrava fatta”)…e vabbè..troppe altre ce ne sarebbero..capisco che avete dovuto fare una selezione.
Comunque, bravi!
e Tamara Bunke Bider (guerrigliera) e Louise Michel (anarchica che difese la Comune di Parigi)..ok mi fermo qua.
aggiungo alcuni nomi che mi sono venuti in mente
dolores ibarruri (non c’e’ bisogno di presentazioni)
ondina peteani (triestina, partigiana della “brigata proletaria”, sopravvissuta ad auschwitz; secondo qualcuno fu la prima staffetta partigiana in italia)
zivia lubetkin (unica donna tra i leader dell’ insurrezione del ghetto di varsavia nel 1943)
sofia kovalevskaya (grandissima matematica, la prima donna ad ottenere la cattedra in un’ universita’ europea (1889); in seguito in russia la cattedra le fu rifiutata a causa delle sue idee vicine al nihilismo)
lyudmila pavlichenko (tiratrice scelta dell’ esercito sovietico, uccise 309 tedeschi durante la seconda guerra mondiale. woody guthrie le dedico’ una canzone)
Grazie. Abbiamo messo il vostro post sulla nostra home-page
http://www.zeroviolenzadonne.it
Luca
In alcuni casi la scelta è anche dovuta alla reperibilità delle foto.
Ad esempio, delle leggendarie gappiste romane (Carla Capponi, Lucia Ottobrini, Marisa Musu, Maria Teresa Regard…) non ci sono foto nitide, almeno in Rete.
Ci sarebbe anche Bibi:
http://www.repubblica.it/esteri/2011/02/11/foto/word_press_photo_2011-12329463/1/?ref=HREC1-12
Grande post. Don’t forget our african sisters! Unite all the struggles. Porto un paio di nomi: Grand Nanny e, piu’ recentemente, le sorelle di Pray the devil back to hell.
http://woc365.tumblr.com/post/668143854/guerrillamamamedicine-bowfolk-seaponies
http://www.youtube.com/watch?v=G2uRadowN0w
http://www.praythedevilbacktohell.com/
& a “chune”.
http://www.youtube.com/watch?v=effsl-l4XrU
bello.
non so se c’entra, ma è da un po’ di post che mi giro in testa questa considerazione:
nello scorso millennio (1994) in università avevamo organizzato un seminario autogestito. Esperienza fondamentale, per me. Alla fine abbiamo prodotto un libretto con un po’ di materiali.
Dato che ero quello che smanettava coi computer, l’impaginazione è toccata a me, in prima pagina la foto di uno squat supergraffitato (tacheles, se ben ricordo…) e in quarta di copertina mi è venuto in mente di replicare i credits dei dischi e dei mixtape ragga / hiphop che sentivo in quel momento (e pure ora!), mettendoci i nomi di tutti quelli e di tutto quello che aveva portato lì ognuno di noi:
è stata la cosa più partecipata dell’intero seminario, ore e ore, un elenco interminabile, tutti che volevano dire la loro, una enciclopedia del perchè la nostra vita è così e non come quella di quegli altri, e c’era tutto: alcune di queste compagne, e gruppi musicali, e filosofi e scrittori, i personaggi dei cartoni, i partigiani sconosciuti scritti nella lapide all’angolo di casa, geronimo e le black panthers, i nomi famosi e quelli che poi si sono andati a cercare perchè non li conosceva quasi nessuno, roba di duecento anni prima e roba (in quel momento) contemporanea…
Ecco ogni volta che si parla di simboli, ogni volta che vedo una galleria come quella che avete pubblicato, mi viene in mente questa vecchia esperienza. Ve ne fate qualcosa? La vogliamo ri-disegnare insieme questa mappa? Ma qui, intendo…
@WM2 Da GRASsisti ci speravavamo, in una GAPpista.
Ho un po’ di foto dall’autobiografia della Capponi. Posso scansionarle e mandarvele.
Anch’io lo sfrutto per il lancio per domani!
Grazie WM!!!
Le donne del ‘Cangaco’, le cangaceiras, in lotta nel nord-est del Brasile, anni ’30…
http://g1.globo.com/Noticias/Brasil/foto/0,,15183220,00.jpg
p.s. per tutta l’infanzia e l’adolescenza mi hanno chiamato ‘cangaceiro’ (al maschile, vabbè) per il mio carattere. Poi ho scoperto chi erano… oggi non mi lamento!
[…] Ripubblichiamo senza nulla aggiungere! Scritto il 12/02/2011 alle 2:48 da Wu Ming Se non ora, quando? […]
Carla Capponi, GAPpista: http://blepiro.tumblr.com/post/3250968560/carla-capponi-gappista
Kathe Kollwitz (grafica) http://www.blog.lilyofthevalley.se/wp-content/uploads/2010/04/losbruch.jpg
Che galleria meravigliosa!
Piccolo appunto per tuco: a me risulta che la prima donna docente universitaria sia stata Laura Bassi, ma non ho altra fonte che la sua pagina di Wikipedia, quindi non so.
“Quel che conta è che uno vada a cercare la gente. Non importa se si è in città, in campagna o nella capitale.
Quel che importa è trovare degli amici che siano anche dei compagni, con cui sia possibile fare qualcosa di buono, che siano anche diversi da te per molti aspetti ma con cui hai profondamente in comune la proiezione verso il futuro. Ovunque trovi un tale tipo di persona, stai benissimo.”
JOICE LUSSU
(dal libro di Silvia Ballestra “Joice L. una vita contro”)
Joyce Lussu
adrianaaaa
hai ragione, la kovalevskaya fu la prima nell’ europa del nord (cosi’ c’e’ scritto su wikipedia). anyway, il lavoro della kovalevskaya e’ veramente impressionante, alcuni dei suoi risultati sono tra i capisaldi della matematica moderna.
—-
approfitto per ricordare ancora il nome di alma vivoda, partigiana triestina caduta in uno scontro a fuoco il 28 giugno del ’43 (da queste parti la resistenza armata comincio’ gia’ prima della caduta del fascismo)
marina raskova e le “streghe della notte”
http://it.wikipedia.org/wiki/Marina_Raskova
@ tutti
La galleria che abbiamo composto qui vuole essere, per così dire, uno spunto, un’idea, per una narrazione diversa delle donne. Una narrazione molteplice che a noi piace. E’ evidente che potrebbe continuare per un numero indefinito di ritratti, noi ne abbiamo selezionati soltanto alcuni.
Diciamo che il filo conduttore è lo spirito ribelle e che abbiamo scelto figure “popular” ma non esattamente sulla bocca di tutti (tipo Aung San Suu Kyi). Una galleria New Epic, potremmo dire… ;-)
E a proposito di “furto di simboli ed eroi”, il monumento ad Anita Garibaldi, sul Gianicolo di Roma, venne inaugurato da Benito Mussolini:
“Il governo Fascista ha voluto dedicare alla memoria di Anita, la presenza galoppante, nell’atteggiamento di guerriera che insegue il nemico e di madre che protegge il figlio. L’artista insigne, che ha così dato oltre l’effige lo spirito di Anita, che conciliò sempre, durante la rapida avventurosa sua vita, i doveri alti della madre con quelli della combattente intrepida al fianco di Garibaldi.”
(mi pare pure sgrammaticato, ma in Rete l’ho trovato così…)
Ah, Emma Goldman. Segnalo anche la Rafanelli (Tentata appropriazione fascista prima del fascismo, per altro!), e la De Cleyre. Quanto al senso della cosa di domani e delle immagini femminili, ne abbiamo già ampiamente discusso via Twitter, quindi non mi dilungo di nuovo sull’argomento, limitandomi a segnalare questa cosa qui: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2011/02/08/13-febbraio-massa-critica-con-gli-ombrelli-rossi-noi-vogliamo-tutto/ che personalmente, condivido in pieno.
C’ho pensato un attimo è m’è venuta in mente Sylvia Plath. Poi ho pensato meglio è m’è venuta in mente Joy, finita in carcere per essersi ribellata ad una violenza e continua a farlo e continua a pagare il conto, purtroppo. Una lunghissima durissima storia di resistenza.
I beg your pardon, mi sono involontariamente scappate due “e” con l’accento.
complimenti bellissimo post !!
Dalla biografia di Anthony Valerio su Anita Garibaldi, in via di traduzione: “the *Duce*’s speech was a tour de force of dissimulation: the three sentences actually devoted to Anita in his twenty-minute speech underscored how she had “always reconciled during her swift and adventurous life her high duties as a mother with those of an intrepid fighter at the side of Garibaldi.” The remainder of Mussolini’s talk focused on Garibaldi himself and the way in which the Red Shirts had been precursors of the Fascist Black Shirts.” (Foreword, xv)
Tra l’altro, Valerio ricorda anche che “In 1929, while it was still in the planning stage, Mussolini had had to defend the monument to Anita in the wake of remarks by Pope Pius XI that the Lateran Accords between Italy and the Vatican had made the statue “inopportune.” (Note 1, p. 173) Ovviamente, anche queste azioni facevano parte della strategia fascista di mythmaking fai da te, del tentativo di darsi precursori “degni”, in spregio alla storia e alla cultura della penisola, dei suoi uomini e delle sue donne.
bellissimo post.
ho mandato un po’ di mail ad alcune amiche, che domani saranno in piazza, oltre che a mia moglie e mia figlia.
grazie.
Grazie per aver ricordato Emma Goldman che a sua volta si ispirava a Mary Wollstonecraft, madre di Mary Shelley..e così via.
Qualcuna proprio domani non sarà in piazza perchè..se non ora quando? Sempre!
Con tutte le donne, sante e puttane, italiane e migranti, sempre.
“Con tutte le donne, sante e puttane, italiane e migranti, sempre”anarcofem
Sottoscrivo e credo sottoscriva anche lei:
http://www.youtube.com/watch?v=IbwHlNwfHrk&feature=player_embedded
Penso che il titolo del romanzo di Primo Levi sia stato scelto dalle organizzatrici delle manifestazioni di oggi perché è un invito a uscire dai ghetti fisici e mentali (chi c’è ancora) e unirsi, essere per sé e l’una per l’altra. E’ un brano del Talmud (II secolo d.C.):
«Se non sono io per me, chi sarà per me? E quand’anche io pensi a me, che cosa sono io? E se non ora, quando?»
Primo Levi, scegliendola come titolo, fa risuonare l’ultima domanda retorica in questo senso: quanto ci vuole ancora perché tutti si ribellino? Di fronte all’intollerabilità dell’oltraggio, al superamento di quello che era posto come limite dell’arbitrio e della disumanità, quale pretesto trova ancora chi non si ribella?
Mi piace che la frase sia usata da donne, perché c’è un rovesciamento di genere. Il brano è tratto dalle Pirké Avoth, cioè le “Massime dei padri”.
Scrivo questo a prescindere da qualunque scelta individuale o di gruppo sulle iniziative di oggi.
[…] ?p=3060 Inserito in: cultura, democrazia Aggiungi commento Commenti (0) Trackback (0) (iscriviti ai commenti di questo post) […]
[…] This post was mentioned on Twitter by pagineperse, Derf, claudia, mimma, Wu Ming Foundation and others. Wu Ming Foundation said: Perché lo slogan "Se non ora, quando?" http://bit.ly/fLKiRt […]
“Credono alcuni poco pratici de l’Historie, che non ci sieno state, ne ci sieno donne nelle scienze e nelle arti perite, e dotte e questo appresso loro pare impossibile.”
Lucrezia Marinella, 1600
Occorre porsi a raccontare, (o a farsi raccontare) un’altra storia, che riguarda tutte le manifestazioni dell’umano, e che ha le donne come protagoniste.
Sto leggendo “Filosofe della Modernità”, di Sandra Plastina, che è un opera documentata e incisiva. La citazione iniziale è tratta dal libro. Lettura consigliata.
Ciao, complimenti per il post che mi ha permesso (come sempre) di arricchirmi. Anch’io dò un piccolo contributo aggiungendo Vandana Shiva, http://it.wikipedia.org/wiki/Vandana_Shiva
jiang qing mi pare un po’ borderline, non vi pare?
voglio dire…diciamo che ha passato un po’ il limite durante la rivoluzione culturale, abolendo pressochè ogni cosa se non la lode sperticata a mao
commento scritto coi piedi il mio, ma tant’è..
“Eri una bambina
quando slacciavi le selle ai soldati
che caricavano i salariati…”
A Cecca Grossi: http://www.leftcom.org/it/articles/2009-01-12/in-ricordo-di-cecca
@clorenzo
questo non è il “pantheon delle sante” né una rassegna di agiografie. E’ un tentativo di rappresentare la molteplicità dei modelli femminili. Anche altri personaggi della galleria sono “contraddittori”. Temo che, se ci mettessimo a soppesare errori e colpe di questa e di quella, ci sfuggirebbe il punto della questione.
Inoltre, l’inclusione di Jiang Qing è coerente con il discorso che facevamo qui, soprattutto nei commenti:
http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=984
Dobbiamo farci carico di *tutto* ciò che è sceso lungo il nostro phylum, senza sfuggire la responsabilità di portarne il fardello.
@ clorenzo
Le donne inserite nella galleria non sono state scelte in base alla condivisione da parte nostra di ogni loro scelta, ma per il carico di alternativa che le loro scelte rappresentano rispetto ad altri modelli. La riduzione del dibattito in corso al frame imposto dalla destra (e da certi post-sinistri), cioè quello moralizzatrici/libertarie, suore/puttane, fa sparire tutto quello che ci sta in mezzo. In particolare spariscono le donne (“suore” o “puttane” che siano) che in mille modi diversi hanno lottato e lottano per cambiare il mondo.
Anche Jiang Qing era un’attricetta che a un certo punto della sua vita scelse di entrare in politica. Ma non proprio come Nicole Minetti…
capisco, e vi ringrazio per la veloce risposta.
il mio è stato un commento d’impulso, mi rendo conto ora del discorso che ha portato al vostro ultimo post. ha senso.
patti smith – piss factory
http://www.youtube.com/watch?v=y6aUbrZYjYE
[…] Se non ora quando? Posted: febbraio 13, 2011 by sweepsy in dreams, desires, hopes, psychosis and madness Tag:bottoni, non, ora, quando, stanza 0 Amplify’d from http://www.wumingfoundation.com […]
gran pomeriggio a piazza castello, grazie alle donne milanesi
cercasi testo integrale di “Nè perbene, nè permale. Solo per la bellezza”, letto oggi in piazza Maggiore.
Pochi appunti veloci, di ritorno dalla gigantesca manifestazione sfociata (a fatica!) in Piazza Maggiore, Bologna (non meno di 25.000 persone, variegatissima).
Oggi l’ennesima riprova che muoversi ovunque e non solo a Roma, molteplici, ubiqu*, paga di più.
C’è stata un’eccedenza di senso, di valore, di partecipazione, anche oltre le parole d’ordine iniziali.
Mesi di sedimentazione delle lotte nelle città, sui territori. E i risultati cominciano a vedersi.
Vedere donne partire in corteo non autorizzato fottendosene di capetti e burocrati (maschi) non ha prezzo.
Dopo #nogelmini, FIOM, donne etc. si fa strada nei cuori l’idea che lottare si può, si deve ed è bello.
A forza di vivere piazze piene e vedere lotte che PAGANO (Nordafrica etc) si crea un meme http://bit.ly/gmYcD1
Il parallelo con Tunisia ed Egitto era presente in migliaia di cartelli e striscioni, e slogan. “MO’ SBARAK!”
E’ importante ribadirlo, adesso più che mai: TUTTE LE LOTTE IN CORSO SONO LA STESSA LOTTA. Sono lotte per la dignità. Quello è il comune multiplo. Il NO di Pomigliano e Mirafiori, gli studenti, oggi. Il multiplo è l’esaltazione dei propri fattori. Multiplo, non semplicemente “denominatore”, che è un andare al ribasso.
Tutto questo, restando ben consci che il post-Berlusconi sarà una fase non meno pericolosa e avvelenata.
Appena tornata anche io dalla manifestazione. Bella la presenza di facce nuove, famiglie e anziani, in una città piccola dove finora a manifestare c’erano sempre stati solo i centri sociali e gli studenti. Meno belli certi interventi pregni di moralismo che sottolineavano la divisione tra “sante” e “puttane”, tra grandi donne e “donne di strada”, donne perbene e donne “permale”, quasi a buttare la colpa sulle “puttane” e a toglierne un po’ da chi le “puttane” le ha sfruttate. (Tra l’altro, volevo citare la bella risposta di sopra di WM4 nell’intervento che ho fatto, ma ho dovuto stringere perchè l’organizzatrice mi ha cazziata causa lunghezza eccessiva). Belli, quasi che mi hanno commossa, gli anziani con cui ho avuto lunghi discorsi, che ci appoggiavano e si preoccupavano per noi e per il nostro futuro.
Non so se servirà a fare in modo che la dignità, non solo delle donne, ma anche dei lavoratori, degli studenti, dei precari, delle persone pensanti in generale d’ora in poi sia difesa sempre e non solo in occasione di fatti eclatanti del genere. Però, sicuramente, è servito e servirà a dare un po’ di speranza in più a chi ha lottato, lotta e continuerà a lottare.
(Quanto al post-Berlusconi, il problema è che il berlusconismo mentale non si laverà via facilmente, secondo me. E temo che ad approfittare del vuoto di potere possa essere la Lega Nord, che resta forte, e di dover iniziare ad imparare ad imitare il dialetto lombardo per portarmi avanti col lavoro)
Baci. E ancora buona lotta a tutti :-*
Posto la mia testimonianza da Cagliari (sotto il palco, quello che è successo sopra è facilmente reperibile).
Questa è una foto che ho messo su Twitter: http://img.ly/2ZSf
Più di cinquemila persone: cartelli scritti a mano, qualche sciarpa bianca, molti ombrelli rossi. Ci siamo dovuti spostare dalla piazza inizialmente indicata per la manifestazione: non ci saremmo mai stati. Per me che ho partecipato a cortei per il 25 aprile con meno di un decimo della gente, una sorpresa piacevole e quasi inattesa: ha scombinato i piani per Cagliari – Chievo trasformando la giornata in un unico percorso piazza-stadio (non solo per me ovviamente).
Che gente c’era? Donne e uomini di tutte le età e provenienza. E bisogna tenere presente che si è manifestato in tutte le città sarde, non solo qua.
Di cosa si è parlato? Principalmente del lavoro che non c’è o che sta andando via: amici e amiche precarie con contratti scaduti e difficoltà a vivere una volta pagati affitto e bollette. Poi di elezioni amministrative (manca poco, e il candidato PD ha appena perso le primarie contro SEL, cosa che galvanizza alcuni).
E Berlusconi?
Di lui si è parlato dal palco, negli striscioni e nei fogli stesi su fili che attraversavano la piazza, nei cartelloni portati da studentesse e donne di ogni età, ma vi posso assicurare che i discorsi in piazza non vertevano tutti sulla sua figura.
La differenza tra chi era lì e chi ci governa era netta, e il post-Berlusconi lo immagino proprio così: una piazza che ragiona e si preoccupa e che trova insieme una via d’uscita.
Ok sono andato lungo, e sconnesso, ma se non ora quando? :-)
“Dopo #nogelmini, FIOM, donne etc. si fa strada nei cuori l’idea che lottare si può, si deve ed è bello.”
Anch’io sono appena tornata dalla manifestazione bolognese e anch’io ho avuto questa sensazione. Ho percepito una gioia sobria, potente, proiettata in avanti, verso un futuro che si sta già immaginando. Una consapevolezza globale dei problemi da affrontare, un punto di vista multiplo, appunto, ma in grado di generare una prospettiva a volo d’uccello.
[…] This post was mentioned on Twitter by Fab, Wu Ming Foundation. Wu Ming Foundation said: Partiamo con le riflessioni, o almeno coi commenti + lunghi di un tweet? http://bit.ly/eBxs63 #senonoraquando […]
Ma secondo me non è assolutamente casuale che il grimaldello della questione politica italiana sia una vicenda legata ai rapporti di forza fra generi sessuali che rispecchia “tradizionali” dinamiche di scalata al potere, traducendo solo la subalternità del genere femminile. Proprio di fare una rivoluzione culturale si tratta, proprio di ribaltare i rapporti di forza, riprendere in mano la propria vita e la propria dignità, come in Egitto, Tunisia ecc… non di fare fronte alle necessità primarie e primitive, non di procurarsi il pane ma sovvertire l’ordine ormai naturale per riprendersi la democrazia e scacciare il tiranno. Anch’io penso che a piccoli passi stia evolvendo la consapevolezza di trovarsi in un in un regime di fatto. Come per gli egiziani e gli algerini. Sebbene in Italia un lunghissimo e subacqueo lavoro di contraffazione dellà realtà sia ormai da considerarsi un fattore intrinseco dello sviluppo “culturale” del Paese e questo rende ogni cosa più difficile, ma mai impossibile.
Lo stesso posso dire della manifestazione di Pisa. Molto bella, variegata, plurale. Lo spazio per tutte e tutti. Anche parole di distinguo, molto sensate. Mai vista Piazza dei Miracoli così piena. E tanta gioia calma dell’essersi ritrovati, una riappropriazione.
Coraggio, il cammino è lungo.
Anche a Firenze è andata molto bene. Avevo qualche dubbio a partecipare a un corteo che, per come era stato organizzato nella mia città, mi sapeva un po’ troppo di ennesimo raduno del “ceto medio riflessivo”. Invece mi è sembrata una manifestazione semplice e popolare, con donne e uomini giustamente incazzati ma felici di ritrovarsi insieme come non accadeva da tempo. Mi pare di capire dagli altri commenti qui sopra che anche nelle altre città siano scese in piazza persone di diverse estrazioni sociali, cosa che secondo me è molto importante in manifestazioni che a volte rischiano di tagliare fuori i segmenti sociali meno acculturati. Molto presente anche nel corteo a cui ho partecipato il riferimento a Ben Alì e Mubarak. Forse siamo solo all’inizio, prendiamolo come buon auspicio!
Oggi pomeriggio festa di compleanno di una compagna di classe del pargolo. Per di più in maschera, dato il periodo carnevalesco (adulti esenti). La consorte va in manifestazione per diritto di precedenza e noi altri due raggiungiamo il luogo dei festeggiamenti. Lui vestito da corsaro nero, io in borghese.
Lì incontro Emma, madre di due figli, il più grande dei quali va a scuola col mio. Lei non si perde una festa. Sai com’è, svoltano il weekend con i pupi. Anche oggi?, le chiedo. Eh, sì, dice. Il marito voleva andare in manifestazione. Però si è portato il figlio più piccolo. Dopo ci raggiunge…
Il tempo trascorre tra patatine, pop corn, pizzette, le tagliatelle di nonna Pina (non la pasta, la canzone). A seguire il coccodrillo come fa, per fare un tavolo, via dei matti, e altri evergreen under six. La festa si tiene in una saletta sottoterra, il telefono non prende, così ogni tanto risalgo in superficie e chiamo la consorte per sapere come va la manifestazione.
Abbiamo dovuto quasi sfondare il servizio d’ordine degli uomini, dice. In che senso? Nel senso che non volevano farci andare in Piazza Maggiore perché non c’era l’autorizzazione, ma qui ci sono trentamila persone, come pensavano di farle sfilare per le viuzze del centro? E’ che non pensavano ci fosse tanta gente. Già. Comunque li abbiamo fatti sloggiare. La consorte non è di grossa taglia, ma quando s’incazza non la manda a dire – anzi, come diciamo a Bologna, “non è bionda” (infatti è mora) -, men che meno ai nerboruti funzionari di categoria.
Ho visto tuo padre, dice. Mio padre? Sì, se ne stava ai margini del corteo, a fare il finto indifferente, mentre zitto zitto spingeva la gente verso la Piazza insieme ad altri signori della sua età. Ah. I lupi perdono il pelo…
Saluto. Scendo di sotto, blocco il corsaro che, scimitarra sguainata e benda sull’occhio, sta inseguendo Spider Man, e gli dico che devo andare un attimo dalla mamma, sarò di ritorno tra una mezz’oretta.
Scatto fuori e raggiungo Piazza Maggiore. E’ piena, ma la gente continua ad arrivare da via Ugo Bassi. Sì, le previsioni erano decisamente sbagliate. La cosa che salta agli occhi è la totale assenza di bandiere e stendardi di qualsivoglia organizzazione. Uno scenario decisamente diverso da quello visto in questa stessa piazza poche settimane fa, per la manifestazione della FIOM. L’altra cosa che non si può non notare: un arco generazionale decisamente ampio.
Incrocio un tizio con un foglio A4 attaccato sul petto: “MIO NONNO VA IN BOCCIOFILA”.
Al volo riesco a incontrare la battagliera consorte, che mi ragguaglia. Poi i soci Wu Ming. Poi qualche vecchio amico e amica che non vedo da tempo (perfino Ciro! Dico, Ciro: l’ultima manifestazione a cui l’ho incontrato è stata… non mi ricordo nemmeno se l’ho mai incontrato a una manifestazione). Poi mia madre e mio padre, l’ultima manifestazione a cui siamo stati tutti è tre insieme… boh, forse ero bambino. Rivedo perfino Mingo, con il figlio sulle spalle, e lui sì che me lo ricordo, dieci anni fa, in via Tolemaide. Presero lui e non me, gli ruppero il naso con i manganelli dentro la camionetta.
La mezz’ora è passata abbondantemente, il tempo di raccogliere i racconti del corteo, respirare ancora una boccata di questa vaga aria maghrebina, salutare tutti, e devo tornare sui miei passi, ai doveri paterni.
Arrivo nella saletta ipogea appena in tempo per la torta (buona, caloricamente proibitiva, ma buona). Il pargolo si è tolto il costume da pirata e schiuma sudore tipo puledro dopo una corsa, ma almeno ha ceduto le armi per dedicarsi a giochi più politicamente corretti.
Dopo un po’ ci raggiunge anche la consorte. Espletate le rituali effusioni con l’ex-corsaro prova a rispondere alla domanda “Dove sei stata?”.
Prova. Il pargolo la guarda strano: “Eri andata a manifestare contro il babbo?”. Riprova, sarai senz’altro più fortunata.
It’s a long way to Tipperary.
Si è fatta una certa. Si torna a casa.
Per il momento.
Ah, non lo so il coccodrillo come fa a fare un tavolo in via dei matti. Ma intanto ha impugnato gli attrezzi.
[…] This post was mentioned on Twitter by Giulio and Daffy, Wu Ming Foundation. Wu Ming Foundation said: WM4 sulla manifestazione di Bologna http://bit.ly/hojfyl #senonoraquando […]
http://english.aljazeera.net/news/europe/2011/02/2011213171436662236.html
E’ bello vedersi su Al Jazeera!
Inizio salutando tutti. Ringrazio per il bellissimo blog che mi ha offerto innumerevoli spunti di riflessione. Questo è il mio primo post. Ieri ero a Genova alla manifestazione e devo dire che sono stato piacevolmente sorpreso dalla quantità di persone presenti. Una bella giornata.
Tornato a casa scopro dal tg regionale, che dava ampio spazio alla manifestazione, anche la notizia dell’oscuramento da parte della postale del blog savonaeponente.com | dal minuto 5.20 | video | http://bit.ly/ee17lJ
L’articolo in questione è certamente discutibile, si può leggere qui http://bit.ly/g4gYOd, ma la repressione, con l’oscuramento del sito savonaeponente.com mi sembra francamente eccessiva e intimidatoria.
Va aggiunto che Valeria Rossi cura da tempo sul portale indagini riguardo l’ampliamento della centrale a carbone di Vado Ligure consultabili anche http://www.nocarbone.it/ ed è promotrice di molti comitati ed iniziative sul territorio.
Segnalo questa notizia perchè ritengo che con i precedenti sul #rogodilibri sarebbe gravissimo se il tentativo di mettere a tacere delle voci libere si espandesse anche sul web. Ancora un saluto a tutti.
Trovata! “Nè perbene nè permale. Solo per la Bellezza” di Azeb Lucà Trombetta. http://vimeo.com/19908631
E inoltre:
In questi giorni mi domando quale sia la soglia di rottura, il livello di disagio oltre il quale un popolo si rovescia in strada e quel che succede, succede. Esistono dei parametri? E se esistono, valgono per l’Italia del 2011 come per l’Egitto o bisogna mettere in conto fattori ambientali, sociologici, culturali?
“QUANTI poveri, QUANTO poveri e PER QUANTO tempo”. Questa è una stringa di parametri che mi frullano in testa, totally random.
Il disagio reale che vivono quotidianamente nel nostro paese i lavoratori Fiat, gli studenti, i precari (e avanti all’infinito) è forse minore di quello che ha portato alle rivolte in Tunisia ed Egitto?
Beh, al momento di andare in manifestazione mia figlia si accorge di essere senza sciarpa, e qui a Ferrara spioviggina. Le dico di prenderne una mia, la sua mano cade a colpo sicuro su due metri di lana rossa che avevo religiosamente conservato dai tempi del liceo: era la mia sciarpa d’ordinanza, cucita dalla mamma, la portavo fino a maggio. Poi manifestazione, che incredibile ma vero (siamo a Ferrara, mica ad angolo B) riempie la piazza municipale. E poi, in serata, presentazione del libro al Dans la rue, nella storica via Avesella di Bologna. Stasera risento al telefono la figliola, e le dico chela sciarpa può tenerla: ormai sta meglio attorno al suo, di collo.
@giulio @all
savonaponente.com
SITO WEB SOTTOPOSTO A SEQUESTRO PREVENTIVO.
PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI BOLOGNA.
Non solo l’articolo incriminato è stato sequestrato, non solo l’intero sito del giornale ma anche i computer personali, compresi quelli del figlio di Valeria Rossi. Si aggiungano le perquisizioni di casa e delle autovetture, ecc.
Per saperne di più: http://www.youtube.com/watch?v=zufM7c2DJoI
La linea rogodeilibri è perseguita, si continuano a bruciare saperi scomodi.
Non conoscevo savonaponente.com e me ne dispiaccio particolarmente perché sono di Savona, anche se da qualche anno migrante a Bologna.
Casa mia è illuminata dalle luci della centrale termoelettrica a carbone citata da giulio. Quelle altissime ciminiere a strisce orizzontali bianche e rosse per me vogliono dire casa. Sono un punto di riferimento rassicurante allo sguardo del ritorno. Le immagini, i simboli, rassicurano; le polveri sottili, le emissioni irregolari, un po’ meno. Valeria Rossi ha urlato contro l’ampliamento selvaggio della centrale e l’indifferenza di Tirreno Power e istituzioni nei confronti dei cittadini, legittimi fruitori del territorio (http://www.nocarbone.it/2010/12/16/conferenza-servizi-tirreno-power-nulla-di-fatto/) .
L’articolo in questione che ha portato al provvedimento di sequestro del sito è un banale pretesto per spegnere una lotta tra le lotte, una voce tra gli eco assordanti che stanno assordando il potere. Eco che non hanno più centri ma esplodono nel loro essere periferia. La loro forza è straordinaria e per questo i tempi della Controriforma sono maturi. È tempo di agire, partecipare alle lotte, delocalizzarci, conoscere le lotte che interessano il nostro territorio, produrre saperi, movimenti inafferrabili, condividere saperi, impedire che Carafa abbia la meglio un’altra volta.
Aggiungo inoltre che Valeria Rossi si è anche opposta all’intitolazione di un concorso letterario e di una via a Giuseppina Ghersi (ragazza seviziata e uccisa a Savona nel 1945 da individui definiti dal padre ‘partigiani comunisti’) e alla relativa strumentalizzazione attuata dal presidente della Consulta Studentesca di Savona, Michele Laurelli (membro del Direttivo Nazionale di Alternativa Studentesca).
Purtroppo non sono riuscito a trovare altrove il suo articolo a riguardo, aspetterò la dissequestrazione del sito per divenirne lettore.
Ringrazio giulio che mi ha dato l’input per perdermi e sbattere il muso contro un’amara realtà savonese che trascuravo o per lo meno avevo sempre sottovalutato:
http://nicolickblog.blogspot.com/
http://www.ragazzidelmanfrei.it/
http://www.actadiurna.it/2011/01/consulta-studentesca-savona-michele-laurelli-sconcertati-dalle-parole-di-valeria-rossi/
anche qui: muoviamoci per creare saperi costruttivi critici e non anti-storici. se non ora, quando?
@ giulio: è pazzesco! Siamo arrivati a questo punto, che i pezzi di satira vengono *censurati dalla polizia*? L’ho ripubblicato sul mio blog.
@Simone @salvatore_talia @all
Anche io sono savonese di origine e sono orgoglioso delle lotte condotte da Valeria Rossi. Ho inviato alcuni tweet con hashtag #oscuramento, ma non hanno avuto molto seguito.
La notizia ha avuto anche risalto internazionale, L’ho appreso grazie a questo tweet:
sunil_abraham: Italian Police Seize Blog Over ‘Kill Berlusconi’ Satire | #Italy #FoEcensorship #
http://viigo.im/5Z1I (about 11 hours [la notte del 13/2 circa] ago from ViigoBB, retweeted by anonops_ita and 10 others)
@all: chiedo scusa se il post può sembrare OT, ma reputo sia comune anche alla lotta di “Se non ora, quando?”
un saluto a tutti
Anche a Torino manifestazione straordinaria, per numeri, volti, tipi… Intergenere e intergenerazionale… pazzesco. Fa quasi paura, a ripensarci, la giornata del 13. E’ come un interrogativo in una lingua straniera.
@DeeMo: è appena uscito un bellissimo “pamphlet” di Marco Revelli, “Poveri, Noi” , vero e proprio [i]survey[/i] sulla povertà in Italia. E i dati non sono rassicuranti.
Io avevo le lacrima gli occhi. Mi sentivo a una riunione di famiglia. Le vecchiette che urlano “in galera! in galera!” danno i brividi di contentezza. E poi accorgersi della bellezza vera. Cavoli, che giornata.
Scusa, Giorgio, ai miei occhi le vecchiette che urlano “In galera!” non riassumono affatto lo spirito delle manifestazioni dell’altro giorno, anzi, è un esempio che impoverisce e banalizza, fa pensare che sia il solito, italiotico passaggio dall’Osanna al Crucifige. Come diceva Monicelli: ogni tanto gli italiani decidono di smettere di pensare per vent’anni, si affidano a un Uomo della Provvidenza, poi quando si stancano di lui, lo appendono per i piedi.
Comunque, siamo già oltre, con il PD e la Lega che si fanno gli occhietti dolci.
http://bit.ly/fTpEME
Il PD è il peggio che c’è, scolo di ogni vergogna. Finché sta in giro, non si combinerà un cazzo. Il mondo esplode, piazze piene ovunque, rabbia sociale, e Bersani si offre di accompagnarci, quietamente, nel IV Reich. E la Lega che per Bersani “non è razzista”, proprio oggi, propone ‘sta roba qui:
http://bit.ly/fOqd35
Il post-Berlusconi è iniziato. Distogliamo lo sguardo da Berlusconi, che è già stato mollato dai poteri forti. Il Financial Times lo ha scritto chiaro e tondo: l’UE vuole tagli al welfare vertiginosi e qualcuno che li possa fare. Berlusconi non può più farli.
E’ giusto che l’Unto cada, crolli, finisca la sua carriera nell’ignominia e magari in rancoroso esilio, ma se ci fermiamo lì non andiamo da nessuna parte.
@WM1
PAROLE SANTE!!!
Tra tutte “…Berlusconi non può più farlo”.
Se non stiamo attenti, finiamo come dopo il ’94… Berlusconi dato per spacciato (speriamo comunque questa sia la volta buona), e la sedicente “sinistra” di governo libera di eseguire i diktat dei poteri forti citati da WM1.
All’epoca ci furono fatte passare la riforma Berlinguer, la legge Treu sul lavoro, una bella serie di privatizzazioni selvagge… e chissà quante altre cose dimentico. Ah, giusto: nell’ultima parentesi di governo di centrosinistra, la sottoscrizione del Trattato di Lisbona.
Adesso Bersani strizza l’occhio alla Lega… davvero: “lo scolo di ogni vergogna”.
@giulio
La polizia italiana è un organo multiforme e labirintico, se è impossibile identificare le responsabilità in piazza dei singoli agenti è altrettanto difficile risalire le responsabilità gerarchiche. E’ avvolta dalla bruma, la polizia italiana. E il suo utilizzo preventivo è un tratto sempre più ricorrente.
Si possono ricordare i due agenti DIGOS che sequestrano un foglietto con una frase di Quintiliano (Odiare i mascalzoni è cosa nobile) appeso da due grafici negli studi di Sky in via Salaria durante una visita-intervista del premier, con tanto di perquisizione del server dell’ufficio.
Oppure potrei ricordare la nostra manifestazione a Firenze del 22 dicembre, con tanta rabbia ancora per il 14, un paio d’ore dopo la quale, il mio amico che faceva queste foto alle vetrine “toccate” dal passaggio del corteo (http://i963.photobucket.com/albums/ae114/vbassetti/_DSC1206.jpg) è stato avvicinato da una coppia di persone in borghese che si sono qualificate come agenti e per venti minuti lo hanno interrogato per strada circa le sue preferenze politiche.
Questo utilizzo della P.S., così come questo (http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/02/11/news/foibe_19_denunciati_per_il_contro_corteo-12349460/index.html?ref=search), ad esempio, o la gestione politico mediatica del caso Battisti, spinta fino al #rogodilibri, c’entrano poco con Berlusconi in se, ma centrano molto con la forma che sta assumendo il potere in un Paese in piena crisi socio-economica. Suona come un manganello che batte il tempo sullo scudo.
@WM1
«E’ giusto che l’Unto cada, crolli, finisca la sua carriera nell’ignominia e magari in rancoroso esilio, ma se ci fermiamo lì non andiamo da nessuna parte.»
Quoto e sottoscrivo, ma proprio in pieno. (Però, andiamo avanti con un po’ di speranza in più, almeno!)
Socc’ su Giap c’è una piccola colonia di savonesi! Anch’io di quelle parti e trapiantata a Bologna.
Anch’io, purtroppo, seguo le vicende della mia zona d’origine molto sporadicamente e ringrazio giulio e Simone per gli stimoli.
Un territorio meraviglioso, il nostro, letteralmente devastato dall’industria pesante prima, dalla deindustrializzazione e dall’abusivismo edilizio dopo e, ora, da un tentativo malato di riqualificazione turistica che in realtà è utile soltanto a creare speculazione e ulteriori danni ambientali, e che misteriosamente va a braccetto con l’ampliamento, appunto, della centrale a carbone e del porto di Vado Ligure. Un territorio, per dire, dalle cui spiagge è ancora possibile vedere branchi di delfini a caccia. Giustissimo: se non ora quando?
@Wu Ming 1
Generalmente non faccio l’avvocato difensore, quasi mai. Però trovo leggermente esagerata la critica che rivolgi a Giorgio, non tanto nel suo contenuto ma nella modalità. Mi piace quello che scrivete, molto, però trovo che l’estrema pignoleria che pretende di ridimensionare una spontaneità anche un pò naif, in senso assolutamente positivo, si possa tradurre in una forma di “addomesticamento”, forse non è il termine giusto e posso sforzarmi di trovarne un altro, il tuo mestiere è quello di scrivere e l’attenzione che riservi alle parole è giustamente di quella di una estrema descrittiva precisione, però, secondo me, nell’affermazione di Giorgio non c’era nessun retropensiero. Ciao.
@ filo a piombo
senz’altro in Giorgio non c’era il retropensiero. Solo che l’immagine scelta continua ad apparirmi infelice, a me le vecchiette che gridano “In galera!” mettono sì i brividi, ma non sono brividi di piacere. “In galera!” è la scorciatoia delle scorciatoie, quelle grida mi fanno pensare alla dinamica del capro espiatorio.
Una cosa che cerco di evitare come la peste, tanto più in questa fase, è il mero “antiberlusconismo”. E’ giusta la soddisfazione nel veder cadere un simile, raccapricciante, miserando soggetto, ma temo che la sua caduta fornirà l’occasione per un bel lavacro di coscienze, una di quelle belle, rapide, indolori auto-assoluzioni di massa tipiche della storia di questo Paese. Trapassato prossimo: dopo il 25 Aprile, quasi nessuno era stato fascista. Futuro anteriore: dopo la caduta di Silvio, nessuno (a parte qualche die-hard) sarà stato berlusconiano. Caduto lui, risolto il problema. Ma siccome il problema non era lui, bensì il sistema che lo ha prodotto, e siccome il declino del berlusconismo-in-senso-stretto non implica quello del berlusconismo-in-senso-lato, io – nel mio piccolo – tengo ben alta la guardia.
non vorrei sembrare disfattista, ma e’ utile ricordare, che la cura x evitare la crisi dell’ europa decisa qualche mese fa’ e’ quella del rigore fiscale o germanizzazione della finanza pubblica. L’italia negli ultimi 2 anni e’ stata di fatto commissariata ed ha attuato politiche neutre di bilancio x contenere il debito , il problema e’ che nei prossimi anni, secondo i dettami europei, lo dovra’ ridurre, e allora arrivera’ il cetriolo gigante sotto forma di tasse o tagli alla spesa consistenti. Per definizione il governo fascio populista attuale non potra’ farli e come sempre il cetriolo arrivera’ da uno pseudo governo tecnico o di fintasinistra.
A quel punto le strade saranno 2 : o taglieranno i fondi allla fabbrica del consenso (prima volta in Italia) o faranno i tagli orizzontali alla tremonti del cazzo, e li bisognera’ tenere la guardia altissima. Purtroppo sono convinto che Berlusca x questo paese e’ entertainment puro, horror x alcuni, commedia x altri e finche’ ci sara’ lui in mezzo ai cog… sara’ difficile vedere una reazione coesa di tutte le forme di protesta.
@ Wu Ming 1
Ok!
Condivido, nel mio piccolo, il brivido per la gioia nel sentire ulrare una signora “in galera!”. Estendendola, direi che è sintomatica di come non ci sia altro argomento, in questo momento, ma in generale in questi anni, che riesca a far presa sulla gente quanto la fedina penale. La fedina penale unico elemento di contesa politica: io mi auguro ci si renda tutti conto di quanto sia aberrante questa situazione. Certo, il fatto di avere B. come pres. del cons. ha fatto sì che il tema divenisse centrale, non c’è dubbio. Ma che buona parte della “sinistra”, e del suo elettorato, in nome di ciò abbia abdicato ad una critica strutturale del sistema produttivo, che questo governo sostiene e anche buona parte delle “opposizioni”, è un errore che pagheremo caro, come suggerito da wm1. Perchè abdicando alle ragioni politiche, quelle reali, tutto e il suo contrario possono andar bene, in ogni caso, basta che si mantenga un profilo pubblico moralmente e istituzionalmente corretto. E quindi può essere coerente che ci si allei con Fini, uno che fino a ieri era il capo di un partito fascista, e Casini, che è apertamente espressione di un potere che col governo italiano non dovrebbe avere nulla a che fare. Questo perchè son saltati i parametri politici per cui ad un certo punto si deve dir di no. L’imporatante, è che l’immagine pubblica sia pulita. Quella della Lega, in questo preciso momento, mediaticamente lo è: è una forza di governo, che è lì solo per portare a casa una riforma, dal nome corretto ma dal contenuto raccapricciante nel suo nulla normativo. E guai a guardar appena fuori da Roma, verso nord, dove la Lega esiste per davvero, e propone cose come il licenziamento dei soli lavoratori stranieri al fine di tutelare quelli italiani (Pordenone), o dove richiama delle insegnanti che rinunciando al loro pasto permettevano ad una bambina, straniera, iscritta all’asilo, di avercelo pur non potendoselo permettere (Fossalta di Piave). O a ricordarsi delle “cannonate” verso i barconi di immigrati che osassero avvicinarsi alle coste italiane, della legge bossi-fini, delle Ronde paramilitari etc etc. No, siccome mediaticamente la Lega, al momento, è pulita, allora va bene anche lei. E anzi, “va anche bene che il Governo rimanga nell’ambito del centrodestra” (Bersani, da La Padania di oggi), basta che il pregiudicato vada, appunto, “in galera!”. Accidenti però no che non basta!. Come può bastare?. Lo mandiamo in galera, e il giorno dopo, che si fa?. Tutto indistintamente uguale? Quindi i salari tra i più bassi d’europa, il turboprecariato, l’assenza della tutela per coppie gay-lesbiche, la distruzione della scuola pubblica, va tutto bene?!. Idee queste che stanno nell’anima di quella parte politica. Ci siamo già scordati delle aberrazioni del contratto imposto a Mirafiori?. Noi no, chiaramente, ma il Pd evidentemete sì, o forse la posizione di Renzi e Veltroni (con Marchionne senza se e senza ma) non era poi così minoritaria. E mica solo nel Pd, ovviamente: questo è l’editoriale di Scalfari di domenica
http://www.repubblica.it/politica/2011/02/13/news/legno_storto-12396969/
“L’opposizione sta finalmente considerando la necessità di dar vita ad un’alleanza repubblicana. Sembra decisa sull’obiettivo che si propone ma ancora molto incerta sulle modalità, sui tempi, sulla leadership ed anche sui partecipanti. Da Fini a Bersani? Da Casini a Vendola? Anche con Di Pietro? Guidati da chi? Per fare che cosa?
Includendo anche quella parte del Pdl che dovesse eventualmente abbandonare il proprietario di quel partito?”
Resta il tema della leadership. Esprimo su questo punto un parere personale: non credo che il leader d’una alleanza tra la sinistra e il centro-centrodestra possa esser guidata da un esponente politico proveniente da una delle forze alleate.
Ma va aggiunto che anche la scelta del presidente del Consiglio spetta al Capo dello Stato che, in situazioni del genere e con l’aiuto della coalizione vincente può anche scegliere un premier diverso da quello indicato sulle schede come leader della campagna elettorale”
Con tanti bei saluti alla volontà popolare. E questo è l’editoriale del “capo” della forza realmente, poichè mediaticamente, trainante nel Centro- Sinitra. E questo difetto c’è stato, in forma minore, nella manifestazione di Domenica: manifestazione, anzi, manifestazioni bellissime, piene di dignità, ma ancora acerbe nei contenuti politici. Voglio dire, com’è possibile che la Buongiorno, che fino a ieri stava nello stesso partito di Berlusconi, e adesso è in Futuro e Libertà, quindi di fatto ancora da quelle parti, sia stata così tanto richiesta sul palco della manifestazione?. Non che non potesse parlare, anzi, mi ha pure fatto piacere sentire certe cose da una donna di destra, però, per dio, è propria della matrice capitalista una certa visione dell’uomo, maschi e femmine, come merce: che si sia opera*, impiegat*, commess* etc etc… E in una società maschilista, è evidente che la specificità della mercificazione, nel caso delle donne, sia anche e sopratutto quella sessuale. Che poi, parliamoci chiaro, farsi inculare per un posto in televisione, o accettando di non rimanere incinta per tot anni sennò ti licenzio, non è poi troppo diverso. Penso per questo, che ho scritto in maniera confusa, che si debba riflettere, non voi wu ming, ma in generale, se vogliamo davvero una società diversa, o se ci basti sfogarci di tanto ma che in fondo il sistema ci vada bene così, e che non possa esserci alternativa. Il capitalismo, già sconfitto, prima o poi giungerà alla fine della sua agonia: c’è da capire che vogliamo fare dopo.
Ah, cito le fonti sulla Lega, ché non si sa mai: sulla faccenda di Fossalta di Piave
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/04/non-fatela-mangiare/90124/
Su Pordenone e la Electrolux
http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=138481
@Francesco
Condivido in pieno tranne che per una cosa. Non è stata una questione di “fedina penale”(Anzi, magari fosse stata ALMENO una questione di “fedina penale”, ci si sarebbe mossi già da molto e molto tempo). E’ stata (parlo a livello popolare, più che “partitico”) una questione morale e moralistica, secondo me: in un paese come l’Italia, con anni, secoli, di retaggio cattolico/papista alle spalle in una lista di reati pressochè infinita, l’unico che ha in un certo senso “impressionato” l’opinione pubblica è stato lo scandalo sessuale (Quando, secondo me, tutti gli altri sono pure assai più gravi).
Per quanto riguarda la questione “Lega/PD” vengo da una discussione infinita con alcuni membri del PD giovani del mio paese (Si, so che discutere col PD è come sparare sulla croce rossa, ma vabeh, ci si prova): loro giustificano la cosa con “La Lega è l’unico potere forte che è rimasto a destra, quindi, da opposizione, il dialogo politico possiamo farlo solo con la Lega”. Che bah, si commenta da sola.
@ EveB
stiamo molto attenti quando agitiamo l’accusa di “moralismo”, è esattamente il frame che ha cercato (per fortuna invano) di imporre la destra.
Non è uno “scandalo sessuale”: è lotta di classe sotto vesti parzialmente inedite. Abbiamo sentito, per fare un esempio, una ragazzetta siliconata vantarsi di guadagnare in una serata ad Arcore quello che un operaio (povero fesso!) guadagna in sei mesi. Una che si vende al tiranno, che *scavalca i suoi simili* usando il proprio corpo (cosa in sé già discriminante, perché le “brutte” non lo possono fare), una che si vende ai prevaricatori e se ne vanta pure… Bene, costei fa parte dei *nemici di classe*. Non trovo un’espressione più calzante di questa.
[Oggi trovo disturbante il rituale di *rapare a zero le collaborazioniste* come facevano i partigiani: penso che non fosse solo giustizia (simbolica) popolare, che ci fosse anche la riaffermazione di un dominio maschile e patriarcale. Però trovo sensatissimo identificare (e punire in qualche modo, simbolicamente) i collaborazionisti e le collaborazioniste.]
Dall’altro lato: uno che, forte del suo potere e del suo status (e nonostante la flaccidità delle sue natiche), mette su un traffico di carne come quello svelato dal Rubygate, e in una sera regala a quelle che lo sollazzano decine di migliaia di euro… Beh, costui non è un “libertino” e non si sta nemmeno facendo “i fatti suoi”, come dicono i suoi sempre più rauchi difensori.
No, quelli sono fatti *nostri*, perché noi contribuenti paghiamo gli agenti che vigilano su quei festini, paghiamo la scorta che scorrazza quelle tizie, paghiamo gli stipendi alle “fighe” che, per iperbolica ricompensa, vengono candidate ed elette a cariche pubbliche. Qui non c’è nessuna “privacy” e nessuno “scandalo sessuale”: il commercio è una dimensione pubblica, e pubbliche sono le risorse sperperate per mantenere attiva quella macchina carburante a Cialis.
@wm1 così parlò zarathustra :)
@WM1
Dunque. Condivido l’ultima parte, in pieno.
Dico solo che, considerando tutto il pregresso del soggetto in questione, trovo quantomai assurdo ed anomalo che si sia arrivati solo adesso a un indignazione popolare non limitata a certi ambienti di “lotta” come era sempre stato finora. Sembra quasi che il clamore del caso recente abbia “formattato” tutto il pregresso, o qualcosa del genere.
(Premesso, ovviamente, che con questo non sto “demonizzando” l’indignazione popolare attuale, anzi, ben venga che è arrivata. Semplicemente, s’è fatta aspettare troppo, secondo me)
@ EveB
sì, su questo concordo. Ce n’è voluto prima che la misura fosse colma! E per molti non lo è nemmeno ora :-(
[…] This post was mentioned on Twitter by iosonozuth, Fabio Ruggiero, Francesco Pomona, Simon Williams, pacovaron and others. pacovaron said: RT @Wu_Ming_Foundt: Sul perché non è uno "scandalo sessuale" e la "privacy" non c'entra niente http://bit.ly/hC6oeX […]
“Oggi trovo disturbante il rituale di *rapare a zero le collaborazioniste* come facevano i partigiani: penso che non fosse solo giustizia (simbolica) popolare, che ci fosse anche la riaffermazione di un dominio maschile e patriarcale. ” wu ming 1
Ha sempre disturbato (pure prima che vedessi un film come Hiroshima mon amour di Resnais) anche me ‘sta cosa di umiliare chi era stata a letto con l’uomo sbagliato (e non per soldi, credo, almeno non in tutti i casi)..così come mi dispiace per la fine di Claretta Petacci..anche se ovviamente quegli eventi vanno inquadrati nel contesto di una guerra di liberazione civile durissima con gli eccidi nazisti avvenuti con l’attiva complicità dei fascisti italiani; la rabbia e il desiderio di vendetta che si è riservato anche sulle “donne del nemico” (un nemico particolarmente feroce e sanguinario)…non c’è nessun bisogno di spiegarlo a voi, mi rendo conto.
Su come punire simbolicamente le odierne “troie di regime”…senza dimenticare le troie maschi perchè per me Minzolini è peggio di qualsiasi “bunga girls”e pure quello lo paghiamo noi..non saprei..con la caduta di Berlusconi spero che perdano ogni loro incarico 8chi ne ha), che non riescano nemmeno a raccattare un’apparizione televisiva, l’oblio penso sia la punizione peggiore per chi cercava (anche) della notorietà…e riguardo a queste ragazze compresa la ragazzetta siliconata o quell’altra che non voleva fare un lavoro da 1000 euro..bè mi auguro che anche grazie all’oblio riescano ad uscire dallo squallore in cui, sia pur di loro volontà si sono cacciate.
Che i veri libertini siano altri ovviamente sono totalmente d’accordo, anzi credo che definire Berlusconi in tal modo sia un’offesa per il libertinaggio autentico che, almeno nella mia visione, non prevede denaro.
“che si è riservato” riversato, volevo dire.
e volevo scrivere “guerra di liberazione”, il “civile” suona male..volevo cancellarlo, ma mi sono scordato. scusate.
Beh, va detto che non sempre si erano limitate a “stare con l’uomo sbagliato”. Avevano ottenuto privilegi a spese di altri/e. Avevano approfittato del loro nuovo “rango” per avere più cibo in tempi di razionamenti (cioè togliere cibo ad altri). Avevano fatto la bella vita mentre ex-amiche e vicine di casa erano alla fame o finivano chissà dove. Non erano proprio spie, altrimenti – almeno nella maggior parte dei casi – avrebbero avuto in sorte punizioni peggiori di un taglio di capelli, ma insomma… Erano parte integrante di un ambiente dove delatori e manutengoli decidevano delle vite di intere comunità.
io condivido molti dei ragionamenti sul fatto che il problema non e` solo berlusconi e che bisogna ripensare tante cose dell’Italia. Completamente. A me non fanno pero` venire i brividi di paura le vecchine che urlano “in galera in galera”. Perche` non credo che Berlusca sia stato solo un effetto organico di un sistema. Penso che in questi anni abbia contribuito attivamente a fare diventare il sistema sempre peggiore. Di fatto e` un’ anomalia veramente anomala. La societa` e la politica italiana devono migliorare. Ci dobbiamo liberare di lui.
Ora credo che la modalita` piu` bella sia che prima la societa` e la politica italiana migliorino e per questo ci si liberi di lui. Ma visto come sono ormai le cose la vedo difficile penso sia molto piu` semplice prima liberarsi di lui (per un qualunque motivo) e poi cercare di costruire una societa` e una politica migliore. Sara` meno bello, ma l’importante e` che funzioni, secondo me
Berlusconi è stato una conseguenza e, al tempo stesso, ha “retroagito” sulle cause, peggiorando e aggravando di parecchio la situazione. Su questo non ho dubbi. Il mio timore è che molti, dopo anni di *personalizzazione* della politica e di occultamento dei dispositivi impersonali di cui è fatto il potere, si accontentino della caduta dell’Unto, quando invece tale caduta potrebbe essere *l’inizio* di una recrudescenza anziché la sua fine. Insomma, niente di meglio di una piccola catarsi prêt-à-porter per non vedere che le cause di ieri – nel frattempo aggravatesi – stanno producendo nuovi effetti (nuovi inciuci, nuovi diversivi, nuove stronzate, usi sempre più vacui e truffaldini dell’espressione “le riforme” etc.)
Il termometro reale della situazione non ce l’abbiamo se misuriamo e soppesiamo con maniacale attenzione ogni parola e da quella tentiamo di estrarre il senso complessivo delle cose che accadono, facendo solo interpretazioni parziali. Al lavoro spesso non mi trovo d’accordo con nessuno, ma per costruire qualcosa non posso vivere nella convinzione di “evangelizzare” i miei colleghi, dico quello che penso ragionando sulle contraddizioni. Non ho bisogno che la pensino esattamente come me per costruire un ponte che ci metta in contatto. Fra i partigiani c’erano le più disparate componenti sociali ben amalgamate fra loro a difesa di un ideale: la libertà. Gli iraniani hanno manifestato la loro solidarietà agli egiziani, anche loro si oppongono ad un regime che li priva realmente della libertà. Le sommosse di questi giorni sono il frutto di una maturazione che ad occhio nudo, forse, non era visibile. Chi l’avrebbe detto che in meno di un mese due capi di governo sarebbero saltati in aria grazie ad un movimento nato ( anzi esploso) nelle piazze? Forse in Italia questa coscienza non è ancora veramente diffusa, radicata e radicalizzata ma io credo questo non si possa misurare dalla superficie delle cose e neppure pesando ogni parola. Piuttosto secondo me è necessario pensare che la possibilità di creare un’alternativa è legata alla capacità di sviluppare un rapporto dialettico con chi la pensa in maniera differente. Il Pd maschera la sua disonestà dietro una sporca rappresentazione del confronto. Questa predisposizione alla trattativa, anzi alla svendita a buon mercato della nostra pelle, non ha nulla a che fare con la democrazia retorica di cui si fanno paladini. Ma queste sono contraddizioni si possono rendere visibili proponendo un’alternativa.
@ filo a piombo
capisco, però le parole non sono neutre né vivono da sole, isolate. Non sono i lemmi di un dizionario. Ogni parola contribuisce a comporre immagini che attivano interi sistemi di riferimento. D’accordo sul non pesarle col bilancino, ma stare attenti ai rischi che implica il loro uso sì, questo io lo trovo necessario.
E’ chiaro che in molti contesti la comunicazione è un “facciamo a capirci” e non si può pretendere precisione, anche perché in molti contesti oltre alla parola c’è il corpo, ci sono le facce, c’è una comunicazione non verbale che sopperisce. Ma non mi sembra un caso che negli ultimi tempi siano usciti svariati libri e pamphlet che denunciano il completo *svuotamento* delle parole tipiche del discorso pubblico italiano (“riforme”, “libertà”, “abbassare i toni”, “moderati”, “rinnovamento” etc.), e che non solo in Italia ci si interroghi sui “frame”, sulle cornici concettuali che attiviamo anche senza volerlo parlando in un certo modo piuttosto che in un altro.
Es. “pressione fiscale” è un’espressione connotata negativamente, eppure la usano anche quelli per cui le tasse non sono un male a prescindere. Perché la usano, se attiva una costellazione di riferimenti negativi, come l’essere schiacciati, il subire pressioni, la costrizione etc.? La usano perché non si rendono conto di cosa stanno dicendo, delle “metafore primarie” a cui ricorrono. Non parlano: sono parlati. E potrei fare decine e decine di esempi, mi basta aprire il giornale in un giorno qualsiasi e ne trovo a palate.
Anche la nostra analisi dei due “elenchi” di Fini e Bersani a Vieni via con me poteva sembrare un maniacale “pesare le parole”, ma io credo tuttora che fosse una cosa indispensabile da fare. Perché con le parole ci prendono per il culo, e quelle parole vanno demistificate.
[…] Giap (Wu Ming) – Se non ora, quando? […]
So che è OT, ma ho un’altra novità fresca dai feudi leghisti del Nordest, che mi sento in dovere di condividere.
La vicenda riguarda la scuola dell’infanzia di un paesino a pochi chilometri da Fossalta di Piave (sono di quelle zone anch’io… e tra l’altro ho scoperto di conoscere di persona l’insegnante da cui è partita la solidarietà alla bambina lasciata senza pranzo).
Con l’approvazione del consiglio di interclasse, le insegnanti di questa scuola avevano esposto uno striscione di protesta nei confronti della riforma Gelmini: “La scuola pubblica è la scuola di tutti, difendiamola”. Il cartellone era stato fatto dai genitori ben due anni fa, ed esprimeva un disagio che, evidentemente, non è affatto gradito dall’amministrazione locale – leghista.
Fatto sta che, da quanto mi viene riportato, stanno arrivando pressioni dalla giunta comunale perché lo striscione sia rimosso. Vengono ovviamente accampati motivi pretestuosi, e manca infatti un ordine scritto che richieda la rimozione del cartello per ragioni legalmente plausibili… in realtà, a quanto pare, il cartello sarebbe stato giudicato “provocatorio” dall’assessore all’istruzione.
Per inciso, anche in quella scuola molti bambini, a seguito degli aumenti dei buoni mensa, non possono usufruire del servizio, e molti di loro sono costretti ad assistere senza mangiare, o devono essere prelevati dai genitori all’ora di pranzo per mangiare a casa.
Per inquadrare il clima che aleggia da quelle parti, potrei riportare altre cose che mi sono state dette, e che rendono ben chiara quale sia la mentalità comune… per intenderci, membri del consiglio d’istituto che, nel pieno disprezzo del loro ruolo istituzionale, sparano a zero sulla Scuola Pubblica, e altri che addirittura propongono, per risolvere il problema dei buoni mensa, soluzioni agghiaccianti come classi separate per i bambini che non usufruiscono del servizio…
Magari cose del genere non “fanno notizia”, però la dicono davvero lunga su quanto il “cavallo” sia in realtà una piovra i cui tentacoli avviluppano ormai ogni aspetto della convivenza civile, e su quanto la partita si giochi a livello “micro”.
[…] Italia. Se non ora quando?Al link qui sopra, donne che ci piacciono.Nei commenti la […]
@Wu Ming 1
Credo di non essermi espressa compiutamente. Intendo dire che per attuare una sommossa non ci si deve necessariamente trovare d’accordo su ogni singola parola, però ci si può sentire compresi in una visione comune della “vittoria”, perchè ci si immagina solo un futuro a breve termine. Ma per dare un seguito reale ad una rivolta si deve necessariamente condividere un progetto politico fondato anche su un sovvertimento espressivo. A volte, come ora, ma com’è stato anche per la resistenza partigiana, non si riesce ad imprimere nella rivolta quella potenza immaginativa che consente di superare i limiti congeniti di quella particolare condizione. Chissà se ci si può riuscire allenadosi a resistere agli attacchi del sistema col rischio che rimanga la prerogativa di pochi e quindi anche la causa di un possibile fallimento.
@alles
Sulle vecchiette che urlano “in galera !”.
Quasi sicuramente Giorgio ha fatto riferimento al corteo torinese, al quale ero presente anche io. E ho sentito e visto queste donne anziane urlarlo. Il clima della manifestazione, nonostante slogan e parole ad ampio raggio che andavano da quelli più ironico/garantisti a quelli più retorico/giustizialisti nei confronti di PadreBunga, è stato molto sereno e sorridente. Queste donne anziane hanno ballato assieme a ragazze e ragazzi più giovani, hanno partecipato agli pseudo servizi d’ordine aiutando il corretto scorrere dei manifestanti, hanno cantato inni alla partigianeria e alla liberazione, urlavano “dimissioni dimissioni”. Del loro urlo “in galera!”, sottolineerei soprattutto l’impeto, la gioia liberatrice di ritrovarsi in piazza dopo tanto tempo (per molte di loro), esprimendo, in senso iper-giustizialista, la rabbia e la fine della sopportazione per lo stato di cose. Decontestualizzando quelle parole esse appaiono come la risposta parziale de panza-de popolo ad un problema ben più grosso ed in parte lo sono anche, come giustamente fa notare WM1; ma insomma, all’interno della festosità dell’evento, esse sono andate assieme a parole e gesti che sono benauguranti perchè questo tappo che sta bloccando il nostro paese possa finalmente saltare. E son d’accordo, il post-Padre Bunga è tutto da costruire.
D.
Io non volevo fare un discorso di moderato buon senso sulle affermazioni di Giorgio e neppure penso che contestualizzare in questo caso sia decisivo per esprimere un parere. Mi pongo nell’ottica di chi fa un ragionamento nel lungo periodo sulle reali possibilità che abbiamo di fare una rivolta o una rivoluzione. Ridicolo vero? E quali siano davvero gli elementi decisivi e necessari per una “rivoluzione totale”, perchè spesso alla rivolta non segue la rivoluzione. Siccome, in parte, condivido quanto afferma WM 1, sulla necessità di demistificare le parole, mi domando anche se sia sufficiente, anche se penso sia imprescindibile, e come incidere su un vasto ed eterogeneo corpo sociale. Con quali strumenti? E qual è il terreno più fertile? Tutto qui.
@filo a piombo. Se ti basi sul “vasto ed eterogeneo corpo sociale” lo strumento migliore è la Costituzione Italiana, il terreno più fertile è quello della cittadinanza attiva. Praticamente cito Lorella Zanardo, oggi ospite da Augias.
Penso che possa interessare a tutti:
http://www.edu-factory.org/wp/common-statement/
@ lorenzo
ottimo, grazie! Appena ritwittato.
Latore dei ringraziamenti di mogli, figlie, mamme, sorelle, amiche.
Grazie.
Lo facciamo riecheggiare anche sul nostro sito.
(piccolo contributo: Victoria Woodhull)
http://circolaria.com/post/3350443197/se-non-ora-quando-una-diversa-narrazione-delle-donne
solo un pensiero di corsa senza volere essere negativo.
Anche a parigi c’è stata una mobilitazione il 13, alla quale, essendo in viaggio, non ho potuto partecipare.
La comunità italiana è grande qui, ma non immensa, ci si conosce più o meno, magari si studia assieme.
Il discorso che io ho ricevuto come più forte, come più presente, era terribilmente naif e superficiale.
Non intendo dire che era il maggioritario, ma sicuramente una componente forte.
Insomma, l’idea era b. è terribile, questa storia delle minorenni e disgustosa, siamo per l’ennesima volta lo zimbello del mondo intero.
Io di base condivido e aspetto per il seguito.
Che non c’è.
Sembrava quasi un discorso sul pudore che necessitasse di quella catarsi pret-à-porter a cui qualcuno qui accennava.
Tentare di introdurre elementi di complessità era impossibile, si domandava l’azione hic et nunc, immediata e redentrice del peccato nazionale.
e dopo? silenzio.
Per quello è bello scrivere qui. Perchè qui c’è di tutto, ma non il silenzio e l’alzata di spalle.
@WM1
camminare davanti alla fontaine des innocents, à les halles, e vederla nazi-ripulita. Red Warriors.
@Erbamate
Ciao Erbamate, cos’è secondo te la cittadinanza attiva? Non ti sembra un pò una parente povera della democrazia partecipativa? E allora perchè non parliamo di democrazia partecipativa, in alternativa? Se si è cittadini attivi si è già sufficientemente permeabili. Forse il problema è quale linguaggio e quale “strategia”utilizzare con chi non la pensa come noi. Gli proponiamo la cittadinanza attiva o un sogno più grande? Io non ho delle risposte, però il punto non è “convincere” chi è già convinto. Eppoi … anche questa forma di inquadramento preventivo in formule e linguaggi predefiniti, come chi usa senza rendersene conto parole come “pressione fiscale”, non è pericolosa? Eppoi la Costituzione può essere un punto di riferimento ma non una “strategia” da attuare, giusto? Cosa ne pensi? Io credo che chi ora, nel mondo si ribella, lo fa intorno ad una parola sola: “libertà”. La questione successiva è: la libertà è compatibile con il capitalismo? E se non lo è come ridiscuto questo sistema? Come faccio a conquistare chi ha subito per anni e anni condizionamenti tali da non riconoscere più un interesse di classe da difendere? Ciao.
Ciao Filo a piombo:
Siamo d’accordo che il berlusconismo ha fatto tabula rasa? La cittadinanza attiva o la democrazia partecipata, comunque fare qualcosa per il bene comune può essere un punto di partenza per risollevarsi.
La Costituzione mi sembrava un punto di riferimento fino a quando me l’ha spiegata uno che la amava veramente, ti giuro che vagavo per il mondo pensando: “Dio è morto, Marx è morto ed anch’io non so proprio che cazzo insegnare a mia figlia”. Maurizio Viroli mi ha risolto un problema mica da poco!
Quando il Presidente italiano rimanda alle camere certe leggi anti-costituzionali io non ringrazio mica lui, io ringrazio i padri costituenti, sono loro i rivoluzionari, sono loro che ancora nel 2011 mi difendono (un minimo ok) dal fascismo anche se morti e sepolti!!!
Quando ti batti per la difesa del bene comune o per la condivisione del sapere sei anticapitalista, se difendi gli ideali della Costituzione diventi rivoluzionario. Con la differenza che DEVONO capirti tutti, comunque non troverai nessuno che ti categorizza come vittima delle ideologie del passato, estremista di sinistra ecc. ti sembra poco come strategia, vuoi mettere la soddisfazione?
Certo il frame che ti propongo io non è cool, soprattutto se sei giovane, compito dei wu ming è inventare mondi o miti nuovi e siamo tutti qua apposta :-)
>la libertà è compatibile con il capitalismo?
Non stare neppure a chiedertelo :-)
>Come faccio a conquistare chi ha subito per anni e anni condizionamenti tali da non riconoscere più un interesse di classe da difendere?
Io inizierei a battermi contro le lotterie e tutti i sistemi che permettono allo 0.01% della popolazione di diventare più ricca senza il necessario lavoro. Questa la trovo una storia veramente tossica, altamente inquinante, però non risolverei ugualmente: se ne fossi capace gli farei vedere un mondo migliore, dove vivere più felici. Esempio tu utilizzi Microsoft windows? Ti spiegherei le meraviglie di Linux (il mondo ideale esiste nell’informatica). Sei un maschilista e non vuoi andare in part-time o in congedo parentale perlomeno al pari di tua moglie? Ti spiegherei che passare più tempo con tua figlia è bellissimo, non c’e’ niente di meglio, niente di più costruttivo, niente di più istruttivo.
“se non ora quando” è stata la manifestazione che più ha fatto male a Berlusconi (non al Berlusconismo lo so), l’ha danneggiato più mia figlia di 6 anni (che ho accompagnato in piazza Saffi a Forlì) di tutti i miei predicozzi o di tutte le manifestazioni precedenti, non hanno potuto inquadrare capelloni, straccioni, bandiere rosse di Che Guevara, non hanno potuto disinformare grazie a disordini o violenze. Questo punto non è stato approfondito abbastanza secondo me. Mi sono sentito in dovere di citarti la Zanardo solo per non andare OT.
Ciao
@Erbamate
Ieri sera sono stata a sentire Enrico Manera e WM1 che parlavano di Furio Jesi. Ho trovato molto interessante l’argomento: come vengono utilizzati i miti dal potere? Come riappropriarsene? Come creare una resistenza al sistema che non sia anche una sorta di operazione di manipolazione? Io credo che questi siano gli interrogativi che ci interessano e che vadano però tradotti e “semplificati”… Non ho potuto purtroppo seguire il dibattito sull’argomento e credo d’essermi persa qualcosa. Di recente sono stata a vedere l’ultimo film di Albanese, sperando di ridere… Il film era purtroppo una descrizione ultra-cinica della realtà e mi ha posta di fronte ad alcune considerazioni. La maggior parte della persone, al cinema, l’ha considerato realistico. Forse questo è il sintomo di una “deformazione mentale” prodotta dall’incapacità di pensarsi “attivi” e non “passivi”. Il cinismo è una forma di rassegnazione, con una particolare aggravante: il cinico si pretende obiettivo. Di fronte alle critiche il cinismo si trasforma in realismo. Credo che il nostro problema sia quello di trasmettere un sogno, un mito, una prospettiva politica di futuro. La Costituzione è stata il punto d’arrivo di un processo storico di liberazione. Ma siamo così sicuri di volere una repubblica fondata sul lavoro? Siamo così sicuri che non i diritti, alcuni, debbano essere legati alla capacità produttiva di ciascuno in termini di profitto? Senza quindi scalfire le fondamenta del capitalismo? La democrazia partecipativa ancora non esiste o sbaglio? Non si può confondere con la “cittadinaza attiva”. La prima scardina i presupposti di rappresentanza e delega su cui si fonda questo sistema, la seconda è un prodotto di questo sistema che trasmette un’impressione di democrazia ed è perfettamente organica a questo sistema. Ciao. A presto.
@filo a piombo
Il dibattito su Furio Jesi mi piacerebbe ascoltarlo con il mio lettore mp3… spero nei wu ming.
Guarda che sull’anticapitalismo io ti dò ragione e con immenso piacere, ma non mi sembra un fronte che possa aprire brecce nella maggioranza (perlomeno la maggioranza di persone che sono vicine a me, e io abito in Romagna!)
Invece noto con piacere che chi prima mi categorizzava come estremista ora non può dire un cavolo se gli cito la Costituzione per difendere ideali antifascisti (mi diverto non poco sai!)
Anzi ti dirò di più: la Costituzione è anticapitalista! Vedi l’art.3.
Molti cercano di togliergli quella patina “istituzionale”, vedi il sito costituzioneillustrata.com, Girolamo De Michele nel suo bellissimo “La scuola è di tutti” la riprende in maniera perfetta!
Anche wu ming1 non mi ricordo dove nè quando ha detto che tantissimi giovani si stanno riavvicinando all’ANPI.
La Costituzione è un punto di partenza oltre che un punto di arrivo, è l’unico argine che ci protegge dallo schifo, spero tanto che partiti come il PD non si mettano a difenderla troppo, la Costituzione deve difenderla un movimento come quello di “se non ora quando” altrimenti siamo finiti.
Aggiungo oltre ai saluti: non ti aspettare da me risposte illuminanti eh :-)
@Erbamate
Sono felice che possiamo scambiarci opinioni così, su tutto, e soprattutto sulle cose fondamentali. Scusa le sgrammaticature, mi sarei potuta esprimere meglio ma non avevo tempo, quando ti ho risposto. Comunque credo ci siamo intesi. Ribadisco solo un concetto: io non affido a nessuno il compito di rappresntarmi, neppure a Wu Ming, che è, semplicemente, un importante compagno di viaggio ma che non ha la possibilità, e neppure la volontà, di sostituirsi a qualcuno. Però penso che questo sia un bel laboratorio creativo e che insieme, e grazie agli spunti di riflessione che ci vengono proposti, possiamo costruire qualcosa. Ciao. A presto!!!!
[…] Una rassegna di volti di donne ribelli è stato invece il modo di rendere omaggio alla manifestazione da parte del collettivo tutto maschile di scrittori Wu Ming sul loro blog Giap: da Angela Davis a Sara Parks, da Frida Kahlo a Virginia Woolf, hanno cercato di ricordare le facce di donne che hanno fatto storia, inserendo anche figure non del tutto limpide, come Jiang Qing, ultima moglie di Mao Zedong. […]