Nelle ore della manovra-massacro, alcune news e segnalazioni accumulatesi nei giorni scorsi.
Sulla manovra, per ora ci limitiamo a riproporre gli scarni pensieri espressi tra ieri e oggi su Twitter.
Il 2012 potrebbe essere il primo anno senza 25 Aprile e Primo Maggio. I Maya ci erano andati vicino. La crisi è il pretesto perfetto. Non stanno sistemando i conti: stanno regolando i conti coi nemici storici: gli operai, l’antifascismo… Licenziamenti facili, fine del contratto nazionale, privatizzazioni selvagge, basta col 25 Aprile… La crisi non c’entra un cazzo. E’ sempre la spinta storica del neoliberismo, e al contempo è recrudescenza e salto di qualità. È una fase diversa rispetto ad anni Novanta e anni Zero. I salti di livello dobbiamo saperli riconoscere e descrivere, il “capirai che novità” alla lunga ottunde.
Sia chiaro: il 25 Aprile si celebra anche l’anno prossimo, che Lorsignori lo vogliano o no. E pure il Primo Maggio. Si lotterà contro i concreti smantellamenti di diritti e conquiste sociali, ça va sans dire, ma al contempo non sottovalutiamo l’offensiva sul piano simbolico, perché apre la via all’ancora-peggio.
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L’intervista pre-annunciata qui – a proposito di Twitter e Facebook – è apparsa (con qualche piccolo taglio) sabato 13 agosto su Repubblica, per la precisione nell’inserto del sabato “R2 Cult”. Trovate la versione integrale su Lipperatura.
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Abbiamo aggiunto al podcast la puntata di “Radio 3 Scienza” andata in onda il 9 agosto scorso e dedicata alla questione TAV, con Wu Ming 2, Marco Ponti (docente di Economia dei trasporti) e Girolamo Dell’Olio dell’associazione “Idra”. Potete ascoltarla direttamente cliccando qui. Dura poco più di 26 minuti.
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Il 19 agosto, sulla rivista Internazionale ci sarà un racconto di Stephen King tradotto da Wu Ming 1, intitolato Herman Wouk è ancora vivo.
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Il 21 agosto, infine, ultima occasione di vederci dal vivo nel 2011: Wu Ming 2 presenta Anatra all’arancia meccanica alla Festa della Nuova Rivista Letteraria, Caldarola (MC). H. 18:30, foyer del Teatro comunale. L’ultimo “Quack!”, poi andremo in “clausura” per lavorare alacremente al nuovo romanzo.
Sulla questione festività, dubito che la maggior parte dei lavoratori e degli studenti italiani rinuncerà a tre giorni di vacanza, quindi penso che ce la caveremo(ma non è una scusa per fregarsene). Segnalo questa proposta decisamente migliore.
http://blog.tooby.name/2011/08/13/ricordati-di-santificare-le-feste-ma-non-quelle-civili
Dunque riprovo.
Avevo nuovamente lasciato un commento ma nonostante fosse molto più lungo di due righe e non ci fosse neanche un link, il commento anche questa volta, è finito nello spam.
Dopo numerose riletture dei tweet e dei commenti in merito a “#twitterisnotFB”, mi chiedevo sconsolato come fosse possibile una discussione che cercasse di delineare un profilo tra utente di Fb e utente di Twitter. Ancora oltre mi chiedevo come fosse possibile chiamare una conversazione su twitter, “inchiesta”. “Inchiesta”, mah!
Nonostante una avversità genetica nei confronti delle affermazioni di Gianluca Neri, ritengo il suo tweet, l’unica affermazione sensata “Questa cosa di #twitterisnotFB non la capisco. Non basta usare quello che uno preferisce e morta lì? È un “no, cara, sei più bella tu”.
Tweet per tweet – migliaia?? – l’unica certezza che ho avuto è stata quella di assistere ad una di quelle noiosissime conversazioni tra nanonerd su “è meglio l’ipad, no è meglio il samsung”. Neanche wired le pubblica più e google addirittura declassa i blog con questi titoli.
Poi ho letto l’intervista su Kataweb perchè aprendo R2 e vedendo l’altra intervista, quella a Marrazzo di Concita De Gregorio dal titolo “Ecco perchè andavo a Via Gradoli” non ho saputo resistere al desiderio di lasciare che il vento portasse via la mia copia di Repubblica.
Avevo iniziato a commentare riga per riga.
Affermazioni come “Ciò vuol dire che Twitter ha una logica di fondo a cui è possibile resistere” a mio avviso non sono solo parole in libertà ma rappresentano uno stato dissociativo a tutti gli effetti. D’accordo, di questa stampa e della sua distanza da ogni cosa è possibile farsi beffa ma neanche questa chiave di lettura giustifica il tentativo di restituire una coscienza a righe di “if” anzi a righe di “if” di un surrogato di multinazionale, per giustificare pensieri paranoidi.
Quest’ultimo pensiero mi ha quindi fermato. Ho cancellato il mio commento e ho preferito che rimanesse un’ultima sola affermazione: non ritenete che in ogni sede, soprattutto in casi come Repubblica, sia comunque necessario un cenno consistente al pericolo rappresentato dall’assenza di controllo sulla continua profilatura degli utenti e vendita di informazioni a terzi ? Ritenete davvero che questo messaggio che è “il messaggio” non potesse trovare spazio anche in questo caso?
bb
In realtà mi sembra ci siano due date in mezzo che poco hanno che fare con la manovra. E’ odio di classe. Ma le feste le festeggeremo con ancora più forza. Perché il problema non è il loro odio: è laido, con il coltello dalla parte del manico, e non è mai andato in pensione. Il problema è l’altra metà del cielo, che o si sveglia o il cielo non lo vede più. Vedrà solo più il tetto della fabbrica, dell’ufficio, del grande magazzino.
Intervista efficace, ma chi vi segue da tempo quelle cose le ha già lette. :D B vacanze wuminghi!
Intervengo per rendere intelligibile l’inizio del commento di “exbuiobuione”, basato su riferimenti quasi privati (anzi, senza il “quasi”) e allusioni che può cogliere soltanto chi conosca un precedente non celeberrimo, questo:
http://www.macchianera.net/2011/07/05/una-notizia-il-popolo-della-rete-esiste/
Per il resto: riflessione preziosa e, soprattutto, utile! Abbiamo preso nota, grazie. E’ valso la pena combattere contro filtri antispam, scriverci diverse e-mail, vincere la tentazione di lasciar perdere, scrivere e riscrivere il commento cambiandone anche l’impostazione, insomma, dedicare a questo commento tutto il tempo che gli hai dedicato (per non parlare del tempo investito nella puntata precedente), perché un contributo così pregnante *meritava* di essere pubblicato su Giap :-D
@wuming1
no. ti sbagli. o forse no e sarebbe peggio.
il mio post su macchianera aveva a che fare con un altro vostro articolo.
Il riferimento che ho fatto è al commento del 14 agosto e nel merito ci siamo scambiati anche qualche mail. Se non ricordo male ti segnalavo nuovamente problemi con il filtro antispam e tu mi rispondevi insegnandomi la differenza tra post e commenti.
Capisco. Per chi ottiene spazio dopo Concita De Gregorio e Marrazzo trovare il tempo per dare una risposta consistente anche ad una sola domanda, deve essere davvero difficile.
Ti ringrazio comunque perchè dalle tue parole deduco che tu abbia avuto la possibilità di leggere anche il commento finito nello spam, prima che il mio vecchio account, venisse cancellato dal filtro nonostante il “combattimento” con Wangguard .
Lascio lo spazio a domande “meritevoli” di risposta ma con la preghiera di occuparvi prima o poi di una nuova inchiesta: è meglio il minipimer o il buon vecchio frullatore?
@Buio Buione
«Nonostante una avversità genetica nei confronti delle affermazioni di Gianluca Neri, ritengo il suo tweet, l’unica affermazione sensata “Questa cosa di #twitterisnotFB non la capisco. Non basta usare quello che uno preferisce e morta lì? È un “no, cara, sei più bella tu”.»
Se permetti, a me non sembra una cosa sensata.
Mi sembra, anzi, dettata dal senso comune.
E non, al contrario, dal buon senso.
Sono due cose molto diverse. In altre parole: perché uno non può discutere sulle differenze di twitter e facebook? cosa c’entra l’usare quel che si preferisce con il poter discutere di quel che si vuole?
Personalmente ho trovato la discussione di #TwitterisnotFB molto interessante. E se non mi piaceva di sicuro non commentavo con un commento banale del tipo: basta, usa quel che vuoi e falla finita.
@exbuiobuione
«ti sbagli»
Ehm… no :-) Sono nel giusto. Il riferimento “nonostante fosse molto più lungo di due righe e non ci fosse neanche un link”, era proprio riferito al precedente che ho linkato, come chiunque potrà constatare leggendo.
«Ti ringrazio comunque perchè dalle tue parole deduco che tu abbia avuto la possibilità di leggere anche il commento finito nello spam»
Ehm… no anche stavolta :-) Deduzione sbagliata. Mi riferivo a questa tua frase ben leggibile da tutti quanti, tratta dal tuo primo intervento qui sopra, che con tutta evidenza non è finito nello spam:
“Quest’ultimo pensiero mi ha quindi fermato. Ho cancellato il mio commento e ho preferito che rimanesse un’ultima sola affermazione…”
Comunque non preoccuparti, è solo l’ennesima di tante tue “deduzioni” a capocchia :-D
Il succo, finora, è: non capisco quello che state facendo, non capisco quello che state dicendo, questo dibattito è incomprensibile, questa roba non serve a niente, scrivete tanto per scrivere, siete dei dissociati mentali, è tutta una perdita di tempo.
Su quest’ultimo punto, mi sento di poterti rassicurare: tranquillo, di tempo ne hai a iosa.
E ribadisco: feedback molto utile, grazie.
Salve,
non mi và di commentare le differenze tra FB e Twitter, soprattutto perchè non le conosco, ma anche perchè credo che prima di discutere di temi come questo, si debbano prima provare, la frusta, le manette e gli ovini.
Se scrivo è per comunicare che sono affascinato da come avete risposto a questo rumore di stoviglie. Non un insulto, neanche velato, niente vetriolo, ma con fermezza e rispondendo punto su punto nel merito. Io non sono sicuro che W abbia ragione, quello che sò è che non sembra volersi sottrarre alla discussione. Tratta il suo interlocutore da pari senza tuttavia sfoggiare vittimismo, tratta l’altro non come fosse un comune vicino di casa, o uno zio ignorante , o una zia bisbetica , o una nipote gelosa, o un compagno di università: lo tratta con l’educazione che si deve ad uno sconosciuto.
E’ importante.
@buiobuione
Si e’ senita tante volte la cantilena: “Non basta usare quello che uno preferisce e morta lì?”.
No, non basta. Bisogna sforzarsi di capire, com-prendere e scegliere.
La fai troppo facile e grossolana. Comunque ti hanno gia’ ampiamente risposto e mi limito solo a ri-proporvi (“ri” perche’ forse molti di voi lo hanno gia’ letto sull’Internazionale) l’eccellente articolo di Zadie Smith:
http://www.nybooks.com/articles/archives/2010/nov/25/generation-why/?page=1
Non tanto per un confronto tra twitter e facebook quanto ad una critica piu’ generale su fb (era da poco uscito il film di Fincher).
Ai WM dico a presto visto che verro’ il 21 a Caldarola. Prima a sentirvi e poi per panino & ciasculo sotto la chiesa affrescata dal De Magistris! ;-)
La produttività e altre leggende metropolitane sulla crisi…
Come hanno scritto i Wu Ming su Giap, questo non è un modo per sistemare i conti, ma per regolare i conti, per regolarli contro tutto ciò che è rimasto delle conquiste nate dalle lotte nel mondo del lavoro. Lo statuto dei lavoratori? E’ delegato. …