Un proclama, un appello, una minchiata, una promessa, un invito, un dài dài dài alla cazzo di cane, una richiesta d’aiuto. Una proposta di calcio totale alla depressione. Attacchiamo. Divertiamoci.
Annusiamo calcio da quando eravamo bambini. L’odore di muffa dello spogliatoio, il grasso per ungere le scarpe, il sudore delle maglie. Intere formazioni mandate a memoria.
Lo giochiamo. Lo abbiamo giocato. L’oggetto magico di ogni materiale: carta, stracci, plastica, cuoio, e quel cazzo che si usa adesso per fare un pallone. Così come le superfici: asfalto, terra sconnessa, aiuole con in mezzo alberi e panchine, sabbia, terra rossa, sintetiche o artificiali. Erba. Sempre troppo poca.
Guardiamo il calcio da sempre. Riconosciamo gli stadi di mezzo mondo ai primi fotogrammi. Abbiamo numi tutelari. Epiche figure mondiali, insieme a piccole divinità locali. E con loro una costellazione, una spoon river di campioni, compagni e amici da ricordare.
Eppure lo sappiamo. Il livello del discorso sul calcio in Italia è molto basso. E il sistema del business globale del calcio è nella merda fin sopra i capelli. Da tempo ci divertiamo meno. Inutile girarci intorno.
Però abbiamo un piano. Attaccare. Con una squadra forte. Ci allena Zeman, movimenti rapidi in campo, gradoni in allenamento. La squadra la facciamo noi, ma si gioca tutti insieme. Alziamo l’asticella, fondiamo, dal basso, l’Università del Pallone.
L’idea è nata come uno scherzo. Convochiamo un po’ di amici, attiviamo alcuni contatti, vediamo che succede, se qualcuno ci sta. Un Convegno su un altro Calcio. Da una prospettiva storica, comparatista e contemporanea. Di potere e di cultura popolare. Scienze sociali e fisiche, Arte, Letteratura e Audio-Visivo convocate intorno all’oggetto fútbologico per coniugare la magia del tornare bambini alla meccanica quantistica. Il pressing alto e Piazza Tahrir.
Una piccola quanto salutare onda d’entusiasmo ci ha travolti.
Gianni Minà, John Foot, Simon Kuper, Valerio Mastandrea, Paolo Sollier, David Goldblatt e altri che continuano ad aggiungersi ci hanno comunicato un sì repentino e di pieno coinvolgimento. Non solo a esserci, ma collaborare. E così pure un mucchio di altri amici, per dare una mano in tanti modi.
E allora la cosa si deve fare. E si deve fare bene.
Perché un convegno sul calcio ?
Per essere seri, come solo i bambini di sei anni quando giocano sanno essere. Per dimostrare che esistono fior di intellettuali e professori che di pallone ne sanno a pacchi. Per ricominciare a divertirci in pubblico. Per goderci documentari e dibattiti, reading e performances di persone che ci piacciono e ci stimolano. Per fare domande azzardate sapendo di trovare interlocutori disposti ad ascoltarle.
Perché farlo alla grande, in fretta e senza farsi mancare niente?
Perché questo è il lato politico della proposta.
Per dimostrare che ce la possiamo fare. Che se uniamo l’autorganizzazione al benessere oltreché all’etica di una comunità, troveremo energie ed entusiasmo e disponibilità inattese. Che il pauperismo delle risorse può essere sconfitto, insieme al realismo omicida che ci opprime da ogni lato. Che bisogna saper fare, con approccio scientifico, il passo più lungo della gamba. Perché Garrincha era zoppo.
Perché “non c’è età per essere antifascisti”, anche nel pallone.
Perché faremo giocare i bambini. Giocheranno per noi.
L.
POSCRITTO TERREMOTATO (4 giugno 2012)
Adesso, qui intorno, i campi sportivi sono accampamenti di sfollati. È sacrosanto, e terribile.. Eppure i palloni continuano a rotolare sopra quei terreni, in mezzo alle tende. Per portare sollievo ai bambini, ai ragazzi, o almeno distrarre anziani dalla fissità attonita dello sguardo.
Il campo di calcio del paese diventa uno dei rifugi di comunità messe in ginocchio. Ciò che deve essere ora.
Lavoravamo a questa bizzarra idea di simposio fútbologico da ben prima, è chiaro, degli avvenimenti che stanno ferendo in modo molto grave una porzione vasta di questa regione.
Si trattava di una proposta anti-ciclica per eccellenza. In tempi durissimi, di depressione economica e psichica, di assenza di risorse e prospettive, di controrivoluzioni preventive. Un progetto lucido e scriteriato. Fare una cosa seria, farla bene, su un argomento futile. Parlare di pallone, in un altro modo. Per divertirci. Per parlare di potere, storia, economia, conflitto, neuroscienze e teoria dei giochi a partire da quell’oggetto magico e dalle sue innumerevoli conseguenze. Senza nostalgie, ma storicizzando sempre. Da appassionati, ma guardando la realtà, quella cruda. Consapevoli, ma certi che si può parlare un altro calcio. E giocarne, come i bambini ci insegnano, uno migliore.
Infine si trattava di un esperimento, si perdoni l’ardire, politico. Sondare le potenzialità di un circuito di relazioni, soggetti e singolarità diffuse, di attivarsi dal basso per il sostegno, la produzione e il reperimento di risorse umane e materiali per il conseguimento di un obiettivo concreto. Provare a dimostrare, se si vuole con un oggetto effimero, che siamo in grado di stimolare reti sociali operative, competenze da far cooperare, benessere da condividere. E mirare in alto, provare a dare il meglio, e renderlo disponibile.
Le immagini di distruzione di comunità intere, e patrimoni storici e culturali inestimabili, fanno vacillare i nostri propositi.
Eppure ci piacerebbe continuare. Seguire ancora, e nonostante, questo sbuzzo di piccola follia. Coltivare questa risposta zemaniana alla depressione, alla carestia. Attacchiamo. Divertiamoci. Diamo buona prova di noi. Lavoriamo di squadra. Mangiamoci la cultura. Digeriamola, produciamola. Applichiamo soluzioni sghembe. L’uomo in più.
Ma questi sono giorni di dubbi, e forse è il caso di parlarne. Capire se è importante che un pallone continui a rimbalzare tra le tende.
L.
Faccio parte della squadra, e mentre faccio due volte i gradoni perché sono arrivato tardi all’allenamento, saluto São Pedrinho e vi invito a leggere di Fútbologia anche su Carmilla On Line.
C’è una intro di Paolo Sollier, un racconto di Christo Presutti e un arbitro che mette paura.
http://www.carmillaonline.com/archives/2012/06/004318.html#004318
Il nostro progetto “lucido e scriteriato” è partito.
JohnGrady, come vedete, ha il turno di notte:) Oltre a ringraziare per tutto volevo segnalare che sul blog abbiamo pubblicato in primissima mattinata un bel po’ di pezzi, spero, interessanti http://goo.gl/Q8Y9P .
(La scheda per Wu Ming la doveva scrivere R.B.. Purtroppo ha fatto un po’ di confusione coi nomi dei libri e degli autori… La redazione – yep, noi ce l’abbiamo! – ha quindi deciso di rimuoverlo dall’incarico e di affidare il profilo ad Adrianaaaaa. In giornata arriva:)
Io, il Magliettaro Zemaniano, non posso che esaltarmi per una cosa del genere. Anche perché, dopo il che il Nostro è tornato alla Roma, mi toccherà tifare un pò la Roma: e per un laziale è dura. L’agiografia non c’è mai piaciuta, ma il primo capitolo di quella di Zeman la ho in un file da almeno 15 anni: ” a quel tempo Zdenek era presso i palermitani…”
Non scordiamoci Valerio Marchi (ma anche questo lo sapete).
SUERTE e daje con i gradoni (ché quest’anno ci vedremo anche il Pupone).
no, dai, fino a tifare no ;-)!
Laziale anch’io, si sa, e nonostante tutto emozionata per il ritorno di Zeman nella Capitale…
Bellissima iniziativa, complimenti.
Esaltante l’iniziativa, l’idea, i nomi e la presentazione. Io vi segnalo, con tutta l’umiltà di una squadra della profonda periferia alpina, che noi da un po di tempo stiamo provando a fare la rivoluzione con il pallone….
Qualche (doppio) passo si è fatto ma, come è logico, qualsiasi strada si scelga di percorrere, la reale difficoltà è la distanza della meta…
Questo è il nostro blog http://torcidaparanoika.noblogs.org/
Bellissimo progetto! Anche, tra le altre cose, per sfatare il mito che fa anche un po’ tendenza fra i giovani di sinistra dell’intellettuale tutto libri e cose serie, antisportivo e antigiochi e in modo particolare anticalcio, ma fine a se stesso. Perché il gioco è la cosa più seria del mondo.
Mi viene in mente Piero Ciampi:
«Nutriamo il lavoro, alé!
gli Agnelli a pascolare con le capre
fra i nitriti dei cavalli, questi rumorosi…
vigilati tutti da truppe di pastori,
andare camminare lavorare.
Niente paura, azzurri, azzurri, attaccare attaccare,
attaccatevi a calci nel sedere, la domenica tutti sul Pordoi a
pedalare». http://ow.ly/bmDnR
Scrivo solo per fare una segnalazione, un ottimo palleggiatore per la vostra panchina, che sicuramente conoscete gia’:
http://www.davideenia.org/home.html
Ricordo due spettacoli davvero belli di un paio d’anni fa’, Italia Brasile 3-2 e il racconto andato a puntate su Radio 2, Rembo’.
Vi seguiro’ online. Fantastica idea. Grazie.
Mi fate felice e lo sapete:-)
Col pensiero che non può che volare verso Valerio Marchi…
eccezionale!!
non so se c’entrerà con quello che avete in mente: http://it.wikipedia.org/wiki/Ezio_Vendrame
eventualmente contattarlo non è difficile.
Poi vedo che il tema Barça qualcuno lo sta già toccando sul blog, non è un tema facile perché pieno di contraddizioni pazzesche (c’entra la politica, lo stato sociale, il utrismo, la repressione poliziesca, le pallottole di gomma, etc etc), ma forse proprio per questo varrebbe la pena approfondire?
typo: “il turismo”
A Palermo da 5 anni organizziamo un mega torneo con 160 squadre di tutti i quartieri e di tutte le comunità di migranti che si chiama Mediterraneo Antirazzista. Per chi fosse in zona venerdì c’è un incontro dibattito di presentazione dal titolo EPICA, ETICA, ETNICA, CALCIO
Splendori e miserie del gioco più bello del mondo
http://www.kom-pa.net/index.php?option=com_events&task=view_detail&agid=915&year=2012&month=06&day=08&Itemid=1
vado un po’ fuori tema, ma stavo pensando che mi piacerebbe che qualcuno facesse una storia delle invasioni di campo… ;-)
io malato di zeman e romanista impazzisco per questa iniziativa viva gli scaloni ed il 4-3-3
Valerio Marchi e Stefano Tassinari dovrebbero essere, a parer mio, i due numi tutelari di questo non convenzionale festival futbologico.
Due cose veloci:
1) Per chi per un motivo o per l’altro si trova anche sullo strumento del male di Zuckermerd esiste anche una pagina là. http://www.facebook.com/pages/F%C3%BAtbologia/148507365282977
2) Questa è per le signore. Ci tengo a dire che questo non è un discorso per maschi. Con Vale (@adrianaaaa) – che per inciso ha scritto questo post qui http://lapentoladoro.blogspot.it/2012/06/riprendiamoci-il-calcio.html – stiamo nella squadra e proviamo a portare a casa anche il risultato di una rivendicazione di genere del diritto a parlare di calcio e pure a giocarci. Perchè ci siamo rotte il cazzo di sentirci dire “Sei femmina, non puoi giocare” oppure “Sei femmina, non ne capisci niente”. Non dico che siamo tutte Marta da Silva, però dico che abbiamo il diritto di provare ad esserlo.
Per il resto. Stay hungry, stay fútbol.
Alè, eve, ecc.
Che bello il post!
Io pure le rare volte in cui nel cortile di scuola mi sono ritrovata a giocare, in difesa, perché manco la portiera sapevo fare, andavo più di spalle che di piedi, cercando di fermare le persone e non la palla… Condivido anche l’odio per la pallavolo, cui venimmo costrette a giocare per anni e anni… (a me all’inizio piaceva pure!)
Comunque oltre a giocarlo, colonizzare anche gli stadi non sarebbe male ;)
A proposito di riprendersi gli stadi:
http://www.youtube.com/watch?v=6xF029bEi00
Due parole per ringraziare tutti quanti, dai Wu Ming che hanno pubblicato il post e che ieri non ho ringraziato, a tutti quelli che ci stanno segnalando link, persone, squadre, ipotesi di studio, moduli e tattiche. Ci vorrebbe Futbologia in tutte le città, per dire :-)
Stiamo segnando tutti gli spunti. Grazie davvero!
Sottoscrivo quanto detto da eveblisset, è il momento di riappropiarsi del giuoco del calcio anche da un punto di vista femminista\di genere. Immaginare un calcio diverso e migliore va di pari passo col ripensare un calcio e una socialità oltre la differenza di genere. La retorica del calcio nell’immaginario collettivo mainstream unisce culture, etnie, religioni, a volte, persino, poveri e ricchi. L’unica alterità non ammessa sembra essere proprio quella di genere. Come nella società e nell’economia, anche nei *riti profani*, nell’uso del tempo libero, nell’industria culturale e del divertimento, i ruoli sono rigidamente prestabiliti. Lo sappiamobene e lo dice in modo chiaro @Adrianaaaaa nel suo pezzo.
La maschilizzazione del calcio è uno dei pochi tabù dai quali non ci si riesce a liberare neanche negli ambiti ‘illuminati’ e ‘alternativi’ dei compagni, dei centri sociali, dei movimenti.
E’ giocato, parlato, narrato, commentato da e per i maschi.
Spero che riusciremo in questo progetto di dare spazio anche a questo piano perché, come tutto il resto, *il calcio non è neutro*.
non per niente sosteneva Brera:
“L’Inter è squadra femmina, quindi passionale, volubile, e pertanto agli antipodi del pragmatismo che caratterizza la Juventus”
scusate i refusi nel commento precedente scritto in fretta
Visto che si è scatenato il fantacalcio faccio anche io la mia proposta :). Che ne direste di coinvolgere anche Giovanni Francesio? Oltretutto ho sentito che dovrebbe uscire proprio in autunno con un nuovo libro.
Sarebbe interessante tradurre e testare idee e buone pratiche anche in ambito pratico senza dover rimanere solo nel teorico o nell’opinione. Il piccolo settore giovanile e la scuola calcio che gestiamo (http://polisportivamajella.it), zemaniani dalla nascita, si candidano come primo laboratorio reale in cui mettere in pratica le idee che scaturiranno da questo progetto.
So che a Terni c’è questa cosa qua:
http://associazioneprimidellastrada.blogspot.it/
Salimbeni, Santoni, Baggio & Caligola abili e arruolati.
Splendida iniziativa che potrebbe e dovrebbe a mio modo di vedere coinvolgere un retroterra silenzioso ma decisamente vivace che ogni giorno a suon di articoli e post fa abbracciare pallone e letteratura. Farò di tutto per essere a Bologna. Intanto mi candido per un ingaggio. Vado ad allenarmi. Zeman, si sa, è molto esigente =)
ci sto, ci sto!!!!
Mi tocca registrarmi con un altro nick. L’argomento lo necessita. Farollo.
Suppongo non ci sia bisogno di dire che ci sono :)
Per il resto dire: è ora (adesso) di riprendersi il gioco del calcio mi pare un po’ un modo per dire: “adesso che l’ho deciso io, sì che il calcio è rivoluzionario,” un atteggiamento un po’ presuntuoso direi.
Diciamo piuttosto che abbiamo perso un sacco di tempo.
A disposizione.
sono anni che non vivo più in italí, e sono sbalordito dai link che avete postato… interessante anche perché ci sono molte iniziative che vengono dalla presunta periferia, dalla provincia. stavo pensando: ma se tra le varie cose del festival di bologna ci fosse anche un qualcosa facile da esportare e replicare in altri posti? il famoso calcio a tre porte? una scuola di calcio ambulante? o fare come l’hackmeeting, che ogni anno si fa in un luogo diverso?
(scusate l’entusiasmo, forse mi sono fatto prendere un po’ la mano…) ;-)
PS: nella mia squadretta scolastica delle elementari il centravanti era una bambina di quinta che dava la polvere ai vari maschietti!
non so a cosa ti riferisci di preciso…
ti segnalo i Mondiali Antirazzisti, credo abbastanza noti soprattutto in Emilia
http://www.mondialiantirazzisti.org/new/?page_id=143
sono un’esperienza ormai consolidata dalla quale sono nati tornei simili in diverse altre realtà
ciao
Il problema è che non mi sono più ripreso dal 27 gennaio 1997 quando cacciarono il Nostro e vinse il riformismo zoffiano: dal 433 al 442. Per quello ho tifato, da allora, “un pò” la Roma e poi tutte quelle altre (Brescia, Lecce, Napoli, Fenerbache, etc etc). Quest’anno non sono potuto andare a Pescara (squadra, per altro, che ho tifato nonostante i tifosi siano in pessimi rapporti con i laziali) per colpa della Tessera del Tifoso (ne parliamo? si, si: anche quella!).
Questa discussione mi sta esaltando. Per quello vi posto anche questa foto del Foggia, l’anno scorso, al Flaminio (c’ero, c’ero…):
https://dl.dropbox.com/u/1173854/foggia_flaminio.jpg
Lo so, lo so, tragico inverno 97…
Visto che aggiungi anche il Pescara, tocca che mi metto a riflettere sul serio su ‘sta storia che sì, al tifo non si comanda, e davanti a certi colori una si emoziona a prescindere da tutto, però poi arriva uno come il Boemo, e un occhio alla Roma ce lo butti, e sei contenta pure per il Pescara…
(certamente, anche secondo me della tessera del tifoso è da parlare)
Compagn@
il progetto #futbologia è bellissimo, sapevo che qualcosa stava bollendo in pentola ma tutto quello che sto vedendo (il sito, il blog, la libreria) e i 3 giorni di festival è esaltante.
Da anni non seguo il campionato e raramente guardo una partita, in sostanza ho ceduto al disgusto. Ora che vedo una possibilità di un “calcio totale alla depressione” mi viene voglia di prendere un pallone e scendere per strada, anche se sono un brocco.
Grazie.
Il progetto che descrivete è bellissimo. Mi piacerebbe seguirne le varie fasi, a partire dalla progettazione.
Come fare?
Grazie! Sicuramente il luogo migliore per seguire gli sviluppi è il blog http://goo.gl/Q8Y9P , dove presenteremo e discuteremo ogni fase del progetto (problemi pratici compresi).
Faccio il passo, aggiungo un sì per esserci e per collaborare. Come non so, ma mi piacerebbe un casino.
Avendo 6 anni nel 1969 , non potevo che tifare Cagliari, dove oltre all’hombre vertical Riva , c’era il mitico Comunardo Niccolai…come non amare uno con un nome così?
http://it.wikipedia.org/wiki/Comunardo_Niccolai
Bene.
Per prima cosa grazie agli intervenuti, l’entusiasmo corrobora.
Però basta con le smancerie (mie) e vediamo di fare due chiacchiere. Ci sono alcune aspetti che vorrei sottolineare.
Questione generale, di metodo, di stile: in assoluto non stiamo inventando niente, e tantomeno “ci riprendiamo il calcio” etc. etc…
Nel calcio, più o meno da sempre, c’è tutto e il suo contrario.
Come già in piccolissimo appare in questo thread, esiste una galassia infinita di realtà locali che con il pallone fa cose fantastiche, da anni. Con i ragazzini, con i detenuti, con i portatori di disagio e con i matti (che chiamo così non a caso), più tanto altro ancora.
Quindi mi preme molto dire subito che non abbiamo alcuna intenzione ‘sborona’ di fare quelli che “adesso te lo dò io il vero calcio”….
Poi.
Fùtbologia è un’idea, un progetto che sta nascendo adesso, e sebbene un gruppetto di indomiti/e ci abbia messo mano da qualche settimana, è quasi tutto da costruire. Con il contributo, speriamo, di tanti.
La carne al fuoco, potenziale, è molta, forse addirittura troppa, per cui dobbiamo essere intelligenti.
State pur certi che nei miei desideri (non solo i miei), se Fùtbologia, inteso come convegno/happening di tre giorni a Bologna, ottobre 2012, vedrà la luce come si deve, non rimarrà un evento unico. E tantomeno con bologna come unica sede o luogo.
Pensate che avremmo già la sede da proporre per la seconda edizione. JohnGrady lo sa.
Le cose che si possono fare sono una marea, le idee non mancano, i temi da toccare e approfondire molteplici e articolati. Le produzioni e le soggettività da valorizzare molte di più di quante possiamo immaginare. Si possono pensare e realizzare eventi di tanti tipi, grandi e piccoli, in luoghi diversi.
Però bisogna cominciare bene.
Avremo tre giorni, e risorse limitate ancora da trovare.
Abbiamo poco tempo davanti per fare macchina e dobbiamo usarlo al meglio.
La possibilità di proseguire sarà definita dalla qualità e dall’impatto che avrà questo momento a cui stiamo lavorando.
Per questo è fondamentale restare sul pezzo, e che nessuno si senta escluso dalla inevitabile ristrettezza delle scelte di calendario e iniziative che dovranno essere fatte.
Vogliamo che vengano persone da fuori, vogliamo conoscerle e farvele conoscere, per mostrare come un approccio sistemico e contemporaneo al pallone possa sviluppare mille discorsi di grande interesse. Tenere insieme parole globali e piccole, meravigliose, realtà locali.
Se siamo bravi, ci sarà tempo per ripartenze e azioni ficcanti un po’ ovunque. E anche per fermarsi a pescare, insieme a el trinche.
Ci saranno altri chiarimenti, la discussione è appena cominciata.
Allacciatevi gli scarpini, mettete il pallone in borsa. E uscite di casa.
Che gliene facciamo tre.
L.
P.S.
Sul Boemo.
Da tifoso del Napoli, lo dico subito, un po’ mi dispiace.
Ma invece no. Sono felice. Lì voleva tornare, se lo merita.
Ci toccherà, in tanti, tifare almeno un po’ per la Roma, e già vedo Valerio con le mani sul pacco a fare tutti gli scongiuri.
Il Boemo, da tempo ormai, non è più un allenatore, e il 4-3-3 non c’entra un cazzo. Anzi, per quanto mi riguarda, il modulo è un po’ datato. Già da un po’ penso al 2-5-3, meglio ancora il 2-4-4, e al poco coraggio della maggioranza dei tecnici. Ma queste sono cazzate.
Zdenek è uno stato dell’anima. Un’attitudine.
Pratica e filosofica.
Gradoni per tutti. E felicità.
Sul Boemo concordo.
E sempre restando a Pescara, ricordo anche Galeone, un altro che fino a quando ha avuto voglia, si fece portatore di un calcio radicalmente diverso da quello allora praticato, forse un filino meno dogmatico rispetto a quello di Zdenek, ma in compenso un pò più anarchico.
Hai ragione tu non si puo’ ridurre il boemo ad un numero o uno schema perche’ zeman e’ poesia calcistica e’ felicita’ in movimento
Vedo che in giro per la rete noi WM ci stiamo prendendo elogi e meriti per #Futbologia. Precisiamo: il merito di questa potente idea va a Luca/WM3, che però è primus inter pares, cooperante con una squadra di giapsters màsculi e femmine autorganizzat*.
Il progetto è, in un certo senso, il primo esperimento di autoconvocazione della comunità che si ritrova su Giap, con arruolamenti da blog “cugini” (es. Carmilla).
Noialtri quattro wuminghi, finora, non habemus fatto un cazzo a parte pubblicare il post quissopra :-) Ma ci rifaremo.
Probabilmente mi è sfuggito: a Pino Cacucci avete pensato, immagino.
Beh, mi piace che ci sono i Giapsters masculi da una parte e le femmine autorganizzat* dall’altra.
Io sto in mezzo a prendermi le mazzate.
A parte gli scherzi, bisogna rendere merito a ciascheduno di essi.
Vado.
In principio fu Eve Blissett, fresca di conversione futbologica da noi procurata, a proporre un incontro su Calcio e Rivoluzione.
L’idea ci era piaciuta. Così io e Luca abbiamo verificato la disponibilità di alcuni ipotetici relatori per un progetto un po’ più ampio, un festival di tre giorni, in cui Calcio e Conflitto (Rivoluzione) fosse uno dei temi.
Ho contattato John Foot, Simon Kuper, Paolo Sollier, Gianni Minà, Valerio Mastandrea e altri.
Le adesioni sono state entusiaste e repentine.
A dire il vero, troppo repentine.
Abbiamo capito che si poteva fare, ma le dimensioni stavano crescendo oltre misura.
Le parole di Luca a un certo punto sono state: «Abbiamo già fatto il passo più lungo della gamba. Ma seconde te, se diciamo che era uno scherzo, ce la caviamo con un “ah stronzo”?»
Ho pensato che per gestire bene la comunicazione, ma anche per aiuto in generale, fosse necessario un gruppo di persone in gamba.
Così ho cooptato er mejo dal giro di giapster, blogger e mediattivisti, ora a pieno titolo parte di questo progetto utopico-futbologico.
E sono (per prime le femmine autorganizzat*):
Adrianaaaa, Eve Blissett, Detta Lalla, Jumpinshark, Fabrizio JohnGrady Demontis, Flavio Pintarelli, Matt Pumpkin.
Li ho messi a fare i gradoni.
E ora sono pronti per la prima di campionato.
Andiamo, che gliene facciamo 3.
C_
La butto lì… E se Petkovic fosse il nuovo Zeman?
E che il boemo ci regali un calcio spettacolare ma pochi, pochissimi punti.
Daje Futbologia, ma pure daje Lazio!
Petkovic non mangia il panettone e daje Lazio proprio MAI nella vita! Con stima e affetto per la compagna d’avventura futbologica, s’intende.
Per restare in tema, consiglio a tutti di visitare la pagina “Sitografia” del nostro blog. Più di tutte fa capire chi ci sia dietro questo progetto e le traiettorie del nostro amore per il pallone.
Come mi disse un tizio di Foggia parlando del gemellaggio tra loro e i tifosi del Cagliari: “Il nostro non è un gemellaggio, è una fratellanza!”. E questo è Fútbologia.
E basta con questo 433. Lo schema ufficiale di fútbologia dev’essere, naturalmente, il WM di Herbert Chapman.
Perchè il 4-3-3? “E’ il modo più razionale per coprire gli spazi” Come è arrivato a questa soluzione? “E’ geometria”
Il 433 ordine geometrico demonstrato.
http://calciocorea.altervista.org/ vi segnalo un link sfizioso se non lo conoscete giá. é il blog dell’autore di un libro sul calcio nord coreano.
Mi unisco a @yamunin sulla voglia di scendere per strada e prendere il pallone con brevissima condivisione “personale”:
Sabato giochiamo una partitella. Italia, Senegal, Mali, Burkina, maschi, femmine, e chi più ne ha più ne metta. Tutti mischiati e sarà una roba scalcinatissima, tipo Armata Brancaleone FC.
Non giocavo dalle medie. Ibrahim ha proposto, ho approfittato del mood futbologico e quindi, andiamo a iniziare a mettere in pratica sul campo i principi. La fratellanza che diceva Fab Johngrady sopra.
p.s. Comunicazione di servizio per i compagni di squadra: se sparisco per qualche giorno dopo sabato non vi preoccupate, è perchè ho qualcosa di sfasciato, ma sarò sfasciata felice.
questa potrebbe essere una storia interessante:
http://it.wikipedia.org/wiki/Matthias_Sindelar
qualcuno ne sa qualcosa di piu’?
Il libro di Governato sul tema non è male.
Nello Governato, per esempio, anche, non è male: laziale per bene, come tanti ;)
grazie!
Io non ho ben capito in che modo si può collaborare, ma se accettate un nostalgico del calcio d’antan, con una spiccata propensione per l’Arancia Meccanica (e i suoi addentellati achei), ci sono.
Grazie Girolamo!
Approfitto per segnalare a tutti che abbiamo aperto un nuovo scintillante indirizzo email proposte@futbologia.org che vi invitiamo a usare per le vostre segnalazioni, proposte, documenti e quant’altro.
Come diceva Luca, “Avremo tre giorni, e risorse limitate ancora da trovare” e mettere dentro tutto è impossibile nonostante i nostri maghi della geometria.
Però le proposte le leggiamo ben volentieri.
Non so se avevate già visto questa storia. Se sì, scusate la ripetizione. Penso pero’ che meriti di essere vista, raccontata e condivisa.
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2012/05/29/news/quel_mundial_dimenticato_che_si_gioc_in_patagonia-36131086/
Torno a bomba sulla questione proposte. #futbologia
Inviatele all’indirizzo proposte@futbologia.org e non vi preoccupate se non rispondiamo subito.
Lo faremo, solo che ne arrivano tante e le risorse sono quello che sono.
Poi a breve faremo partire una campagna di crowd funding.
Non saremo rigidi su questa cosa: se dovesse fallire, cercheremo di ottenere le risorse in altro modo (endorsement, enti, privati…).
Comunque è fondamentale che chiunque tenga al progetto ci aiuti a promuovere il finanziamento dal basso.
Riuscire senza alcuna sponsorizzazione vera e propria, sarebbe per noi un atto politico, una questione importante.
Ciao,
C_
Vi leggo sempre, da qualche anno in qua, con intenti per così dire “pedagogici”, cercando attraverso i vostri interventi e le interessanti discussioni che si sviluppano a margine, una visione alternativa dei fatti socio-politici.
Intervengo oggi per la prima volta perché questo è un po’ il mio pane quotidiano, vissuto da quella parte della barricata che è la Curva di cui scrivo e racconto dopo averla vissuta per un quindicennio come militante.
Senza tergiversare troppo, vi segnalo alcuni siti/spunti che spero possano essere interessanti:
– Brutium Cosenza, esperienza di calcio popolare promossa dalla Curva Nord Cosenza;
– per rimanere a Cosenza, potreste tirar dentro anche Claudio Dionesalvi, collaboratore anche del Manifesto, altro punto di vista vicino a quel luogo di visione del calcio come rivoluzione che è (stata?) la Curva (intesa con non-luogo generico); c’è Marco che ha preso la vecchia libreria di Via dei Volsci e anche lui avrebbe la sua da dire; c’è ancora Nanni Balestrini autore dello storico “I Furiosi”, Daniele Segre e il suo spaccato anni ’70 di “Ragazzi di Stadio”, giusto per dirvi i primi nomi che ho in mente, perché ce ne sarebbero ancora tanti e tanti;
– sul solco delle esperienze di calcio “popolare”, oltre ai già citati “Primi della Strada” a Terni, c’è l’Assata Shakur ad Ancona, c’è l’esperienza degli Ingrifati di Perugia e della loro Palestra Popolare, diversi tentativi in essere di azionariato popolare in quel di Ancona, Roma, Venezia, ecc., anche se l’argomento è vario e merita dei distinguo;
– come storie utili alla causa, c’è quella del Sankt Pauli, altro esempio di “un altro calcio possibile”;
– in un periodo storico in cui c’è una certa repulsione di fondo nei confronti del calcio, ovviamente si tenta di fare un uso strumentale del movimento ultras (o di quel che ne è rimasto) per usarlo ancora una volta da capro espiatorio e sperare di uscirne puliti. Eppure, solo per restare nel breve periodo e alla stretta attualità, dal movimento si sono mossi aiuti per le popolazioni colpite dal terremoto, tanto oggi in Emilia quanto ieri in Abruzzo; manodopera diretta per le strade della Liguria e della Toscana colpite dall’alluvione; senza star qui a parlare del ruolo importante che derivazioni del mondo ultras hanno nella vita di piazza, Roma, Valle o ovuque ci sia da metterci la faccia. Ruolo che ovviamente è spesso visto con una certa puzza al naso, magari da quelle stesse persone che poi si esaltano per Piazza Tahrir ed ignorano che la genesi egiziana è fortemente influenzata dal movimento ultras italiano.
Vabbe’, perdonatemi l’ultimo appunto un tantino polemico e l’ordine assolutamente disordinato dei miei suggerimenti, ma spero comunque e in certo qual modo di esservi stato utile.
Ops, leggo solo ora il commento di Christiano. Mi scuso.
Jaschin va bene anche qui o sul blog di futbologia per suggerimenti o stimolare la discussione.
Un programma di massima lo abbiamo, ma l’elaborazione del discorso è tutta da fare, l’idea esiste per questo e il convegno non è a tesi, nasce senza risposte già pronte.
Discutiamo.
C_
Anche il discorso tessera del tifoso, come già anticipava qualcuno, meriterebbe approfondimento, perché ne è stato costruito intorno un castello sfarzesco di menzogne le cui basi poggiano su un concetto molto simile a quello economico per cui la crisi diventa il pretesto per ulteriori vessazioni socio-economiche. In tal caso, il pretesto era la sicurezza, e dietro questo improbabile mantra, toh, sempre un corposo foraggiamente alle banche. Senza star qui a parlare di conflitti di interessi sottili, dell’Abete presidente FIGC che ne vara l’adozione il cui usufrutto va all’Abete fratello, vicepresidente dell’ABI. D’altronde la gente non s’avvede di conflitti d’interessi palesi, figurarsi quanto interessa uno così sottile.
Nelle analisi di fondo sulla crisi calcistica, molti sbagliano spesso e volentieri tiro confondendo vittime e carnefici. Molti, molto spesso, trascurano colpevolmente la componente tifosi, quella che negli anni 70-80-90 è stata, se non causa, quantomeno concausa dell’ascesa del calcio a sport popolare per antonomasia.
P.S.: A proposito, la fratellanza citata tra i foggiani e i cagliaritani è ormai storia. Passato remoto. ;)
Tra l’altro, scrivevo per segnalarvi qualche altro sito utile e mi sono perso come al solito in chiacchiere:
– http://www.calciopress.net/ (uno dei pochi a parlar di calcio giocato con uno straccio di obiettività e senza servilismo; anche il suo direttore, Sergio Mutolo, potrebbe essere persona interessante da sentire…);
– http://tifosobilanciato.it (fa quello che fa Sporteconomy.it ma senza farsi pagare, come si evince dal titolo tratta di calcio in tutti i suoi aspetti economico-finanziari);
– http://difendereunsogno.jimdo.com/ (bellissimo lavoro, gratuito e scaricabile in ebook, sul Ferraris di Genova ed il suo recupero senza inseguire chimere di cemento);
– Sulla tessera del tifoso, sugli aspetti repressivi e sullo strano sistema penale parallelo nelle manifestazioni sportive, nessuno meglio dell’avvocato Lorenzo Contucci: http://www.asromaultras.org.
Spero di aver fatto cosa utile.
A disposizione per altri attacchi di graforrea. :D
Lo so bene che è passato remoto. Nelle dinamiche non entro, però.
[…] Blog — Presentazione WuMing e […]
Ottima iniziativa, io vi segnalo il link al grandissimo “cartavelina”: http://www.storiedicalcio.altervista.org/matthias_sindelar.html
I greci, quelle merde…
http://blog.futbologia.org/2012/06/08/leuropeo-visto-da-lontano-polonia-grecia/
Quei merdoni truffatori vivevano a sbafo, e avevano truccato i conti, soliti PIGS http://bit.ly/M2SeiP ovvero la cronaca anticipata di Luca di Italia-EIRE, sul blog di Fútbologia, in cui si parla di PIIGS, biscottone greco e caldo da arrosto.
E un po’ di Euro 2012.
C_
Sul blog di #futbologia il pezzo di Luca è il primo della rubrica aperiodica “L’Europeo visto da lontano”, cronache anticipate delle partite di Euro2012 .
Il preavviso quotidiano.
Su blog.futbologia.org.
C_
Praticamente siete gran parte dei miei twitter/giapsters preferiti, mancano in pochi (e scommetto una birra che presto qualcun altro vi raggiungerà).
Che dire…
– vi invidio, e siete contagiosi anche per il fatto che state riuscendo a far fruttare i sodalizi telematici nel mondo reale, o forse meglio “per strada”. Che io sappia (ma io sappia poco) non è cosi’ frequente, a parte cose tipo notav.
– mi state facendo passare lo snobismo (quello è, diciamolo) che per decenni mi ha tenuto lontano dal calcio guardato (quanto a quello messo in pratica, già in età matura ho devoluto sui campi di calcetto tutti i menischi disponibili). Come dire che la compagnia è tutto.
– leggendo qui sopra (un po’ di corsa perchè sto salendo lo Stelvio col monopattino) credo di capire che, come mi confermò una volta @Xho su twitter, il fùtbol per voi è *anche* un modo per parlare di tutto il resto, una metafora, un virus da infiltrare nei discorsi più comuni, universali, “popolari”, una specie di cavallo di troia che parla un ruvido esperanto multiuso.
Spero che nessuno si offenda, ma lo spirito che trapela di qui e dal blog mi ricorda un po’ certi esperimenti psicogeografici.
Avete un tifoso in più, si era capito?
@VecioBaeordo come al solito hai capito tutto.
Da una parte è vero che con @futbologiaorg vogliamo parlare di calcio con stile, in maniera comparata e ragionata e tutto il resto, ma la dimensione del divertimento e dell’incontrare persone interessanti viene forse anche prima.
«La compagnia è tutto».
E poi certo c’è la dimensione comparata: non ci interessa il solito discorso sul calcio fatto di figurine e santini, sterili biografie cronologiche e ammiccate poetiche alla Bartoletti.
No.
Ci interessa uno storico come John Foot, che ha scritto una storia del Calcio italiano che, quanto a completezza e riferimenti metacalcistici, è paragonabile soltanto all’opera di Ghirelli del ’54. Lo stesso Foot ha scritto pochi anni dopo “Pedalare”, storia del ciclismo in Italia.
Storia del calcio e storia del ciclismo è una roba clamorosa: ciascuno di questi due argomenti costituisce da solo un Everest incazzato da scalare. E puoi immaginare che scrivere da storico la storia di questi due sport significa automaticamente scrivere la storia della cultura popolare in Italia nel XX secolo.
(a proposito di parlare di calcio per parlare d’altro… e viceversa)
Lo stesso vale per tutti gli altri invitati: di calcio ed economia, politica, conflitto, rivoluzione.
Può sembrare una cosa da presuntuosi, «siete tutti merde e mo’ ve lo spieghiamo noi il calcio».
Ma il convegno nasce senza tesi preconfezionate e ci vogliamo divertire.
C_
Su blog @futbologiaorg seconda puntata delle cronache anticipate di Luca aka Wu Ming 3 Germania-Portogallo.
Incontro destinato a passare alla storia. Anche solo per il fatto che dopo scoppiò la Guerra.
C_
io ho giocato il 2-2… non potevate dirli ieri i risultati, maledetti???
Grande Vecio,
che te devo dì? Qua la vita è diventata una merda, solo problemi e conti da saldare e terremoti e vaffanculi.
Uno due ghignate se le deve pur fare. E qualche serata con quattro amici a sparare vaccate pure.
Le cose vere te le ha dette Christiano.
Poi, quando c’è da incazzarsi…..
– Badstuber! Mertesacker! Strunz! Eccheccazzo! –
e non ce n’è più per nessuno.
L.
No Vecio, scusa,
lo Stelvio col monopattino?
Altro che birra, a te serve una quintalata di EPO invecchiato e conservato in botti di rovere!!
Sticazzi…
L.
come suggerisce @wm1 qui http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=6628&cpage=1#comment-13056 il vero problema sarà la discesa ;-)
Spagna – Italia: la cronaca anticipata di Luca/WM3. Su #Futbologia, terza puntata della serie “L’Europeo visto da lontano”:
http://blog.futbologia.org/2012/06/10/leuropeo-visto-da-lontano-spagna-italia/
Oggi su @futbologiaorg giornata wuminghiana. Mr. OBA WM4 http://bit.ly/LQ99lR e Luca WM3 http://bit.ly/MpkDyV. #futbologia
Genitori matti, cinni grandi, Euro 2012 e Polonia Russia in cronaca anticipata.
tiki-taka @rivamesta @WuMingFoundt 4: Scuola Calcio http://goo.gl/ci3Rl (iniziate a leggere dal fondo:) genitori e cinni al vaglio della Futbologia:)
Compagn*, lo so che vado fuori tema, scusatemi.
Però stamattina sono rimasto di sale leggendo sul giornale che è morto, appena sessantenne, il compagno Teofilo Stevenson. Era una grande pugile, non un calciatore.
Ma se lo sport può anche essere simbolo e metafora di qualcosa di più nobile e più grande del senso di una competizione che si esaurisce in sé stessa, allora Teofilo Stevenson è stato uno dei più grandi in assoluto.
“Prefiero el cariño de ocho millones de cubanos”….
Su Teofilo Stevenson stamattina da @futbologiaorg abbiamo segnalato l’articolo di Gianni Minà @MinaGianni.
L’articolo lo trovi sul suo
blog.
È un articolo molto bello e che – perdonatemi – ho trovato addirittura commovente. Ne cito solo un pezzo per incuriosirvi:
«Ma l’incontro con Fidel avvenne il giorno successivo e i reporter Usa non seppero mai che in quella notte di nostalgia, a due passi da loro, Muhammad Alì, accompagnato da Teofilo Stevenson, aveva rivissuto con Assata Shakur (per proteggere la quale Silvia Baraldini ha scontato decenni in carcere) un pezzo della sua gioventù e dei suoi sogni di riscatto».
Beh, bravo Giannone!
Naturalmente Minà sarà ospite al convegno ed è supporter del progetto Fútbologia.
Ho detto tutto.
C_
Voglio solo aggiungere una cosa.
Oltre a essere due leggende dello sport cubano e mondiale, Teofilo Stevenson e Alberto Juantorena ne sono anche dei pilastri e degli architetti. Entrambi, a fine carriera, hanno proseguito e rinforzato da tecnici la scuola cubana di pugilato e atletica leggera. Juantorena poi, è l’ambasciatore ufficiale dello sport cubano tutto. E, per inciso, suo fglio, oggi, è il Maradona della pallavolo.
Se si guarda, negli ultimi 30 anni, alla quantità di medaglie e atleti portati in finale nelle massime competizioni mondiali e olimpiche, per un paese di otto milioni di abitanti, si capisce che parliamo di numeri strabilianti.
Cappelli che volano e ‘puros’ accesi per il grande Teofilo.
E poi gianni, galantuomo infinito.
L.
[…] Una settimana fa circa apro la casella di posta elettronica e trovo un messaggio che arriva dal blog dei Wu Ming. Ottimo, mi dico. Un po’ di aria buona. E il post si è rivelato essere il tonico che mi ci voleva. Scritto da Luca aka Wu Ming 3 ha per titolo: Fùtbologia. La Rivoluzione rotola? […]
Ci fate giocare? Non abbiamo le scarpe adatte, ma corriamo parecchio!
Questa roba odora di enorme spiazzo in terra in cima al parco, dove trovavi un mucchio di gente vestita nei modi piú strani che raccoglie adesioni per un partitone, zaini a far da pali.
Il calcio di questo paese è la roba piú distante da noi che ci sia.
Ma il Calcio di Futbologia chiama.
Perchè è un pó “a cazzo di cane”!
Perchè c’è una foto di Socrates
Perchè c’è Mastandrea
Perchè ci sarà prima o poi una foto di Bob Marley con scarpini e tuta
Perchè c’è WuMing
Perchè che palle essere costretti a questo rifiuto un pó snob (ce lo diciamo da soli), per scappare da questo agglomerato di bestie/sfruttati/sfruttatori/analfabeti/finti atleti col cerchietto/commentatori che smetti di dire di calzate per cortesia/giornali di niente, e varie altre tristezze
Perchè in fondo un calcio ad un pallone ci piacerebbe darlo eccome
Perchè sa di espropriazione
Perchè sa di riappropriazione
[…] e in nessun modo criticabile (anche se alcuni compagni pensano di farlo in maniera costruttiva a breve, a Bologna). Il che mi fa pensare che forse, alla fin fine, oggi si guarda agli azzurri come un tempo si […]
[…] Media e lancio Il 5 giugno 2012 è uscito un articolo su Giap, il blog dei Wu Ming: http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=8236 Contemporaneamente è uscito un racconto su Carmilla On Line, la nota webzine di letteratura, […]