Sbroccare a #Bologna, Merola, Almirante, i due marò e altre storie | Radio Giap Rebelde

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L’Unità, 20 giugno 1973

La sera dell’11 aprile scorso Wu Ming 4 ha preso parte al dibattito (organizzato da Il manifesto) «La produzione culturale a Bologna: progettare spazi tra mercato e libertà». Il luogo era il rutilante salone del consiglio provinciale, dentro Palazzo Malvezzi, via Zamboni 13. Ecco l’audio dell’intervento. Dura sedici minuti.

InCreDiBol Bologna. Invasioni marziane, paura del conflitto e imposizione di una «monocultura»
InCreDiBol Bologna. Invasioni marziane, paura del conflitto e imposizione di una «monocultura»

Il dibattito è partito ingessato – nel senso ospedaliero del termine – poi ha preso un po’ di vita e colore sulle guance, ma a un certo punto si è trasformato in una sorta di Marat/Sade, sfociando in un clima di «sbrocco» ben rappresentativo dell’andazzo in città.
Questo per quanto riguarda il fronte degli spazi assenti o minacciati. Ne riparleremo tra poche ore a Occupy Mordor.

Bologna con la faccia di MerolaIl giorno dopo, sull’altro fronte (quello del referendum sulla scuola previsto per il 26 maggio), si è infervorato il sindaco. Solo che si è infervorato male, dando prova di una grottesca impreparazione.
Convintissimo, Virginio Merola ha stigmatizzato quello che, a suo dire, è «un referendum consultivo in cui si parla genericamente di scuola pubblica, non di scuola dell’infanzia». Ma nel quesito è scritto a chiare lettere: «scuole dell’infanzia». Settimane trascorse a dire che la domanda era «fuorviante», e invece era il sindaco a essere fuorviato, perché… non l’aveva letta.
Curiosamente, i media locali non hanno fatto notare questo sfondone, e così lo facciamo noi.

All’esternazione di Merola è subito seguito l’intervento diretto nella vicenda da parte del governo Monti, nella persona del sottosegretario all’istruzione  Elena Ugolini, che è bolognese, e soprattutto è l’ex-preside del liceo privato “Malpighi” (una retta annua da oltre 4000 euro).

Noi avevamo parlato di «fionde contro carri armati», ma ormai quell’immagine non rende più l’idea: l’attacco concentrico al Comitato Art. 33 è addirittura osceno. Si era mai vista una simile sproporzione di forze? Dirigenza del PD e cricche di «centrodestra», governo locale e governo nazionale, Curia di Bologna e baronie universitarie, cooperative «rosse» e cooperative bianche, tutti insieme lividamente contro poche decine di volontari senza fondi né padrini. Questi cittadini hanno l’unico torto di aver gridato che il re è nudo, ovvero – fuori di metafora – che la «sussidiarietà» con cui si lucidano le labbra Merola, Caffarra e soci, oltre a non funzionare (checché ne dicano Lorsignori) è contraria all’articolo 33 della Costituzione.

Dire che lo scontro è impari è poco. «Certezza di morte! Scarse probabilità di successo!» La citazione viene spontanea:

***

«I bei tempi non ci sono mai stati», ne siamo più che persuasi. Per evitare qualunque nostalgia, vorremmo che pensaste non a epoche diverse ma a mondi diversi. Universi paralleli. C’è un mondo dove una tumultuosa Bulàgna caccia il fascista Almirante dall’autogrill di Cantagallo, e c’è un altro mondo, un mondo dove esiste tutt’altra Bologna, quella della classe dirigente del PD che non si vergogna di mostrare disprezzo per una consultazione popolare e – insieme a postfascisti, leghisti, ciellini e altre lobbies confessionali – si muove tipo schiacciasassi contro chi ha osato proporla.
La sera del 12 aprile l’ensemble Funambolique + Wu Ming 1 ha eseguito Arzèstula Free Form Live nella cornice utopica e archeo-industriale della Filanda Motta, nei pressi di Mogliano Veneto. Di quella serata proponiamo un brano, la versione erratica e stoned di Ai fascisti nemmeno un panino, momento di improvvisazione con omaggio al Canzoniere delle Lame. Per i curiosi: la tonalità è mi bemolle… quasi sempre.

AI FASCISTI NEMMENO UN PANINO / FILANDA MOTTA DESAFINADO VERSION
Ai fascisti nemmeno un panino / Filanda Motta Desafinado Version 

N.B. A Mogliano WM1 tornerà il 9 maggio per presentare Point Lenana, che – lo ricordiamo – esce il 30 aprile. La pubblicazione del calendario di maggio-giugno è ormai imminente.

***

Il libro di Matteo MiavaldiForse ancora non tutti sanno che Matteo Miavaldi – autore di due importantissimi post di Giap dedicati alla vicenda dei «due marò», uno dei quali è il più visitato e linkato nella storia di questo blog – ha scritto un libro: I due Marò. Tutto quello che non vi hanno detto. Lo pubblicano le Edizioni Alegre e arriva in libreria il 17 aprile, oppure potete acquistarlo qui con il 15% di sconto e spedizione gratuita.

La sera del 23 aprile, h.19 presenteremo il libro insieme all’autore alla libreria Modo Infoshop di Bologna, via Mascarella 24/b, Bologna.

Qui il calendario delle presentazioni in giro per l’Italia.

Di Matteo riproponiamo un’intervista rilasciata a Radio Città Fujiko nel gennaio scorso, dopo la pubblicazione su Giap del primo post sui marò. La controversia diplomatica tra Italia e India non era ancora arrivata alla massima intensità, Giulio Terzi era ancora ministro, ma la vicenda era già parecchio farsesca. Buon ascolto.

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77 commenti su “Sbroccare a #Bologna, Merola, Almirante, i due marò e altre storie | Radio Giap Rebelde

  1. Elena Ugolini è la punta di diamante di CL dentro il sistema istruzione. Prima di essere nominata viceministro (in quota PD!!!!), era vicepresidente dell’Invalsi – salvo che il presidente dell’Invalsi era dimissionario da oltre un anno, e quindi di fatto il sistema di valutazione dell’istruzione lo dirigeva lei. Come mi è capitato di dire più volte, è come se nella partita tra scuola pubblica e scuola privata l’arbitro non fosse dalla parte di una delle squadre in campo, ma fosse parte di una delle due squadre in campo: roba che Moggi, quando l’ha saputo, si è sentito un pirla.

    • Tranquillo girolamo, ma dire che la Ugolini è una punta di ‘diamante’ è un insulto alle punte e ai diamanti. :)
      E’ semplicemente una nerboruta manovale di cl e all’Invalsi non ha potuto fare danni.
      Piuttosto, una ipercattolica più cattolica di Paolo VI e Francesco (1°) che cita con toni beffardi la legge 62/2000 e naturalmente (è di cl) gode come un riccio ché tale legge è stata ignorata dagli estensori del dpr 140/2008 (ai tempi di Napolitano, Berlusconi, Tremonti, Gelmini) che ha asfaltato gli insegnanti delle scuole paritarie dovrebbe ringraziare, con esternazioni misurate, la Repubblica italiana che l’ha annoverata tra i suoi ‘servants’.
      Quel dpr non è roba da trascurare. Quando si trattò di arruolare nuovi dirigenti scolastici i turbocattolici al governo di allora nascosero sotto il tappeto la sbeffeggiata legge. La posta in gioco era una sola: arruolare anche i lavoratori-docenti paritari (equiparandoli così ai colleghi statali, unici beneficiari del dpr) avrebbe scatenato rivendicazioni salariali e revisioni contrattuali che i confindustriosi (nella teoria e nella pratica, non nei proclami) gestori di scuole paritarie non avrebbero potuto tollerare. Avrebbe infatti detto allora il docente paritario: «se mi equipari agli statali nei diritti, equiparami anche nel salario o contratto», al che *risponde* la Ugolini di turno «Le polemiche? Sono solo ideologia. Se in Italia partissimo dai dati delle esigenze vere e cominciassimo a lavorare, non nelle parole ma nei fatti, per il bene dei nostri figli, saremmo molto più capaci di farci rispettare».

      • No, Lemmonio, Ugolini è stata il vero ministro dell’Istruzione ai tempi di Gelmini. Il suo ruolo è paragonabile a quello di Valentina Aprea ai tempi di Moratti. Non solo ha perfezionato l’Invalsi – e anche dopo: il Sistema Nazionale di Valutazione di Profumo è opera sua – ma per 5 anni è stata all’interno di ogni genere di commissione, cabina di regia o gruppo di lavoro. La sua strategia è stata non di favorire apertamente le private, ma di segare una dopo l’altra le fondamenta della scuola pubblica, dalla riforma dei cicli alle linee programmatiche, fino alla valutazione. Dietro l’aria dimessa e un po’ svagata c’è una vera tecnocrate, che conosce molto bene giurisprudenza e strutture degli apparati.

  2. “Il Giornale” di Sallusti interviene a difesa di Merola e contro la risposta A al referendum. E’ governissimo di fatto.
    Al solito, chiamano “radical-chic” gli avversari, e intanto difendono scuole private con rette da 1000 euro.
    http://www.ilgiornale.it/news/interni/attacco-radical-chic-scuola-privata-906664.html

    • Grazie a Il Giornale scopro che siete pure “attigui” al PD. Se lo sapevo prima, con il cazzo che leggevo tutti i vostri romanzi :-P

      • Per l’appunto :-) Questo dà la misura di quanto questo Andrea Zambrano aka @zambry77 sia informato su #Bologna, su di noi e sull’argomento nel suo complesso.

  3. Ieri su una bancarella in centro ho trovato l’unico libro di Cesare Battisti uscito per Einaudi, Ombra Rossa. Ho capito molte cose, comprese le asce di guerra. Nel frattempo, leggendo questi post su Bologna, mi è venuto in mente che non molto sembra cambiato. Si ha la spiacevole sensazione di non riuscire a capire certe cose, poi ti ricordi che quelli che spingevano di più per la normalizzazione erano gli stessi che dovevano spingere per la rivoluzione, e facevano fare agli altri ciò che comunque avrebbero fatto anche loro. A Bologna andò diversamente, lì comandavano loro da sempre. La repressione fu più dura che altrove. Mi sa che Battisti ci ha preso bene. Sarà per quello che lo odiano più degli altri.

  4. Ah, questa è il mio nuovo nick, sono Giorgio, ci si conosce da un po’ ;) Questo commento potete anche cancellarlo, tranquilli, Era per informarvi.

  5. Un breve offtopic.

    C’avevate ragione voi, i grillini erano davvero leghisti/razzisti/fascisti/criptofascisti…

    Altrimenti non si spiega perchè mai vorrebbero Rodotà, Imposimato, Zagrebelsky al quirinale, ma soprattutto Gino Strada!

    Grazie a Fascioleggio finalmente si è svelato il trucco.
    [ / sarcasm ]

    No, sul serio, spiegatemi perchè non c’è nemmeno un nome di destra, ma sono tutti di sinistra (eccetto la bonino, tele-suggerita da 15 anni).

    O spiegatemi perchè il favorito (Strada) è quanto di più antirazzista ci sia in italia.

    Il M5S è il partito più a sinistra dell’arco parlamentare (molto più di PD/SEL). Naturalmente è un partito completamente istituzionale, ma avete sbagliato bersaglio. Possiamo perdonarvi.

    • Occhio a confondere poche decine di migliaia di attivisti armati di banda larga con la spinta gemella di un vertice che impartisce direttive e di 8 milioni di elettori in buona parte ansiosi di lavarsi la coscienza per un giro di giostra elettorale.

    • Certo, websurfer, come no :-D

      Permettici: hai letto piuttosto male le nostre analisi sulla composizione del M5S.
      Se le leggi meglio, forse capirai cos’abbiamo scritto davvero, e cioè che:
      – dentro il M5S c’è gente di destra (anche estrema) e gente di sinistra;
      – inevitabilmente continueranno ad acuirsi le contraddizioni interne;
      – acuendosi, le contraddizioni allargheranno crepe.
      Questo allargarsi di crepe è quanto ci siamo auspicati in modo esplicito.

      Lo stiamo vedendo sui territori: mentre i superficiali contemplano lo spettacolino nazionale delle “quirinarie”, in giro per l’Italia sono in corso faide interne impressionanti, con Grillo e Casaleggio costretti a intervenire per rattoppare, come è appena successo a Bologna, dove da giorni, dopo il cosiddetto “Buganileaks”, volano coltellate e le diverse correnti si contendono gli strumenti e i luoghi del partito.
      A Roma, intanto, strane querele incrociate gettano luce sghemba su zone d’ombra del M5S, anfratti dai quali (stando a chi conosce la scena della Capitale) emana una certa puzza di fasci…

      In questa confusione, la maionese “impazzisce” e viene fuori di tutto, si susseguono prese di posizione da parte di settori del movimento che altri settori sono costretti a smentire o spiegare, come quella contro l’ANPI a Torino, quella di Empoli contro le “gite” ad Auschwitz etc.

      Tutto questo mentre, con il ruolo-guida di Artom, si organizza una sezione di Confindustria (la ConfApri) che guarda a Grillo e Casaleggio, evidentemente contando sul fatto che la spinta di fondo del “moVimento” non è affatto destabilizzante bensì stabilizzatrice, e certamente non è pericolosa per il capitalismo.

      Del resto, la famosa “ingovernabilità” portata dal M5S non ha fatto salire lo spread di un punto, anzi, lo ha abbassato. Evidentemente in Europa non credono granché alla natura “rivoluzionaria” del moVimento.
      Infatti, come potrebbero crederci? Finora, l’unico risultato concreto dell’arrivo del M5S in parlamento è stato il prolungamento del mandato di Monti e del suo governo di Austerity!
      E’ precisamente quel che volevasi dimostrare quando dicevamo che la retorica “né di destra, né di sinistra” di Grillo e Casaleggio è perfettamente compatibile con quella dei “tecnici”. Ne è soltanto la versione “descamisada”.

      Tra l’altro, non ci voleva chissà quale preveggenza: bastava guardare cosa stava facendo il M5S dove già governava, come a Parma: Austerity senza scossoni.
      Anche per capire che sarebbero scoppiate faide interne non occorreva essere profeti: bastava guardare all’Emilia, dove ogni cosa che riguarda il M5S succede prima che a livello nazionale.

      Ecco, bisogna guardare a quello che si muove *nel concreto*, fuori dalle vetrine del web, sul piano dei rapporti di forza reali e dell’economia politica, per capire che quello assemblato da Grillo e Casaleggio è un dispositivo di destra: un partito-azienda, verticistico, leaderistico, capeggiato e letteralmente posseduto da multimilionari, ammanicato con settori di capitalismo italiano etc.

      Che poi molte energie soggettive siano di sinistra – pur negandolo, perché è passata la retorica del “né-né” – è una delle contraddizioni principali, una di quelle che sfidano ogni giorno il controllo da parte del vertice.

      E’ evidente che chi ha votato alle “Quirinarie” per quei nomi di sinistra viene da sinistra. Ma questo significa solo che i milioni di (ex-)leghisti, (ex-)berlusconiani ed (ex-)postfascisti che hanno votato M5S alle amministrative e poi alle politiche NON hanno bazzicato le “quirinarie”, che infatti hanno riguardato poche migliaia di persone.

      Ad ogni modo, basta così poco per abbagliare le persone… Qualche nome di VIP, un po’ di spettacolino e zac!, automaticamente il M5S stesso è un partito di sinistra! Lo capiamo, è troppo complessa la realtà di un partito di destra con dentro (anche) gente di sinistra.

      Eppure, a ben guardare, non è nemmeno una novità: pure il PD è un partito di destra con dentro (anche) gente di sinistra.
      Chissà, forse è sulla base di questa somiglianza di fondo che, in una città che conosciamo, le due forze stanno discretamente inciuciando, o quantomeno fanno in modo di non mettersi i bastoni tra le ruote su questioni imbarazzanti…

      • Ché poi alcuni di quei nomi possono essere definiti “di sinistra” solo se si ha un’idea di sinistra non soltanto mainstream ma notevolmente annacquata (Prodi, per dirne uno).
        E’ pure divertente che dalle “quirinarie” di un movimento che sta coi No Tav venga fuori la possibile candidatura… di Caselli! :-D

        • Senti, è vero o no, che non c’è nemmeno UN nome di destra? Questo significa che il 90% degli attivisti viene da sinistra. Poi che tanti ex-pdl ex-lega abbiano votato m5s si chiama effetto bandwagon. Hai presente?

          Bersani è monti, quindi non avrebbe fatto davvero nessuna differenza.

          Poi non so, gli ameriCANI devono essere molto contenti della mozione sull’Afghanistan, vero? Un partito di destra l’avrebbe mai scritta? E’ la prima volta che un partito di massa alza la voce in questo modo contro i padroni del mondo. E voi giudicate tutto sulla base di qualche conflitto locale? Ma perchè non vai a vedere tutti gli altri posti dove invece fanno quello che è giusto?

          P.S.= caselli viene considerato, al di là della tav, un buon magistrato antimafia e un anti-grasso, il nuovo santino del piddismo. Non ha alcuna speranza, comunque.

          Ripeto, il M5S non è anticapitalista, ma è un ottimo esempio di sinistra socialdemocratica riformista un po’ alla svedese. Non è comunista, cerca di ridurre le disuguaglianze sociali all’interno del capitalismo. E’ troppo complicato da capire?

          • No. La Bonino è di destra. Caselli, Prodi, Grillo sicuramente non sono di sinistra. La Gabanelli, per quanto rispettabile, non è di sinistra.
            E mi pare che in questo elenco stiano i primi tre, o sbaglio?

            • Non sono i primi 3, dove l’hai visto?
              Con tutta probabilità saranno invece gli ultimi 3.
              Strada è il favorito.

          • Le cose che scrivi sul ritiro dall’Afghanistan, e cioè che agli USA dispiacerebbe la richiesta grillina, fanno cadere le braccia. Lo stesso Obama ha avviato il ritiro delle truppe dall’Afghanistan, e ben prima delle nostre elezioni:
            http://edition.cnn.com/2013/02/12/politics/obama-sotu-afghanistan-troops
            Anche il ritiro delle truppe italiane è già iniziato, il suo completamento è previsto per il 2014:
            http://www.esercitoitalianoblog.it/category/afghanistan/
            Voglio anche ricordare che una delegazione M5S capeggiata da Roberta Lombardi, due settimane fa, è andata in cortese e melodiosa visita all’ambasciata americana.

            Sorvolo sul falso sillogismo che porta a concludere, partendo dalle “quirinarie”, che il 90% degli attivisti è di sinistra. Non c’è nessuna consecutio tra la premessa e la conclusione, è una tua estrapolazione nemmeno empirica e come tale la lascio al giudizio dei lettori. Faccio solo notare che se il 90% degli attivisti fosse di sinistra, la vita interna del movimento sarebbe mooolto diversa da com’è.

            Il problema è che tu ragioni su un piano astratto, tutto comunicativo e basato sulla rappresentazione del movimento a livello nazionale, e derubrichi a “qualche conflitto locale” quel che avviene nel concreto in tutta Italia. I No Tav ci hanno insegnato che “non esistono lotte locali”, e il corollario è che non esistono contraddizioni locali. Ogni scontro avviene lungo una linea di frattura che inizia ben prima e prosegue ben dopo il territorio specifico in cui si esprime.

            • Ma lo sapevate che quelli di CasaPound pare che c’hanno in sede il posterone di Che Guevara? Eh?
              Era di sinistra Che Guevara, o no? E allora quelli mica so’ fascisti. Vi siete sbagliati tutti, branco di deficienti.
              Comunque vi perdono, va’.
              (/parody)

              • Ma che c’entra, quelli c’hanno un Che di fronte a un Codreanu.

                Qui io vedo un Gino Strada e nessun razzista.

                • Ah, no? Dobbiamo ricordartele noi certe simpatiche esternazioni di Grillo? Dài, lasciamo perdere, tu pensa quello che vuoi ma non prenderci per deficienti. Vaya con Grillo, hermano, ma lascia andare noi dove ci pare.

            • Mi prendi in giro?
              L’hai letta la mozione?
              “esportare la democrazia utilizzando la forza militare è una contraddizione in termini; il modello politico, sociale e di sviluppo occidentale non è un valore universale” vuol dire “le prossime guerre ve le fate da soli!”.
              La Lombardi è stata invitata a un incontro informale. Gli USA sono ben contenti che il M5S incasini le cose europee (ti dice niente il dollaro?). E’ chiaro quindi che cercano di indirizzarli a creare confusione in EU senza dar fastidio a USA. Non ci riusciranno.

              • Come vuoi tu. Vedo che è una questione di fede, e ognuno ha la propria. Nessuna argomentazione servirebbe, nessuno dei tanti possibili esempi. Go your way, and we’ll go ours.

          • ‘non c’è nemmeno UN nome di destra’
            certo,caselli è di sinistra,come no.
            ‘al di là della tav’
            come fosse una cosa da niente,magari chiedilo a chi è stato ingabbiato al 41bis per mancanza di spazio.
            ‘caselli è un anti-grasso’
            in effetti mi sembra il requisito base per diventare presidente della repubblica.

            • Non lo è infatti, ma i cretini ci sono dappertutto.
              Non ha alcuna speranza, comunque, inutile preoccuparsene.

      • “Eppure, a ben guardare, non è nemmeno una novità: pure il PD è un partito di destra con dentro (anche) gente di sinistra.”

        Interessante…

        Il che, mi viene da dire, accende una luce spot che aiuta a capire qual’è il destino del M5S S.r.l.

        Prendere il posto del PD alla “falsa opposizione” per consentire il perpetuarsi della strategia di furto del pubblico e rapina del privato.

        Un PD che vedo sempre più bramante di un ruolo di governo che apra l’accesso alle sterminate praterie dei conti pubblici, non più disposto a rientrare nei ranghi di un’opposizione di cui non capisce più nemmeno il senso.

        Mi pare di poter dire che l’esperienza del bulgaro governo Monti (92% maggioranza), unita al mezzo tecnico delle non/elezioni dei nominati, ha spazzato via ogni ambiguità (salvo le dichiarazioni di facciata a danno dei creduloni) e consentito a molti di realizzare la propria vocazione per la gestione del potere svincolata da quelle che hanno sempre avvertito solo come frustranti, fastidiose pastoie (la rendicontazione del proprio operato agli elettori).

    • Sai, @ websurfer, ieri c’era un referendum consultivo a Taranto sulla chiusura dell’Ilva. Hai presente?, quella fabbrica che uccide, quella che direzione dell’Ilva, Vendola, sindaco SEL di Taranto, maggioranza PD, tutta la destra, Emma Marcegallia/Confindustria avevano con ogni mezzo cercato di impedire, o di posticipare alle calende greche, quello che invece Grillo aveva promesso che… pensa un po’, il M5S non ha fatto uno straccio di campagna elettorale per far sì che almeno si raggiungesse il quorum, e i grillini hanno diligentemente obbedito e non sono andati a votare, e il quorum è stato mancato, e tutti i vecchi partiti, Confindustria, Clini, la famiglia Riva stanno stappando prosecco e brindando al primo partito di Taranto che non s’è ricordato di aver promesso la chiusura dell’Ilva solo due mesi fa.

      • Il mancato sostegno concreto del M5S al referendum di Taranto non ha nulla di sorprendente.

        1) Senza l’intervento diretto di Grillo e l’esibizione in piazza del “Corpo del Capo” il M5S non è in grado di fare alcuna campagna elettorale o referendaria; questo perché
        1b. In molte zone d’Italia il M5S è solo questo, volto e corpo del capo, perché al successo elettorale non corrisponde alcuna presenza significativa sul territorio;
        1c. In alcune delle zone d’Italia dove questa presenza c’è, il M5S è attraversato da lotte intestine che assorbono tutte le energie e lo paralizzano;

        2) Nei giorni della campagna referendaria sull’Ilva Grillo aveva altro a cui pensare. E’ un dato di fatto leggibile in due modi:
        2b. Non poteva pensare all’Ilva perché concentrato sulla “politica politicata” nazionale, lo stand-off post-elezioni etc;
        2c. Forse *non voleva* pensare all’Ilva, perché non aveva alcuna convenienza a esporsi troppo contro un grande gruppo industriale nel momento in cui Casaleggio è impegnato a lisciare il pelo a una parte del mondo industriale (incontri e seminari con Artom e ConfApri, corrispondenza d’amorosi sensi col gruppo Donino in Friuli etc.)

        Detto questo, a Bologna il mancato impegno del M5S per il buon esito della consultazione di Taranto ha un’eco particolarmente sinistra. Non aggiungo altro. Da parte mia, chiuso l’OT.

        • http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDCategoria=273&IDNotizia=610932

          https://www.youtube.com/watch?v=5URTkpjFwaw&list=UUQMR0q4wNM8Rbe7W0UlX1jg&index=11

          Ma tipo, informarsi è faticoso, vero?
          Il referendum avrebbe fallito sicuramente per le ragioni che sappiamo, purtroppo hanno preferito a livello locale non sprecare reputazione.

          • Girolamo ha risposto più sotto, nel thread principale. Aggiungo una cosa: a Bologna, per trovare il M5S, c’è chi sta pensando di rivolgersi a Federica Sciarelli. Manca un mese al referendum, e in concreto non stanno facendo NULLA. Zero. Attivismo sul territorio = niente. Tam tam in rete = niente. Nell’ultimo mese Bugani si è fatto sentire una volta sola, e ha reso una striminzita dichiarazione cerchiobottista, dicendo che i finanziamenti alle private non vanno eliminati ma soltanto ridotti. Per il resto, un silenzio da monastero bombardato.

            I motivi possono essere tanti: forse sono troppo concentrati sulla loro guerra interna, che è bella pesante; forse non si impegnano in battaglie che non possono egemonizzare, o meglio, fingere di egemonizzare (cioè sovradeterminare mediaticamente parassitando il lavoro concreto di altri); oppure hanno deciso di “sfilarsi” discretamente per non andare allo scontro diretto con Merola e soci? Favia e Salsi hanno sempre definito Bugani un “inciucista”… Boh. Fatto sta che tacciono e fancazziscono.

            A Bologna il 30 aprile viene Rodotà, e proprio per appoggiare la risposta A al referendum. Mancano sei giorni e i grillini non stanno pubblicizzando nemmeno quell’evento. Chissà, magari si risveglieranno il 29, con qualche frase a effetto su FB…

            Per il bene del referendum, non si sa se augurarsi che costoro si ripiglino o che non si ripiglino.

            Se continuano come nell’ultimo mese, comunque vada a finire il 26 maggio, segneremo tutto sul conto.

            • Detto questo, mi sembra che lo scenario politico negli ultimi mesi sia cambiato.
              E che come destra sia sicuramente più preoccupante quella delle larghe intese, quella della famiglia Letta che quella dei grillini.
              Anzi, conoscendo questo paese, credo che fra poco toccherà a tutti difendere gli eversivi grillini.
              Credo infatti che nessuna opposizione politica sia tollerata nel futuro che il migliorista ha immaginato per noi.
              Intanto battiamoli il 26, ce la possiamo fare.

              • Ci faranno anche la Serie. I Letta’s.

                Dopo essere stato incoronato re da feudatari dediti all’alcol, il vecchio stalinista porge lo scettro del regime a una dinastia di stronzi toscani.
                “I toscani. I toscani hanno distrutto questo paese!”
                E ti viene da sbroccare, come tutti, a vedere che le piazze non rigurgitino tumulti e bailamme, jacqueries e ‘iamme iamme’, per la tarantella finale con il triccaballacche e il putipù.
                E dunque capisci, tra piazze convocate e sconvocate, tra digos e furbate, la Bild e le minchiate, le discese ardite e le risalite, chi è, a cosa serve, il Pompiere. No il pontiere, il Pompiere.
                ‘E voi perchè non scendete in piazza invece di fare i radical chic?’
                E tu, quando cazzo mai ci sei stato in piazza, e a fare che.
                Il dissenso da oggi, a maggior ragione di narcosi generale, verrà criminalizzato, e certo, che cazzo vi aspettate, ma non ho da difendere, bada che concordo saint just, nessun grillo parlante dalla martellata fatale di geppetto o’ comunista, ‘che facette l’Ungheria d’o cinquantasei’ però mo’ si dispiace, e chiagne. E chiagne e fotte. A nuje.
                Rimane solo la tua giustizia, saint just. Decisiva. Finale. Poetica.
                Bianca.
                Nulla.
                Walter Veltroni.

                L.

              • Che dire Luca? I Letta’s è meraviglioso.
                Scorsesese potrebbe pensarci .
                Che i pentastellati siano una valvola di sfogo appare chiaro.
                Che il nemico principale si il Pd(OK) altrettanto.
                Si anche io credo che al fine l’unica sia lavorare per la giustizia.
                E spero che non saltino fuori i soliti girondini o autonomi arrabbiati che contestano il divino, sacrosanto terrore.
                A presto, nelle piazze, in una tarantellata.. per adesso ad un seggio per un referendum.

        • Riapro l’OT bolognese giusto per dire che il M5S, a Bologna, vs PD, sostiene il referendum contro il milione di euro alle parificate. A Parma, dove sta al governo della città, non mi pare metta in discussione il sistema integrato e sussidiario. Forse la logica né-né vale per tutto, mica solo con destra-sinistra…

          • il M5S non puà schierarsi, pena la sua implosione. grillo ha preso i voti con il tutti a casa, non certo per un programma raffazonato dove si diceva tutto e niente. il M5S, con la retorica del cittadino, si è auto creato una contraddizione irrisolvibile, perchè è cittadino il precario a vita, ma è cittadino pure il piccolo imprenditore che crede che gli serva più flessibilità per rimanere competitivo. Contraddizione che possiamo estendere ad ogni aspetto, anche dentro la stessa vicenda ILVA. I cittadini al potere si, ma quali, quelli che lottano per la chiusura dell’ILVa, oppure i cittadini lavoratori dell’ILVA; e non sono cittadini pure Riva e la sua cricca? E’ ovvio che il 5stelle non può permettersi di prendere una posizione chiara, deve rimanere sempre nel vago. Qui a Spezia il 5Stelle ha una forte impronta ambientalista: però spara ad alzo zero solo dove sa che esiste una condivisione generale, e ha assume sempre posizioni tali da non dover andare contro gruppi numericamente forte: spinge forte per far sì che la centrale enel bruci metano invece che carbone, sull’aumentare la raccolta differenziata, sul no a nuove discariche o ad un termovalorizzatore come proposta dal pdl. se però si passa sulla questione dello sviluppo portuale, un tema dai forti connotati ambientali e di ricerca di un modello diverso di sviluppo, allora il 5Stelle diventa improvvisamente afono. Nonostante sia un tema molto sentito in città, e nonostante nelle ultime settimane sia di nuovo centrale nel dibatitto cittadino, per la decisione di affidare ad un operatore privato il monopolio su aree demaniali per oltre 50 anni. Come mai l’ambientalismo spinto del 5Stelle spezzino improvvisamente scompare sul porto? perchè fare gli ambientalisti sul porto significa mettersi contro camalli e lavoratori delle agenzie di spedizione, in pratica il comparto più grosso della città e l’unico non in crisi in una zona alla canna del gas. Quando c’è da scegliere da che parte stare, i grillini non scelgono, perchè non possono scegliere.

    • Di sinistra M5S? Deppiù, stalinista, da purghe appena può (con estrema nonchalance, ça va sans dire), come sanno i ‘compagni’ Favia e Salsi.
      Razzista? Check. Deppiù, è classista, dato che non vede nemmeno intere categorie di persone, quelle immigrate, per esempio (ma con garbo, eh), o le maestranze, come si diceva una volta.
      Criptofascisti? Check. Deppiù, dato che come vescovi medievali urlano agli altri cosa fare (‘Trasparenza!’, ‘Diretta streaming!’), e poi ‘dimenticano di applicare a se stessi le auree regole sguaiatamente ingiunte altrui. Fate come diciamo, non come facciamo.

      Grazie per averci ricordato che tra chi ha votato M5S ci sta pure qualcheduno di sinistra. ‘Meno male che ho incontrato te, che sei uno che capisce, perché te capisci, neh?’ (E. Jannacci).

      Vai, e perdonati, non sempre è facile sapere cosa si fa.

    • Le quirinarie sono un inutile gingillo, le vincesse anche Karl Marx o Errico Malatesta la situazione non cambierebbe di una virgola, in ogni caso, giusto per puntiglio, questa è la sensibilità di Zagrebelsky per i problemi dell’Africa:

      http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/argomenti/manip2n1/20130411/manip2pz/338707/?tx_maniabbonatimvc_pi2%5Bsezione%5D=SOCIET%C3%80&cHash=631bd879edac257c028addd52b346d51

      ovvero:
      viva l’Africa che ci permette di organizzare l’eventone dal nome pomposo in cui praticarci vicendevoli e plurime fellatio
      e
      crepino gli africani che sono qui nel nostro paese e chiedono di poter godere degli stessi diritti di cui godono (in quantità sempre minore a causa della brutalità del capitale) gli italiani.

    • Chiudiamo questo OT su Grillo e M5S, grazie, è durato fin troppo e questo è un thread dedicato a una lotta reale e importante.

  6. il canzoniere delle lame!

    dai sentiamoci l’originale

  7. Stamattina su Radio3 a Prima Pagina, Aldo Cazzullo dixit: “Io sono per la scuola pubblica…. però…. dove lo stato non ce la fa…. mi sembra giusto appoggiarsi a quei soggetti che garantiscono il servizio….”
    Questa è l’informazione in Italia.
    Ciao
    Saverio

    • Direi che le parole di Cazzullo contengono una visione del mondo. Qualcuno avrebbe almeno potuto chiedergli se secondo lui una scuola monoconfessionale e a pagamento “garantisce il servizio” a tutti. E magari avrebbe anche potuto chiedere se la scuola può essere considerata un “servizio”.

      • E’ come la questione che sta dietro alle varie gestioni “miste” del bene pubblico, propagandate come rivoluzionarie dalle varie amministrazioni (spesso di “sinistra”). Forse quando ci si renderà conto dei danni del modello capitalistico per la gestione dei beni comuni non ci sarà più niente di pubblico….

    • E’ come dicevamo: il Comitato Art. 33 ha contro tutti i poteri costituiti non solo locali ma nazionali (politici, mediatici, economici, religiosi), perché l’idea di consultare i cittadini sui finanziamenti pubblici alle scuole private è addirittura *sovversiva*, ed è potenzialmente contagiosa, quindi un rischio a livello nazionale. Si muoveranno in ogni modo e con ogni mezzo per farla fallire, e schiacciare chi l’ha proposta sotto il calcagno del “buon senso”.
      Ecco un esempio di cosa stanno facendo per boicottare il referendum:
      http://bologna.repubblica.it/cronaca/2013/04/15/news/referendum_scontro_sui_seggi_articolo_33_sono_troppo_pochi-56634231/

      • Occhio, ragazzi, perché questa dei seggi è una mossa che proprio a Taranto ha funzionato, purtroppo. Vi linko il pezzo da una testata locale, Inchiostro verde (che merita di essere seguita).

        • Triste ma vero. Però c’è da tenere in considerazione che a Taranto ha contribuito anche la paura di quello che la chiusura avrebbe comportato in termini lavorativi. Nel quartiere più colpito dall’inquinamento c’è stata un’affluenza del 14,5%…Insomma, è sempre un referendum consultivo, ma lì la situazione è decisamente più complicata.
          Su Bologna sono un po’ più ottimista, anche se in effetti la questione seggi è pesante.

  8. Un comunicato (e anche un post su fb, se la metti sull’informazione caschi male con me, websurfer) non è campagna elettorale. Campagna elettorale è volantinare, promuovere incontri, banchetti, comizi, martellare la rete, girare casa per casa, fare pressione sul comune perché i seggi e gli scrutatori sono pochi. Le ragioni che sappiamo magari le sai tu, “non sprecare la reputazione” è logica da (come dite voi?) “vecchia politica”, politica (senza aggettivi) è in primo luogo metterci la faccia e giocarsi non “la reputazione”, ma il consenso davanti all’elettorato.

    • Sorry, ho sbagliato a postare, era evidentemente una risposta a @ websurfer. Chiudo qui l’OT (ma segno sull’agendina-Ilva il nome di Grillo accanto a quelli di Vendola, Stefano, Bersani, Prestigiacomo, Clini, Marcegaglia, alla pagina “Voce del Padrone”)

    • ho scritto “purtroppo hanno scelto di non sprecare la reputazione” nel mio messaggio precedente, ti sei accorto? Qualche (tanti) grande errore lo fanno pure loro, eh.

      • @websurfer_
        Scusa se mi intrometto: non riesco a trattenermi. Questa cosa della reputazione ha veramente, profondamente, definitivamente, rotto il cazzo. Puzza lontano un miglio di “viene la rivoluzione e non ho niente da mettermi”.
        Avrei voluto spiegarlo meglio, ma penso che possa bastare anche così.

  9. Mi permetto di segnalare questa presa di posizione dell’Unione Culturale “Franco Antonicelli” di Torino:
    https://www.facebook.com/notes/unione-antonicelli/de-te-referendum-narratur/370846126361279

    • “la contrazione delle risorse è una clava che si sta utilizzando non solo per ridurre al silenzio le voci critiche ma per smantellare le ancora molte “eccellenze” del nostro paese per consegnarle a pochi imprenditori senza troppi scrupoli”
      Lakoff chiama questa roba “privatizzazione predatoria”, anzi in originale “privateering”, parola della quale propone questa reinterpretazione in chiave moderna, ben sapendo e dichiarando che il significato originario è “guerra corsara”.

      • Esatto. Non solo: va ricordato che pirati e corsari erano tutt’altro che schegge impazzite, uomini e donne assetati d’avventura (ah, l’esotismo/erotismo). Magari all’inizio, poi vennero arruolati volentieri dagli imperi a cui in qualche modo si sentivano legati per attaccare e depredare i nemici di detto impero. Sino a diventarne “sir”, da mettere in bella evidenza.

  10. La sera dopo #OccupyMordor, il sindaco @virginiomerola floppava al quartiere Lame, attirando una cinquantina scarsa di persone, metà delle quali riconducibili all’apparato amministrativo e di partito. Questo in una zona dove il PD ha tre circoli per un numero complessivo di 600 iscritti/e. Il tour cittadino del sindaco e dei suoi assessori in difesa del finanziamento pubblico alle scuole private non sta andando granché bene.

    Naturalmente, questo non significa che perderanno. Certo, il partito è ormai privo di una base attiva e di “sensori” nella città reale, e Merola se ne sta accorgendo con autentico orrore, ma:
    – la forza dell’apparato resta considerevole;
    – gli interessi in gioco sono enormi;
    – l’alleanza dei poteri costituiti è trasversale;
    – la giunta ha tenuto basso il numero dei seggi (200 contro i 447 delle politiche);
    – la Curia e i suoi addentellati faranno propaganda a tutto vapore;
    – molti cittadini nemmeno sanno che il 26 maggio si vota;
    – almeno una delle (poche) forze politiche che a parole appoggia il referendum, in concreto non sta facendo niente, tanto da far sospettare la volontà di “sfilarsi”.

    Insomma, è una corsa in salita.
    Ci consola il fatto di essere ancora freschi, mentre Merola, Lepore e compagnia hanno già il fiatone e la milza dolorante.

  11. A proposito del summenzionato tour del fronte del B, ecco il pezzo di Alessandro Canella, giornalista di una radio locale bolognese, che parla proprio di questo:
    http://www.radiocittafujiko.it/referendum-paritarie-l-eloquente-tour-del-comitato-per-il-b-nelle-parrocchie

  12. Viste la qualità e la quantità dei nemici in campo la battaglia non può che portare gloria e forse anche la vittoria.
    Del resto dal “potere salumiere” a “ bologna rossa di vergogna e sangue non sogna più” ad oggi è stato un continuo, lento, narcotico declino, sarà mica per i bolognesi l’ora di svegliarsi?

  13. Ho fatto un mio personale sondaggio, usando come campione colleghi bolognesi mediamente-male informati: il 100% di loro ignorava totalmente l’esistenza del referendum. Confido però sul fatto che abbiamo ancora un po’ di tempo per la diffusione della notizia e sto notando anche dei volantini in posti strategici. Dai!

    • Abbiamo cinque settimane abbondanti. Bisogna volantinare, volantinare, volantinare. Stampare ogni giorno qualche copia di “B come Bugie” (qui tutti i formati) prima di uscire di casa, con l’ìdea di lasciarle qui e là. Spargere la voce. Spammare amici e parenti. Rilanciare le notizie con ogni mezzo necessario. Ce la si può fare!

  14. Ventre a terra, per il referendum.
    Comunque stasera è tutto più facile, il Pd è organicamente una forza di destra. Secondo me passiamo facile, a meno che tornino a circolare i carriarmati per Piazza Verdi.
    Grillo presenta come Pdr , Rodotà uno dei giuristi più a sinistra del paese, nonchè padre nobile di questo referendum..chapeau..
    Siamo messi davvero male..

  15. Come il Pasok.
    Questa è la fine che ha fatto/ sta per fare/farà il PD.
    Il peggior partito della storia del dopoguerra italiano, e, si badi bene, non era facile.
    Ce ne si potrebbe rallegrare, tutti insieme, perchè come diceva una mia antica prof del liceo “è ora di bastarla”.
    Il problemino è che l’implosione di questo immondo verminaio, unito alla fase storica in cui siamo immersi, dà la stura ad ogni pulsione che alberga nel ventre profondo del paese. E, credetemi, non è una bella cosa. Non sarà un bel vedere.
    L’ultima follia di questo branco di scoppiati sortirà un effetto da ‘liberi tutti’, senza alcuna prospettiva politica, nè direzione di marcia.
    Stamattina Marini non avrà, credo, i voti necessari. I ‘franchi tiratori’ saranno con tutta probabilità centinaia, ma il dato non cambia. Questa roba consegna a Grillo un consenso semi plebiscitario, e vorrei vedere, ma comunque non si andrà a votare. Ci si avvia, senza alcuna consapevolezza, verso una guerra civile, vedremo di quale intensità. La responsabilità storica di cui questi signori si macchiano è di enormi proporzioni.
    Ci si prepari al peggio, in fretta. Ad atti estremi. Bisogna agire con la ragione, ma anche con l’istinto.
    In un certo senso, noi lo sapevamo prima di altri. Perchè abbiamo seguito, giorno dopo giorno, anno dopo anno, la deriva “nientista” di questi piccoli uomini, nati assessori, che hanno amministrato Bologna nell’inerzia e nella decadenza, in un territorio che si sarebbe potuto permettere ben altre scelte e prospettive.
    E dunque, a Bologna, più che mai il referendum che avrà luogo tra un mese rappresenta un’occasione, non ce ne saranno tante, che va molto oltre il suo già importante significato.
    Compagne/i, ce la dobbiamo cavare da soli. E sarà dura.
    Intorno al quesito del 26 è importante ricostituire almeno in embrione una comunità frammentata e dispersa, per affrontare il lungo inverno che ci attende.
    Mi scuso per il tono ferale, ma credo che sia necessario dirsi cosa abbiamo davanti. E se saranno invece rose e fiori e fiumi di latte, farò ammenda e saremo tutti felici.
    Una forma di mobilitazione/informazione che mi sento di consigliare è quella degli interventi sugli autobus. Bastano gruppetti di due/tre persone: si sale sulle linee più affollate, un minuto o due, non di più, di intervento, e poi si scende e se ne prende un altro. Così si contatta un sacco di gente, e vi giuro che funziona, le persone ascoltano, e molte capiscono. Se ci si organizza in un po’, secondo le disponibilità, si possono raggiungere numeri sorprendenti.
    Un’altra forma possibile è l’escrache, che sta avendo parecchio seguito adesso in Spagna, ma nacque in Argentina dieci anni fa. Si tratta di prendere i politici, gli amministratori al bar, sotto casa, al ristorante dove mangiano, al Comune, e sempre in piccoli gruppi e senza violenza, seguirli e incalzarli con domande, accuse, cartelli.
    Sbroccano, statene certi, e la cosa diventa molto mediatizzabile, perchè i giornalisti che non sanno che cazzo scrivere amano ste robe. E poi con telefono e altre diavolerie che conoscete meglio di me si diffondono in un attimo.
    Compagne/i, adesso bisogna muoversi. Siamo col culo per terra. La cavalleria non arriva. E se arriva, non ci sarà amica.
    L.

    • Il presidente eletto domani sarà colui che deciderà se sarà un assedio logorante e mortale o se basterà una dimostrazione di forza, quantomeno per ottenere nuove elezioni.
      Insomma, che si fa qualcosa per Rodotà?

  16. La Gualmini prof, Università di Bologna, Rodotà spacca il Pd, tra le altre cose perchè è presidente del comitato per il Referendum a Bologna

    • E certo. Peccato che nel proseguire del plot di questo scrauso film di fantascienza, oggi la federazione del pd dell’emilia sia passata come la capofila dell'”insurrezione” dei ‘territori’ contro bersani e il piano-marini. Con Donini, il segretario di bologna che ha la foto di Rodotà nella sua bacheca, e quel genio di Lepore che ha avuto l’ardire di dichiarare che lui voterebbe Rodotà. Il Marziano, appunto.
      Che gli vuoi dire a questi se non che devono scomparire?
      L.

      • veramente la Prof è stata l’unica ad avere in coraggio di dire la verità che aleggia, che noi sappiamo bene, ma che nessuno nel pd ha il coraggio di dire.

      • Fatto, sono scomparsi,
        Ma temo che il nascente bipolarismo Berlusconi-Pdok versus Grillo non sia una notizia positiva.

  17. Ciao,

    seguo e diffondo con trepidante speranza l’evolversi delle cose verso il 26 Maggio, non soltanto per la destinazione dei fondi pubblici alla scuola a Bologna ma per il dibattito sulla scuola pubblica che questo referendum dovrebbe riaprire a livello nazionale.

    Fin dall’inizio della campagna referendaria ho apprezzato lo slancio e il coraggio dimostrato dal Comitato art.33 che incurante del merito puramente consultivo del referendum comunale ha deciso di cimentarsi in questa impresa, forse neanche loro immaginavano la quantità di forze che si sarebbero compattate contro di loro e il dispiegamento di armi e strumenti che sono democratici solo come aggettivo mutuato dal partito che le ha messe in campo.

    Da non bolognese mi sembra che lo zoccolo duro del Comitato sia la parte di cittadinaza semplice, non mi arrivano e non vedo in giro grande mobilitazione da parte dei pochissimi soggetti politici che appoggiano il Referendum, sono sempre più impegnati a gestire le loro beghe che a dedicare energie ad una battaglia di interesse collettivo. Forse questa è solo una mia impressione da esterna, certo è che se soggetti politici così importanti non riescono quasi a sollevare la questione, sicuramente non oltre i confini bolognesi, forse sonoTUTTI uniti nel non spendersi per questioni di interesse generale..

    Ho apprezzato molto e diffuso l’appello nazionale e mi piacerebbe vedere che i grandi nomi, singoli e di grandi organizzazioni/sindacati/associazioni, oltre alla firma, ormai alcuni mi sembra facciano i firmaappelli di professione, ci mettessero un pò più impegno perchè al momento non ne ho viste/sentite di prese di posizione pubbliche forti sull’importanza di questo evento.

    Mi piacerebbe anche che le realtà attive sui territori si svegliassero e iniziassero a sostenere la battaglia di Bologna come battaglia nazionale, a Firenze la butto lì ogni tanto ma mi rendo conto dalle risposte che ottengo che perchè la discussione sulla scuola pubblica torni attuale c’è tanto da ricostruire, spesso la ricostruzione è proprio delle fondamenta, e se le fondamenda ci vengono da una scuola pubblica impoverita capiamo bene che non abbiamo scampo..

    Insomma abbiamo ancora più di un mese per lavorare a Bologna e nel resto del Paese perchè questa battaglia non abbia l’esito che vogliono farci credere scontato e negativo.

    Oltre a fare da laboratorio nazionale/cavia sollecitate anche noi non bolognesi, create eventi nei fine settimana ed invitateci ad aiutarvi da ogni dove, mi sembra giusto che questa lotta che state facendo per tutti noi pretenda anche l’impegno di tutti noi… io per adesso mi limiterò a venire al gran festival della zuppa di domenica prossima ma mi offro anche per i volantinaggi sugli autobus..

    La mia lucidità è andata a letto, la raggiungo

    buonanotte

  18. Il 23 aprile presenteremo a #Bologna il libro di Matteo Miavaldi “I due marò. Tutto quello che non vi hanno detto” (Edizioni Alegre), h. 19, libreria Modo Infoshop di via Mascarella 24b.
    Ogni tanto lo ricordiamo, perché oggi pochi lo sanno: una volta, al posto di Modo Infoshop, c’era un’altra libreria, la libreria anarchica “Il Picchio”. Lì dentro, l’11 marzo del 1977, morì lo studente Francesco Lorusso, ferito da colpi d’arma da fuoco cento metri più a sud, all’incrocio tra via Mascarella e via Irnerio. I suoi compagni lo trasportarono agonizzante dentro la libreria, ma ormai non c’era niente da fare. Dove sediamo noi quando facciamo le presentazioni, prima o poi andrebbe messa una targa.

    • Ero al corrente del fatto che F.L. fu trasportato in libreria, ma non sapevo che fosse morto proprio lì, tra quelle mura. Sì, bisognerebbe davvero mettere una targa. Voi che siete abili con le parole, perché non provate a comporre il testo?

      • Viste le reazioni molto dure che “Lavorare con lentezza” ha suscitato in certi giri di “reduci” del ’77 bolognese, direi che non siamo le persone più adatte :-) Chiuso OT.

        • quali polemiche? non ne so niente.
          potreste spiegare un po’, e/o indicare testi utili?

          (quel film è stato importantissimo per me, l’inizio
          dell’elaborazione di un lutto politico; ma in realtà non ne so niente, e sono passati anni prima che scoprissi i wuming :( ).

          • Meglio di no, saremmo clamorosamente OT. Un po’ di cose erano su Indymedia, non so se siano ancora reperibili in rete, e sul sito del film, che però non è più on line per un problema tecnico. Comunque, roba poco interessante.

            • ok, provo a cercare il cercabile
              (per via del limite anticommentibrevi aggiungo che per ora sto leggendo parti della tesi di giuseppe dilonardo, che mi fa tornare a sognare vostri cofanetti genetici, alla possibilità dei quali avevate accennato in ‘assemblea’).
              in topic: buon lavoro per il referendum!

              • “ai quali”.
                e anche questa correzione scema sarà allungata artificialmente.
                buffo, è una sorta di stadio ulteriore della contrainte rispetto a quello del limite inferiore di caratteri, e uno che non incontro altrove.
                chedo scusa per l’off topic plurimo.

  19. Avevo completamente rimosso le polemiche di quel periodo, quelle legate alla pellicola.
    Come non detto.
    Fine OT.

  20. Certo che se anche “Sbilanciamoci” ha queste posizioni….:
    http://sbilanciamoci.info/Sezioni/italie/Ma-la-scuola-paritaria-non-e-privata-17932

  21. Anche su Contropiano c’è un articolo che riguarda il referendum di Bologna:
    http://www.contropiano.org/news-politica/item/16048-bologna-la-giunta-merola-prova-a-sabotare-il-referendum

  22. Per la serie “ci piace ricordarli così” (sia Benigni che Almirante):

    https://www.youtube.com/watch?v=_BTEAgCgeKg