Dopo il commento a caldissimo di ieri mattina, ecco la nostra riflessione sull’esito del referendum di Bologna. Sul sito di Internazionale.
P.S. Dopo il détournement di 300 – che ad alcuni è piaciuto mentre ad altri ha fatto storcere il naso – ci teniamo a ricordare (o segnalare, per chi non conoscesse quell’analisi del 2007) cosa pensiamo di quel film.
P.P.S. Della serie: ogni mezzo è buono per ridurre il potenziale impatto di un referendum. E’ di oggi la scoperta che nel calcolo degli aventi diritto di voto a Bologna erano stati inclusi anche i residenti all’estero, che sono circa diecimila. Di questi sono tornati a votare soltanto in venti. Fatta questa tara, la percentuale dei votanti raggiunge il 30%. Non è una gran differenza, ma per amore di precisione…
Lo so che sono completamente OT, ma scopro solo adesso il vostro articolo di 6 anni fa su “300” e devo dire che mette nero su bianco la nebulosa sensazione sgradevole che avevo provato al cinema, e che aggiunge chiavi di lettura che mi erano sfuggite.
Personalmente, trovo oggi ancora più interessante che allora l’analisi del topos della democrazia corrotta e incapace di reagire alle minacce. Lo si ritrova anche nell’episodio 3 di StarWars “La minaccia dei Sith” (del 2005) , dove l’immobilità e la corruzione del Senato lasciano campo libero al colpo di stato dell’Imperatore. Rispetto al dualismo repubblica-impero (buoni-cattivi) degli episodi 4-6, si tratta di un ribaltamento notevole! Il prorompere del frame AntiKasta sulla scena politica e culturale italiana (di cui si tanto e ben dibattuto su Giap) non può non essersi nutrito anche di questi “miti tecnicizzati”.
Avevo preso la rappresentazione di Efialte come una trasposizione in chiave spartana del personaggio omerico di Tersite, e avevo così archiviato la scelta di renderlo deforme. Ma, visto nella chiave di lettura proposta da voi e nel frame in cui si muove il regista, è effettivamente molto meno innocuo di quanto pensassi.
Grazie in ritardo (di 6 anni….) per qesta analisi
Un regime democratico debole, impaurito, screditato che apre la strada al dittatore non è semplicemente un mito, è storia…Il Cancelliere (che dicendo di condannarle si è fatto eleggere anche sfruttando le magagne interne di quel sistema ) diventato Imperatore, con il consenso di quasi tutto l’establishment “che conta”..è grosso modo la storia della Repubblica di Weimar che a mio parere Lucas ha trasfigurato sufficientemente bene (con tutte le differenze del caso!) negli episodi 1, 2 e 3…indicativa la frase di Padmè, “la libertà muore tra scroscianti applausi”: in pratica ciò che è successo in Germania negli anni ’30….oltretutto in quel caso la minaccia proviene da dentro le istituzioni stesse, non da fuori
Effettivamente sono stato un po’ diretto sul paragone StarWars – 300. Non era mia intenzione mettere sullo stesso piano la narrazione polifonica di una saga di 6 episodi con la trattazione piatta e monodimensionale del film di Snyder (ammetto di non aver letto il fumetto). Soprattutto visto che 300 interpreta (piuttosto stravolge) la storia, mentre Star Wars è fantascienza, e quindi le chiavi interpretative sono completamente diverse.
Mi chiedevo soltanto – forse ingenuamente, basandomi su una mia impressione personale – se la rappresentazione delle istituzioni democratiche come “deboli” “strumentalizzabili” “inadatte” (tutti termini che cambiano a seconda del contesto e della narrazione specifica!) non sia un immagine che ha preso sempre più importanza nelle narrazioni dell’ultimo decennio. Di recente si è parlato molto del frame “Casta” e quindi ho fatto un piccolo volo pindarico….
Forse però non è il caso, forse è solo un’impressione dettata anche dalla mia ignoranza: se non conosco dei riferimenti meno recenti, sono pronto ad arricchire il mio esile bagaglio :-)
e poi nella figura di Palpatine che nei panni di Darth Sidious (che soo i suoi veri panni) fomenta e manovra rivolte, ribellioni, attentati contro la Repubblica per avere poi nella sua qualità di Cancelliere il pretesto per attuare la repressione e instaurare il suo regime..si potrebbe vedere qualcosa che ricorda la “strategia della tensione” che in Italia conosciamo? Vabbè la smetto, scusate per l’OT
Oltre le differenze che cogliamo bene fra Miller e Moore, le stesse che l’autore di V per vendetta spiega molto bene in questa intervista: http://www.honestpublishing.com/news/the-honest-alan-moore-interview-part-2-the-occupy-movement-frank-miller-and-politics/ e che condividiamo, ci sembra importante sottolineare una cosa.
Del resto anche una delle frasi finali, affidate da Leonida all’unico superstite delle Termopili, “ricorda chi eravamo, ricorda perchè siamo morti” rientra anche nell’archetipo del racconto che tramanda e costruisce una memoria condivisa e collettiva.
Il fatto di creare attorno al referendum bolognese una narrazione epica di “minoranza”, ci è sembrata una scelta azzeccata per due motivi.
Il primo è rintracciabile nel parallelismo con l’evento storico in sè.
A Bologna si era contro le forze più potenti della città, l’amministrazione comunale, partiti, governo, ministri e curia, quindi in pochi di fronte a eserciti egemoni come quelli di Serse.
Il secondo punto risiede nel fatto che, creando una narrazione d’impatto come quella legata a Leonida e ai suoi 300, si è riusciti a coinvolgere tanti cittadini, tante forze libere anche al di fuori di Bologna, facendone così una battaglia di tutto il paese.
Per questo ora che da 300 siamo diventati 50.000 è necessario esportare il quesito anche ad altre realtà…oltre Sparta!
Davvero interessante l’analisi di 300, io nemmeno l’avevo ancora letta, e sembra in effetti l’interpretazione più verosimile delle intenzioni allegoriche di Miller e del suo utilizzo del mito con certe finalità.
Un’altra allegoria interessante è forse contenuta in Biancaneve e i Sette Nani, svelata dalla “lettura marxista” che ne dà l’autore. http://www.frankezze.it/amarezze/lettura-marxista-biancaneve-sette-nani/
Questa lettura marxista di biancaneve e i sette nani mi pare francamente un po’ forzata. Mi chiedo, è opera di una lettura superficiale dell’autore o c’è a monte un ragionamento “storiografico” che a suo tempo i WM fecero per 300?
Non è che si rischia di apparire ridicoli di fronte a chi guardando biancaneve e i sette nani vede solo un cartone animato da far vedere al proprio bambino?
Non lo so se si rischia di apparire ridicoli, e comunque non credo sia giusto ridicolizzare un’interpretazione che tra l’altro sembra avere un tratto satirico dall’inizio alla fine.
Per quanto riguarda la lettura superficiale o il ragionamento storiografico bisognerebbe chiedere all’autore.
Saluti
Dallo sciopero dei facchini a Bologna:
“Se dicessero la verità, su questo palazzo ci sarebbe scritto ‘sindacato dei padroni’.
Nessuno di loro ci ha difeso quando siamo stati licenziati.
Sono collusi con le aziende.
Quando siamo stati sospesi, prima che arrivassero i licenziamenti, Cgil, Cisl e Uil, che peraltro hanno firmato lo stato di crisi che ci costa il 35% dello stipendio, ci hanno detto che se avessimo chiesto scusa e avessimo stracciato la tessera del Si Cobas per scegliere loro come rappresentanti saremmo stati reintegrati.
Tre ragazze rumene l’hanno fatto, e tre giorni dopo le hanno mandate via. Sono questo i sindacati italiani?
…
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Fino a ora i facchini sono rimasti invisibili, chiusi nei magazzini, ma oggi sono scesi in piazza per dire basta. Basta al caporalato. Basta alla condizione di schiavitù a cui spesso sono costretti. Basta a salari da fame.”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/01/bologna-facchini-in-piazza-per-difendere-diritto-di-sciopero/613317/
[…] a febbraio quando hanno “non vinto” le politiche. Questa volta hanno “non perso” per via dell’astensione, visto che due bolognesi su tre non sono andati a votare. E pazienza se ci hanno […]