Apprendiamo che ieri è mancata Stefania Benuzzi, nata Marx. Grande donna, escursionista ed ecologista, segretaria di Mountain Wilderness Italia, vedova di Felice, madre di Daniela e Silvia. Aveva quasi 97 anni. Scalò con Emilio Comici a Misurina.
Stefania è la voce più importante in Point Lenana. Dopo le lunghe interviste a Città della Pieve e i mesi passati a riascoltare le sue risposte, con quel residuo di accento berlinese, è strano pensare che non potremo più rivolgerle domande. Ha fatto in tempo a leggere le prime recensioni del nostro libro, ma non a leggere quest’ultimo, cosa che ci addolora.
Verrà sepolta a Dro, nel Trentino, accanto a Felice.
Troveremo il modo di ricordarla come merita.
Stefania Marx Benuzzi
Aspettando «Point Lenana»: Felice Benuzzi racconta in TV la sua «fuga sul Kenya» (1987)
Felice Benuzzi primo in classifica in Gran Bretagna! #PointLenana
#AlpinismoMolotov sul Triglav. Contro nazionalismi e alpinismi hipster, dal mondo di Julius Kugy
«Point Lenana», di Wu Ming 1 e Roberto Santachiara. Aprile 2013
Sono ateo agnostico, e pure anticlericale, ma sono convinto che ora la sig.ra Marx Benuzzi saprà tutto di Point Lenana.
ho passato così tante ore in compagnia della voce di Stefania da maturare per lei un solido affetto e da illudermi quasi di conoscerla di persona.
E’ stato bello.
E’ stato come viaggiare e condividere segmenti di vita.
Non credo di essere un sentimentale, ma in più di un passaggio del suo racconto, così nitido e composto, è riuscita a farmi scendere i lucciconi.
Ho disegnato nella testa tante delle cose che le ho sentito raccontare: la grande casa di Berlino, i cockroach di Brisbane, Felice che si allontana a piedi nel giorno della separazione, il militare gikuyu che sorride a Daniela…
Mi piace ricordarla diciassettene con le gampe a “K” a bordo di una piscina romana.
Addio Stefania.
c’è un libro che vorrei scrivere (un altro…!), un libro che mi sta molto a cuore e che dovrebbe raccontare delle donne che raccontano, una sorta di “dietro” le quinte che diventa un “davanti”.
Non amo le questioni di genere quando precedono le riflessioni, quando sono pre-giudizi, generalizzazioni, rinuncia a osservare e comprendere. Ma, nella mia esperienza, vedo e noto donne che dopo tanti anni cominciano a raccontare (di solito a uomini, più o meno giovani), offrendo spunti nuovi, prospettive diverse.
Raccontano, narrano, non fanno chiacchiere.
Stefania Benuzzi, Isabella Marincola, Darina Silone. Le prime le conosciamo bene, su Giap. La terza l’ho conosciuta personalmente tempo fa, e (io e altri) abbiamo fatto in tempo a farle raccontare molto (forse non tutto, come è logico che sia).
Mi sembra di avvertire un filo che lega le testimonianze di queste donne, il modo con cui le loro vite hanno trovato una voce per essere dette.
[quindi, WM1 e WM2, preparatevi perché prima o poi vi farò molte domande… :-)!]
La moglie di Ignazio Silone accusata di spionaggio? Danae ‘sto libro devi scriverlo, assolutamente.
Mi sa che ho perso un passaggio… :-)
Su Darina accusata di spionaggio, il “libro è già scritto” nel senso che da Roma (dove studiava e per mantenersi collaborava con giornali USA) è stata costretta ad andare in Svizzera, dove poi ha conosciuto Silone, perché accusata di antifascismo e spionaggio.
La mia idea è, piuttosto, un libro sulle donne che, a un certo punto, incontrano un interlocutore, e cominciano a raccontare…
Scusa, avevo frainteso. Beh, direi che è un’ottima idea, la tua. Se riesci a trovare la chiave giusta per l’impostazione del testo potrebbe venire fuori un’ idea originale.
In realtà, avevi letto tra le righe, sai? Perché la storia di Darina merita di essere raccontata tutta. Il suo matrimonio con Silone sarebbe solo uno dei capitoli: corposo, certamente, ma che non esaurisce la sua vita, i suoi studi…
(fine dell’OT)
passerò a Dro uno dei prossimi giorni, cercherò la loro tomba e porterò un fiore di montagna.
Peccato che non abbia potuto leggere il libro
Ho appena finito il libro. Mio padre mi ha prestato qualche giorno fa Timira ma, andando questa estate a fare trekking sulle Dolomiti, ho deciso di cominciare con Point Lenana. Scoprendo poi che sono “libri cugini di primo grado”.
Comunque: una lettura entusiasmante. Davvero grazie. Non conoscevo la storia di Felice Benuzzi e leggere libri che arricchiscono è sempre un’emozione. Nel libro la figura di Stefania è, se possibile, ancora più viva e fascinosa. Elegante. Il libro soffre un po’ di “wikipedismo” (scusate…) perché c’è un po’ troppa “carne al fuoco” (scusate…). Detto questo: un libro entusiasmante. Grazie. Ora pausa e poi attacco Timira.
Ieri ho visitato la tomba di Felice Benuzzi a Dro. Assieme a lui riposano i genitori e i nonni paterni. Ora che so dove trovarlo sarà bello andare a fargli visita qualche volta visto che passo di li molto spesso. Stefania non è ancora arrivata, spero che quando anche lei si unirà a Felice qualcuno sistemi un po’ la loro tomba che adesso appare un po’ abbandonata.
Stefania arriverà a Dro domani (mercoledì) a mezzogiorno. Ci saremo anche noi: io, Santachiara e Luigi Licci, il libraio grazie al quale l’abbiamo conosciuta. Non ho mai visitato la tomba dei Benuzzi, non so che effetto mi farà vedere il nome di Felice, quello di Berta e quello dell’ingegner Giacomo. Nomi che mi hanno accompagnato per quattro anni.
Oggi, mentre voi accompagnavate Stefania da Felice, io ero in escursione con una scolaresca sui monti vicini, a visitare i luoghi della Grande Guerra. Con noi c’era un prof. di Dro, appassionato di storia, che non conosceva nulla della storia di Felice. Ne abbiamo parlato parecchio e vorrebbe fare qualche iniziativa con voi nel suo paese. La voce circola, qualcosa si muove!
[…] Mentre succedeva tutto questo, la mattina del 22 maggio siamo andati a Dro a dare l'ultimo saluto a Stefania Marx Benuzzi. Abbiamo scelto di illustrare questo post con le foto di quel giorno.] […]
Un affettuoso saluto alla signora Stefania Benuzzi, conosciuta tanti anni fa a Roma; ricordo di lei il grande impegno in Mountain Wilderness e il suo dolce sorriso.