News dalla Terra di Mezzo | Parabole, corsi, murales, la desolazione di Smaug

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1. Tolkien in Sicilia

Le due presentazioni siciliane di Difendere la Terra di Mezzo sono state entrambe animate e piuttosto originali. A quella ospitata dal comitato No Muos di Niscemi è seguita una visita presso il perimetro della base U.S.Navy che sorge poco fuori dal paese. Lo scenario è surreale: in mezzo al paesaggio di una riserva naturale si trova la base militare americana, le cui recinzioni cingono un altopiano irto di 42 antenne radio, alte come la torre degli Asinelli di Bologna (o piuttosto come la torre di Barad-dûr). Al centro di una seconda linea recintata, svettano i tre “gambi” sui quali dovranno essere issate le tre gigantesche parabole satellitari che integreranno il Mobile User Objective System (Muos).
Ancora una volta ci si trova in presenza di una lotta paradigmatica: la popolazione locale si batte contro lo scempio del territorio, in questo caso contro la sua militarizzazione, e in difesa della propria salute. Di fronte all’arbitrio assoluto che salta letteralmente agli occhi quando si attraversano quelle lande, vengono alla mente, per contrasto, concetti come autodeterminazione, partecipazione, comunità. muosE viene da pensare alla gente che deve vivere e crescere i propri figli sotto quel “cappello” di onde radio.

Inevitabile pensare anche alla Val di Susa, sul confine opposto dello Stivale, e al refrain di accuse sempre uguali con cui i sedicenti cultori del progresso misurato in P.I.L. e metricubi di cemento denigrano i difensori delle tante terre di mezzo: N.I.M.B.Y., conservatori, reazionari… e poi “violenti”, “terroristi”, ecc. E giù con le denunce, le perquisizioni, la criminalizzazione dell’esercizio attivo della cittadinanza. E ci si rende conto che non è affatto casuale ritrovarsi lì a parlare delle storie di Tolkien, nelle quali si stigmatizza il progressismo tecnocratico e tecnolatra che sfocia nel “sarumanesimo”.
Il caso vuole (ma in verità non è un caso…) che lo street artist Blu, autore del murale sulla parete dell’XM24 a Bologna (raccontato da WM4 ad aprile scorso), nel quale ha utilizzato l’immaginario tolkieniano per illustrare una parte della storia dei conflitti bolognesi, abbia regalato alla lotta dei niscemesi contro il Muos alcune opere murali a tema. Trovarsele davanti, durante una promenade serale sul belvedere di Niscemi, dopo la presentazione di Difendere la Terra di Mezzo, è stato un po’ come chiudere un cerchio.

Anche la presentazione presso Officina Rebelde a Catania ha riservato piacevoli sorprese. L’incontro è durato oltre due ore, con domande e interventi che confermano ancora una volta la voglia di parlare seriamente e con cognizione di causa di un autore tanto visibile quanto maltrattato. WM4 è rimasto in debito di una risposta sul parallelismo tra lo schema del Silmarillion e il Pentateuco. Vedrà di porvi rimedio in qualche modo, nei limiti delle sue possibilità. Un grosso ringraziamento va fatto ai compagni e alle compagne di Officina Rebelde per avere reso possibile tutto questo. Un comune amico messicano direbbe: seguimos en combate.

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2. Tre corsi su Tolkien

Tra inverno e primavera 2014, in tre città italiane, si terranno corsi su Tolkien che si potrebbero considerare “cugini”. Uno dei quali, be’, si sa… è made in Wu Ming.

Il primo è quello organizzato presso l’Istituto Filosofico di Studi Tomistici di Modena dall’8 gennaio al 12 febbraio 2014, e ha il vantaggio di essere accessibile anche in streaming.

Il secondo è quello di WM4, all’interno del progetto Wu Ming Lab presso il Laboratorio 41, e si terrà a Bologna nelle quattro domeniche di marzo.

Il terzo è quello a cura dell’Associazione Romana Studi Tolkieniani, che si terrà presso il Vigamus (museo del videogioco), a Roma in aprile.

Tutti i dettagli si trovano QUI.

3. La desolante desolazione di Smaug

[WM4 ha ricevuto alcune richieste affinché qui su Giap esprima un parere sul secondo film tratto da Lo Hobbit. Ecco dunque di seguito, in una versione più organica, i suoi commenti apparsi su un thread nel sito dell’ARST, a proposito del film di Peter Jackson.]

Lasciando da parte qualunque pretesa purista e ragionando su questo secondo film come fosse un prodotto nuovo, solo lontanamente ispirato a Lo Hobbit di J.R.R.Tolkien, restano  alcuni problemi su cui non è possibile sorvolare.
 Il fatto è che cambiando la trama, cambiano anche le dinamiche tra i personaggi e il loro carattere.
 Al centro di questo film c’è dunque il confronto tra Thorin e Smaug, presentato come un’antica faida che deve trovare la sua resa dei conti. La quale però va a sovrapporsi all’antica faida presentataci nel primo film: quella tra Thorin e (il redivivo) Azog. Per questo diventa necessario far mollare la presa a Azog, sviandolo su Gandalf, cioè sulla seconda sottotrama. E però non si poteva interrompere la caccia ai nani, l’invenzione jacksoniana che è uno dei motori della vicenda fin dal primo film. Quindi il posto di Azog ha dovuto essere preso da qualcun altro. Ed ecco spuntare dal nulla il figlio Bolg. Quella che nel primo film avevamo immaginato essere una reductio ad unum di due personaggi, in realtà era soltanto un’entrata in scena dilazionata. Ma essendo Thorin impegnato con Smaug, Bolg è dovuto diventare piuttosto l’avversario di qualcun altro, cioè delle new entries Legolas e Tauriel. L’elfa marziale e bonazza con le labbra turgide, eccitante in quanto micidiale, secondo i cliché laracroftiani e tarantiniani, è un personaggio femminile la cui unica funzione, al momento, è flirtare con il più belloccio dei nani. Qui casca l’asino: se Jackson non si è fatto problemi a sovvertire la storia tolkieniana, allora era lecito aspettarsi l’inserimento di un personaggio femminile un poco più pregnante e sensato. Le opportunità non mancavano di certo.

300891id6a_TheHobbit_TDOS_Tauriel_BusShelter_48inW_x_70inH.inddInsomma, la foga di infarcire la storia ha prodotto una reazione a catena che Jackson è riuscito a gestire solo perché, con grande mestiere, ha implementato al massimo la spettacolarità dell’action movie e del videogame ammazzatutto, spalmandola su tutto il film e tenendo alta l’adrenalina.
 Resta il fatto che nel troncone di trama principale, Bilbo e Thorin si rubano la scena a vicenda, perché non si capisce chi dei due deve vedersela col drago. Nel tunnel sotto la montagna entra prima Bilbo da solo; poi lo raggiunge Thorin; infine entrano anche gli altri nani. E lì comincia un duello con il drago (precisamente ciò che Tolkien aveva evitato e c’era un motivo…) nel quale Thorin giganteggia su Bilbo, finché Smaug, che ha bell’e sgamato Bilbo e riconosciuto Thorin, smette di combattere entrambi, e di punto in bianco decide di andare a distruggere Pontelagolungo. Fine del secondo episodio.
L’impressione generale è che Jackson abbia voluto la botte piena e la moglie ubriaca (absit iniuria per Fren Walsh, che è parte in causa): stravolgere la trama a proprio piacimento, ma cercando comunque di timbrare i cartellini giusti per mandarla a parare dove aveva voluto Tolkien. Il problema di fondo sembra essere la sfiducia di Jackson (e di Boyens, Walsh, Del Toro) nel fatto che il testo di Tolkien contenesse già in potenza gli elementi necessari a farne un film che forse non sarebbe stato altrettanto spettacolare della precedente trilogia, ma avrebbe potuto essere “diverso” e non meno bello. Jackson ha voluto le montagne russe e il videogame 3D addirittura più che nel Signore degli Anelli e quindi ha trasformato la storia a tale scopo. Ma il risultato è sconclusionato. La seconda parte del film ha troppe incoerenze logiche. Se alla fine il drago andava affrontato dentro casa sua, a cosa serviva portarsi dietro uno “scassinatore”? E perché lo scassinatore invisibile a un certo punto si toglie l’anello e si rende visibile? Vengono a cadere proprio i caposaldi della storia…

La cosa che senza dubbio Jackson è invece riuscito a fare è il collegamento tra questo prequel e la storia già narrata nel Signore degli Anelli. L’Anello non è già un personaggio principale, ma comincia ad avere una sua personalità e i suoi influssi su Bilbo. Le intenzioni e i moventi iniziali di Gandalf sono ben spiegati attraverso il flash-back a Brea. Già vengono messi in gioco Sauron e i Nazgul (questi ultimi in maniera incongrua, che un purista potrebbe contestare: gli Spettri dell’Anello non sono fantasmi, nel senso di spiriti dei morti, ma vabbé…). E bisogna aggiungere che finalmente è resa l’ambiguità degli Elfi attraverso il personaggio di re Thranduil (anche se resta completamente inspiegato perché a un certo punto il suo faccino efebico venga momentaneamente scarnificato… bah!): almeno gli Elfi non sono così buoni come apparivano nella precedente trilogia.
 Migliore attore, migliore faccia, perfettamente congrua al make-up: Ken Scott, nel ruolo di Balin. Il momento in cui piange di commozione, rientrando a Erebor è magistrale. Ottimo anche Martin Freeman, che riesce a preservare il suo talento comico anche quando la storia ha ormai virato sull’epico-eroico. E poi il grande Stephen Fry, impagabile benché purtroppo sottoutilizzato; la resa del governatore di Pontelagolungo come un ricco e decadente “elisabettiano” è un tocco di grazia. Infine potrebbe apparire un po’ forzata l’ostentazione di abitanti scuri di pelle, di origine afro e Maori, a Pontelagolungo. Ma è la licenza del regista che giustamente immagina e rappresenta l’umanità meticcia di oggi, con un’iniezione del suo paese natale. Why not?

La recensione (stroncatura) più dettagliata che mi sento di condividere è QUESTA.

4. Difendere la Terra di Mezzo: recensioni online

Tra le recensioni del saggio di WM4 comparse in rete, peschiamo questa firmata da Ivan Cavini, il più talentuoso illustratore tolkieniano italiano.

Ed eccone altre:

Terra di Mezzo; il lettore digitale; la spelonca del libro

5. Una curiosità

A proposito di murales… In Piazza Verdi a Bologna, nel cuore della zona universitaria, da qualche tempo campeggiano su un muro alcuni Ent piuttosto incazzati. Come dire: per ogni cerchio che si chiude ce ne sono altri che si aprono… Al prossimo bollettino dalla Terra di Mezzo!

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95 commenti su “News dalla Terra di Mezzo | Parabole, corsi, murales, la desolazione di Smaug

  1. “[WM4 ha ricevuto alcune richieste affinché qui su Giap esprima un parere sul secondo film tratto da Lo Hobbit. Ecco dunque di seguito, in una versione più organica, i suoi commenti apparsi su un thread nel sito dell’ARST, a proposito del film di Peter Jackson.]”
    Ammetto di avere inviato telepaticamente la mia richiesta.
    E ammetto anche che il film mi è piaciuto… fin troppo. Se nel Viaggio Inaspettato le scene d’azione erano quelle che meno mi avevano convinto, in questo invece mi hanno coinvolto e divertito. Eppure film e libro sono entità distinte: ma poteva forse essere diverso dal momento che in programma Peter aveva una trilogia?

    La mia domanda è comunque un’altra: nel suo modificare la trama, Peter Jackson ha trasmesso un messaggio, dei valori, del tutto diversi da quelli alla base del lavoro di Tolkien?

    Una cosa che ho notato è stato l’ondeggiare nel genere fiabesco. Un particolare che avevo riscontrato anche nel libro de Lo Hobbit. Però mi sembra di capire che mentre la fiaba nel libro risalta nello sviluppo stesso della trama, nel film invece si rispecchia in scene veloci-leggere-divertenti.

  2. A me La desolazione di Smaug non è piaciuto per nulla, per molti motivi elencati già da Wu Ming 4 e per altri ancora. Secondo me è proprio brutto anche come film d’azione, non ha ritmo e non è in grado di creare nello spettatore un’attesa verso l’arrivo alla Montagna Solitaria. Si arriva e basta. Anche gli effetti speciali boh, mi sono sembrati stucchevoli e niente di più. Confrontate la foresta Fangorn in Le due torri (anno 2002) con il Bosco Atro di oggi. Fangorn è molto più inquietante! E Tolkien non è certo stato avaro di dettagli visivi sul Bosco Atro! Voglio dire, non c’era niente da inventare, bastava prendere le spaventosissime immagini del libro e portarle sullo schermo.
    Provo a rispondere a Filippo, anche se Lo Hobbit l’ho letto tempo fa e non me lo ricordo troppo bene. Per me, è più che altro la coerenza di Tolkien ad essere sbriciolata, la sua coerenza etica oltre che narrativa. In Tolkien, le separazioni (prendi ad esempio quelle della compagnia dell’anello) sono una cosa dilaniante, che pone sempre un problema di scelta (ne parla ampiamente Wu Ming 4 in Difendere la Terra di mezzo). Qua, semplicemente, una parte della compagnia dei nani ne lascia un’altra parte al molo di Pontelagolungo, senza battere ciglio. E proprio mentre la compagnia sta compiendo l’ultima parte del viaggio, che la condurrà alla montagna.
    Ancora: Bilbo riesce sempre a compiere le sue incredibili imprese grazie all’astuzia. Qua invece ha sempre in mano la spada!

    • Grazie Adrianaa :)
      Ottimo esempio quello delle separazioni. Ripensandoci: quel momento del film, quando gli hobbit si dividono, è sembrato anche a me superficiale… fatto un po’ alla “coda di rondine”.

      Per quanto riguarda la qualità del film d’azione, o meglio la sua capacità di piacere al pubblico, penso che il voto su Imdb sia un buon indicatore (ma ovviamente tutto è soggettivo!)
      Personalmente, per quanto il film mi sia piaciuto, per quanto Peter Jackson mi abbia fatto dimenticare il romanzo, mi dispiace l’avvenuta totale scissione dal testo originale (per cui, se nel primo capitolo avevamo ancora dubbi, adesso è certezza).

  3. Devo dire che concordo con Adrianaaaa. Da un certo momento in poi ho smesso di guardare il film pensando all’adattamento della storia originale e l’ho guardato come un qualunque action movie. E non mi ha convinto. Il comportamento illogico dei personaggi introdotto da Jackson rimane fastidioso. Portare avanti in parallelo tre videogiochi saltando da uno all’altro (Thorin contro Smaug, Gandalf contro Azog, Legolas & Tauriel contro Bolg) + un quarto: Bard contro il governatore, crea un effetto pesante, perché spezza continuamente le sequenze, e perché in gran parte quei conflitti risultano incomprensibili. Azog insegue Thorin fin dall’inizio verosimilmente per vendetta privata, però poi viene fuori che non può farlo perché Sauron gli affida un incarico militare e allora deve farsi sostituire da Bolg. Thorin deve vedersela con Smaug, ma in realtà si era portato dietro uno scassinatore che – apprendiamo solo nel secondo film – avrebbe dovuto entrare di soppiatto e rubare l’Arkengemma (un gioiello letteralmente sepolto in mezzo a una montagna d’oro), con la quale Thorin avrebbe potuto riunire le sette tribù dei Nani e marciare sulla montagna solitaria con un esercito. Siccome invece Bilbo sveglia il drago, cambio di programma: ce la vediamo subito contro Smaug a manoni, il quale invece di polverizzarli quando ce li ha a portata, decide di andare a bruciare Pontelagolungo. Nel frattempo un’elfa insofferente alle restrizioni della società elfica si invaghisce di un nano e lo salva in un paio di occasioni (e scommetto che moriranno romanticamente insieme nel terzo film) e Legolas insegue Bolg perché… be’, non si sa perché.
    Bard intanto è un ribelle al potere del governatore e decide di aiutare i nani e farli entrare in città clandestinamente perché… uhm, come sopra, non si sa perché, si direbbe per denaro, ma poi il personaggio non sembra affatto attaccato all’oro, boh. Certo è che se ne pente quando capisce quali progetti ha Thorin (chiederglielo prima? Fidarsi meno? Ri-boh).
    Insomma la seconda parte del film è tutta una contraddizione, uno slittamento, un’incoerenza narrativa.

    Tutto questo per rispondere alla domanda di Filippo su quanto Jackson abbia stravolto il senso della storia di Tolkien. Io penso che Jackson non l’abbia proprio capito il senso della storia. Come molti lettori/fan del Signore degli Anelli che rimangono un po’ delusi quando vanno a leggere Lo Hobbit (di solito dopo avere letto il SdA), perché è una storia del tutto diversa. Lo Hobbit è un romanzo Bilbocentrico, si presta assai meno del SdA a una rielaborazione ed esplosione della trama. Nel momento in cui pretendi di trarne una storia stile SdA sei già partito con il piede sbagliato.
    Faccio un esempio: se decidi che i nani sono eroici combattenti, e non i personaggi volubili e ambigui che compaiono nel romanzo, le dinamiche che si creeranno con Bilbo saranno per forza diverse e la storia che andrai a raccontare sarà un’altra storia. Nella costruzione di Tolkien l’essere artigiani e mercanti non è un ripiego sul quale i nani rivendicano il proprio status superiore, bensì una parte importante del loro carattere. I nani di Tolkien sono sia combattenti eroici (quando si tratta di difendere la propria indipendenza o il proprio oro) sia calcolatori e opportunisti quando si tratta di soppesare i pro e i contro di un’azione. Il viaggio che compiono verso Erebor è sia un ritorno a casa, sia una missione commerciale (a Bilbo viene fatto firmare un contratto). La loro complessità è data da questa doppia natura, diciamo così, dal loro essere “nobilmente antichi” e “grettamente borghesi” al tempo stesso, se mi si passa il termine. I nani di Jackson invece sono esclusivamente nobili: sono gli Ebrei di Mosé/Thorin in cerca della Terra Promessa/Erebor (ed è per questo che Bilbo li aiuta, viene detto alla fine del primo film). L’unica pecca sembra essere la malattia mentale che passa dal nonno al figlio al nipote nella famiglia di Thorin. La “malattia del drago”, espressione con cui Tolkien alludeva all’avidità, all’ossessione accumulativa, alla foga del possesso di ricchezze, nella storia di Jackson diventa una vena di follia trasmessa geneticamente (e qui proprio mi viene da dire: roba da chiodi!).
    Potrei continuare sull’impatto che ha avuto sulla storia la trasformazione del personaggio di Bard, e la drastica riduzione del viaggio attraverso Bosco Atro o dell’incontro con Beorn (altro momento illogico: un attimo prima li vuole sbranare, un attimo dopo li serve a tavola). Ma insomma, spero di essermi fatto intendere.

    • Un brevissimo spunto di riflessione. Ma siamo così sicuri che Jackson, raffigurando i nani secondo la metafora de “gli Ebrei di Mosé/Thorin in cerca della Terra Promessa/Erebor”, tradisca lo spirito di Tolkien? A me (e non solo a me) sembra che J.R.R.T., nel caratterizzare i nani, abbia attinto a piene mani tanto alle descrizioni medievali degli ebrei (popolo spossessato della propria terra, che vive in mezzo agli *altri*, mantenendo le proprie tradizioni, abile nel creare oggetti di squisita fattura) quanto a quelle dell’Antico testamento (in primis, per quanto riguarda le attitudini guerresche). Probabilmente PJ, molto meno sprovveduto di quanto certe critiche gli imputano nel tradurre cinematograficamente il corpus tolkeniano, ha voluto enfatizzare questo aspetto così da potere “tradire Tolkien (quello de lo Hobbit)” per “rispettare Tolkien (quello del SdA e, soprattutto, delle appendici al SdA).

      • Sono assolutamente d’accordo con te sul fatto che nei suoi Nani Tolkien trasferisca molto delle descrizioni medievali degli Ebrei come popolo errante e che il ritorno a Erebor sia anche una sorta di ritorno alla Terra Promessa (occhio però, ché conoscendo i miei polli vedo già partire il flame “Tolkien sionista”, ci mancherebbe solo quello…).

        Il punto è che nella storia raccontataci da JRRT i Nani sono anche qualcos’altro. Infatti non combattono contro il drago. La riconquista di Erebor semplicemente non è una riconquista, avviene fortuitamente, per un equivoco in cui incappa Smaug stesso. Equivoco generato da Bilbo, lo “scassinatore” che si è introdotto nella montagna di nascosto. Questo ha un senso nell’economia del racconto tolkieniano, perché appunto i suoi Nani sono diversi da quelli di Jackson.
        Nel romanzo, Thorin & soci dimostrano il loro coraggio soprattutto nella battaglia finale, in questo modo riscattandosi. Mentre fino a quel momento hanno ragionato assai più da mercanti che da guerrieri, a tutto detrimento di Bilbo, e non sono mai sembrati gli scafati combattenti che ci vengono mostrati nel film. Infatti la missione che compiono è e resta segreta fino ai capitoli finali (non ci sono inseguitori). Ecco perché alla compagnia serve aggiungere uno scassinatore, perché si tratta di usare la destrezza assai più che la forza (è tutto scritto nel primo capitolo del romanzo, nero su bianco).

        Quello che imputo a Jackson quindi è di avere esaltato (fin dall’inizio) solo un aspetto dei Nani di Tolkien, relegando l’altro a malattia mentale trasmessa, per così dire, geneticamente da nonno a figlio a nipote, nella famiglia di Thorin. In realtà nel romanzo ciò che si tramanda patrilinearmente tra quei tre e che determina la rovina di Thorin è precisamente ciò che nel film viene esaltato: la prosopopea regale. Ma non voglio dilungarmi su questo. Mi serve soltanto per ribadire che la tua ipotesi può essere giusta, in effetti: Jackson ha tradito lo Hobbit per adattarlo al Signore degli Anelli, in particolare alle appendici. Ma purtroppo Lo Hobbit è un romanzo irriducibile al suo sequel, a meno di non snaturarlo, finendo per incartare la trama, come secondo me ha fatto Jackson nel secondo film, più che nel primo.

        Del resto, di questa irriducibilità si era già accorto Tolkien stesso, che abbozzò una riscrittura de Lo Hobbit in tono più epico-eroico, per adattarlo al SdA e alla fine rinunciò, rendendosi conto che non aveva senso, a meno di non scrivere una storia diversa.

    • Avendo letto il libro molti anni fa potrei ricordarmi male, tuttavia mi pare che il piano dei nani per entrare a Erebor e recuperare il tesoro fosse un buco narrativo già nel cartaceo.
      Se non sbaglio nel libro non si dice mai come i nani hanno intenzione di liberarsi del drago ed il tutto si risolve per circostanze fortuite.
      Da questo punto di vista almeno Jackson tenta di trovare una logica (comunque non molto efficace… recuperare un singolo gioiello in mezzo a montagne di tesori), ma comunque più realistica dell’originale (entriamo e portiamo via il tesoro senza che il drago se ne accorga o ci limitiamo a sperare di trovarlo morto).

      • Si gira sempre intorno allo stesso problema. Erebor come Terra Promessa, cioè come patria da riconquistare. La metafora ci può stare, ma solo se la si assume in maniera blanda e non letterale, come invece ha fatto Jackson. Nel romanzo il piano di Thorin non prevede di sbarazzarsi di Smaug, per il semplice fatto che non punta a riconquistare Erebor, bensì il tesoro in essa contenuto. Per questo insisto sul fatto che il parallelo Ebrei/Nani ci sta, ma solo se preso con giudizio. Nel romanzo Thorin dice chiaramente: “Vogliamo riprenderci il nostro tesoro, e vendicarci personalmente di Smaug, se possiamo”. La vendetta è in subordine e probabilmente nelle intenzioni iniziali di Thorin consiste nel rubare l’oro al ladro Smaug. Il primo movente è comunque ritornare in possesso del tesoro reale di Erebor. E per fare questo i Nani intendono utilizzare il passaggio segreto, avvalendosi di uno scaltro scassinatore, quale dovrebbe essere Bilbo. Il piano non è certo a prova di bomba, e infatti viene presentato come un’avventura con scarse speranze di successo, però mi sembra che il racconto di Tolkien in definitiva sia coerente.

  4. È un onore che il mio blog sia stato nominato qui da voi, grazie davvero! Non riesco a capire però perché per commentare abbia dovuto creare un nuovo profilo quando ne ho già uno con wordpress… non funzionava, è normale?
    Comunque, grazie ancora!

    Silma Kemi (kemipalurien.wordpress.com)

    • Sì, è normale. Noi usiamo WordPress come software, ma non come piattaforma e server. E’ tutto installato qui da noi, e operiamo in autonomia. Il profilo necessario per commentare su Giap è un profilo che vale solo per Giap.

  5. OT
    Ma una nuova traduzione *almeno* de “Il Signore degli anelli” è così improbabile?
    Perchè secondo me il problema più grosso sulla strada dell’encomiabile lavoro che state facendo su Tolkien è proprio quello…

    • Ce ne sarebbe un gran bisogno, ma noi non abbiamo alcuna voce in capitolo. Sono state fatte perfino delle raccolte firme indirizzate a Bompiani. Niente smuove l’editore. Del resto affida ancora traduzione e curatela dei testi tolkieniani a De Turris e Fusco. Figurarsi che Bompiani non ha mai nemmeno reintegrato venti righe non tradotte. Per non parlare della traduzione del Silmarillion, dei Racconti ritrovati e dei Racconti perduti, o dell’epistolario. Là dentro c’è roba da mettersi le mani nei capelli. Ma dato che Tolkien non è mai stato considerato un autore serio, in primis dall’editore che lo tratta solo come una macchina caga soldi, di conseguenza non viene nemmeno ritenuto degno di un lavoro serio sulle traduzioni e le edizioni critiche. Ho il presentimento che l’epistolario sia perfino uscito dal commercio. E sarebbe anche il caso di segnalarlo alla Tolkien Estate… Ad ogni modo il mio consiglio, per chi ci riesce, è leggere Tolkien in inglese.

  6. Quando fecero l’edizione illustrata hanno scritto con orgoglio (probabilmente) “in collaborazione con la STI”, e io fossi stata in loro me ne sarei vergognata perché non hanno rivisto e corretto niente e gli errori, oltre le parti mancanti, ci sono rimaste ugualmente. Questo la dice lunga…
    Senza contare poi l’ultima versione de “Lo Hobbit” con l’errore, se non sbaglio, in copertina a proposito delle rune, non ricordo bene ma credo fosse stata lasciata la traduzione dall’inglese, ma non vorrei sbagliare.
    In ogni caso, sottoscrivo quanto detto sopra: leggere in inglese!

  7. ciao! io non sono un tolkeniano, cioè non sono nè un esperto nè un grande ammiratore di tolkien, e forse sto per dire una cosa risaputissima e accettatissima, ma siccome non sono un esperto non mi è mai capitato di sentirne parlare e nel dubbio ve l’accenno. ovveroconciosiacosache, ammetto di aver letto solo recentemente e per intero la gerusalemme liberata di tasso e sono rimasto colpito dalle tante somiglianze tra questo poema e i romanzi di tolkien, soprattutto per quanto riguarda l’assedio di minas tirith e la battaglia dei campi di pelennor. ne elenco alcune che mi vengono in mente: intanto l’esercito immenso e apparentemente invincibile dei “cattivi”, quello del sultano d’egitto che parte (e alla fine arriva) per sbaragliare i cristiani che assediano gerusalemme ricorda quello di sauron (in particolare col tocco orientaleggiante degli esterling); nella GL i cristiani devono abbattere gli alberi di una secolare foresta vicino a Gerusalemme per costruire delle macchine d’assedio, ma la foresta è incantata e… beh, gli umani che ci entrano ne vengono scacciati; in LOTR la cosa è capovolta: i cattivi vogliono abbattere la foresta di Fangorn per farne delle macchine e vengono cacciati dalla foresta stessa (dagli alberi della foresta; anche nella GL sono gli alberi della foresta a essere stregati); l’unico che può spezzare l’incantesimo è Rinaldo che per poterlo fare (per poter ricevere da Dio i superpoteri che gli permetteranno di sconfiggere le forze del male) deve purificarsi e pregare: allora va nell’orto dei Getsemani vestito di grigio e quando riceve i suoi superpoteri la tunica che indossa diventa bianca (Rinaldo il Grigio/il Bianco?); alla fine della GL i cristiani, pur in numero nettamente inferiore ai musulmani, riescono a sconfiggere i nemici grazie all’intervento degli spiriti (invincibili, chiaramente) dei crociati caduti nei combattimenti precedenti che solo Goffredo (il capitano dei crociati) riesce a vedere per intervento divino: quando Goffredo vede gli spiriti dei guerrieri defunti che combattono a fianco dei guerrieri vivi capisce che la vittoria dei crociati è sicura (ricorda la storia di Aragorn e l’esercito grigio). Insomma, qualcuno ha mai pensato che la GL possa essere stata una fonte d’ispirazione per Tolkien (ripeto, non sono un esperto e forse questa è una cosa risaputa e accettata)? Se no, che sia magari il caso di approfondire l’argomento? Interessa a qualcuno? Se mai Jackson decidesse di fare un film della Gerusalemme Liberata io propongo Emilia Clark sub specie Daenerys per la parte di Armida, secondo me sarebbe perfetta…

    • Salve, WM4 mi ha segnalato la domanda e rispondo per quello che so. Non esiste un testo esclusivamente dedicato al tema e questo è indicativo della più grande carenza tuttora in essere per gli studi Tolkieniani: ovvero un serio esame letterario e stilistico della sua opera. Unico volume volto a collocare Tolkien all’interno della storia della letteratura è “The LOTR and the Western Narrative Tradition” di Simonson (che però non si può ahimé considerare definitivo, ma solo un inizio di studio sul tema). Qui si dedicano alcune pagine a Tolkien, Tasso e Ariosto: ma c’è poco davvero.
      In Italia si veda anche la tesi segnalata dalla sempre decisivo sito dell’ARST:
      http://www.jrrtolkien.it/2013/06/22/una-tesina-per-domarli-tolkien-e-la-maturita/
      Riguardo alla conoscenza di GL da parte di Tolkien: visto i suoi studi classici e la sua frequentazione con C.S.Lewis è più che presumibile che l’avesse presente.
      Se poi vuoi approfondire tu stesso l’argomento (penso proprio che sia un tema importante) esiste anche un’ottima opportunità legata a un call for papares proprio dedicato a “Tolkine e i classici”:
      http://www.jrrtolkien.it/2013/09/10/tolkien-e-i-classici-ora-ce-il-call-for-paper/
      Spero di essere stato utile: se mi viene in mente altro lo posto.

  8. Ciao,

    forse il comitato No Muos avrà molte ragioni, dalla rovina del paesaggio all’occupazione di parchi protetti da parte di militari, onestamente su questi temi non sono preparato e non ho un’opinione solida. Però tutto il tema onde radio è una stupidaggine pazzesca per chiunque ne sappia un minimo di teoria delle antenne o anche solo di elettromagnetismo. Mi rendo conto che è un tema molto tecnico e ci sono delle fonti apparentemente competenti (Zucchetti su tutti, che però competente non è, a leggere quello che scrive), ma credo si debba fare uno sforzo di obiettività e cercare di informarsi meglio. I timori sulle onde radio emessi dalle antenne sono completamente infondati scientificamente e secondo me frutto di un certo analfabetismo scientifico che in impera in italia. Se volete possiamo discuterne qui, anche se forse non è il posto giusto. Volevo solo condividere con voi una certa frustrazione dato che ho letteralmente la certezza matematica che questa cosa non sia un problema per la salute di nessuno, così come ce l’hanno in tanti, solo che per comprendere questa certezza è richiesto un certo set di competenze che non sono granchè diffuse in italia :(

    • Aggiungo un link ad un articolo che mi sembra obiettivo sul tema e in generale agnostico sul MUOS, limitandosi ad una disamina scientifica delle emissioni radio: http://www.scientificast.it/2012/12/30/chi-ha-paura-del-muos/ . Nel demolire la relazione di Zucchetti si spiega in maniera molto chiara la situazione.

      • Non credo che questa si la sede adatta per discutere nello specifico della questione. Nessuno qui è abbastanza addentro alla faccenda. Io mi limito a fare presenti due cose:
        1) da quello che ho potuto ascoltare con le mie orecchie i cittadini di Niscemi sono preoccupati già per la presenza delle 42 antenne radio, non solo per il MUOS;
        2) Sulle certezze matematiche che affermi di avere mi pare che proprio la discussione nel thread in calce all’articolo da te linkato riveli quanto gli aspetti “sanitari” siano scientificamente controversi e gli stessi aspetti tecnico-scientifici parecchio dibattuti. Ecco, se vivessi a ridosso di quelle antenne per me questo basterebbe quanto meno a pormi il problema. Ché poi magari quando scopri un incremento dell’incidenza dei tumori… per qualcuno rischia di essere troppo tardi.

        • Credo che tu abbia centrato il punto e cioè che non è possibile spiegare a chi non ha un certo livello di competenza il perchè non c’è nessun “dibattito” su un fatto quantitativo. Le emissioni dell’antenna, lontano dal fascio , sono di ordini di grandezza inferiori ad un cellulare ad un metro di distanza, e quindi cancerogeni quanto un cellulare a, boh, 100 metri di distanza. E’ semplice sensibilità sulle dimensioni delle grandezze in gioco. Però se non hai le conoscenze necessarie (tu o una mamma di Niscemi) per aver maturato questa sensibilità che facciamo? Blocchiamo qualunque cosa che faccia paura perche “non si sa mai signora mia”? Non vorrei discutere tanto del problema in sé, quanto di come gestire un difetto secondo me importante di queste istanze “dal basso”, e cioè che tendono a perdersi in cazzate tipo questa della cancerogenicità delle antenne.

          P.S. Il MUOS dovrebbe sostituire le antenne attuali quindi *migliorando* la situazione, in ogni caso questo è tutto un altro tema. Se le attuali antenne superano i (rigidi) limiti di legge si interviene, non c’è dubbio al riguardo.

          • Mi stupisce non poco che si pensi (ancora) che la lotta No Muos (portata avanti da comitati, e non da un comitato) nasca, in qualche modo, dalla paura dell’ignoto di molte persone prive di strumenti tecnici per comprendere la questione.

            Il Muos(tro) di Niscemi è inevitabilmente (e soprattutto) molto di più di un cellulare a 100 metri di distanza.

            Suggerisco un recente articolo di Antonio Mazzeo (http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/2013/10/il-muos-di-niscemi-strumento-di-guerra.html), dagli un occhio e poi immagina di viverci accanto (o relativamente vicino). O, magari più realisticamente, immagina di vivere sul territorio della nazione che ne sta permettendo la messa in funzione.

            :)

    • Chiedo anch’io di fare uno sforzo: lo sforzo di non dimenticare a cosa servono Muos e affini. Servono a fare la guerra. Intensificarsi dell’occupazione militare di un territorio, di un paesaggio, di uno spazio aereo per fare la guerra oltremare, per giunta guerra canagliesca e vigliacca coi droni, uso della tecnologia più avanzata per bombardare popolazioni civili, bambini compresi, senza correre nemmeno il barlume di un remoto rischio. L’Italia come sempiterno avamposto strategico verso Mediterraneo, Nordafrica, Vicino Oriente, Asia minore.

      • E infatti su questo siamo d’accordo. Non sto discutendo del merito del MUOS. Quello che contesto è l’approccio del tipo “ogni ragione va bene per fare brodo”. Il MUOS non sarà cancerogeno e non è un pericolo per la salute pubblica, per cui non capisco perchè non fare una legittima battaglia politica che si può anche vincere al posto di portare tutto su un terreno di scientificità sul quale si è perdenti in partenza. I timori di pericolo per la salute pubblica sono infondati, suppongo che verranno sconfitti e a quel punto la causa politica ne uscirà danneggiata: “ah ok, adesso in effetti è chiaro che il MUOS non fa male anche se da tre anni puntiamo tutte le nostre carte su questo, però ci sarebbe anche la ragione politica…”. Molto efficace.

        • Per quel che mi riguarda, le ragioni per opporsi al Muos sono già più che sufficienti anche senza il pericolo di inquinamento elettromagnetico. Anzi, per me sarebbero da chiudere e radere al suolo tutte le basi NATO e americane in Italia. Ma dato che non ho approfondito l’aspetto specifico (e non mi piace esprimermi senza essermi minimamente documentato), e dato che non vivo in quei pressi (e non mi piace fare teoria sulla pelle altrui), prima di allinearmi nel dire che le preoccupazioni di una cittadinanza e il suo invocare il principio di precazione sono tout court “cazzate”, preferisco sentire cos’hanno da dire gli attivisti che si impegnano su quel territorio.

          • Non mi è chiaro con che competenze valuteresti quello che hanno da dire gli attivisti. E’ un tema di maggiore fiducia nei loro confronti? Se sì allora sarebbe meglio qualcuno che non sia direttamente coinvolto per dare una valutazione oggettiva di una questione quantitativa, se non vogliamo rinunciare a quattrocento anni di scienza.

            P.S. Non vedo cosa c’entri il principio di precauzione in tutto questo. A quelle potenze con un’antenna parabolica nel fascio hai una potenza circa paragonabile a un cellulare a contatto con il viso e lontano dal fascio diventa rapidamente trascurabile, questo è un fatto. Se applichi il “principio” a questa situazione allora devi vietare tutti i cellulari, perchè le potenze assorbite sono paragonabili.
            Qui si spaccia ignoranza sull’elettromagnetismo con incertezza degli effetti sanitari. Non c’è nessuna incertezza di nessun tipo: però,e si torna al punto, non ho idea di come dimostrartelo.

            • Intendo dire che vorrei sentire come rispondono e si confrontano nel merito di obiezioni tecnico-scientifiche come quelle che hai linkato. Obiezioni che, come faceva notare WM4, vengono contestate nello spazio commenti, con argomentazioni sempre sul piano tecnico e scientifico. A te questo non interessa? Hai già concluso per conto tuo che sono dei poveri ignoranti e basta?

              Se fossimo rimasti a questo genere di atteggiamento riguardo a un’altra mobilitazione dal basso, ossia quella contro il TAV in Val Susa, non saremmo andati granché lontano, dal confronto non sarebbe scaturita tutta l’autoformazione che c’è stata e continua a esserci in valle, niente seminari e workshop con ingegneri dei trasporti, geologi, esperti di appalti pubblici etc.
              Dare per scontato che un movimento sia irrimediabilmente naif sul piano tecnico-scientifico perché mosso da pura sindrome NIMBY, può anche essere un assioma consolatorio, ma è la premessa più irrealistica che oggi si possa porre a capo di un discorso sull’interesse comune.

              Sul fatto che non vi sia “nessuna incertezza di nessun tipo”, mah, non mi sembra. Se quello che ci hai proposto è uno spaccato fedele del dibattito, vedo che di incertezza (e di confronto acceso) ce n’è eccome.
              Tutto questo, ribadisco, tenendo fermo che la mia obiezione principale al Muos è *a monte* della questione elettromagnetica.

        • Perché pensi che gli attivisti di Niscemi siano così arretrati e sprovveduti da non porsi il problema esattamente nei termini in cui te lo poni tu? Pensa che io sono rimasto lì un giorno soltanto e mi sono trovato a orecchiare precisamente un dibattito di questo tipo: se sia meglio scommettere primamente sull’argomento salute o piuttosto sulle ragioni politiche dell’antimilitarismo e della liberazione del territorio. Si dà il caso che – al netto dello scarso comprendonio che si pretende di attribuire alle “mamme” di Niscemi – i movimenti dal basso, quando sono veri e non teleguidati, sono compositi, animati dal dibattito interno, e da contraddizioni. E meno male!
          Detto questo, stando alla discussione che tu stesso hai linkato, mi pare che il dibattito sia aperto proprio tra i tecnici e gli scienziati. Io lì non metto becco, perché non ho gli elementi. E allo stesso modo mi guardo bene dall’assumere atteggiamenti liquidatori su chi sta laggiù, dato che sono loro e non io a starci.

          • Perchè il sito nomuos.org promuove quasi unicamente il presunto problema sanitario. Il “dibattito” consiste da una parte da un radioastronomo che mangia pane e antenne da decenni e dall’altra un tizio, Zucchetti, che per calcolare una quantità (la potenza) che è il quadrato del campo somma i campi. E’ *esattamente* la stessa cosa che calcolare l’ipotenusa facendo la *somma dei cateti* al posto che la radice della somma dei quadrati. E Zucchetti è il più qualificato tra coloro che esprimono un timore sul “problema sanitario”. Dio, che frustrazione non riuscire a spiegarvi :)

            • Leggo sulla homepage del sito nomuos.org:

              “I cittadini siciliani e gli attivisti No MUOS esprimono fortissime preoccupazioni riguardo le conseguenze dell’istallazione di tale sistema su: salute umana, ecosistema della Sughereta di Niscemi, qualità dei prodotti agricoli, diritto alla mobilità e allo sviluppo del territorio, diritto alla pace e alla sicurezza del territorio e dei suoi abitanti.”

              A me pare che non si promuova affatto “quasi unicamente il presunto problema sanitario”, bensì che questo sia elencato insieme a parecchi altri aspetti molto politici della faccenda. Però se questa complessità la si vuole negare per sostenere che gli attivisti niscemesi sono dei bifolchi spaventati da niente, prego. Io continuo a sostenere che i movimenti reali sono un’altra cosa. A ciascuno il suo e senza nessuna frustrazione, davvero.

            • “Dio, che frustrazione non riuscire a spiegarvi”

              che è un modo “polite” per dire: “Dio, quanto siete imbecilli”.

              Solo che il merito del tuo punto noi lo abbiamo capito. Sei tu, a quanto pare, a non avere capito il punto nostro, che riguarda un problema di metodo. Un problema basilare di etica e metodologia del discutere. Mai liquidare le preoccupazioni di una cittadinanza riguardo al proprio territorio e alla propria vita; sforzarsi sempre di capire *per cosa sta* quella preoccupazione. Ascoltare sempre. Evitare la tentazione di rispondere a quella preoccupazione con un semplice “Non è come dite voi” a cui segue un “E’ oggettivamente così e basta”.

              • No, non mi passa neanche per l’anticamera del cervello di darvi degli imbecilli, la frustrazione sta nel fatto che non abbiate competenze tecniche, non nella vostra incapacità di elaborarle, ci mancherebbe altro. Ho anche capito il vostro di punto, però qui si tratta di stare ad ascoltare le preoccupazioni del territorio che a me suonano come a voi suonerebbe “bisogna vietare il bagno in mare d’estate perchè a 20 gradi l’acqua bolle e le persone morirebbero cucinate”. Voi sapete che a 20 gradi l’acqua non bolle e comunque milioni di persone fanno il bagno in mare senza bollire, ma se non lo sapeste per esperienza diretta come farei a convicervi? Ho passato tre anni della mia vita in laboratorio e adesso lavoro a poche decine di metri da delle parabole per la trasmissione satellitare, ho delle esperienze che voi non avete. E il problema è proprio questo, che non c’è modo di “convicere” il territorio, perchè gli elementi per “convicerlo” ci sarebbero già, ma non c’è modo di comunicarli efficacemente. Il punto è che il MUOS fa paura, e questo chiude ogni discussione in tema della sua sicurezza. Poi riconfermo che non lo costruirei neanch’io, ma per altre ragioni.

  9. Condivido che la questione centrale sia quella testé esposta da WM1, ossia di metodo e modo di porsi. Nel merito però, pur essendo io a digiuno di studi di elettromagnetica, mi chiedo come mai se è una questione così semplice da esser diremta , oltre a studiosi, insegnanti universitari etc. pure il TAR non la veda così facile http://www.ambientediritto.it/home/giurisprudenza/tar-sicilia-palermo-sez-1-9-luglio-2013-ord-n-470

    • Suppongo per la stessa ragione per la quale il TAR del Lazio ha dato ragione a Vannoni della Stamina sulla commissione ministeriale, e cioè per ignoranza basilare di ogni aspetto scientifico. Cito: “non assoggettabile a misure anche strumentali che la compromettano seriamente fin quando non sia raggiunta la certezza assoluta della non nocività del sistema MUOS”. La certezza assoluta della non nocività? Ma lo sanno (e lo sai tu) che in questo universo l’espressione “certezza assoluta” (della non nocività, poi) è priva di senso? Come la dimostri la non-nocività con certezza assoluta?

  10. Ripeto di non essere ferrato in materia, ma alla presenza di un aspro dibattito tra gente comune, accademici e tecnici che si protrae da anni, l’arrivo di una persona che dice “tutte cazzate partorite da trogloditi, ci arriva pure un bambino ” (questo è in sintesi quel che hai scritto) mi perplime e convince poco.

    • Rispondo qui all’ultimo post di unit, perchè son finite le diramazioni: da quel che dici bisognerebbe spiegare che a 20′ l’acqua non bolle, oltre a Zucchetti, a:
      Angelo Baracca fisico dell’Università di Firenze;
      Roberto Renzetti, docente di Fondamenti di Fisica Generale presso la Facoltà di Ingegneria Meccanica di Roma Tre;
      Ezio Locatelli e Domenico Losurdo dell’Università di Urbino;
      Michele Boato direttore dell’Ecoistituto del Veneto
      Io non difendo a priori gli accademici, ma dire che chiunque abbia le basi per forza la vede come te, mi pare molto forzato

      • Prima di tutto non ho mai detto che ci arriverebbe anche un bambino, ma il contrario, che ci vogliono anni di studio per acquisire certe competenze. Detto questo, il principio di autorità è schiattato da tempo. Non so quale sia l’opinione di queste persone né le loro ragioni. Anche Zucchetti sulla carta dovrebbe essere competente eppure scrive una boiata dopo l’altra, probabilmente in maniera strumentale, sono errori troppo grossolani.

        Rimane il fatto che con le potenze in gioco è fisicamente impossibile (ti è chiaro che queste antenne hanno la potenza di un frigorifero nel peggiore dei casi o di un paio di lampadine nel migliore?) che ci sia un qualche tipo di problema, o, se preferisci, se ci fossero problemi ce ne sarebbero molto (molto tipo cento volte di più) più gravi con i cellulari . C’è semplicemente troppa poca energia e troppa distanza.

        • Ti faccio un esempio non corretto ma ti da un’idea dell’ordine di grandezza. Le antenne sembra abbiano una potenza di 1600W (in realtà avrebbero dichiarato 130W circa, ma va bene lo stesso, usiamo dati conservativi 10x). Vuol dire circa 1600 cellulari che emettono all’incirca 1W ammucchiati al posto del MUOS. Ora, in una normale città come Milano, quanti cellulari pensi ci siano in un raggio diciamo di 1 o 2 km? Un milione? Già così ti rendi conto che c’è almeno un rapporto di uno a mille in termini di energia (per unità di tempo) diffusa nell’ambiente. Inoltre l’energia dell’antenna MUOS è molto concentrata in un fascio, dato che questo è il suo scopo. Se elimini il fascio dal computo dell’energia, dato che passa molto sopra l’abitato, il rapporto scende ancora e di moltissimo con il quadrato della distanza, probabilmente di un altro fattore 1000 (dipende da dove poni i limiti del fascio, che non sono netti) arrivando a 1 su 1000000 rispetto ad una situazione considerata già di suo normale. Ora, per varie ragioni il ragionamento non è corretto, ma è corretto il computo dell’energia radiata nell’ambiente e serve per dare un’idea di massima, stiamo parlando di parecchi ordini di grandezza in meno rispetto a una situazione considerata sicura.

          Puoi anche immaginarti un paio di forni a microonde aperti. Emettono circa 2000W e nel range delle microonde. Se mi metto sul tetto due forni a microonde sabotati per funzionare aperti, li punto verso il cielo e li accendo, tu che vivi a 3km dal mio tetto ti preoccupi?

        • Scusami, Unit: scrivi che non può esserci certezza assoluta sulla non nocività, ma tu stesso da ore sembri ostentare una certezza assoluta sulla non nocività. E vabbe’, magari è questione di tono… Però:
          tu scrivi e riscrivi che chiunque abbia le necessarie competenze tecniche può capire che è come dici tu, ma quando ti fanno l’esempio di fisici che non la vedono come te, tu rispondi che… non vale più il principio d’autorità.

          Boh.

          • Beh in scienza si può al più dire che un’affermazione è falsa con una probabilità piccola a piacere, ma mai zero. Certe malattie rare hanno incidenza di uno su milioni, bisognerebbe fare un esperimento con milioni di persone per rilevare effetti così piccoli. In questo senso la certezza assoluta non ci può mai essere per niente. Se io dicessi che i tuoi libri uccidono sul colpo un lettore ogni miliardo per troppa emozione come faresti a accertarti con assoluta certezza che i tuoi libri sono non nocivi? Non sarebbe possibile, il tar dovrebbe vietarli in base al principio di precauzione :)
            Quindi quando parlo io (e non il tar) di certezza intendo probabilità molto vicine a100%. Cioè o c’è qualcosa che non conosciamo bene nell’elettromagnetismo classico, o ci dovrebbero essere degli effetti evidenti dovuti a campi migliaia di volte più intensi, quelli dei cellulari. La prima opzione è resa incredibilmente improbabile dai miliardi di esperimenti che sono stati fatti sull em, e la seconda molto improbabile dai miliardi di cellulari in giro. Poi, signori, stiamo parlando di 1600w. Il muos è fondamentalmente un paio di forni a microonde appesi dentro un parabolone, che funziona da specchio, puntato verso il cielo. Come possiate pensare che anche solo a 500 metri questo aggeggio possa avere il benché minimo effetto non lo so. Figuriamoci a 5 km.

          • Sul principio di autorità: il problema è proprio che non bisognerebbe credere a qualcuno che sia io o zucchetti, ma capire autonomamente. E però non vedo come questo sia possibile senza studiarsi fisica 2.

  11. Desisto, citandoti: “il tema onde radio è una stupidaggine pazzesca per chiunque ne sappia un minimo di teoria delle antenne o anche solo di elettromagnetismo” .

  12. Eh, quanti bambini conosci che conoscono l’elettromagnetismo e antenne? Mi riferivo a chiunque abbia un minimo di formazione su questi temi. Non a chiunque.

  13. Lieto di sapere che i numerosi prof. Universitari sopra citati non hanno formazione scientifica, l’hai soltanto tu. Discuto volentieri con chi risponde a tono e in modo logico. Cambiare continuamente argomentazione e posizione per non rispondere è tecnica che non apprezzo e preferisco non percorrere. Saluti

    • Mi spiace, non avevo capito l’obiezione che mi muovevi, pensavo fosse più di forma. Se adesso ho capito correttamente l’osservazione sarebbe : “se dici che chiunque abbia fatto un esame di fisica 2 capirebbe che il muos è innocuo, perchè una decina di luminari che dovrebbero saperne più di te non la pensa così?”. La risposta è che non lo so. Forse è una posizione in cattiva fede, per spalleggiare una istanza in cui credono. O forse hanno avuto informazioni sbagliate e non si sono assicurati di verificarle in prima persona. O magari è un caso di asineria di ritorno, a volte capita se ti specializzi molto in un settore di dimenticare le basi di un altro. O altro. L’unico caso di cui ho evidenza diretta delle posizioni è Zucchetti che ha fatto l’errore di scrivere in maniera particolareggiata quello che pensa. Gli errori sono macroscopici, in particolare il sommare i campi al posto delle potenze è una roba da segare all’istante un qualunque studente all’esame di fisica 2. Se non mi credi chiedi a qualche amico fresco di quell’esame, che si fa in quasi tutti i corsi di ingegneria e mmffnn. Ora, se vuoi posso provare a spiegarti il perchè sono errori grossolani, come avrai capito mi diverto molto, e il caso della somma qua sopra è tutto sommato abbasta semplice, però non ti posso dire perchè Zucchetti li ha fatti. A me sembra sospetto che in qualunque caso di no-qualcosa Zucchetti scriva una relazione di 30 pagine in cui sostiene il movimento: anche sulla TAV si è espresso sul tema (e ci sarebbe anche da dire sulla sua tesi sull’uranio e radon in val di susa, ma su quello ho meno certezze non essendo direttamente il mio campo). Forse si potrebbe chiederlo a lui, sicuramente a me piacerebbe. Però, tornando alla tua osservazione che non voglio evitare: non lo so il perchè questi signori sostengano il contrario di quanto dovrebbe risultargli ovvio, però nell’unico caso di cui ho evidenza ci sono errori da somaro facilmente mostrabili.

      • Guarda, io ho pessimi rapporti con Zucchetti, lo ritengo un narcisista maleducato e credo spesso sia estremista, mi ha più volte insultato pubblicamente su social media, bloccato e bannato. Questo per dirti che non ho ragioni per difenderlo. Il tuo accenno alla valsusa, di cui – essendo casa mia – ho più conoscenza rispetto alle problematiche di Niscemi, avalla le perplessità che già avevo sulla tua certezza scientifica inconfutabile: le problematiche relative alla presenza di sostanze radioattive qui sono reali, cogenti e dimostrate; metterlo in dubbio è assurdo.

        • Guarda non voglio aprire un altro tema, però ci tengo a precisare che più sopra ho detto che sull’uranio in val di susa ho meno certezze, perchè la geologia non è il mio campo. Già l’uranio come sostanza radioattiva lo è molto di più. Diciamo che se sei un abitante della val di susa ti conviene sperare di avere torto marcio, perchè dai calcoli che ho visto (e un po’ fatto) la presenza di uranio sul tracciato di scavo diventerebbe pericolosa solo se vi trovaste sul più grande giacimento d’uranio del mondo. E a quel punto col cazzo che non lo tirano tutto fuori :). Comunque ribadisco che non ho tutte queste certezze, mi baso quasi unicamente su un documento di Zucchetti fatto come al solito con i piedi che oltretutto conclude che c’è solo un po’ di costo aggiuntivo per via del radon, e due conti back of the envelope che avevo fatto all’epoca sulla base di un paper del politecnico. Posso benissimo sbagliarmi, magari in un altro contesto riprendiamo il discorso e vediamo.

  14. Ad ogni modo, il sito più affidabile e riconosciuto a cui fare riferimento è http://www.nomuos.info/

  15. @Unit
    Ciao, nel leggere i vari tuoi commenti mi viene spontanea una domanda, e la pongo da profano quale sono: siamo sicuri che il discorso è questo:
    “bisogna vietare il bagno in mare d’estate perchè a 20 gradi l’acqua bolle e le persone morirebbero cucinate”
    e non questo:
    “bisogna vietare il bagno in *quel* mare d’estate perchè a 100 gradi l’acqua bolle e le persone morirebbero cucinate”?

    Se è vero che le conoscenze sull’elettromagnetismo sono indiscutibili, non è che stai argomentando su dati errati?
    Lo dico perché mi sembra strano che tanti esperti vadano a dire gastronerie tante grosse, ad avvalorare una tesi tanto debole, arrecando quindi danno alla lotta…

    • Ciao Filippo,
      Capisco la perplessità però il il paragone corretto è il primo. Purtroppo la mia difficoltà è fare capire il perché. Alla fine tutto si riduce al fatto che le antenne sono parabole e l’energia in gioco è troppo piccola per avere effetti al di fuori del fascio. Un paragone potrebbe essere con le antenne della rete mobile, se non ricordo male sono intorno ai 200W l’una e quelle te le sparano in faccia. Questo lo puoi controllare direttamente, e tieni presente che non sei mai illuminato da una sola antenna. Quindi il muos è come 8 antenne della rete mobile, però il muos è puntato in alto mentre le antenne della rete mobile sono puntate su di te. Un altro esempio che spiega un po il comportamento delle antenne paraboliche sono i fari da discoteca. Alla fine le micronde sono luce con frequenza molto bassa, per cui quei fari li ti danno unidea di come funzionano gli specchi parabolici. L’unica differenza sta nel fatto che per via della lunghezza d’onda più alta le microonde non dovrebbero essere riflesse dal pulviscolo, per cui

      • Per cui non vedresti neanche quello che vedi nel faro da discoteca che è tutta luce diffusa dal pulviscolo. Ci sono cento altri esempi, e mille a usare un po di fisica e matematica di base. Però l’unico modo per convincersi temo sia studiare l’argomento. Oppure trovare qualcuno che non ha preconcetti sul muos e della cui competenza ti fidi.

        • Unit, tutta quest’esclusivo concentrarsi sulla questione elettromagnetica che secondo te si riscontrerebbe nei siti No Muos, in verità io su nomuos.info non lo vedo. Ci sono anche altre questioni: le finalità del progetto, i lavori in odore di mafia etc.
          Il monotematismo che stigmatizzi lo trovo invece nei tuoi stessi commenti qui su Giap. Da 24h ci ripeti la stessa cosa, ogni volta aggiungendo che purtroppo non riesci a spiegarla, che noi non la possiamo capire perché non abbiamo le competenze minime etc.
          E se invece noi, come già ho ipotizzato ieri, l’obiezione l’avessimo capita?
          Se, lungi dall’essere degli zotici, fossimo noi a ritenere il tuo approccio, a questo punto, monotematico e riduzionista?
          Se fossimo noi quelli convinti che la questione sia più articolata, il dibattito meno a senso unico di come lo descrivi, i motivi addotti dai comitati per opporsi al Muos più numerosi di quanto viene raccontato?

          • Beh come ho detto questo è il punto su cui mi sento di poter dire qualcosa di sensato, e sto rispondendo a domande su questo. Tra l’altro sto cercando di trovare esempi sempre diversi. Se pensi che si stia dedicando troppo spazio a questa cosa mi ritiro in buon ordine, non è assolutamente mia intenzione essere molesto.

          • E comunque non ho dato dello zotico a nessuno. Certamente siete più eccellenti voi wuminghi nel vostro campo che non io nel mio.

            • Guarda, se uno ci fa notare che purtroppo siamo ignoranti in una materia in cui lo siamo senz’altro, mica ce la prendiamo. Io di elettromagnetismo non so un bel niente e a Niscemi ci ho dormito una notte soltanto. Quello che però per me resta inaccettabile è la supposizione che siano ignoranti (zotiche) le persone che da tempo si occupano di una data questione sul territorio e sollevano un problema *nei suoi vari aspetti*.

              • Se per i “vari aspetti” intendi gli aspetti politici allora siamo d’accordo e l’ho detto fin dall’inizio, al limite non siamo d’accordo su quanto questi siano preponderanti nella comunicazione rispetto al tema della nocività del muos, o peggio rilevanti ai fini dei vari ricorsi al tar, ma credo che possiamo tutti accettare questa diversità di percezione senza ulteriori approfondimenti.

                Se invece intendi che il tema *pericolosità delle parabole* è soggetto di vari punti di vista equalmente validi dovuti alla complessità della situazione allora mi spiace, ma non è così. Non è una mancanza di rispetto, sono formule, è matematica, non opinioni. Non so se è ignoranza o forse una sorta di strano effetto bandwagon, però chi sostiene che quelle parabole possano essere più pericolose di una normalissima antenna di rete mobile (in realtà molto di meno) si sbaglia.

  16. Non voglio difendere né uno né gli altri, ma credo di capire cosa voglia dire Unit, credo…
    Un minimo di competenze scientifiche le ho, ma cmq non abbastanza in questo settore da potere, con certezza quasi assoluta (visto che parliamo di scienza), schierarmi a favore o contro.
    Correggimi se sbaglio Unit, ma penso che tu ti stia “lamentando” del fatto che in Italia troppo spesso si urli “al fuoco” anche quando non ci sono fiamme in vista. Ora, ripeto, non avendo approfondito il caso in questione non posso dire chi secondo me abbia torto o ragione, ma in termini generali, ovvero se si parla dell’ignoranza “sociale-scientifica” (conio questo termine, forse errato non so, per indicare il comportamento del popolo nei confronti della scienza) seguita dall’ostentato moralismo e buonismo tipico del nostro popolo che vive e si nutre di ipocrisia, bè allora in questo senso mi schiero con Unit, sempre se intedeva questo.
    Non fraintendetemi, io sono una Naturalista (di laurea e di “vocazione”), sono la prima a difendere l’ambiente, e di sicuro vedere degli antennoni che (innocui o meno) rovinano il paesaggio naturale mi fa storcere il naso, per non dire altro. Ma credo che il problema qui, così come in tanti altri casi, sia ancora più a monte, e riguardi appunto il popolo italiano e il suo comportamento nei riguardi di qualsiasi cosa, in questo caso l’ambiente (non per l’ambiente in sé, ci mancherebbe! Ma per la vita dell’Uomo in quel territorio! Ma è un’altra storia…)
    Da una parte abbiamo le persone “comuni” che parlano senza fondamenti di nessun genere (ma finché toccano casa loro bisogna parlare, poi magari sono i primi a creare danno all’ambiente in altro modo, ma anche questa è un’altra storia…); dall’altra abbiamo i politici & co. che non dicono mai le cose come stanno per tirare l’acqua al loro mulino. Quindi si innesca inevitabilmente un ciclo continuo in cui i popolani saltano per ogni cosa (fondata o no) insieme a coloro che li fanno saltare senza dare alcuna spiegazione. Perché, diciamocelo, in Italia se ti schieri dalla parte del popolo sempre e comunque (anche quando potrebbe avere torto) non ci fai una bella figura.
    Quindi, in sostanza, penso che molto spesso succeda questo: bisogna seguire e supportare l’allarmismo, che ci siano prove o meno (e se non ci sono le creriamo… ripeto non so se è questo il caso, parlo in generale), per andare avanti in questo clima di buonismo ostentato.

    • Prescindendo dal caso in oggetto (il Muos) e basandoci su quel che supponiamo Unit volesse dire, rischiamo di scendere una china di generalizzazioni, vaghezze e caricature, dimenticando che il Muos è una macchina di morte, come efficacemente spiegato da Mazzeo nel link proposto sopra. Il punto è che qui si parlava proprio del Muos, e le contestazioni di Unit riguardavano il Muos.

      Ma anche accettando il piano della generalizzazione, devo dire che la mia esperienza concreta e quel po’ di conoscenza che ho accumulato negli anni riguardo alle lotte contro Grandi Opere Inutili, ecomostri, progetti assurdi et similia mi portano a ritenere inverosimile il quadro che descrivi, un quadro dove “i popolani saltano per ogni cosa insieme a coloro che li fanno saltare senza dare alcuna spiegazione”. Questa è una visione che deve molto a come i media (i cui padroni economici e politici hanno spesso le mani in pasta nei progetti contestati) distorcono la realtà. Ma se uno passa oltre la lente deformante, subito si imbatte in movimenti dove la competenza tecnico-scientifica media è superiore a quella di molti sedicenti “esperti” che si esprimono, e di spiegazioni, e analisi, e rapporti, e perizie e controperizie se ne producono a iosa. L’esempio dei No Tav in Val di Susa è sempre il primo che viene in mente, ma non è affatto l’unico. Quasi sempre quei movimenti e comitati si avvalgono della consulenza e partecipazione di tecnici e scienziati, le cui competenze si agganciano ai saperi concreti, all’autoformazione, e diventano “carne e sangue” delle lotte.

      E magari in Italia si “saltasse per ogni cosa”! La verità è che la stragrande maggioranza dei progetti più devastanti passa incontrando meno dell’1% della resistenza che meriterebbe. Di solito, le conseguenze sono terribili, e solo allora la maggioranza se ne lamenta.

      Qui su Giap abbiamo parlato più volte della linea AV Firenze-Bologna e di come l’ecosistema e molte risorse di quella parte di Appennino toscoemiliano siano stati irrimediabilmente rovinati: frane, falde acquifere prosciugate, fiumi deviati, paesi rimasti senz’acqua, smaltimento abusivo di fanghi tossici etc. Ci sono stati processi e condanne, ma ormai era tardi.
      Ebbene, quelle conseguenze erano state previste per filo e per segno dai minoritarissimi, donchisciotteschi comitati che avevano provato a opporsi, cagati zero dalle istituzioni e dal resto della cittadinanza. Le istituzioni e le mega-aziende coinvolte minimizzavano, rassicuravano, dicevano “Lasciate fare a noi, siamo noi quelli competenti, voi non ci capite nulla, che roba, contessa, anche il popolino vuole esprimersi su aspetti scientifici, proprio in Italia dove nessuno ne sa niente!”.
      Il risultato si è visto.
      Da quale parte stanno davvero le competenze, in casi come questo, che sono frequentissimi?

      Ai No Tav, lo abbiamo detto più volte, va dato il grande merito di aver fermato – o almeno significativamente rallentato – la Grande Opera Inutile per il tempo necessario a far emergere nel dibattito pubblico le mille perplessità e magagne e schifezze del progetto. In molti altri casi, tutti i giorni, questo non si riesce a farlo, i progetti vengono realizzati, e solo dopo “i popolani saltano”.

    • Descrivere “il popolo”, “la gente” come affetto da sindrome Nimby o Banana o Nope, e quindi contrario in larga maggioranza alle Grandi Opere di qualunque tipo, è una vera e propria narrazione tossica, direi quasi un caso di studio.
      Una narrazione che nasce da diverse strategie retoriche, effetti di framing e bias cognitivi. Ne indico alcuni e invito i giapster ad allungare la lista.
      1) In primo luogo l’enfasi mediatica, il sensazionalismo. Lo stesso che ti portrebbe a credere che la maggioranza delle violenze sulle donne avvengono in una strada buia e non tra le mura domestiche. O che gli incidenti aerei siano più frequenti di quelli stradali. O che i delinquenti stranieri sono più degli italiani.
      2) Poi un errore logico e di prospettiva: giacché le lotte sui territori contro le Grandi Opere sono in costante aumento, allora significa che tali lotte coinvolgono un gran numero di cittadini. Il che è senz’altro vero a livello planetario, ma non a livello locale (la somma degli attivisti coinvolti in queste lotte in tutto il mondo è senz’altro considerevole, ma il numero degli attivisti in un singolo territorio può essere minuscolo, minoritario e marginalizzato).
      3) Un errore di valutazione, dovuto alla grande disponibilità di esempi che sembrano confermare la tesi: può darsi infatti che al bar del paese tu possa raccogliere molte opinioni contrarie al nuovo progetto XY, ma da qui a diventare attivisti ci passa un mare. Proprio ieri sera, a margine del concerto del Wu Ming Contingent a Soleto (LE), ho scambiato due parole con alcuni militanti del comitato No Tap (contro il passaggio di un gasdotto attraverso il Salento). E mi dicevano che, per quanto l’Opera non raccolga grandi simpatie tra la popolazione locale, la stragrande maggioranza dei cittadini pensa che protestare sia inutile, che “tanto ormai lo fanno comunque”. Risultato: il comitato può contare su una decina di persone impegnate e sul coinvolgimento di circa 400 individui in un’area che conta circa 50mila abitanti.
      4) Quella che gli inglesi chiamano “availability cascade”: ovvero una credenza collettiva che acquista sempre più plausibilità per il solo fatto di sentirla ripetere nel discorso pubblico (“La gente è per principio contraria alle grandi opere”, “Ormai non puoi più costruire nulla che subito nasce un comitato (magari, dico io. Sarebbe un esempio di sindrome democratica, altro che Nimby).
      5) L’effetto metonimia: la Val Susa che si sovrappone a tutta l’Italia e il movimento No Tav che vale per tutti i movimenti di questo tipo, con l’errata conclusione che tali movimenti abbiano grande capacità di mobilitazione.
      6) Un errore nell’attribuire le cause: siccome il tal comitato è riuscitato a fermare la tale Opera, o a far cambiare il progetto, allora “La cittadinanza attiva ha vinto”, “i cittadini hanno ottenuto il loro obiettivo”. Frasi come queste generano l’impressione che dietro il comitato ci fossero le masse e che questo appoggio popolare sia stata la chiave della vittoria, quando invece si tratta spesso di poche persone, che grazie alla competenza, e non al numero, riescono a bloccare un progetto facendo osservazioni pertinenti e non trascurabili in sede di autorizzazione.

      • Wm2 – ti do ragione solo in parte. Tu segnali come peculiare il movimento notav, dicendo che molto spesso i movimenti altrove sono meno partecipati, meno di massa, e che quindi i loro meccanismi sono diversi, magari più legati a comitati tecnico/scientifici. Questo sarà vero per alcuni, ma non per tutti. Le lotte popolari sono sempre più legate tra loro: a Niscemi ci son persone che vengono anche qui in valsusa, o a Vicenza o a Venezia. Ci sono attivisti che lottano qui contro il tav e in Francia contro il nuovo aereoporto di Notredame e nei campeggi notav ho visto attivisti tedeschi che combattono lo stuggart21 . Da ormai un decennio le diverse realtà di lotta tentano di contaminarsi, di far fronte comune, soprattutto quelle che combattono contro imposizioni forti , dove non basterebbe un’analisi di laboratorio a a far desistere la controparte. Forse questo è più vero qui (valsusa e Torino )che altrove, ma credo che la consapevolezza del condividere valori e rivendicazioni sia il dato saliente di questi “nuovi” movimenti:

        • Avvicinare territori distanti, puntando sugli elementi in comune che hanno le forme di opposizione ai Grandi Appalti, è un passaggio politico fondamentale. Come ho già scritto altrove, da gennaio comincerò a coordinare un laboratorio di scrittura collettiva dove 5 comitati (dalla Val Susa al Salento) cercheranno di raccontare le somiglianze che legano battaglie apparentemente molto diverse.
          Tuttavia, ciò non toglie che la dimensione e il peso sociale di alcuni movimenti possa falsare la percezione che si ha di certe mobilitazioni.
          Aggiungo all’elenco precedente, sulla retorica della narrazione tossica “la gente non vuole le Grandi Opere”, un importante effetto di framing:
          7) Se il proliferare di movimenti contrari a Grandi Opere viene incorniciato come “al giorno d’oggi el pueblo è affetto da sindrome Banana (“built absolutely nothing anywhere near anything”), allora si produce l’impressione che la stragrande maggioranza delle persone appoggi attivamente lotte, comitati, manifestazioni di protesta e che ormai il vero atteggiamento ribelle sia quello di appoggiare certi progetti. Se invece la si incornicia come “al giorno d’oggi le agenzie che promuovono Grandi Opere non sono più capaci di guadagnarsi il consenso e di affrontare eventuali contrarietà in maniera democratica” ecco che l’effetto “pueblo unido” si stempera, perché il focus non è più sulla gente, che un bel giorno s’è scegliata e ha deciso che certe opere non si dovevano più fare. Il focus si sposta su chi gestisce quelle opere, su chi le propone e le progetta, sul gap democratico e legale che queste comportano, indipendentemente dagli umori e dalle sindromi delle persone.

          • Bella iniziativa! Se è possibile mi piacerebbe, nei limiti delle mie possibilità letterarie e di tempo, parteciparvi. Ovviamente se è un laboratorio aperto a profani della letteratura, io scrivo solo teatro e canzoni

            • È un laboratorio chiuso, organizzato dall’associazione Re:Common, che ha selezionato anche i 6 comitati che parteciperanno (dalla Val Susa vengono Spinta dal Bass e Presidio Europa). Il testo dovrebbe diventare un reading concerto e forse anche un libretto. Se ne riparlerà qui su Giap.

              • Allora resterò attento spettatore…vi segnalo, qualora vi fosse d’aiuto, che nel salentino è molto attivo il csa buco1996, soprattutto su iniziative letterarie (io scrivo articoli notav sul loro mensile), credo che se occorresse un luogo fisico in zona, o aiuto d’altro tipo, sarebbero ben disposti

  17. Ripropongo qui il link già proposto da Minciunaria in una ramificazione sopra, per renderlo più visibile, visto che mi sembra un importante contributo alla discussione:
    IL MUOS DI NISCEMI COME MACCHINA DI GUERRA
    http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/2013/10/il-muos-di-niscemi-strumento-di-guerra.html

  18. Sono un militante di Officina Rebelde e volevo fare un’appunto ad Unit, che invito ad informarsi meglio prima di prendere parola sul merito di vertenze territoriali che non conosce di persona. Dico di persona perché il merito scientifico di queste questioni è talmente complicato dalla questione della reperibilità di canali indipendenti di informazione che è comprensibile che il grande pubblico nutra dei dubbi riguardo la nocività delle 42 (in realtà pare che siano 46) antenne NRTF, operanti dal 1992, della base di Contrada Ulmo a Niscemi. Ora, prendendo come parametro di riferimento, ad esempio, la legge Italiana, e precisamente la legge quadro 36/2001 ci accorgiamo che il “valore di attenzione” fissato da detta legge e non da noi siciliani incazzati è di 6/vm. Peccato che le rilevazioni svolte all'”ESTERNO” della base di contrada Ulmo da fonti indipendenti siano arrivate a registrare un valore di 36/vm e cioè circa superiore di 6 VOLTE la soglia d’attenzione fissata dalla legge italiana e di SESSANTA volte la soglia di attenzione suggerita dall’Unione Europea che con la risoluzione 27 -5-2011 e con altre prese di posizione invitava i paesi membri a portare la soglia a 0,6/Vm. Ora, onde evitare la domanda successiva e cioè quella sulle fonti, posso dire subito che la fonte di questa rilevazione è il Professor Falciglia accademico non no muos ma forse addirittura “pro muos” della università di Catania intervenuto ad un dibattito organizzato da militanti di Officina Rebelde e dal Collettivo di Fisica e quindi fonte quanto mai imparziale. Se qualcuno vuole, posso passargli pure le slide delle misurazioni. Quello che voglio sottolineare è che queste rilevazioni sono “esterne” alla base poichè non è possibile entrare all’interno di essa per effettuarle e quindi non è possibile, come la legge vorrebbe, entrare dentro la base ed effettuarle quando le antenne sono a piena potenza come dovrebbero in realtà essere effettuate a norma di legge. Questo vuol dire che se un dato di un campionamento preso a cazzo da come risultato 36 Vm, un dato rilevato con l’impianto a piena potenza, come ad esempio per operazioni militari internazionali, è probabile sia superiore non solo alla soglia di attenzione ma pure a quella imperativamente vietata. Vorrei rendere noto a chi non lo sapesse che la base sorge nei pressi di una zona dove la gente vive e lavora, tanto è che molti contadini diventati no muos hanno case, terreni e campi confinanti. Spero che tra i commentatori di questo sito non aleggi il pregiudizio, come uno potrebbe pensare, secondo il quale noi siciliani siamo gente “ignorante” che si mobilita senza avere cognizione di causa perché confesso che argomentazioni del genere mi rendono molto irritabile. Se avessi tempo mi dilungherei, ma spero che questo breve accenno basti a risolvere il dibattito sull’ATTUALE dannosità della base. Fermo restando che per quello che riguarda tutti noi No Muos essa andrebbe smantellata a prescindere per il valore di strumento bellico americano che essa contiene.

    Saluti Rebeldi

    • Credo che Enjorlas (non a caso uno che vive la lotta No Muos) abbia centrato il punto fondamentale: l’accesso alle informazioni, a tutte le informazioni necessarie.

      Infatti, nessun approccio scientifico (come pretende di fare Unit) e nessuna conclusione sono possibili senza l’accesso a tutte le informazioni.

      E per questo che la totale trasparenza di accesso ai dati è tra le prime rivendicazione che fanno i comitati che lottano in difesa dei vari territori.

    • Prima di irritarti forse è meglio che tu legga meglio quello che ho scritto. Più sopra ho detto chiaramente che se l’attuale installazione supera i limiti di legge questo va sanato. Tutto il dibattito èsulle antenne nuove, in particolare sulle paraboliche ENORMI. Detto questo se wm1 è d’accordo, ma non credo, possiamo anche discutere dell’attuale installazione, se c’è da discutere, magari violano i limiti e non c’è niente da dire. Comunque mi farebbe piacere avere le slide, se possibile, la mail è unitxx at gmail.com grazie.

    • Ah, e sono Volt su metro, V/m . Non Vm o /Vm. E 36 V/m è 36 volte più intenso di 6, perché quello che conta è la potenza, che va come il quadrato del campo. Quindi il limite è sforato di brutto. Magari approfittane per scoprire quanti V/m è intenso il campo di uno smartphone a 5 cm.Così ti fai un idea di quanti sono 6V/m.

      • Benissimo, ho richiesto al collettivo di Fisica il materiale della conferenza, nel frattempo ti invio questa comunicazione ufficiale ARPA (ente di rilevazione) che dice che le emissioni della base campionate erano sopra i limiti di soglia:

        http://www.nomuos.org/documents/monitoraggio_ARPA_2012-2013_in_continua.pdf

        Con la differenza che queste misurazioni erano persino annunciate, a differenza di quelle di Falciglia (sicuramente non un No Muos come Zucchetti ma sicuramente indipendente anche rispetto ad americani e similia) che sono arrivate all’improvviso e quindi evidentemente hanno pizzicato le Nrtf in normale attività e quindi mentre sforavano ANCORA di più il limite dei 6Vm

        • Sì, avevo cognizione che V/m stesse a Volt su metro. Effettivamente, non avendo formazione scientifica ma solo militante, non sapevo quello che tu dici ora e cioè che lo sforamento di questa grandezza è ancora ulteriore a quello che io immaginavo. Ne prendo positivamente atto e cioè negativamente poiché peggiora le mie peggiori ipotesi. Riguardo al discorso degli Smartphone non dubito che essi siano dannosi, solo che puoi non averli, spegnerli, lasciarli a casa, non darli ad anziani e-o bambini. Così è come se al centro di una contrada abitata ci fosse un enorme smartphone acceso h24, che la gente voglia o no. E se non è invasivo e pericoloso questo….

        • Ciao,

          a meno che per stanchezza mi sia rincitrullito (può essere) le misure che hai indicato non superano il valore di soglia. Il valore rilevato continuativamente mi sembra leggermente sotto i 7 V/m. Nel range UHF (quello delle antenne) l’apparecchio di misura ha una incertezza di +/- 15%. 7 – 0.15*7= 7 – 1.05 = 5.95. Dato che stiamo parlando di limiti legali credo (ma solo credo) che l’incertezza vada usata così, cioè per avere superamento si deve essere ragionevolmente certi che la misura sia reale, quindi si prende l’estremo inferiore. Se non ricordo male negli autovelox è così. Magari prova a chiedere a qualche avvocato. Tutto questo trascurando il fatto che anche 7 V/m non fanno un bel nulla, ma sono d’accordo con te che la legge è legge e questi della marina USA devono rispettarla.

          Invece i 36 V/m mi sembrano parecchi (sempre non pericolosi, ma questa è una battaglia persa :( ), sono curioso di vedere come li hanno misurati, più che altro perchè mi sembra strano che riducano per 4 o 5 giorni la potenza delle antenne di 50 volte solo per non essere sgamati dall’ARPA. MA queste 42 antenne a che servono?

          • Allora: le antenne NRTF (Naval Radio Trasmitter Facility ) servono a dare ordini alle unità navali ed aeree americane in tutto il globo.
            Quindi funzionano a pieno regime in caso di guerra, ad esempio hanno avuto un gran ruolo nella recente guerra in Libia.
            Riguardo alle differenze delle misurazioni, Zucchetti, nella sua relazione, a pagina 4 ( leggi qui: http://blog.ilmanifesto.it/scienziato/files/2013/07/Relazione_ISPRA_ARPA.pdf), secondo me centra il motivo, assieme alla maggiore o minore intensità del periodo per le manovre belliche americane. E cioè che la base è enorme e quindi mentre vicino ad un’estremo si misurano tranquillamente 20-40 V/m, le centrali Arpa piazzate all’altro magari prendono valori diversi. Come vedi anche lui cita casi di rilevazioni Arpa che han dato risultati simili a quelle del Prof Falciglia. Riguardo al Muos in quanto tale, rimanendo solo a parlare di danno per la salute, esso dovrebbe essere meno dannoso delle antenne NRTF visto che dovrebbe essere puntato verso un satellite e non irradiare tutt’attorno. Ma i nostri esperti, come Mazzeo, sostengono che non viene a sostituire le NRTF ma ad integrarle in un unico sistema di comunicazione. Oltretutto i supporti del MUOS sono basculanti, quindi niente assicura che il puntamento dei paraboloni rimanga sempre lo stesso.

            • Prima di tutto vi consiglio vivamente di prendere ogni cosa che scrive Zucchetti e dargli fuoco: ogni volta che rileggo la sua relazione ci trovo errori di ogni genere. E’ un enorme boomerang. Nello specifico a pagina 4 dice che le misurazioni a cui fai riferimento sono di emissioni a 46 kHz. La normativa dei 6 V/m si applica oltre i 100 kHz, perchè sotto quella frequenza il corpo umano assorbe pochissimo, le onde hanno lunghezze d’onda di chilometri, in pratica ti scavalcano senza vederti minimamente.
              Per dire a 50 Hz (senza il chilo) la normativa impone una soglia a 5000 V/m, che per il discorso dei quadrati di cui ti dicevo è un milione di volte più alta di 6 V/m!

              Ti chiedevo a cosa servono le antenne nrtf proprio per questo, non è che sono antenne LF, e hanno frequenza sotto i 100kHz? Se servono per comunicare a grande distanza credo proprio che sia così (possiamo averne conferma?) e in tal caso non si applica il limite di 6 V/m, che già a 100kHz è molto conservativo. Forse Falciglia ha misurato anche lui i valori che mi dicevi sotto i 100 kHz ed è stato frainteso?

            • http://www.arpa.veneto.it/agenti_fisici/docs/rni/DPCM_8luglio2003_RF.pdf pag.27. Il limite a 46 kHz è di 60 V/m, che secondo me è già bello stretto. Con questo abbiamo archiviato Zucchetti, ma non avevo dubbi. Sono invece curioso di conoscere le misure di Falciglia, che mi sembra uno serio.

              • In realtà, dalla panoramica che emerge a pagina 2 della relazione del Politecnico di Torino ( http://staff.polito.it/massimo.zucchetti/RelazionRischiAssociatiRealizzazioneMUOS1.pdf) si evince della lunghezza d’onda della stragrande maggioranza delle antenne che essa è compresa tra i 10 e 100 metri.

              • Non so, Falciglia ha il mio affetto quanto Zucchetti il tuo, (alla fine dell’iniziativa litigammo, con grande imbarazzo dei compagni di Fisica) ma ci parlò della misurazione che aveva fatto come della più grande che avesse mai rilevato. E tra le slide della conferenza inserì una foto di se medesimo che reggeva il misuratore. Non credo che un “pro muos” avrebbe parlato con tali termini di una rilevazione effettuata sotto i 100 Khz, visto e considerato che come lui stesso va decantando misurare l’elettromagnetismo è il suo specifico campo. Più che altro il suo discorso era: “il MUOS non fa male, le NRTF sì, ma stanno lì dal 1992 e non vi siete mai lamentati prima….in fondo è come stare in un ambiente pieno di cellulari….etc etc etc….”

                P.S. sei sicuro di non essere tu Falciglia?

              • Hmmm ok, quindi la misura dell’ARPA citata da Zucchetti spunta fuori dall’unica antenna LF. Quella componente non è fuori legge e non fa male, o per lo meno non mi sembra ci siano misure che dicono il contrario, che dovrebbero rilevare campi a quella frequenza oltre i 60 e/V.
                Rimane da capire quanto emettono le antenne HF.
                Falciglia l’ho sentito nominare per la prima volta da te ieri, io adesso lavoro principalmente nell’informatica (purtroppo), se diciamo cose simili è perchè è così che funziona in scienza con le teorie conosciute :) .

                Non avevo capito che Falciglia avesse partecipato direttamente al tuo convegno, pensavo che aveste usato sue misure senza la sua presenza. A questo punto effettivamente è improbabile che abbia misurato sotto i 100 kHz. Ma non potete usare le sue misure per tirare giù le NRTF? Secondo me non fanno male comunque, però sono oltre il limite di legge di parecchio, è ragionevole volersi tutelare.

                P.S. i paraboloni però continuano a essere innocui :)

              • Ti ho inviato le slide. Come no? Falciglia fù la star di un’iniziativa convocata da NOI. Volevo morire, per la figura fatta con l’estrema sinistra Catanese. Ma, a salvare la giornata, intervenne quella rilevazione che comunque era indipendente ed in quanto tale diceva molto di più di quelle perennemente annunciate agli americani dall’arpa. Il bello è che il Prof ha convocato un’altra iniziativa per il 9 con lo stesso tema e ha chiesto la nostra presenza espressamente…e i Rebeldi di Fisica insistono pure per che ci si vada….mi toccherà bere del Valium prima e dopo l’iniziativa…

              • Ho visto, però non si capisce che conclusioni ne tragga da quella misura, anche se mi sa che sono le antenne HF. Ti da fastidio se provo a mandare una mail direttamente a Falciglia?

              • Mandala pure: ti dirà che è una misurazione eccezionalmente elevata ma senza le onde elettromagnetiche non avremmo il nostro benessere, nemmeno i nostri cellulari, etceteras etceteras…
                Poi rinviami la risposta, magari. Magari d’ora in poi parliamo in privato, visto che abbiamo intasato un forum.

  19. Benissimo, ho richiesto al collettivo di Fisica il materiale della conferenza, nel frattempo ti invio questa comunicazione ufficiale ARPA (ente di rilevazione) che dice che le emissioni della base campionate erano sopra i limiti di soglia:

    http://www.nomuos.org/documents/monitoraggio_ARPA_2012-2013_in_continua.pdf

    Con la differenza che queste misurazioni erano persino annunciate, a differenza di quelle di Falciglia (sicuramente non un No Muos come Zucchetti ma sicuramente indipendente anche rispetto ad americani e similia) che sono arrivate all’improvviso e quindi evidentemente hanno pizzicato le Nrtf in normale attività e quindi mentre sforavano ANCORA di più il limite dei 6Vm.

  20. Ho scritto a Zucchetti segnalando la discussione.

  21. [“Infine potrebbe apparire un po’ forzata l’ostentazione di abitanti scuri di pelle, di origine afro e Maori, a Pontelagolungo. Ma è la licenza del regista che giustamente immagina e rappresenta l’umanità meticcia di oggi, con un’iniezione del suo paese natale. Why not?”]

    Da umile grande amante di Tolkien ho trovato semplicemente fuori luogo l’inserimento di comparse di colore nelle scene che ritraggono la popolazione di Esgaroth.

    In ogni caso temo che, se Jackson si è concesso questa licenza, non l’abbia fatto obbedendo a chissà quale sua personalissima poetica, ma solo per pararsi il culo dopo questo episodio di presunta discriminazione razziale operata da parte della produzione de LO Hobbit ai danni di aspiranti comparse di colore presentatesi a suo tempo ai provini:

    http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/hobbit-licenziato-agente-per-razzismo-660501/

    insomma una squallida operazioncina di facciata atta a smarcarsi dalle accuse di razzismo nella selezione del cast.

    • Non sapevo nulla di questa storia. Della serie: gli incartamenti del politicamente corretto. Tuttavia l’episodio che riporti sembrerebbe riferirsi al casting per Hobbiton, dove in effetti Jackson non ha introdotto hobbit di pelle scura (restando quindi filologico). Le comparse di origine africana o Maori si trovano a Esgaroth (Pontelagolungo), cioè nella società degli uomini di taglia superiore, rispetto alla quale personalmente trovo meno forzosa la licenza poetica. E’ un po’ come se il regista ci stesse dicendo che quella società umana potrebbe essere quella di oggi. Interpretazione sua, magari dettata dai motivi che dici tu (probabile, direi), ma la società di oggi è appunto quella dove bisogna fare i conti con il politicamente corretto… :-)

  22. Ecco la risposta di Zucchetti:

    Questo signore dovrebbe leggersi il nostro Rapporto definitivo, che sono sicuro ignora:
    https://drive.google.com/file/d/0B4zoX5HeBQpgUElyUGhNS0t0SlU/edit?usp=sharing
    dove gli autori sono nove, e non uno. E dove tutti i suoi dubbi vengono fugati.
    E’ 155 pagine: postategli pure i link, se volete. Sta polemizzando su roba vecchia.

    O anche, se sa l’inglese, i nostri articoli scientifici su rivista internazionale
    https://drive.google.com/file/d/0B4zoX5HeBQpgUElyUGhNS0t0SlU/edit?usp=sharing

    ***************************************************
    Massimo Zucchetti, PhD
    Professor of Nuclear Power Plants
    DENERG – Politecnico di Torino
    Corso Duca degli Abruzzi 24 – 10129 Torino
    Tel./Fax +39 – 011 – 090.4464/4499
    email: massimo.zucchetti@polito.it
    http://staff.polito.it/massimo.zucchetti/
    Research affiliate, MIT – USA, zucchett@mit.edu
    ***************************************************

    • Bah, mi sono limitato a (ri-)leggere la parte che riguarda le antenne LF, più che altro perchè mi sembra che con Enjorlas si possa discutere. In pratica fa tutto un pippone in cui dice : “La componente elettrica LF rilevata il 26/1/2009 è risultata molto intensa nella zona di Contrada Ulmo (da 22 a 5 V/m)”.

      Come molto intensa? ma il limite di legge a quelle frequenze non è più alto?

      ” ma, per quanto riguarda le emissioni a 46 KHz, fissa solo un limite di sicurezza per gli effetti acuti (a 87 V/m,”

      in realtà a me sembra a 60, ma potrei sbagliarmi. Vabbè, quindi? non erano molto alte le misure e non erano sopra al limite di legge… Ma:

      “costanti le loro soglie di sicurezza per gli effetti acuti in questo intervallo di frequenze. Di conseguenza valutiamo che, sulla base delle considerazioni fatte, si debba adottare per le emissioni alla frequenza di 46 KHz, il medesimo valore di attenzione di 6 V/m per la componente elettrica,”

      Quindi in pratica se la canta e se la suona da solo. Il limite (che dovrebbe essere di legge) l’ha “valutato” lui. Buffo tra l’altro che citi l’ICNIRP nella sua “valutazione”, quando lo stesso ICNIRP propone soglie dieci volte più grandi nel range 100kHz in su. In pratica quando fa comodo cita l’ICNIRP, quando no fa finta di niente.

      Vabbè, non credo sia una persona con cui si può discutere. Se volete approfondisco, comunque rimango della mia idea sulle parabole. Invece sull’installazione attuale, se Farciglia conferma le sue misure, probabilmente c’è qualcosa che non va in termini di legge. Ma non a 46 kHz, lo dico ai rebeldi perchè evitino di dire cose inesatte.

      • Noi quello che dovevamo fare per garantire il confronto e il pieno dispiegamento della discussione lo abbiamo fatto. Abbiamo anche informato la persona che più veniva tirata in ballo nel thread, e pubblicato i link che ci ha spedito. Direi che su quest’aspetto ci si può fermare qui. Giap non può diventare l’OK Corral dove si sfidano Unit e Zucchetti. Grazie a tutt* e bona lé.

  23. Non so forse è come dite voi e il “saltare” per nulla è molto opera dei media. Ma io vedo, purtroppo, molto spesso cose che si basano sul nulla per cui in automatico (anche se sbagliando a questo punto) viene da generalizzare.
    Lo stesso succede ad es. con gli ambientalisti di cui si fa di tutta un’erba un fascio, e io stessa me ne vergogno perché, nonostante io mi comporti in maniera totalmente diversa, mi rendo conto del perché ci sia un’opinione malsana a riguardo.
    Penso appunto ci sia una mala informazione, nutrita anche da persone che non fanno proprio il gioco pulito, che insieme portano a grande confusione ed errori di giudizio, mio per primo evidentemente.
    Grazie per le informazioni.

  24. @ unit.
    Sembri molto preparato sul tema, e ti dici frustrato di non riuscire a farti capire da chi esperto non è.
    Ma mi sembra che tu abbia trascurato un dettaglio.
    Da profano mi limito a farti notare che nel raggio di cinquanta chilometri dal MUOS ci sono tre aeroporti (Comiso, Catania e la base di Sigonella).
    E’ possibile che le onde delle antenne possano incidere sul traffico aereo? Addirittura sembrerebbe che l’ENAV (non certo un centro sociale comunista) temendo interferenze, possa modificare alcune procedure di volo da e per Comiso
    cito testualmente:
    ” l’Enav ritiene opportuno, per evitare interferenze, la modifica di almeno due delle procedure di volo strumentalmente assistito per evitare potenziali problemi (SID OBAXU 5A ed ENEPA 5A). ”
    il link che ne parla è questo:

    http://www.greenreport.it/news/inquinamenti/muos-i-comitati-dopo-il-via-libera-la-giunta-crocetta-ha-tradito-la-sicilia/

    Caro unit, magari tu sarai esperto, ma col tono saccente che usi sembri piuttosto un semplice detrattore dei NOMUOS, venuto qui a intorbidire le acque. ma questa è solo la mia impressione, sono certo che saprai spiegare meglio dell’ENAV come il MUOS non sia per niente pericoloso per il traffico aereo, anzi magari sarà pure positivo.
    (come Zichichi che diceva che il MUOS farebbe bene alla salute..)
    Per chiudere vi mando un link su un articolo che racconta della pacifica occupazione della base di Niscemi avvenuta nell’agosto 2013, un evento storico che è stato praticamente ignorato da tutti i quotidiani (tranne il manifesto)

    http://ilfiumeoreto.wordpress.com/2013/08/11/cronache-nomuos-cu-minghia-navia-a-ddiri-ovvero-la-breccia-di-niscemi-e-la-pacifica-occupazione-di-una-base-americana/

    saluti!

    • Con grande sforzo metto da parte le inutili polemiche e ti rispondo sul punto, che già così mi sembra di abusare dello spazio di questo post, e non escludo comunque di finire sotto giudizio di S.J.

      L’articolo che tu stesso citi sembrerebbe contraddirti : “L’Avvocatura dello Stato ha presentato un nuovo studio dell’Enav che esclude interferenze strumentali del Muos con le operazioni di volo nel vicino aeroporto di Comiso”, quindi vorrei vedere queste richieste di modifica alle rotte da dove spuntano, se esistono veramente e come sono motivate (http://www.enav.it/enavWebPortalStatic/AIP/AD/AD2/ADPCB6-1.pdf ), che i cazzari che citano documenti e misure a casaccio in questa storia abbondano. Tra l’altro esiste un muos funzionante da 5 anni a 20km dall’aeroporto di honolulu. Ma lasciamo perdere.

      Lasciamo perdere perchè non sono un esperto di elettronica e sistemi di navigazione aerea, per cui per quello che ne so il muos potrebbe anche essere pericoloso per gli aeroporti. Ciò non toglie che sicuramente non è pericoloso per la salute pubblica: questa è e rimane una minchiata. Non toglie neanche che ancora non ho visto un *motivo* per cui il muos dovrebbe essere pericoloso per gli aerei. Questo approccio di critica per il quale tutto fa brodo e a furia di sparare effetti a vanvera prima o poi forse ci si becca è *esattamente* il punto che sto contestando.

      In ogni caso, pur non avendo certezze in merito, sono scettico sulla possibile pericolosità per il traffico aereo. Ho diversi razionali (potenzialmente sbagliati, che sia chiaro), ma il più a te comprensibile rimane un tema energetico: queste antenne paraboliche hanno la potenza di un ferro da stiro (1,8 kW) . Se fossero veramente pericolose si potrebbe installare una parabola di qualche metro in una cascina, coprirla con qualche materiale trasparente a quelle frequenze, attaccare alla presa di casa un generatore a microonde e fare al tiro al piccione con gli aerei che vengono e vanno dall’aeroporto di malpensa seduti comodamente sul divano. Dovrei fare due conti per capire quanto dovrebbe essere larga l’antenna per avere effetti simili al MUOS da pochi km, ma sicuramente molto, molto meno di 20m. Quelli servono per comunicare con un satellite a centinaia di km di distanza.

      Tra l’altro hai letto molto male gli altri interventi, per i quali sembra che ci siano evidenze che l’attuale installazione (non il muos) superi i limiti di legge delle emissioni.
      Concentratevi sulle cose che hanno un senso al posto di fare confusione con le cazzate: le acque notoriamente si intorbidiscono quando ci butti merda dentro.

      • unit,
        grazie della risposta. magari ho portato dei link che ad un’attenta analisi potrebbero rivelarsi inesatti, e per questo ho chiesto a te che sembri preparato.
        Credo di aver capito il tuo discorso:
        tu dici che ci sono moltissimi validi motivi per opporsi con fermezza al MUOS, ma non bisogna accavallare a queste giuste ragioni altre non supportate da evidenza scientifica. D’accordissimo, ma la foga con cui porti avanti questa tesi mi ha fatto pensare che volessi “intorbidire le acque”, pratica comune sulla rete quando si parla di argomenti simili. Prendo atto che non è così.
        Quello che il movimento NOMUOS chiede è di fare tutti gli studi possibili per scongiurare la presenza di rischi per la salute e la sicurezza (qualora non fosse possibile scongiurare l’installazione delle antenne) visto che si tratta di un sistema di vasta portata così vicino a insediamenti umani.
        tu dici:
        “Ciò non toglie che sicuramente non è pericoloso per la salute pubblica: questa è e rimane una minchiata.”
        Io non ho le competenze per risponderti, ma qualora fosse vero rimane un mistero la relazione di Zucchetti, che le competenze le ha eccome. Tra l’altro tu stesso hai ammesso nei commenti sopra di non aver letto tutto il Rapporto definitivo, e hai affermato che “Invece sull’installazione attuale, se Farciglia conferma le sue misure, probabilmente c’è qualcosa che non va in termini di legge.”
        Il dubbio che tu volessi intorbidire le acque mi è venuto nel momento in cui la tua critica tendeva ad attribuire al movimento NOMUOS una componente di irrazionalità, quando tu stesso poi dici che “probabilmente c’è qualcosa che non va”.
        spero di essermi spiegato e di aver interpretato correttamente il tuo discorso.
        saluti!

        • Guarda, secondo me i moltissimi motivi per opporsi al muos sono in realtà uno solo: la ragione politica, sicuramente legittima e con diversi razionali condivisibili.

          Poi se vuoi possiamo aggiungere a discorso che l’attuale installazione (non il futuro muos) supera probabilmente di 50 volte il limite di legge. E’ ragionevole richiedere che il limite di legge sia rispettato. Però questo non significa che l’attuale installazione faccia male alla salute, e la dimostrazione è che lì da vent’anni, credo, e non ci sono evidenze epidemiologiche di effetti nefasti. Anzi si potrebbe forse dire che Niscemi è la dimostrazione che i limiti di legge sono troppo stringenti. Comunque, la legge è quella ed è ragionevole volerla far rispettare.

          Su Zucchetti non ho molto da dire se non che se uno ha tempo e voglia di leggersi quello che scrive ( e ho letto molto, anche sulla TAV) trova facilmente imprecisioni, errori e astuzie nascoste, preferibilmente nelle citazioni da altri documenti. Sulle ragioni di questa cosa non saprei dire.

  25. Volevo solo dire: grazie per Difendere la Terra di Mezzo. Me l’hanno regalato le mie figlie, che sono bibliofile e conoscono bene i miei gusti, e me l’ho letto durante le vacanze di Natale tornando indietro nel tempo: al tempo lontano dell’università, della mia tesi su Tolkien dal punto di vista ‘primarily linguistic in inspiration’ che pare così difficile da cogliere da parte di moltissimi.

    Dopo più di vent’anni, i testi di Tolkien vado volentieri a rileggerli, e parecchi li cito ancora a memoria in inglese. Le tesi espresse nel saggio mi trovano in totale accordo, soprattutto sul trattamento ingiustamente riservato a Tolkien in Italia, a partire dalla pessima traduzione e dallo stravolgimento di buona parte dei nomi – ma questo per me è un punto molto sensibile, dato che la mia tesi era proprio sull’onomastica nel Signore degli Anelli, e sui nomi che invece non ci sono, a partire dagli appellativi per Sauron.

    Lo ripeto: grazie. Vorrei avere il tempo di riprendere in mano il tutto, e approfondire molte cose, ma semplicemente questo tempo non c’è più.

    Rimane l’apprezzamento per un autore sui generis che ha creato un suo genere inarrivabile. Quanto ai film, ahimé, io sono purista all’estremo; ho visto quelli del Signore degli Anelli, apprezzando la resa ‘generale’ dell’atmosfera del libro, molto meno lo stravolgimento dei dettagli e di parecchi personaggi, Legolas soprattutto, chiaramente voluto per fare audience. Marito e figli hanno sopportato pazientemente le mie filippiche su questo.

    Lo Hobbit non sono nemmeno andata a vederlo, mi è bastato il fatto che da una sola opera perfettamente compiuta si voglia ricavare una trilogia. I figli, che comunque il libro l’hanno letto, sono andati a vederlo per conto loro e hanno apprezzato la spettacolarità, ma a me quella non basta.

  26. DLTM non l’ho ancora letto, ma condivido tutto l’ahimé e ahimé molto di più sui film tratti dalla trilogia (quella vera) di cui tu scrivi. Non solo per questioni di purismo, ma poprio perché li trovo banali e mi sia perdonato, rispetto alla ricchezza dell’originale ben poco dotati di fantasia. Come scriveva Azdak commentando un altro post sulla trilogia filmica SdA, PJ fa vedere più tutta la produzione post tolkien e spesso epigona del fantasy (con tutta la sua indulgenza alla cupezza e allo splatter) e l’aria di un video gioco, di quanto non trasponga in cinema i toni variegatissimi del Signore degli Anelli. Passata la prima, bellissima scena della battaglia di Isildur (che nel libro non c’è, o è appena evocata, e quello sì poteva essere un buon approccio a un linguaggio filmico diverso da quello scritto), ahimé è stato pure il mio ritornello. La povertà di approccio salta agli occhi secondo me soprattutto nella rappresentazione, o meglio mancata rappresentazione, del mondo elfico. Tu citavi Legolas, ma si potrebbe aggiungere Galadriel, immobilizzata sullo sfondo di quella scala elicoidale a lustrini che neanche la casa di Barbie anni’50 saprebbe eguagliare. Si fosse ispirato a Tarzan sarebbe stato già più smaliziato… Evidente che questa parte del mondo tolkeniano non gli interessa. Solo che è appena appena fondamentale nel libro a cui dichiara di ispirarsi fedelissimamente. (Ovvio che non lo sia più, però, se tagliando con l’accetta vogliamo far un filmone faraonico da realizzare e semplice da guardare, con l’eroe che sconfigge il male attraversando una congrua serie di scontri con indefiniti esseri cattivissimi.) Come non gli interessa Faramir, come Arwen e Eowyn sono giocate sulla mera necessità del politically correct decontestualizzato (e l’inserimento del personaggio femminile nello Hobbit parrebbe confermare l’abitudine), per non parlar del trucco facile facile e visto visto del quarto d’ora di calvalcata a pelo e con lo strascico senz’altro sforzo. Fammi con le cavalcate quello che Lee ha fatto con i duelli, allora. O Lester all’epoca sua. Come non gli interessa tutto quello che è la natura (la rozzezza delle immagini dei fuochi rilanciati, o delle porte di Rauros). Lì dove la fantasia di J effettivamente si sveglia è nelle fucine d’Isengard, ma anche quei mostricini, quanto non sono perfetti per vellicare epidermicamente. Non parlo volutamente dei personaggi tagliati (Bombadil, guarda caso), inchiniamoci al discorso della differenza di linguaggi (pure su questo Azdak scriveva cose piuttosto interessanti). Anche se la mia impressione è che questa bendetta differenza, ovviamente reale, sia sostanzialmente tradotta in banalizzazione e smussamento della complessità e della forza di certe opere (un caso che resta in ambito inglese è secondo me quello del lodatissimo Ivory con Forster, specie Camera con vista). Un predigerito, insomma. Una cosa diversa han fatto Richardson con Tom Jones, o Kubrik con Barry Lindon, ma erano visioni a sostegno di tesi ben altrimenti complesse di quelle di J, appunto. Poi ovvio che se a qualcuno piace proprio quella visione mistico-oscura del fantasy (non fascista, sia chiaro), quell’accumulazione di mostricini vari e cattivissimi, il lavoro di J è la realizzazione perfetta, anche se un po’ terra terra a volte, delle sue fantasie visive…
    Quanto alla diffusione su altro mezzo che i film permettono, un amico, stupito, ha chiesto al mio compagno e a me, quando gli vantavamo sempre il SdA che in quel periodo ci (ri)leggevamo a alta voce a vicenda, di spiegargli perché avrebbe dovuto dedicarsi al libro da cui era stato tratto un simile dubbio film. Ma non dubito sia un caso raro :- P.

  27. Tornando IT, come sempre WM4 centra i problemi principali con la consueta acutezza… personalmente ho cercato di guardare il film da non-appassionato, cosa difficilissima, e comunque ho trovato di una noia mortale le infinite scene d’azione… quando poi il drago si è liberato in un secondo dell’oro liquido approntato in dieci minuti buoni dalla trappola dei nani, mi sono risvegliato dall’abbiocco solo per inveire contro registi e sceneggiatori. Che nessuna chieda a Hollywood un film sul Silmarillion, la prima trilogia ci aveva fatto sognare, ma da lo hobbit in poi… brrrr