Dall’ultimo speciale congiunto Point Lenana / Timira è trascorso un mese. E’ tempo di mettere in ordine i nuovi materiali (audio, recensioni, interviste e quant’altro) e proporre ai lettori una nuova scorribanda nel duplice “oggetto narrativo non-identificato”.
E’ anche tempo di pubblicare il calendario delle nuove presentazioni di Point Lenana.
La scelta di aprile 2014 come mese d’uscita de L’Armata dei Sonnambuli consente a Wu Ming 1 di programmare un’ultima coda di tour (de force), prolungare l’arco fino a congiungere un aprile all’altro (Point Lenana, lo ricordiamo, è arrivato in libreria il 30 aprile 2013, giorno del 43esimo compleanno di uno dei due autori) e protendersi fino a toccare l’ottantina di date. Speriamo che a quel punto sia già in libreria una terza edizione del libro.
What a long strange trip it’s been.
Dal giorno stesso in cui uscirà L’Armata dei Sonnambuli (presto comunicheremo la data precisa), WM1 smetterà di presentare Point Lenana, e l’intero collettivo Wu Ming si dedicherà a promuovere il romanzo scritto a ranghi completi.
E allora perché nel calendario in fondo a questo post ci sono anche date fissate a maggio?
Perché il reading/concerto Emilio Comici Blues, tratto da Point Lenana e non solo, continuerà a girare.
Ed è proprio da quest’ultimo progetto che, esaurite premesse e convenevoli, andiamo a incominciare.
Il reading sta prendendo forma, serata dopo serata. Aggiungiamo, riarrangiamo, riscriviamo, smontiamo e rimontiamo. Continueremo a “prendere appunti” dal vivo (vere e proprie prove aperte) anche nei primi quattro mesi del 2014. Lo spettacolo completo debutterà alla fine di maggio al Festival del Camminare di Bolzano.
Qui proponiamo tre esempi, tre lacerti audio dalle serate di Ronchi dei Partigiani (GO) e Schio (VI), svoltesi rispettivamente il 12 e 13 dicembre 2013.
A proposito: proprio stasera, domenica 26 gennaio 2014, eseguiremo Emilio Comici Blues al laboratorio occupato Morion di Venezia. Alle 19.
CAMERATA EMILIO
FUNAMBOLIQUE & WU MING 1 – CAMERATA EMILIO
Lo strano, controverso, sfaccettato rapporto tra Emilio Comici e il regime fascista.
Live alla Biblioteca civica di Ronchi, 12 dicembre 2013. Durata: 9’14”
Registrazione ambientale dal lato sinistro del palco.
FUNAMBOLIQUE & WU MING 1 – LE ALI DELL’ANGELO (PRIMA PARTE)
FUNAMBOLIQUE & WU MING 1 – LE ALI DELL’ANGELO (PRIMA PARTE)
Imprese alpinistiche e difficoltà esistenziali di Emilio Comici dal 1928 al 1932.
Live alla Biblioteca civica di Ronchi, 12 dicembre 2013. Durata: 10’18”
Registrazione ambientale dal lato sinistro del palco (normalmente la voce non “esce” così tanto).
FUNAMBOLIQUE & WU MING 1 – LA FALCIATA DELLA MORTE
FUNAMBOLIQUE & WU MING 1 – LA FALCIATA DELLA MORTE
Il giorno che Emilio Comici e Osiride Brovedani si trovarono sotto una frana.
Live al centro sociale autogestito “Arcadia” di Schio (VI), 13 dicembre 2013. Durata: 09’08”
I Funambolique sono:
Paolo Corsini – piano, Fender Rhodes, tastiere
Sebastiano Crepaldi – flauto traverso, flauti di varie parti del mondo
Luca Demicheli – basso elettrico, voce
Ermes Ghirardini – batteria
Per contatti, date etc. scrivere a funambolique AT yahoo.it
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Il prestigiatore, mentalista, «progettista di esperienze magiche» e storico dell’illusionismo Mariano Tomatis ha scritto e pubblicato sul suo blog una bella recensione di Point Lenana.
In cerca di elementi di “razionale meraviglioso”, lo sguardo di Tomatis ha portato alla luce “sottotesti” finora sfuggiti ai più, o meglio, percepiti solo sub limine.
MARIANO TOMATIS – UNA LETTURA MAGICA DI POINT LENANA
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LA FACCIA OSCURA DEGLI ALPINI
Il poeta e scrittore Lello Voce ha curato sul sito del progetto Autoanalfabeta uno speciale sul mito popolare degli Alpini, mito che si è imposto nell’immaginario nazionale durante e subito dopo la Grande guerra. Il corpo militare con la penna nera è comunemente associato a immagini di bonarietà e allegro cameratismo, ma ha anche una storia sporca di cui non si deve parlare, storia indisturbata al crocevia di fascismo, colonialismo e collaborazionismo coi nazi. Poiché Point Lenana mette i piedi nel piatto della “cattiva memoria” italiana, Lello Voce ha deciso di intervistare Wu Ming 1 su quest’argomento specifico e sul centenario della prima guerra mondiale. Il risultato lo trovate qui.
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Una bella recensione di Point Lenana l’ha scritta Giovanni Campailla e la trovate sul blog Irbis.
POINT LENANA, UN LIBRO DI SPOSTAMENTI
«[…] In effetti, è un soggetto che da un membro dei Wu Ming non ci si aspetterebbe affatto. Perché scrivere un libro su una storia così evidentemente nazionalista, impastata con la retorica dell’eroismo tipica dell’epoca? Tuttavia, scorrendo le pagine di questa sorta di racconto-inchiesta ci si accorge quanto sia importante spostarsi dagli schemi stabiliti per mostrare questioni che altrimenti sono condannate a restare liminari, o anche per costruire miti – come fa il collettivo Wu Ming da tempo – al fine di conservare e far riemergere i significati autentici che i racconti nascondono. Rompere gli schemi tra documentario e finzione è certamente il primo di questi spostamenti […]»
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Sul n. 68 di Chichibìo, rivista bimestrale prodotta nel e per il mondo della scuola, appare un lungo speciale su Point Lenana e Timira. Sono tre pagine grandi e dense a cura di Lucia Olini e Claudia Mizzotti, insegnanti del liceo Messedaglia di Verona: recensione di Point Lenana (Olini) + intervista a Wu Ming 1 (Mizzotti) + intervista a Wu Ming 2 e Antar Mohamed su Timira (Mizzotti). Trovate tutto il malloppo in questa cartella zippata, e l’intervista a WM1 anche qui di seguito.
Come nasce e si sviluppa l’interesse per Felice Benuzzi e la sua impresa, il progetto di scrivere un libro a lui dedicato?
Da anni la storia di quell’impresa volava a grandi colpi d’ala per la testa di Santachiara. Non dico «ronzava», perché poi pensereste a una mosca, mentre quella storia volava con la conturbante eleganza di una farfalla, con la differenza che le farfalle hanno vita brevissima, mentre la storia di Benuzzi ha da tempo «scavallato» il mezzo secolo. Il mio e nostro agente – quello che nei nostri racconti è trasfigurato come il «comandante Heriberto Cienfuegos» – si era imbattuto in Benuzzi e Balletto quando lavorava come commesso in una libreria, sfogliando un vecchio libro di Mario Fantin, Sui ghiacciai dell’Africa, opera monumentale sulla storia (alpinistica e non solo) delle tre montagne più alte del continente: Kilimangiaro, Monte Kenya e Ruwenzori. Fantin dava molto spazio all’avventura che Benuzzi aveva narrato in Fuga sul Kenya , così Santachiara si era procurato anche quest’ultimo libro, lo aveva letto e riletto… fino a maturare l’idea di scriverne, di scrivere un libro che prendesse le mosse da quell’avventura, prolungandone alcuni fili, inseguendone gli echi, contestualizzandola, indagando e sviluppando i brevi accenni autobiografici che Benuzzi – maestro di discrezione e understatement – si era come lasciato sfuggire.
Cosa significa la frase posta in epigrafe a Point Lenana «Cosa sa di alpinismo chi sa solo di alpinismo»?
In realtà la frase di C.R.L. James riguardava il cricket, il nostro è stato un détournement. In realtà la domanda retorica può essere adattata a qualunque argomento. Nello specifico: esistono un andare in montagna e uno scrivere in montagna poco o per nulla consapevoli del contesto sociale e storico nel quale si inseriscono. Senza gli umani, il loro vivere in società, le loro relazioni reciproche e quella «seconda natura» che di solito chiamiamo «cultura», le montagne sarebbero solo muti blocchi di roccia. Siamo noi a trasformarle in qualcos’altro – in simboli, emblemi, metafore, depositi di storie – e a farle «parlare». Questa è la premessa «filosofica» del lavoro che abbiamo fatto in Point Lenana .
Come può essere interpretato (e frainteso) il gesto di issare una bandiera italiana sul Monte Kenya, in territorio inglese, nel 1943? Un esempio di risemantizzazione del simbolo del Tricolore?
Quel gesto, quando la notizia giunse – per sommi capi – nell’Italia in guerra, fu subito usato dalla propaganda. In realtà l’impresa di Benuzzi e compagni fu un modo di esprimere un netto rifiuto della guerra, la distanza non solo fisica dalla guerra è più volte rimarcata nelle parti di Fuga sul Kenya che si svolgono nella giungla e sul massiccio. Benuzzi, poi, descrive quel tricolore come qualcosa di più di un vessillo patriottico, lo trasforma in un simbolo di riscatto umano, di dignità riconquistata. E’ poi significativo è che, nel libro scritto in inglese, il tricolore quasi scompaia. Sono pochissime le righe dedicate a esso. Per noi questo dimostra che il «fulcro» della vicenda non è mai stato il tricolore, ma l’impresa in sé, la contestazione di una prigionia che era conseguenza di una guerra ardentemente voluta da chi sappiamo. Non a caso, dopo l’armistizio dell’8 Settembre, Benuzzi e Balletto scelsero di voltare le spalle a Mussolini e cooperarono con gli Alleati.
Felice Benuzzi fu anche scrittore. Soprattutto in relazione a Fuga sul Kenya e alla versione inglese No picnic on Mount Kenya, quali caratteristiche ha la scrittura di Benuzzi e quali sono, a vostro avviso, le ragioni, non solo di natura squisitamente letteraria, della modesta diffusione del libro in Italia e della sua notevole fortuna nel mondo anglosassone, dove è stato anche adottato nelle scuole?
In Italia il libro uscì nel ’48, quando il Paese si illudeva di avere già «voltato pagina». Se c’erano storie che l’Italia non aveva voglia di ascoltare, erano quelle dei prigionieri di guerra: non solo erano storie di prostrazione e umiliazione, di gente che aveva trascorso anni a «far niente», ma erano anche storie dalla parte sbagliata, dove i carcerieri erano gli Alleati che poi avevano liberato l’Italia dal nazifascismo. Ogni ricordo di prigioniero di guerra italiano era un memento del fatto che l’Italia era stata alleata di Hitler. Gli stessi ex-prigionieri ne erano consci, e scelsero di raccontare il meno possibile. Se aggiungiamo che Fuga sul Kenya fu pubblicato da una piccola casa editrice, L’Eroica, il cui proprietario era un ex-repubblichino, e si parlava del tricolore, direi che il cocktail è pronto. Probabilmente fu visto come un libro «fascista», per giunta appartenente a un sottogenere molto di nicchia, quello della letteratura di montagna. Da quel preconcetto faticò a liberarsi, e in quella nicchia rimase per decenni. Nel mondo anglosassone tutta questa sovrastruttura era assente, poterono leggere di quell’impresa in modo più libero, e la apprezzarono, anche perché Benuzzi l’aveva raccontata avendo ben presente i gusti e le atttudini dei lettori anglosassoni.
Come è costruito Point Lenana, questo «oggetto narrativo non identificato», ovvero questo «racconto di tanti racconti»? Come siete riusciti a gestire e mettere ordine punti di vista diversi, tempi e luoghi tanto distanti, eclissi narrative (volute e/o obbligate), excursus necessari, rigore dell’indagine storiografica basata su fonti, testimonianze dirette e ritmo narrativo, convenzioni proprie di più generi letterari? Qual è la formula che tiene insieme tutto?
Eh, ce lo chiediamo anche noi! Rileggendolo, ci pare incredibile che siamo riusciti a raccontare tutte quelle storie senza «stroppiare». Un piccolo segreto di Point Lenana è che non è diviso in capitoli numerati. Il testo è un unico flusso, diviso in cinque parti lunghe (come i movimenti di una partitura sinfonica) spezzate da «intermezzi». Questo ci ha dato maggiore libertà di associare, connettere, saltare da una storia all’altra, da un genere all’altro, da una tipologia testuale all’altra. L’unica pausa interna alle parti, una sorta di indicazione che in quel punto si può tirare il fiato, è un asterisma, segno tipografico molto démodé, composto da tre asterischi disposti a triangolo.
WM1 è l’autore di un saggio che negli ultimi anni ha fatto molto discutere il mondo delle lettere: New italian epic. Point Lenana è un libro epico? E Benuzzi è un eroe epico? Se sì, oggi abbiamo bisogno di eroi epici?
In New Italian Epic parlavo di storie con eroi «eccentrici», nel senso che non stanno necessariamente al centro delle narrazioni, ma possono assentarsi anche a lungo ed essere rimpiazzati da altri personaggi, esercitare un’influenza dai margini e «curvare» lo spazio della narrazione. Non solo Benuzzi e Balletto, ma tutti i personaggi di Point Lenana rispondono a questa descrizione: sono presenti anche quando assenti o comunque distanti dal focus della scrittura. Pensiamo a Emilio Comici, al duca d’Aosta, a Stefania Benuzzi… L’idea che si vuole trasmettere è che il vero «eroe» sia in fondo la moltitudine, e che la vera avventura sia scoprire le relazioni tra le persone, gli eventi, i destini, le scelte compiute. Da questo punto di vista, il concetto che troviamo illuminante è quello di «antifascismo esistenziale», che permette di collegare tra loro diversi modi di resistere al regime, strategie coltivate da singoli o piccoli gruppi, spesso invisibili ai radar del potere costituito. Ecco, abbiamo bisogno di eroi che ci insegnino a non cedere.
Cosa ha in comune Point Lenana con Timira, che WM2 ha scritto con Antar Mohamed, pubblicato nel 2012?
Da un po’ di tempo descriviamo i due libri come «gemelli eterozigoti». Sono nati quasi in contemporanea, e pur essendo diversi hanno molto in comune. Entrambi sono stati scritti da un membro di Wu Ming con un autore che non faceva parte del collettivo. In entrambi i casi, è stato quest’ultimo ad avere l’idea e pungolare l’altro a scrivere. Entrambi i libri parlano del grande «rimosso» del colonialismo italiano. Entrambi ibridano racconto e inchiesta, memoriale e resoconto di viaggio, saggistica e narrativa.
Wu Ming è un collettivo di scrittori che ha trovato un suo modus operandi avendo realizzato progetti, anche molto impegnativi. Parallelamente i membri del collettivo hanno però intrapreso avventure solitarie e hanno sposato anche progetti con altri compagni di viaggio: nel caso di Point Lenana , WM1 ha lavorato con Roberto Santachiara, che scrittore non è. Quali i rispettivi ruoli nell’impresa appena conclusa? Queste esperienze diversificate , per dinamiche relazionale, ambiti di interesse, esiti narrativi, cosa portano al collettivo Wu Ming? Si può avere un’anticipazione della nuova impresa collettiva, su cui comincia a crearsi una certa attesa? Perché la Francia della Rivoluzione?
Queste esperienze, «soliste» o «ricombinate», servono a sperimentare approcci diversi e tecniche di scrittura che poi diverranno patrimonio dell’intero collettivo. Senza Timira non avremmo scritto Point Lenana nel modo che si diceva, e a sua volta Timira è stato un tentativo di andare oltre certi limiti e difetti di Asce di guerra, che l’intera band scrisse nel 2000 insieme a Vitaliano Ravagli. All’inizio questi libri erano recepiti come «laterali» rispetto ai romanzoni scritti in gruppo, e molti lettori li consideravano meno importanti. Pian piano si inizia a capire che per noi stanno sullo stesso piano, non c’è nessuna gerarchia. Uno non impiega quattro anni per scrivere un libro «minore», anzi, ritengo la stesura di Point Lenana l’impresa più difficile in cui mi sia mai cimentato.
Quanto al romanzo sul Terrore, si intitolerà L’armata dei sonnambuli e probabilmente sarà più lungo di Q, caratteristica che in tempi di crisi e sotto l’ottica del marketing può essere vista come una follia, anche perché nel tempo che abbiamo impiegato a scriverlo avremmo potuto buttare fuori più titoli. Sì, forse è stata una follia. Vedremo!
Incontrare i lettori, i fedelissimi o i neofiti, come accade nelle scuola, è per alcuni scrittori una seccatura, per altri una parte del lavoro (quella commerciale), per altri ancora una sana concessione al narcisismo tipico dell’artista. Per te? Cosa pensi della proposta culturale che sempre più frequentemente assume la forma di “evento”?
Io da sempre incontro i lettori in bibioteche, librerie, circoli, centri sociali, scuole, università, persino case di privati… Da quando abbiamo cominciato, come Wu Ming abbiamo fatto certamente più di duemila presentazioni. E’ una parte imprescindibile del nostro lavoro e della nostra militanza culturale. Non so se siano «eventi», certamente sono incontri. E la vita, come dicevano Sergio Endrigo e Vinicius de Moraes, è l’arte dell’incontro.
Nella galassia Wu Ming non mancano segni di attenzione allo sviluppo sostenibile, alla ricerca di un contatto con la natura, al rispetto per l’ambiente: Point Lenana è anche un elogio dell’alpinismo e un invito alla scoperta della wilderness (Felice Benuzzi è tra i suoi fondatori). Anche il collega WM2 in Guerra agli umani e ne Il sentiero degli dei mostra grande sensibilità per questi temi. Si tratta di una manifestazione del vostro impegno che va oltre la letteratura e che utilizza anzi la letteratura, le storie come strumento?
Per noi il paesaggio è composto di storie e plasmato dalle relazioni sociali, relazioni di cooperazione e conflitto. Ci stiamo occupando sempre più di questo aspetto, che riteniamo centrale: il «diritto al paesaggio» come diritto delle comunità umane a vivere il territorio in pienezza e profondità, nella consapevolezza che ogni intervento sul territorio non è mai «neutro», ma è sempre un intervento politico, che riguarda la pòlis e sul quale la pòlis deve potersi esprimere.
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CALENDARIO PRESENTAZIONI DI POINT LENANA
FEBBRAIO – MAGGIO 2014
Domenica 2 febbraio
MONTICELLI D’ONGINA (PC)
Circolo ARCI «Amici del Po»
Via Meucci 30 – 0523/827781
Nell’ambito della rassegna «Un Po di cultura»
Con WM1 ci sarà Luca Muchetti.
Domenica 9 febbraio
MORCIANO DI ROMAGNA (RN)
h. 17, Sala ex lavatoio
Nell’ambito della rassegna
«Itinerari Letterari – Storie di luoghi: dalla pagina alla voce»
Info: Biblioteca comunale “G.Mariotti”
via Pascoli 32, Morciano di Romagna
Tel 0541/987221 – biblioteca@morciano.it
Venerdì 21 febbraio
MANTOVA
h.19 Spazio Sociale La Boje! – strada Chiesanuova 10
(zona Borgo Chiesanuova, 5 min. stazione treni)
Presentazione congiunta Timira e Point Lenana
Venerdì 28 febbraio
BRESCIA
h.19 Centro Sociale Magazzino 47
via Industriale 10
Mercoledì 5 marzo
VIGNOLA (MO)
Circolo culturale Ribalta
via Zenzano
Nell’ambito della rassegna «Libri ribaltabili»
Altri dettagli a seguire.
Lunedì 10 marzo
FIRENZE
h. 20:45, Teatro della Pergola
Notte degli scrittori
Via della Pergola 18
Letture da Point Lenana e, in anteprima,
da L’Armata dei Sonnambuli
Sabato 15 marzo
VAL MASINO (SO)
h.15 Rifugio «Centro della Montagna / Casa delle guide»
via Moss 1, Località Filorera
Sabato 22 marzo
di nuovo BRESCIA
h.15 Istituto Gambara
convegno «Italiani brava gente?
Le geografie del colonialismo italiano»
organizzato dall’associazione culturale Anteo
in collaborazione con l’ANPI di Brescia
e la libreria Rinascita.
Giovedì 27 marzo
OSTELLATO (FE)
Biblioteca comunale
via Marcavallo 35
con WM1 ci sarà Mauro Presini
Sabato 29 marzo
CATTOLICA (RN)
Biblioteca Comunale
P.zza della Repubblica 31
Altri dettagli a seguire.
Sabato 5 aprile
AVIGLIANA (TO)
h. 18:30 Piazza Conte Rosso
Funambolique & Wu Ming 1 in
EMILIO COMICI BLUES
Nell’ambito del Valsusa Film Fest
Venerdì 23 maggio
BOLZANO
Festival del camminare 2014
Funambolique & Wu Ming 1 in
EMILIO COMICI BLUES
Altri dettagli a seguire.
Bellissima serata ieri al Laboratorio Occupato Morion. Ci sono ancora giunture da oliare un poco, ma la coesione interna dello spettacolo – sia narrativa sia musicale – aumenta sera dopo sera. Grazie a tutt*!
Proprio oggi è uscito un lungo articolo sul Tageszeitung, giornale berlinese a diffusione nazionale, intitolato:
“Somali contro Nazi. Il docuromanzo “Timira” racconta la storia dei fratelli Giorgio e Isabella Marincola come un’Odissea italo-somala – con sorprese.”
http://taz.de/Schwarze-Italiener/!131590/
Il mio tedesco mi permette appena di capire il contenuto dell’articolo – che parte dalla presentazione del romanzo alla libreria Mondolibro di Berlino. Se qualcuno ha voglia e tempo di tradurlo, lo inseriamo con sempiterna gratitudine nel prossimo speciale Timira/Point Lenana.
Penso che non ci starebbe male sul blog un elenco delle traduzioni per ognuno dei vostri libri: metti che uno si trovi a parlarne con gli esteri…
Oppure l’elenco c’è già e sono io che non l’ho visto?
No, in effetti non c’è già, perché nel corso degli anni noi stessi abbiamo perso alcune tracce e la mappa va ricostruita. Ci vorrà un po’ di tempo.
Ciao, premesso che nono sono un linguista ma so discretamente il tedesco, ne ho messo una traduzione al link qua sotto – ovviamente migliorabile.
ciao
https://docs.google.com/file/d/0B4y_JGFfe2jyR3h6MmpzZ2dZU3c/edit?pli=1
Grazie mille!
Il giornalista è stato bravo, l’unico appunto è che si è innamorato del cognome “Cattabriga” e lo ripete, anaforicamente, all’inizio di quasi ogni paragrafo. Per noialtri una roba del genere è gesso che fischia sulla lavagna :-D
ma non v’è alcuna speranza di vedervi al sud? sob..
volevo chiedere solo questo ma non mi è stato possibile pubblicarlo perché troppo breve, perciò ho dovuto aggiungere queste inutili quattro righe, queste si, pleonastiche. un saluto
Noi andiamo dove ci invitano, e quando è possibile andare. Non da ogni regione giungono inviti, e non sempre le proposte riguardano date ancora libere. Ogni volta che possiamo andare andiamo, ma dal sud di inviti ne arrivano davvero pochi (per Point Lenana pochissimi: 4 o 5 su un totale di quasi un centinaio, col risultato che alla fine, su 80 presentazioni, solo 3 saranno state a sud di Roma). Per L’Armata dei sonnambuli, da maggio in avanti, speriamo di avventurarci a sud di Roma più spesso.
sempre la stessa vecchia storia, insomma.. peccato, speriamo che con -l’armata- vada meglio..
mi sembra troppo da impiccione chiedere se tra i pochi inviti ce ne siano provenienti dall’università della calabria (rende, cosenza), ergo non ve lo chiedo. vale
#Cosenza la tocchiamo di sicuro.
Scusate, ma a me il tasto scarica di ‘La falciata della morte’ dà un messsaggio di url sbagliato (caratteri aggiunti per arrivare a 100)
Uhm… Molto strano, perché a quell’URL il file c’è. Infatti si può ascoltare in streaming. Se qualcuno ha idea di quale possa essere il problema…
Comunque appena abbiamo un minuto aggiorniamo l’audioteca con tutti i nuovi file audio, e da lì scaricarli non dovrebbe dare problemi.
Non si può rubare la lotta. Grave razzia allo spazio “La Boje!” di #Mantova, dove domani presenteremo #PointLenana e #Timira.