Visualizza mappa schermo intero
Dopo una lunga pausa, dovuta al prolungarsi dei lavori su L’Armata dei Sonnambuli, torna il Sentiero Luminoso Bologna – Milano, ormai a poco più di un mese dalla partenza di Wu Ming 2 per la Capitale Morale.
Torna con un tumblelog creato e curato dal giapster Matteo Toller, on line già dall’estate scorsa, pronto a uscire dalla fase beta.
Torna con un hashtag per cinguettarne sul tuider: #luminosoBoMi.
Torna con tre ipotesi di percorso e una quindicina di mappe elaborate con mapBBcode su base Openstreetmap.
Torna a chiedere consigli, suggerimenti, brandelli di percorso, tracce.
Torna qui, dove in realtà è già vivo da mesi, in incubatrice.
Buon sentiero.
Ciao!
sono curiosissimo di questo progetto: ho sempre pensato agli itinerari a piedi in termini di montagna, in pianura mi manca proprio la cognizione. È un interesse anzitutto tecnico e metodologico, sul “come” in tutti i suoi aspetti, prima ancora che sul “cosa” e “dove” (questi saranno i prodotti del viaggio, ci penseremo dopo :-)
Qualche domanda:
1. temo di essermi perso il “Primo aggiornamento”. Oppure si tratta semplicemente del post di avvio progetto dell’anno scorso?
2. ho guardato sulla mappa la lunghezza delle tappe, grossomodo sempre oltre i trenta chilometri al giorno fino a sfiorare i quaranta. A occhio significa otto/dieci ore nette di cammino al giorno nella migliore delle ipotesi. Le mie gambe mi dicono che sarebbe un mazzo atroce. Ho fatto i conti giusti?
3. corollario del precedente: per stabilire le tappe sei partito dal tempo disponibile (otto giorni) oppure da una stima di percorso medio giornaliero fattibile?
4. hai stabilito le tappe anche in funzione del dove mangiare e dormire? (a istinto direi ovviamente di sì, ma dalle mappe non è immediato…)
5. prevedi di fare qualcosa tipo aggiornamento quotidiano blog durante il viaggio?
1. Il primo aggiornamento del #LuminosoBoMi era questo: http://is.gd/yGYdhf
Però non te lo sei perso, Vecio: hai pure commentato!
2. In pianura, 30/40 chilometri al giorno vuol dire farsi un bel mazzo, ma non atroce. Quattro ore di cammino al mattino, quattro ore il pomeriggio e sei arrivato. Comunque, nulla esclude che le tappe diventino 9 (mi sono lasciato un po’ di margine in fondo) e che alcune risultino accorciate/dirottate da incontri o sorprese.
3. Sono partito dalla stima del percorso giornaliero e dall’idea che mi sarebbe piaciuto avere alcuni luoghi come punti d’arrivo, la sera. Poi, dopo una prima stesura del tracciato, le ho aggiustate, stirate/accorciate per renderle abbastanza omogenee.
4. Per il mangiare, ogni tappa transita quantomeno dalle parti di un bar dove fare rifornimento. Per il dormire, se il meteo lo consente, conto di stare sotto le stelle o di fare squatting nelle cascine abbandonate. In caso di necessità, non sono mai a più di cinque chilometri da paesi/agriturismi.
5. Di sicuro terrò aggiornato il tumblr durante il cammino e farò una cronaca su twitter. Ma con il limite della batteria degli strumenti: non voglio portarmi pannelli solari o caricatori a dinamo, quindi avrò elettricità solo durante le soste, e solo se le soste saranno vicine a una presa di corrente. In caso contrario, sparirò di radar.
Visto che qui non commenta nessuno me la piglio comoda e vado un po’ OT, spero che non ti dispiaccia.
Mi colpisce l’idea di dormire sotto le stelle in pianura. Penso di non sbagliare intendendo: senza tenda, solo sacco a pelo e striscia di espanso. Giusto?
Mi colpisce perché in montagna quand’ero più giovane l’ho fatto spesso e volentieri, ed età permettendo lo rifarei alla prima occasione; ma in pianura penso che avrei qualche remora. La montagna secondo me offre più sicurezza, più senso di protezione: è facile trovare un posto al sicuro da animali (insetti, serpi) e da visite indesiderate di umani. Sarà forse il fatto di essere in alto. Ma in alto rispetto a cosa? Al fondovalle, alla strada, ai “tentacoli” della pianura.
Mi è capitato spesso di esaminare carte geografiche vecchie di secoli (del ‘500, ‘600, ‘700) e notare che in molte vallate alpine gli insediamenti più grossi erano sui versanti, mentre i fondovalle erano punteggiati da nuclei relativamente minuscoli, con funzione intuibilmente “strutturale” rispetto all’uso della vallata come percorso; i luoghi di passaggio erano cioè i più insidiosi e i meno interessanti (oggi nelle valli la proporzione si è simmetricamente ribaltata, e i versanti sono quasi ovunque spopolati).
In pianura invece qual è il criterio che definisce un luogo più protetto e confortevole di un altro? La pianura padana, oggi, non comporta forse una scelta quasi obbligata tra coltivazioni e asfalto/cemento? Oppure esistono “nicchie ecologiche” che non immagino?
Come si sceglie un posto per dormire sotto le stelle in mezzo alla pianura padana?
Nei limiti del possibile, sì: vorrei dormire all’aria aperta, solo sacco a pelo, stuoia, telo impermeabile. In mezzo alla Padania, tra la via Emilia e il West, nemmeno io ho mai dormito così, all’addiaccio. Quindi la risposta alla tua domanda, è parte di quel che vorrei scoprire con il #luminosoBoMi. Ricordo più di vent’anni fa, una traversata a piedi da Bologna al mare: però lì avevamo la tenda e montavamo la casetta dentro i ruderi, nei fienili. Giusto per evitare topi e scorpioni. Questa volta la tenda non me la voglio portare: i 30/40 chilometri al giorno esigono un bagaglio leggero. Di sicuro, però, ci sono luoghi della Grande Pianura che sfuggono al binomio campi/asfalto: ci sono gli argini dei torrenti, le golene, i boschi planiziali residui, i giardini di ville abbandonate, le casse di espansione dei fiumi, i maceri e gli altri specchi d’acqua, i ruderi di corti e cascine, le oasi protette tipo Valle Re, i prati intorno alle abbazie…
Topi e scorpioni? Stai attento più che altro a non farti divorare dalle nutrie :D (è una battuta fino a un certo punto. Secondo me sono ostili. Io avrei una cazzo di paura comunque)
infatti le pantegane sono sempre in agguato. anni fa io e un mio amico, durante una scorribanda ciclistica, abbiamo piantato abusivamente la tenda nella spiaggia di san benedetto del tronto e per tutta la notte quelle stronze hanno razzolato intorno. antispecismo staminchia. :-D
Io però un’amaca me la porterei: ce ne sono da viaggio, leggerissime (circa 3 etti) e compatte. Non temo la morte ma il modo in cui ci si arriva: le pantegane non esiste proprio, ecco!
;-))