Radio Giap Rebelde | Seminario sull’uguaglianza all’Unical, 8 ottobre 2014 #ArmatadeiSonnambuli

Scaramouche visto da Paola Loprete aka Morpheus. Clicca sull'immagine per aprire il fotostream dell'autrice su Flickr.

Scaramouche visto da Paola Loprete aka Morpheus. Clicca sull’immagine per aprire il fotostream su Flickr.

L’8 e 9 ottobre 2014, in quel di Cosenza, WM1 e WM5 hanno tenuto un seminario sull’idea di uguaglianza ne L’Armata dei Sonnambuli. L’evento era parte del Dottorato in Politica, cultura e sviluppo, Dipartimento di Scienze politiche e sociali, Università della Calabria. Per l’ideazione e organizzazione ringraziamo Andrea Olivieri, Elena «Mrs. Wolf» Musolino, Valentina Fedele, Nicola Fiorita, Carmelo Buscema, Enzo Giacco e Agostino Conforti. Sono intervenuti e hanno supportato l’iniziativa i due coordinatori del dottorato Alberto Ventura e Paolo Jedlowski, oltre ai docenti Renate Siebert, Laura Corradi, Elisabetta Della Corte e Giorgio Giraudi. Per la partecipazione, l’amicizia, il sostegno e la tormenta de cerebros non possiamo non ringraziare Claudio Dionesalvi, Gianfranco Tallarico, Fabio Cuzzola, Giuliano Santoro e Milena Jedlowski.

Quella che segue è la registrazione completa della prima giornata, con abstract che si possono leggere durante l’ascolto. Seguirà la sessione della mattina dopo, con le relazioni di Elma Battaglia (del collettivo Ateneo ControVerso) e Giuseppe Bornino (del collettivo Il Filo di Sophia).

Presentazione del seminario sull’uguaglianza — Unical 8 ottobre 2014
PRESENTAZIONE DEL SEMINARIO — 7’02”
Paolo Jedlowski e Andrea Olivieri.

Relazione di Wu Ming 1 — Seminario sull’uguaglianza — Unical 8 ottobre 2014
RELAZIONE DI WU MING 1: FIGURE DELL’UGUAGLIANZA NE L’ARMATA DEI SONNAMBULI — 1h o9’40”
Approccio obliquo — Non «sulla» ma «nella» Rivoluzione francese: dal complemento di argomento allo stato in luogo — Pensare e fare la rivoluzione: da Q a Manituana — I moventi della rivoluzione americana — 2008-2009: false partenze — Verso la Rivoluzione par excellence — Ponti e pontieri tra rivoluzione americana e rivoluzione francese — La Révolution è mappata in scala 1:1 — Autodisciplina e serendipità, autodisciplina nella serendipità — «Una guerra civile tra gli storici» (Daniel Guerin) — Robespierre descritto come il nonno di Stalin e il bisnonno di Pol Pot — Il film di Eric Rohmer di cui WM1 non ricordava il titolo è La nobildonna e il duca — [E ancora non era uscito Assassins’ Creed: Unity, che riscalda la brodaglia delle rappresentazioni più banali di Robespierre e dei rivoluzionari] — Si gioca l’89 contro il ’93, ma molte conquiste attribuite all’89 sono in realtà del ’93 — Il Terrore fu richiesto dal basso — Robespierre e il tentativo di incanalare il Terrore nella politica — Termidoro — Il libro di Sophie Wanich [La Liberté ou la mort. Essai sur la Terreur et le terrorisme] (e l’inutile, invadente prefazione di Slavoj Žižek all’edizione inglese) — Il monumento repubblicano, il contromonumento monarchico e l’antimonumento revisionista — Il culo del cavallo di Garibaldi — La statua del Nettuno del Giambologna (c’è una precisa mattonella…) — Ci siamo imbattuti in Robert Darnton — Cosa si leggeva davvero in Francia prima della Rivoluzione? — Il contributo sovversivo della maldicenza — Il mesmerismo e il tramonto dei lumi — Magnetismo e rivoluzione — «Solo suggestione»? — Rapporto di minoranza — Cose scoperte dai magnetisti: l’ipnoterapia — La cantante [Alama Kanté] operata sotto ipnosi — Un’operazione chirurgica con sedazione per ipnosi è visibile su YouTube — L’autoimmolazione dei monaci vietnamiti — Cose scoperte dai magnetisti: l’inconscio e l’effetto placebo — Per cosa sta il sonnambulismo nel nostro romanzo?
Prima figura dell’uguaglianza: D’Amblanc — Tutt* possono curare tutt* — «A fin di bene» — L’approccio opposto al magnetismo: l’uomo che si fa chiamare Laplace — Anacronismo calcolato: Laplace è un fascista, pensa come la destra radicale del Novecento — L’ordine nuovo è il passato remoto — Cos’è la controrivoluzione? — Anche a fin di male.
Seconda figura dell’uguaglianza: Marie — La tricoteuse figura calunniata — Il protagonismo delle donne nella Rivoluzione — Il potere giacobino spaventato da questo protagonismo — la cittadinanza, l’uguaglianza di genere, la Costituzione del 1793;
Terza figura dell’uguaglianza: Léo/Scaramouche — Sulla scia di Goldoni — Léo emerge da sotto i ponti con una visione — La Rivoluzione è il Nuovo Teatro — L’inizio della politica-spettacolo — Altro anacronismo: Léo è un esponente dell’avanguardia teatrale del Novecento — Il protagonismo popolare si esprime in Scaramouche nonostante l’intento di Léo, almeno all’inizio, sia narcisistico/egoistico — Evoluzione di Léo;
Quarta figura dell’uguaglianza: il folle — Rivoluzione a doppio taglio: gli albori della psichiatria — La scena mitica: Philippe Pinel e le catene — Verso altre catene: l’invenzione del manicomio — Il medico come attore, la cura come “scena” — Quali sono i diritti di un folle? — Follia e magnetismo.

Postilla alla relazione — Seminario sull’uguaglianza — Unical 8 ottobre 2014 
POSTILLA DI WM5 ALLA RELAZIONE — 6’10”
Qual è l’origine del concetto di uguaglianza operante in quei giorni — Torniamo a Darnton — Sopravvivenze di mentalità contadina nelle soggettività artigiane e operaie del periodo — Il compagnonnage — Il 1789 (non) visto dal 1788.

Interventi di Nicola Fiorita e WM5 — Seminario sull’uguaglianza — Unical 8 ottobre 2014
DISCUSSIONE: NICOLA FIORITA E WM5 — 20’26”
Districandosi tra più ruoli: organizzatore e scrittore (membro del collettivo Lou Palanca) — Il filo comune dei libri di Wu Ming — Come ci si fa potere? — Non basta cambiare prospettiva, bisogna sapere dove sta la mattonella.
Quinta figura dell’uguaglianza: la scrittura collettiva — Ma come si fa a scrivere da soli? — Complessità della rivoluzione — Si può “setacciare” la rivoluzione?— La rivoluzione deve rivoluzionarsi — il mito delle origini di Q — Piano quinquennale — Anche scrivendo romanzi rosa… — Sincronicità fortunata — Come affrontiamo i conflitti tra di noi — Mediazione al rialzo — Massimalismo — Vedersi fisicamente — Anti-idealismo.

Interventi di Renate Siebert, WM5, Nicola Fiorita, WM1 — Seminario sull’uguaglianza — Unical 8 ottobre 2014
DISCUSSIONE: RENATE SIEBERT, WM5, NICOLA FIORITA E WM1 — 24’36”
Non solo collettivo di scrittura, ma collettivo di ricerca —La ricerca per questo romanzo è proseguita fin quasi alla fine — Gallica.fr — Accesso alle fonti primarie molto semplice — Ai tempi di Q era diverso — Questo è il nostro romanzo storico — Nel Quinto Atto c’è un cambiamento: l’irruzione all’interno del filone dei romanzi di poetiche e tecniche sperimentate nell’altro, quello degli “oggetti narrativi non—identificati” — Point Lenana — Ormai il romanzo storico ci stava stretto — L’Armata dei Sonnambuli è la summa di diciannove anni di lavoro — In cantiere per sei anni — Lavoriamo sempre a più progetti contemporaneamente — Mohawk Valley — Emilio Salgari a Calcutta — Adesso stiamo scrivendo un libro per bambini — Un altro modo di usare la storia — Scrivere per bambini senza smussare gli spigoli — Poi un libro di storie della Grande guerra — Una delle ispirazioni: Ummagumma dei Pink Floyd — Nessuno ha mai indovinato chi scrive cosa, perché è impossibile — È difficile ascrivere a uno solo di noi parti di testo più lunghe di un paragrafo — I cambiamenti di stile non corrispondono a “cambi di mano” — Tutti devono cimentarsi su tutti i personaggi — Il “calcio totale” olandese degli anni ’70 — Intanto si gioca il derby Catanzaro – Cosenza — Le narrazioni del “tradimento della rivoluzione” — «I capi hanno tradito» — Proletari senza rivoluzione di Renzo Del Carria — «Chiamate un tecnico» — I libri di Valerio Gentili — Il grano e il loglio: la voga complottista — Vedere ovunque false flag operations della CIA attiva una narrazione consolatoria e reazionaria — Egitto, Tunisia: tirare in ballo la CIA aiuta a rilasciare endorfine — Il coltello nel burro — Tutte le controrivoluzioni devono presentarsi come rivoluzioni — Il ritorno al licenziamento per rappresaglia presentato come il “nuovo” — Nessuno si presenta mai come reazionario, sono tutti “innovatori” — Non c’è “precettistica” rivoluzionaria, la prossima rivoluzione sarà diversa, ma ci sono riferimenti a cui si torna sempre — Ogni nuova rivoluzione retroagisce su come leggiamo quella francese — Il discorso della rivoluzione ritorna con le “primavere arabe” — Ben Ali e Mubarak occupavano la casella dell’ordine simbolico corrispondente al tiranno — A un certo punto, nella politica italiana, tutti tiravano in ballo la ghigliottina — La rivoluzione francese è ancora nostra contemporanea — La rivolta di Haiti e la Marseillaise.

Discussione a tutto campo — Seminario sull’uguaglianza — Unical 8 ottobre 2014
DISCUSSIONE: ALBERTO VENTURA, PAOLO JEDLOWSKI, LAURA CORRADI, GIORGIO GIRAUDI, WM5, WM1 — 51’28”
Perché si ritorna alla rivoluzione francese? — Le conseguenze della Rivoluzione continuiamo a viverle: destra e sinistra, il parlamentarismo, lo stato—nazione… La Rivoluzione è a monte della nostra era — Codice civile e scelte urbanistiche di molte nostre città risalgono all’arrivo di Napoleone — la rivoluzione inglese di cent’anni prima non rappresenta una cesura minimamente paragonabile e non ha “fatto tradizione” sul continente — Per la prima volta si mettono in discussione i rapporti di proprietà in maniera direttamente politica — Nel calderone della Révolution nasce il socialismo — Gli Enragés — La Congiura degli Eguali — La macchina mitologica della Révolution continua a funzionare — Sopravvivenze di mentalità — Basi materiali e “vita precedente” del concetto di uguaglianza — La persistenza di mentalità preindustriale nella riottosità dell’operaio-massa — Amianto di Alberto Prunetti e la mia storia di famiglia — L’operaio con un piede nelle campagne — Il passaggio da una composizione di classe all’altra è sfumato — Irruzione di Claudio Dionesalvi che comunica il risultato del derby, scontenti i catanzaresi presenti in aula — L’importanza del farsi le domande giuste: quali sono le origini dell’uguglianza — Contadini e artigiani — Il vostro e il nostro fare ricerca — I monumenti si sfaldano in una molteplicità di storie — Un modo di lavorare in gruppo che potenzia i singoli — Anche la nostra scienza è “finzionale”, nel senso di “narrativa” — Tornando alle origini dell’uguaglianza — Il ruolo dell’Illuminismo — Immanuel Kant: Per un’antropologia pragmatica — Il buon realismo è quello che conosce il possibile e non solo l’attuale — Jacques Rancière, Il maestro ignorante — Il tema illuministico centrale nel romanzo è questo: c’è un bene possibile e praticabile in questa vita dagli uomini — La vostra è una scrittura proletaria e molto corporea — Non c’è una donna nel collettivo — Il vostro attivismo, “Omnia sunt communia” etc. — Insurrezione o guerra di lunga durata — Quanto è “decolonizzato” il vostro lavoro? — I nostri romanzi mostrano anche limiti, deliri e pochezze delle insurrezioni — L’influenza zapatista e l’interesse per il Rojava — Lotta armata e lunga gittata — Sbagliato anche dire che “il potere” non vada preso mai — Sulla questione di genere: i personaggi femminili di Q facevano schifo — Sappiamo che tutti hanno il mito di Q ma noi no — Ci sono voluti anni di lavoro — Il punto di svolta è stato Timira — Difficoltà del lavoro su Marie — Marie ci diceva: “Non sono il vostro pupazzo né la vostra bandiera” — La figura del “maschio sensibile” che sa “valorizzare la donna”… Non si scappa… Non si finisce mai di decostruire — Il pilota automatico e la proroga di sei mesi chiesta all’Einaudi — Il resto del lavoro avverrà fuori dalla cornice del romanzo storico — Sulla questione del “decolonizzare” — La genesi del peculiare razzismo italiano — La mefitica triade — La “vox plebis”, la voce dei sanculotti, è anche razzista e sessista — Si decostruisce anche il proletariato — ANPI e rastafariani uniti nella lotta — La questione del potere — Come immaginate il rapporto tra idee, saperi e prassi — L’invarianza è la lotta tra le classi — Perché mi dico comunista — “Dittatura” ed estinzione dello stato — Rimando alla recensione di Bifo de L’Armata dei Sonnambuli — Il potere non è un palazzo, è relazioni di potere — Non si è univocamente “senza potere” — Altra faccenda sono i poteri costituiti, ma non sono tutto il problema del potere — La grande lezione di Michel Foucault è la microfisica del potere — Le due fisiche, quella dove basta Newton e quella dove non basta più — Io sono un problema del potere, un problema di potere.

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3 commenti su “Radio Giap Rebelde | Seminario sull’uguaglianza all’Unical, 8 ottobre 2014 #ArmatadeiSonnambuli

  1. Siamo felici di aver pubblicato questo post proprio mentre la #Cosenza che non si piega dava il proprio benvenuto a ‘enzi con lucida rabbia e determinazione.

  2. E’ particolarmente significativo, secondo me, che in questo dibattito si intreccino i temi delle rivoluzioni arabe e quelle della mentalità contadina che si perpetrava nella rivoluzione francese come successivamente nelle lotte di fabbrica del 900. Io sono meridionale e ho avuto l’occasione di vivere in quel determinato periodo storico in un paese attraversato dal movimetno della primavera araba, dando il minimo di partecipazione che un occidentale poteva permettersi. “Sentire” quelle piazze e poi tornare a casa leggere anche “importanti” siti di area dare dall’Italia letture dietrologiche totalmente aberranti, infarcite di un armamentario di pensiero “vetero-complottista” che non definisco superato perchè è mai stato attuale, era particolarmente deprimente. Ora, l’inuattualità di quelle forme di pensiero è sempre stata la pretesa di leggere la storia come se fosse il campo di una sola dimensione temporale, ad esempio quella del tempo moderno della fabbrica a discapito del tempo contadino (dentro questo sta la “questione meridionale” all’interno dei movimenti di emancipazione in italia, nei quali è stata spesso egemone una mentalità che è “coloniale” tanto quanto quella delle elites dominanti) o, adesso, quella delle trame “neo-imperialistiche e geopolitiche” di espansione economica a discapito delle rivolte che esse suscitavano, o addirittura del “complotto” contro la “gente”. Dare un contributo alla risoluzione ed al corretto inquadramento della tematica, dipanare questo nodo, è centrale, dal mio punto di vista.

  3. Grazie, è stato un piacere ascoltare interventi e dibattito così ricchi di spunti. Ho una domanda e un commento.

    1 – domanda: Qui non citate Novantatré di Hugo. Da qualche altra parte però ho letto che è stato importante per l’Armata dei Sonnambuli. La sua lettura aiuta a costruire uno “sguardo obliquo” sul Terrore?
    2 – commento: Mi sembra che il dato della persistenza della mentalità contadina, ancora oggi, sia ancora più rilevante di quanto avete riportato. Lo è di certo nella provincia piemontese che è la mia origine. Lì i nostri padri sono spesso operai specializzati (i ligi di cui parlate in contrapposizione ai ribelli meridionali), artigiani e commercianti, ma i nonni quasi sempre contadini, con un’influenza forte e presente ancora su di noi. Io sono nato nel 1985 e più o meno quando nasceva mio padre la famiglia passava dalla mezzadria all’affitto. Hanno lavorato la terra dei marchesi, hanno fatto 12 figli, per fare qualche esempio di come hanno vissuto, e se la mia famiglia è un po’ particolare (mio nonno è nato nel 1901) la mentalità contadina persiste ancora forte nel paese dei miei e in quelli vicini.

    PS occhio nell’abstract avete scritto “Questo è il nostro romanzo storico”, dimenticando “ultimo”