Anche quest’anno, come nel 2014, siamo riusciti a organizzare due Wu Ming Lab a sud della Linea Gotica: Macerata (7/8 marzo) e Tagliacozzo (8/10 maggio) , in provincia dell’Aquila.
In entrambi i casi, i laboratori seguiranno la struttura del Fantarchivio: due giorni di esperimenti narrativi intorno a un documento d’archivio, proposto e selezionato da Wu Ming 2. Scopo del lavoro: imparare attraverso quali trasformazioni è possibile costruire un racconto a partire da un frammento di mondo (una vecchia foto, un articolo di giornale, una sentenza, un contratto, una testimonianza orale…).
Il primo in ordine di tempo, sarà il Fantarchivio Racconti d’Oltremare, che userà come cavia la storia di Carlo Abbamagal e dei 50 (o 70) africani concentrati a Villa Spada di Treia (MC).
Su questa vicenda, la documentazione di partenza si fa via via più interessante, grazie a Matteo Petracci e all’Istituto Storico della Resistenza “Mario Morbiducci”. Pochi giorni fa, ad esempio, è arrivata in mailbox la scansione di una lettera, conservata all’Archivio Centrale dello Stato, Segreteria Capo della Polizia RSI, b. 49, f. “PAI Gruppo Neri”, Ministero dell’Interno, 14 maggio 1944:
Posta Civile 307
14 maggio 44 XXII
MINISTERO DELL’INTERNO
GABINETTO
ROMAGruppo dei neri della P.A.I.
Per il possibile interessamento, si comunica la seguente nota 5 corrente del Capo della provincia di Macerata:
“Si prega di voler intervenire presso i competenti organi affinché si provveda per l’immediato trasferimento da questa ad altra provincia del gruppo dei neri della P.A.I. (70 circa) concentrati nella Villa Spada di Treia.
Tale gruppo rappresenta un serio pericolo per la tranquillità di quella zona.
Infatti alcuni di essi si sono dati alla macchia unendosi ai ribelli (uno è persino capo di una banda); esplicano considerevole attività e sono quanto mai feroci.
Urge provvedere prima che abbiano a verificarsi nuovi e più spiacevoli incidenti”PEL MINISTRO
(firma illeggibile)
Il Fantarchivio Racconti d’Oltremare si terrà il 7 e 8 marzo presso il CSA Sisma di Macerata. Per info e prenotazioni, potete far riferimento a questa pagina.
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Il Fantarchivio Bottega Bottego è collegato a quello di Macerata tramite la figura di Vittorio Bottego, il più sanguinario di tutti gli esploratori-soldato spediti in Africa dalla Società Geografica Italiana.
Bottego morì a Daga Roba, vicino a Gidami, in Etiopia, durante uno scontro con gli Oromo. La sua spada, però, attraverso vari passaggi di mano, riuscì a tornare a Parma, la sua città natale. Da Parma, la sciabola venne spedita a Napoli, per la stessa ragione che portò sotto il Vesuvio una settantina di Etiopi, Eritrei e Somali: la 1^ Mostra Triennale delle Terre italiane d’Oltremare. Chiusa la mostra, mentre “i neri” finirono a Villa Spada di Treia, il prezioso cimelio sparì nel nulla. Un primo spunto narrativo potrebbe essere proprio questo: che fine ha fatto la sciabola di Vittorio Bottego?
Un secondo, più interessante aspetto della vita dell’esploratore, riguarda invece un altro “ricordo” delle sue scorrerie africane. Ecco come ne parla lo stesso Bottego, nel suo resoconto Il Giuba Esplorato, in data 21, 22 e 23 novembre 1892:
«Quasi tutti, me compreso, siamo colpiti da fortissime febbri, che, per qualche giorno, non ci lasciano. Acquazzoni torrenziali improvvisi, con folgori e tuoni, accompagnati da vento, bagnano e sconquassano la tenda che, non più ben tesa, mal può ripararmi. La mia gente, sebbene inferma, deve dormire allo scoperto su terreno umido e fangoso. […] Un giovinetto, con una mano tagliata, s’avvicina al campo, ripetendo lamentevolmente: «Mischin, mischin [1]». Lo faccio venire innanzi, e lo accolgo nella carovana. […] Il meschino Galla, Mahammed Chéder (fig. 22) mi racconta le sue sventure.
È di Bàle, vasta regione abitata da Arùssi, tuttora sconosciuta. Gli Scioani, tre volte, con intervallo di qualche anno, posero questa regione a ferro e fuoco. L’ ultima, qualche mese fa, anche la parte ove il meschino abitava fu devastata dagl’invasori: la sua capanna distrutta, gli animali rapiti, la famiglia dispersa; de’ suoi cari più nulla sa; ne ha perduto affatto la traccia. Rammenta, come fosse oggi, che, mentre tentava di togliere ai nemici uno dei cavalli portatigli via, fu da loro raggiunto, preso e condotto innanzi al Ras Amhàra. Questi, valendosi della ragion del forte, condannò come ladro lui, che giustamente riprendeva il suo, e gli fece, secondo la legge scioana, tagliare la destra. Dicendo così, Mahammed mi va mostrando il suo moncherino, la cui ferita non è ancora cicatrizzata. Egli, venuto una volta in questi paesi da bambino, col padre suo commerciante d’avorio, ricorda bene la strada fino al Ganàle, ma non dove sia l’acqua: mi seguirà volentieri, e ci condurrà purché lo prenda al mio servizio e lo assicuri del cibo.» [2]
[1] Parola araba dalla quale derivò l’italiana «meschino»
[2] «Ora, tornato in Italia, posso dire che non ebbi a pentirmene. In più circostanze il povero Galla mi diede prove di fedeltà non dimenticabili. Per ciò l’ho condotto meco a San Lazzaro di Parma e ve lo tengo, vivente ricordo di questo viaggio.»
Durante il laboratorio Bottega Bottego, come pretesto per far pratica di svariate tecniche narrative, utilizzeremo la storia di Mahamed Keder, e in particolare il “silenzio archivistico” che coincide con la sua permanenza a Parma, prima di ripartire con Bottego per la sua seconda, fatale missione africana.
Il laboratorio si terrà dall’8 al 10 maggio al Casale Le Crete di Tagliacozzo (AQ)
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Il casale si trova a un centinaio di chilometri da Roma e offre anche la possibilità di pernottare. E’ gestito da Luca Gianotti, fondatore e guida della Compagnia dei Cammini.
Info e contatti li trovate qui.
Ciao,
del Wu Ming Lab itinerante svolto lo scorso aprile sulla Via Francigena Cimina è disponibile qualche materiale? Avevo avuto un breve scambio con WM2 allora, ma non ho visto (o forse mi sono perso) aggiornamenti su Giap. Scusate se sono leggermente OT, ma i commenti a quel post sembrano essere chiusi.
Già qualche mese fa abbiamo presentato a Viterbo il testo collettivo nato da quell’esperienza. Ancora non è disponibile l’impaginato PDF, completo di foto, ma è davvero questione di giorni. In più, attraverso un crowdfunding, il tutto – se finanziato – verrà anche stampato su carta.
[…] il 7 e 8 marzo presso i compagni di via del Centro Sociale Sisma di Macerata. Sono, come si legge qui, “due giorni di esperimenti narrativi intorno a un documento d’archivio, proposto e […]