Ciao, ho contattato Electa Kids per avere informazioni su un’eventuale edizione digitale di Cantalamappa. Mi hanno detto che uscirà anche in ebook, ma bisogna pazientare un po’. Solo per capire meglio: seguirete l’approccio usuale (pubblicazione dell’ebook circa un anno dopo l’uscita del cartaceo) o questa volta funziona in maniera diversa? Ciao e grazie
Ciao, stavolta la faccenda è un po’ diversa e più complessa, perché il libro ha come parti integranti e necessarie le grandi, sfolgoranti tavole di Paolo Domeniconi. Il “copyleft”, come sempre, è sul nostro testo, ma il nostro testo non è il libro.
Oggi ho richiesto Cantalamappa in libreria. Non sapevano nulla di questo libro, e ho dovuto fare lo lo spelling per il nome Wu Ming. Ma la commessa non sapeva neanche dell’uscita di Revival, l’ultimo di stephen King. Ma perché le librerie assumono gente così? Avevo voglia di darle le spalle e andare via…
Be’, noi non siamo così famosi da dover essere conosciuti da tutti i librai. Per quanto riguarda King il discorso è più grave. Ad ogni modo i librai sono in via di estinzione. Prolificano i commessi, appunto.
Posso fare un po’ l’apocalittico anch’io? L’altro giorno ero in libreria, ed è entrata una signora, evidentemente la mamma di uno scolaro, a cercare un libro: apre un’agenda e fa:”Mi serve questo, La Lupa di Giovanni Verga”. Il commesso guarda sul catalogo e dice:”Non ce l’abbiamo”. Erano là in tre e nessuno aveva chiaro che doveva cercare un libro di novelle e La Lupa era un titolo interno. Glielo ho portato io ma la signora se ne è andata. Giustamente, eh, neanche io mi sarei fidato di uno come me contro il parere del libraio.
Ieri sera, ancora col sorriso stampato in faccia per la lettura di Cantalamappa, ho fatto un salto qui per leggere qualche commento. Ci sono rimasta malissimo. Io in libreria ci lavoro e ho atteso con trepidazione questo piccolo capolavoro. Non appena l’ho avuto tra le mani l’ho sfogliato, ammirato, esposto in vetrina e consigliato (anche a mamme vagamente sospettose!) Insomma vorrei spezzare una lancia a favore di chi ci prova ancora a fare le cose per bene. Per mia indole mai mi sarei aspettata di venire a commentare, leggo spesso ma mai avrei creduto di intervenire – e infatti ci ho messo una vita a districarmi nella registrazione – ma questa volta non sono riuscita a trattenermi. Con questo piccolo grande libro sono superate le aspettative. E’ la dimostrazione che ai bimbi si può parlare di tutto. Insomma è favoloso, grazie, bravissimi.
Grazie di questo commento! Tra le altre cose, hai esposto benissimo i motivi per cui su 130 presentazioni del penultimo libro, in librerie “di catena” ne abbiamo fatte soltanto 2. Facciamo quello che possiamo per sostenere le librerie indipendenti, quelle vere, che sono veri e propri presidî civici.
Il fatto è che io, invece, lavoro proprio in una “catena”. E non lo dico per difendere le librerie di “catena” in quanto tali, (cosa che certo non mi interessa ) semmai proprio per difendere chi, come persona e come libraio, cerca di sopravvivere e prova a lavorare con dedizione e curiosità, informandosi e documentandosi per proporre anche quei libri che non hanno l’immediatezza di tanti altri. Il vostro (i vostri in generale azzarderei) lo merita davvero, ancora i miei complimenti.
In percentuale, quel «2 su 130» che riferivo prima è l’1,538%. Ecco, tu sei parte dell’eroico 1,538% :-) Insomma, sei parte del motivo per cui il numero di presentazioni che facciamo in librerie di catena non è 0.
Andrebbe poi reinserita nel quadro una distinzione tra le grandi catene (i colossi a cui ci si riferisce di solito parlando di “catene”) e le piccole-medie catene basate sul franchise. Nel primo caso, le librerie sono supermarket a gestione molto centralizzata, dove i commessi sono gente sfruttata, spesso precaria, che non ha proprio il tempo di fare un lavoro di qualità. Nel secondo caso, c’è un marchio nazionale ma in libreria c’è un/a librai* vero, o più librai veri, che magari hanno cominciato come indipendenti.
Arrivato il 17! Adesso, come è giusto che sia, lo sta leggendo mia figlia di 11 anni; ho lasciato a lei l’onore della prima lettura. Poi lo passerà a me. Ieri sera mi gridava dalla camera :”Mamma, ma sti posti non esistono…Assurdistan non l’ho mai sentito”. Vai piccola, cresci e non stancarti mai di leggere!!
Comprato Cantalamappa per mio figlio di dieci anni… mi balza subito all’occhio che raccontate di Tristan da Cunha… lo dico perché giusto qualche mese fa per ragioni di lavoro sono venuto a conoscenza dell’isolotto e anch’io mi sono subito fatto catturare da questa suggestiva vicenda andando immediatamente a scuriosare e ad approfondire in rete… mi fa piacere scoprire che anche voi ne siate stati affascinati…
Sto leggendo il libro ai miei 22 bambini. Sono un insegnante e lo leggo loro a due capitoli ogni venerdi pomeriggio. Faccio così perchè quando alla loro età (9 anni)il mio maestro ci leggeva Pinocchio a puntate ogni sabato, per me era attesa prima e viaggio sognante da quando iniziava a leggere. Le stesse cose che vedo ora sui loro visi. Che dire…sono passati quasi cinquant’anni e i tempi cambiano ma, evidentemente, certe cose restano. Grazie per il “passaggio”! Complimenti.
Visto che negli ultimi giorni qui si è parlato molto di Nordest…oggi sono tornato nella natìa Trento, e cantalamappa è introvabile….venite a “cantargliene” quattro ai librai tridentini! :-)
Sono a Trento anch’io, stasera suoniamo “Surgelati” alla Bookique. “Cantalamappa” l’ho visto in ventrina nella centralissima libreria che sta vicino a Piazza Duomo, credo in via Belenzani.
ma cacchio, io l’ho cercato in altre tre…e stasera mi perdo pure il concerto! vabbè domani continua la ricerca, l’importante che anche a Trento girino le mappe giuste! :-)
A sua volta, la proiezione di Peters avvalla l’inveterata convenzione di mettere il Nord in alto e il Sud in basso, associando così il Settentrione alla metafora primaria “alto = migliore, più nobile, dominante” ;-). Se ti interessa il rapporto tra cartografia e visione del mondo, ti suggerisco la lettura di Jerry Brotton, La storia del mondo in 12 mappe, Feltrinelli. L’ultimo capitolo dà spazio anche alla critica delle mappe digitali di Google. In generale, lettura molto interessante.
Aggiornamento: il figliolo che finora leggeva con passione solo i “Diari di una schiappa” e i “Beast quest” pare veramente entusiasta… e ci sottopone spesso a dei “reading” spontanei dei suoi capitoli preferiti… beh, grazie ancora!
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Ciao,
ho contattato Electa Kids per avere informazioni su un’eventuale edizione digitale di Cantalamappa. Mi hanno detto che uscirà anche in ebook, ma bisogna pazientare un po’. Solo per capire meglio: seguirete l’approccio usuale (pubblicazione dell’ebook circa un anno dopo l’uscita del cartaceo) o questa volta funziona in maniera diversa?
Ciao e grazie
Ciao, stavolta la faccenda è un po’ diversa e più complessa, perché il libro ha come parti integranti e necessarie le grandi, sfolgoranti tavole di Paolo Domeniconi. Il “copyleft”, come sempre, è sul nostro testo, ma il nostro testo non è il libro.
Oggi ho richiesto Cantalamappa in libreria. Non sapevano nulla di questo libro, e ho dovuto fare lo lo spelling per il nome Wu Ming. Ma la commessa non sapeva neanche dell’uscita di Revival, l’ultimo di stephen King. Ma perché le librerie assumono gente così? Avevo voglia di darle le spalle e andare via…
Be’, noi non siamo così famosi da dover essere conosciuti da tutti i librai. Per quanto riguarda King il discorso è più grave. Ad ogni modo i librai sono in via di estinzione. Prolificano i commessi, appunto.
Posso fare un po’ l’apocalittico anch’io? L’altro giorno ero in libreria, ed è entrata una signora, evidentemente la mamma di uno scolaro, a cercare un libro: apre un’agenda e fa:”Mi serve questo, La Lupa di Giovanni Verga”. Il commesso guarda sul catalogo e dice:”Non ce l’abbiamo”. Erano là in tre e nessuno aveva chiaro che doveva cercare un libro di novelle e La Lupa era un titolo interno. Glielo ho portato io ma la signora se ne è andata. Giustamente, eh, neanche io mi sarei fidato di uno come me contro il parere del libraio.
Ieri sera, ancora col sorriso stampato in faccia per la lettura di Cantalamappa, ho fatto un salto qui per leggere qualche commento. Ci sono rimasta malissimo. Io in libreria ci lavoro e ho atteso con trepidazione questo piccolo capolavoro. Non appena l’ho avuto tra le mani l’ho sfogliato, ammirato, esposto in vetrina e consigliato (anche a mamme vagamente sospettose!)
Insomma vorrei spezzare una lancia a favore di chi ci prova ancora a fare le cose per bene.
Per mia indole mai mi sarei aspettata di venire a commentare, leggo spesso ma mai avrei creduto di intervenire – e infatti ci ho messo una vita a districarmi nella registrazione – ma questa volta non sono riuscita a trattenermi. Con questo piccolo grande libro sono superate le aspettative. E’ la dimostrazione che ai bimbi si può parlare di tutto. Insomma è favoloso, grazie, bravissimi.
Grazie di questo commento! Tra le altre cose, hai esposto benissimo i motivi per cui su 130 presentazioni del penultimo libro, in librerie “di catena” ne abbiamo fatte soltanto 2. Facciamo quello che possiamo per sostenere le librerie indipendenti, quelle vere, che sono veri e propri presidî civici.
Il fatto è che io, invece, lavoro proprio in una “catena”. E non lo dico per difendere le librerie di “catena” in quanto tali, (cosa che certo non mi interessa ) semmai proprio per difendere chi, come persona e come libraio, cerca di sopravvivere e prova a lavorare con dedizione e curiosità, informandosi e documentandosi per proporre anche quei libri che non hanno l’immediatezza di tanti altri.
Il vostro (i vostri in generale azzarderei) lo merita davvero, ancora i miei complimenti.
In percentuale, quel «2 su 130» che riferivo prima è l’1,538%.
Ecco, tu sei parte dell’eroico 1,538% :-)
Insomma, sei parte del motivo per cui il numero di presentazioni che facciamo in librerie di catena non è 0.
Andrebbe poi reinserita nel quadro una distinzione tra le grandi catene (i colossi a cui ci si riferisce di solito parlando di “catene”) e le piccole-medie catene basate sul franchise.
Nel primo caso, le librerie sono supermarket a gestione molto centralizzata, dove i commessi sono gente sfruttata, spesso precaria, che non ha proprio il tempo di fare un lavoro di qualità.
Nel secondo caso, c’è un marchio nazionale ma in libreria c’è un/a librai* vero, o più librai veri, che magari hanno cominciato come indipendenti.
Ecco, oggi andrò a lavoro molto felice pensando al “1,538%”.
Volevo scrivere solo questo ma una finestra mi ha detto che il mio commento era troppo breve e che poteva non avere senso!
:-) :-)
Arrivato il 17! Adesso, come è giusto che sia, lo sta leggendo mia figlia di 11 anni; ho lasciato a lei l’onore della prima lettura. Poi lo passerà a me. Ieri sera mi gridava dalla camera :”Mamma, ma sti posti non esistono…Assurdistan non l’ho mai sentito”. Vai piccola, cresci e non stancarti mai di leggere!!
Comprato Cantalamappa per mio figlio di dieci anni… mi balza subito all’occhio che raccontate di Tristan da Cunha… lo dico perché giusto qualche mese fa per ragioni di lavoro sono venuto a conoscenza dell’isolotto e anch’io mi sono subito fatto catturare da questa suggestiva vicenda andando immediatamente a scuriosare e ad approfondire in rete… mi fa piacere scoprire che anche voi ne siate stati affascinati…
Sto leggendo il libro ai miei 22 bambini. Sono un insegnante e lo leggo loro a due capitoli ogni venerdi pomeriggio. Faccio così perchè quando alla loro età (9 anni)il mio maestro ci leggeva Pinocchio a puntate ogni sabato, per me era attesa prima e viaggio sognante da quando iniziava a leggere. Le stesse cose che vedo ora sui loro visi. Che dire…sono passati quasi cinquant’anni e i tempi cambiano ma, evidentemente, certe cose restano. Grazie per il “passaggio”! Complimenti.
Visto che negli ultimi giorni qui si è parlato molto di Nordest…oggi sono tornato nella natìa Trento, e cantalamappa è introvabile….venite a “cantargliene” quattro ai librai tridentini! :-)
Sono a Trento anch’io, stasera suoniamo “Surgelati” alla Bookique. “Cantalamappa” l’ho visto in ventrina nella centralissima libreria che sta vicino a Piazza Duomo, credo in via Belenzani.
ma cacchio, io l’ho cercato in altre tre…e stasera mi perdo pure il concerto! vabbè domani continua la ricerca, l’importante che anche a Trento girino le mappe giuste! :-)
Comprato
o. Solo una nota tecnica:la mappa che avete usato è di quelle che falsano le dimensioni dei continenti esaltando il nord e sminuendo il sud. http://it.m.wikipedia.org/wiki/Proiezione_di_Gall-Peters
A sua volta, la proiezione di Peters avvalla l’inveterata convenzione di mettere il Nord in alto e il Sud in basso, associando così il Settentrione alla metafora primaria “alto = migliore, più nobile, dominante” ;-).
Se ti interessa il rapporto tra cartografia e visione del mondo, ti suggerisco la lettura di Jerry Brotton, La storia del mondo in 12 mappe, Feltrinelli. L’ultimo capitolo dà spazio anche alla critica delle mappe digitali di Google. In generale, lettura molto interessante.
Aggiornamento: il figliolo che finora leggeva con passione solo i “Diari di una schiappa” e i “Beast quest” pare veramente entusiasta… e ci sottopone spesso a dei “reading” spontanei dei suoi capitoli preferiti… beh, grazie ancora!
Il vero test sarà con Geronimo Stilton :-)