La sera del 19 aprile scorso, alla libreria Modo Infoshop di Bologna, abbiamo presentato il libro di John Foot “La Repubblica dei Matti”. Franco Basaglia e la psichiatria radicale in Italia, 1961-1978 (Feltrinelli, Milano 2014).
È un dato di fatto: ogni volta che organizziamo una serata su questi temi – la follia, il potere psichiatrico, le istituzioni totali ecc. – arrivano tante persone e fioccano domande e interventi. Fu memorabile la «Serata Foucault» con Mario Galzigna al Bartleby occupato (audio della serata qui) ed è stato memorabile quest’ultimo evento. Buono a constatarsi, dato che il prossimo libro collettivo di Wu Ming parlerà (anche) di malattia mentale e psichiatria durante la Grande guerra. Guerra che, come tutti sanno, è ancora in corso.
Tra gli intervenuti al Modo Infoshop, del tutto inattesi e molto volentieri accolti, citiamo:
Elena Boriosi Giacanelli. Autrice e traduttrice di libri su psichiatria e psicanalisi, ha vissuto la lotta contro il manicomio al fianco del marito Ferruccio Giacanelli, col quale ha scritto Le parole della psichiatria. Il cittadino e la salute mentale dopo la riforma sanitaria (1982). Compie gli anni proprio oggi, essendo nata il 12 maggio 1931.
Ernesto Venturini. Amico e collaboratore di Basaglia prima a Gorizia e poi a Trieste, curatore del libro Il giardino dei gelsi. Dieci anni di antipsichiatria italiana (Einaudi, Torino 1979). Dal 1991 opera in Brasile, dove ha accompagnato la riforma psichiatrica nazionale, la legge 10.216/2001, fortemente ispirata alla nostra legge 180. Per saperne di più su di lui, utilissima quest’intervista fiume.
Maria Stella Brandão Goulart. Docente al dipartimento di psicologia dell’Universidade federal de Minas Gerais (Belo Horizonte, Brasile), autrice di vari libri tra cui As Raízes Italianas do Movimento Antimanicomial (2007). Qui proponiamo il suo articolo del 2008 «La legge 180 e la riforma psichiatrica brasiliana: l’anniversario della lotta» (pdf).
Gabriella Bollini. Sociologa, ha lavorato insieme alle istituzioni locali per trovare casa e lavoro agli ex-internati nel manicomio di San Giovanni in Persiceto (BO), da prima ancora che la 180 diventasse legge.
N.B. Quando ha impostato l’intervento iniziale sul rapporto fra Trieste e il Brasile come “opera” postuma di Basaglia, Wu Ming 1 era del tutto ignaro della presenza in sala di Venturini e Brandão Goulart.
Ecco l’audio della serata, diviso per capitoli, ciascuno con legenda/sommario per aiutare l’ascolto. Chi volesse scaricare gli mp3 anziché ascoltarli in streaming, non ha che da cliccare sulla freccia verticale a destra del mini-player.
1. Introduzione di Wu Ming 1 – 16’33”
1. INTRODUZIONE DI WU MING 1: BASAGLIA ESQUEMA NOVO – 16’33”
[Ooo ariáaa raiô, obá obá obá…] – «Psichiatria radicale» – l’antifascista Basaglia calunniato da Pirina, Vespa e Wikipedia – la presenza del Brasile a Trieste (?) – l’importanza dell’OPP nell’immaginario collettivo a Trieste – l’approccio di John: Basaglia e non solo – policentrismo del movimento antimanicomiale – il libro segue l’evolversi delle situazioni anche dopo il passaggio di Basaglia – forza mitopoietica della similitudine tra manicomio e lager – movimento antimanicomiale e movimento anticoloniale – la scrittura narrativa degli storici britannici.
2. Primo intervento di John Foot 14’54”
2. JOHN FOOT: DAL PRIMO INCONTRO A TRIESTE, SEI ANNI DI LAVORO – 14’54”
Un grande sollievo non avere i saluti delle autorità – Si parte ancora da Trieste – Nei libri sul ’68 si parla poco di Basaglia – San Clemente, un film di Raymond Depardon – Mi sono messo in viaggio – Non mi interessava l’agiografia – La memoria cancellata del manicomio di Gorizia – Importanza del ruolo di Franca Ongaro Basaglia – La scena d’apertura del mito: Basaglia non firma il registro – Basaglia non era un sistematico, sperimentava giorno dopo giorno – Questa è la storia di un movimento – Un movimento partito da Gorizia, il posto meno di sinistra in Italia – Importanza dell’antifascismo nel movimento antimanicomiale – La “scoperta” del manicomio e la rivolta morale – Basaglia è il primo a dire che il manicomio va distrutto – Il problema delle fonti.
3. Una domanda di WM1, la risposta di John. 11’04”
3. WM1/FOOT: IL MANUALE DI GUERRIGLIA DI BASAGLIA E COMPAGN* – 11’04”
WM1: l’importanza della Resistenza e gli attacchi dei neofascisti a Basaglia – In ogni città una diversa strategia: Gorizia, Trieste, Parma, Reggio Emilia, Perugia – John: a Gorizia la città è ostile – Basaglia va molto oltre l’umanizzazione del manicomio, quello di Gorizia è un manicomio sovversivo – L’autocritica di Basaglia è in parte ingiusta – quando la politica appoggia il movimento, tutto funziona meglio – Il ruolo di Mario Tommasini a Parma e la fattoria di Vigheffio – A Perugia la situazione perfetta – Altri luoghi: Ferrara, Imola, Volterra – Il direttore di manicomio che abolisce il proprio impiego – I giardini di Abele di Sergio Zavoli, 1969 – Ancora su Perugia.
4 Intervengono Elena Boriosi Giacanelli ed Ernesto Venturini. 11’35”
4. GIACANELLI/VENTURINI: GETTARSI NELLA LOTTA, DA PSICHIATRI – 11’35”
Elena: Giacanelli e il movimento antimanicomiale a Perugia – Ferruccio Giacanelli a Perugia, a Parma e a Bologna – Basaglia a Giacanelli: il terzo manicomio “te copa” – Il libro postumo di Giacanelli, Nascita del movimento antimanicomiale umbro (2014) – Venturini: mi presento, da Gorizia al Brasile via Trieste – L’emozione di riconoscermi in ogni pagina – La nostra fortuna, vivere in un’epoca straordinaria – Basaglia, il voler essere medico per liberare le persone dalla sofferenza – Concretezza di Basaglia – Un atto era rivoluzionario perché era un atto medico.
5. Domanda di WM1, risposta di John. 9’00”
5. WM1/FOOT: COS’È SUCCESSO DOPO, COSA SUCCEDE OGGI – 9’00”
WM1: attualità del libro, la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, rivoluzione e controrivoluzione – John: cos’è successo dopo la legge 180 – Chiudere gli OPG è un risultato straordinario – C’è ancora molto da fare: ho visto pazienti legati solo due mesi fa – Il ruolo di Bruno Orsini.
6. Intervengono Stella Brandão Goulart e Gabriella Bollini, risposte di John, altre domande. 28’50”
6. GOULART/BOLLINI/FOOT/VENTURINI ET ALII: UTOPIA CONCRETA E OTTIMISMO DELLA VOLONTÀ – 28’50”
Stella: il coraggio di John – Il titolo del libro – Non solo oltre il “basagliacentrismo”, ma anche oltre lo psichiatrocentrismo – Le donne: Franca Ongaro Basaglia, Letizia Comba… – WM1: su questa storia del Brasile sono contento di non aver detto cazzate! – John: dovrei scrivere un libro sulle presentazioni di questo libro – volevo essere libero dal fascino del racconto basagliano – A Trieste ricezione critica ma aperta – Trieste come utopia concreta – prima di Basaglia, i dottori in manicomio non c’erano quasi mai – essere un medico, stare lì – c’è un costo personale: molti protagonisti di questa storia sono morti giovani – domanda di Elena Giacanelli – Lavorare con lentezza – Interviene Gabriella Bollini: il manicomio di S. Giovanni in Persiceto e i percorsi delle persone dimesse – metodo Jervis e metodo Basaglia – John: non è facile ritrovare i pazienti – l’orrenda parola: «residuo manicomiale» – in realtà tra Jervis e Basaglia non c’erano grosse differenze di strategia – Domanda: differenza con gli anni Settanta – welfare in caduta libera, società spaventata, manicomi mascherati – ruolo degli psicofarmaci: lager esteriore e lager interiore – John: gli psicofarmaci hanno aiutato a chiudere i manicomi – all’epoca non c’era molta discussione sull’utilizzo di psicofarmaci – R.D. Laing usava altre sostanze (e adesso si è scoperto che andavano bene) – oggi c’è un ricorso eccessivo – teniamo conto che il manicomio era un’istituzione costosissima, e questa in molti paesi è stata la vera ragione della chiusura – non è vero che allora era facile aprire gruppi-appartamenti, c’erano paure e resistenze (il caso di Arezzo) – oggi sappiamo più cose sui “matti”, li vediamo – i politici che hanno lottato per chiudere i manicomi non hanno fatto carriera.
7. Perché in Italia? Venturini, Goulart, Foot, WM1. 30’42”
7. VENTURINI/GOULART/FOOT/WM1: PERCHÉ IN ITALIA? – 30’42”
Venturini: su Jervis e Basaglia – a Parma conflitto tra Basaglia e Tommasini sul ruolo degli infermieri – è vero che il clima oggi è pesantissimo, eppure si chiudono gli OPG – le resistenze degli infermieri a Trieste – è pericoloso il sentimento di impotenza – John: sugli infermieri neofascisti goriziani – gli infermieri erano assunti soprattutto per la stazza – convincere gli infermieri – Domanda: le influenze di Goffman e Foucault – John: importanza di Asylums di Goffman – Importanza di Primo Levi – WM1: Storia della follia nell’età classica di Foucault – una serata molto intensa a Bologna – Il 1961 – Venturini: Storia della follia fu un libro fondamentale – l’approccio concreto di Basaglia era molto diverso da quello teorico di Foucault – Basaglia aveva l’ottimismo della volontà – John: l’importanza degli esempi pratici: Inghilterra, Scozia, Francia, Germania – Stella: sul titolo, La repubblica dei matti – John: è una frase usata a Gorizia – abbiamo provato 26 titoli – in UK si intitolerà The Man Who Close The Asylums – Domanda: perché in Italia? – John: il fenomeno è internazionale, però in Italia ci fu un’alleanza tra psichiatri e politici, c’erano tutti i fattori necessari – Basaglia scrive che “non esiste un fuori dal sistema”, lavora da dentro e riesce nell’intento – Basaglia ha lasciato più tracce, tanto che in certe fiction lo fanno sembrare Gesù – Venturini: l’Italia è il primo paese ad avere abolito le “classi differenziali” – rispetto a Francia e Inghilterra, sotto l’aspetto tecnico l’Italia era indietro, e questa mancanza di risposta tecnica ha permesso una risposta politica dall’interno dell’istituzione pubblica – WM1: il “ritardo trasformativo” in Italia – in Italia il 1968 è durato 12 anni – gli anni Settanta italiani sono molto peculiari, e fanno ancora paura – John: ci sono anche fattori casuali – è ora di bere una birra (la seconda) – Domanda: gli infermieri, gli psicologi, i sociologi, le famiglie degli utenti, le associazioni, la coralità del movimento – John: il movimento cominciò da molto poco e divenne un’esperienza che cambiava la vita.
Grazie per l’audio. Ho ordinato il libro. Visto che è stato citato, c’è La razionalità negata, un dialogo del 2008 fra Corbellini e Jervis, nel quale quest’ultimo fa alcune considerazioni su quell’epoca (critica e autocritica: dell’esperienza, della 180 e situazione post-180). Non so se sia stato usato tra le fonti. C’è anche un resoconto che fornisce le premesse teoriche della crisi della psichiatria antecedente agli anni ’60.
Un altro collegamento, in realtà poco più di una coincidenza, tra Foucault, la psichiatria e il Brasile. C’è una conferenza che Foucault tiene a Rio nel 1974, il cui titolo è “Crisis de un modelo en la medicina?” (reso in italiano con “Crisi della medicina o crisi dell’antimedicina?”). La traduzione di questo testo è nel secondo volume dell’Archivio Foucault, che nessuno ha ancora digitalizzato (far ricerca da ciecati è una rottura di maroni indicibile… però può essere anche incredibilmente divertente), così che non sono mai riuscito a leggerlo per intero, ma solo per citazioni e riassunti contenuti in altri libri. Dovrebbe trattarsi del primo scritto in cui Foucault allude expressis verbis al concetto di biopolitica, per così dire “testandolo” e facendolo reagire con le sue ricerche precedenti sulla follia. Questo è il passaggio in cui viene tirata in ballo la biopolitica:
«per la società capitalistica è il bio-politico a essere importante prima di tutto, il biologico, il somatico, il corporale. Il corpo è una realtà bio-politica; la medicina è una strategia bio-politica.»
Poco più di una coincidenza, appunto: però di fatto, almeno in una parte dell’ambiente accademico di Rio, una sensibilità verso il tema allignava già dalla metà degli anni ’70.
“Stultifera navis al manicomio di Rovigo”, da dove proviene il murale sulla copertina del libro: https://www.youtube.com/watch?v=Ji8h6jBBqDA&feature=youtu.be