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La prima settimana in libreria de L’Invisibile ovunque è stata bella e convulsa: quattro presentazioni affollatissime a Vittorio Veneto, Pavia, Belluno e Milano, interviste sulla stampa, interviste alla radio, recensioni… In attesa delle prossime presentazioni (imminenti quelle di Ravenna, Bologna e Imola) vi proponiamo una selezione dei materiali usciti e disponibili in rete. Come sempre, buona lettura e buon ascolto.
Simone Pieranni recensisce il libro sul manifesto del 24/11/2015
N.B. Azzardiamo che Pieranni non sia autore del titolo, scritto nel nominalstil da pagine culturali del manifesto e ancor più impreziosito da un avverbio. Come ha spiegato in maniera molto chiara Benedetto Vecchi, «der Nominalstil ist in wissenschaftlichen, behördlichen und fachsprachlichen Texten weit verbreitet».
Michele Smargiassi intervista Wu Ming su La Repubblica del 27/11/2015
N.B. Sempre in tema di titoli, quello affibbiato all’intervista – «Noi Wu Ming diciamo addio alla Storia» – è di plateale insensatezza, ma l’intervista stessa è venuta molto bene.
Radio Belluno intervista Wu Ming 1, 27 novembre 2015
ebbene sì, lo confesso: quando sono andato in libreria il 24 novembre ad acquistare L’invisibile ovunque sono rimasto sorpreso dall’esiguo numero di pagine da cui è composto. Sono rimasto molto soddisfatto del suo contenuto, pero'( mai nutrito dubbi al riguardo, del resto). Tutte le quattro storie (l’ultima credo sia piu’ un saggio)sono permeate dal comune desiderio dei protagonisti di mimetizzarsi, di rendersi invisibili all’orrore della guerra,di cercarne scampo. Forse nel cacciatore contadino Adelmo questo desiderio mi è sembrato meno netto, perché per sfuggire alla trincea va ad arruolarsi comunque negli arditi, corpo speciale d’assalto composto da soldati avvezzi ad uccidere, che andranno nell’immediato dopoguerra ad ingrossare la fila del nascente movimento fascista ( ad eccezione dei pochi Arditi del Popolo). Tuttavia, non credo sia stato e sia possibile ad alcuno rendersi completamente invisibile alla guerra, perché pure questa, quando scoppia, è ovunque; ti costringe, quantomeno, a cambiare, in peggio, le tue abitudini, il tuo modo di relazionarti con gli altri e con l’ambiente che ti circonda. Ancora una volta avete offerto una lettura degli eventi storici diversa da quelle tradizionali e molto intelligente e, per me, condivisibile. Anch’io nell’approcciarmi alla prima guerra mondiale, al di la’ del Piave che mormorava et similia, ho sempre pensato alle emozioni, al terrore, che devono aver provato quei tanti giovani coscritti nell’attesa di lanciarsi in campo aperto sotto il fuoco delle artiglierie nemiche, sapendo di andare incontro a morte pressocche’certa.
In conclusione, grazie per averci regalato quest’altro bellissimo parto del vostro ingegno.