La tregua di Natale è il primo brano (si dice ancora singolo?) che abbiamo deciso di farvi ascoltare, pescandolo dalle nove tracce di Schegge di shrapnel.
Il testo è tratto dall’intervista a un reduce cameranese della Grande Guerra, raccolta ormai trent’anni fa da Alberto Recanatini e pubblicata nel volume Di che brigata sei? La mia ha i colori di Camerano… (Camerano, 1994). Ringraziamo l’autore del libro che ci ha permesso di utilizzare il testo, aggiungendo anche qualche particolare sull’identità del testimone. A quanto pare, non si trattava di un individuo “contrario alla guerra”, né di un convinto antimilitarista. Questo, secondo noi, accresce il senso del suo stupore di fronte a una tregua spontanea, decisa grazie a sguardi d’intesa, parole farfugliate a caso e lanci di regali tra opposte trincee. La testimonianza è di particolare valore perché non sono molti i documenti dove si parla delle “tregue di Natale” sul fronte italiano (qui siamo vicini a Kambreško, nell’alta val d’Isonzo), mentre assai di più si è scritto e cantato intorno alla Christmas Truce tra tedeschi e britannici, nelle Fiandre, in occasione del Natale 1914 (quella qui descritta si svolge due anni dopo).
Ci teniamo a ringraziare anche Bruna Bianchi, studiosa della Grande Guerra e autrice di un libro che ci ha accompagnato in tutte le ricerche: La follia e la fuga. Nevrosi di guerra, diserzione e disobbedienza nell’esercito italiano (1915 – 1918) (Roma, Bulzoni, 2001). E’ in quelle pagine che abbiamo letto per la prima volta questa testimonianza sulla tregua di Natale isontina del 1916.
«Episodi isolati, subito travolti dalla violenza della guerra, brevi momenti che tuttavia bastarono a far crollare una percezione astratta del nemico proposta dalla propaganda: gli austriaci apparivano ugualmente laceri, affranti e affaticati, nutrivano lo stesso desiderio di pace e di riposo. Accanto alla sensazione di condividere con i soldati nemici le stesse condizioni di vita e lo stesso destino, affiora talvolta una percezione più profonda: se fosse stato possibile soffermarsi su quei sentimenti di condivisione, se del nemico si fosse udita la voce, o scorto il viso, se se ne fossero conosciuti i sentimenti, l’aggressione non sarebbe stata più possibile.»
(B. Bianchi, La follia.., cit., pp. 353-354)
Ricordiamo che Schegge di shrapnel uscirà il 12 febbraio del prossimo anno, in formato CD e vinile grigio + CD (quest’ultimo tirato in 500 copie). Abbiamo tentato fino alla fine di stampare almeno il CD prima di Natale, ma gli ingorghi (e i pacchi) della ditta che lo doveva duplicare non ce l’hanno permesso. Prima di febbraio è comunque possibile preordinare il disco dal sito della nostra etichetta, la Woodworm di Arezzo. Insieme a CD e vinili, nella pagina dedicata a Wu Ming, si può acquistare anche L’invisibile ovunque (spedito immediatamente e scontato a 15 euro) oltre alla locandina di Claudio Madella e a molti altri materiali…
Ammazza che marketing @Wu_Ming_Foundt pic.twitter.com/KFU27DfU9V
— valentinavon (@_av0n) 14 Dicembre 2015
Sulla tregua di Natale tra tedeschi e britannici, si può sempre riguardare questo film qui
https://www.youtube.com/watch?v=JukKmy40pm4
Effettivamente un bel film, che coinvolge. Sicuramente romanzato e forse in alcuni punti un po’ troppo retorico. Da guardare e soprattutto da mostrare in tv. Quello che purtroppo manca in molti film sulla prima guerra mondiale è la presenza di una o più scene di battaglia cruente quanto basta, tipo la scena iniziale de “Salvate il soldato Ryan” (per il resto un film mediocre). la serie tv “Band of Brothers” (stupenda) o “La sottile linea rossa” (film meraviglioso) che mostrino il lato più crudo e assurdo della guerra. Che evidenzino proprio l’orrore dello scontro e nel caso della Guera Granda la vita infame delle trincee
A proposito della tregua di Natale, facendo delle ricerche sulla Grande Guerra in territorio ibleo, ho trovato una lettera che un ex fante scrisse per un bambino di una scuola elementare nel 1965. La lettera è conservata presso l’associazione combattenti di Ragusa. Di seguito un estratto:
“Ricordo benissimo: era una notte di Natale, e dopo un continuo diluviare la nostra trincea era franata e le coperture erano andate giù, sicché alla prima luce dell’alba si poteva vedere benissimo tutto il lavoro che c’era da compiere. Un soldato siciliano che avea nel cuore tutto il fuoco dell’Etna, come preso da una irrefrenabile pazzia cominciò a gridare disperatamente: “Io non ce la faccio più, – io mi faccio ammazzare, – ma qui non ci posso stare più”. E con meraviglia di tutti uscì fuori dalla trincea, e si mise dritto all’inpiedi, eretto come una statua, gridando fortemente verso le vicine posizioni nemiche: “Austriaci, non sparate, siamo vostri fratelli, oggi è Natale, facciamo pace almeno per poche ore” – “Scendi giù gli gridarono i compagni; ma tutti ci vuoi far seppellire dall’Artiglieria nemica”; e lo tiravano giù, afferrandolo per i piedi; – Ma quello imperterrito continuò a gridare: “Austriaci, non sparate, oggi è Natale, facciamo pace” – E dopo un momento di ansiosa attesa, quale non fu la meraviglia di tutti, quando dalla trincea austriaca fu innalzato un cartellone dove si leggeva bene: “Si, oggi è Natale, possiamo fare pace”; e poco dopo ai due lati del cartellone cominciarono a comparire dei soldati; e già si sporgevano non poco in modo da poter far vedere che nelle mani avevano delle scatole, e le tendevano verso di noi dicendo: “Sono sigarette, portateci del pane e ve le diamo”. Fu come un ordine ricevuto; i nostri presero ognuno la propria pagnotta e uscirono; e così un gruppo da una parte con le sigarette, ed un gruppo dall’altra parte con il pane tanto desiderato dai nostri nemici, nessuno avea armi, in un primo momento ci fu una certa esitazione: ma dallo sguardo, dai gesti amichevoli spinti, si avanzò d’ambo le parti senza sospetti, e superati i nostri varchi del filo spinato, si avvicinarono, si scambiarono la merce e si separarono subito prima che i loro ufficiali si fossero accorti di quel momentaneo allontanamento. Tutti rientrarono al loro posto, silenziosi nella trincea e rimasero come assorti in un unico pensiero per tutto quello che era accaduto.”
Pubblicato sulle Canzoni contro la guerra (grazie per il link!) con traduzione francese
http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=51374&lang=it