Il libro di Giuliano Santoro Al palo della morte – uscito da poco nella collana Quinto Tipo diretta da Wu Ming 1 per le Edizioni Alegre – sta riempiendo le sale dove viene presentato e aprendo discussioni sui vari argomenti che mette in reazione: Roma e la sua storia recente, le trasformazioni delle nostre città, come immaginiamo i migranti, il cosiddetto «degrado» e il cosiddetto «decoro».
Al palo della morte è un’inchiesta lirica; è il diario in terza persona di una dérive psicogeografica con punto di partenza Tor Pignattara; è la storia di un omicidio, quello del giovane Shahzad Khan, picchiato a morte una sera di settembre in via Pavoni.
Lo scorso 15 gennaio, Giuliano ha presentato il libro nella stanza dei genitori della scuola elementare «Carlo Pisacane» di Tor Pignattara, forse la più multietnica d’Italia, frequente bersaglio degli strali fascisti e leghisti. Nella primavera 2014 Mario Borghezio si presentò davanti al portone col megafono e fu cacciato via dalle mamme, con ignominia. C’è pure il video, guardate.
Prima di andare alla Pisacane, Al palo della morte aveva riempito ESC, atelier occupato in via dei Volsci, quartiere S. Lorenzo. ESC è sotto minaccia di sgombero e come Wu Ming approfittiamo di questo post per una prima dichiarazione di solidarietà.
Ad Esc non si entra più! Siamo 200 x #alpalodellamorte di @amicoFaralla pic.twitter.com/6Zh3f8XiPb
— Alegreilmegafono (@edizionialegre) 18 Dicembre 2015
Era il 18 dicembre 2015. La presentazione era arricchita dalla presenza dell’attore Elio Germano, che ha selezionato e letto brani del libro. Vi proponiamo l’audio della serata, diviso in capitoli e con sommario dei singoli interventi. Nel ricordare che la prossima uscita Quinto Tipo sarà Settantadue di Simone Pieranni, vi auguriamo buon ascolto.
Introduzione di Viola Mordenti
Introduce Viola Mordenti (7’19”)
La storia di Al Palo della Morte è la storia di una città che reitera politiche urbane che lasciano spazio all’odio a scapito dello spazio pubblico. L’ideologia della sicurezza e del decoro come strumento di controllo e guerra ai poveri. Un libro che “rintraccia la lingua della città”: una lingua sporca, che mescola cose diverse, scritte sui muri, analisi, storie, volantini, articoli di giornale. L’uso della metropoli come tappeto sonoro al quale connettere diversi “campioni”.
Elio Germano legge da Al Palo della morte – part 1
Elio Germano legge l’incipit di Al Palo della Morte (5’51”)
«Questo libro racconta la morte di un uomo pakistano di nome Shahzad. Tutto ciò che leggerete si basa su fatti reali. Cui ho assistito con i miei occhi. O li ho raccolti da testimoni fidati, gente che c’era e che ha visto. Oppure li ho letti su libri, ritrovati in fotografie, scovati in filmati, reperiti in articoli. Tutte fonti che valuto essere attendibili. Questa non è una requisitoria».
Tommaso de lorenzis in #Alpalodellamorte l’omicidio di shazhad è un prisma attraverso cui leggere la realtà romana pic.twitter.com/rxl3n2mQgz — mipaloma (@tuittipaloma) 18 Dicembre 2015
Intervento di Tommaso De Lorenzis
Interviene Tommaso De Lorenzis (16’25”)
La difficoltà di definire Al Palo della Morte. L’omicidio di Shahzad è il sasso che scuote la fissità dello specchio d’acqua, dal quale partono una serie di cerchi concentrici che si allargano sempre più. Il governo dello spazio urbano, il ruolo di certe passioni, la guerra che viene rivolta contro le periferie. «Ditemi come e perché si uccide e vi dirò quali sono le contraddizioni. Ditemi come si racconta un delitto e vi dirò quali rapporti definiscono il dominio all’interno di una società». L’elogio del congiuntivo come dichiarazione poetica.
Intervento di Valerio Renzi
Interviene Valerio Renzi (16’16”)
Il linguaggio giornalistico e le narrazioni tossiche che infestano le nostre città. Raccontare le storie nella loro complessità come antidoto al giornalismo del copia&incolla. L’assedio e l’invasione: due immagini usate da Salvini e ricorrenti nella rappresentazione della città e delle periferie. Gli anticorpi al razzismo e le reti informali.
Elio Germano legge da Al palo della morte – part 2
Elio Germano legge un altro brano del libro (3’28”)
La storia delle scritte sui muri in lingua urdu a Tor Pignattara che incrina l’immagine (criptorazzista) della comunità musulmana come blocco monolitico.
Intervento di Giuliano Santoro
Parla Giuliano Santoro (19’16”)
Una storia che comincia con lo striscione del sedicente “comitato apolitico” “Cittadini di Tor Pignattara” e che finisce con lo stesso striscione appeso davanti al palco romano di Matteo Salvini, in piazza del Popolo. Riappropriarsi anche della cronaca nera, non lasciare il crimine al codice penale e alle sue narrazioni. Non possiamo più permetterci di dare nulla per scontato. Ricodificare le parole che sono state svuotate in questi anni per riprendersi le storie.
Intervento di Elio Germano
Interviene Elio Germano (3’48”)
La definizione rigida come base di ogni razzismo. Ancora sul “montaggio” del libro: la grammatica del montaggio dovrebbe essere insegnata a scuola, perché il modo in cui i racconti dominanti vengono “montati” nasconde mille insidie. L’antidoto è smontare le storie che ci propinano.
Intervento di Alioscia Castronovo
Intervento dal Pubblico: Alioscia Castronovo (4’23)
Le rotte della migrazione e Al Palo della Morte. La città descritta nel libro non è essenziali sta e monolitico. Tor Pignattara come spazio meticcio attraversato da conflitti. Attraversare tempi e spazi per raccontare i luoghi da una prospettiva straniante.
Intervento di Vanessa Roghi
Intervento dal Pubblico: Vanessa Roghi (3’46”)
Al Palo della Morte si occupa del tema sciasciano del Contesto. Le circostanze che rendono colpevole una persona. La Pantanella come anticipazione della città migrante a venire.
N.d.R. Vanessa Roghi ha scritto una bellissima recensione di Al Palo della morte.
Conclusione di Giuliano Santoro
Conclude Giuliano Santoro (4’01”)
Le reti informali e solidali che lavorano e fanno vivere la metropoli e che nel caso di Shahzad hanno fatto da argine al dilagare del razzismo a Tor Pignattara non sono scontate, vanno curate, sostenute e fatte crescere, anche perché spesso agiscono oltre e nonostante la politica ufficiale.
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