«Quando una cosa comincia in un punto, bisogna saper accettare di non commisurarla subito con la situazione globale. Il colpo che ci è stato inferto è di natura globale. È talmente globale da poter restare indistinto abbastanza a lungo. Ancora non sappiamo quali siano i suoi ingredienti principali, le sue localizzazioni prioritarie, che cosa succederà, ecc. Sentiamo solo il colpo ricevuto e l’impotenza. Dal punto di vista della situazione globale, non c’è per il momento nessuna cura possibile per l’impotenza. La presunta risposta globale, infatti, la conosciamo, è il vecchio ritornello sulla “ricostruzione della sinistra”. Questo significa ritornare alle vecchie abitudini… e preparare quindi la reiterazione senza coraggio delle circostanze che provocano l’impotenza. Quando si riceve un colpo globale, il coraggio che deve rispondergli è locale. È in un punto che potrete ricostruire la possibilità di vivere senza perdere l’anima negli effetti depressivi del colpo ricevuto. Il coraggio orienta localmente nel disorientamento globale.» (Alain Badiou)
Il 15 ottobre 2016 Un viaggio che non promettiamo breve era ancora in tipografia e non si poteva ancora presentarlo, al massimo pre-presentarlo.
Due giorni prima, in un perturbante passaggio di testimone, Dario Fo era morto e Bob Dylan aveva vinto il Nobel per la letteratura. Secondo alcuni commentatori, quella dell’Accademia Svedese era una risposta preventiva a uno dei due possibili esiti delle presidenziali USA. Mah.
Mentre scriviamo questo post, la notizia che muove la macina è proprio l’esito di cui sopra.
Il 15 ottobre, i media straripavano di discorsi oziosi su cosa sia la letteratura, cosa sia la poesia, cosa c’entri Dylan (e cosa c’entrava Fo) e quant’altro.
Oggi, i social network straripano di discorsi non meno oziosi su quale sia il male minore, in cosa consista, cosa debba non fare per essere minore. Sempre lì stiamo, al «meno peggio», o al «tanto peggio tanto meglio», in ogni caso al peggio, alla «reiterazione senza coraggio».
Nel tardo pomeriggio di quel 15 ottobre, noialtri – Wu Ming 1, il poeta Lello Voce e il trombettista compositore ingegnere musicale Frank Nemola – eravamo al festival CartaCarbone di Treviso, città che ha avuto per anni un sindaco-sceriffo dal nome antifrastico, personaggio molto somigliante, per indole e caratura, al nuovo presidente a stelle e strisce. C’è un ripostiglio, nell’iperuranio, dov’è custodito il calco, l’Idea Pura di simili personaggi. Riguardo ai quali la pensiamo come il rapper YG.
Quel giorno, nell’auditorium di Santa Caterina, abbiamo proposto per la prima volta la conferenza/reading/concerto Omnia Sunt Communia. Riflessioni singolari (e musicali) sulla scrittura collettiva.
Siamo partiti dal libro/album di Lello e Frank, Il fiore inverso – oggi fresco vincitore del Premio Elio Pagliarani di poesia, qui la presentazione dei brani dell’album – e da Un viaggio che non promettiamo breve, per una scorribanda nei rapporti tra poesia, amore e insurrezione.
Abbiamo cantato le lodi del coraggio che orienta localmente, omaggiando nel contempo Franco Fortini, gli Area, Fabrizio De Andrè, Horacio Ferrer, Raimbaut D’Aurenga, Pharoah Sanders, Bruno Maderna, la resistenza occitana e quant’altro.
L’inizio con L’Internazionale è stato sconvolgente per una (minuscola) parte di pubblico, che ha deciso di alzarsi seduta stante e, platealmente, fuggire. Nessuno li ha rimpianti.
Oggi proponiamo la registrazione dell’intero evento, ascoltabile in streaming traccia per traccia o scaricabile in una cartella zippata.
Ma prima, un aggiornamento sull’avventura di Un viaggio che non promettiamo breve, che è solo all’inizio ma sta già suscitando molti commenti e risposte.
■ Le prime due presentazioni si sono svolte nei luoghi della lotta, a Bussoleno e Rivalta. Qui trovate un resoconto della prima apparso sul settimanale valsusino Luna Nuova. Introduzione di Nicoletta Dosio, fresca reduce dal blitz giudiziario che l’aveva trascinata in tribunale poche ore prima.
A Rivalta c’era anche Daniele «Contador» Contardo di 2 Ruote di Resistenza, che ha introdotto l’evento con un monologo stand-up su mobilità e trasporti, dopo avere cantato e suonato all’organetto Thunder Road di Bruce Springsteen, poi ha duettato con WM1.
Sala piena, a #Rivalta si comincia: @Wu_Ming_Foundt presenta “Un viaggio che non promettiamo breve” #notav pic.twitter.com/VAajnzck6c
— No Tav Rivalta (@NoTav_Rivalta) 6 novembre 2016
Per quanto riguarda le prossime presentazioni, il calendario è qui.
■ Il No Tav e giapster Davide Gastaldo ha recensito il libro sul suo blog. Qui riportiamo i primi tre capoversi:
«Per illuminare il sentiero che porta al cantiere in Clarea, le forze dell’ordine utilizzano dei grossi riflettori, tecnicamente dette quarze a scarica; la forte luce che queste emettono appiattisce ciò che illumina, ed inoltre il sentiero è tortuoso e lungo, molto, così il risultato è una cattiva illuminazione, con tanta parte del percorso che resta al buio.
I diversi libri sul movimento notav che avevo letto finora avevano più o meno tutti il medesimo punto debole: un’angolazione fissa, una luce sempre uguale, tanta roba che restava nell’ombra.
WM1 ha deciso invece di raccontare il percorso della lotta notav accendendo fiaccole, poste ad una certa distanza l’una dall’altra, e ad una certa altezza sul sentiero; ogni fiaccola ha il suo colore, il suo crepitio, ed illumina un pezzo del percorso; per carità, alcune zone restano in ombra – lo si diceva prima, il sentiero è molto lungo – ma l’autore ti porta per mano da una pozza di luce all’altra.»
Una delle svariate piramidi di #WM1viaggioNoTav consumate ieri sera a #Bussoleno. 150 copie, 150 dediche, polso indolenzito! Grazie a tutt*! pic.twitter.com/UnMZPneTnh
— Wu Ming Foundation (@Wu_Ming_Foundt) 6 novembre 2016
■ Una recensione a firma di Checchino Antonini è apparsa sul settimanale Left. Titolo: Wu Ming, la lotta No Tav e il vero perché della grandi opere.
■ Sul sito ufficiale dell’Einaudi c’è uno speciale dedicato al libro.
■ Dulcis in fundo.
Non è un segreto: Un viaggio che non promettiamo breve è stato letto e discusso a puntate, per buona parte del 2016, nella mailing list di Alpinismo Molotov. Ebbene, oggi sul blog di AM è apparsa una preziosa testimonianza collettiva sul lavoro di quei mesi: un «making of», un cut-up della lunga discussione sul libro intervallata da commenti successivi all’uscita.
Titolo: Si parte e si torna insieme. In cordata per un viaggio che non promettiamo breve.
E ora, OMNIA SUNT COMMUNIA.
N.B. Se qualcun* riscontra problemi con lo streaming, può scaricare tutti i brani in un’unica cartella linkata più giù ↓
L’Internazionale (Omaggio a Fortini e agli Area)
1. L’Internazionale (Omaggio a Fortini e agli Area) – 5’41”
Alla memoria di Giulio Capiozzo. Tromba suonata live da Frank Nemola.
«Noi non vogliam sperare niente,
il nostro sogno è la realtà.
Da continente a continente
questa terra ci basterà.
Classi e secoli ci han straziato
fra chi sfruttava e chi servì.
Compagno, esci dal passato
verso il compagno che ne uscì.»
Turi alla base militare di Woensdrecht (10 agosto 2005)
2. Turi alla base militare di Woensdrecht (10 agosto 2005) – 17’44”
Il fiore inverso
3. Il fiore inverso – 8’17”
«di me sospetta diffida ricorda quant’è infìda la voglia come facilmente
su ogni ramo secchi la foglia come ogni amore non sia che specchio
come è vecchio in un istante il desiderio scrivimi quel verso che è
lo schianto e il rompersi del canto»
Turi allo sgombero della Maddalena (27 giugno 2011)
4. Turi allo sgombero della Maddalena (27 giugno 2011) – 9’40”
Oggi più che mai, impariamo dai #notav. Un coraggio che orienta localmente nel disorientamento globale, non transige sul punto, vince.
— Wu Ming Foundation (@Wu_Ming_Foundt) 9 novembre 2016
Il lavoro cieco
5. Il lavoro cieco – 10’06”
«bevuto il nostro sangue il conto langue
siamo in credito di vita siamo in attesa
che sia finita questa pena infinita che nasca
la radice che traligna che esige che ora sia
esatta l’ora che fa tornare i conti siamo giunti
sin qua solo per mostrarvi i numeri la lista
e tutta l’evidente moderazione che c’è nel
comprendere come ormai l’unica soluzione
non sia un pranzo di gala ma piuttosto
tutt’un’altra rivoluzione»
6. Alta Velocità Bologna – Firenze
6. Alta Velocità Bologna-Firenze – 6’44”
7. Milonga Mutante
7. Milonga Mutante – 11’37”
«quando ogni risposta avrà perduto la sua domanda
poi se mi chiederai chi comanda appena la luce
è spenta e mescolo oblio e mio amore e propaganda
tu squarcia quello che non dico inghiotti il silenzio
poi sputalo tra i denti mentre ti sibilo di speranza
mentre rubo pelle sesso sole al giorno che avanza»
8. La canzone di maggio di Dolcino e Margherita
8. La canzone di maggio di Dolcino e Margherita – 8’11”
«Ce ne dobbiamo andare, perché dopo c’è Odifreddi… Ma prima rifacciamo L’Internazionale!»
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