Speciale #WM1ViaggioNoTav: #maxiprocesso, reazioni pavloviane, una riffa di solidarietà, recensioni e altro sui #notav

Un viaggio che non promettiamo breve, foto di Simona Vinci

Foto di Simona Vinci, pubblicata su Twitter.

In Un viaggio che non promettiamo breve, tra le numerose storie raccontate, c’è quella del cosiddetto «maxiprocesso» contro i No Tav: com’è nato e per volontà di chi; dove si è svolto e secondo quali logiche; cos’è accaduto in carcere ad alcuni dei 53 imputati; come ha risposto la popolazione valsusina; cos’hanno detto i PM nelle loro requisitorie… Fino alla sentenza di primo grado.

Proprio mentre usciva il libro è iniziato il processo d’appello, che è giunto a sentenza in tempi record… ma in quei tempi ne abbiamo sentite di tutti i colori. Le condanne sono 38, nove in meno rispetto al primo grado, ma comunque un esito grave. Un sunto si trova su notav.info.
Del tutto ovvia la nostra massima solidarietà a tutte le condannate e i condannati.

Nel commentare con gioia la sentenza, il senatore del PD Stefano Esposito e il vicepresidente del PD torinese Raffaele Bianco, dichiarati arcinemici dei No Tav, hanno subito pensato di tirarci in ballo, con chiarissime allusioni a Un viaggio che non promettiamo breve. Un riflesso condizionato rivelatore, che si aggiunge a segnali raccolti nei giorni scorsi, nel sottobosco del cronismo sìTav embedded. A quanto pare, il libro di Wu Ming 1 non è per tutti gli apparati digerenti. Forse contiene troppa capsaicina (C18H27NO3)? 

Esposito e Bianco su Un viaggio che non promettiamo breve


A proposito di repressione, e prima della consueta rassegna di recensioni e altri materiali, dobbiamo aggiungere un elemento alla serata di domani, sabato 19 novembre, al Communia di Roma (parte della «manovra diabolica» di Wu Ming nella capitale).

Nel corso dell’evento,  ci sarà una grande riffa antifascista, a sottoscrizione per gli arrestati di Magliana: due persone sono ancora in galera e una ai domiciliari con accuse assurde e senza prove.

Primo premio: una tavola originale di Zerocalcare più una copia autografa di Un viaggio che non promettiamo breve.

Secondo Premio: tutti i sette libri finora pubblicati nella collana Quinto Tipo, diretta da Wu Ming 1 per le Edizioni Alegre. Da Tabloid Inferno di Selene Pascarella a ritroso fino a Diario di zona di Luigi Chiarella. Fa pure rima!

E ora, altra capsaicina.

Su Il Fatto Quotidiano on line, Davide Turrini scrive:

Copertina di A muso duro«Un viaggio che non promettiamo breve è un immenso baule di informazioni e testimonianze, un approfondimento orientato e partigiano sì, ma assolutamente inoppugnabile dell’artificiosa, deleteria e velenosa vulgata/mantra delle Grandi Opere, e dell’annesso concetto dell’ “alta velocità” a cui siamo sottoposti da 30 anni a questa parte. Un’opera che mescola la forma del romanzo e del saggio, gli stilemi della cronaca e dell’epica, il pulviscolo del dettaglio microscopico teso a schiacciare la grande narrazione senza intoppi del neocapitalismo mondiale. Non una battaglia letteraria di retroguardia però; bensì un vero e proprio manifesto etico del presente che ricorda i versi di A muso duro di Pierangelo Bertoli, “con un piede nel passato, e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”.»

La recensione prosegue qui.

Un’altra recensione è uscita su «Il manifesto» a firma di Giuliano Santoro.

Un viaggio che non promettiamo breve sul manifesto

Giuliano scrive:

«Per comprendere la polifonia della Valle di Susa, la forza che sprigiona da differenti radici («il movimento operaio, la tradizione antifascista, il cristianesimo di base, l’orgoglio di categoria dei ferrovieri») e fili rossi che hanno la capacità di intrecciarsi, il testo mette all’opera molti degli strumenti sperimentati in questi anni dal collettivo Wu Ming. È un oggetto narrativo non identificato che tiene assieme complessità e radicalità, inchiesta e narrazione, reportage e analisi. Il rigore delle fonti e la sperimentazione narrativa, per usare le parole dell’autore.»

La recensione prosegue qui.

Sul suo Blog of Wonders, Mariano Tomatis (uno dei primi lettori del libro) ha recensito l’opera a modo suo, concentrandosi sugli elementi di magia, visione, spiazzamento, stupore.
Mariano scrive:

Peter Kolosimo

Peter Kolosimo

«Il libro è una meticolosa e ragionata enciclopedia di argomentazioni contro la Grande Opera valsusina […] Avendo fatto parte della “cordata” che – dietro le quinte – ne ha osservato la nascita in ciascuna delle sue fasi, ho riscontrato un’attenzione al dettaglio e alla precisione che rasentano la maniacalità. Ma l’aspetto davvero sorprendente – in altra sede l’ho definito “magico” – è che il Viaggio non parla solo il linguaggio della Ragione: scontri epici e freddi numeri formano un continuo intreccio, avvisi di custodia cautelare cedono il passo a dialoghi con personaggi immaginari, la rievocazione di vecchie vicende confluisce in meta-riflessioni sul duro lavoro del romanziere alle prese con una materia tanto incandescente.
[Wu Ming 1] non si fa alcuno scrupolo a schierare anche energie sottili e “alleati cosmici”: gli stessi la cui presenza Peter Kolosimo percepiva nei dintorni del monte Musinè.» […]

La recensione prosegue qui.

C’è dell’altro: pensando alla presentazioni del libro, Mariano ha ideato e realizzato un rompicapo a tema No Tav. Anzi, lo ha definito «un rompicapo sìTav».

È di questi giorni anche l’inchiesta su mafia e appalti per quanto riguarda il Terzo Valico, progetto che nei ruggenti anni Novanta – prima che finissero gli steroidi e chiudesse la farmacia – si chiamava «supertreno Genova-Milano». A questo progetto, ora investito da una catena di megascandali, si oppone da anni un movimento No Tav non meno radicale di quello valsusino. Nello scrivere della vicenda, Checchino Antonini ha messo alcuni puntini sulle i e ne ha approfittato per tornare su Un viaggio che non promettiamo breve.

Tav – mafia, alla faccia dell’interesse nazionale – di Checchino Antonini

Nei prossimi giorni pubblicheremo tutti i materiali disponibili (video, audio, foto) sull’affollatissima due-giorni di Resistenze in Cirenaica al Vag61, svoltasi l’11 e 12 novembre scorsi. Intanto, qui c’è un resoconto della presentazione di Un viaggio che non promettiamo breve, intitolata (cripticamente per chi non c’era) «Gli Umarells assaltano i cantieri».

Ricordiamo che il calendario completo delle prossime presentazioni si trova qui.

Infine, nel suo idiosincratico stile, il compagno Giuseppe Genna ha pubblicato un «primo flash» sul libro (se va in crescendo, figurarsi gli altri!), preceduto da un inquietante SMS a Wu Ming 1 che diceva: «Cos’hai fatto, porca m******… Cos’hai fatto…»

Un viaggio che non promettiamo breve è anche su Anobii e su Goodreads.

A gentile e gradita richiesta, chiudiamo questo speciale con Marisa.

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2 commenti su “Speciale #WM1ViaggioNoTav: #maxiprocesso, reazioni pavloviane, una riffa di solidarietà, recensioni e altro sui #notav

  1. Un commento che lega la recente sentenza di rinvio a giudizio nel processo Eternit con un gran numero di durissimi provvedimenti a danno dei No Tav.

    L’amianto e il No Tav sono problematiche distanti, eppure corrono su binari paralleli. Non mancano i punti di deviazione/commutazione sulle rotaie. Forse perché entrambi hanno a che fare con il Piemonte e hanno mobilitato la procura torinese, forse perché ci sono rocce amiantifere nelle montagne che vogliono perforare.
    La notizia della derubricazione dell’imputazione di omicidio doloso in omicidio colposo nel processo Eternit bis, su cui si è pronunciata un giudice torinese lo scorso martedì 29 novembre, è stata salutata come una grossa vittoria dagli avvocati del magnate svizzero della eternit Stephan Schmidheiny:
    http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/11/29/news/processo_eternit-153088564/

    Adesso centinaia di morti operaie rischiano la prescrizione, le condanne saranno miti e il padrone, che secondo l’accusa sapeva almeno dal 1976, proverà a sostenere in qualche modo di non aver avuto consapevolezza di quel che accadeva nelle proprie fabbriche.

    Ecco lo snodo sulle rotaie. Il nome di quel giudice torna spesso nelle cronache sui No Tav. Il giudice che ha lasciato ammutoliti i familiari delle vittime dell’amianto in passato ha autorizzato indagini ai danni di attivisti No Tav, ha firmato ordinanze di custodia cautelare in carcere e di arresti domiciliari per decine di militnti. Inclusa la famosa l’ordinanza sul concorso morale, riportata in “Un viaggio che non promettiamo breve”.

    Lascio agli studiosi di diritto le riflessioni giuridiche sui due casi.
    Da cittadino sorprende la differenza di peso, sui piatti della giustizia, tra centinaia, anzi migliaia di operai morti da un lato, e un compressore di un cantiere dall’altro.
    Da scrittore che lavora con le metafore, viene da pensare che la mano della Giustizia può essere piuma o può essere ferro. La Dea Bendata è piuma con i potenti, a cui fa il solletico, e ferro con i ribelli, gli oppressi, i valligiani in lotta, su cui pende come eterna spada di Damocle a ogni rivendicazione e protesta.

  2. […] Esposito e Bianco avevamo già segnalato, alcune settimane fa, le reazioni pavloviane all’uscita di Un viaggio che non promettiamo breve. Sembra riconducibile a lui anche […]