Esce oggi in libreria La Compagnia dell’Anello di J.R.R. Tolkien nella nuova traduzione di Ottavio Fatica.
Dopo mesi di polemiche preventive – durante i quali se ne sono sentite davvero delle belle… – e dopo che già le anticipazioni rilasciate da Bompiani – poesia iniziale e Prologo – hanno scatenato un bailamme sulla nuova resa dei nomi, eccoci finalmente al dunque. Adesso si potrà leggere il primo terzo del romanzo e rendersi conto di come “suona” la nuova traduzione, fare tutti i raffronti che si vogliono, approvare, disapprovare, restare affezionati alla vecchia traduzione, innamorarsi della nuova, rimanere neutrali ecc. ecc.
Al di là di ogni discussione che seguirà, un dato inoppugnabile comunque c’è. Dopo mezzo secolo Tolkien ha finalmente guadagnato in Italia un trattamento da classico della letteratura, vale a dire la ritraduzione del suo masterpiece da parte di un traduttore letterario professionista e rinomato.
È stato un percorso lungo – sono passati undici anni dalla pubblicazione del romanzo solista di Wu Ming 4 Stella del mattino – ma ci siamo arrivati. Allora, come se stappassimo una bottiglia di spumante virtuale, ci concediamo una citazione:
«La rassegnazione fatalistica del soldato di carriera (poiché l’esercito inglese ignora l’intrigo) avrebbe indotto un ufficiale come si deve a incrociare le braccia e a guardare altri guastargli un piano in cui non credevano e che non parlava alla loro immaginazione. Non nobis, Domine.»
T.E. Lawrence, I sette pilastri della saggezza.
Per una panoramica sulla nuova traduzione rimandiamo al sito dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, dove si può leggere → l’articolo scritto da Giampaolo Canzonieri, il socio che ha svolto la consulenza per Fatica, con una postilla di Wu Ming 4. Buona lettura.
La traduzione di Fatica: il problema dei giudizi pre-lettura
Ottima riflessione di Gloria Comandini sul suo blog Cercatori di Atlantide.