Un anno di «Viva Menilicchi!». La guerriglia odonomastica continua.

È passato un anno da quando Wu Ming 2 ha esportato a Palermo l’esperienza di guerriglia odonomastica e camminate urbane maturata a Bologna con Resistenze in Cirenaica.

Il 20 ottobre 2018 un Grande Rituale Ambulante contro il Colonialismo attraversava il capoluogo siciliano, officiato da uno scintillante “collettivo di collettivi” e partecipato da centinaia di persone.

Da quel giorno il progetto «Viva Menilicchi!», ufficialmente concluso con Manifesta 12, ha avuto molto più dei cosiddetti strascichi, e tra azioni dei soliti ignoti, installazioni del collettivo Fare Ala e ulteriori collaborazioni, si può ben dire che sia rimasto in attività, producendo nuovi germogli, innesti e diramazioni.

– Già dal giorno successivo al Grande Rituale, si erano verificati alcuni interessanti incantesimi e contagi, di cui avevamo dato notizia nel nostro prontuario di guerriglia odonomastica. In entrambi i casi, si trattava di ineccepibili chiose al memoria del capitano Vittorio Bottego.

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– Di lì a poco, il 4 novembre, sempre in Sicilia ma questa volta a Ragusa, i militanti No MUOS intervenivano in maniera simile sulla targa di via Generale Cadorna.

– All’inizio del nuovo anno, era invece Catania a inaugurare un 2019 di rivolta contro i nomi più odiosi delle strade che abitiamo.

– Quindi era la volta di Via Crispi a Palermo, con 4 glosse in vernice rossa firmate da Antonio Gramsci:
«Stabilì lo stato d’assedio e i tribunali marziali in Sicilia contro il movimento dei Fasci»
«Prospettò il miraggio della terre coloniali da sfruttare»
«La sua figura fu caratterizzata dalla sproporzione tra i fatti e le parole»
«Ha creato quel fanatismo unitario che ha determinato una permanente atmosfera di sospetto contro tutto ciò che può arieggiare a separatismo.»

– A marzo, nelle strade di Castellamare del Golfo e Capaci dedicate al fascista Giorgio Almirante, comparivano le definizioni: «Segretario di redazione della rivista La difesa della razza (1938-1942)» e «Capo di gabinetto del ministero della cultura popolare della repubblica di Salò».

– Pochi giorni dopo, le stesse identiche parole si manifestavano su un cartello, sotto alla targa di via Almirante a Ladispoli. Rimosso il cartello, anche la targa faceva una brutta fine.

– Il 14 aprile, 74° anniversario della Liberazione della città, Imola Antifascista realizzava un intervento ispirato alle “pasquinate” (statue parlanti), alla vernice rosa gettata su Montanelli durante il corteo milanese di Non Una Di Meno e al Grande Rituale Ambulante palermitano. Il colpo era diretto contro Francesco Azzi, “eroe dell’impero fascista”, che da anni riposa indisturbato, a braccia conserte, nella sua uniforme di pietra, nei centralissimi Giardini di San Domenico.

– Il 25 aprile, a Bari, gli organizzatori dell’iniziativa Sola strada era la Resistenza prendevano spunto esplicitamente dall’esperienza palermitana di Viva Menilicchi!.

– Il 4 giugno, ignoti appendevano un’insegna “parlante” al complesso scultoreo della Batteria Musotto di Messina, dedicato ai caduti siciliani nella battaglia di Adua.

– In piena estate, dopo che le chiose di via Almirante a Capaci e  Almirante a Castellammare erano state cancellate, il collettivo Fare Ala le sostituiva con una nuova definizione.

La breve nota biografica, per quanto inoppugnabile, faceva infuriare Giorgia Meloni e il vice sindaco della città, Giuseppe Maria Cruciata, ordinava di cancellarla in quanto “oltraggiosa”.

Ma il fantasma del vero Almirante non ci stava ad essere censurato e il primo ottobre – con un’abile “necromanzia” – appariva in bianco e nero, davanti al palazzo del comune, per salutare i suoi sostenitori.

La polemica si riaccendeva e dalle profondità di Facebook emergevano perle di raro valore.

Il sindaco di Castellammare, Nicola Rizzo, si diceva allora disponibile a confrontarsi con i cittadini e a rivedere alcune intitolazioni di strade. Un incontro preparatorio di quest’incontro pubblico, a quanto ci dicono si è tenuto pochi giorni fa. Attendiamo di conoscerne gli sviluppi e di tenervene informati.

Nel frattempo, a metà ottobre, su invito del Festival delle Letterature Migranti, Fare Ala e Wu Ming 2 realizzavano un grande manifesto, 3 metri per 6, da affiggere per le strade di Palermo. Da lontano si legge “Italiani Brava Gente”, ma avvicinandosi compare un breve (e incompletissimo) elenco di crimini, nefandezze e violenze commesse dagli italiani in giro per il mondo e in particolare nelle colonie, nei territori occupati durante la Seconda Guerra Mondiale e nel corso delle cosiddette “operazioni umanitarie”.

L’ultimo intervento, pochi giorni fa. I collettivi Fare Ala e Bendicò hanno fatto nascere al Foro Italico di Palermo il Giardino Lorenzo Orsetti, come già accaduto a Firenze, Roma e altre città.


Inutile dire che c’è da aspettarsi che non finisca qui. Il profilo Facebook del progetto è in continuo aggiornamento.

Quale sarà la prossima epifania di Viva Menilicchi?

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