Dopo qualche intoppo nella distribuzione, da pochi giorni è disponibile, in tutti i canali di vendita, un libro che attendevamo con entusiasmo e trepidazione: Partigiani d’Oltremare. Dal Corno d’Africa alla Resistenza Italiana, di Matteo Petracci.
L’autore lo ha presentato – insieme a Wu Ming 2 – durante una serata memorabile al CSA Sisma di Macerata – luogo che a buon diritto si può considerare la culla dell’intero progetto.
Sono passati più di cinque anni da quando abbiamo preso in mano per la prima volta la storia dei quindici partigiani africani della Banda Mario, che sconfissero i nazifascisti sul Monte San Vicino, in provincia di Macerata.
Cominciammo a darle una forma durante un laboratorio di narrazioni d’archivio, organizzato proprio dal CSA Sisma, con i documenti e le fonti rintracciate da Matteo Petracci, sempre molto generoso nel condividere i risultati delle sue ricerche.
Al termine di quell’iniziativa si tenne un incontro pubblico, dove raccontammo quel che gli archivi ci consentivano e fantasticammo ulteriori sviluppi. Pubblicando l’audio integrale della serata, scrivemmo: «ci siamo lasciati giurandoci che questa storia non è ancora finita. Anzi, è appena iniziata.»
Oggi siamo felici di poter dire che abbiamo mantenuto la promessa. Grazie alla dedizione di Matteo, mese dopo mese, abbiamo aggiunto sempre nuovi dettagli alla vicenda dei partigiani d’Oltremare, scoprendo che tra loro c’erano anche due donne, che alcuni recitarono in un film con Amedeo Nazzari, che uno incontrò il principe Umberto di Savoia e gli mostrò una famosa cicatrice…
Abbiamo parlato di loro a Bologna, Piacenza, Forlì, Roma, Milano; alla seconda festa di Alpinismo Molotov e ovunque ci fosse bisogno di ribadire che la Resistenza «italiana» fu multietnica, creola, internazionalista e migrante. I loro nomi sono stati scanditi durante la manifestazione antifascista di Macerata, il 10 febbraio 2018, una settimana dopo la sparatoria di Luca Traini: Mohamed Abbasimbo, Scifarrà Abbadicà, Abbagirù Abbanagi, Addis Agà, Aden Scire, Thur Nur, Mohamed Raghé, Giama Elmi, Bulgù Abbabuscen, Cassa Abite, Abbabulgù Abbamagal, Menen Abegasc, Moulurché Becchelé (o forse Fatima Hussein).
Partendo da una foto pubblicata qui su Giap, la figlia di Aden Scire (in somalo: Aaden Shire Jaamac) è riuscita a mettersi in contatto con Matteo Petracci – domandandosi perché mai un cinese si interessasse a suo padre. Dopo un fitto scambio di mail, Shukri Aaden Shire – che oggi vive tra Londra e Mogadiscio – ha potuto visitare i luoghi dove combatté la Banda Mario e ha partecipato alle inziative del 25 aprile 2018 a Macerata. L’anno successivo, durante la cerimonia provinciale, sua figlia Kafia Omar ha tenuto un discorso pubblico in piazza della Libertà a Pollenza (Mc).
Tutte queste avventure, e molte di più, le trovate nel libro di Matteo Petracci appena uscito per Pacini Editore, con un rigoroso corredo di note, nomi e riferimenti archivistici.
Ma nemmeno questa volta possiamo dirci che la storia è finita e già il sentiero ci porta verso nuovi traguardi.
A Verona, dopo aver suonato Razza Partigiana, Wu Ming 2 si è trovato di fianco a Dagmawi Yimer, regista nato ad Addis Abeba e autore in Italia di film e documentari (Come un uomo sulla Terra, Soltanto in Mare, Va’ pensiero). Grazie a quell’incontro, abbiamo scoperto che uno degli eroi nazionali etiopi – raffigurato anche in un francobollo celebrativo – è il “nostro” Addis Agà (documentato anche come Abdis Agà o Addis Hagan e noto in patria come አብዲሳ አጋ/Abdissa Agga). In Etiopia la sua biografia è ricordata con molti dettagli discordanti, a partire dal percorso che seguì per arrivare in Italia. In una graphic novel pubblicata nel dicembre scorso, con il sostegno dell’ambasciata serba ad Addis Abeba, lo si vede mentre sfila a Roma, nel settembre 1944, con la bandiera d’Etiopia al vento, di fianco al tenente jugoslavo Jule Kačić – anche lui membro della Banda Mario. Abbiamo contattato l’autore del libro, Minas Halefom, per farci spedire il fumetto e ora speriamo di raggiungere Addisalem Abdissa, figlia di Abdissa Agga, che compare di fianco a Halefom alla presentazione del volume. Da qui, ne siamo certi, partirà un’altra tappa del cammino.
E a proposito di cammini, ne abbiamo all’orizzonte uno molto concreto. Anzi, due.
Con l’aiuto di Simone Vecchioni e della cooperativa ViaggieMiraggi, abbiamo individuato un percorso che ricalca quello seguito dai partigiani d’Oltremare, dopo la fuga da Villa Spada di Treia, per raggiungere l’abbazia di Roti – base dei ribelli sul Monte San Vicino.
Dal 30 aprile al 3 maggio e dal 10 al 13 settembre, Matteo Petracci e Wu Ming 2 guideranno un gruppo di camminatori su quel sentiero, raccontando le storie che lo hanno segnato. Tutte le informazioni utili, le tappe e i costi si trovano qui.