Blank Space QAnon. Sul successo di una fantasia di complotto come gioco collettivo di interpretazione testuale

English version here.

di Florian Cramer e Wu Ming 1

QAnon – il movimento secondo cui Donald Trump combatte una guerra segreta contro élites sataniste e pedofile – non è la solita credenza complottistica, ma funziona come un gioco collettivo di interpretazione testuale. Questo è anche il motivo della sua spropositata diffusione, che ora abbraccia i soggetti più diversi, dai Reichsbürger tedeschi [convinti che il Reich esista ancora e che la Repubblica Federale di Germania sia una compagnia senza basi legali registrata a Francoforte] a chi nega che sia in corso una pandemia. Il fatto che la premessa narrativa di QAnon derivi da un assemblaggio di fonti letterarie e della cultura pop – tra le quali un romanzo del 1999 scritto anche da uno dei due autori di quest’articolo – non suscita dubbi nei seguaci.

“QAnon” è iniziato nell’autunno 2017 con una serie di messaggi frammentari da parte di un utente “Q” sul forum 4chan, uno dei pochi luoghi della rete ancora “sregolati”, dove negli anni Zero nacque il movimento mascherato “Anonymous”. Dal 2014, quando su 4chan si formò un’orda di odiatori contro un’autrice di videogame femminista [il cosiddetto Gamergate], il forum scivolò nel sessismo militante, nel razzismo e nell’antisemitismo. 4chan divenne uno dei quartieri generali dell’estrema destra “alternativa” (Alt-Right). Nel 2016, nella fase finale della campagna elettorale di Trump, l’Alt-Right diffuse la fantasticheria di complotto “Pizzagate”, secondo cui alti dirigenti del Partito Democratico tenevano bambini rinchiusi nel seminterrato di una pizzeria di Washington, per usarli come schiavi sessuali. Un sostenitore di quella teoria fece irruzione nel locale con un fucile, per scoprire che non c’era nessun seminterrato.

La storia finì solo in apparenza. Un anno più tardi, la credenza in un complotto mondiale pedofilo da parte delle élites liberal – complotto di cui facevano parte anche Hillary Clinton e George Soros – ebbe un revival nei messaggi criptici su 4chan del presunto agente segreto “Q”. La sua narrazione – che Trump stia portando avanti in segreto un’apocalittica battaglia finale contro una casta planetaria di pedofili satanisti che bevono sangue di bambini per mantenersi giovani – recupera leggende antisemite che circolavano già nel Medioevo. Nelle sue interviste coi media, Trump incoraggia questa credenza rifiutandosi di prenderne le distanze. Almeno 25 candidati repubblicani al Congresso sono legati alla sottocultura QAnon. I gruppi Facebook dedicati a QAnon sono arrivati ad avere più di tre milioni di iscritti. Nel corso del tentato assalto al Reichstag durante le proteste dei Querdenker [Pensatori Laterali] che negano l’esistenza del coronavirus, sventolava una grande bandiera di QAnon.

Xavier Naidoo

Xavier Naidoo

In Germania e nei Paesi Bassi, QAnon si è diffuso molto rapidamente negli ambienti dell’estrema destra esoterica che oggi nega sia in corso una pandemia. Le storie sui potenti che adorano il diavolo e bevono il sangue sono diffuse anche da celebri influencers come il cantante pop Xavier Naidoo. In Italia, la fantasticheria QAnon ha trasformato in negatori del virus persone disperate e rovinate economicamente, fornendo risposte assurde a legittimi dubbi su come il governo gestisce quest’emergenza.

La mappatura del complotto mondiale sviluppata nell’ambito QAnon include – accanto a Trump, Clinton and Soros – tutti gli altri “soliti sospetti”, come gli Illuminati, JFK e Nostradamus. QAnon è diventato una super-fantasticheria di complotto che cerca di integrare tutte le fantasticherie precedenti nella costruzione di un mondo alternativo e di una teologia politica.

Chi si è formato nelle sottoculture e controculture del periodo che va dagli anni Sessanta agli anni Novanta troverà tale cartografia familiare. Include alcuni degli stessi attori e fa gli stessi riferimenti incrociati onnicomprensivi che troviamo, ad esempio, nella trilogia di romanzi Illuminatus! di Robert Shea e Robert Anton Wilson (1975). Illuminatus!, a sua volta, cita L’Incanto del Lotto 49 di Thomas Pynchon (1967), la cui eroina segue le tracce di una rete postale segreta e a quanto pare onnipresente chiamata “Tristero”, che di fatto è una realtà alternativa della controcultura americana. L’esistenza di Tristero, però, rimane incerta fino alla fine del romanzo, e il suo mondo parallelo non è una terra promessa, dato che ne fanno parte anche gruppi di estrema destra. In Illuminatus!, invece, Wilson e Shea giocano coi miti del complotto in modi più svagati e pop.

Illuminatus! divenne una lettura di culto, soprattutto tra gli hacker. Poiché gli hacker, in senso lato, si occupano di sistemi e interconnessioni tra sistemi, storicamente la loro sottocultura ha familiarità sia con fondate ipotesi di complotto sia con l’immaginazione cospirativa. È dunque probabile che la persona o il gruppo di persone che, dietro lo pseudonimo “Q”, ha alimentato questa fantasticheria coi suoi frammenti testuali provenga – come lo stesso 4chan – dall’orbita larga di tale sottocultura.

Da quando si è formata l’Alt-Right, 4chan e i suoi più recenti corrispettivi 8chan/8kun non sono più frequentati solo da aggressivi smanettoni che passano il tempo facendo “shit-posting”: i loro memi politici arrivano nei social network mainstream, dove incontrano la credulità di persone che hanno affinità col revivalismo evangelico negli USA, e con le scene dell’estrema destra esoterica in Europa. I testi di QAnon sono letteralmente prosecuzioni del fondamentalismo cristiano: promettono, con la stessa espressione dei movimenti revivalisti del XVIII secolo, un “Grande Risveglio” e un’imminente battaglia finale del Bene contro il Male.

Almeno una fonte di QAnon è molto plausibile: il romanzo italiano Q, pubblicato nel 1999 e scritto anche da uno dei due autori del presente articolo, all’epoca membro del collettivo Luther Blissett. Q è stato tradotto anche in tedesco e in inglese ed è stato pubblicato in più di trenta paesi. Il romanzo si svolge nel periodo della Riforma e racconta la storia di un agente segreto che, sotto il nome di “Q”, diffonde disinformazione e – proprio come il Q di “QAnon” – sostiene di avere accesso ad alte sfere del potere politico e a informazioni segrete. Nel libro, le lettere di Q convincono i contadini insorti guidati da Thomas Müntzer a combattere una battaglia in Turingia per farla finita per sempre con nobili e vescovi. Ma la battaglia si rivela una trappola mortale. Il “Q” di QAnon copia anche questo, quando dichiara imminente la “tempesta” della battaglia finale,  quella in cui Trump libererà gli USA dal “Deep State” e dalle élites liberal.

I parallelismi tra il Q di Luther Blissett e quello di QAnon avevano già attirato la nostra attenzione nel 2018. Media americani ne avevano parlato. Ovviamente, ciò non ha scosso la fede in QAnon.

Il modo in cui Q di Luther Blissett è stato usato per QAnon ricorda la storia di un altro falso: gli antisemiti Protocolli dei Savi Anziani di Sion, che apparvero nel 1903 e documentavano una presunta cospirazione mondiale ebraica. In realtà erano un montaggio e una riscrittura di altri testi, compreso un romanzo satirico anti-monarchico dell’ex-comunardo parigino Maurice Joly, pubblicato nel 1886.

L’episodio è citato anche nel romanzo di Umberto Eco Il pendolo di Foucault (1988), dove si ricorda che la fascista e antisemita inglese Nesta Webster interpretò le somiglianze testuali tra i Protocolli e il romanzo di Joly come prove che Joly era parte del complotto. Probabilmente i credenti in QAnon interpreterebbero Q di Luther Blissett allo stesso modo. Il pendolo di Foucault, come L’incanto del lotto 49 e Illuminatus!, è un compendio letterario di fantasticherie di complotto, ed è quello col più chiaro intento istruttivo. Racconta di tre uomini che, per capriccio, costruiscono una fantasticheria di complotto ricombinando informazioni e leggende su società segrete e movimenti occultisti, ma diventano sempre più prigionieri del proprio gioco e finiscono per attirare l’attenzione di veri cospiratori politici.  Il documento segreto che tentano di decifrare – e la cui natura frammentaria anticipa i messaggi di QAnon su 4chan – si rivela una banale lista della spesa.

Wolfgang Iser

Un anno prima dell’uscita del romanzo Eco, semiologo di professione, tenne una conferenza all’Università di Costanza sulla «disputa delle interpretazioni». In quella circostanza, definì «semiosi ermetica» – nell’accezione occultista del termine – l’idea secondo cui i testi si possano «interpretare all’infinito». Il pendolo di Foucault racconta la semiosi ermetica in forma di romanzo. Eco tenne quella conferenza nella facoltà dove negli anni Settanta era nata la “teoria della ricezione”. Uno dei suoi concetti-chiave, introdotto da Wolfgang Iser, è quello degli spazi vuoti o blanks (in tedesco Leerstellen) nei testi letterari; costitutive rotture o mancanze di informazioni  cui i lettori devono  sopperire, per mezzo delle quali il significato può emergere solo in un dialogo tra testo e lettore.

I frammenti testuali di QAnon spingono all’estremo sia la semiosi ermetica sia il principio dello spazio vuoto e, semplificando, portano la teoria della ricezione nella cultura popular. Il mantra del movimento QAnon e dei Querdenker tedeschi è: le nostre non sono asserzioni definitive, ma provocazioni per il pensiero critico, su cui chiunque deve fare le proprie ricerche. Poiché le “ricerche” dei seguaci di QAnon consistono in perlustrazioni delle proprie bolle tramite Google e YouTube, finiscono sempre per confermare le loro assunzioni di partenza e la loro visione del mondo mito-cospirativa, ma con la sensazione di aver raggiunto le proprie conclusioni attraverso un proprio lavoro di ricerca.

QAnon è un coinvolgente gioco interattivo. Questo ne spiega l’attrattività. Di fatto, QAnon è un “Alternate Reality Game” (ARG). Gli ARG sono un genere che coniuga gioco on line e avventura di gruppo, per il quale fin dagli anni Novanta esiste un’industria ludica specializzata. Un ARG contiene indizi e misteri che i giocatori risolvono trovando informazioni fuori dal gioco e condividendole coi loro pari. Spesso gli ARG non hanno un finale già scritto. E come suggerisce il loro nome, i loro intrecci costuiscono realtà alternative che si estendono alle vite quotidiane dei giocatori e, in un certo senso, le infondono di magia.

Un esempio di fantasticheria di complotto che funzionava già come un alternate reality game è “Paul is dead” – la credenza, a partire dal 1969, che il membro dei Beatles Paul McCartney fosse morto in un incidente d’auto tre anni prima e fosse stato rimpiazzato da un sosia. Una vasta sottocultura di fan americani dei Beatles – soprannominati “Cluesters”, cercatori di indizi – si formò intorno a quella fantasia e cominciò a condividere informazioni attraverso programmi radio, giornali locali, fanzine e passaparola. Nei versi delle canzoni, sulle copertine dei dischi e nel materiale promozionale trovavano e decifravano presunti messaggi segreti sulla morte di McCartney. Era un ARG ante litteram, per giunta decentrato e autorganizzato. Quella sottocultura esiste ancora e a partire dal 2000, grazie a Internet, ha anche vissuto una rinascita.

Molti degli elementi costitutivi di QAnon erano già presenti: la “ricerca”, la sovrainterpretazione paranoica dei prodotti della cultura pop per esporre un’orribile verità, l’ossessione per la morte e il “doppio”. Oggi i seguaci di QAnon diffondono la voce che Barack Obama, Michelle Obama e Hillary Clinton sono stati arrestati, giustiziati a Guantanamo e sostituiti da cloni.

Di recente, giornalisti e studiosi americani hanno descritto QAnon come una religione in formazione. Famiglie e coppie vivono esperienze drammatiche quando un loro componente scivola in quel mondo parallelo. Anche se Trump dovesse perdere le elezioni, quella credenza e quelle fantasie non svaniranno. La fine della sua presidenza, probabilmente, ne alimenterebbe lo status leggendario di messia, trasformandolo in un martire, una vittima del “Deep State” e dell’establishment liberal. Con un Trump rieletto, d’altronde, QAnon si ritroverebbe a dover spiegare come mai la salvezza non sia ancora arrivata. In ogni caso, già ora QAnon sta conoscendo varie metamorfosi, che potrebbero accelerare e avere come esito una versione più mainstream della fantasticheria di complotto.

Florian Cramer è professore di cultura visiva alla Willem de Kooning Academy di Rotterdam.

Wu Ming 1 è membro del collettivo di scrittori e attivisti culturali Wu Ming, che fa base a Bologna. Il suo nuovo libro La Q di Qomplotto uscirà nel gennaio 2021.

Una versione ridotta di quest’articolo è uscita in tedesco sulla Süddeutsche Zeitung del 30/10/2020.

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26 commenti su “Blank Space QAnon. Sul successo di una fantasia di complotto come gioco collettivo di interpretazione testuale

  1. A proposito del collegamento tra teorie del complotto ed ARG, ho trovato molto interessante e ben argomentato questo lungo articolo (in Inglese) scritto da Adrian Hon, lead designer dell’ARG Perplex City: https://mssv.net/2020/08/02/what-args-can-teach-us-about-qanon/.

    Ci sono anche idee e proposte per affrontare le teorie del complotto, che, insieme all’idea di “mostrare la sutura”, potrebbero riuscire là dove il debunking fallisce. In particolare, Hon scrive che (traduco molto liberamente): “Nessun ARG può porre rimedio alla profonda diffidenza e paura ed al malessere spirituale ed economico che sta alla base di QAnon ed altre pericolose teorie del complotto […]. Ci sono però indizi che soluzioni ispirate dagli ARG potrebbero funzionare — non nel combattere direttamente il fascino di QAnon, ma nel reindirizzare l’energia e lo zelo delle persone attratte da `community-based problem-solving’ verso cause migliori”.

  2. Minchia: «you’ve dropped it like it’s hot». Ad un girono dalle elezioni in the US-of-A ci regalate sto bel promemoria di cosa potrebbe esserci dopodomani ad attendere la diplomazia e a dettare la linea politica internazionali per i prossimi 5 anni; per di piu` nel bel mezzo di una pandemia. Robétta, insomma; sono certo che Wilson e Shea vi avrebbero senza dubbio usato come personaggi e intorno alle vostre azioni avrebbero ricamato almeno un paio di capitoli da inserire in Illuminatus!

    Giusto cosi` per farmi i fatti vostri, ovviamente assumendo che sia un dato che avete e che abbiate volonta` di condividere: negli ultimi due tre anni avete notato un incremento di vendite di Q in Trumplandia? Ammetto che d’isitinto, quando mi sono imbattuto per la prima volta nella galassia Qanon, ho pensato immediatamente al vostro personaggio; a mio giudizio pero` e` piu` plausibile, trattandosi di cultura americana, che la Q si rifaccia alla lettera che definisce il livello di accesso dei dipendenti delle varie agenzie governative a documenti secretati, la cosidetta Q-Clearance, a cui tra l’altro fanno riferimento anche la maggior parte dei media che si sono occupati del fenomeno. E qui` la seconda domanda (sempre per farmi gli affari vostri): avete preso in considerazione la possibilita` di venire travolti da un vero e proprio shitstorm se la notizia che Q sia riconducibile all’opera del Luther Blisset Project, da verosimile si trasformasse in top-trend? In ultima battutta: per quando e` prevista l’uscita del libro su Qanon?

    • 1) no, non abbiamo notato particolari aumenti di vendite di Q negli USA;

      2) la Q-Clearance è come la firma «Qoèlet» nel romanzo, è la spiegazione del perché l’anonimo si firma Q interna alla cornice narrativa. L’ipotesi che l’ispirazione sia venuta leggendo Q è una spiegazione esterna alla cornice. Anche perché il riferimento alla Q-Clearance non conduce in automatico ad adottare «Q» come pseudonimo.

      [Tra l’altro la Q-Clearance non è affatto l’autorizzazione-passepartout fantasticata dai credenti in QAnon, è un lasciapassare del Dipartimento dell’Energia relativo alla sicurezza di centrali e basi nucleari, non ha nessuna attinenza coi dietro-le-quinte della Casa Bianca ecc.]

      3) Gennaio 2021.

      • Dimenticavo: l’ipotesi che a monte di QAnon ci sia una burla ispirata al nostro romanzo è già stata “top trend” negli USA nell’estate del 2018. Non abbiamo riscontrato nessun significativo aumento del novero di nostri hater.

        • Grazie come sempre per il tempo dedicato a rispondere. Mi permetto di chiederti un opinione da storico: l’espansione di fenomeni come Qanon sono forse sintomatici di un rischio che stiamo tutti correndo, nell’era della connessione permanente, di trasformarci in comparse del film Idiocracy, confermando la teoria del darwinismo universale espressa da R.Dawkins che attribuisce ai memes la trasmissione della cultura umana nella storia?

          E se cosi` fosse, vorrei sottoporre al tuo giudizio anche un’altra cosa. Mi sono recentemente imbattuto nell’acronimo americano SCAD: State Crimes Against Democracy, che viene definito cosi`:

          «Concerted actions or inactions by government insiders intended to manipulate democratc processes and undermine popular sovereignty». Traduzione mia a braccio: inerzia nell’agire o agire concreto e concertato, da parte di elementi interni ad un governo, allo scopo di manipolare i processi democratici e danneggiare, indebolendola, la sovranita` popolare.

          La definizione e` del professor Lance DeHaven-Smith, della Florida State University, e rappresenta un tentativo di raggruppare e identificare determinate azioni e atteggiamenti all’interno di un quadro legislativo, in maniera da creare una distinzione che poi permetta di ragionare in maniera lucida e inserire in un contesto storico le “vere” cospirazioni politiche o corporative.

          Anche se personalmente non ritengo appropriato legiferare su tutto e capisco che accertare l’illecito diventerebbe estremamente difficile, a mio parere definire certi comportamenti a livello di giurisprudenza potrebbe rappresentare in qualche modo un filtro alla merda. E` evidente che il frame cospirazionista sta` diventando pervasivo ma forse questo accade anche perche` si sta` lasciando che sedimenti l’abitudine generale a raggruppare indifferentemente allucinazioni distopiche e atteggiamenti che dovrebbero essere considerati criminali, specialmente se questi ultimi sono tenuti da persone che detengono una qualche forma di potere. La situazione insomma sta` rendendo quasi impossibile discutere di qualsiasi cosa perche anche chi dovrebbe prendersi la responsabilita` di esprimersi con rigore accademico, non lo fa`.

          • Mah, devo dire che SCAD mi sembra un concetto ridondante, quella di DeHaven-Smith, all’osso, non è altro che la definizione razionale di complotto/conspiracy. E i complotti reali sono già illegali, perché hanno il fine di commettere reati di vario genere. Un complotto è, tagliando con l’accetta, un reato associativo – o, nei casi più complessi, un cluster di vari reati associativi. Non c’è bisogno di creare nuove fattispecie di reato. Quando viene scoperto, a norma di legge un complotto è già perseguibile. Sono stati perseguiti i cospiratori del Watergate, quelli della strategia della tensione, quelli della P2… Se ciò non avviene (perché l’azione legale viene inibita o ostacolata) o non porta a risultati significativi, non credo dipenda da una lacuna nella giurisprudenza, ma 1) dai rapporti di potere e dai rapporti di forza nella società; 2) dal fatto che la magistratura – in Italia lo abbiamo visto tragicamente – non può sostituire i movimenti sociali.

  3. Post molto interessante, come gli altri sul tema.
    Di recente ho letto un articolo su limes a proposito delle iminenti elezioni USA, in cui si faceva accenno a Qanon come mezzo per far mutare il deep state americano. Questo il paragrafo:
    “Infine, la sfida tra diverse fazioni dello Stato federale, di cui sono alfieri strumentali Trump e Biden, centrata sulle tattiche da applicare nei confronti di nemici e sodali internazionali, con intelligence e militari impegnati ad arrogarsi l’ultima parola su come muoversi nel mondo. Con l’entourage trumpiano pronto ad utilizzare il grottesco complottismo di QAnon contro specifici vertici della burocrazia e il campo bideniano disposto a garantire carta bianca a selezionati esponenti dello Stato centrale.”

    Mi sembra una lettura accurata del vero ruolo che una fantasia di complotto può avere nella geopolitica di un paese.

    Per chi fosse interessato al resto dell’articolo:

    https://www.limesonline.com/usa-elezioni-malcontento-industria-razza-storia-biden-trump/120709

  4. L’ altro giorno al bar, ho parlato con una signora che, a bassa voce, mi ha spiegato che dietro alla pandemia c’è un piano per stravolgere l’ economia. Un piano orchestrato dall’occidente per sconfiggere la supremazia cinese… Apparentemente una lettura coerente con la narrazione trumpiana dell’economia, anche se inspiegabilmente incoerente con la “provenienza cinese” del virus. Mi sorprende moltissimo, sempre, incontrare persone che devono imbastire una interpretazione così contorta della realtà che, davvero, è probabilmente il frutto, la conseguenza, di un processo di amplificazione dei social media. Milioni di persone sparse ovunque contribuiscono a costruire una lettura della realtà complessa, apportando ognuno il proprio contributo, aggiungendo un tassello, come in un enorme gioco di ruolo in cui l’ obiettivo non è “vincere” ma partecipare. Non è individuare davvero le cause dei problemi ma spostarle all’infinito. Un modo per non affrontare davvero mai la realtà dei fatti, proiettandosi in un mondo di finzione parallelo a quello reale.

  5. @ WM1: Devo precisare che dello SCAD mi ha incuriosito e attratto in particolar modo il tentativo di evidenziare che a creare il danno non sono esclusivamente delle azioni ma anche e forse sopratutto il non-agire, l’indolenza, sopratutto politica. Per il resto grazie per della risposta degna, come sempre, di uno Jedi Master.

    @Filo a Piombo: « …un enorme gioco di ruolo in cui l’ obiettivo non è vincere ma partecipare»
    Se analizzi bene il dispositivo messo in rete da Christopher Poole ma anche il meccanismo psicologico alla base di questi “giochi” ti accorgerai invece che fanno leva proprio sulla competizione darwiniana per l’attenzione tra i partecipanti; il meme “migliore” sfonda gli altri finiscono sul fondo e poi scompaiono; chi la spara piu` grossa e puo` “mostrare” le connessioni che tengono in piedi una teoria, viene e si sente “elevato” all’interno delle dinamiche dei vari gruppi, etc. E` questo che crea dipendenza, come accade un po` su tutti i social e anche nel gioco d’azzardo o per certe droghe dove «the next hit is always around the corner».

    • Eh, si, Dude. Hai ragione. Forse mi sono espressa male. Intendevo dire che essere parte di questo “gioco di ruolo” ti dà l’ impressione di partecipare e di avere la sensazione di ” decidere” e, forse, di sentirti parte di un gruppo quando, normalmente, ti senti escluso dai meccanismi decisionali e questo comporta una grossa frustrazione. Questo dispositivo relazionale assorbe le energie dei partecipanti canalizzandole nelle direzioni sbagliate e disperdendone il potenziale, istituendo solo, come dici tu, una competizione (” orizzontale”) che soffoca una possibilità di reazione contro il ” potere” che, invece, sono convinti di prendere di mira. Per esempio, spesso, la dipendenza dai videogiochi crea un comportamento passivo aggressivo e di ripiegamento su se stessi. Inducendo una forma di isolamento sociale a cui tu stesso hai contribuito. Credo che la maggior parte delle fantasticherie di complotto possa nascere da un atteggiamento di preoccupazione per il conflitto, pur generando una competizione continua. Avendo paura di affrontare una contrapposizione, ma non potendolo ammettere, adotti un comportamento solo apparentemente conflittuale. In realtà, profondamente, desideri che tutto rimanga come è per continuare a recitare un ruolo, la parte che ti sei scelto e che ti conferisce una importanza che, altrimenti, non avresti. Ma magari sto dicendo un mucchio di cretinate. :-) Altamente probabile.

    • Ahimè, Dude, qualunque riferimento a Star Wars con me cade piatto, splaf! :-) Ammetto di non essere mai riuscito a farmi piacere la saga. Sono sempre stato un Trekkie.

      • «Credo che la maggior parte delle fantasticherie di complotto possa nascere da un atteggiamento di preoccupazione per il conflitto».

        Boh guarda, non lo so. L’idea che mi sono fatto io, che e` poi il risultato di anni passati vivendo immerso e osservando una cultura politica, quella WASP, diametralmente opposta a quella nella quale mi sono formato da giovane, e` che l’individualismo congenito che la caratterizza sembra capace di rigenerarsi soltanto immaginandosi continuamente in pericolo, andando in para dura insomma, come si suol dire. A mio parere e` plausibile che cio` (conspiracy warning!) rappresenti una strategia per offuscare la necessita` di una revisione classista della societa`. Particolarmente poi considerando che all’origine di tutto pare esserci un esercito di giovani che si sono autodefiniti con l’acronimo NEET (Not in Education, Employment or Training). Comunque sarebbe davvero un errore pensare che tutto cio` riguardi soltanto la cultura anglosassone.

        @WM1: “dif-tor heh smusma”

        • La rabbia non organizzata sfocia nei mille rivoli del web alimentando fantasticherie di complotto, compatibili col desiderio umano di non arrivare allo scontro diretto.Si sviluppano così fantasiose e contorte interpretazioni della realtà che implementano, da un lato, una dispersione di energie e capitale sociale, dall’altro, odio verso i bersagli più facili da identificare. Se alla base di questa piramide ci sono i Neet, c’è un evidente motivo anche se, ormai, mi sembra sia diventato un fenomeno transgenerazionale che supera l’ appartenenza di classe, di genere, di età, di cultura. Un pervasivo stato mentale che supplisce ad un vuoto politico profondissimo.

          • « .. fantasticherie di complotto compatibili col desiderio umano di non arrivare allo scontro diretto…Un pervasivo stato mentale che supplisce ad un vuoto politico profondissimo.»

            Considerando che a creare questo stato mentale a cui fai riferimento e` un costante e indecifrabile flusso di informazioni, spesso inattendibili, e dando per vero che oggi, questo flusso, rappresenta il mezzo principale attraverso il quale la societa` esprime i propri valori, a mio parere non e` un vuoto politico quello che si e` creato ma anzi e` biopolitica che si riorganizza, come il download di un aggiornamento ad uso della Generation-C. E` da questo punto di vista che a me sembra di vedere in Qanon un movimento politco funzionale proprio allo scontro diretto, ma solo se necessario. Poi magari, come dicevi tu, «sto dicendo un mucchio di cretinate. :-) Altamente probabile.»

  6. Una conversazione su QAnon e dintorni tra Wu Ming 1 e i curatori del podcast Non è ragù, registrata il 3 novembre 2020:

    https://anchor.fm/ragu-podcast/episodes/Non–Rag—Intervista-a-Wu-Ming-1-su-Qanon-e-dintorni-em2d5u

  7. Probabilmente lo sapete già ma nelle elezioni USA due esponenti di QAnon sono stati eletti nel parlamento. Sono donne e sono state elette in Colorado e Georgia. Dopo l’elezione entrambe hanno preso le distanze da QAnon e da ogni teoria cospirativa. Si sono dichiarate “non-credenti”, ma durante la campagna elettorale e prima hanno postato video e rilasciato interviste che evocavano il “gioco” o il “delirio collettivo” di QAnon senza lasciare dubbi o confusioni. La loro campagna elettorale però è stata molto locale segnalando la necessità di armarsi e di difendersi dagli Antifa e dal rischio socialista rappresentato da candidati democratici come Ocasio-Cortez. Il tutto è stato tenuto assieme dalla paura del grande nemico cinese che diversi video su YouTube mostravano inconfutabilmente nella sua malvagità e nelle sue connessioni con i candidati dell’altro lato. Leggo su wikipedia che l’eletta in Colorado è “nata in povertà” e grazie al lavoro da Mcdonald ha capito l’inutilità del welfare. Vive di un bar-poligono in cui è anche attivista per il diritto alle armi.
    Sull’Atlantic, in un articolo di ieri, si analizza QAnon ormai anche come un “bacino elettorale”. Non trovo molte novità però tra i messaggi delle candidate e le narrazioni “anti-comuniste” degli Uribe e Bolsonaro in Colombia e Brasile o, per certi versi, di quelle di Berlusconi negli anni novanta-inizio millennio. C’è uno spazio tra fede e politico dove la democrazia emerge come spettacolo elettorale e marketing per le preferenze. Qui è facile incontrare un mondo di visioni binarie. Come faccia però un delirio come QAnon ad entrare in questo spazio e venire assemblato ad una preferenza elettorale del tipo “Si-No” mi pare un tema molto interessante. Esiste un pensiero strategico di QAnon per prendere il potere dalle Istituzioni? Visibilità e rappresentanza sono di solito uno schema di state-building con cui svariati organismi internazionali aspirano a democratizzare un conflitto attraverso elezioni e distribuzione di risorse. Come testimoniano le due candidate elette, nel caso di QAnon visibilità e rappresentanza sono però clandestine. Si limitano agli strumenti dell’evocazione del delirio e a quello del rifiuto ufficiale della credenza. Ci sono altri segnali di conversione elettorale di QAnon?

    • Le due repubblicane che hanno vinto nei loro collegi sono solo una delle tantissime facce, delle possibili incarnazioni di QAnon, sarebbe un errore partire da loro due per “leggere” l’intero fenomeno, si perderebbero tutte le altre sue dimensioni, che ho provato a sintetizzare in cinque punti nella mia inchiesta su Internazionale (e che sto analizzando nel libro). QAnon è:

      1. un gioco di realtà alternativa divenuto mostruoso;
      2. un modello di business;
      3. una setta che pratica forme di condizionamento mentale;
      4. un movimento reazionario di massa che cerca di entrare nelle istituzioni;
      5. una rete terroristica in potenza.

      In sostanza noi stiamo parlando della dimensione n. 4.

      Ora, io ho seguito la traiettoria di Marjorie Taylor Greene da quando il suo nome è apparso per la prima volta sulla stampa nazionale USA. Dubito che sia mai stata una «true believer», che creda a tutti i barocchismi estremi di quella fantasticheria di complotto. Sicuramente ne condivide la cornice di senso, le premesse più generali: il deep state ecc. Penso però che abbia soprattutto usato QAnon come veicolo per costruirsi un consenso on line, e tra l’altro è stata abile a non fare più alcun riferimento a quel mondo. Mentre i media mainstream la descrivevano come la «candidata di QAnon», lei mandava al proprio potenziale elettorato messaggi sicuramente ultra-reazionari ma molto più generici, attaccava la sinistra senza parlare di pedo-satanismo ecc.

      Tornando alle dimensione n.4, va chiarito che quando definisco QAnon «un movimento» – e anche quando al punto 3 lo definisco «una setta» – non sto parlando di un movimento nazionale organizzato, ma di una dinamica rizomatica, di un reticolo tanto vasto quanto caotico, dove ci sono molte differenze. Ogni volta che dico «la narrazione di QAnon» sto facendo una cruda sintesi, una sorta di “media algebrica”, perché QAnon porta avanti moltissime narrazioni contraddittorie e tra l’altro, come ho detto nell’intervista sopra, sta già andando in più direzioni, subendo trasformazioni. Ci saranno versioni di QAnon più mainstream e versioni di QAnon più selvagge. In questo secondo ambito si accentueranno la dimensione settaria/millenaristica da un lato (e lì forse vedremo suicidi di massa in stile Jonestown) e quella terroristica dall’altro (e lì potremmo vedere in azione mass shooter e stragisti vari).

      Tutto questo per dire che non esiste un «pensiero strategico di QAnon per prendere il potere dalle Istituzioni». QAnon non ha una vera “volontà generale”. È un insieme di storie, un corpus mitologico in fieri, non un partito.

      • Ho letto con ritardo la tua risposta quindi non ci sono riferimenti a te in quello che scrivo a Dude. Tutto chiarissmo soprattutto nell’impossibilità di scorgere una strategia unificante ma di doverlo analizzare come un processo rizomatico. Come postilla mi chiedo come questa cattura elettorale o codificazione dentro un sistema di preferenze istituzionalizzato possa servire quasi a nascondere e mutare ulteriormente il fenomeno e il conflitto che lo origina. Per arrivare alle battute limite, le tue proiezioni future dal settarismo e suicidi di massa a terrorismo stragista sono sconcertanti e sono certo anche molto realiste.

  8. Provo a risponderti sommessamente, anche se a dir la verita` WM1 ha detto tutto molto chiaramente nella lunga intervista linkata sopra. In primis mi verebbe da dire che se non vedi le differenze dovresti provare a cercare meglio, ma in questo modo farei eattamente il gioco di Qanon ;-) Comunque, in un certo senso cio` che dici non e` completamente sbagliato, ma solo nella misura in cui tutti i personaggi elencati sopra sono, come gli adepti di Qanon, miserabili esemplari della specie homo fascistus.

    Detto questo, caratteristica importantissima che differenzia Qanon da un qualsiasi movimento politco sono il metodo e il risultato: una volta che ci si e` addentrati in uno qualsiasi dei liberamente accessibili e apparentemente innocui cuniculi di questo gioco di ruoli, cio` che accade e` un processo di apparentemente graduale ma effettivamente rapidissima radicalizzazione, simile, appunto, al ruzzolare di Alice nel paese delle meraviglie; soltanto che ad attenderci alla fine non c’e` un coniglio con l’orologio da tasca che si lamenta di essere in ritardo, ma un tizio con una swastika tatuata sulla fronte ed in braccio un kalshnikov che ci impone di seguirlo in fretta e furia che c’e` da fucilare dei socialisti.

    Spero di essere stato abbastanza sommesso.

    • Ciao Dude e grazie per la risposta. Sono contento di non essermi completamente sbagliato :) Da quanto capisco seguendo le tue parole però QAnon sarebbe principalmente una maglia di significati sparpagliati per la rete e organizzati da un gruppo di “illuminati” di estrema destra che catturano chi vi si avvicina con una qualche debolezza momentanea o protratta. Per questo il o la malcapitata inizierebbero un percorso di rapida radicalizzazione “anti-socialista” che potrebbe portarli poi ad andare a stanare i pedofili in pizzeria oppure ad imbrattare le statue di Berlino perchè simbolo della venerazione del diavolo. Scopriamo in questi giorni poi che all’occorrenza un credente di QAnon potrebbe diventare anche un elettore (e un eletto). Quest’ultima considerazione mi sembra però sociologicamente interessante oltre che un fatto non scontato. Avere dei rappresentanti politici “clandestini” non ti sembra un’evoluzione oltre Trump che si limitava a fare loro l’occhiolino? Dall’altro lato, iniziare a vedere QAnon come un bacino elettorale, come fatto nell’articolo, non segna una fase successiva di QAnon e una sua inclusione nella galassia politico-culturale nord-americana? Forse sono troppo confuso ma in questo senso mi riferivo ai processi di State building. Penso ai tanti casi dove la componente di fede nel capo o in un sistema di credenze locali deve essere inclusa nei processi di democratizzazione attraverso elezioni. Sono certo di non sapere nulla degli USA ma è quanto mi pare sia accaduto con le due elette. O piuttosto, come leggo nelle tue parole, il risultato era scontato perchè fa parte della strategia stessa che origina QAnon?

      Lascio qui l’articolo:
      https://www.theatlantic.com/technology/archive/2020/11/a-biden-victory-isnt-a-defeat-for-qanon/616998/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=atlantic-daily-newsletter&utm_content=20201105&silverid-ref=NjYyNzg1ODI0NDkzS0

      • Non penso ci sia un «gruppo di “illuminati”», quel che vedo è il convergere degli interessi di troll e mestatori vari (è ormai documentato che anche gli hacker di stato russi ci hanno intinto il biscotto quando hanno visto che la cosa prendeva piede), profittatori che grazie a QAnon si sono fatti bei soldi, seminatori d’odio, politicanti vari e ovviamente Trump stesso.

        • Non vale forse di analizzare meglio la pista russa? I deliri di QAnon mi sembrano collimare parecchio con i capisaldi della narrazione sovranista Duginiana, mutatis muntandis. Per quanto concerne la visione da “diabolici” (cit.) in questi sstessi giorni molti i gruppi pubblici pro trump su FB riconducibili a QAnon si stanno riclassificando come privati una volta raggiunta una certa massa critica ed invitando poi gli iscritti a migrare su canali telegram o piattaforme alternative. Questo è tipico del proselitismo settarista e, in assenza di un riscontro economico evidente, mi fa sospettare che si stia passando all’aspetto 5 dei punti succitati. Come sarà possibile contrastare una narrazione che porta i suoi accoliti a negare in maniera tanto radicata ogni forma di realtà che non sia il delirio?

      • « Scopriamo in questi giorni poi che all’occorrenza un credente di QAnon potrebbe diventare anche un elettore (e un eletto)»

        Parlando di democrazie moderne quello che dici e`, purtroppo, scontato. Come e` anche possibile che la Greene diventi, in un futuro non troppo lontano, presidente degli Stati Uniti. Un politico Sudafricano, Julius Malema, affermo`, in un intervista alla BBC di qualche tempo fa che «any fool can be president». Io ci aggiungerei soltanto: se ha le connessioni giuste, e il pelo sullo stomaco.

        «…segna una fase successiva di QAnon e una sua inclusione nella galassia politico-culturale nord-americana?»

        Parlando della dimensione 4 di cui sopra, quella di un movimento reazionario di massa che entra nelle istituzioni, per prima cosa ti direi che, come gia` accennato, sarebbe davvero un errore pensare che rappresenti un fenomeno che riguarda esclusivamente il Nord America. Aggiungerei poi che prevedere cio` che accadra` e`, a mio parere, un esercizio magari divertente ma inutile; pensando in termini di forze che agiscono all’interno di un contesto storico, personalmente mi trovo sempre a fare i conti con una specie di tensione che immancabilmente sembra svilupparsi tra continuita` e biforcazioni; per come la vedo io, al momento, in termini di politica, cultura e tecnologia siamo appunto a una biforcazione; si sta` verificando un scissione/accellerazione che non permette alla maggioranza degli osservatori di capire cosa stia accadendo. Per fortuna abbiamo almeno ottimi e preparatissimi cantastorie che ci aiutano a restare coesi.

        L’unica cosa che mi sento di aggiungere, e che spero ritorni utile, in questa notte in cui pare stiamo per iberarci di un pagliaccio, e` una battuta del famoso comico Americano George Carlin: «lo chiamano il sogno americano perche` devi proprio essere addormentato per crederci».

        • Sono riuscito ad ascoltare entrambi i podcast ed effettivamente c’erano già molte delle risposte alle mie domande, quindi grazie ad entrambi per esservi presi il tempo di rispondermi. Mettendo le cose assieme e magari proseguendo il dibattito mi sa che se QAnon attecchirà in Italia lo farà attraverso i meccanismi di una società segreta, una sorta di massoneria 2.0. Lo dico pensando ai riferimenti al familismo italico e alle necessità di superare la narrazione stessa di QAnon visti i filtri linguistici imposti dai meccanismi di controllo (per cui, ad esempio, dei loro eletti si dichiarano non credenti). Paradossalmente la vasta tradizione e diffusione di società segrete in Italia potrebbe però bloccarne la crescita o condizionarne fortemente la sociologia. Mi viene da pensare a come l’onnipresenza spirituale della chiesa cattolica e tutte le sue diramazione settarie non abbiano permesso in Italia la diffusione del pentecostalismo come nelle americhe. Penso anche a tutti quei fenomeni molto americani di seguaci\adepti di leader carismatici (tra cui i guru del wellness) che in qualche modo fanno da sfondo a QAnon ma che in Italia mi sembra siano accolti ancora con un certo scetticismo (oppure appunto vissuti in maniera settaria e segreta).

  9. Un’altra intervista audio su QAnon, questa più breve (dieci minuti). È stata trasmessa il 4 novembre durante la maratona on line «Aspettando le elezioni americane», organizzata dal Polo del ‘900 di Torino.

    https://anchor.fm/fabiomalagnino/episodes/Intervista-con-Wu-Ming1-su-QAnon—Aspettando-le-elezioni-americane-al-Polo-del-900-di-Torino—Marted-3-novembre-2020-em3r1v

  10. […] “QAnon è un coinvolgente gioco interattivo. Questo ne spiega l’attrattività. Di fatto, QAnon è un “Alternate Reality Game” (ARG). Gli ARG sono un genere che coniuga gioco on line e avventura di gruppo, per il quale fin dagli anni Novanta esiste un’industria ludica specializzata. Un ARG contiene indizi e misteri che i giocatori risolvono trovando informazioni fuori dal gioco e condividendole coi loro pari. Spesso gli ARG non hanno un finale già scritto. E come suggerisce il loro nome, i loro intrecci costuiscono realtà alternative che si estendono alle vite quotidiane dei giocatori e, in un certo senso, le infondono di magia” (Florian Cramer e Wu Ming 1, Blank Space QAnon. Sul successo di una fantasia di complotto come gioco collettivo di interpretazi…) […]