Da alcuni anni il Luther Blissett Project – nel quale militammo, con moltissime altre persone, per tutta la seconda metà dei Novanta – e più in generale l’utilizzo del nome improprio «Luther Blissett» sono al centro di un intenso revival internazionale.
Molteplici le manifestazioni e testimonianze. Si va dal divertito documentario di Dario Tepedino Luther Blissett – Informati, Credi, Crepa (Dadalab 2019, in streaming su Chili)…
…a nuove ricostruzioni storiche e letture filosofiche della parabola del Luther Blissett Project, come quella tentata da Edmund Berger in Accelerazione. Correnti utopiche da Dada alla CCRU (Nero 2021).*
Il Luther Blissett Project ha anche ispirato l’inattesa riscoperta – con rivisitazione in salsa memetica/alt-pop – della figura e del pensiero di Juan Posadas, «trotskista cosmico» argentino, morto a Roma nel 1981. Almeno, è quanto sostiene A. M. Gittlitz nel suo I Want to Believe: Posadism, UFOs and Apocalypse Communism (Pluto Press, 2020).**
Il revival blissettiano era cominciato prima, ma si è intensificato a partire dal 2018, dopo l’esplosione del fenomeno QAnon.
Si è più volte avanzata l’ipotesi, infatti, che il movimento/setta/gioco-in-rete noto come «QAnon» sia l’esito di un’incontrollabile reazione a catena scatenata da emuli del Luther Blissett Project o comunque da un criptico omaggio al romanzo Q.
L’interesse per quest’ipotesi è decollato dopo i fatti del 6 gennaio scorso: l’occupazione del Congresso degli Stati Uniti da parte di una torma sventolante bandiere con la Q, indossante felpe con la Q, impugnante cartelli con la Q…
Nel frattempo si era celebrato il ventennale della prima pubblicazione del libro (1999-2019), e anche questo ha creato risonanze.
Non fosse morto nel 2017, lo scrittore argentino Ricardo Piglia avrebbe molto da dire su tutto questo, lui che in Solo per Ida Brown indagò Unabomber come fenomeno letterario, gioco di ruolo dal vivo uscito dalle pagine de L’agente segreto di Conrad:
«Non era la realtà a permettere di capire un romanzo, ma il romanzo a rendere comprensibile una realtà che, per anni, era rimasta indecifrabile».
Questa storia – la storia di un’ipotesi, del fantasmatico intreccio tra la parabola di Luther Blissett e la genesi di QAnon – la racconta Wu Ming 1 ne La Q di Qomplotto. Perché «è necessario raccontare un’altra storia. O tornare a raccontare una storia, ma da un altro luogo e in un altro tempo. Questo è il segreto di ciò che c’è da leggere» (ancora Piglia, dalla raccolta di saggi L’ultimo lettore, corsivo nostro).
La Q di Qomplotto narra anche di come, nel periodo 1996-98, il Luther Blissett Project si sporcò le mani con satanismo e pedofilia, proprio i temi intorno a cui – guarda il caso – ruota oggi la narrazione QAnonista.
La Q di Qomplotto sta a sua volta retroagendo sul revival blissettiano, alimentando la spinta a riesplorare la produzione e l’attività del multiple name.
Spinta che oggi può avvalersi di un nuovo strumento. Un atlante, un portolano, una guida con cui recarsi in certi bassifondi. Dopo anni di ricerche, Duccio Dogheria e Silvano Zingoni hanno terminato la loro bibliografia di Luther Blissett. Che a tratti pare un romanzo travisato da bibliografia, un’operazione alla Borges (questo post è affollato di argentini). Stampa Alternativa l’ha appena edito nella collana «Strade bianche», con due prefazioni di nostre vecchie conoscenze, protagoniste della saga blissettiana: Vittore Baroni e Stewart Home.
Nel titolo si legge: Bibliografia di una guerra psichica. Ora, si sappia che il LBP usava l’aggettivo «psichica» non come sinonimo di «psicologica» ma nell’accezione 3 dell’inglese Psychic secondo il dizionario Merriam-Webster:
«sensitive to nonphysical or supernatural forces and influences; marked by extraordinary or mysterious sensitivity, perception, or understanding».
Psychic si potrebbe rendere in italiano, volta per volta, con «paranormale», «medianico», «telepatico», «telecinetico», «soprannaturale» ecc.
La guerra psichica che portavamo avanti, e che ancora influenza in vari modi il nostro lavoro, era tesa a evocare «Luther Blissett» come uno spettro, un’entità misteriosa, una reputazione circondata da un ineffabile campo di forza. Campo che Dogheria & Zingoni sono molto bravi a riattivare: il loro libro ci consegna Blissett al massimo della sua potenza mitopoietica.
Non solo i compilatori/autori rispettano la particolare sfuggenza di Blissett, non solo alzano le mani di fronte all’«impossibilità di possedere la creatura una e multipla» (formula del compianto Gilberto Centi), ma si avvantaggiano di questo, tematizzando le lacune, i buchi, gli strappi (voluti) nella tela. Questa è la rassegna blissettiana più completa, eppure anche qui restano nodi da sciogliere, anche in queste pagine si imboccano piste che forse si riveleranno false. Ci sono ancora cose che “non tornano” e perciò torneranno. È il suo bello.
Due esempi tra i molti possibili.
■ Il ruolo giocato nella vicenda blissettiana dallo scrittore Giuseppe Genna, personaggio sistematicamente dedito al depistaggio sul proprio conto e all’auto-détournement. Il LBP lo descriveva come proprio arcinemico. Com’è possibile che poi Wu Ming lo abbia avuto spesso tra i propri compagni di strada? Dov’è l’ellisse? Quale passaggio è stato dato per scontato? E quanti sanno che in Italia ci sono due scrittori chiamati Giuseppe Genna? E che uno dei due ha un sosia nel mondo politico?
■ Il “caso” del pamphlet anti-blissettiano Il nome multiplo di Umberto Eco. Indizi per risolverlo, forse, sono in una nota de La Q di Qomplotto.
Luther Blissett. Bibliografia di una guerra psichica è liberamente scaricabile in pdf. A giorni uscirà anche in cartaceo. Le copie sono preordinabili scrivendo a Stampa Alternativa, all’indirizzo stradebianchelibri@gmail.com. Buona detection anche a voi.
* Operazione che ci lascia molto perplessi, perché Berger inserisce il LBP in una genealogia – anzi, in una teleologia – culminante nel cosiddetto «accelerazionismo».
** Ciò ha molto a che fare col romanzo collettivo che andiamo scrivendo da anni, e che dovrebbe uscire nel 2022.
Grandiosi!
grazie per il link alla bibliografia di Luther Blissett di Dogheria e Zingoni che mi ha riportato indietro di un bel po’ di tempo ai libricini di Stampa Alternativa, ne conservo ancora una ventina in casa qui a Bologna.
Il personaggio politico nella foto “depistaggi” è Mario Landolfi https://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Landolfi vero? Spero di trovare nel libro perché è proprio lui il sosia politico di Giuseppe Genna.
Riconosco Landolfi perché è del paese in cui sono cresciuto, dove grazie a un gruppo di ragazzi che si riunivano nella “casetta rossa” (più grandi di me che all’epoca avevo solo tredici anni e mi intrufolavo) scoprii Luther blisset, il situazionismo e Guy Debord. In girum imus nocte et consumimur igni, e chi se lo scorda più quel periodo. Landolfi ovviamente stava dall’altra parte della barricata.
P.s. se ho involontariamente spoilerato spero che questo commento si autodistrugga in men che non si dica. Se non dovesse farlo da solo, fatelo pure voi :)