Il Flap 2023 sta mantenendo le promesse di quello autunnale. Ovunque andiamo troviamo grande calore, ottima affluenza di pubblico, domande, curiosità, e banchetti dei libri regolarmente svuotati.
Avviene su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud, senza distinzioni. Si sa, per altro, che certe realtà periferiche, specialmente a meridione, sono complicate. Non è scontato organizzare eventi o avere un certo tipo di riscontro in un territorio che assorbe una minima percentuale del venduto librario italiano. Noi abbiamo scelto di non fare differenze di sorta tra regione e regione, né tra città e provincia, e questa scelta ci sta ripagando.
Le nostre energie sono limitate, ovviamente, quindi non riusciamo ad andare ovunque ci chiamino, ma stiamo cercando di incastrare quante più presentazioni possiamo, anche dividendoci e sfruttando il fatto di essere in tre. L’andamento in libreria di Ufo 78 rispecchia tutto questo: dall’uscita (11 ottobre) a oggi sono state vendute circa trentamila copie.
Ci riempie di soddisfazione anche leggere sulla stampa lunigianese e nelle recensioni di lettori e lettrici autoctoni che la Lunigiana di Ufo 78, benché trasfigurata e in gran parte immaginaria, nondimeno… è Lunigiana. Ha tenuto a dircelo persino l’illustre collega Maurizio Maggiani, che vive a La Spezia e in Lunigiana ha ambientato storie memorabili, come quelle che innervano il suo capolavoro Il coraggio del pettirosso. E come non avere un sussulto nel leggere, su La voce apuana, un titolo come «Corrieri cosmici, statue stele e nonne che fanno i “tordei”: Lunigiana protagonista nel romanzo di Wu Ming»?
Lo ammettiamo, per noi tutto questo è anche una rivincita, dopo i due anni pandemici trascorsi “in trincea”, subendo attacchi e non poche denigrazioni per le nostre critiche alla gestione dell’emergenza Covid. All’epoca qualcuno si era spinto a decretare la fine di Wu Ming. Non ricordavano, i miserelli, che la nostra fine è periodicamente decretata da ben ventitré anni! E si vede che i menagrami ci portano fortuna: siamo ancora in giro, e con tutta l’intenzione di restarci. Presentiamo in lungo e in largo un romanzo scritto nel frangente più difficile, che si sta rivelando foriero di sorprese.
Un sentito ringraziamento a tutte le realtà collettive e ai singoli che si sono sbattuti e si sbattono per organizzare le date del Flap. Ci si vede lungo la strada. Le date fino alla primavera sono qui.
Di seguito, nuovi materiali sonori, nuove recensioni, nuove interviste.
Auscultazioni
■ La sera del 12 gennaio scorso, al Dopolavoro Culturale del Monopolio – Laboratorio di Cultura Popolare di Ariano Irpino (AV), 2/3 del collettivo elettro-visual Elem e 2/3 del collettivo letterario Wu Ming sono diventati 4/6 di un meta-ensemble e hanno messo in scena un reading da Ufo 78. Wu Ming 2 e Wu Ming 4 hanno messo le voci, Marco Messina e Fabrizio Elvetico le musiche.
Ecco la registrazione integrale della serata. Durata: un’ora e sette minuti.
2/3 di Wu Ming + 2/3 di Elem – Ufo 78 Live al Dopolavoro Culturale
2/3 di Wu Ming + 2/3 di Elem: Ufo 78 Live al Dopolavoro Culturale
Anche → su Internet Archive, → su Apple Podcasts e, usando il nostro feed, potenzialmente su qualunque piattaforma e applicazione per podcast. Già che ci siamo, perché non usarne una senza traccianti né pubblicità? Per esempio AntennaPod, che è pure gratuita e open source.
Il Live al Dopolavoro è disponibile anche ad alta qualità, formato aif, tracce separate, → scaricando questa cartella. Un vero e proprio album, insomma.
P.S. Con il collettivo Elem (al completo) avevamo già lavorato. Nel 2019–2020 Elem e WM1 portarono in tour un reading/concerto da La macchina del vento (qui una recensione). Da quella collaborazione è probabile venga tratto un disco, tenete puntate le antenne.
■ Lo Speciale n.7, pubblicato il 4 dicembre 2022, includeva una lettura del nostro amico attore Marco Manfredi, una di quelle che esegue dal vivo accompagnandoci in alcune tappe del tour: «Risveglio sul monte», ovvero il capitolo 1 del Secondo movimento. Solo voce, niente musica né altri accompagnamenti o commenti sonori.
Ebbene, nella versione che proponiamo oggi c’è anche la musica. L’ha composta e sovraincisa, senza preavvisare nessuno, una vecchia conoscenza di Giap: Davide Gastaldo, notav valsusino e attualmente sindaco di Mompantero, che in un’altra delle sue vite è anche musicista e autore teatrale.
Marco Manfredi & Davide Gastaldo – Risveglio sul monte
Marco Manfredi & Davide Gastaldo – Risveglio sul monte
Anche → su Internet Archive, → su Apple Podcasts e, usando il nostro feed, potenzialmente su qualunque piattaforma e applicazione per podcast.
■ Nel pomeriggio di sabato 14 gennaio 2023 Wu Ming 1 e Mariano Tomatis hanno presentato Ufo 78 alla Biblioteca civica centrale di Torino.
In sala c’erano anche diversi soci del Centro Italiano Studi Ufologici (CISU), tra cui Paolo Fiorino e Paolo Toselli, che è anche il fondatore del Ceravolc (Centro per la raccolta delle voci e leggende contemporanee).
Quando la registrazione dell’incontro ha preso a circolare nei forum e nelle liste del milieu ufologico, il socio del CISU Matteo Marrocu ha deciso di compilare una vera e propria “guida all’ascolto”, con tanto di minutaggio, incentrata sui momenti di interesse prettamente ufologico. E dunque,
Durata: un’ora e quarantuno minuti.
Recensimenti
■ Sul sito Codice rosso Guy Van Stratten firma una recensione intitolata: «Ufo 78: la narrazione dominante e quel desiderio di altrove». Ne riportiamo uno stralcio significativo:
«Il romanzo di Wu Ming mostra un paese in preda a una visione unica, a una narrazione dominante, forse uno dei primi esempi di tentativo di uniformazione delle coscienze da parte dei media asserviti al potere. Perché, come affermò Pier Paolo Pasolini (citato più volte in Ufo 78) nella sua ultima intervista rilasciata a Furio Colombo, di fronte a questo asservimento delle coscienze, “non ci sono più esseri umani, ci sono strane macchine che sbattono l’una contro l’altra”. “L’inferno sta salendo da voi” – dice Pasolini il primo novembre del 1975 – con “la televisione e la pacatezza dei vostri giornali”: se nel 1978 questo inferno sembra essere già salito e avere già avvolto tutti, cosa si dovrebbe dire dei giorni nostri, in cui le narrazioni dominanti riemergono con sempre più frequenza, dall’emergenza Covid fino alla guerra in Ucraina?»
■ Sul blog Libro guerriero Marco Valenti firma una recensione di Ufo 78 – curiosamente suddivisa in due post: 1 e 2 – che contiene diversi passaggi interessanti. Eccone un estratto:
«[Ufo 78] si svolge in un momento storico inedito e irripetibile in cui tutto sembra possibile, proprio in virtù dell’impensabile convergenza “astrale” tra il PCI e la DC, non ultimo appunto l’arrivo degli extraterrestri. Sarà infatti un anno, quel ’78 che dà il titolo al romanzo, in cui si moltiplicheranno gli avvistamenti alieni nei cieli italiani, con una diffusione capillare che raggiunge ogni angolo del paese […] Veniamo trascinati nelle vicende che ufologi improvvisati e sgangherati, scrittori di fantascienza alle prese con la voglia di dare una svolta alla propria vita professionale, giovani emarginati trascinati nel tunnel dell’eroina facile e a buon mercato, frikkettoni che gestiscono negozi di dischi, neofascisti nascosti sull’appennino, mettono in piedi cercando di dare un senso alle proprie esistenze. Un corollario variopinto che ci consegna un romanzo assolutamente psichedelico, e quindi perfettamente in linea con gli eventi psicotropi dell’epoca.»
■ Sul blog Il mestiere di leggere si può leggere una lunga recensione di Ufo 78 che, tra le altre cose, include l’intero testo di No Time No Space di Franco Battiato. Eccone un lacerto:
«In un gioco continuo di rimandi, di citazioni vere e false, di tranelli letterari, di alter ego (Eco avrebbe certo apprezzato), Wu Ming ci porta a spasso in questo sancta santorum del tutto è possibile se lo si può immaginare. Ma attenzione, una bussola la trovate nelle “Note al testo” dove la finzione e la realtà si riprendono ciascuna il proprio ruolo.»
Hellzeviri
■ Sul Foglio – testata per molti versi deprecanda ma che ospita firme di pregio – Edoardo Rialti scrive un elzeviro e parte da Ufo 78 per ricostruire una genealogia delle «ascensioni in cielo», da Maria di Nazareth ai “contattisti”. Buona lettura.
Intervedute
■ Sul quotidiano napoletano Il Mattino dell’8 gennaio 2023 è uscita un’intervista a Wu Ming in vista del primo mini-tour campano. Anticipiamo un botta-e-risposta, con la domanda nella sua versione integrale, prima che esigenze di impaginazione costringessero ad asciugarla:
L’idea di scrivere il romanzo vi è venuta molto tempo fa, eppure la prima stesura è del 2021. Citando il libro incompiuto di Felder riportate la frase “lo stato di emergenza passa sopra tutto e tutti”. Quanto c’è del grande (e pressochè unico) lavoro di critica alla gestione sanitaria apparso sul vostro blog Giap, nello spirito della storia?
«Le emergenze si somigliano, come figlie di una stessa madre: la paura. Sono un carnevale con alcune maschere fisse e narrazioni schematiche ripetitive. Soprattutto, in Italia, si è affermata la strategia di sfruttarle per rendere accettabili provvedimenti e leggi “speciali” che non lo sarebbero nel tempo ordinario. L’emergenza è diventata una vera e propria forma di governo, paradossalmente la più comune. Già negli anni Novanta ci eravamo occupati del panico mediatico e giudiziario intorno a due categorie di “mostro”: il pedofilo e il satanista. Quindi, certo, questo nostro romanzo ambientato durante l’emergenza terrorismo non sarebbe lo stesso se non l’avessimo scritto durante l’emergenza Covid. Ma se non fosse stata l’emergenza Covid, sarebbe stata un’altra, perché l’Italia è in emergenza perenne e noi abbiamo le antenne molto sintonizzate su quelle frequenze.»
■ Pochi giorni dopo, in vista del secondo mini-tour piemontese, sulle pagine torinesi del Corriere della Sera usciva un’altra intervista. Anche di quella riportiamo uno scambio.
Nel frattempo, durante la pandemia, gli avvistamenti di ufo sono tornati ad aumentare.
«Quando ci si sente reclusi, angosciati, impauriti si tende sempre a guardare il cielo e nei lockdown c’era molto tempo per farlo. È un atto liberatorio, da lì sono partite tutte le rivoluzioni. La stessa parola “rivoluzione” nasce dall’osservazione del cielo e del movimento degli astri».
Dovremmo farlo più spesso?
«Sì, anche per tenerlo sotto controllo. Ormai pure il cielo è stato colonizzato dal capitalismo. L’anno scorso molti “avvistamenti” riguardarono i satelliti della Starlink: Elon Musk li aveva lanciati assieme e la gente aveva scambiato quella ghirlanda luminosa per degli ufo».
■ Per il momento è tutto. Ricordiamo che svariati pareri di lettrici e lettori su Ufo 78 si possono leggere anche su Anobii, Goodreads**, IBS, QLibri ecc.
Ricordiamo altresì la colonna sonora di Ufo 78 che la casa editrice Einaudi ha caricato su Spotify e YouTube.
Come sempre, non inviamo visite a YouTube direttamente, bensì passando per un’interfaccia libera che, arginando le pratiche invasive di Google, tutela sicurezza e riservatezza dell’utente. Chi arriva lì può comunque decidere di passare oltre e usare YouTube, c’è il collegamento diretto.
Per Spotify non sembra esistere un corrispettivo delle interfacce che usiamo per YouTube, Twitter ecc., ergo mettiamo l’indirizzo e sia chi legge a dire «que será, será». Buon ascolto.
** Goodreads è di Amazon e su Giap abbiamo la regola di non linkare Amazon, ragion per cui “filtriamo” il link tramite BiblioReads, interfaccia libera che, arginando le pratiche invasive della multinazionale di Bezos, tutela sicurezza e riservatezza dell’utente.
Provo ad intervenire quì perchè, purtroppo, non mi sarà possibile partecipare a nessuno dei Flap in programma. Lo faccio con una considerazione e una curiosità personale.
Comicio con le cose serie: credo valga la pena provare ad ampliare la riflessione fatta a Torino (al minuto 1h27′ dell’audio) sull’influenza della cosiddetta “visione distopica” ed in particolare sugli effetti che questa ha sulla produzione culturale e, di conseguenza, sull’immaginario colletivo. Ho trovato la domanda/considerazione estremamente pertinente. A rischio di suonare complottista azzarderei l’ipotesi che questa nauseante sovrabbondanza di distopismo sia paradossalmente legata ad uno slancio invece utopistico caratteristico della new-economy spaziale che stà puntellando il pericolante edificio capitalista.
C’è poi, credo, da evidenziare una importante differenza qualitativa tra la produzione fantascientifica cinematografico-televisiva e quella editoriale. Tra le pagine di un libro io trovo ancora lo “spazio” necessario alla generazione di mondi possibili cosa che invece mi è negata totalmente ogni volta che mi cimento con un film o una serie; la sequenza di immagini mi sembra provochi eccessiva concitazione tramite l’utilizzo di tecniche quali scene di azione (spesso ripetitive), pretestuosa suspense e prevedibilissimi “cliffhangers”. Un esempio lampante è il pluripremiato «Racconto dell’ancella» della Atwood che, perdonatemi lo stereotipo, su carta stampata ha un impatto completamente diverso.
Poi mi incuriosiva sapere in che cosa Derren Brown avesse deluso Mariano al punto da spingerlo a voler addirittura mollare il suo campo di studi. Sempre che si possa raccontare eh!
Non mi riferivo agli spettacoli di Derren Brown, sempre stimolanti e mai banali (il mese prossimo tornerò volentieri ad applaudirlo). Il 4 dicembre 2013, in compagnia di Ferdinando Buscema, eravamo volati a Londra per assistere all’intervista che gli avrebbe fatto il filosofo Alain De Botton nell’ambito di un evento dal titolo “Derren Brown on magic and happiness”. Il discorso rimase così vago, inconcludente e vacuo che al momento delle domande, Ferdinando alzò la mano per chiedere a Derren cosa pensasse del binonio “Magia & Felicità”. Derren si stupì della domanda, che gli pareva un po’ pretenziosa, e De Botton commentò: “Ehm… veramente… era il titolo dell’incontro”. Il mentalista non seppe cosa dire.
A cena commentai tristissimo che se questo era l’orizzonte illusionistico contemporaneo, se qui potevano arrivare quelli che consideravamo i massimi eroi intellettuali del nostro ambito, se questa pochezza esauriva quello che la prestigiazione era in grado di dire su magia e felicità – e più in generale, su ciò che travalica i confini del palcoscenico – allora davvero (come sosteneva Filo Sottile) l’illusionismo è un’arte irredimibile, condannata a una retrotopia congenita, sterile e onanistica. Quella sera si compì un parricidio e mi svegliai orfano.
Il viaggio di ritorno con il saggio di Wu Ming 4, la lettura de “L’armata dei sonnambuli” e l’incontro con la Wu Ming Foundation mi hanno ributtato nella mischia, richiamandomi al tema della responsabilità dell’autorx – pardon, dell’illusionista – nei confronti del suo pubblico. Come diceva il memorandum sul New Italian Epic? “Noi dobbiamo essere i genitori”.