Yekatit 12 | Febbraio 19. Sette giorni di iniziative a Roma, per ricordare i crimini del colonialismo italiano

Imru Zelleke, diplomatico etiope, morto il 21 ottobre scorso a 99 anni, uno degli ultimi testimoni della strage di Addis Abeba, dopo la quale fu internato nel campo fascista di Danane.

A gennaio di due anni fa, nel pieno dell’inverno pandemico, invitammo tutte le persone antifasciste a ricordare le nefandezze del colonialismo italiano con azioni di guerriglia odonomastica, in occasione dell’84° anniversario della strage di Addis Abeba, avvenuta il dodicesimo giorno del mese di Yekatit, secondo il calendario etiope, corrispondente al 19 febbraio.

In risposta a quell’appello il collettivo di collettivi «Resistenze in Cirenaica» lanciò l’idea di una rete tra le diverse realtà che lottano per decolonizzare il paesaggio italiano a partire dalle strade, dai monumenti, dai nomi delle vie. Nacque così la «Federazione delle Resistenze», con snodi a Palermo, Roma, Padova, Milano, Carpi, Reggio Emilia e Bologna.

In quei giorni, realizzammo anche la mappa Viva Zerai!: uno sterminato archivio georeferenziato di odonimi, statue, lapidi, bassorilievi, edifici e altri luoghi legati alla storia del colonialismo italiano. Un archivio che dopo due anni è ancora ben lungi dall’essere completo e che viene aggiornato, tempo permettendo, con nuove segnalazioni ogni settimana.

L’ultima, proprio l’altro ieri: una mail inviata da LC per ricordarci che l’aeroporto di Cagliari, da chiunque identificato con il nome di Elmas, ovvero il comune che gli sta accanto, è però intitolato a Mario Mameli, tenente pilota, volontario nell’aggressione fascista dell’Etiopia, impegnato in vari bombardamenti con armi chimiche – su tutti, il massacro dell’Amba Aradam – morto in una di queste belle imprese e ricordato, sul sito dell’aeroporto, «per il suo ardimento», in un testo che pare preso dal Popolo d’Italia.

Anche nel 2022 la Federazione delle Resistenze non si lasciò scappare la ricorrenza di Yekatit 12, con interventi e appuntamenti in varie città.

Per il 2023 si è deciso invece di convergere a Roma, in una sorta di manifestazione nazionale, spalmata su sette giorni.

La scelta non è casuale, perché il 6 ottobre 2022 il consiglio comunale di Roma ha approvato la mozione n.156 dove si istituisce «una Giornata della memoria per le vittime del colonialismo italiano, da svolgersi il 19 febbraio» e si stabilisce di

«modificare conseguentemente le targhe di un gruppo di strade ispirate al colonialismo – riportando sulle stesse una spiegazione, in caratteri più piccoli sul margine inferiore, che faccia riferimento agli episodi storici, in gran parte criminali, del colonialismo italiano – iniziando da alcune di queste che sono state luogo di eccidi e stragi, come Addis Abeba, Amba Aradam, Ascianghi, Endertà, Tembien o che commemorano la perdita di soldati; che in futuro alle strade, piazze ecc. della Città di Roma non siano più attribuiti i nomi di luoghi e fatti che riportino al colonialismo ma ad altre figure come ad esempio ad Angelo Del Boca, Zerai Deres, Omar al Mukhtar, Ilio Barontini “Paulus”, che con Domenico Rolla “Petrus” e Anton Ukmar “Johannes”, fondò il giornale “La Voce degli Abissini”, alla Banda Mario, formata da partigiani stranieri provenienti dalle colonie, agli Arbegnuoc, i combattenti etiopici che, dopo la fine ufficiale della guerra d’Etiopia e l’esilio di Hailé Selassié, si opposero strenuamente all’occupazione e alla perdita dell’indipendenza.»

Si sa che noialtri non abbiamo particolarmente a cuore certe delibere istituzionali, e a esse preferiamo il buon vecchio spirito do it yourself, ma d’altra parte sarebbe idiota non riconoscere una vittoria quando la si ottiene insieme. Ecco allora che ben volentieri ci uniremo alla Federazione, nella giornata di domenica 19, e volentieri animeremo una delle iniziative del fittissimo, meraviglioso calendario – peraltro molto do it yourself – allestito dalla Rete Yekatit 12 – 19 Febbraio.

Per tutte le informazioni e i dettagli rimandiamo al sito di Resistenze in Cirenaica, ricordando che le manifestazioni romane non implicano affatto che in altre città Yekatit 12 non venga ricordato con azioni anche piccole ma significative: dopo tutto basta un pennarello, o un po’ di colla, un percorso da seguire o una storia da raccontare.

Ci si vede a Roma e per le strade, ancora una volta.

 

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