Ufo 78, Speciale n. 13 | L’ospedale di Como, Tolkien e noi, fantastico e diserzione, concerti non-identificati

La mostra «Squarci di copertina» al Nassau, in via de’ Griffoni 5/2, Bologna. Qui negli ultimi momenti dell’allestimento. Sulla parete ovest, tutte le opzioni alternative per la veste di Ufo 78. La mostra è visitabile nelle serate di apertura, date e orari fino al 21/05 qui.

A sette mesi dall’uscita in libreria, Ufo 78 prosegue il suo viaggio, lo presentiamo ancora in giro per l’Italia, lettori e lettrici continuano a discuterlo, escono nuove recensioni, e nei prossimi mesi sarà pubblicato in tedesco da Assoziation A, in greco da Οι Εκδόσεις των Συναδέλφων, in catalano da Radical Books Coop e in castigliano da Anagrama.

Il materiale seguita ad accumularsi, ecco dunque un nuovo speciale dedicato al libro, alla sua ricezione e alle sue “ricadute” transmediali.

Riguardo a queste ultime, lo speciale n.13 include due melologhi costruiti sull’improvvisazione, eseguiti dal vivo senza aver mai provato, confidando nella risposta immediata della musica agli stimoli provenienti dalla voce che legge e viceversa.

Cogliamo l’occasione anche per affrontare – speriamo semel pro semper – una piccola questione. Si tratta di un intruso presente nel romanzo.

L’ospedale di Como e le licenze poetiche

Qualunque racconto che si svolga nel passato deve fare i conti con il rischio di errori storici.

Questi si manifestano, per lo più, sotto forma di intrusi, ovvero fatti, comportamenti o idee che non esistevano nell’epoca di cui si tratta. Un particolare tipo di intruso è quello che viene dal futuro, ovvero l’anacronismo, il classico orologio al polso di un gladiatore romano.

È chiaro però che non tutti gli intrusi vanno scacciati come sbagli, perché un racconto storico è fatto anche d’invenzione. Nessun lettore si è mai lamentato perché in Manituana, al fianco di personaggi ricavati dalle fonti come Molly Brant o Guy Johnson, agisce anche Philip Lacroix «Ronaterihonte», un intruso generato dalla fantasia degli autori.

Invece, ormai molti anni fa, un lettore ci segnalò che in Q due personaggi bevevano un bicchiere di «Chianti», mentre il vino con quel nome ancora non esisteva. La questione era piuttosto spinosa, ma per evitare problemi, decidemmo di cambiare quel passaggio nelle successive ristampe. I nostri due personaggi avrebbero gustato, più semplicemente, un vino «del Chianti».

Ma allora, in base a quale criterio si possono distinguere gli intrusi sbagliati dagli intrusi legittimi?

Si sarebbe tentati di rispondere che i primi sono quelli involontari, cioè le sviste dell’autore, mentre i secondi sono il frutto di una scelta consapevole, invenzioni letterarie o licenze poetiche.

Tuttavia, non è sempre possibile chiedere all’autore cosa volesse fare, ammesso poi che sia sincero e ammetta le sviste, senza tentare di giustificarle in qualche modo.

Veniamo dunque a Ufo 78. Ormai da diversi mesi abbiamo sistemato una svista, presente a pag. 483, che ci hanno fatto notare lettori e lettrici di Como e dintorni. Nell’edizione elettronica la correzione è stata effettiva da subito, mentre in quella cartacea scatterà alla ristampa.

A chi non è di Como, spieghiamo di che si tratta: nel 1985 un cadavere viene portato all’obitorio dell’ospedale Sant’Anna, la cui sede è indicata – in un finto verbale di polizia – a San Fermo della Battaglia, pochi chilometri fuori città, dove si trova ora. Ma l’attuale complesso è stato inaugurato solo nel 2010. Prima di quell’anno l’ospedale era in via Napoleona, nel quartiere Camerlata, dove a tutt’oggi restano alcuni reparti.

Amici e amiche hanno obiettato: «Perché far notare che l’ospedale di Como non era dov’è oggi quando il romanzo si svolge in una sorta di universo parallelo, un’Italia del 1978 in gran parte inventata? In quell’Italia ci sono Martin Zanka, Forravalle, il Quarzerone, l’Hallogallo… L’ospedale di Como non poteva già stare dov’è oggi?»

Secondo noi no.

La nostra Lunigiana, la carriera di Martin Zanka, l’industria editoriale rappresentata in Ufo 78, la dialettica tra i sodalizi ufologici… Tutto questo – e molto altro – è frutto di invenzione letteraria, di un intento perseguito tramite un lavoro creativo ad hoc. In parole povere, si è scelta e messa in campo una strategia.

Che nel romanzo l’Espresso notturno 613 fermi a Massa, tappa non presente nell’orario ferroviario del ’78, è invece un esempio di licenza poetica: dovevamo far salire Jimmy. È una scelta tattica.

Claudio Madella, «Ufo 78», 2023. Caratteri in piombo e legno, tre colori, «le lettere si intrecciano leggermente, come se fossero luci lontane, e le righe scendono, verso la terra». Cento copie numerate, disponibile in alcune tappe del Flap 23.

Perché allora non inventarsi anche il treno? Beh, perché ne avevamo a disposizione uno vero, di cui qualche persona poteva serbare il ricordo. Abbiamo trovato più poetico, potenzialmente più evocativo usare il 613, bastava cambiare un dettaglio.

Che l’ospedale di Como fosse in un complesso non ancora costruito è invece una svista. Ma come si fa a capirlo a prescindere dalle intenzioni dell’autore?

L’unico modo, da lettori, è domandarsi se l’intruso possa far parte di una qualche strategia, ovvero se la sua presenza possa essere motivata.

Il dettaglio dell’ospedale Sant’Anna è inserito, come detto, in un finto verbale di polizia. Un documento inventato, che noi citiamo al pari di tanti documenti veri.

Un lettore potrebbe pensare allora che l’anacronismo sia un indizio, un segnale messo lì dall’autore proprio per distinguere la finzione dalla realtà. Forse qualche lettrice di Como e dintorni lo ha pure pensato.

Però, se questa fosse una strategia, se ne dovrebbero trovare le tracce in tutto il testo. Invece un anacronismo di quel genere si trova solo in quel punto. Per restare allo stesso capitolo, i finti articoli del vero giornale «La Provincia» di Como contengono, ovviamente, notizie di eventi mai accaduti, ma non anacronismi “segnaletici”.

Ecco da cosa si può capire che l’ospedale Sant’Anna a San Fermo della Battaglia nel 1978 è un intruso sbagliato, e chi ce l’ha segnalato ha visto giusto, al di là delle nostre ammissioni.

Recensioni, battute di caccia ed esercizi di lettura

«Ma guarda… Nascondono le uova di Pasqua!»

 «Gli echi tolkieniani in Ufo 78 dei Wu Ming» è un testo apparso sul sito ufficiale dell’AIST, Associazione Italiana Studi Tolkienani, a firma di Giampaolo Canzonieri. È il resoconto di una vera e propria caccia al tesoro.

«Perché parlare dell’ultimo romanzo di Wu Ming – UFO 78, Einaudi 2022 – su un sito dedicato all’universo tolkieniano? Be’, perché quando un membro di un collettivo di autori è anche uno studioso tolkieniano – stiamo parlando naturalmente di Wu Ming 4 – succede che Tolkien, per dirla con le parole usate da lui stesso a proposito del Silmarillion: “È risalito a galla, si è infiltrato e probabilmente ha contaminato tutto ciò […] che io ho provato a scrivere da allora” (Lettere n. 124).
Non parleremo dunque, se non brevemente, del libro in sé, ma di quelle sue parti dove il Professore “si è infiltrato” per scelta del membro del collettivo di cui sopra, condivisa ovviamente con gli altri. Parleremo in definitiva di Uova di Pasqua – o Easter Eggs, per chi tiene alla lingua originale – disseminati qua e là nel testo per il puro piacere di chi ce li ha messi e di chi vorrà andarli a cercare. Allerta spoiler: chi volesse cercare da sé gli Easter Egg farà meglio a non proseguire. Si tenga presente, tuttavia, che lo svelamento dei medesimi non compromette la lettura del romanzo.»

■ Sulla rivista Argo Gerardo Iandoli – uno dei giovani studiosi di letteratura che più attentamente seguono il nostro percorso – firma una riflessione illuminante e utile anche a noi,  «Il fantastico come diserzione».

Iandoli ragiona a partire sia da Ufo 78 sia dal dibattito sviluppatosi il 24 febbraio scorso ad Atripalda (AV), durante la presentazione del romanzo. Ecco un breve estratto del suo testo:

«Il romanzo storico […] si muove tra tutti i possibili irradiati dai documenti, per poter attivare percorsi inediti: gli intenti possono essere ludici (creare un intreccio bislacco e per questo più curioso) o critici, per puntare il dito contro le fallacie delle interpretazioni canoniche sul passato. I Wu Ming hanno cercato di muoversi in entrambe le direzioni. Ma che sia una monografia o un romanzo storico, il punto di partenza è lo stesso: il documento. Ogni raggio di possibile, e ogni intreccio tra possibili è condizionato da quel nucleo pesante che è la traccia del passato. I possibili non sono infiniti.
La letteratura fantastica no, quella non ha limiti: lei può prescindere non solo dai documenti o dai dati fattuali, ma anche dalle leggi fisiche. Il fantastico può rappresentare il vero, il probabile, il possibile, ma anche l’impossibile.
Ma l’impossibile, visto da una prospettiva storica, può essere semplicemente qualcosa che, ad oggi, non è ancora possibile. Ma forse lo sarà in futuro, chissà […] Da L’armata dei sonnambuli in poi, i Wu Ming hanno inserito nei loro romanzi storici strutture narrative e temi dei generi fantastici. L’intento sembra essere quello di ripristinare l’idea che l’esistente possa essere ancora cambiato e non solo subìto.»

■ Il 22 aprile scorso, su Radio 3, il musicista, giornalista musicale e conduttore radiofonico Valerio Corzani ha dedicato a Ufo 78 una puntata del suo programma – molto seguito – «La musica tra le righe».

Per il momento  la puntata è qui, ma sbrigatevi ad ascoltarla, la RAI rimuove i podcast dopo circa una ventina di giorni!

Ufo 78 – Concerto non identificato

Questo melologo è stato eseguito al Teatro Monte Baldo di Brentonico (TN) il 24 marzo 2023. Wu Ming 1 ha letto i capitoli 2 e 3 del Primo movimento di Ufo 78 – la visione collettiva di Incontri ravvicinati del terzo tipo seguita da una camminata notturna per le vie di Torino – mentre Luca Casarotti lavorava di tastiere, elettronica e ingegneria sonora.

Trattasi di composizione spontanea, senza partiture di sorta ma con chiare premesse teoriche, messe giù nella presentazione scritta da Luca.

Ufo 78 – Concerto non-identificato è una produzione Mελóλογος. Grazie a tutte le compagne e i compagni del circolo ARCI di Brentonico per l’organizzazione della serata. Grazie in particolare ad Assia per i riflessi prontissimi di fronte a un problema manifestatosi all’improvviso e la disponibilità messa in campo per risolverlo!

Buon ascolto.

Aldo Moro: un sequestro, una cappa di piombo e un sogno

Anche questo melologo è basato sull’improvvisazione. È stato eseguito dal vivo il 3 marzo scorso alla Casa del Popolo di Sottolongera, Trieste, nell’ambito della serata «Da La Q di Qomplotto a Ufo 78» organizzata dal collettivo Burjana.

Wu Ming 1 ha letto i capitoli 13, Primo movimento, «Roma, giovedí 16 e venerdí 17 marzo», e 6, Terzo movimento, «Torino, martedí 9 maggio» – ovvero: apertura e chiusura dei «cinquantacinque giorni» del sequestro Moro – mentre Luca Demicheli lavorava di basso elettrico e macchina dei cicli continui (così, letteralmente, ci piace tradurre «loop machine»).

Buon ascolto.

■ Per il momento è tutto. Ricordiamo che le sparse membra della colonna sonora di Ufo 78 sono state radunate dalla casa editrice Einaudi in una playlist ascoltabile su Spotify e YouTube.

Come sempre, non inviamo visite a YouTube direttamente, bensì passando per un’interfaccia libera che, arginando le pratiche invasive di Google, tutela sicurezza e riservatezza dell’utente. Chi arriva lì può comunque decidere di passare oltre e usare YouTube, c’è il collegamento diretto.

Per Spotify non sembra esistere un corrispettivo delle interfacce che usiamo per YouTube, Twitter ecc., ergo mettiamo l’indirizzo e sia chi legge a dire «que será, será». Buon ascolto.

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