I volti dei dodici antifascisti correggesi uccisi prima della Seconda guerra mondiale ci sono in buona parte ignoti. Restano poche fotografie, spesso di seconda mano, fotocopie di fotocopie di libri introvabili, e i soggetti immortalati sono in tutto sei, la metà del totale. Per lo più sono ritratti individuali, scatti eseguiti in uno studio professionale, a eccezione della fotografia qui sopra, che proprio per la sua singolarità è diventata lo spunto – quasi la sceneggiatura – del racconto dedicato a Furio Rabitti.
Nel libro in cui l’abbiamo trovata – il monumentale e trivolumetrico Correggio 1900 – 1960 di Antonio Rangoni – l’immagine viene fatta risalire ai giorni dell’omicidio Matteotti. Wu Ming 2 l’ha però studiata, ingrandita e ha scoperto che la copia del Mattino Illustrato, in mano a Furio, è di tre settimane prima. Eppure, in qualche modo, l’assassinio del deputato socialista aleggia lo stesso, come un fantasma, nella foto dei quattro amici.
Il racconto, in realtà, sarebbe l’undicesimo, seguendo l’ordine che abbiamo adottato in Veglione rosso, ovvero quello cronologico delle morti. Ma il brano musicale che lo accampagna è uno dei primi che ha visto la luce e così, per rispettare la cadenza mensile delle uscite, in un momento di impegni piuttosto fitti, abbiamo preferito usare una registrazione già pronta, invece di partire da zero, in fretta, per tirarne fuori un’altra.
La composizione è di Stefano Pilia, che la esegue per chitarra sola. La voce e il testo sono di Wu Ming 2.
Come d’abitudine, riportiamo qui sotto la scheda biografica preparata in occasione della mostra di Casa del Popolo Spartaco: «1920/2020. In ricordo dei primi martiri antifascisti correggesi».
Furio Rabitti aderì prima al circolo socialista poi alla federazione giovanile del neonato Partito comunista d’Italia, come fece la quasi totalità della gioventù socialista correggese. Veniva spesso arrestato e anche percosso, in occasione di movimenti di alti gerarchi o di feste socialiste.
Insieme al fratello Ivanoe e al più piccolo Parsifal, che faceva il garzone, aveva aperto un salone di barbiere nel 1923. Duramente bastonato dai fascisti nel 1925, contrasse, in con- seguenza delle gravi lesioni, una nefrite, che lo portò alla morte, a Correggio, il 25 novembre 1930, a ventisei anni di età.
Buon Ascolto.
Stefano Pilia & Wu Ming 2
«Veglione rosso» – 10. Furio Rabitti
«Veglione rosso» – 10. Furio Rabitti
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