Calendario di luglio 2024: la Banda Hood on the road, «Romagna tropicale» e una recensione importante

Martedì 2 luglio
BOLOGNA

Wu Ming 4 presenta
La vera storia della banda Hood
h.18:30, Ingorki On The Beach
Piazzetta Maccaferri, via Gorki 14.

Giovedì 4 luglio
BELLARIA (RN)

Wu Ming 4 presenta
La vera storia della banda Hood
h. 21, Torre Saracena.
A dialogare con l’autore, Emiliano Visconti.
Rassegna «Scritto sulla sabbia»
nell’ambito del Rapsodia Festival Itinerante.

Martedì 9 luglio
PADOVA

Wu Ming 4 presenta
La vera storia della banda Hood
h.18, libreria Laformedelibro
via del Carmine 6.

Giovedì 11 luglio
RAVENNA

Wu Ming 4 presenta
La vera storia della banda Hood
h. 21, Fem Garden, via Failer 21
organizzato da Dock61.

Giovedì 11 luglio
BOLOGNA

Paolo La valle presenta
Gli automotivati. La love story tra scuola e motori
h.18, Presidio del parco don Bosco.


Mercoledì 17 luglio
BOLOGNA
Proiezione del documentario di Pascal Bernhardt
Romagna tropicale
h. 21, Bisboccia Park
Caserme rosse, via di Corticella 147/2

Romagna tropicale

Lunedì 29 luglio
BOLOGNA

Reading musicale da La vera storia della banda Hood
con Wu Ming 4, Marco Manfredi
e gli ambienti sonori costruiti ed eseguiti da Stefano D’Arcangelo (Laboratorio Melologos)
h.21, Fondo Comini, via Fioravanti 68.

Martedì 30 luglio
BOLOGNA
Proiezione del documentario di Pascal Bernhardt
Romagna tropicale
h. 21:30, Fondo Comini, via Fioravanti 68.

Cogliamo l’occasione per segnalare la strepitosa recensione della Banda Hood firmata da Daniele Giglioli uscita ieri, 30/06/2024, su «La Lettura» del Corriere della Sera, intitolata «Robin Hood è vivo e la leggenda pure» e che consigliamo caldamente di recuperare. Eccone un passaggio saliente:

«Sarà per questo che il personaggio di Robin Hood non ha mai portato fortuna agli autori. Compreso gente che ci sapeva fare, non mezzecalzette, per di più assai versati in leggende. Ma se già il Robin dell’Ivanhoe di Walter Scott non è un granché, quello di Dumas è così scadente che viene da chiedersi se il romanzo sia suo. Wu Ming 4 è riuscito dove i suoi maggiori hanno fallito, così come il suo Lawrence d’Arabia di Stella del mattino, poi ricomparso sotto le spoglie dell’affettuoso e umbratile Ned ne Il piccolo regno, è ormai la versione autorevole di un personaggio il cui destino fu quello di generare, anche lui a caro prezzo, leggende brandibili e infide, gloriose e sordide a un tempo».

P.S. Grazie all’inossidabile Marco Meacci per la foto arborea del libro.

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2 commenti su “Calendario di luglio 2024: la Banda Hood on the road, «Romagna tropicale» e una recensione importante

  1. Bello l’incontro di ieri, a Padova. Per essere in piena città, luogo anche decisamente notevole. I grandi alberi hanno reso più facile calarsi nell’atmosfera della frondosa foresta di Sherwood. Nonostante la temperatura, o forse anche grazie alla temperatura, visto che, come nel romanzo, non è mancato il sudore.

    Da ieri, mi resta poi una curiosità.
    Tra le cose dette all’interno della presentazione, si è accennato all’archetipo femminile rappresentato dalla ragazza che non parla. Non si è poi esplicitato quale sia questo archetipo. Qual è?

    Grazie di cuore a Wu Ming 4 per le pagine sempre avvincenti.

    • Ieri pomeriggio ho evitato di sviscerare l’argomento perché solo metà delle persone presenti aveva già letto il libro. Quindi meglio scriverlo visibile prima di risponderti: SPOILER ALERT! Chi non ha ancora letto il romanzo e ha intenzione di farlo è caldamente sconsigliato dal procedere nella lettura di questo commento.

      Si può dire che i due co-protagonisti del romanzo siano Little John e Gisborne. Sono due antieroi che agiscono in maniera molto diversa proprio rispetto alla loro relazione con il femminile. John è devoto alla Vergine e a Maud, che è una sorta di sacerdotessa del divino femminile e naturale. Pur essendo stato cresciuto da una figura paterna, come cacciatore, John accetta la visione del mondo di Maud e diventerà lo “sposo regale” che si unisce alla sacerdotessa della Dea o, se si preferisce, Robin Goodfellow che si unisce in sposalizio con Maid Marian come nelle festività pagane riaffiorate durante il Rinascimento inglese.

      Gisborne è l’esatto contrario. È devoto al Dio padre e al re che lo hanno condotto alla crociata. I suoi mandanti sono “Dio e Re Richard”. Farne solo uno scaltro trickster sarebbe stato anacronistico. Gisborne è, per certi versi, la quintessenza del pellegrino armato. E infatti non tocca alcol e non tocca donna, perché la sua crociata non è finita. Ma in quella crociata lui ha ucciso la propria umanità facendo strage di prigionieri ad Acri in nome di Dio Padre e di Cristo suo figlio maschio. Di tutte le persone che ha ucciso quel giorno ricorda nitidamente il volto di una donna araba con il figlio in braccio. Questa immagine riemerge dai ricordi. Gisborne ha ucciso la “Madonna col bambino”, ha compiuto il femminicidio/infanticidio patriarcale per eccellenza. Il suo ritorno è il ritorno di un potenziale fantasma, di un condannato, per certi versi. La sua alleanza con Lady Marian è meramente utilitaristica, non c’è nessuna devozione, lui non è Lancillotto, viene detto chiaramente. Ginevra/Rapunzel prigioniera nella torre si libererà da sola, usando Gisborne come strumento per favorire Eleonora, la Grande Matriarca che aleggia su tutta la storia, dea ex machina della vicenda.

      Dunque l’unica vicinanza che Gisborne si concede con una donna è quella con la ragazza muta. La tiene come cane da guardia, in un reciproco scambio di protezione e sorveglianza. Sceglie una donna giovane, povera, ignorante e muta e la trasforma in un cane fedele. Cane che si ribellerà soltanto alla fine, diventando la mano vendicatrice del popolo. Quindi la ragazza impersona la giustizia?, mi chiedeva qualcuno ieri a latere della presentazione padovana. Soltanto nella misura in cui rappresenta prima di tutto la Morte. Gisborne si è scelto come guardiana la Morte, perché inconsciamente sa che è quello il suo destino, l’espiazione/consacrazione finale che gli toccherà in sorte.

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