«Gli uomini pesce», secondo speciale dedicato al romanzo: nuove ristampe, viaggi, recensioni, interviste

Negli ultimi giorni di luglio del 2022 la notizia fece scalpore in mezzo mondo. Grazie a Enea, Virginia e Valentina di Dieci04 per la rassegna stampa.

Ancora emozionati per la serata di ieri al cinema Modernissimo di Bologna*, avviamo questa seconda carrellata su Gli uomini pesce con la notizia di una nuova ristampa, la seconda in un mese. Un mese esatto, visto che il libro è uscito il 15 ottobre scorso. Alla tiratura iniziale di ventimila copie e alla prima ristampa di cinquemila, se ne aggiungono altre tremila. Grazie a tutte e tutti.

Finalmente il lungo tour è partito. Lo ha fatto, com’era giusto, da Ferrara. La sera del 31 ottobre la “sala macchine” della Factory Grisù era gremita di persone, come racconta Emanuele Gessi in questo articolo.

Durante la presentazione abbiamo distribuito in anteprima, in forma di opuscolo, un pamphlet intitolato Tornare nel Delta al tempo della crisi climatica. Lo ha scritto un gruppo di lavoro multidisciplinare – di cui anche Wu Ming 1 fa parte – che da oltre un anno si riunisce periodicamente a Ferrara e compie sopralluoghi nel Delta e nel Delta-Delta.

Ferrara, 31 ottobre 2024, presentazione de Gli uomini pesce

Ferrara,  Factory Grisù, 31 ottobre 2024. Grazie a Factory Grisù e al centro sociale La Resistenza. Durante la serata, qualcuno ha immortalato, attentissimi, i colleghi Vasco Brondi e Paolo Cognetti, che ringraziamo per la partecipazione.

Il documento è stato diffuso anche il 13 novembre alla presentazione alla biblioteca comunale di Villadose (Rovigo) e sarà disponibile a Formignana (Fe) il 20 novembre e a Ostellato (Fe) il 20 dicembre. Il calendario generale degli appuntamenti di Wu Ming (autunno 2024) è qui.

Dal 2 dicembre Tornare nel Delta… sarà anche on line. Lo pubblicheremo proprio qui su Giap.

Un’ottima notizia da Jet Set Roger

A proposito di ritorni nel Delta, qualche giorno fa l’amico Jet Set Roger, il cui album Lovecraft nel Polesine ha un ruolo importante nel romanzo, ha nuntiato urbi et orbi cum gaudio:

Jet Set Roger

«Con l’uscita de Gli uomini pesce, il nuovo romanzo di Wu Ming 1, sono aumentate improvvisamente le richieste per il mio album del 2017 Lovecraft nel Polesine.
Il disco/fumetto che realizzai insieme ad Aleksandar Zograf, come primo volume di una trilogia che a breve arriverà alla sua conclusione, è infatti abbondantemente citato nel romanzo.
Mi sono consultato con Snowdonia dischi, ed è emerso che fra me e loro non ne abbiamo più di una trentina di copie rimaste, motivo per cui stiamo procedendo di gran carriera a pubblicare una ristampa […] Buon ascolto!»

Lovecraft nel Polesine è ascoltabile e acquistabile qui.

In una discussione in corso su questo stesso sito, l’attore, drammaturgo e scrittore Luigi Chiarella aka Yamunin ha commentato la notizia in questi termini:

Luigi Chiarella

«Questo è per me l’esempio lampante, virtuoso e per niente isolato di come funziona l’arte tutta, che è fatta di relazioni, connessioni, citazioni esplicite e implicite che fanno la ricchezza e la profondità di un “manufatto artistico”. Opera teatrale, musicale, letteraria cinematografica è uguale, il discorso è identico. Certo si possono fare distinguo in base alla “qualità” dell’opera, ma questo è un altro discorso. Ma, e mi riferisco al discorso necessario di Loredana Lipperini, che vogliano lucrare su queste connessioni vendendo la “concessione” alla citazione, ad esempio, è da “rubagalline” […] La lettura di un libro, la partecipazione a uno spettacolo teatrale o a un concerto dal vivo sono attività che connettono le persone fra loro a dispetto del tempo e dello spazio, di vita e di morte […] e non c’è ufficio di azzeccagarbugli che tenga».

Tornando al tour…

Cogliamo l’occasione per segnalare che Jet Set Roger eseguirà Lovecraft nel Polesine dal vivo, in versione piano solo, durante le presentazioni de Gli uomini pesce a Pavia (7 dicembre) e nel bresciano, precisamente a Roncadelle (12 dicembre) e Pisogne (13 dicembre). Le apparizioni del 2025 le annunceremo a tempo debito.

Oggi, 15 novembre, Gli uomini pesce sarà al centro sociale Sisma di Macerata e domani allo spazio autogestito Grizzly di Fano. Ancora una volta: il calendario è qui.

Reggio Emilia, 8 novembre 2024, presentazione de Gli uomini pesce

Reggio Emilia, circolo Arci Villaggio Stranieri, 8 novembre 2024. Grazie a Stefano e Serena, al circolo, alla libreria Sciame di Casa Bettola e al comitato «Salviamo il Bosco Ospizio».

Dato che alle presentazioni non si possono rovinare sorprese e colpi di scena, alcune tematiche affrontate ne Gli uomini pesce si possono solo sfiorare. Per tale motivo stiamo programmando incontri rivolti a chi ha già letto il libro, per discuterne in piena libertà di spoiler. Uno si terrà a San Giorgio di Piano (BO) il 7 febbraio, i dettagli a seguire. Altri ne verranno.

Nuove recensioni

§ Ecco cosa ha scritto de Gli uomini pesce Loredana Lipperini nella rubrica «Cose preziose» che cura sul settimanale L’Espresso (1 novembre 2024):

«La cosa preziosa di oggi è quella che ci permette di mettere insieme passato, presente e futuro, ovvero Gli uomini pesce di Wu Ming 1, che esce per Einaudi e racconta la storia di ieri (l’eccidio del Castello a Ferrara e la fila di persone che subito dopo corrono a iscriversi al fascismo repubblichino), di oggi (i fiumi in secca, la crisi ambientale, il post-covid). Quanto al futuro: ci ricorda che ne esiste uno, formulando la stessa parola di Dream che [in Sandman di Neil Gaiman] chiude il duello con Lucifero. Hope. Speranza.»

§ Giuliano Spagnul, grande esperto di fantascienza e controculture, ha recensito Gli uomini pesce sul blog multiautore La bottega del Barbieri. L’articolo va letto nella sua completezza, ma è altrettanto doveroso riportare qui uno stralcio:

Faust e Marx di Luciano Parinetto, citato ne Gli uomini pesce«Wu Ming 1 incontra nelle ultime pagine del suo ultimo romanzo Gli uomini pesce (Einaudi, 2024) Luciano Parinetto. Cita solo il titolo di un suo libro Faust e Marx, quasi colto da timore reverenziale verso questo “maestro inquietante, professore di filosofia morale all’Università di Milano, una figura che ha cercato di coniugare il marxismo rivoluzionario con l’esoterismo, con l’alchimia, con la psicanalisi, cercando di dare forza alla rivoluzione partendo dalla tradizione esoterica” […]

Ed è da questo filo inquietante e un po’ “sulfureo” che il racconto va letto, quando giunti alla conclusione, possiamo ripercorrerlo a ritroso dopo che con uno schiocco di dita, ci ha illuso che possa esserci, appunto, una reale e soddisfacente conclusione.

Difficile raccontare la trama del romanzo non solo per il continuo intrecciarsi di trame e sottotrame, di rimandi anche relativi alle altre narrazioni del collettivo Wu Ming, ma soprattutto per la necessità di non svelarne segreti, tra cui quello centrale che si paleserà a un terzo del libro. Possiamo solo girarci intorno, raccontare alcuni aspetti tra i più intriganti, come quello dell’uso della lingua (delle lingue) che qui viene fatto.»

Eh, il compagno Parinetto… Se il dottor Stegagno ne cita un’opera senza menzionare l’autore, è perché Parinetto bisogna conquistarselo, andarsi a cercare incuriositi il titolo Faust e Marx e vedere schiudersi un mondo. È una caccia al tesoro, o più propriamente alla pietra filosofale. Di Parinetto discutevamo spesso con Roberto Sassi, a cui Gli uomini pesce è dedicato in memoriam.

§ Tra le recensioni apparse sulle varie piattaforme dedicate ai libri, segnaliamo quella apparsa su Goodreads** a firma del collega scrittore Franco Foschi:

Franco Foschi

«Chi scrive, di solito non ama la complessità. È complicata, la complessità, è difficile, richiede tanto lavoro, tanta concentrazione, scavo, studio, approfondimento, elaborazione puntigliosa. È quindi molto più facile organizzarsi con il lineare, il diretto, l’immediato, e tutto sommato percorrere la strada del semplice, e giungere (se si è bravi) a quella che gli americani chiamano fluency. Salvo poi, gli americani, dichiarare grandi scrittori certi autori che invece la complessità la amano, da Faulkner a Vonnegut, da De Lillo a Toni Morrison a Cormac McCarthy, e il proprio elenco se lo può fare da solo qualunque lettore.

A fianco degli scrittori di fluency ci sono poi quelli che della complessità fanno invece il pane quotidiano, e che non trovano soddisfazione (palese, nei casi riusciti, e questo il lettore lo apprezza subito) se non nella progettazione di grandi affreschi dalle mille sfaccettature, prismatici, multiloculati, contenitori infiniti di storie infinite. E tutto sommato è strano, come con due strumenti così diversi si possa arrivare ad un unico risultato: la soddisfazione, l’appagamento della lettura, con l’associazione per niente scontata del senso, il senso generale dell’operazione, degli obiettivi dello scrittore e dei risultati per il lettore (riflessivi, filosofici, sociali, emotivi, personali, politici).

Wu Ming 1, da solo o con la band, ci ha abituato alla grande alla gestione dello strumento-complessità condito di sale, interesse, agnizioni improvvise, vis polemica, e cento altri condimenti saporitissimi. Per esempio riassumere Gli uomini pesce è pressoché impossibile (complimenti alla sobrietà dell’estensore della quarta di copertina), è solo possibile, volendo, fare una lista degli argomenti trattati, per poi accorgersi alla fine che non ha alcun senso. E proprio qui sta la capacità di uno scrittore con, ehm, gli attributi: la gestione impeccabile e perfettamente orientata della tanta carne che si mette al fuoco (davvero, non servirebbe a nulla dire al potenziale lettore che legge una recensione dire «questo romanzo parla di…»), dal passato partigiano all’attualità del mondo queer. Un esempio per tutti: organizzare con equilibrio i continui flashback e flash forward richiede una bilancia intellettuale (e interiore) di alta sensibilità, per non sfiorare mai, nemmeno di striscio, la noiosità, o la “fatica” del leggere. Chi organizza lo strumento-complessità deve essere un comunicatore assoluto, un guardiano del ritmo, un voluttuoso dispensatore di contrappesi narrativi. Qui, c’è tutto questo.

Poi ci sono le case editrici. E qui la complessità è vista con perplessità, per non dire sospetto o sgomento. Devi esserti già costruito una solidissima statura di scrittore, per accedere con autorevolezza all’editoria mainstream. Ebbene il grazioso miracolo di Wu Ming 1, da solo o con la band, è stato progettato sin dall’inizio con lo stesso strumento-complessità, acquisendo così l’autorevolezza necessaria all’ascolto altrui con i mezzi che si desiderano, non con i mezzi che si devono all’editoria. E questo non fa che aumentare il valore letterario, ma anche quello sociale, dell’impegno a tutto tondo di scrivere, attività apparentemente fatua (per tanti), ma che fatua non lo è per niente, come queste pagine dimostrano.

Ed ecco quindi che sono riuscito a scrivere questa riflessione su Gli uomini pesce senza raccontare un rigo di quel che ci si narra dentro, ma credo che lo scopo, almeno per l’estensore della presente, sia raggiunto: parlerò agli amici di questo libro dicendo solo «Leggilo», leggilo e basta, non perderlo, immergiti dentro, lasciati travolgere dai coups-de-théâtre, lasciati riflettere sul passato che ritorna, lasciati travolgere dall’ammirazione per alcuni e dall’odio per altri, lasciati incazzare e lasciati consolare. Leggilo, e basta – è un libro che non ti lascerà in pace per lungo tempo.»

Interviste

§ Daniele Cassandro ha intervistato Wu Ming 1 nella puntata del 2 novembre di Il mondo – cultura, uno dei podcast della rivista Internazionale. L’ascolto è riservato a chi si abbona, cioè non a chiunque ma comunque a un notevole novero di persone. Chi ne fa parte trova l’intervista qui.

§ In vista della prima nazionale del 31 ottobre, Giorgia Pizzirani del quotidiano La Nuova Ferrara ha intervistato Wu Ming 1 in forma scritta. L’articolo, contenente gran parte delle risposte, è uscito il 30 ottobre. Qui proponiamo lo scambio in versione integrale.

WM1. Da anni ho intrapreso un percorso di riscoperta del mio territorio, il basso ferrarese. Gli uomini pesce, rimasto in cantiere dal 2017 al 2024, è figlio del mio interesse per la storia locale. Che in realtà non è mai solo locale: queste terre hanno spesso anticipato, oppure estremizzato, tendenze nazionali. Penso al problema del governo delle acque, all’artificializzazione dei fiumi, alle grandi bonifiche con cui si è “ingegnerizzato” il territorio. Territorio che di fatto è cyborg, innervato di tecnologie da cui non è separabile, macchine che lo tengono emerso e danno forma al paesaggio. Penso alla saga delle lotte bracciantili, un unicum nella storia del movimento operaio europeo. Penso a come Ferrara e provincia furono il laboratorio dello squadrismo e poi uno snodo importante del regime fascista. Per non dire del modo peculiare in cui qui si svolse la guerra partigiana. Oggi questo stesso territorio è un “hotspot” della crisi climatica. Ne Gli uomini pesce c’è tutto questo.

Il Grande Fiume è forse il protagonista principale del romanzo: l’acqua che trascina e restituisce, già elemento fondamentale e cornice di grandi ferraresi – Bassani, Bacchelli -, che valore antropologico riveste per chi in queste terre vive da una vita?

WM1. Molte persone non avvertono più quanto sia teso il confronto fra terra e acqua, perché le tecnologie a cui accennavo sopra sono date per scontate, sono “invisibilizzate”. Il territorio ha una forma che noi diamo per certa, mentre è incredibilmente incerta. Gran parte delle zone che oggi sono emerse, su cui possiamo camminare, lavorare, abitare, erano sommerse fino a un battito di ciglia fa, e non è detto che non tornino sott’acqua. A causa dello sconvolgimento climatico, che ha nell’area Nordadriatica uno dei punti più critici, il mare potrebbe riprendersi gran parte del basso ferrarese e del Polesine veneto. Viviamo dentro una parentesi. A pensarci, è vertiginoso. Questa vertigine la prova la protagonista umana del romanzo, la geografa Antonia Nevi. La consapevolezza che l’acqua tornerà ne influenza pensieri e azioni, e contribuisce a definirne la personalità.

Quanto è importante conoscere la propria storia geografica e soprattutto familiare, e quali sono i rischi in cui si può incorrere nello scandagliare le zone grigie che si conoscono così poco, con la possibilità di trovarvi dettagli che mai ci si sarebbe immaginati?

La monografia su Ilario Nevi uscita nel 1979 nella collana «Il Castoro» delle edizioni La Nuova Italia. Attenzione: disponibile solo nelle librerie dell’usato di alcuni universi paralleli.

WM1. Sono le due domande che Antonia, indagando su suo zio Ilario, si pone dalla prima all’ultima pagina. Lo svolgersi della storia, come il Po nel suo ultimo tratto, è deltizio, e ogni ramo, ogni biforcazione fornisce possibili risposte. Risposte che arrivano da viaggi, documenti, film, prestiti da varie scienze umane, perfino da giochi di parole. Il principale motto di Wu Ming è: «raccontare una storia con ogni mezzo necessario». L’accento va su «necessario»: non ogni mezzo purché sia, ma quelli il cui utilizzo è sentito come vitale e urgente. In questo caso, per poter aprire il doppio scrigno dei segreti di famiglia e dei misteri del territorio, di strumenti ne servivano molti.

Il libro avvisa il lettore su chi troverà esattamente nelle sue pagine: tra essi, Ferrara, “città di sottomondi e reticoli nascosti”. Quanto di nascosto – vero, non letterario né creativo – alberga a suo avviso in epoca contemporanea nella città estense?

Gli uomini pesceWM1. Le giornate in cui Ferrara trae più in inganno sono quelle di tempo terso, in cui sembra apparire senza veli, cristallina, con le sue prospettive rinascimentali che sembrano dire: «ecco, puoi vedermi in lungo e in largo, fino al punto di fuga», o coi suoi viottoli medievali che sembrano dire: «ecco, così ero, così rimango». Gli uomini pesce si svolge nell’estate assolatissima e siccitosa del 2022, dunque mostra la città nella sua foggia più ipnotica e manipolatoria. Anche se oggi, col clima mutato, la nebbia è più rara, io credo che nelle giornate di nebbia il meteo diventi un’esatta allegoria della città. Ferrara è fatta di anfratti e nascondigli, di percorsi insospettati, di consorterie e cordate di cui si sa poco, di circuiti coesistenti ma che non si incrociano. È strano come, anche se parliamo di un “paesone”, capiti di perdere di vista un conoscente anche per decenni, per poi ritrovarlo in circostanze che a volte hanno del perturbante. Nel romanzo, col personaggio di Stegagno, misterioso medico che esercita tra Ferrara e i Paesi Bassi, ho voluto incarnare questo genere di inquietudine.

§ Un’altra intervista, condotta da Francesco Franchella, è apparsa il 31 ottobre sulle pagine ferraresi del Resto del Carlino. Interamente disponibile on line.

Per questo speciale è tutto. Buone letture, buoni ascolti, e ci si incontra lungo la strada.

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* Grazie ancora a Gian Luca Farinelli, alla Cineteca di Bologna e al festival Visioni italiane, che ci hanno ospitati al Modernissimo per due serate di fila: il 13 novembre WM2 e WM4 hanno partecipato alla presentazione del documentario di Pascal Bernhardt Romagna tropicale; la sera dopo WM1 e Marco Manfredi, introdotti da Farinelli, hanno presentato Gli uomini pesce.

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