Ieri il neopresidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha annunciato che bloccherà l’erogazione dei fondi pubblici che il Comune di Affile (RM) aveva destinato alla costruzione del celebre “sacrario” dedicato al criminale di guerra Rodolfo Graziani. Sulla carta, l’edificio doveva essere un semplice monumento ai caduti.
Il sindaco di Affile, il fiammeggiante Ercole Viri, ha risposto dando a Zingaretti dello “stalinista” e minacciando azioni legali.
Anche noi ci siamo pubblicamente rivolti al presidente, ma per proporgli di trasformare l’edificio in barricata artistica antirazzista. La proposta l’abbiamo appena fatta sul sito di Internazionale. Buona lettura.
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Due giorni fa il nostro amico e compagno Pixho aka Xho alias Christiano Presutti di Futbologia ha composto e caricato su Soundcloud un brano intitolato Naprodotà. Di che si tratta? E’ spiegato in quest’articolo. In poche ore ha fatto, come suol dirsi un po’ a cazzo di cane, “il giro della rete”. Ieri ne è apparsa una versione extended, con la voce di Luca / Wu Ming 3 che legge un suo testo intitolato Sul cubo, ispirato dall’ascolto del primo pezzo. Ve lo proponiamo qui, buon ascolto.
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Approfittiamo dell’occasione per ricordarvi alcuni appuntamenti dei prossimi giorni.
Domani, 24 aprile, saremo a Bologna e Pesaro.
Bologna: Wu Ming 4 parteciperà a un incontro sul referendum cittadino del 26 maggio. Con lui ci saranno l’attore Ivano Marescotti, il pastore valdese Michel Charbonnier e la presidente del Nuovo Comitato Art. 33 Isabella Cirielli. Cinema Europa (ex-Lumière), via Pietralata, h. 20:30.
Pesaro: Wu Ming 2 e la “sua” band eseguiranno il reading/concerto “Razza partigiana”. h. 21:30, Circolo ARCI di Villa Fastiggi.
Il 25 aprile Wu Ming 2 e la band saranno invece a Savona. Tutti i dettagli qui.
Il 26 aprile, sempre Wu Ming 2 e la band eseguiranno il reading/concerto alla Sala Vanni di Firenze. Dettagli qui.
Il 27 aprile Wu Ming 1 e Wu Ming 2 saranno all’European Resistance Assembly di Correggio (RE) e parleranno di “Nuovi modi di raccontare la Resistenza”. Dettagli qui.
Dal 30 aprile comincia il tour di Point Lenana. Il calendario, lo ricordiamo, è qui.
Ci si vede in giro.
ecco, coincidenza vuole che anche tra i confratelli del nostro collettivo, oggi, abbia girato questa riflessione su affile, poi divulgata e rimbalzata soprattutto attraverso facebook…
ve la riportiamo, sperando di contribuire al dibattito su quel luogo, ma soprattutto sulle modalita’ di intervento pubblico in materia di storia/memorie
“allora ieri e’ arrivata la buona notizia, che la giunta zingaretti ha deciso di interrompere il finanziamento per completare il monumento di affile dedicato a rodolfo graziani, ed ha invitato il comune locale a ripristinare il progetto originale, quello cioe’ del monumento al “soldato di affile” ossia al milite ignoto.
ecco, bene. ok. ma ora e’ tempo di RILANCIARE in maniera decisa. non basta sostituire un’idea vergognosa con un’idea mediocre. ma bisogna capire che sotto questo dissidio c’e’ uno dei nodi irrisolti della storiografia e dell’autopercezione italiana. e quindi puo’ diventare un’occasione.
percio’ il monumento deve essere COMPLETATO, ma deve diventare un monumento AL DISONORE italiano. ad una stagione in cui, per la prima volta, l’italia si proiettava in una dimensione di sviluppo economico e di modernizzazione e pensava fosse normale utilizzare, quale strumenti di crescita, il colonialismo, i bombardamenti (che sono il VERO terrorismo), le deportazioni, i campi di concentramento, i gas…
ecco, questo e’ il rimosso che permette a una cittadina come affile di esprimere un sindaco intriso di POVERACCISMO da strapaese che ragiona con una logica da “piccola patria”: si e’ orgogliosi, a prescindere, di aver dato i natali a qualcuno che e’ diventato FAMOSO (poi che lo sia diventato sterminando delle popolazioni, vabbe’, passa in secondo piano).
dopo quanto accaduto, affile puo’ e deve diventare uno dei nodi di una rete che studi, approfondisca e ragioni su vecchi e nuovi colonialismi, e che coinvolga anche le cosiddette seconde e terze generazioni, quei figli del colonialismo italiano che non hanno spesso neanche i pieni diritti di cittadinanza, e che avrebbero storie personali e familiari che varrebbe la pena ascoltare.
questo nuovo vespasiano va trasformato in una mediateca, museo, osservatorio, centro studi (quello che vi pare a voi) sul tema PATRIA E DISONORE ed essere collegato alle realta’ associative e alle cattedre universitarie (penso che ce n’e’ una ottima a roma tre) che lavorano su questi temi.
e porsi, infine, come obiettivo la necessita’ di supportare (con progetti seri e un po’ di entusiasmo nuovo) gli insegnanti delle scuole, per aggiornarli e renderli capaci di insegnare tematiche di cui spesso sanno pochissimo loro per primi (e smettendo di credere che basti un viaggetto ad auschwitz per colmare questa lacuna)…
e se proprio bisogna intitolarlo a qualcuno, quel monumento, allora lo intitoliamo a GIORGIO MARINCOLA, partigiano italo somalo morto ammazzato nell’ultima vigliaccata nazista sul nostro territorio, che (pur essendo giovanissimo e figlio delle colonie) ha contribuito alla nostra storia patria molto piu’ di alcuni mediocri sindaci locali…”
Il testo “Sul cubo” di Luca è molto bello. Lo riporto integrale.
Fùtbology
Nel Pallone. Sul cubo. (Ultimo rave)
Non avevo tanta voglia di ballare dall’ultimo rave organizzato al Livello. Tipo quindici anni fa, per dire. Adesso. Non c’è più niente da dire. Adesso. I nuovi Punk saranno vecchi. I nuovi Punk avranno almeno cinquant’anni. Allora balliamo. Eppure le parole. Contavano. Mai come adesso. Vuote. Allora balliamo. Grande pezzo, mio fratello. Le parole. Vuote. Mai come adesso. L’ultimo rave. Mai come adesso. Capannoni vuoti. I nuovi Punk. Saranno esodati. Depravati. Deprivati. Dei privati.
Balliamo.
Nel pallone. Sul Cubo. Nel Pallone, sul Cubo. Il punto di vista. Fùtbologico, al Cubo. L’ultimo rave, l’ultimo rave. Sul cubo. Al FestivalBar, a Rimini, all’Hollywood. Piace anche ai fasci. Ai Pezzidimmerda, alle Olgettine. Sul cubo. I nuovi Punk saranno sdentati. I Vecchi Punk. Eppure le parole. Andavano. Venivano. Poi. I nuovi Punk avranno le parole. Dette dai bambini. Mi risucchia il cervello. Le parole. Il cervello.
Balliamo.
Nel Pallone. Il punto di vista del Pallone. Preso a calci. Esodato. Cambia gioco. Cambia gioco. Colpo di Testa. Mai così vuote. I capannoni. Mai così tanti. A fare i cavi. L’ultimo rave. Dei nuovi Punk. Avranno creste affilate. Come Marek, in titanio. Letali, in titanio. I vecchi Punk torneranno. Mai così tanti. Scassati. Nei capannoni, vuoti. Le
parole. Balliamo. L’ultimo rave. Bianca.
Bianca.
Bianca.
Bianca.
Nel frattempo pare che la fantasia, più o meno creativa, continui a essere applicata al mausoleo di Affile. E pare anche che il sindaco del paese e un paio d’assessori siano indagati per apologia di fascismo:
http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/affile_cimitero_salo_tomba_graziani_imbrattata_atto_vandalico/notizie/272835.shtml
Sulla vicenda di Affile vi copio il link all’articolo di Sandro Portelli uscito su il manifesto di ieri.
http://alessandroportelli.blogspot.it/
grazie per il vostro lavoro
Attentato a Palazzo Chigi. Scrivevate un anno fa: “Forse oggi, in diversi paesi d’Europa e tuttavia non ancora in Italia, siamo alla metà di un percorso: si sta facendo manifesta una ricomposizione anticapitalista o, quantomeno, di sinistra antiliberista. Sembra lontana la “corsa al centro”, ed è sempre più evidente che tale centro non esisteva; nessun esponente di sinistra che abbia un minimo di sale in zucca cerca più il voto dei “moderati”, ed è sempre più chiaro che i “moderati” non esistono; da più parti, anche se non ancora in Italia, vengono dismesse etichette sterilizzanti come “centrosinistra” e i suoi corrispettivi. Dove le sinistre si presentano come… di sinistra, e dicono chiaro e tondo che il loro avversario è di destra, ottengono risultati impensabili fino a poco tempo fa.”
(http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=8016)
Ecco, appunto: smesso di succedere, e tornati alla situazione di prima, corsa al centro, la “concordia nazionale” che ora si chiama “larghe intese” ecc.
Ma, cosa che fa ancor più riflettere, all’epoca avevate segnalato come punto strategico per la ricompattazione dei movimenti il movimento NoTav.
Ecco, anche adesso, di fronte al rischio che il movimento in valle vinca (ne parlavamo in http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=12390), puntuale come un orologio riparte la strategia della tensione.
(Poi magari non c’entra niente, ma sono il solo ad aver notato che il tizio viene da Alessandria?)
Non è che “ha smesso di succedere”: qui da noi non è successo. La “corsa al centro”, la “concordia nazionale” e altre schifezze sono rimaste all’ordine del giorno. Per il resto, prima di annoverare l’episodio di oggi nel quadro di una “strategia della tensione”, ci andrei parecchio cauto. Dire che il collegamento Alessandria – No Tav è labile e forzato sarebbe poco. Calma e gesso. Detto questo, ammesso e non concesso che si trattasse di uno “squilibrato” (uso le virgolette per far capire che così lo chiamano i TG ed è un’espressione non mia), a me sorprende che, stante la situazione che si vive, di “squilibrati” che “sbroccano” non ne entrino in azione tutti i giorni. Non c’è bisogno di ascrivere gesti del genere a chissà quali manovre occulte. C’è chi si dà fuoco e chi esce con la berta in tasca.
Anche io penso che infatti il livello di”pazzi” in una crisi del genere sia anche troppo basso rispetto alle premesse.
La dietrologia serve a poco, in questi casi.
Quello che invece è chiaro è l’utilizzazione che le destre faranno per mostrificare Grillo e l’opposizione politica e sociale alle larghe intese.
E ovviamente questo accadrà in ogni manifestazione, corteo , occasione .
Visto il disastro sociale, Grillo e i movimenti sono gli utili capri espiatori della situazione.
“Non c’è bisogno di ascrivere gesti del genere a chissà quali manovre occulte. C’è chi si dà fuoco e chi esce con la berta in tasca.”
Su quello siamo d’accordo. MA anzhe il tipo che aveva messo la bomba nella scuola era uno “squilibrato”, un “pazzo isolato” ecc.
Voglio dire, non è mica necessario che la tensione si basi su fatti reali o su interpretazioni fondate.
(Poi, aggiungerei, squilibrato? “«È un uomo disperato», sottolineano i magistrati. Perché è disoccupato, separato e «da qualche mese – ha riferito – non riesco più a incontrare mio figlio», che ha 10 anni.” http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_aprile_28/spari-palazzo-chigi-attentatore-confessa-212881126367.shtml. Insomma, un’altra vittima della PAS, la famosa malattia inventata che ti fa avere le attenuanti quando uccidi la tua ex)
Comunque, la cosa che mi interessava era:
“Non è che “ha smesso di succedere”: qui da noi non è successo. La “corsa al centro”, la “concordia nazionale” e altre schifezze sono rimaste all’ordine del giorno.”
Non so se sono d’accordo. In effetti, se guardi a qualche mese fa, la situazione sembrava sul punto di sbloccarsi. Poi, se ti sembra detto meglio, “ha smesso di dare l’impressione di poter” stare per succedere anche da noi. Ma forse era un’occasione falace, perché, come giustamente si faceva notare all’epoca, “La ricomposizione non consiste principalmente nell’incollare con lo sputo pezzi di ceto politico residuale, non passa per alleanze meramente elettorali come quelle che si sono praticate in Italia e qualcuno ancora si auspica. No, la ricomposizione è sociale, avviene *prima* nelle lotte, ed è leggibile *dopo* nello spostamento a sinistra dell’asse politico registrato dalle consultazioni elettorali”.
Giusto, in un certo senso: voglio dire, non serve a nulla che tu PD ti allei con SEL se poi, anziché spostarti a sinistra… trascini a destra SEL. Ma, da un altro punto di vista, sarebbe miope ignorare i tanti compagni e compagne di SEL e perfino del PD (chissà se si offendono a sentirsi chiamare così) che poi, in certi contesti (e fra mille contraddizioni, certamente), finiamo per torvarci accanto in molte lotte. E che inghiottono il rospo sempre più a fatica. Ora ne hanno inghiottito uno (simbolicamente) più grosso degli altri e… beh, sì, qualcuno ha dato la parola
Quanto all’elemento Alessandria, beh, sì, forse l’ho sparata grossa io.