16 gennaio, Roma: C.S.A. Astra 19, via Capraia 19 (Tufello), ore 19:30 (qui un’articolata e interessante recensione che annuncia la presentazione romana).
24 gennaio, Teramo: Laboratorio Politico Gagarin Sessantuno, via Mario Capuani 61, ore 21:00.
2 febbraio, Oderzo (TV): Spazio Zero, via Piave 2, ore 16:00.
15 febbraio, Torino: Luna’sTorta, via Belfiore 50/e, ore 21:00 (preceduta da aperitivo alle 20:00).
Contatti: beppemarchetti@gmail.com
16 febbraio, Aosta: Espace Populaire, via J. C. Mochet 7, ore 18:00
26 febbraio, Pavia: Spaziomusica, via Faruffini 5, ore 21:30
(modera Chiara Codecà)
12 marzo, Modena: Istituto Filosofico di Studi Tomistici, via San Cataldo 97, Ore 21:00
20 marzo, Genova: C.S.O.A. Emiliano Zapata, via Sampierdarena 36, ore 20,30 (dalle 19:00 cena).
26 marzo, Piacenza: Caffè Letterario Baciccia, Via D. Carli 7, ore 21,15
15 giugno, Ara, frazione di Grignasco (NO), Casa delle Grotte di Ara, ore 14:00. ATTENZIONE! PRESENTAZIONE ANNULLATA CAUSA MALTEMPO
Tolkien Day, 7 dicembre 2013
Audio dell’incontro al Video Games Museum di Roma (VIGAMUS), nell’ambito del Tolkien Day, 7 dicembre 2013.
Con Roberto Arduini, Wu Ming 4 e Claudio A. Testi.
Figata, ci sarò ad Ara. Btw, ho trovato il libro uno dei migliori mai usciti su Tolkien, specialmente la parte sull'”insuperatezza” del professore (profondità mitopoietica+valore etico)
Ciao, vorrei dare un suggerimento: visto che ormai siete sempre impegnati su più progetti in parallelo, rimane difficile stare dietro a tutte le presentazioni/reading/corsi etc… :-) potreste magari aggiungere un calendario che raggruppi le varie forme che ha preso la vostra attività “in strada”? o anche solo una tabella interattiva – così posso per esempio vedere quello che è in programma in una certa regione nei prossimi mesi, o seguire il tour di presentazioni di un libro. buon lavoro!
Nichi Vendola ha appena concluso il suo congresso dicendo che staranno nella “terra di mezzo”, che esiste solo nella sua mente, tra Alexis Tsipras e Martin Schulz per le prossime elezioni Europee.
Questo uomo ha fatto dell’ambiguità il suo cavallo di battaglia e più che terra di mezzo mi ricorda la gora dell’eterno fetore. Fatemi lasciare questo omaggio:
http://www.youtube.com/watch?v=MIucieOiKVk
Se ti fossi soffermato due minuti in più su quanto detto da Vendola, sul rapporto che lui auspica e l’equilibrio che si può trovare tra la cultura socialista e la sinistra radicale (e se non ti fossi limitato a prendere qualche stralcio qua e là) ti renderesti conto di aver detto una cavolata.
Dio ci liberi da chi ha la verità sempre in tasca e da chi, quando si parla di politica, butta tutto in caciara.
Bannati tutti e due per l’OT più fuori luogo e merdoso nella storia di Giap. Avviare uno scazzo su Vendola, SEL etc. in un post su Tolkien?! Siete intossicati di politicismo, politichetta e politicume. D’ora in poi per voi qui sarà: KEEP OUT. Bona lé.
Audio della presentazione torinese di #DifenderelaTerradiMezzo
Ultimata la lettura del saggio, mi accorgo che le riflessioni che mi sono appuntato sono per lo più curiosità che non entrano nello specifico nel testo di Tolkien, ma riguardano piuttosto la sua eredità. Anche perché nel libro ho più che altro trovato le conferme di quanto già letto e discusso qui su Giap. Non per questo la lettura è stata meno piacevole, ed ho trovato particolarmente efficace la multimedialità che è tipica del blog tra immagine e scritto. Elenco le varie domande, senza la pretesa che tutti i miei dubbi vengano sciolti. :-)
1. A pagina 24 si legge una riflessione di Tolkien:
“Comunque in questa guerra io ho un bruciante risentimento privato, che mi renderebbe a quarantanove anni un soldato migliore di quanto non fossi a ventidue, contro quel dannato piccolo ignorante di Adolf Hitler […]. Sta rovinando, pervertendo, distruggendo, e rendendo per sempre maledetto quel nobile spirito nordico, supremo contributo all’Europa, che io ho sempre amato, e cercato di presentare in una giusta luce.”
Queste poche righe hanno evocato in me un’analogia tra Hitler-tradizione nordica e Mussolini-antica Roma. In fondo il fascismo non ha operato la stessa operazione di selezionato “recupero” storico e mitico attingendo a piene mani dall’antica Roma, andando di fatto a decontestualizzarla e legandola a sé nella memoria dei posteri?
2. Nel libro viene appurato che Il signore degli anelli è a tutti gli effetti un classico dal momento che non è un “semplice fantasy” ma porta con sé un ricco bagaglio di esperienze personali dell’autore, di sue riflessioni su tematiche essenziali della natura umana, e se vogliamo insegnamenti di vita; contiamo poi la sua profondità, il suo incantesimo, per un romanzo che si inserisce nell’universo che Tolkien aveva già modellato e creato. Ora io mi chiedo, nel contesto della narrativa fantasy il suo lavoro è destinato a restare un unicum? Dal capitolo “L’eredità impossibile” sembra che debba ancora nascere lo scrittore che con la sua opera possa solo avvicinarsi a Tolkien.
Con il suo lavoro Tolkien è raffigurato come una montagna invalicabile. E il titolo del capitolo è piuttosto esemplificativo anche del fatto che i migliori scrittori contemporanei, da King a Martin, continuano a vivere nell’ombra di questa montagna.
3. Durante la lettura dell’intero libro una domanda continuava a tornarmi alla mente: ma “WM4 scrittore” non ha mai pensato di dar vita a un racconto fantasy?
Immaginando che questo non sia avvenuto, le motivazioni che mi son dato non mi hanno soddisfatto del tutto: pur accettando il fatto che la passione per Tolkien non debba per forza sfociare in una passione per il fantasy.
Ora io mi chiedo, consiglierebbe WM4 a un’amante della scrittura, di Tolkien e del fantasy, di avventurarsi nel mondo fantastico. E nel caso positivo, che rapporto dovrebbe avere con quella “eredità impossibile”? Per caso un tale confronto è stato vissuto dallo stesso WM4 scrittore?
4. Continuando con le domande all’autore del saggio: alla luce delle qualità che hanno reso Il signore degli anelli un classico della letteratura occidentale, esiste una critica, anche piccolissima, che WM4 rivolgerebbe a Tolkien se avesse la possibilità di un impossibile chiarimento tu per tu?
1) Assolutamente sì. Il processo di “tecnicizzazione” del mito è analogo per il fascismo e il nazionalsocialismo, sulle rispettive età dell’oro. Tolkien però se la prende con i nazisti e non con i fascisti proprio per via di quel “risentimento privato”, cioè l’aver visto devastato il suo campo di studi dall’intervento propagandistico dei nazisti. Di antichità romana invece non si occupava. Sappiamo inoltre che, almeno per quanto riguarda il fascismo ispanico, Tolkien simpatizzò per Franco nella Guerra civile spagnola. Significa in soldoni che in quel conflitto, tra Franco e Stalin – perché è così che vedeva e che veniva rappresentata dai mass media inglesi l’ultima fase della guerra – era disposto a chiudere un occhio sul primo dei due dittatori, in quanto difensore della Chiesa cattolica. Questo non significa che Tolkien ritenesse auspicabile il fascismo, anzi, dal suo epistolario privato emerge il ritratto di un anti-statalista, lontano le mille miglia dai regimi moderni.
2) Non ho idea se Tolkien rimarrà ineguagliato nell’ambito della narrativa fantasy. Di sicuro gli allievi più capaci sono quelli che si sono distanziati dal suo solco, conservandone in qualche modo l’insegnamento. Magari non hanno fatto un fantasy sulla falsariga di quello tolkieniano, appunto, ma hanno sperimentato altre strade, praticato il crossover tra i generi, ecc. Forse bisognerebbe cambiare l’ottica da cui si guarda il problema: la montagna è là, ce la teniamo sull’orizzonte, ma questo non significa che tutte le strade debbano portare là o passarci vicino. Insomma, se anche Tolkien restasse ineguagliato, sarebbe davvero un problema? Per quanto alta possa essere la montagna, il mondo intorno è bello vasto ed è solo attraversandolo in lungo e in largo che si potrà forse imbattersi in una montagna altrettanto alta…
3) Da quando mi sono messo a fare il mestiere del narratore non ho mai pensato di scrivere un romanzo fantasy. Si scrive quello che si avrebbe voglia di leggere. Se voglio leggere una buona storia su un mondo immaginario, complesso, abitato da tanti popoli diversi e creature strane, con re, cavalieri, dame, eroi per caso… mi rileggo Il Signore degli Anelli. Non ho bisogno di scrivere un romanzo di quel tipo, lo ha già fatto magistralmente Tolkien. Detto questo, potrei senz’altro avventurarmi nel genere fantastico, che ha confini un bel po’ più vasti del fantasy.
4) Immagino si possano muovere diverse critiche a Tolkien. Se dovessi sceglierne una forse gli direi che la parte finale del Signore degli Anelli, quando gli Hobbit tornano alla Contea e spingono la popolazione a insorgere contro la dittatura di Saruman, è troppo veloce, si risolve troppo in fretta. Le cose non vanno mai così lisce quando si tratta di ribaltare un regime…
Aggiungo una cosa rispetto a come relazionarsi all’opera di Tolkien da narratori-fan. Molti fan, invece di imitare Tolkien, scrivono pseudo-Tolkien, e magari li pubblicano sui siti tematici amatoriali. Nel laboratorio che sto tenendo a Bologna su “Lo Hobbit” stiamo lavorando precisamente su questo: produrre tre “Appendici” al romanzo, che raccontino tre storie sommerse alle quali Tolkien accenna soltanto e che da lettori/ammiratori saremmo stati curiosi di conoscere. Visto che Tolkien non può più appagare la nostra curiosità, proviamo a farlo noi, cercando di rispettarne il più possibile l’approccio narrativo e tematico. Personalmente lo trovo più interessante di un’ennesima storia con elfi, nani, stregoni, draghi, ecc. che finisce inevitablmente alle pendici della “Montagna Solitaria”, in un confronto che rischia sempre di essere impietoso.