Una segnalazione doverosa. La quarta edizione del libro di Giuliano Santoro Un Grillo qualunque esce ampliata, con un importante aggiornamento al post-Europee2014 e ulteriori precisazioni teoriche. Tanto che diventa un nuovo libro, un’opera diversa, da qui il nuovo titolo: Breaking Beppe.
«La guerra civile simulata è il conflitto che viene solo agitato, che chiede di essere delegato e che non comporta alcuna responsabilità. Matteo Renzi tiene la sua orazione in Parlamento con lo sguardo alla telecamera, rivolgendosi a «chi ci guarda da casa». L’opposizione segue la stessa logica: gli assalti ai banchi del governo hanno l’obiettivo di occupare lo spazio mediatico ed emotivo che in altri Paesi hanno le mobilitazioni di piazza. I combattenti digitali della “guerra civile simulata” temono le strade, che hanno smesso di essere il luogo dell’incontro e dello scontro e si limitano al più a ospitare i comizi del Capo o le rappresentazioni itineranti dei suoi adepti. Per questo i consiglieri grillini romani, un mese prima delle elezioni, votano a maggioranza assieme alle Destre e al Pd una mozione che chiede di spostare i cortei in periferia, dove arrechino meno disturbo possibile. Il Popolo vuole applaudire, fotografare col telefonino e condividere i selfie. Vuole far sapere di esserci. Allo stesso modo, i tossici digitali che paiono usciti da un ritratto cyberpunk seguono i talk-show nella speranza che il loro beniamino politico “distrugga”, “faccia a pezzi” o “sbugiardi” l’avversario di turno (locuzioni frequenti nel fervore da tastiera dei commenti online: la tv diventa social, la Rete serve a diffondere viralmente la televisione). Gli spettatori connessi sono alla ricerca di una dose istantanea di dopamina digitale che sublimi il loro essere impotenti.»