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Come rapportarsi alle grandi mobilitazioni contro «green pass» et similia. Nei movimenti francesi se ne discute, e qui?

Proponiamo una rapida rassegna di articoli apparsi su media “di movimento” francesi, tentativi di leggere le attuali mobilitazioni di massa contro i pass sanitari e altri provvedimenti nominalmente «anti-Covid».

Li riteniamo contributi importanti, perché nel rifiutare ogni demonizzazione mainstream e ogni riflesso pavloviano da “sinistra” perbene, schivano polarizzazioni tossiche come «vaccinismo vs. antivaccinismo» e rintracciano i nuclei di verità – i grossi nuclei di verità – che queste mobilitazioni contengono.

Li contengono anche – diremmo specialmente – in Italia, dove però chi cerca di farlo notare è ancora (almeno a sinistra) vox clamantis in deserto. È senz’altro più facile intrupparsi con Repubblica e gridare ai «no vax» con la bava alla bocca fino all’immancabile rilascio di endorfine  – «Ohhhh, bene, anche oggi ho detto la mia» –  rimuovendo ogni contraddizione scomoda. Riguardo a questo, continuiamo a rimandare ai capitoli su «ratiosuprematismo», burionismo e virocentrismo contenuti ne La Q di Qomplotto.

Come abbiamo scritto più volte già nel corso del 2020, se le piazze che contestano la narrazione virocentrica e la gestione diversiva dell’emergenza pandemica sono egemonizzate – o almeno molto influenzate – da fascisteria e cospirazionisti in stile QAnon, la colpa non è di fasci e QAnon, che in un certo senso «fanno il loro lavoro». La colpa è di chi il proprio lavoro non lo ha fatto, di chi ha lasciato vuoto lo spazio della critica, di chi questa gestione ha rinunciato a contestarla, anzi, si è unito subito al coro mainstream, cercando pure di mettersi in mostra, di spiccare tra i cantori più zelanti e appassionati.

Oggi quella rinuncia alla critica non solo è un grande rimosso, tanto più evidente quanto più si cerca di parlar d’altro, ma impedisce di comprendere cosa stia accadendo e lungo quali linee di frattura, qui da noi come a Cuba e altrove.

Non stupisce che i contributi che segnaliamo siano apparsi Oltralpe: non solo a introdurre per primo l’idea del pass sanitario è stato Macron, ma in settori importanti dei movimenti francesi è maturata una prospettiva che potremmo definire «post-Gilets Jaunes», che consiste nel sapersi rapportare anche a mobilitazioni popolari “impure”, senza esaurire il proprio approccio in una richiesta di passaporti politici o patentini.

Il problema è che qui in Italia la stessa mobilitazione dei Gilet Gialli è stata oggetto di letture univoche, asfittiche, pregiudiziali. Da noi si crede ancora che sia stato tout court un movimento di destra. È falso. Per una ricostruzione seria di quei mesi di lotte consigliamo il “quaderno” n.4 della rivista di movimento «Lundi Matin»: Gilets Jaunes : un assaut contre la société (2019).

Non siamo in grado di tradurre integralmente questi pezzi, ne proponiamo stralci tradotti al volo e linkiamo gli originali. Buona lettura, buone problematizzazioni. WM. Prosegui la lettura ›

Sulla gestione dell’emergenza pandemica e le rivolte a Cuba

Segnaliamo una testimonianza di prima mano sulle rivolte cubane. Offre un punto di vista diverso da quelli prevalenti nei media occidentali e negli ambienti della sinistra “radicale”, e collega quanto sta accadendo alla gestione dell’emergenza pandemica sull’isola.

L’autore è Giancarlo Guglielmi, italiano residente a Cuba da decenni, nostro antico collaboratore ed editore (e, per la cronaca, padre di Wu Ming 4). Il pezzo è stato pubblicato sul blog di cultura caraibica Mi Caribe e si può leggere qui.

Ci scusiamo se non attiviamo l’usuale spazio commenti di Giap, ma in questo momento siamo tutti e tre troppo impegnati a risolvere questioni inerenti il prossimo romanzo collettivo e non riusciremmo a moderare il thread, né tanto meno a intervenirci. Confidiamo nella comprensione di tutte quanti.

Il sentiero delle case ribelli. Sulle tracce della 36ª Brigata Garibaldi.

Nella primavera di tre anni fa si concludeva con successo la raccolta fondi per Grüne Linie, il progetto fotonarrativo di Giancarlo Barzagli e Wu Ming 2 dedicato alla “Repubblica del Carzolano”, una piccola valle dell’Appennino Tosco-Romagnolo, liberata dall’occupazione nazifascista nell’estate del ’44. Il libro pubblicato grazie a quel crowdfunding contiene un racconto (“Basta chiederlo ai faggi”) scritto da Wu Ming 2 dopo aver percorso il cammino che da Imola portava ragazzi e ragazze, medicine, armi, lettere e informazioni fino alle basi della 36ª Brigata Garibaldi, nel cuore della Linea Gotica. Quest’anno, ai primi d’ottobre, sarà possibile seguire lo stesso tragitto, in compagnia di Wu Ming 2 e in collaborazione con Viaggi&Miraggi, cooperativa sociale che dai primi anni Novanta propone viaggi alternativi al turismo di massa.

“Il sentiero delle case ribelli” si snoda per quattro giorni, più uno di arrivo a Imola, conoscenza reciproca e scoperta dei luoghi della città legati alla Resistenza e all’antifascismo (nonché al nostro Asce di guerra). Il programma completo, tappa per tappa, si può consultare qui, insieme alle informazioni su costi, date e prenotazioni. Sia il punto di partenza del percorso (Imola) che quello di arrivo (Crespino del Lamone) sono serviti dalla ferrovia e non è quindi necessario raggiungerli in automobile.

Il nome che abbiamo scelto per questo cammino fa riferimento alle 12 case sparse, nella Valle del torrente Rovigo, che ospitarono le compagnie della Trentaseiesima, quando la brigata contava più di 1500 uomini e donne. Di questi antichi edifici in sasso, otto sono ormai diroccati, uno è un bivacco incustodito, e i restanti tre sono piccole strutture ricettive (in una delle quali è previsto il pernottamento all’ultima tappa, sicuramente allietato da schiere di fantasmi). Prosegui la lettura ›

Dalla pandemia virale a quella di Opere Dannose & Inutili. Un monito dal Corno alle Scale.

Il lago Scaffaiolo e il Rifugio Duca degli Abruzzi.

Il cosiddetto “sviluppo sostenibile”, in Italia, ha da sempre un andamento altalenante: quando il piatto piange, le tasche sono vuote e bisogna accontentarsi del poco che c’è, allora la necessità può diventare virtù, e qualche progetto benemerito vedere la luce; non appena però si profilano all’orizzonte fondi sostanziosi, finanziamenti europei e soldi a pioggia, subito la sostenibilità torna ad essere soltanto una foglia di fico, un paravento retorico, dietro al quale innalzare opere inutili e dannose. Prendete ad esempio il settore del turismo: in tempi di vacche magre, un sindaco di montagna potrà anche convincersi a investire sulla rete dei sentieri, l’ospitalità diffusa, le produzioni locali, i cammini storici, il paesaggio. E pure questo non senza contraddizioni, con il pacchetto vacanze nell’antico borgo venduto come se fosse un soggiorno all-inclusive al Club Med, col vino rosso al posto del mojito e le faggete invece della barriera corallina. Ma lasciate che quel sindaco annusi l’odore della grana, di un bando che si sblocca o di un imprenditore che mette mano al portafogli, ed ecco che torneranno in pista gli impianti di risalita, le grandi strutture ricettive, i bob a rotaia e tutto l’immancabile luna park d’alta quota, ad uso e consumo di chi sta in città e ha denaro da spendere. Eppure, nonostante  l’inversione di marcia, si continuerà a sbandierare un grande impegno “per rispettare l’ambiente”, fingendo che non ci sia contraddizione tra il piano B per quando si era poveracci e quello adatto alla nuova, insperata liquidità. Anzi: i risultati ottenuti col primo verrano esibiti come un lasciapassare verde per il secondo. Prosegui la lettura ›

Uno sputnik costruito in garage: I Quaderni di Arda #2

Uno sputnik costruito in garage… è entrato in orbita. È l’immagine più adatta per definire questa rivista, che battezza il suo numero 2, quello del 2021.

Per spiegare la metafora bisogna considerare alcuni elementi. Sia il #1 sia questo #2 de «I Quaderni di Arda» contengono gli atti di convegni tenutisi all’Università di Trento (rispettivamente nel 2017 e nel 2020), promossi dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, con l’aggiunta di alcuni contributi extra. Tanto gli interventi dei relatori quanto quelli aggiunti ex post nascono da un melting pot di studiosi professionisti (la maggior parte italiani e alcuni stranieri) e studiosi dilettanti (alcuni membri del Gruppo di Studi dell’AIST altri no), cioè dall’incontro tra studio accademico e passione “da fan”. Il risultato è una grande varietà d’approcci.

Accanto a studi filologici, stilistici, storico-letterari, si trovano articoli sui punti di contatto tra Tolkien e la narrativa fantascientifica e horror, sulle traduzioni delle sue storie attraverso le arti grafiche e la musica, sugli sviluppi transmediali del racconto tolkieniano o sulle mappe come supporto fondamentale alla “sub-creazione” di mondo. Si va dalla filologia germanica, alle recensioni di saggi e cataloghi, all’indagine sulla fan fiction, abbattendo qualunque barriera architettonica che possa porsi in mezzo, eccetto quella della serietà d’approccio. Prosegui la lettura ›

Operazione pirite. Non è tutt’oro quel che dice di esserlo.

Cartello affisso il 25 aprile 2020 sotto la lapide in ricordo della partigiana Irma Bandiera.

Stamattina incontro un amico per strada e mi sento dire: «Scusa, ma dopo tutto il buridone che avete fatto l’anno scorso per la Liberazione, prima con le riflessioni su come festeggiarla in pieno lockdown, poi con le letture itineranti di fronte alle librerie, e infine con i cartelli della Brigata “Violet Gibson”, com’è che quest’anno non organizzate niente?»
Gli rispondo che no, altro che niente, di robe organizzate ne abbiamo diverse, ma ci è mancato il tempo di annunciarle su Giap. Ci salutiamo, e porca vacca, m’ha fatto sentire in colpa, rimando un impegno, me ne torno a casa, accendo il computer e inizio a scrivere.

Anzitutto bisogna dire che, almeno a Bologna, il 25 aprile 2021 sarà piuttosto diverso da quello dell’anno prima, perché di iniziative dal vivo, in strada, nei luoghi della Resistenza, ne sono previste davvero un buon numero, e in modo particolare quella delle 10, in Piazza dell’Unità, lanciata dalle Realtà antifasciste bolognesi.

Il nostro contributo diretto lo daremo per un appuntamento dell’Operazione Pirite, proposta dalla Federazione delle Resistenze in 5 città italiane, e ispirata al nostro post sulle strade e le piazze intitolate a fascisti e colonialisti inisgniti della Medaglia d’oro al valor militare. Azioni di guerriglia odonomastica si svolgeranno a Milano (che di simili targhe ne ha ben 25), a Palermo, Padova, Reggio Emilia e Bologna, dove si trova un solo odonimo di pirite (il falso oro), al quale dedicheremo un apposito cartello e una storia raccontata da Wu Ming 2. Ci si trova alle 16 nel quartiere Barca, all’angolo tra via Bertocchi e via Tellera. Per chi non potrà esserci, cercheremo di scrivere un resoconto nei prossimi giorni, includendo anche le gesta della Brigata “Violet Gibson”, che a quanto si dice colpirà nell’ombra e come sempre si paleserà soltanto a cose fatte.

Grazie, Valsusa, che ci apri il cuore e ci riporti alla vita vera!

Piazzale del centro polivalente di San Didero, Valsusa (TO), 18 aprile 2021. Presentazione del libro La Q di Qomplotto di Wu Ming 1. Foto di Roberto Novaresio, clicca per ingrandire.

di Wu Ming 1

Due giorni di mobilitazione come non se ne vedevano da tempo, nemmeno in valle.

Un movimento sorretto e sospinto da una popolazione solidale, una popolazione che vive sulla propria pelle la militarizzazione del territorio e le prevaricazioni delle forze dell’ordine.

Una fase che somiglia molto al 2005, ai giorni della Libera Repubblica di Venaus, quando la prima grande prova di forza del movimento portò al ritiro di un progetto che oggi la controparte stessa definisce sbagliato.

Uno sgombero poliziesco messo in atto sfruttando le norme sul coprifuoco, pensando che non ci sarà una risposta immediata, e invece la risposta c’è e da subito. Prosegui la lettura ›