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Orizzonti d’Impero e paesaggi coloniali – Una riflessione di Wu Ming 2


[Quest’articolo di WM2, ispirato dalle ricerche per Timira, è uscito sul n. 5 di Letteraria, nella sezione monografica “Paesaggio, colonialismo, letteratura”. Lo proponiamo anche qui, come parte della “nube” di contributi che circonda e accompagna il libro.
Dopo la lettura, consigliamo di dare un’occhiata al board di Timira su Pinterest, tenendo in mente che ci sono tante “Somalie”, colonie che attraversiamo nella vita quotidiana, sulle quali si posa uno sguardo mai innocente.
Approfittiamo per ricordare che stasera, mercoledì 13 giugno, presenteremo Timira a Bologna, alla Biblioteca Casa di Khaoula, in Via Corticella, 104 (bus 27) coi prof. Fulvio Pezzarossa e Giuliana Benvenuti dell’Università di Bologna. H. 21.]

La Somalia negli occhi degli italiani (1903 – 1936)

«Una Colonia, un territorio di dominio, vale non soltanto per quello che è, ma anche per quello che può essere. Nella intuizione della sua funzione, nella visione del suo sviluppo, sta la ragione dello sforzo che essa può richiedere allo stato dominante, dei sacrifici che essa reclama dagli uomini che si sono votati a servirla. Saper vedere è, per i forti, volere, e, per chi abbia intero il senso della responsabilità, appassionatamente volere.» Prosegui la lettura ›

Letteraria va avanti (con l’amore degli insorti)

Letteraria 5Sta per arrivare in libreria il n. 5 del semestrale (Nuova Rivista) Letteraria, ultimo numero stimolato, coordinato e messo insieme dal suo fondatore e direttore, Stefano Tassinari, morto l’8 maggio 2012.
Stamattina il collettivo redazionale si è riunito a Bologna insieme ai compagni delle Edizioni Alegre, per decidere il da farsi.
L’avventura prosegue.
Nessun singolo individuo sostituirà Stefano. Il lavoro sarà il più possibile collegiale, la rivista vivrà, si evolverà e, col tempo, avrà una sua peculiare presenza e attività in rete.
Il prossimo numero, previsto per l’autunno 2012, sarà monografico e quasi interamente dedicato a Stefano. Non solo un “tributo”, una raccolta di testimonianze e ricordi, ma un con-tributo (il più ampio e approfondito possibile) alla riflessione su un intellettuale, un militante, un poeta, un performer che ha influenzato il lavoro di tutti noi.
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#Terremoto: subito una moratoria per i permessi di soggiorno!

Eugène Delacroix, Canotto di Naufraghi, olio su tela, 1846

Eugène Delacroix, Canotto di Naufraghi, olio su tela, 1846

La retorica dominante vuole che, dopo un terremoto, si sia “tutti sulla stessa barca”. L’insieme delle vittime, nelle descrizioni dei media e delle istituzioni, è indifferenziato. E invece, al suo interno, si riproducono – amplificate – le differenze e le contraddizioni di sempre. A essere il medesimo è il mare, ma le barche non sono tutte uguali. Cambiando metafora: se piove per tutti, per alcuni (sempre gli stessi) piove sul bagnato.
Di solito su Giap non riprendiamo in forma di post i vari appelli e le petizioni che circolano in rete, perché altrimenti non faremmo altro. Al massimo, se il testo non è OT, lo linkiamo nei commenti di questa o quella discussione. Ebbene, stavolta facciamo uno strappo alla regola.
Nei giorni scorsi, in rete, abbiamo visto all’opera sciacalli – non li si può chiamare in altro modo – intenti ad approfittare dell’emergenza-terremoto per prendersela coi migranti diffondendo leggende d’odio [grazie a Nexus per averci segnalato l’immagine linkata].
Oggi abbiamo ricevuto dal Coordinamento Migranti di Bologna un appello importante, con espressa richiesta di supporto e pubblicazione. Volentieri supportiamo e pubblichiamo. Prosegui la lettura ›

Fútbologia. La Rivoluzione rotola?

Il logo di Futbologia

Un proclama, un appello, una minchiata, una promessa, un invito, un dài dài dài alla cazzo di cane, una richiesta d’aiuto. Una proposta di calcio totale alla depressione. Attacchiamo. Divertiamoci.

Annusiamo calcio da quando eravamo bambini. L’odore di muffa dello spogliatoio, il grasso per ungere le scarpe, il sudore delle maglie. Intere formazioni mandate a memoria.
Lo giochiamo. Lo abbiamo giocato. L’oggetto magico di ogni materiale: carta, stracci, plastica, cuoio, e quel cazzo che si usa adesso per fare un pallone. Così come le superfici: asfalto, terra sconnessa, aiuole con in mezzo alberi e panchine, sabbia, terra rossa, sintetiche o artificiali. Erba. Sempre troppo poca.
Guardiamo il calcio da sempre. Riconosciamo gli stadi di mezzo mondo ai primi fotogrammi. Abbiamo numi tutelari. Epiche figure mondiali, insieme a piccole divinità locali. E con loro una costellazione, una spoon river di campioni, compagni e amici da ricordare. Prosegui la lettura ›

Audio | Scrittori in Val di Susa. Immaginario e lotte a partire dai #notav

Il filo spinato che cinge il non-cantiere in Val Clarea. Di produzione israeliana, con lamette al posto delle spine. Illegale in Italia.

Il filo spinato che cinge il non-cantiere in Val Clarea. Lamette al posto delle spine. Pare che sia di produzione israeliana, nonché illegale in Italia.

Ecco le testimonianze audio della due giorni “Una montagna di libri”, svoltasi il 26-27 maggio scorsi nei luoghi della resistenza #notav: Bussoleno, Chiomonte, Giaglione e Val Clarea. Grazie a tutte e tutti, in particolare a Serge, Rita e Maurizio che – sebbene non da soli – hanno ideato e reso possibile l’evento. Un saluto a Giorgio Rossetto, agli arresti domiciliari a Bussoleno. Lo abbiamo intravisto dalla strada, dietro il vetro della finestra. Queste parole sono anche per lui. Prosegui la lettura ›

A caldo: che cos’è questo golpe?

Ieri è oggi?
Intanto, non è un golpe. Non c’è bisogno di un golpe.
In Europa, il golpe è démodé da almeno quarant’anni. E’ assodato che si possono ottenere gli stessi risultati con più discrezione e gradualità. Il che non vuol dire con meno violenza: è solo un altro uso della violenza, più dosato, capillare, diversificato.
In questo momento, come altre volte è successo, diversi poteri costituiti comunicano tra loro in un linguaggio allusivo e cifrato, linguaggio fatto di attentati, provocazioni, bombe che uccidono nel mucchio, pacchi-bomba e bombe-pacco, sigle multi-uso in calce a volantini di rivendicazione bizzarri e pieni di errori marchiani.
Cosa esattamente si stiano dicendo questi poteri costituiti, questi settori di capitalismo italiano e internazionale, forse non lo sanno nemmeno loro. Appunto, è un linguaggio allusivo, tipicamente mafioso, e nemmeno loro ne colgono tutte le sfumature.
Sulla sostanza, però, sul nucleo di senso di questi messaggi, in diversi cominciamo ad avere sospetti. Si parla già, benché ancora timidamente, di una nuova “strategia della tensione”, un nuovo “stabilizzare destabilizzando”.
E chissà se è una semplice coincidenza che negli ultimi tempi si sia ricominciato a depistare sulla strategia della tensione degli anni ’60-’70: Piazza Fontana fu un po’ colpa anche degli anarchici etc. Prosegui la lettura ›

Passione e delirio a #Macao – di Wu Ming 2

Macao, 澳门, Repubblica Popolare Cinese

Non mi capita spesso di andare a Milano: negli ultimi due anni un po’ più spesso, per via di un corso di drammaturgia che tengo alla NABA. In febbraio le lezioni teoriche e a maggio tre giorni intensivi, otto ore al giorno, di laboratorio pratico. L’anno scorso, durante la tre giorni, Giuliano Pisapia ha vinto le elezioni e mi sono fatto travolgere dai festeggiamenti. Quest’anno, lo sgombero di Macao. I milanesi mi spieghino: è una coincidenza, oppure in quella città lì succede qualcosa di grosso ogni settimana? Prosegui la lettura ›