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Libri

La Banda Hood: quattro recensioni e un’intervista

La vera storia della Banda Hood è in ristampa. Alle seimila copie tirate in prima battuta se ne aggiungono duemilacinquecento per coprire le attuali richieste. Quindi se doveste fare fatica a trovarlo si tratta solo di aspettare qualche giorno (auspicabilmente). Buon segno, comunque, significa che la risposta di lettori e lettrici c’è stata anche stavolta. La rassegna stampa non è molto nutrita, ma quanto uscito finora è lusinghiero.

La recensione cartacea più bella – nonché l’unica – è quella di Edoardo Rialti, apparsa sull’inserto “TuttoLibri” de La Stampa, il 25 maggio scorso. Rialti coglie gli elementi portanti della storia e tante tematiche sottese, oltre ai riferimenti o riusi della tradizione letteraria (Tolkien incluso). Il pezzo – leggibile integralmente qui – si intitola Robin Hood non esiste e la leggenda si fa cronaca. Prosegui la lettura ›

«Gli automotivati», di Paolo La Valle. Quinto Tipo chiude col botto, anzi, col brum, brum!

Gli automotivati

Gli automotivati, in libreria dal 31 maggio. Apri la copertina completa, con quarta e bandelle (pdf).

Rombo di motore, bruuum, bruuum. Uno spot della Regione Emilia Romagna dice che è «la colonna sonora del Belpaese», «versione postmoderna dell’inno di Mameli».

L’Italia è prima in Europa per densità di automobili, 663 ogni mille abitanti. Mantiene il primato da decenni, nonostante crisi economiche, politiche, sanitarie.

Non basta citare la Fiat e il suo ruolo nella storia nazionale. C’è qualcosa di più profondo, che sprona a comprare auto e le rende imprescindibili, ben oltre la mera necessità di spostarsi. Ciò è tanto più vero in Emilia Romagna, dove la passione per i motori si abbina a una produzione legata al lusso e allo sport.

A raccontarsi ne Gli automotivati è un professore di un istituto tecnico-professionale che, trasferitosi a Bologna, ci mette qualche anno a capire dov’è finito: nel tempio a cielo aperto del culto del brum brum. La Ferrari, la Lamborghini, la Maserati, il rutilante Motor Show, l’autodromo di Imola, la «Motor Valley» lungo la via Emilia con le sue centinaia di fabbriche che lavorano per l’automotive

La chiamano anche Tumor Valley: è l’area più inquinata d’Europa. Prosegui la lettura ›

Due nuove guide «nonturistiche»: Ancona e Arcevia (sempre a cura di Wu Ming 2)

La copertina della guida di Ancona, disegnata da Francesca Arena

Due anni dopo le «deviazioni inedite raccontate dagli abitanti» di Bologna, arrivano in libreria le guide di Ancona (11 maggio) e Arcevia (31 maggio), pubblicate dalla collana Nonturismo di Ediciclo, a cura di Wu Ming 2.

Due nuove tappe di un esperimento di narrazione collettiva che ancora una volta è possibile grazie al supporto e al coordinamento di Sineglossa.

La sfida consiste nel creare una o più redazioni di comunità, formate da persone che abitano sul territorio, per individuare le tappe di percorsi nonturistici, ovvero luoghi significativi che nessuno segnalerebbe nella classica lista di «10 cose da vedere», o al contrario che già ne fanno parte, ma meritano un’altra inquadratura, fuori dalla cartolina. Prosegui la lettura ›

«Edgardo Ghizzoni», undicesimo racconto in musica estratto da Veglione Rosso

Édouard Pignon, Operaio morto (1936)

Edgardo Ghizzoni morì nell’agosto del 1929, otto anni e mezzo dopo il Veglione Rosso che costò la vita ai primi due correggesi uccisi dai fascisti, Mario Gasparini e Agostino Zaccarelli. E’ l’undicesimo della serie: più di un omicidio all’anno, in media, per una cittadina di provincia che allora contava poco meno di ventimila abitanti.

Di lui sappiamo pochissimo: operaio, pittore, affascinato dalle idee di Antonio Gramsci, ce lo immaginiamo tra coloro che cercavano di proporre un’arte proletaria del tutto alternativa a quella borghese.

In attesa che Carlotta Artioli gli dedichi un ritratto, come lui l’aveva dedicato ad Agostino Zaccarelli, illustriamo questo post con un quadro di Édouard Pignon, pittore-operaio amico di Picasso. Prosegui la lettura ›

Dynamite! Un ordigno letterario e politico scagliato novant’anni fa (e non smette di esplodere)

Dynamite! di Louis Adamic è uno dei libri più famosi sulla lotta di classe nel ventesimo secolo. Uscito per la prima volta nel 1931, ampliato e rivisto dall’autore tre anni dopo, negli USA sollevò un polverone che sapeva di cordite e fulmicotone.

Il successo fu tale che dovettero leggerselo anche i padroni, e gli sbirri, talvolta seguendo consigli inattesi. Un’azienda chimica di Pittsburgh, la Federal Laboratories Inc., ne acquistò un centinaio di copie e le spedì a industriali e capi della polizia, accompagnate da una lettera che diceva:

«Leggete questo libro e guardate cosa succede, quanti morti provoca l’utilizzo nello scontro di classe di armi da fuoco e di dinamite. Affidatevi invece alle bombe lacrimogene della Federal Laboratories e rendete gli scioperi selvaggi e le manifestazioni dei disoccupati incruente, indolori, civilizzate!»

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«Furio Rabitti», decimo racconto in musica estratto da Veglione rosso.

Da sx, i tre fratelli Rabitti – Parsifal, Ivanoe e Furio – ritratti insieme all’amico Menotti Montanari.

I volti dei dodici antifascisti correggesi uccisi prima della Seconda guerra mondiale ci sono in buona parte ignoti. Restano poche fotografie, spesso di seconda mano, fotocopie di fotocopie di libri introvabili, e i soggetti immortalati sono in tutto sei, la metà del totale. Per lo più sono ritratti individuali, scatti eseguiti in uno studio professionale, a eccezione della fotografia qui sopra, che proprio per la sua singolarità è diventata lo spunto – quasi la sceneggiatura – del racconto dedicato a Furio Rabitti. Prosegui la lettura ›