1. Il vecchio mulino
Era un edificio di mattoni rossi, nascosto dagli alberi e immerso nel silenzio. Sembrava un luogo abbandonato.
Julius si spinse in avanscoperta, ignorando gli avvertimenti di Ariadne. Io e Fedro fummo lasciati alla retroguardia, e arrivammo nello spiazzo davanti al mulino con cautela, guardandoci attorno. Le finestre erano chiuse, nessun cane da guardia, niente panni stesi. La ruota però girava e andammo a vederla. Quel moto perpetuo e circolare, con il suo mormorio liquido, aveva qualcosa di inquietante.
«A cosa serve?» chiese Fedro.
«A far girare la macina,» rispose Julius.
«E dov’è?»
«Dentro. Dove credi che sia?»
«Possiamo vederla?»
Ci scambiammo un’occhiata. Poi ci guardammo attorno. Un uccello palustre pescava nell’acqua bassa vicino alla riva; le rane guizzavano; le libellule volteggiavano tra i giunchi. A ciascuno la sua preda. Silenzio. Avremmo potuto essere gli unici esseri umani al mondo.
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