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Libri

#AlPalodellamorte. Presentazione a #EscNonSiTocca con reading di Elio Germano

Al Palo della morte

Il libro di Giuliano Santoro Al palo della morte – uscito da poco nella collana Quinto Tipo diretta da Wu Ming 1 per le Edizioni Alegre – sta riempiendo le sale dove viene presentato e aprendo discussioni sui vari argomenti che mette in reazione: Roma e la sua storia recente, le trasformazioni delle nostre città, come immaginiamo i migranti, il cosiddetto «degrado» e il cosiddetto «decoro».

Al palo della morte è un’inchiesta lirica; è il diario in terza persona di una dérive psicogeografica con punto di partenza Tor Pignattara; è la storia di un omicidio, quello del giovane Shahzad Khan, picchiato a morte una sera di settembre in via Pavoni.  

Lo scorso 15 gennaio, Giuliano ha presentato il libro nella stanza dei genitori della scuola elementare «Carlo Pisacane» di Tor Pignattara, forse la più multietnica d’Italia, frequente bersaglio degli strali fascisti e leghisti. Nella primavera 2014 Mario Borghezio si presentò davanti al portone col megafono e fu cacciato via dalle mamme, con ignominia. C’è pure il video, guardate. Prosegui la lettura ›

L’#Invisibileovunque e le sue sfide. Rassegna di pareri e invito alla discussione (spoiler libero)

Pink-Floyd-Ummagumma-1969

Sembra che l’esperimento proceda bene. Le reazioni sono positive, variegate e illuminanti.
Una delle migliori recensioni de L’Invisibile ovunque è apparsa sulla rivista on line La Ricerca. La firma Claudia Mizzotti, insegnante del liceo Messedaglia di Verona, ed è – per l’appunto – rivolta al mondo della scuola. Oltre a linkarla, ne riportiamo uno stralcio significativo.

«Quarto è un mockumentary, un saggio in cui eventi fittizi sono presentati come reali: il pittore surrealista Francesco Bonamore non è mai esistito. Wu Ming dichiara di essersi ispirato a certi racconti di Borges, di aver preso spunto da La letteratura nazista in America di Bolaño […] Anche nel romanzo L’Armata dei Sonnambuli, come si evince dai Titoli di coda, gli autori hanno mescolato ad arte fonti d’archivio reali e inesistenti per congegnare il loro intreccio e lanciare una sfida ai lettori, così da renderli guardinghi e attivi nella fruizione del testo in una forma feconda di transmedialità della letteratura che invita il pubblico ad entrare nel gioco. La ricerca infruttuosa di tracce in rete della biografia di Bonamore, delle immagini delle sue tele surrealiste Soldati nella neve e L’albero in fiore, dei saggi critici a lui dedicati e citati nel racconto, costituisce la “prova del nove” a cui Wu Ming affida il disvelamento della beffa. Sarà un’esperienza istruttiva per gli studenti assistere a un esperimento che evidenzia le debolezze del sistema mediatico in cui siamo immersi, nella quale è fin troppo facile credere alle storie, alle notizie e alle informazioni che entità subdole quanto anonime (non sempre anonime, in verità) confezionano e diffondono per scopi non sempre filantropici, per usare un eufemismo. Prosegui la lettura ›

Non torneranno i prati. La Guerra dei Cent’anni da #100anniaNordest a «Resistenze in Cirenaica»

Consegna delle ceneri

Lo abbiamo detto in molte salse fin da quando è iniziato il centenario. Lo ha detto Wu Ming 1 scrivendo e presentando Cent’anni a Nordest, lo abbiamo sviscerato in discussioni – Daesh, le nostre città, la guerra dei cent’anni – e interviste – I nodi irrisolti del Nordest – e lo abbiamo detto presentando L’Invisibile ovunque. La Grande guerra è adesso. Quel conflitto è ancora in corso, e non solo “sottotraccia”. È conflitto aperto, perché le vecchie contraddizioni, quelle del 1919, sono riesplose.

Per capire le guerre che si stanno combattendo ai bordi dell’Europa e dentro l’Europa – Siria, Iraq, Nord Kurdistan, Ucraina – serve la longue durée, la lunga gittata dello sguardo. Serve la storia. E servono, come abbiamo detto migliaia di volte, sguardi obliqui, approcci laterali e “cubisti”, che scompongano la visione frontale imposta dal mainstream. Prosegui la lettura ›

Il mito di Roma nell’immaginario vittimista italiano – di Wu Ming 1

Quando c'era Lui, sì, ma Lui chi?

– Eh, quando c’era Lui…
– Lui chi?
– Come «Lui chi»? Lui, Cesare!
– Ma questo qui è Putin…
– Appunto, Lui! Se ci fosse Lui come quando c’era Lui…

[WM1:] Giusto un anno fa pubblicavo, qui su Giap, alcuni appunti sul vittimismo come pietra angolare dell’ideologia italiana. Appunti che fecero molto, molto discutere. Quel post si concludeva con la formula: «[Continua]». E adesso, infatti, continua.

Sull’ultimo numero di Nuova Rivista Letteraria, interamente dedicato a nazionalismi, fascismi e razzismi, c’è un mio pezzo che porta avanti, in un modo che spero inatteso, la riflessione su quel tema. Potete scaricarlo da qui in pdf, come teaser per l’intera rivista, che merita.

Ne approfitto per segnalare che: Prosegui la lettura ›

L’#InvisibileOvunque: storia di una copertina

CRW Nevinson, Column on the march, 1915

CRW Nevinson, Column on the march, 1915

Ci è capitato spesso, nei primi incontri intorno al nuovo libro, di rispondere a domande sull’immagine di copertina.

– Dove l’avete trovata?
– Chi sono i due tizi?
– Quello a destra è un uomo o una donna?
– E’ un fotomontaggio, vero?
– Ma quelle che cavolo sono? Orecchie da Topolino?

Diciamo subito che le ricerche per la cover, questa volta, sono state più lunghe e travagliate del solito. Prosegui la lettura ›

L’#Invisibileovunque. Audio e immagini della serata al Vag61 di #Bologna

Illustrazione di Claudio Madella. Clicca per vedere e comprare l'artwork ispirato a L'invisibile ovunque e Schegge di Shrapnel.

Illustrazione di Claudio Madella. Clicca per vedere e comprare l’artwork ispirato a L’invisibile ovunque e Schegge di Shrapnel.

Una sala strapiena, anzi, due sale contigue strapiene. Trecento persone dentro e almeno un altro centinaio che cerca di ascoltare da fuori, dal piazzale. Così si presentava il centro sociale Vag61, rione Cirenaica di Bologna, la sera dell’11 dicembre scorso.

Col Vag61, si sa, abbiamo un rapporto di stretta collaborazione. Le iniziative – nostre e non solo – riescono sempre bene, quindi è il primo posto a cui abbiamo pensato per la presentazione de L’invisibile ovunque e il reading/concerto del Wu Ming Contingent Schegge di Shrapnel.  Vero, ormai la gente non ci sta più, si era già visto un anno e mezzo fa con L’Armata dei Sonnambuli, ma è un problema risolvibile. La prossima volta potremmo organizzare due serate consecutive, come a teatro, con prenotazione facoltativa ma consigliata. Vedremo.

La presentazione dell’11 dicembre è stata sui generis: non un dibattito, ma una performance, il «racconto dei racconti» de L’invisibile ovunque. Per essere più precisi, il racconto illustrato di tre movimenti del libro: Secondo, Terzo e Quarto.  In questo post proponiamo l’audio della serata, corredato dalle immagini proiettate e commentate. Potete ascoltare in streaming o scaricare tutti gli mp3 in un’unica cartella zippata. Buon ascolto e buone visioni. Prosegui la lettura ›

L’#Invisibileovunque: recensioni, interviste, presentazioni

Oggi sul blog Poetarum Silva compare una bella recensione de L’invisibile ovunque scritta dal collega Gianni Montieri,  e sul blog La Balena Bianca si può leggere una lunga intervista a noialtri, a cura di Fabio Disingrini, intitolata «I Wu Ming alla Grande guerra» (qualcosa del genere, insomma). Ecco il terzo botta-e-risposta e il link per leggere tutto lo scambio. A seguire, il calendario delle prossime presentazioni. N.B. Ribadiamo che il calendario è già chiuso, fatta eccezione per il reading/concerto Schegge di Shrapnel, a cura del Wu Ming Contingent.

L’Invisibile ovunque ci sembra legato a L’armata dei sonnambuli da molti fili conduttori malgrado una diversa impalcatura: la centralità dell’ospedale di Bicêtre riflessa nelle cliniche psichiatriche e militari, il magnetismo che diventa psicanalisi, la scelta della forma saggio per l’ultimo racconto come nell’atto quinto del romanzo. Ci sono anche qui una rivolta del pane di marca “femminile”, il vostro amore culturale per Parigi, manca quella squisita traccia ironica perché qui c’è poco da sorridere, ma si conserva intatta l’attenzione per gli eventi schivati dalla storiografia ufficiale del “pensiero unico”. Dicevate che L’Armata dei sonnambuli è stato il vostro congedo dal romanzo storico: sicuri invece di non sentirne già la mancanza? Prosegui la lettura ›