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Libri

Pregiudizi sbaragliati a cinque chilometri all’ora

Dopo un silenzio insolitamente lungo (ormai ci siamo abituati alle “recensioni preventive” di Libero), nel giro di una settimana sono usciti tre ottimi articoli su Il Sentiero degli dei. Da notare come i tre autori abbiano colto ciascuno aspetti piuttosto diversi del testo, com’è giusto aspettarsi da un libro ibrido, un oggetto narrativo non identificato che forse solo tra qualche anno ci apparirà come “normale” guida turistica (o “normale” romanzo).

“La Repubblica”, MARTEDÌ 25 MAGGIO 2010
UN LIBRO SCRITTO CAMMINANDO
“Il sentiero degli dei” di Wu Ming 2 è un viaggio a piedi sull’Appennino

L’opera è una sorta di pellegrinaggio ideologico fatto sul percorso Bologna-Firenze

MICHELE SERRA

Di camminatori-scrittori, e di scrittori-camminatori, c’è crescente abbondanza. Al punto di far sospettare la nascita di una moda, per giunta di una moda “facile” in virtù del facile nesso tra i due ritmi, quello delle gambe e quello della scrittura, e delle facili suggestioni del lento procedere e del piacevole osservare. Lo sbocco del pedante geografismo, e peggio ancora del narcisismo performante, è sempre in agguato.
Eventuali pregiudizi del lettore, prendendo in mano Il sentiero degli dei di Wu Ming 2 (membro del collettivo anonimo di scrittori Wu Ming), rischiano di infittirsi. Il libro è una specie di “pellegrinaggio ideologico” sulla stessa rotta appenninica, tra Bologna e Firenze, lungo la quale corre, sottoterra, il prepotente tubo della Tav. Fare a piedi, in superficie, lungo il ciglio dei monti, la stressa strada che il supertreno percorre in mezz’ora, e metterci cinque giorni. Legittimo temere la retorica della lentezza, e il ripasso non indispensabile di ogni buona e meno buona ragione che alimenta la cultura No-Tav.
Beh. Pregiudizi sbaragliati, e dunque, evidentemente, sbagliati. Prosegui la lettura ›

La Grande Galleria


Alcuni già se lo immaginavano, altri ci speravano e basta:  il secondo Notturno tratto da  Il sentiero degli dei che proponiamo in forma di audioracconto è  il numero 2, ribattezzato per l’occasione “La Grande Galleria”. Dura diciotto minuti, quasi la metà del precedente, e tutta la parte musicale è affidata alla sola chitarra elettrica di Stefano Pilia. La registrazione, come sentirete, è più casalinga, con l’obiettivo di ottenere un suono più scarno rispetto a Mille Miglia, dove i Frida X suonavano almeno una decina di strumenti.

Anche in questo caso, non serve aver letto il libro per seguire il filo delle parole. Basta sapere che Gerolamo, il camminatore protagonista, si trova di notte, sulla strada, a fissare il profilo di una collina di fronte a sé.

Buon ascolto.

Wu Ming 2, Notturno 2 (La grande galleria), da Il sentiero degli dei (17’57”)
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Per scaricare l’mp3, qui.
Per scaricare Notturno 4 (Mille Miglia), qui.

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Due booktrailer, sei fuori posto e un’intervista

Per una settimana buona è circolato su YouTube in versione beta, con qualche piccola correzione ancora da inserire. Ora invece abbiamo il piacere di presentarvelo nella sua veste definitiva e in un doppio formato.
Il booktrailer de “Il sentiero degli dei” girato da Marcello Pastonesi.

Questa che vedete qui sopra è la versione da 50 secondi. Quella da due minuti e mezzo potete guardarla qui

E sempre a proposito di video, la silhouette di Wu Ming 2 compare in un’intervista per la WebTV del Trento Film Festival, registrata in occasione di un incontro pubblico con Claudio Sabelli Fioretti, per parlare di libri, Alta Velocità e sentieri. Purtroppo un piccolo dettaglio fisico (anzi due) tradisce l’anonimato del nostro, ma almeno non sembra di avere di fronte la sagoma di Facebook… Prosegui la lettura ›

Sentieri, guerre, previsioni

Cinque racconti notturni scandiscono il cammino lungo Il sentiero degli dei. Prendono corpo al buio, tra una tappa e l’altra, mentre il protagonista cerca di dormire. Non è chiaro se si tratta di sogni, storie vere, leggende o visioni.
Due di questi notturni sono diventati altrettante letture musicali, pensate per chi ama ascoltare e non soltanto leggere. Il primo audioracconto che vi proponiamo dura 33 minuti, ed è la prima volta che “suoniamo” un testo così lungo. La vicenda si svolge durante la XII edizione delle Mille Miglia (1938), a cavallo del Passo della Futa. Prosegui la lettura ›

Il sentiero degli dei

Giovedì 29 aprile arriva nelle librerie Il sentiero degli dei, ultimo lavoro di Wu Ming 2 e seconda uscita per la collana A passo d’uomo della casa editrice Ediciclo.
Per spiegare meglio di cosa si tratta, ecco le due pagine che aprono il volume.

Nota dell’Autore
(alla maniera di Paco Ignacio Taibo II)

Una buona parte di questo libro consiste nella descrizione del cammino che va da Bologna a Firenze, da Piazza Maggiore a Piazza della Signoria, conosciuto con il nome di Via degli Dei. Tappa per tappa, il lettore può seguire il percorso e il camminatore arrivare a destinazione. C’è pure una scelta di foto scattate lungo il tragitto e una guida pratica per chi vorrà cimentarsi.
Mancano però le mappe topografiche al 25000 e il tono dei vari paragrafi è narrativo, partigiano e sentimentale. Sarebbe dunque difficile sostenere che questa è una guida per escursionisti.

Una buona parte di questo libro ha per protagonista un personaggio fittizio, con i suoi pensieri e le sue motivazioni. Alcune avventure che gli accadono sono frutto di invenzione, altre – le più numerose – si basano su fatti realmente accaduti. Tuttavia la trama del libro è il semplice susseguirsi dei passi e il protagonista è una mano tesa al lettore, per invitarlo a camminare. Sarebbe dunque molto difficile sostenere che questo è romanzo. Di certo, non è letteratura. Prosegui la lettura ›

La Stampa: intervista sul nuovo Giap, la rete, il copyright, l’iPad

[Quest’intervista è apparsa ieri sul sito del quotidiano La Stampa.]

I WU MING E LA SECONDA VITA DI GIAP
Dopo dieci anni, il collettivo bolognese chiude la sua storica newsletter, trasformandola in blog. Tra presente e futuro, disseminazione e razionalizzazione dei contenuti, social network, iPad e copyright, Wu Ming 1 ci spiega perché. di
Luca Castelli

Dieci anni. Oltre cento invii. Più di dodicimila iscritti. Sono i numeri di Giap, la newsletter-rivista con cui – dal 2000 all’altro ieri – il collettivo di scrittori Wu Ming ha mantenuto via email il contatto con i lettori. Articoli, riflessioni, racconti, link e battaglie: un modo innovativo, soprattutto in Italia, per sviluppare la propria presenza online. Un percorso, tuttavia, che si è pian piano rarefatto. Fino alla chiusura definitiva della newsletter, trasformata in blog e integrata con Twitter, Anobii, il mondo dei social network, dei feed, dell’aggiornamento costante e istantaneo. Protagonisti di numerose iniziative online, dal progetto transmediale di Manituana al download libero di tutti i loro libri, fin dagli albori del www i Wu Ming svolgono un ruolo di avanguardia nell’esplorare la mutazione dell’autore ai tempi delle tecnologie digitali. Per questo, prendendo spunto dalla seconda vita di Giap, abbiamo deciso di fare il punto sulla situazione con il gruppo. A risponderci, attraverso i fili invisibili di Skype, è stato Wu Ming 1.

Perché avete deciso di terminare le spedizioni di Giap?

Di fatto, l’ultimo numero di Giap risale all’ottobre 2009. La newsletter è già chiusa da tempo. Negli ultimi mesi abbiamo comunicato principalmente tramite il blog dedicato ad Altai, Twitter e sulla bacheca della nostra libreria su Anobii. Gestire una newsletter via email negli anni è diventato sempre più brigoso: tra problemi tecnici, antispam, gente che si iscrive e poi se ne dimentica e  protesta perché la riceve. Inoltre, per fare Giap era necessaria una vera e propria attività redazionale ed era uno strumento troppo lento. Per “giustificare” la spedizione di un numero c’era bisogno di una certa quantità di materiale significativo, quindi le spedizioni erano rarefatte.

E’ vero, come scrivete sul vostro sito, che avete cancellato tutti gli indirizzi degli abbonati? Un’eresia nell’era del marketing digitale…

E’ vero, erano circa 12.400 iscritti e con un solo click a mezzanotte in punto abbiamo cancellato tutto. Ricominciamo da capo, senza riposare sugli allori di un’attività telematica ultradecennale. Anche dopo l’uscita di Q, quando cambiammo nome (da Luther Blissett a Wu Ming, NdI), le reazioni nell’industria editoriale furono di sbigottimento: “Ma come, faticate anni per imporre un brand e dopo che avete successo lo distruggete?”. Noi non ragioniamo sul breve termine, guardiamo in avanti, tutte le scelte sono strategiche e devono riflettere il nostro ethos. Rinunciamo anche a “grandi” vantaggi immediati ma effimeri, come la notorietà che avremmo andando in tv, pur di non tradire il nostro stile. Questo ci porta a compiere gesti che secondo il metro dominante sembrano azzardati o addirittura incoscienti. Prosegui la lettura ›